ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI IMPROVVISAZIONE ALL’ORGANO E AL CLAVICORDO SMARANO - BOLOGNA 25 LUGLIO - 4 AGOSTO 2012 29 LUGLIO 2012 ore 12 – Sala Concerti, Smarano Joel Speerstra, clavicordo J. S. Bach at Home Fantasia in G minor BWV 542/1 from the Goldberg Variations BWV 988 Aria Variation 25 Adagio from WTC I Praeludium and Fugue in E minor BWV 855 Praeludium and Fugue in D minor BWV 851 from the Leipzig chorales An Wasserflüssen Babylon BWV 653b Nun komm, der Heiden Heiland BWV 660 Trio Sonata V in C Major BWV 529 Allegro Largo Allegro Joel Speerstra è docente all’Academy of Music and Drama dell’Università di Goteborg dove svolge anche ricerca e responsabile delle pubblicazioni del Goteborg Organ Art Center. È attivo come costruttore di strumenti, esecutore e musicologo. Ha studiato organo con William Porter e David Boe al Oberlin Conservatory, dove si è laureato. Ha proseguito gli studi in organo e clavicordo alla Norddeutsche Orgelakademie con Harald Vogel e costruzione di strumenti con John Barnes. Ha studiato poi organo con Yuko Hayashi e clavicembalo con Lisa Goode Crawford. La sua tesi per il dottorato all’Università di Goteborg ha portato alla ricostruzione del Gerstenberg clavicordo a pedale, pubblicato in un libro nel 2004 dalla Rochester University Press “Bach and the Pedal Clavichord: An Organist’s Guide”. Strumenti simili, prodotti da Speerstra, sono stati collocati nei Conservatori più importanti negli Stati Uniti, in Europa ed in Asia. Joel Speerstra ha insegnato alla School of Music di Goteborg, alla Eastern Michigan University e alla fine del 2004 ha lavorato come docente di organo e musicologia alla Eastman School of Music. Ha eseguito ed esegue tuttora frequenti concerti in Europa e negli Stati Uniti. Ha dato lezioni teoriche e pratiche per le società di clavicordo britannico, tedesco e di Boston come anche al simposio internazionale di clavicordo a Magnano. Speerstra è docente regolare all’Accademia a Leufsta bruk e a Goteborg come anche all’Accademia Internazionale d’Organo a Smarano. Con le sue ricerche riguardo il clavicordo a pedale ha ottenuto il premio nazionale in musicologia dall’Accademia Svedese di Musica. Note di sala: "Lo strumento preferito da Bach era il clavicordo. Dei cosiddetti "Flügel" disse che, quantunque anch' essi si prestassero ad una notevole varietà di espressioni, secondo lui non avevano anima e i fortepiani erano ai suoi tempi erano ancora troppo poco perfezionati e troppo pesanti per soddisfarlo completamente. Considerava perciò il clavicordo come il migliore strumento sia per lo studio, sia, in generale, per far musica in famiglia. Sul clavicordo gli riusciva più facile esprimere i suoi pensieri più delicati e non credeva di poter ottenere su un clavicembalo o su un fortepiano le molteplici sfumature del suono, realizzabili invece sul clavicordo, strumento certo non molto sonoro, ma nei suoi limiti estrememente malleabile" C.Ph.Emanuel Bach Non è impresa facile condensare in pochi accenni i dati biografici di un compositore la cui figura, trasfigurata dalla storiografia ottocentesca, fu consegnata ai posteri come quella di un eroe che si erge sulla sua epoca, quasi isolato dal contesto. In vita Johann Sebastian Bach fu un compositore brillante, prolifico ed insuperabile, ebbe notevole influenza ebbe sulle generazioni successive, in veste di didatta, improvvisatore e di “artigiano” della musica. La diade composta dalla Fantasia e Fuga in sol minore BWV 542 propone la tradizionale successione di una fantasia libera e preludiante seguita da un brano più rigoroso in stile contrappuntistico, ma è da annoverare tra i capolavori organistici di tutti tempi. Nella fantasia due temi si alternano tra cadenze, omofonie, recitativi, pedali e contrappunti; la difficoltà tecnica e l’atmosfera armonica inquieta di questa composizione non possono non ricordare – senza voler con questo cedere a banalizzazioni o facili ma inconsistenti conclusioni sul processo compositivo – le disposizioni d’animo in cui l’autore la diede alla luce. Il 1717 è infatti un anno turbolento per Bach: in seguito all’allettante offerta di lavoro ricevuta dalla corte di Köthen, decise di lasciare Weimar, dove copriva il ruolo di Konzertmeister (subordinato perciò al Kapellmaister) con risentimento e insofferenza nei confronti dei suoi superiori; non a caso dunque la sua domanda di dimissioni fu considerata così provocatoria e impudente da farlo imprigionare e poi licenziare con disonore. Siamo ancora a Köthen quando Bach compose il Primo Libro del Clavicembalo ben temperato, costituito da ventiquattro coppie di preludi e fughe, ognuno composto in una delle ventiquattro tonalità del sistema armonico tonale. Capolavoro, enciclopedia musicale i cui lemmi sono espressi nella più diffusa forma del periodo ovvero il binomio preludio e fuga. Quest’opera, nella quale ogni brano esplora soluzioni formali ed affettive diverse divenne ben presto un punto di riferimento per i grandi compositori a partire dall’Ottocento, basti pensare ai Preludi di F.Chopin, ai Preludi e Fughe di C.Czerny, ai Pezzi in stile libero di L.Vierne, ai Preludi di N.Rimskij-Korsakov, solo per citarne alcuni. I diciotto corali di Lipsia sono così chiamati non perché furono compositi durante l’incarico di Bach nella città sassone, ma piuttosto perché fu in tale periodo che egli si dedicò alla revisione di pezzi precedentemente composti e alla loro collazione in un unico volume. Gran parte di questi corali erano stati scritti durante il periodo di Weimar; un’eccezione è il preludio su An Wasserflüssen Babylon, BWV 653, che risale alla sua permanenza a Köthen. Il corale, situato al tenore, è reso in una ricca ornamentazione; le frasi musicali sono isolate le une dalle altre da multiformi passaggi da parte delle altre voci e solo la linea del basso appare limpida e chiaramente percepibile. Il Trio super Nun komm' der Heiden Heiland è insolitamente scritto come una invenzione a due parti per pedale e basso, con il cantus firmus ornato al soprano, che segue con particolare fedeltà il canto originale. La Trio Sonata No. 5 in C major, BWV 529 è stata composta nel 1731 e, come le altre, si tratta di un’opera in tre movimenti nei quali le tre tradizionali voci della trio sonata barocca sono assegnate ad un unico esecutore. Come accade spesso nella musica di Bach, qualcosa di nuovo nasce da uno spunto più antico, e nonostante la diversità dell’organico, la Trio Sonata è magnificamente rappresentativa della tradizione della sonata da camera barocca coniugata in questo caso ad un intento didattico; uno stile imitativo e quasi concertante apre il primo movimento seguito dalla densa e appassionata contabilità del Largo (caratterizzata dal contrasto fra le due voci superiori, riccamente ornate e la quieta stabilità del basso) ed infine la freschezza dell’invenzione melodica e contrappuntistica nell’allegro finale concludono la sonata. Prossimo concerto: 31 luglio, ore 20.45 Smarano – chiesa S. Maria Assunta