Indice Ai fanciulli e ai ragazzi, gli adulti di domani, perché liberi da ogni condizionamento e consapevoli del loro ruolo futuro, sappiano cooperare fattivamente per la costruzione di una società più giusta, sana e solidale. 2 INTRODUZIONE ..........................................................................5 SALUTO DEL SINDACO .............................................................7 PREFAZIONE................................................................................9 TAPPE DELLA DIFFUSIONE DELLE DROGHE ILLECITE IN ITALIA ................................................................ 11 NO ALLE DROGHE ...................................................................13 Una droga chiamata fumo ...........................................................15 Che cosʼè il fumo e come agisce ..............................................16 Il fumo e i suoi effetti .............................................................17 Una droga chiamata alcol ............................................................19 Che cosʼè lʼalcol e dovè contenuto ...........................................20 Come agisce .............................................................................21 Lʼalcol e gli adolescenti ............................................................22 Lʼalcol e i suoi effetti ................................................................23 Una droga chiamata marijuana ..................................................25 Che cosʼè la marijuana e come agisce .....................................26 La marijuana e i suoi effetti ......................................................27 Una droga chiamata cocaina .......................................................29 Che cosʼè la cocaina e come agisce .........................................30 La cocaina e i suoi effetti .........................................................31 Una droga chiamata eroina .........................................................33 Che cosʼè lʼeroina e come agisce .............................................34 Lʼeroina e i suoi effetti .............................................................35 Una droga chiamata ecstasy ........................................................37 Che cosʼè lʼecstasy e come agisce ...........................................38 Lʼecstasy e i suoi effetti ...........................................................39 Le droghe danneggiano lʼindividuo ............................................40 Le droghe danneggiano le famiglie .............................................41 Le droghe danneggiano la società ...............................................42 Glossario .......................................................................................45 VISITA ALLA C. T. “IRS LʼAURORA” GRADARA ..............47 VISITA ALLA C. T. “SAN PATRIGNANO” SEDE DI BOTTICELLA NOVAFELTRIA................................................51 LʼALCOLISMO NELLʼIMMAGINARIO DEI RAGAZZI ....55 GUIDA PER UN INTERVENTO EDUCATIVO CONSAPEVOLE .........................................................................61 3 INTRODUZIONE Il Comune di Castilenti (Te), da diversi anni ha dato attuazione al mandato Istituzionale voluto dal DPR 309/90 ai sensi dellʼart. 114 “Compiti di assistenza degli enti locali” che prevede la possibilità, da parte dei Comuni, di intervenire, senza fini di lucro, sui seguenti obiettivi in tema di prevenzione: a) prevenzione della emarginazione e del disadattamento sociale mediante la progettazione e realizzazione, in forma diretta o indiretta, di interventi programmati; b) rilevazione ed analisi, anche in collaborazione con le autorità scolastiche, delle cause locali di disagio familiare e sociale che favoriscono il disadattamento dei giovani e la dispersione scolastica; c) reinserimento scolastico, lavorativo e sociale del tossicodipendente. Pertanto già nel 1999 è stato elaborato il progetto “Conoscere e Conoscersi per Prevenire” progetto di prevenzione primaria, finanziato dalla regione Abruzzo e finalizzato a contrastare lo sviluppo di fenomeni legati ai comportamenti di dipendenza. A conclusione dello stesso fu organizzata una tavola rotonda alla quale hanno partecipato i Sindaci della Vallata del Fino, le istituzioni scolastiche e la cittadinanza interessata ad approfondimenti sulle finalità e gli obiettivi progettuali. Questo è stato il primo passo per la creazione di una rete Istituzionale composta dai Comuni e dagli Istituti Scolastici, disposta a condividere e a proporre le linee guida per una prevenzione primaria efficace ed estesa sul territorio. Il tutto si è concretizzato in un successivo progetto “Conoscere per conoscersi e prevenire nellʼera digitale”, finanziato a sua volta dalla regione Abruzzo, e che si è attuato non solo nel Comune di Castilenti, ma anche a Montefino e marginalmente a Castiglione M.R. Nellʼambito operativo del progetto è stato curato il funzionamento di Centri di aggregazione giovanili autogestiti, e la creazione, c/o la sede Municipale, di una piccola raccolta di libri, riviste ed altro materiale didattico scientifico inerente la tossico e alcol dipendenza a disposizione della cittadinanza tutta. Lʼultima progettazione finanziata per il triennio 2005-2008 ha visto coinvolte, in qualità di partner di progetto, tutte le scuole della Vallata del Fino. La salute psico-fisica è uno dei diritti fondamentali di ogni cittadino, lʼattivazione di questa tipologia di progetti contribuisce al raggiungimento concreto di questo diritto. Prevenire i fattori di rischio correlati alla tossicodipendenza, alla dispersione scolastica o al disagio familiare, significa progettare un intervento di prevenzione a 360° che informi sulle sostanze, che offra la possibilità di uno screening sugli alunni per la rilevazione del disagio personale, che formi i formatori e che offra la possibilità alle famiglie di avere a disposizione unʼequipe di consulenti sia per un orientamento fra i servizi che per un sostegno psicologico a breve e medio termine. Questa è la strada che abbiamo percorso e che intendiamo proseguire per il futuro con il supporto tecnico-amministrativo dei funzionari del Comune, ai quali va il mio plauso e ringraziamento per la sensibilità dimostrata e lʼimpegno profuso. Da ultimo, ma per questo non certamente meno importante, un sentito e sincero ringraziamento al mondo della scuola per la giusta attenzione riservata allʼiniziativa. IL VICE-SINDACO dott. Giuseppe Di Michele 4 5 IL SALUTO DEL SINDACO Sono ormai molti anni che lʼAmministrazione comunale di Castilenti, attua un progetto finalizzato alla lotta alle tossicodipendenze. Il progetto è stato realizzato nellʼambito delle competenze comunali previste e regolate dal DPR 309/90, con i fondi concessi annualmente dalla Regione Abruzzo. “Lavoriamo affinché questo frutto continui ad essere il più antico e buon amico dell’uomo” In questi anni sono state coinvolte istituzioni ed enti a tutti i livelli ed i progetti hanno goduto della collaborazione di importanti e qualificatissimi esperti, il regista di tutte le attività è stato lʼattuale vice Sindaco che ha lavorato come sempre con professionalità, impegno e con la convizione che lʼarma migliore per aiutare i giovani è quella di ascoltarli mostrando coerenza, autenticità ed impegno nei loro confronti. Ma quello che come amministratore mi ha dato maggiori soddisfazioni è stato il coinvolgimento di tanti ragazzi appartenenti alle classi delle scuole elementari e medie del nostro Comune e marginalmente dei Comuni limitrofi. Sono i ragazzi, sono i nostri figli, i destinatari principali dellʼattività