SCHWANNOMA CELLULATO RETROPERITONEALE R. Famà, P. Valduga, B. Zani, C. Prezzi, G. Armatura, C. Eccher U.O. Chirurgia IIa (Direttore C. Eccher), Ospedale S. Chiara, Trento I tumori retroperitoneali primitivi sono neoplasie rare con un’incidenza variabile in letteratura dallo 0,01% allo 0,2% di tutti i tumori. Lo schwannoma, che deriva dalla guaina neurale dei nervi periferici, rappresenta dall’ 1 al 5 % di tutti i tumori retroperitoneali. La diagnosi preoperatoria è difficile poiché lo schwannoma non presenta segni clinici o radiologici tipici ma simili a quelli delle altre neoplasie retroperitoneali. La TAC e/o la NMR definiscono le dimensioni, i limiti ed i rapporti con gli organi vicini . Una agobiopsia eco o TAC guidata spesso risulta non diagnostica.Dal punto di vista immunoistochimico lo schwannoma a comportamento benigno è caratterizzato dall’intensa positività alla proteina S-100.La escissione completa con margini liberi è il trattamento di scelta di tale neoplasia. Riportiamo il caso di un paziente di 27 anni giunto alla nostra osservazione dopo un episodio di macroematuria e riscontro obiettivo di una massa palpabile non dolente in ipocondrio destro. Una ecografia evidenzia nei settori mediali del rene destro una voluminosa formazione espansiva disomogenea di circa 9 cm di diametro massimo attribuita a verosimile neoplasia renale. Una successiva TAC dimostra invece una voluminosa formazione solida espansiva retroperitoneale in posizione ventrale e mediale rispetto all’ilo renale destro, che impronta e disloca la testa pancreatica, la vena cava inferiore, il rene destro divaricando l’arteria renale principale e l’arteria polare inferiore. Nel contesto di tale formazione si riconoscono multipli piccoli vasi arteriosi, apprezzabili anche in sede superficiale. All’ intervento la massa sembra avere una propria capsula fibrosa che disloca senza infiltrare il rene, i vasi renali e la cava inferiore. Viene asportata mantenendo la capsula integra. All’esame istologico intraoperatorio viene descritta una neoplasia a cellule fusate. Vista la assenza di segni certi di malignità non viene eseguita la radioterapia intraoperatoria. Il decorso postoperatorio è regolare. L’esame istologico definitivo pone la diagnosi di schwannoma cellulato. Tale neoplasia, descritta nel 1981 da Woodruff, si distingue per la presenza di zone di densità cellulare elevata, per una architettura a fasci e per una scarsa attività mitotica. Malgrado una grande densità cellulare e la presenza di anomalie citonucleari per cui viene talvolta confuso con una lesione maligna, ha un comportamento benigno in quanto in letteratura viene riportata una incidenza di recidive molto bassa probabilmente dovute ad escissione incompleta e non vengono riportati casi con metastasi.