Caratteristiche delle principali rocce metamorfiche

Approfondimento
Caratteristiche delle principali
rocce metamorfiche
Quella che segue è una breve descrizione di alcune tra le più comuni e significative
rocce metamorfiche.
Esse comprendono la serie che deriva dal metamorfismo di grado crescente delle
rocce argillose (ardesie › filladi › micascisti), gli gneiss, le quarziti, i marmi e le serpentiniti.
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Rocce della serie: ardesie › filladi › micascisti.
• Ardesie. Sono il prodotto delle primissime fasi del metamorfismo regionale di rocce
argillose (argilliti, siltiti). Sono rocce di colore scuro a grana finissima, composte,
oltre che da quarzo, soprattutto da minuscole lamelle di fillosilicati disposte in piani
paralleli, per cui assumono una tessitura foliata che le rende facilmente divisibili in
lastre molto sottili. Le ardesie (fig. 1) sono usate in edilizia per la copertura dei tetti, rivestimenti murari, pavimentazioni (molto nota è la lavagna, estratta in alcune
località della Riviera ligure di Levante).
• Filladi (da ardesie per metamorfismo di grado basso). Sono rocce scistose a grana
fine (i cristalli non sono ancora visibili ad occhio nudo), facilmente sfaldabili, con
tipico aspetto lucido (sericeo) (fig. 2). Contengono, accanto a quarzo, miche (solitamente clorite e sericite, da cui l’aspetto setoso), con cristalli di maggiori dimensioni
rispetto alle ardesie. Il quarzo e le miche sono disposti in piani o letti alternati di
colore chiaro e scuro.
• Micascisti (da filladi per metamorfismo di grado medio). Sono rocce con scistosità
molto marcata (fig. 3) in cui le miche (muscovite e biotite, presenti per oltre il 50%)
e il quarzo formano cristalli visibili ad occhio nudo e sono disposti in letti paralleli
di spessore maggiore rispetto alle filladi. Sono tra le rocce più frequenti nelle aree
metamorfiche e se ne possono distinguere diverse varietà a seconda dei minerali
prevalenti (per esempio micascisti a granato, micascisti a staurolite).
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Gneiss (da graniti e arenarie per metamorfismo di grado medio-alto). Sono rocce a
grana da media a grossolana, con scistosità meno marcata rispetto ai micascisti, costituite soprattutto da quarzo, feldspato e miche (presenti per meno del 50%). Possono
avere una tessitura a bande formata da letti ben differenziati e di spessore variabile,
composti rispettivamente da granuli di quarzo e feldspati di colore chiaro e da lamelle
di mica con orientazione preferenziale, di colore scuro (tessitura gneissica): in certi
casi le rocce si separano lungo gli strati lamellari, ma in genere manifestano una frattura irregolare.
Fig. 1.
Lastre di ardesia.
Fig. 2.
Un affioramento di fillade.
Fig. 3.
Un campione di micascisto.
© ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
Gli gneiss possono presentare una tessitura ondulata o pieghettata. Frequenti sono gli
gneiss occhiadini caratterizzati dalla presenza di grossi cristalli di Kfeldspato che appaiono come “occhi” immersi in una matrice costituita da cristalli più piccoli (fig. 4).
Gli gneiss derivanti da rocce granitiche sono diffusi nelle Alpi Centro Occidentali dove
formano i massicci del Monte Rosa e del Gran Paradiso. Gli
gneiss sono in particolare impiegati in lastre per pavimentazione.
• Quarziti. Sono rocce derivanti dal metamorfismo di contatto e dal metamorfismo
regionale di arenarie quarzose (quarzareniti). Sono composte quasi interamente
da cristalli di quarzo e hanno quindi tessitura granoblastica compatta; sono molto
dure (fig. 5). Se pure, le quarziti sono usate per fabbricare vetri, ceramiche, refrattari, dopo essere state ridotte in polvere.
• Marmi. Sono rocce che si formano in seguito al metamorfismo di contatto o regionale, di rocce calcaree. Sono costituiti da calcite ben cristallizzata, che può essere
associata ad altri minerali come il quarzo, le miche, la pirite, la grafite, il serpentino
e a silicati di calcio complessi. Si parla di marmi a grana fine, media o grossa a seconda della tessitura. I marmi costituiti solo da calcite sono perfettamente bianchi e
omogenei, come il marmo di Carrara. Gli altri minerali tendono invece a colorare il
marmo o comunque a renderlo eterogeneo, venato e chiazzato. Le miche rendono il
marmo scistoso e venato di grigio e di verde: ne è un esempio il marmo di Candoglia
con il quale è stato costruito il Duomo di Milano e il cipollino delle Apuane. I minerali
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Approfondimento
presenti nei marmi dipendono dalle impurità presenti nella roccia carbonatica originaria e dal grado di metamorfismo subito. I marmi sono rocce di notevole importanza economica e sono cavati in varie località italiane. Nelle Alpi Apuane (fig. 6) si
estraggono il marmo “statuario”, il “bianco ordinario”, il “bianco venato”, i “bardigli”
grigi, screziati, listati, fioriti, venati. In Val d’Ossola è cavato il marmo di Candoglia,
in Val Venosta il marmo di Lasa, quasi totalmente esportato all’estero.
• Serpentiniti. Sono rocce molto diffuse che derivano dal metamorfismo regionale
di basso grado di rocce ultrabasiche (fig. 7). Sono massicce e di colore verde più o
meno scuro, composte principalmente da serpentino, un minerale che deriva dall’idratazione dell’olivina, presente nelle rocce ultrabasiche (una varietà di serpentino
è l’amianto). Le serpentiniti sono impiegate, sotto il nome di “marmi verdi”, come
materiali da decorazione. Se sottoposte a pressioni orientate di una certa entità,
le serpentiniti assumono carattere scistoso e sono chiamate serpentinoscisti, usati
come materiali per pavimentazione, rivestimento e copertura dei tetti.
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Fig. 4.
Dettaglio di un campione di
gneiss occhiadino.
Fig. 5.
Formazione di quarzite in Tasmania (Grant Dixon).
Fig. 6.
Particolare di una cava di marmo nelle Alpi Apuane.
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Fig. 7.
Campione di serpentinite.
© ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS
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