di informazione ed istruzione che è il perno, che costituisce il fulcro principale dei progetti per la lotta alle tossicodipendenze che il nostro Comune ha attuato e portato avanti con la fattiva e preziosa collaborazione del corpo docente dellʼIstituto comprensivo statale di Castilenti. Proprio il coinvolgimento pieno del mondo della scuola e delle famiglie ci ha permesso di raggiungere capillarmente i ragazzi ed ottenere da loro quellʼattenzione e quella partecipazione che sono necessarie quando si debba discutere di argomenti delicati ed importanti come quelli trattati nei progetti. Ma cʼè di più, lʼultimo progetto recentemente approvato dalla Regione Abruzzo, denominato “La lotta alla droga nella Vallata del Fino – Aiutiamo i giovani a scegliere la vita”, prevede per la prima volta di espandere il proprio raggio di azione fino a comprendere tutti gli enti locali della vallata sempre per il tramite dei rispettivi Istituti comprensivi, ciò nellʼovvio e naturale tentativo di diffondere le conoscenze nel campo della lotta alle droghe al maggior numero possibile di giovani. La collaborazione tra il Comune di Castilenti, le scuole, il direttore scientifico del progetto ed i qualificati esperti che hanno collaborato per molti anni alla sua attuazione, ha avuto tra i molti altri risultati anche quello della stampa di questo libro che naturalmente richiama il titolo del progetto “CONOSCERE PER CONOSCERSI E PREVENIRE NELLʼERA DIGITALE”. La pubblicazione è rivolta in particolare ai ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie ed è un compendio, ma nello stesso tempo il naturale sviluppo, di quanto è stato fatto fino ad oggi per attuare al meglio i vari progetti che si sono succeduti nel tempo. I fondi regionali stanziati per lʼoccasione hanno poi permesso lʼacquisto di materiale che rimarrà a disposizione dei ragazzi e delle scuole e che ha consentito di portare a termine molte iniziative sia di carattere più squisitamente scientifico che 6 7 di carattere più propriamente ludico. In conclusione è assolutamente necessario che io ringrazi dal profondo del cuore quanti, con il loro impegno e la loro dedizione hanno reso possibile tutto ciò a partire dallʼAssessorato alla sanità della Regione Abruzzo che ha stanziato le somme necessarie allʼattuazione dei progetti, al vice Sindaco, al Responsabile scientifico che ha progettato e diretto la realizzazione delle iniziative, agli insegnanti tutti ed ai dirigenti scolastici che hanno reso possibile la partecipazione di numerosissimi studenti alle varie attività e naturalmente agli uffici comunali che hanno collaborato per la migliore riuscita dei progetti. IL SINDACO dott. Guerino Cilli PREFAZIONE Negli anni 80, in Italia e nel resto dʼEuropa, esplodeva una nuova emergenza sociale a cui lo Stato tentennava a rispondere: la tossicodipendenza da eroina. Mancava uno studio approfondito del problema e per questo si affermavano idee contrastanti, estremamente confutabili. In assenza di figure specifiche in campo medico e psicologico, le comunità terapeutiche (CT) furono inizialmente attivate da cittadini volontari, mentre i Centri di Medicina Assistenziale Sociale (CMAS), negli anni 75-90, non possedevano sufficienti risorse di personale. Nel corso del 1990 una legge dettava nuove norme, sulla base delle conoscenze portate avanti dalle CT, dai CMAS e da altri attenti studiosi. Lʼattuale riferimento legislativo, DPR 309/90, ha definito parametri di cura, diagnosi e prevenzione ed ha istituito fondi per creare modelli di intervento per contrastare lʼuso-abuso di sostanze psicotrope. Il comune di Castilenti, grazie al contributo di esperti esterni ed al contributo di idee del dirigente e dei docenti dellʼIstituto Comprensivo Statale “P. Benimeo”, ha attivato diversi progetti di prevenzione della tossicodipendenza, ultimo in ordine di tempo “Conoscere per conoscersi e prevenire nellʼera digitale”. Il piano delle attività ha previsto una formazione per i docenti, una informazione corretta ai genitori ed un intervento mirato alle singole classi a partire dalla quarta elementare. Ciò al fine di offrire una corretta informazione sulle dipendenze e sullo sviluppo comportamentale, sulla percezione e conoscenza del sé e sullʼacquisizione delle abilità di fronteggiamento rispetto ad eventi stressanti ambientali. Gli obiettivi perseguiti sono stati diversi e diverse sono state le metodologie utilizzate per comunicare la prevenzione: attività di ricerca storica, incontri con esperti e visite guidate presso Comunità Terapeutiche, ecc. Per attivare al meglio le abilità di fronteggiamento è stato necessario rispondere a disagi derivanti dallo scarso apprendimento e da dinamiche distorte di comportamento nel gruppo classe. Nello specifico della Scuola Primaria “Sisto Mancinelli” di Castilenti, il progetto ha coinvolto le classi quarta e quinta. Le docenti, opportunamente formate, hanno svolto attività propedeutiche al successivo intervento di un esperto in materia di tossico e alcoldipendenza. Le strategie metodologicodidattiche adottate sono state le seguenti: - conversazioni guidate, per far emergere le conoscenze pregresse e dare risposte alle domande poste dagli allievi - visione di un CD sullʼalcolismo, realizzato dal Ministero della Salute - esercitazioni di gruppo, per individuare i contenuti alcolici delle bevande - produzione di disegni, slogan e verbalizzazioni - attività laborato riali, per drammatizzare ed eseguire canti corali. Gli insegnanti hanno effettuato attività di verifica degli apprendimenti attraverso la realizzazione di una drammatizzazione e di un lavoro grafico “No alle droghe”. Nel primo caso il testo del copione, non revisionato dallʼesperto, 8 9 è risultato corretto e significativo. La presenza di un “dottore”, in ogni scena, ha evidenziato la consapevolezza acquisita dagli alunni in merito alla pericolosità delle droghe, causa di vere e proprie malattie. La preoccupazione costante, manifestata dai piccoli attori, per la tutela della salute del feto e del futuro nascituro, minacciati dallʼuso-abuso di sostanze psicotrope, ha espresso un profondo senso di protezione per i più deboli. Gli allievi, attraverso la realizzazione di significativi slogan e segnali di divieto, hanno inoltre sottolineato la contraddizione che intercorre tra la consapevolezza, ormai consolidata, della tossicità di ogni droga ed una legislazione che, pur non favorendone lʼutilizzo, non ne vieta la vendita in modo severo. Nellʼambito della Scuola Media, per la Sezione Progettuale inerente la sensibilizzazione dei ragazzi verso il non uso di droghe, il Metodo di lavoro, in parte sovrapponibile a quello seguito dalla Scuola Primaria “Sisto Mancinelli”, si è caratterizzato per una metodologia di apprendimento attraverso un “modello esperienziale”, in grado, di elevare le acquisizioni cognitive, soprattutto attraverso la partecipazione emotiva dei ragazzi. In definitiva, la strategia innovativa del Progetto non è stata quella di fornire informazioni, bensì quella di qualificare la comunicazione della prevenzione per arrivare alla prima fase: “Sapere” e ci si augura che tutte le altre attività progettuali, unitamente alle altre risorse, accompagnino gli alunni verso il saper essere ed il saper fare. Questo manuale raccoglie i lavori di verifica più significativi svolti dagli alunni dellʼIstituto Comprensivo Statale “P. Benimeo” di Castilenti, nonché, piccole ma significative riflessioni di amministratori ed esperti che hanno collaborato alla progettazione e realizzazione del progetto. IL RESPONSABILE SCIENTIFICO DI PROGETTO Dott.ssa Elia Dora