Quando Bach si scopre “pop”: il pianista Ramin Baharami in concerto questa sera a Milano. Milano, 11 giugno 2012-Johann Sebastian Bach diventa “pop”. Non solo popolare, come d’altronde lo è sempre stato, ma famoso nelle classifiche dei dischi più venduti. Ramin Bahrami, di scena questa sera alle 20.30 all’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, è sì un giovane ma dal talento conclamato. E le sue registrazioni di Bach – che ormai sono copiose, con l’intento di passare in rassegna un lavoro dopo l’altro – si ritrovano a fare l’occhiolino a chi è, secondo la definizione dei generi, veramente “pop”. Tanto per intenderci, la musica leggera o rock. Fatto sta che l’Arte della Fuga (incisa nel 2007) e i Concerti per pianoforte e orchestra (lo scorso anno con Riccardo Chailly alla testa dell’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia; tra i primi 20 dischi “pop” più gettonati) si sono ritrovati nella classifica GKF TOP100 della musica italiana più venduta. Incredibile (o no), dipende dai punti di vista e dalle orecchie: il pianista iraniano si è perfezionato con Piero Rattalino (che di Bach sa tutto e di Glenn Gould, impertinente ma geniale interprete del Kantor, sa quasi tutto) e quest’anno ha dato alle stampe le “Suites Inglesi” con dedica alla memoria del Maestro Alexis Weissenberg. Che Bach, tanto per intenderci, lo divorava con articolazione elettrica e tempi vorticosi. Una versione, quella delle Suites Inglesi che – secondo le abitudini di Bahrami – non sciocca ma stupisce. Perché l’artista non dà spettacolo, ma governa la scena. Con tatto, un poco di umorismo, una ricerca fondata su testi storici e resa elastica dalla sensibilità di chi vuole avvicinare alla grande musica un pubblico sempre più vasto con – come scrive la critica – “interpretazioni fresche e moderne”. Complice, ovviamente, lo slancio del fertilissimo Bach. Compositore, dice Bahrami, in grado di rappresentare “la più alta forma di democrazia in musica: in lui coesistono i più differenti elementi in armonia e magnificenza”. A Milano, questa sera, si preannuncia un concerto mistico e scoppiettante nello stesso tempo. Trascendenza in Bach con le Suite inglesi n.1 BWV 806, n.2 BWV 807 e n. 4 BWV 809 e la Partita BWV 826 e mediterraneità in Domenico Scarlatti: Aria in Re minore K32 e le Sonate in Sol maggiore K289, in Re maggiore K278, in Do maggiore K159 e Re maggiore K282. Davide Ielmini [email protected]