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INTRODUZIONE
La deambulazione in punta di piedi, nota anche con il nome di toe
walking, è una caratteristica comune dei bambini in fase di apprendimento del passo. La maggior parte dei bambini supera lo schema
di deambulazione in punta dopo i primi 2 anni di vita, altri, invece,
mantengono questa tendenza anche dopo la maturazione motoria,
divenendo, così, caratteristica abitudinaria del loro modo di camminare.
La letteratura scientifica di area medica, sia di estrazione fisiatrica,
che ortopedica e neurologica, identifica con il termine "Toe Walkers
Idiopatici", tutti i soggetti di età superiore ai 2 anni di vita che presentano un primo appoggio avampodalico o un'inversione completa del
passo di tipo abituale, non secondaria a disordini di tipo neurologico
o ortopedico e che, dietro richiesta esplicita, sono in grado di
mascherare temporaneamente il problema adottando uno schema
deambulatorio fisiologico.
L'attuale incertezza sulle cause che determinano questo anomalo
pattern deambulatorio (che incide sul 7% - 24% dei soggetti in età
pediatrica) determina uno stimolo per la ricerca multisettoriale, con
proposte di classificazione delle varie forme di toe walking idiopatico,
inquadramento clinico di ciascuna forma e possibili scenari di trattamento in continuo aggiornamento.
Ad oggi il trattamento incruento del toe
walking idiopatico
prevede l'utilizzo di
gessi seriali per il segmento
gamba
piede con l'articolazione
tibio-tarsica
portata in posizione
neutra (90°), piuttosto che l'applicazione di ortesi gamba1
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piede (AFO) rigide alla tibio-tarsica con un angolo di caviglia neutro
(90°) ed attività fisioterapica volta allo stretching muscolare del gruppo del tibiale posteriore, responsabile dei movimenti di flessione plantare del piede.
Le novità introdotte dall'inoculo di Tossina Botulinica tipo A (BtxA) e gli
studi di Gait Analysis ed elettromiografia condotti su soggetti toe walkers idiopatici in età infantile e pediatrica hanno sottolineato l'importanza di un trattamento precoce che inizi intorno alla fascia d'eta 24 anni, quando lo schema deambulatorio non è ancora del tutto
maturo ed è soggetto a fisiologiche modificazioni. E' proprio in questa
fascia d'età, infatti, che il trattamento conservativo di tipo ortesico è
ritenuto la scelta d'elezione. D'altra parte, le soluzioni alternative proposte in letteratura, pur migliorando la presentazione clinica dei soggetti in buona parte dei casi (dopo l'applicazione di gessi seriali, stretching o inoculo di BtxA si registra una aumento della dorsiflesione nel
51% dei casi), potrebbero risultare troppo invasive per un bambino
che presenta tutte le altre caratteristiche di accrescimento nella
norma e forse risultano più utili come seconda scelta.
Fino a quando non saranno compiuti
degli studi a
lungo termine
sulla
storia
naturale del
toe walking
idiopatico, è
prassi comune intervenire
in
modo
meno invasivo possibile per evitare rischi di "sovramedicazione".
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ATTIVITÀ DI RICERCA
Sulla scorta di queste indicazioni, vista anche l'importanza di un trattamento precoce che possa evitare un intervento tardivo necessariamente più aggressivo, il gruppo di ricerca e sviluppo di ITOP SpA
Officine Ortopediche, sotto la guida del Dott. Giuseppe Di Rosa ha
avviato, da Gennaio 2011, un'attività di sperimentazione volta a sviluppare un'ortesi podalica innovativa per il trattamento del toe walking idiopatico.
L'attività di ricerca è stata multisettoriale ed ha riguardato sia aspetti
clinici che elementi biomeccanici, di ricerca dei materiali e delle
geometrie al fine di sviluppare un'ortesi leggera e poco invasiva.
A seguito di tale attività è stato realizzato un prototipo sperimentale
con il quale sono stati compiuti test clinici su
un gruppo di 20 pazienti di età compresa tra
4 e 12 anni, senza compromissioni di natura
neurologica. Parallelamente sono stati conA
dotti test di laboratorio volti a valutare l'entità
delle forze esplicate dall'ortesi sul segmento
podalico andando a confrontare i valori
ottenuti con quelli ricavati dal modello matematico sviluppato a margine.