Di Ciano TAPPE DELLA DIFFUSIONE DELLE DROGHE ILLECITE IN ITALIA • Anni ’50; il fenomeno riguarda un gruppo ristretto di adulti, e non costituisce un problema sociale, ma viene inquadrato nell’ambito dei comportamenti trasgressivi contro la morale dominante; • Anni ’60; cambia l’età la tipologia e il numero dei consumatoriera degli psicofarmaci le industrie introducono sul mercato (valium, ansiolin, anfetamine); si diffonde fra i giovani l’utilizzo di hashish, marjuana e LSD (200 arresti a Milano nel 1968, 1000 arresti a Roma (caso Barcone); • Anni ’70-’80; (1973 primo decesso ufficiale di eroina) la tossicodipendenza da eroina diviene un fenomeno di ampie proporzioni che attira in modo esclusivo l’opinione pubblica; • Anni ’90; si diffonde l’utilizzo delle droghe sintetiche, vengono attivati i primi servizi pubblici per la prevenzione, la cura e la riabilitazione degli stati di tossicodipendenza (Ser.T.) • Anni ‘00; aumentano i casi di poliabuso (droghe sintetiche, alcool, benzodiazepine ecc.), con conseguente aumento delle stragi del sabato sera. Diminuisce l’utilizzo delle droghe per via endovenosa a favore di un utilizzo prevalentemente per via inalatoria. Disponibilità ubiquitaria di qualsiasi tipo di droga. IL RESPONSABILE SCIENTIFICO DI PROGETTO Dott.ssa Elia Dora Di Ciano – Direttrice Ser.T.-Sulmona E-mail: [email protected] 10 11 Istituto Comprensivo Statale “P. Benimeo” Scuola Secondaria di I Grado 64035 CASTILENTI (TE) NO alle DROGHE Classi Quarta e Quinta Anno Scolastico 2004/2005 12 13 Una droga chiamata FUMO 14 15 CHE COS’È IL FUMO IL FUMO E I SUOI EFFETTI Ogni boccata di sigaretta è costituita da circa quattromila sostanze chimiche, estremamente dannose per l’organismo. COME AGISCE Le sostanze nocive, contenute in ogni boccata di sigaretta, penetrano prima negli alveoli polmonari, poi raggiungono diversi organi intossicando e distruggendo le cellule del nostro corpo. Il fumo causa: • affaticamento fisico • affaticamento mentale • riduzione della memoria • aumento del battito cardiaco • infarto • cancro ai polmoni • bronchite • enfisema polmonare • nascita di figli sottopeso o iperattivi Il fumo causa: TOLLERANZA e DIPENDENZA 16 17 Una droga chiamata ALCOL 18 19 CHE COS’È L’ALCOL L’alcol etilico o etanolo deriva dalla trasformazione degli zuccheri, ad opera di funghi chiamati saccaromiceti. COME AGISCE Quando ingeriamo una bevanda alcolica, l’alcol etilico dallo stomaco passa nell’intestino, raggiunge poi il fegato, il cuore ed il cervello. Nei polmoni e nei reni ne viene eliminata solo una piccola parte (10%), mentre la parte di alcol non eliminata raggiunge, intossica e distrugge le cellule del nostro corpo. L’alcolizzato appare magro e pallido, se abusatore di vino ha guance e naso rosso. DOV’È CONTENUTO L’ alcol etilico è contenuto, in diversa percentuale, in bevande dette per questo alcoliche. 20 21 L’ALCOL E GLI ADOLESCENTI L’ALCOL E I SUOI EFFETTI Gli studiosi hanno osservato che è sempre più in aumento la percentuale dei ragazzi che fanno uso di alcol, anche giovanissimi. Per attirare gli adolescenti in questo tunnel sono state create delle speciali bevande: gli alcopop. L’abuso di bevande alcoliche causa: Gli alcopop sono una miscela di succo di frutta e alcol (al 6% ca). Il loro sapore è dolce come una limonata e, di conseguenza, i giovani ne bevono con facilità. In questo modo rischiano di cadere nella dipendenza, da cui è molto, molto difficile liberarsi. •sbalzi di umore •perdita della memoria, riduzione delle capacità logiche •allucinazioni, depressione, ansia, crisi di panico •perdita dell’equilibrio, movimenti sconnessi •disturbi percettivi •aumento della pressione arteriosa, emorragie interne •indebolimento del sistema immunitario •ulcera, gastrite, cancro dello stomaco e dell’esofago •cirrosi, pancreatite •bronchite, tubercolosi •lesioni alle ghiandole genitali •nascita di figli con disturbi di apprendimento, problemi cardiaci, malformazioni L’alcol causa: TOLLERANZA e DIPENDENZA 22 23 Una droga chiamata MARIJUANA 24 25 CHE COS’È LA MARIJUANA La marijuana è una miscela di foglie, gambi, semi e fiori seccati della canapa indiana. Di solito si fuma in sigaretta o in pipa. COME AGISCE Chi fa uso di marijuana appare confuso, ha problemi deambulatori come un ubriaco, ride senza motivo, ha occhi molto rossi e non ricorda i fatti appena avvenuti. La marijuana e i suoi effetti La marijuana altera lo stato mentale e causa: • riduzione della memoria e delle capacità di apprendimento • stati di ansia e pensieri paranoici • perdita di coordinazione • aumento del battito cardiaco • disturbi percettivi Inoltre la marijuana, come tutte le altre sigarette, può causare: • cancro dei polmoni • problemi respiratori • nascita di figli iperattivi e con disturbi di apprendimento La marijuana causa: TOLLERANZA e DIPENDENZA 26 27 Una droga chiamata COCAINA 28 29 CHE COS’È LA COCAINA La cocaina deriva dalle foglie di coca, arbusti coltivati da secoli in Perù e in Bolivia. Essa può essere inalata, fumata o iniettata. CHE COS’È LA COCAINA La cocaina è considerata la droga più dannosa per il cervello, perchè danneggia irreparabilmente le cellule nervose. COME AGISCE La cocaina agisce sul sistema nervoso centrale aumentando la produzione di dopamina, la sostanza che regola il senso del dolore e del piacere. La cocaina agisce anche sul sistema circolatorio, eccitando il cuore. La cocaina e i suoi effetti Essa provoca: • ictus • convulsioni ed emicranie infarto • aumento della pressione arteriosa • problemi respiratori • dolori addominali e nausea • setticemie • lesioni alle ghiandole genitali • nascita di figli malformati. La cocaina causa: TOLLERANZA e DIPENDENZA 30 31 Una droga chiamata EROINA 32 33 CHE COS’È L’EROINA L’EROINA E I SUOI EFFETTI L’eroina, che deriva dalla morfina, è un potente antidolorifico. Essa può essere inalata, fumata o iniettata. COME AGISCE L’eroina agisce sul sistema nervoso centrale , provocando una sensazione di euforia seguita poi da una sensazione di beatitudine e di distacco dalla realtà. Chi fa uso di eroina ha la parola impastata, movimenti ralle ntati, sonnolenza, prurito insistente e pupille a spillo. L’eroina, assorbita immediatamente per via endovenosa, può bloccare i centri della respirazione presenti nel cervello e causare la morte per overdose. L’effetto dell’eroina dura dalle tre alle sei ore, se la dipendenza è grave il soggetto sente il bisogno di ripetere la dose anche prima. L’eroina causa: TOLLERANZA e FORTE DIPENDENZA FISICA E PSICHICA 34 35 Una droga chiamata ECSTASY 36 37 CHE COS’È L’ECSTASY L’ECSTASY E I SUOI EFFETTI L’ ecstasy è una combinazione di una droga allucinogena con un’anfetamina. Essa si assume quasi sempre sotto forma di compresse . I ragazzi ne fanno uso in discoteca per esaltare le sensazioni della musica e fare amicizia più facilmente. L’ ecstasy è una combinazione di una droga allucinogena con un’anfetamina. Essa si assume quasi sempre sotto forma di compresse. I ragazzi ne fanno uso in discoteca per esaltare le sensazioni della musica e fare amicizia più facilmente. COME AGISCE L’ecstasy altera il funzionamento del sistema nervoso centrale, aumentando la produzione di serotonina, la sostanza che favorisce il sonno, la distensione, il benessere e regola la temperatura corporea. L’ecstasy e i suoi effetti L’ecstasy altera il funzionamento del sistema nervoso centrale, di quello circolatorio, di quello respiratorio e di quello digerente. Essa causa: • innalzamento della temperatura corporea • disidratazione e colpi di calore • depressione, fobie, manie di persecuzione • disturbi percettivi • cefalea • disturbi gastrointestinali • aumento del battito cardiaco. L’ecstasy causa: DIPENDENZA PSICOLOGICA 38 39 LE DROGHE DANNEGGIANO L’INDIVIDUO LE DROGHE DANNEGGIANO LE FAMIGLIE L’uso delle droghe costa caro all’individuo perché causa: - danni fisici - danni psichici - tolleranza e dipendenza L’uso delle droghe costa caro alle famiglie perché causa: - danni affettivi - nascita di figli con problemi fisici e psichici - danni economici 40 41 LE DROGHE DANNEGGIANO LA SOCIETÀ “ Caro signor fumatore, la prego, smetta di fumare altrimenti, potrebbe farsi male. Il suo cuore ne risentirebbe e la malattia del cancro le verrebbe. Proprio per evitare tante sofferenze smetta immediatamente e con un poʼ di volontà sono sicura che il cuore guarirà e se smettere non vorrà la morte di sicuro incontrerà. ” Eleonora Di Michele L’uso delle droghe costa caro alla società perché causa: - incidenti stradali - scarso rendimento lavorativo - esecuzione di crimini (furti e omicidi) 42 43 GLOSSARIO abuso: uso smodato di sostanze psicotrope, in modo isolato o ricorrente, con conseguenze sul piano fisico, psichico e sociale. allucinazione: lʼallucinazione è una malattia mentale che porta lʼindividuo a percepire come reale ciò che è solo immaginario. ansia: lʼansia è una forma di squilibrio emotivo che rende lʼindividuo teso, apprensivo, insonne e lo spinge a reagire in modo esagerato alle situazioni difficili. bronchite: la bronchite è lʼinfiammazione dei bronchi. cancro: cancro, nel linguaggio comune, è sinonimo di tumore maligno. cirrosi: la cirrosi è la distruzione progressiva dei tessuti del fegato. depressione: la depressione è una malattia mentale che conduce lʼindividuo alla perdita di ogni interesse per il mondo circostante, allʼinsonnia, allʼinappetenza e, nei casi più gravi, al suicidio. emorragia: lʼemorragia è unʼabbondante e improvvisa fuoriuscita di sangue, causata dalla rottura di una vena o di unʼarteria. enfisema polmonare: lʼenfisema polmonare è la dilatazione abnorme degli alveoli polmonari con conseguente difficoltà respiratoria. epilessia: lʼepilessia è una malattia caratterizzata da attacchi di convulsioni e comporta una temporanea perdita di coscienza o di memoria. fobia: la fobia è una paura immotivata che insorge in situazioni particolari. 44 45 gastrite: la gastrite è lʼinfiammazione della mucosa gastrica. ulcera: lʼulcera è una ferita della mucosa gastrica. ictus: lʼictus è il risultato dellʼinterruzione dellʼapporto di sangue a qualche area del cervello. Esso si manifesta con perdita di coscienza, debolezza e paralisi di un lato del corpo, disturbi della parola. infarto: lesione dovuta allʼinterruzione locale della circolazione sanguigna per lʼocclusione di unʼarteria. Istituto Comprensivo Statale “P. Benimeo” Scuola Secondaria di I Grado 64035 CASTILENTI (TE) Visita alla comunità terapeutica “Irs L’Aurora” Gradara overdose: lʼoverdose è una dose elevata di sostanze stupefacenti che causa la morte del soggetto in seguito al blocco dei centri della respirazione. pancreatite: la pancreatite è lʼinfiammazione del pancreas. panico: il panico è una paura improvvisa ed eccessiva che insorge di fronte ad un pericolo reale o immaginario. setticemia: la setticemia è una malattia, causata da batteri, che determina lʼinfezione del sangue e unʼintossicazione generale. tubercolosi: la tubercolosi è una malattia infettiva che colpisce principalmente i polmoni, di cui può distruggere cellule e tessuti. Classe Terza di Montefino Anno Scolastico 2004/2005 46 47 “Al centro di Gradara, che abbiamo visitato il 13 dicembre, ho visto molte persone che hanno rovinato la propria salute e la propria vita a causa dell’abuso di alcool e di droghe. Mentre quelle persone raccontavano le loro storie io ero molta attenta e commossa forse perché non avevo mai sentito una donna od un uomo raccontare i propri problemi, le proprie eaperienze. Non mi ero mai accorta di come l’uomo potesse essere tanto debole e incapace di affrontare le grandi delusioni e per questo non li giudico perché a volte ai è talmente soli, disperati che non ai riesce a pensare lucidamente al futuro e a capire che alcool e droghe distruggono la vita. C’erano persone che avevano frequentato altre comunità, ma al contatto eon l’esterno erano ricaduti nel loro tunnel: è triste sapere che la disperazione può portarti all’autodistruzione. Molti tra quegli uomini e quelle donne avevano famiglia, anche figli, vivevano in buone condizioni economiche e nonostante tutto in passato erano stati tossicodipendenti o alcolisti. Ho sentito molte storie, ma quella di Alessandra mi ha colpito profondamente. Alessandra è una signora sui trent’anni, di aspetto tranquillo ma eon una storia molto triste. Ci ha raccontato del tradimento del fidanzato e di come, sentendosi distrutta abbia cominciato a prendere eroina e cocaina e, nonostante fosse astemia, a fare uso di alcool. Ora spera di tornare a vivere. lo credo che tutti abbiano diritto ad avere un’altra chance nella vita.” Riflessione di A. B.. “Giorno tredici dicembre, le classi terre della scuola media di Castilenti e Montefino ai sono recate visitare, presso Oradara, un centro di recupero per tossicodipendenti e alcolisti. Tante persone ci anno raccontato la loro atona e le loro esperienze dandoci poi anche alcuni consigli. La maggior arte era già stata in altre comunità, ma una volta rientrati nella realtà di tutti i giorni, avevano ripreso a bere o a far uso di droghe. Le loro storie erano davvero cariche di sofferenza ma anche di speranza, la speranza di lasciare definitivamente i soggiorni nelle varie comunità. Mentre raccontavano cercavo di immaginarmi nella loro situazione e sentivo dentro di me una grande pietà nei loro confronti, ma anche un po’ di invidia per la grande forza che gli ha permeato di ricominciare tutto da zero. In particolare mi ha colpito is storia di una donna astemia che stava per sposare un uomo che un giorno ha sorpreso con un’ altra donna. Ha così iniziato a bere e a far uso di droghe per sentirsi meglio e per dimenticare almeno per poco tempo i problemi che I’ affliggevano. lnflne questi ragazzi ci hanno offerto della cioccolata calda e ancora una volta la loro ospitalità, la gentilezza, la speranza e la loro forza mi hanno colpito. Concludo sperando che riescano a guarire e a tornare a condurre una vita normale.” Riflessione di M. D. F. “Dopo aver visitato il centro di Gradsra, sono rimasta davvero colpita. Le persone che ne fanno parte ci hanno raccontato la loro storia, le loro esperienze, i loro problemi e ci hanno dato dei consigli per non fare i loro stessi errori. Sono persone molto sensibili che in passato hanno avuto problemi più o meno grandi Per is maggior parte erano alcolisti, altri invece tossicodipendenti, o entrambi. 