COME SI ALLENA L’ATTENZIONE NEL GIOCO DEL CALCIO? Lo sport è considerato da tempo fonte di salute mentale e fisica. Esso non è soltanto l’attività di educazione fisica scolastica o di palestra, comunque utile per un potenziamento fisico o per un recupero riabilitativo. Lo sport è anche una forma di gioco utile per tutti e da praticare, ma anche divertente da vedere. In ambito sportivo, la psicologia ha ormai acquistato una considerevole importanza; fu dopo le Olimpiadi di Roma del 1960 che questa disciplina iniziò in Italia ad interessarsi al mondo dello sport, nel tentativo di contribuire a salvaguardare il benessere psico-fisico dell’atleta e al tempo stesso, d’introdurre eventuali miglioramenti nella preparazione e nella prestazione sportiva. All'inizio della sua storia la psicologia dello sport si era data come obiettivo quello di studiare la personalità degli atleti, ricercando modelli cognitivi e comportamentali, utili a differenziare le caratteristiche degli atleti dagli altri uomini (le differenze sessuali nella pratica di uno sport, nonché ciò che distingueva le diverse specialità tra loro); oggi l'obiettivo della psicologia dello sport risulta molto cambiato. Ora il quesito più impellente posto dai tecnici e dagli atleti allo psicologo, come spesso al fisiologo o al medico è: "Come posso compiere prestazioni sempre più eccellenti?". In tale contesto, la psicologia dello sport si è trovata a passare da un livello teorico alla pratica, divenendo in tal modo una psicologia dell’azione che si pone come obiettivo la comprensione a 360° dell’uomo e della sua preparazione sportiva. Uno dei più interessanti campi di ricerca e applicazione della psicologia sportiva riguarda la relazione esistente fra lo stile attentivo e la performance, vale a dire il rapporto che sussiste fra l'abilità di concentrarsi, il modo di dirigere il proprio interesse alle diverse fasi del momento agonistico e il rendimento atletico in campo. L’attenzione è considerata una delle componenti fondamentali per il conseguimento di una prestazione ottimale e di un maggior apprendimento delle abilità motorie; essa è stata inserita dagli psicologi sportivi fra le abilità principali da sviluppare negli atleti. Le ricerche più recenti su questo tema evidenziano che l’attenzione è stata studiata secondo differenti prospettive, ognuna delle quali sottolinea aspetti diversi dei processi attentivi. Uno di questi aspetti si riferisce alle caratteristiche di selettività; in tal senso, l’attenzione è descritta come una variabile che agisce da moderatrice sulle fasi di scelta ed acquisizione delle informazioni. In ogni momento della vita, l’individuo è bombardato da un eccessivo numero d’informazioni e per evitare di vivere nel caos, egli deve operare una scelta, al fine di poter formulare delle risposte efficaci. Per gli atleti è vitale selezionare le informazioni corrette ed ignorare, invece, gli stimoli irrilevanti. Ogni sport richiede specifiche competenze psico-motorie, e fra queste l'abilità di focalizzare l'attenzione nei momenti chiave della gara è fondamentale per il conseguimento del risultato. Il gioco del calcio fa parte degli sport di situazione o open skill, poiché i gesti atletici dei calciatori dipendono dalle circostanze proposte dalla partita, dalle strategie degli avversari, dalle condizioni del terreno di gara e da molte altre variabili cosiddette “esterne”. Ogni atleta rivolge sempre la sua attenzione a qualcosa, sia esso un elemento interno (come i pensieri, positivi o negativi che siano come “non ce la posso fare, mollo tutto”) o esterno a sé (fattori ambientali piacevoli o distraenti, ad es. il rumore del pubblico), anche quando non ne è consapevole; al fine di migliorare la prestazione, diventa importante per il giocatore mettere a punto in allenamento un programma specifico che gli indichi dove dirigere l'attenzione e in che modo farlo. E' noto che il calciatore deve adeguarsi molto spesso ai diversi schemi tattici proposti sul campo e rispondere ad essi modificando velocemente il suo focus attentivo. Difatti al giocatore è richiesto di saper passare ad esempio da un ruolo di marcatura a zona (incisivo e preciso) ad un ruolo meno determinante (quando lo svolgimento dell'azione si svolge lontano dal proprio raggio), secondo le regole imposte dalla tattica di gara e dall'imprevisto svilupparsi degli eventi, ed è perciò essenziale allenare questa abilità, al fine di non restare rigidamente prigionieri di una modalità attentiva rigidamente confinata in un unico schema espressivo. E’ ovvio che dinanzi a queste diverse sollecitazioni l’allenamento rappresenta, per gli atleti, un modo per mantenere inalterata la qualità della loro prestazione. Uno dei metodi più adeguati per procedere al training del “modo di prestare attenzione” è certamente quello di iniziare con una definizione del focus attentivo del calciatore nelle situazioni al di fuori dell'ambiente sportivo, in modo tale da tracciare un profilo di base e confrontarlo con le molteplici caratteristiche richieste dalle situazioni che nascono durante la partita. La valutazione si effettua con brevi esercizi di focalizzazione su oggetti o momenti che appartengono alla vita quotidiana, restringendo od allargando a