A seguito di tali studi, il prototipo è stato ottimizzato in termini di morfologia e materiali in
grado di conferire le esatte proprietà meccaniche ricercate.
B
L'ortesi è soggetta a domanda di brevetto
europeo
(Patent
pending
n°
RM2012A000251).
DESCRIZIONE DELL'ORTESI
Il dispositivo è costituito da tre diversi componenti imprescindibili l'uno dall'altro per lo svolgimento della corretta azione biomeccanica
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C
Fig. 1
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(Fig. 1):
A: ortesi podalica in materiale depressibile con eventuali bordi avvolgenti per la stabilizzazione del retropiede nel caso di mal allineamento podalico sul piano frontale e trasverso e stimoli propriocettivi
posti nella porzione avampodalica dell'ortesi;
B: lamina in fibra di carbonio sagomata (secondo precisa matematica CAD) come una molla ed inserita fissa o mobile al di sotto del
plantare avvolgente o all'interno del fondo della calzatura; la risposta dinamica in termini di accumulo e rilascio di energia potenziale
elastica della lamina può essere calibrata in funzione delle esigenze;
C:calzatura opportunamente accollata e con un'allacciatura prossimale posta in corrispondenza del versante dorsale della rima articolare della caviglia, necessaria a rendere solidale l'ortesi al segmento podalico e a distribuire su tutto il retropiede la forza di richiamo al suolo del calcagno.
Fig. 2
L'ortesi è configurata in modo da agire come
una lamina a molla in grado di esercitare, a
fronte di un carico avampodalico (GRF), una
forza di richiamo verso il basso (FT) a livello
della regione retropodalica con conseguente espressione di un momento di flessione dorsale (MT) sulla tibio-tarsica contrastando la
flessione plantare (MF) tipica del soggetto toe
walker (Fig.2).
Grazie alla specifica dinamica di accumulo e restituzione dell'energia
dei materiali utilizzati per la costruzione dell'ortesi, ad ogni passo verrà
esercitata un'azione di stretching sul tendine d'Achille che spesso, nei
soggetti con abitudine a camminare sulle punte, perde la propria
naturale elasticità a causa della continua sollecitazione dei muscoli
del gruppo del tricipite surale.
L'azione biomeccanica esercitata dalla lamina in carbonio è ottimizzata dagli stimoli propriocettivi posti nella regione meso-avampodalica dell'ortesi che determinano una riduzione del tono dei muscoli flessore lungo delle dita e gastrocnemio, la cui azione contribuisce all'andatura in punta di piedi.
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L'ortesi descritta è identificata dai seguenti codici ISO:
06.12.03.060 X2 n° dal 18 al 33
06.12.03.063 X2 n° dal 34 al 46
Ortesi plantare su calco in fibra ad alta resistenza
in materiale semirigido con stimoli propriocettivi, lamina in fibra di carbonio di dimensioni e
geometria adeguate alle caratteristiche del
paziente
06.33.03.063
06.33.03.066
06.33.03.069
06.33.03.072
06.33.03.075
06.33.03.078
Calzatura di rivestimento a plantare con
opportune allacciature
n° dal 18 al 24
n° dal 25 al 28
n° dal 29 al 32
n° dal 33 al 35
n° dal 36 al 38
n° dal 39 al 42
06.33.06.118 X2
Forte rigido bilaterale
06.12.03.103 X2
Sottopiede in pelle di rivestimento
Brevetto n° RM2012A000251
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Fisioterapista
Si esprime il consenso, ai sensi della legge 196/2003, al trattamento dei
dati personali da parte di codestra struttura per le sue finalità istituzionali.
Fisiatra
Ortopedico
Paziente
Altro ......................
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Nome e Cognome .................................................................................................................................
Per favore scrivere in stampatello
Desidero avere maggiori informazioni sulle ortesi per il trattamento del Toe Walking idiopatico
ORTESI DINAMICA PER IL TRATTAMENTO DEL TOE WALKING IDIOPATICO
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MOD.130
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00036 P alest rin a ( R m)