48 Hanno detto che si trovavano veramente a loro agio e non si sentivano persone diverse. Sentendoli parlare il mio cuore si è riempito di tristezza ,ma anche di comprensione. Sentire le loro storie mi ha fatto ragionare su molte cose della vita e soprattutto su quella parte dèi giovani che fuma, prende droga solo per sentirai più importante. Secondo me queste persone non hanno nessuna colpa, anno solo troppo fragili e non sono in grado di combattere apertamente e senza paure i loro problemi. Una delle cose positive è che se ne sono rese conto e hanno deciso di aiutare il loro corpo per non perdere altri anni preziosi della vita. La storia che mi ha colpito di più è stata quella di una ragazza che poco prima di sposarsi, ha scoperto il futuro marito eon un’altra donna... io non so come mi sarei potuta sentire e non so neanche se avrei avuto is forza di andare avanti Lei per dimenticare ha deciso di abbandonarsi all’alcool e alla droga, che si è potuta procurare facilmente Secondo me la donna è stata quasi “costretta” dalla situazione, però alla fine ha deciso di cambiare vita, e combattere per questo la ammiro to questo centro nonostante la grande tristezza presente, c’è molta ospitalità per visitatori e un grande aiuto alle persone che soffrono.” Riflessione di I. P. “A Gradara sono rimasta molto colpita da tutte quelle persone che soggiornano nel centro di recupero visitato. Dopo aver fatto uso di droghe e alcool, cercano nella comunità il modo di tornare alla vita. Il percorso non è breve né facile, ma con l’aiuto di persone competenti e di buon cuore quelle persone potranno uscire dall’incubo. Mi ha emozionato in particolare la storia di una signora che per una forte delusione ha cercato conforto nell’alcool e nelle droghe, distruggendosi la salute. Ho capito che non bisogna buttare la vita perché può riservare tante gioie e spero che tutti quei ragazzi e ragazze che ho incontrato possano superare questo doloroso momento e tornare ad una vita normale.” Riflessione di M. D. B. “Dopo aver visitato, il 13 dicembre, il centro di alcolisti di Gradara sono rimasta fortemente colpita. C’erano persone dall’aspetto inusuale, alcuni di essi suscitavano tristezza, soprattutto perché avevano rovinato la loro vita per colpa dell’alcool. Prima di visitare questa comunità pensavo che dell’alcool ne facessero uso solo gli uomini, ma ho appreso che anche molte donne hanno questo problema. Vedere ciò mi ha rattristato in modo particolare. Sono persone normali ma per colpa di qualche bicchiere in più, vivono in questi centri per condurre una vita normale. Visitando questa comunità mi ha toccato molto la storia di una ragazza astemia che a causa di una delusione amorosa aveva cominciato a fare uso di eroina e cocaina. Ora per dimenticare e ricominciare a ricondurre una vita dignitosa si trova in questa comunità. Nonostante la tristezza e il dolore che circonda il centro, mi ha commosso molto l’ospitalità ricevuta e l’aiuto e l’amore che alcune persone rivolgono a chi soffre.” Riflessione di F. S. 49 Istituto Comprensivo Statale “P. Benimeo” Scuola Secondaria di I Grado 64035 CASTILENTI (TE) Visita alla comunità terapeutica “San Patrignano” sede di Botticella Novafeltria Classe Terza di Castilenti Anno Scolastico 2004/2005 50 51 Sono anni ormai che nella scuola secondaria di primo grado di Castilenti viene portato avanti il progetto di prevenzione dell’uso di sostanze psicotrope e di abuso “Conoscere per conoscersi nell’era digitale” e negli ultimi anni gli alunni di terza media concludono il percorso con una visita ad una comunita’ di recupero. Nel corso dell’anno scolastico 2004/2005 l’esperienza e’ stata veramente significativa; gli alunni, accompagnati da alcuni docenti ed esperti che hanno tenuto i corsi, hanno potuto visitare la comunita’ di recupero di San Patrignano. Come insegnante e accompagnatrice ho cercato di rielaborare con i ragazzi l’esperienza fatta e ho verificato come essa ha inciso nel profondo della loro sensibilita’, come abbiamo constatato anche dagli elaborati e dai colloqui d’esame. I ragazzi l’hanno definita “l’attivita’ piu’ significativa svolta nel triennio”. L’ascolto delle vicissitudini personali degli ospiti della comunita’ li ha colpiti nell’intimo e di sicuro rimarra’ per loro un monito ben piu’ imperioso di tutto il parlare che era stato fatto a scuola. Docente Istituto Comprensivo Castilenti “P. Benimeo” Anna Capuani Considerazioni di alcuni alunni di III A sulla visita alla Comunità di recupero di S. Patrignano effettuata il 31 maggio 2005. “Ho sempre pensato che entrare nel mondo della droga fosse come entrare in un tunnel, uno strano tunnel diverso dagli altri, perché ha un capo ma non una coda. Ma mi sbagliavo e sbaglia anche il proverbio che dice «Chi di speranza vive, di speranza muore». La speranza è proprio lì, in quel centro aspetta solo di essere agguantata dai ragazzi che ne hanno bisogno” Valentina A. “Alcuni tossici dipendenti ci hanno raccontato le loro storie e mentre parlavano si vedeva nei loro occhi la voglia di riuscire a guarire, di uscire da questa situazione. Sentendoli parlare mi sono detta «Guarda che coraggio e che voglia di vivere hanno questi ragazzi!». Questa uscita secondo me è stata una delle più valide fatta durante l’anno, poiché abbiamo potuto conoscere un nuovo modo di vivere la vita, il desiderio di rimare attaccati ad essa”. Agnese Credo che questa esperienza sia stata davvero interessante perché ci ha fatto confrontare con delle persone che hanno vissuto delle esperienze di droga ed hanno deciso di cambiare vita. Esse ci hanno raccontato come hanno cominciato, come era la loro vita quando dipendevano dalla droga, come hanno deciso di uscirne. Se non ci fosse stato questa Comunità, molte persone non sarebbero guarite ed io ammiro profondamente chi l’ha fondato perché l’ha fatto per una giusta causa. Il Centro è organizzato molto accuratamente, ci sono regole precise che mi sono sembrate anche un po’ severe, ma è giusto che sia così. Secondo me senza l’aiuto di qualcuno è impossibile uscire dalla droga per un tossico dipendente, perché la sola forza di volontà non basta”. Antonio “Questa uscita ha insegnato a noi ragazzi che assumere sostanze stupefacenti non è una cosa buona perchè porta molti effetti negativi, 52 53 non solo fisici, ma anche psicologici. Degli effetti negativi provocati da sostanze tossiche ci avevano già parlato i nostri insegnati e gli esperti, ma sentire la testimonianza di chi ha vissuto una esperienza è diverso. Dai racconti degli ospiti della Comunità abbiamo potuto veramente constatare che usare certe sostanze rovina la vita, rovina i rapporti con le persone care, tutto do e pio importante per te... . Quando alcuni tu loro ci hanno raccontato le loro esperienze mi è venuto un senso di tristezza, sentimento che traspariva anche dai loro occhi. Si vedeva che per loro era difficile raccontare le proprie esperienze, ma erano anche contenti di poter dire che stavano mettendocela tutta per uscire dalla dipendenza delle sostanze tossiche. Tutti ci hanno invitati a non usarle e sono sicura che questa raccomandazione sarà molto più efficace delle ammonizioni dei genitori o degli insegnati ed esperti”. Istituto Comprensivo Statale “P. Benimeo” Scuola Secondaria di I Grado 64035 CASTILENTI (TE) L’Alcolismo nell’immaginario dei ragazzi Chiara Classe Terza di Castilenti Anno Scolastico 2002/2003 54 55 56 57 58 59 GUIDA PER UN INTERVENTO EDUCATIVO CONSAPEVOLE A cura del dott. Massimo D’Alessandro Psicologo dell’età evolutiva Consulente nel progetto “Conoscersi per conoscere e prevenire nell’era digitale” [email protected] Spesso i genitori richiedono di avere indicazioni pratiche su come affrontare le consuete difficoltà educative che incontrano nel crescere i propri bambini. La “Guida per un intervento educativo consapevole” è un insieme di indicazioni, spero chiare e semplici, che i genitori possono utilizzare come ausilio a quelle tecniche educative che quotidianamente, più o meno consapevolmente, esercitano sui propri figli. Se educare vuol dire non solo far acquisire a qualcuno una norma di vita, una regola, ma anche plasmarne il carattere e la personalità, consapevole è un aggettivo che rimanda alla conoscenza e alla riflessione su ciò che si sta facendo. Uno degli obiettivi di questa piccola guida è appunto quello di invitare il lettore alla consapevolezza e alla riflessione sul suo stile educativo, ben conscio che ogni