piacere il focus attentivo del soggetto. Dopo questa valutazione si è in grado di elaborare un programma specifico di allenamento dello stile attentivo, con lo scopo di ridurre gli errori dovuti a difficoltà di concentrazione. La probabilità di commettere errori sarà maggiore tutte le volte che lo spostamento dell'attenzione non avverrà o sarà troppo lento, quando cioè si manifesterà uno stato di fissità di una particolare modalità attentiva. Questo può portare ad esempio ad una scarsa consapevolezza del calciatore sulla previsione dei movimenti degli avversari, rallentando di conseguenza la scelta delle possibili risposte e la decisione da prendere in campo. Il programma vero e proprio inizia con la fase di rilassamento: essa consente all'atleta di predisporre il suo corpo e la sua mente alla visualizzazione mentale sull'abilità da sviluppare e tenere sotto controllo gli stimoli. La seconda fase consiste nella visualizzazione del focus attentivo (vedi tab. 1). Tabella 1 - Immagina te stesso mentre sei in campo con la tua squadra Rivolgi la tua attenzione all'obiettivo che ti sei prefissato, valuta mentalmente la tua situazione tattica ed il tuo stato fisico; ripeti più volte a te stesso fin dove vuoi arrivare in questa partita, cosa vuoi offrire a te ed ai tuoi compagni (attenzione interna - ampia) Adesso stai osservando i movimenti dei tuoi avversari durante la partita nel momento di un'azione da parte di un attaccante: la tua attenzione è allargata, ampia, riesci a cogliere tutti i particolari della scena (attenzione esterna – ampia) Immaginati ora mentre stai correndo, verso la fine della partita; sei stanco e sfiduciato: ora rivolgi la tua attenzione solo ai tuoi pensieri, c'è silenzio e tu sei tranquillo, senza preoccupazioni. Respira profondamente e ritrova tutta la tua forza interiore (attenzione interna ristretta). Ora invece stai per tirare un calcio di punizione: concentrati soltanto sul tiro, credi fermamente nella tua capacità ed elimina i fattori distraenti, cancellandoli dalla tua mente (attenzione esterna ristretta). Dunque essere operativi nell'ambito dello sport significa sviluppare un programma di allenamento per la mente, al pari dei programmi di allenamento fisico; ma ancor prima significa lavorare su quegli elementi che costituiscono la base psicologica di un atleta, e che gli permettono di utilizzare al meglio le proprie risorse, attraverso un opportuno allenamento mentale. La concentrazione nell’esecuzione dei tiri piazzati nel calcio, saper mantenere la calma nel tirare un rigore, la forte motivazione che sostiene l’atleta nei tempi supplementari, l’abilità di eliminare i fattori di distrazione e di prestare attenzione del portiere: queste sono solamente alcune delle caratteristiche psicofisiche che contribuiscono al successo di un atleta o di un’intera squadra e che portano al risultato. Quali pensieri attraversano la mente di un calciatore mentre compie l'azione decisiva per il goal? In questo caso, il dialogo interno è un fattore determinante per il conseguimento del risultato: le gambe “girano”, come si dice in gergo, ma i pensieri dell’atleta sono pensieri positivi, pieni di fiducia nei propri mezzi fisici e mentali. Esempio: Un calciatore in un momento delicato della partita, ad esempio mentre la squadra avversaria è in vantaggio: l’atleta formula un pensiero negativo e viene distratto dalla sua voce interna che gli ripete che sta perdendo. In questo caso è utile applicare la strategia del blocco del pensiero negativo e limitare la sua influenza distraente. Per vincere ci vogliono gambe, cuore e testa: la condizione fisica e le capacità tattiche e motorie dell’atleta sono il fondamento su cui costruire una buona performance, ma se aggiungiamo ad esse il controllo emotivo sulle situazioni ed abilità mentali sviluppate ed allenate, si pongono le condizioni necessarie per ottenere un buon risultato. La psicologia dello sport come disciplina ormai affermata, trova pertanto spazi e relazioni dottrinali con la pratica sportiva, cercando di dare anche delle risposte ed indicazioni alle richieste, ad esempio per la prevenzione del doping ed uso di droghe e della aggressività e della violenza negli stadi. Essa è una disciplina giovane che ha la possibilità di apportare validi contributi sia nello sport di alto livello che nelle fasi di apprendimento, studiando in un primo momento una serie di atteggiamenti e comportamenti propri dell’ambito sportivo ed il loro conseguente impatto sulla qualità della prestazione, ed in secondo luogo applicando delle strategie di intervento volte al miglioramento del gesto atletico. Riferimenti bibliografici Abernethy, B. (2001), Attention, in Singer R.N., Hausenblas H.A. e Janelle C.M. ed., Handbook of Sport Psychology. New York, Wiley & Sons. Bakker, A.B., Oerlemans, W., Demerouti, E., Slot, B.B., Ali, D.K. (2011), Flow and performance: A study among talented Dutch soccer players, Psychology of Sport and Exercise, Vol. 12, pp. 442-450. Costa, I., Garganta, J., Greco, P., Mesquita, I., Silva, B., Müller, E. et al. (2010), Analysis of Tactical Performance of Youth Soccer Players, The Open Sports Sciences Journal, Vol. 3, pp. 70-72. Cox, R.H. 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