cambiamento, grande o piccolo che sia, non possa avvenire senza alcuno sforzo di consapevolezza, senza che a monte ci sia la volontà di cambiare e di essere disposti anche ad uno “sconvolgimento” delle proprie abitudini. Ogni genitore ha un suo stile educativo che dipende da molti fattori interagenti. Un esercizio utile, per farlo emergere alla vostra consapevolezza, può essere quello di rispondere alle domande elencate nella tabella 1. Tabella n. 1 - Quali sono i valori proposti dalla cultura in cui vivo? E quelli del contesto sociale in cui io e mio figlio siamo inseriti? - Quali sono i miei valori personali? Sono quelli che mostro a mio figlio o da lui pretendo regole che io stesso non rispetto? - Cosa mi aspetto da mio figlio? - Cosa penso riguardo alle sue motivazioni e alle sue capacità? - Qual è il livello di sviluppo emotivo e cognitivo che attribuisco a mio figlio? - I “No” che dico a mio figlio, nel corso di una giornata, superano di gran lunga i Sì? - Quante volte al giorno, dico semplicemente “bravo” a mio figlio, senza contemporaneamente sottolinearne un qualche mancanza? - Il rapporto che ho con il mio partner, quali conseguenze ha sull’educazione di mio figlio? 60 61 Ora che avete esplicitato alcuni dei vostri valori morali, riflettuto sull’idea che avete di vostro figlio, analizzato la vostra condotta rispetto a comportamenti quali l’utilizzo del “Si” e del “No”, cerchiamo di vedere le diverse tecniche educative e le loro finalità, ricordando che il processo educativo è contraddistinto da un delicato equilibrio fra l’esigenza di autonomia, di espressione e realizzazione della propria personalità, e l’esigenza di un adattamento sociale spinto da motivazioni intrinseche e non soggetto sempre a pressioni esterne. (Skinner), i genitori, nella socializzazione dei figli, possono fare interamente affidamento sull’utilizzo sistematico di ricompense senza mai ricorrere alle punizioni. Vediamo concretamente come usare i rinforzi o le punizioni e perché queste tecniche educative, come molti genitori avranno sicuramente potuto constatare, non sempre producono i risultati sperati. Imparate innanzitutto ad osservare vostro figlio nei termini di comportamento, conseguenze e antecedenti. Un esempio vi chiarirà meglio tale concetto: Premiare o punire? I genitori, nel tentativo di educare i figli ai loro ideali impliciti o espliciti, ricorrono spesso a ricompense e punizioni. Di solito, questo tipo di strategie risulta efficace nell’ insegnamento di determinate capacità e abilità sociali semplici, come allacciarsi le scarpe o dire “grazie”, mentre, se si vuole intervenire sul carattere o sulla motivazione alla riuscita, occorrono processi più sottili quali, l’apprendimento per imitazione e l’identificazione. Le ricompense, che chiameremo rinforzi, possono essere definite come conseguenze gradevoli all’emissione di un comportamento e, per questo motivo, tendono a rendere più frequente e probabile il ripetersi dell’azione che le ha precedute. Facciamo un esempio; se un bambino fa i capricci per 10 minuti (comportamento) e dopo ottiene proprio quello che vuole (ricompensa o rinforzo), molto probabilmente continuerà a mettere in atto questa strategia (magari scoperta casualmente) ogni volta che vorrà raggiungere un certo obiettivo. I rinforzi possono essere primari o secondari. I rinforzi primari, possiedono naturalmente la caratteristica di essere piacevoli in quanto vanno a soddisfare bisogni di base quali il cibo, l’acqua, il calore, l’aria ecc. I rinforzi secondari, sono anch’essi legati al concetto di bisogno, ma a quei bisogni che non hanno una base fisiologica e che sono il frutto della propria storia individuale e sociale: bisogni legati all’educazione, alla cultura, al lavoro, al successo, al denaro. Una classe particolare di rinforzi, che hanno un effetto molto potente sul comportamento, è quella dei rinforzi di tipo sociale, quali le manifestazioni d’affetto, le lodi, l’attenzione o l’approvazione. Con il termine punizione intendiamo invece, una conseguenza negativa in cui il comportamento produce la comparsa di un evento spiacevole o la perdita di uno piacevole. Teoricamente, secondo uno dei fondatori del comportamentismo 62 ANTECEDENTE (A COMPORTAMENTO (B CONSEGUENZE (C Il bambino vede un oggetto che desidera ma voi decidete che per questa volta è meglio non accontentarlo. Il bambino inizia a fare i capricci e ad urlare per strada attirando l’attenzione dei passanti. Dopo cinque minuti, anche se avete discusso con vostro figlio e vi siete arrabbiati decidete di assecondare la sua richiesta. AN Nella colonna A abbiamo inserito lo stimolo che causa il comportamento del bambino, nella colonna B, il comportamento del bambino, e infine, nella colonna C, le conseguenze. Nell’esempio si osserva facilmente che le conseguenze di un comportamento sconveniente (capricci) sono comunque piacevoli per il bambino, acquisendo valore di ricompensa, cioè di un rinforzo che probabilmente non farà altro che favorire il ripetersi dell’azione. Adesso provate a osservare i comportamenti di vostro figlio, sia quelli positivi che volete rinforzare, che quelli negativi che volete estinguere, prestate attenzione agli antecedenti, al comportamento e soprattutto alle conseguenze. Provate anche a farvi una idea dell’intensità del comportamento, se è stimolo specifico, cioè compare solo in una situazione, o in contesti diversi ma analoghi, sulla qualità del rinforzo, sociale (lode, attenzione), materiale (giocattolo, denaro) o primario (cibo), e valutate se questi rinforzi sono proporzionati al comportamento. I rinforzi devono seguire il “principio del minino sufficiente”, i genitori dovrebbero imparare ad applicare quel minimo di coercizione o di ricompensa che è sufficiente a indurre il bambino a cambiare comportamento. Se rinforzate con una playstation (rinforzo materiale) un buon voto preso nel primo quadrimestre magari dopo una serie di valutazioni negative, cosa avete in mente per “rinforzare” la promozione di vostro figlio? 63 Lo stesso principio vale per le punizioni, non tutti i comportamenti negativi di vostro figlio hanno la stessa gravità. Può essere di aiuto costruire una lista di comportamenti che si vogliono rinforzare con accanto la relativa ricompensa, e una lista di comportamenti negativi che si vogliono estinguere. Comportamenti da rinforzare del bambino Comportamenti negativi del bambino Comportamenti lievemente negativi Comportamento Rinforzo scelto Comportamento Fare i capricci Aiutare un altro bambino Fare i compiti Lode Merendina preferita Punizione scelta Ignorarli _______________ _______________ _______________ _______________ Comportamenti gravemente negativi ______________ _______________ ______________ _______________ Comportamento ______________ _______________ Dire una bugia ______________ _______________ _______________ _______________ ______________ _______________ _______________ _______________ Punizione scelta Togliergli un privilegio La costruzione delle due liste ha due obiettivi fondamentali: il primo è il divenire consapevoli di quello che si andrà a fare; il secondo è quello di prepararsi, in anticipo, alle diversi situazioni educative evitando di riapplicare i soliti comportamenti automatici o di improvvisare. Il valore dei rinforzi e delle punizioni dipende da molte variabili: la personalità del bambino, le motivazioni, il contesto. Non sempre ciò che per noi rappresenta una ricompensa lo è per il bambino e non sempre una ricompensa è tale in ogni momento. Pensiamo a un rinforzo primario quale il cibo, è rinforzante per una persona che ha fame, ma per una persona sazia può avere addirittura conseguenze sgradevoli. Una manifestazione d’affetto è un potente rinforzatore sociale, ma in contesti formali può risultare addirittura imbarazzante. Prima di dispensare premi a vostro figlio cercate quindi di conoscere le cose che a lui sono gradite, scoprirete magari che all’ ultimo giocattolo ipertecnologico preferisce semplicemente passare un po’ più di tempo insieme a voi, avere la vostra attenzione. Nel caso di bambini piccoli il rinforzo è più efficace se viene dato immediatamente dopo che si è verificato il comportamento desiderato, in modo che il legame tra il comportamento e la ricompensa appaia 64 bene evidente. I bambini più grandi, che sono maggiormente in grado di ritardare la gratificazione, possono ricevere la ricompensa materiale anche in un secondo tempo, per quelle di tipo sociale invece, non siate mai avari. Se un bambino riesce a gratificarsi da solo attraverso la sua attività, ad esempio è molto contento dei voti ricevuti a scuola e questi bastano a spingerlo a studiare sempre di più, non aggiungete grandi ricompense materiali, lodatelo, fategli capire che siete fieri di lui, ma lasciate che continui a rinforzarsi da solo attraverso i risultati che ottiene. Inoltre ricordate le seguenti regole: la promessa di un premio deve sempre essere mantenuta; al bambino deve essere ben chiaro quali sono i comportamenti che deve attuare affinché sia premiato (ad esempio “rimettere in ordine la camera”, “prendere un bel voto”); evitate di cadere nella tentazione di utilizzare la ricompensa per sottolineare difetti o ribadire caratteristiche negative; non date assolutamente mai il premio se il comportamento desiderato non si è verificato; al contrario, potete dare un premio anche se non lo avete concordato precedentemente. In ogni caso quando date la ricompensa, ribadite sempre il motivo, e soprattutto accompagnatela da una gioia autentica, da complimenti sentiti. I rinforzi, soprattutto se non sono di tipo materiale, hanno una maggiore efficacia se tra il “genitore” è il “bambino”, c’è una buona relazione affettiva, fatta di stima, fiducia e autenticità. Più il bambino è piccolo e ha bisogno di rinforzi immediati, tanto più cercate di suddividere il comportamento in piccoli traguardi parziali, seguendo sempre il principio del minimo sufficiente, naturalmente. Ad es. se volete che vostro figlio faccia i compiti da solo, non stabilite un solo premio da dare al raggiungimento dell’obbiettivo, ma procedete per piccoli passi. Scegliete la materia che preferisce e verso la quale ha meno difficoltà e per almeno una settimana pretendete che svolga da solo esclusivamente i compiti relativi a quella materia. Ogni volta che ciò avviene dategli il premio concordato e solo quando questa abitudine si è consolidata, aggiungete alla prima materia una seconda, aumentate il valore della ricompensa e procedete in questo modo fino a quando non raggiungete il vostro obbiettivo. Tenete presente che quando si ha il consolidamento di un apprendimento non è più necessario somministrare la ricompensa con la stessa frequenza iniziale. Mi raccomando, quando decidete un obiettivo verificate che sia sempre alla portata del bambino, non pretendete da lui cose che non ha imparato, che non potrà mai emettere spontaneamente o che non è in grado di raggiungere. Le regole da seguire nel caso in cui decidete di punire vostro figlio, sono più o meno le stesse che devono essere rispettate per rendere un premio efficace. Il lasso di tempo che intercorre tra il comportamento indesiderato e 65 la punizione deve essere quanto più breve possibile. Il momento ideale per bloccare un’azione indesiderata, teoricamente, è quello immediatamente precedente alla sua emissione. Se non volete che vostro figlio continui a scagliare oggetti per terra, cercate di bloccare tale comportamento non appena percepite che sta per afferrare l’oggetto. La punizione deve essere severa quel tanto che basta, punizioni eccessive possono indurre all’obbedienza in futuro, perché si è riusciti a ingenerare nel bambino sentimenti quali la paura, ma, come in un circolo vizioso, tali sentimenti, portano il bambino a rifiutare o a non interiorizzare le regole e per di più, ad apprendere modelli di comportamento aggressivo. Un bambino che riceve regolarmente schiaffi, urla, o sgridate, impara ad utilizzare queste modalità relazionali con i suoi coetanei e potrà anche rivoltarsi contro i genitori. Una alternativa alla sculacciata è quella di bloccare fisicamente il bambino, prenderlo per i polsi, guardarlo negli occhi e spiegargli le conseguenze negative del suo atto. Se è possibile indicargli anche delle strade alternative, un modo diverso di fare le stesse cose. La punizione accompagnata dalla spiegazione delle ragioni che l’ hanno motivata è più efficace della punizione pura e semplice. Anche le punizioni, come i premi, hanno più efficacia se sono date da un genitore affettuoso e sollecito piuttosto che da uno freddo o ostile. Due valide tecniche punitive sono il “costo della risposta” e il “timeout”. Il costo della risposta consiste nel togliere al bambino un privilegio, un evento piacevole, ogni volta che compie una azione indesiderata. Ad es. non guardare il suo cartone preferito. Tale tecnica è indicata nei casi di comportamenti negativi meno gravi; dire una bugia, non fare i compiti, disubbidire. Quando il bambino compie gravi condotte negative: reiterazione di un comportamento non desiderabile, rifiutarsi con comportamenti violenti di ubbidire; seviziare un animale ecc. la tecnica più indicata è quella del timeout. La procedura prevede di far sedere il bambino su una sedia, o di allontanarlo nella sua camera, zitto e tranquillo per qualche minuto (di solito da 2 a 5), senza che possa impegnarsi in qualche attività. Il genitore deve inizialmente dare un avvertimento al figlio per offrirgli la possibilità di assumere spontaneamente il comportamento corretto. Se questo non accade, il bambino viene portato sulla sedia o nella sua camera e invitato a stare lì, tranquillo, senza fare nulla per tutto il tempo stabilito. Al termine si ribadiscono al bambino le conseguenze negative del suo comportamento riformulandogli la richiesta alla quale non ubbidiva. Se durante il timeout il bambino non sta fermo o reagisce in modo aggressivo, si utilizza come ulteriore punizione la perdita di un privilegio, si sospende il conteggio e lo si ricomincia da capo, ogni volta. Tutto ciò richiede genitori tenaci e con una buona dose di pazienza, in 66 grado di controllare la situazione e di non cedere di fronte al bambino. Per quanto riguarda i comportamenti lievemente negativi, quelli che in fondo ritenete di poter tollerare, una buona scelta sembra essere quella di ignorarli. Spesso il bambino, assume questi comportamenti per attirare l’attenzione del genitore, e sappiamo quanto il prestare attenzione a qualcuno possa essere considerato un potente rinforzatore sociale. In questi casi perché non vi chiedete se in quel momento siete abbastanza affettuosi e attenti alle richieste di vostro figlio? Quando il genitore cambia la sua risposta ad un comportamento del bambino, quando, ad esempio, decide di ignorare un’azione negativa o di non cedere alle sue richieste, si osserva, a breve termine, un aumento dell’intensità e della frequenza di quel comportamento, è ciò può durare anche due o tre settimane, dopodiché il comportamento inizia ad estinguersi. Per applicare qualcuna di queste tecniche e ottenere buoni risultati ci vuole dunque un po’ di pazienza! Inoltre ricordatevi di essere sempre coerenti negli interventi educativi, ovvero se vi trovate di fronte alla stessa situazione cercate di agire sempre allo stesso modo, non punite un giorno e tollerate in un altro, questo disorienta il bambino e fa perdere valore ed efficacia alle vostre regole. Cercate tale coerenza anche nel rapporto con il partner, dopo che avete stabilito i premi e le punizioni, i comportamenti da rinforzare e i comportamenti da eliminare, procedete sempre in accordo con il vostro partner, e se non siete sicuri sul da farsi non abbiate timore di dire a vostro figlio “Adesso quando torna tuo padre ne parlerò con lui e insieme stabiliremo la tua punizione”. Se avete deciso di ignorare un comportamento per portarlo all’estinzione, può bastare una sola volta in cui tornate a cedere alle richieste del bambino, per far riemergere il comportamento indesiderato nelle sue caratteristiche di frequenza e di intensità. Per questo è di estrema importanza l’accordo educativo dei genitori: almeno davanti al figlio. Consigli sul “SI” e sul “NO” In casa, a scuola, o dai nonni, se contassimo quante volte il bambino sente dire in un giorno “Non devi…”, “Non fare…”, “Non toccare”, questi sarebbero di gran lunga più numerosi dei “Si” dei “Bravo”, e in generale di tutte quelle manifestazioni d’affetto che agiscono positivamente sullo sviluppo psico-sociale del bambino. Sembriamo selettivamente portati a sottolineare i comportamenti negativi e a dare per scontato le azioni 67 positive del bambino. In questo modo siamo carenti di rinforzi sociali importanti come l’attenzione, la lode, che serve ad aumentare l’autostima e l’approvazione. In particolare quest’ ultima, è importante in quanto coniuga la componente relazionale-affettiva e motivazionale ad una informazionale facilitando la rapida acquisizione di abilità, conoscenze e comportamenti complessi. Per questo motivo dobbiamo imparare ad utilizzare i “No” solo quando sono effettivamente necessari. Spesso la voce dei nostri divieti diviene solo uno sgradevole sottofondo che non ha nessuna efficacia per modificare i comportamenti indesiderati del bambino: egli impara presto che i nostri “No” non hanno grande valore, eccetto quando esausti e terribilmente arrabbiati non ricorriamo a punizioni che certamente non seguono il principio del minimo sufficiente. Quando non ci sentiamo in grado di far rispettare un “No” è meglio dire subito “Si” o non intervenire, così facendo non rischiamo di far perdere valore al nostro “potere” decisionale di genitori e ai nostri “No”. È meglio dare al bambino pochissime regole e impegnarsi affinché siano pienamente rispettate, piuttosto che stare sempre a vietare questo o quel comportamento. Lasceremo così al bambino più libertà e autonomia e contribuiremo a creare un clima familiare più sereno. Tutte le volte che ci è possibile cerchiamo, come sostenuto da Skinner, di educare il nostro bambino attraverso i meccanismi delle ricompense. Le tecniche di persuasione Preferendo le tecniche educative che non si servono delle punizioni possiamo ricorrere, soprattutto con i bambini più grandi (intorno ai 9-10 anni), al ragionamento, alla riflessione sulle conseguenze, al fare appello all’orgoglio o alla autonomia. Affermazioni persuasive possono essere le seguenti “Non offendere gli altri, così ferisci i loro sentimenti”, “Non provocarlo, altrimenti rischi di fare a botte e questo non è ammirevole”. Tali tecniche possono essere orientate sul bambino stesso, “Se rubi, dopo, ti vergognerai di te stesso”, o sull’altro, facendo leva sullo sviluppo dell’empatia e dell’attenzione alle esigenze degli altri “Quando ti comporti così mi fai vergognare di fronte agli altri genitori”. Le tecniche di persuasiose, ancora più dei rinforzi e delle punizioni, hanno bisogno, per avere successo, di un clima familiare positivo, della presenza di una buona comunicazione tra genitore e figlio, di un bambino in grado di comprendere e interiorizzare i motivi delle norme e delle direttive dettate dal genitore. 68 Cenni sul concetto di modellamento e identificazione I bambini non imparano solo da tecniche educative dirette, come quelle esposte in precedenza e che sono adottate intenzionalmente dai genitori, ma anche attraverso l’esempio che viene loro offerto. Molti degli schemi comportamentali dei genitori, delle loro caratteristiche personali, delle motivazioni e dei valori vengono acquisiti grazie ai meccanismi di modellamento e identificazione. Questi processi agiscono non solo senza che i genitori forniscano insegnamenti specifici, ma anche senza il bambino si sforzi intenzionalmente di apprenderli. Il bambino di 4 anni che ha imparato alla perfezione le circostanze in cui “conviene” dire una parolaccia dimostra l’efficacia dell’apprendimento per imitazione. Il modellamento consiste appunto in un processo di apprendimento in cui l’osservazione del comportamento di un soggetto - modello è in grado di modificare il comportamento di un soggetto -osservatore (Bandura, 1968): permettendo l’apprendimento di nuove risposte; inibendo o disinibendo alcune risposte; facilitando alcuni comportamenti già posseduti dal soggetto; favorendo l’interiorizzazione di valori e principi morali. Il modellamento risulta, dunque, essere una tecnica educativa potentissima nell’influenzare il comportamento, purtroppo molto dipende dal soggetto-modello, non sempre, infatti proponiamo al bambino modelli che vale la pena imitare. L’apprendimento per imitazione è molto più efficace e influente se entrano in gioco anche i meccanismi dell’identificazione cioè quei meccanismi che portano una persona ad assimilare le caratteristiche complessive del comportamento di un altro a causa di un forte legame emotivo-affettivo. Questo legame nel caso del rapporto genitore – figlio è naturalmente presente. Altre caratteristiche che rendono il modello più efficace, oltre al legame emotivo-affettivo sono: la percezione di competenza; il prestigio; la disponibilità e positività; l’aver raggiunto obiettivi importanti e gratificanti; la percezione di similitudine con se stesso; la raggiungibilità dei modelli proposti. Conclusioni Per quanto numerosi agenti di socializzazione partecipino al processo educativo, la famiglia viene in genere considerata l’agenzia di socializzazione primaria più influente, quella che svolge un ruolo centrale nel plasmare le caratteristiche di personalità, le motivazioni, i valori e le convinzioni del bambino. Abbiamo visto quanto l’efficacia di molte tecniche 69 educative dipenda dalla presenza di una relazione positiva del bambino con i genitori, da un clima familiare caldo e sereno. Al di là del tecnicismo che può più o meno essere utile, i genitori devono imparare ad amare veramente i propri figli, e questo non si può insegnare: almeno attraverso poche righe. Per il resto le tecniche presentate, nella loro apparente semplicità, si rivelano spesso molto complicate. Per questo, non solo si raccomanda la lettura di testi più completi, ma di rivolgersi ad uno specialista qualora gli eventuali problemi di vostro figlio non sembrano rientrare proprio in una condizione di normalità. Se comunque decidete di osservare qualcuna di queste regole, cercate di procedere con un obiettivo per volta, non stravolgete le vostre abitudini, ad esempio iniziate con l’ignorare un solo comportamento problematico, non tutti contemporaneamente, altrimenti rischierete di fare solo una gran confusione. Non scoraggiatevi se non ottenete effetti immediati, sia voi che vostro figlio dovete cambiare abitudini e schemi automatici acquisiti nel corso di anni e dai quali non ci si libera facilmente. In bocca al lupo. 70 71