Ufficio internazionale DOSSIER DI APPROFONDIMENTO Produzione, scorte, e prezzi mondiali dei prodotti agricoli: una sintesi delle dinamiche in atto Le elevate quotazioni all’origine di molti prodotti agricoli registrate nell’arco del biennio 2006-2007 sono dovute a fattori atmosferici, quali la siccità che ha causato una forte contrazione dell’offerta ed il conseguente calo delle scorte. Nel prossimo decennio si prevede comunque un andamento dei prezzi agricoli che si manterrà al di sopra dei livelli storici di equilibrio per effetto di fattori di natura strutturale. In particolare, i fattori strutturali che incideranno sul corso dei prezzi sono: - aumento della domanda di cereali per la produzione di biocombustibili che provocherà tensioni soprattutto sui prezzi dei cereali destinati alla produzione di mangimi animali; - riduzione dei surplus produttivi in seguito all’implementazione delle riforme di politica agraria. I due aspetti appena citati avranno certamente delle ripercussioni sul livello delle scorte mondiali destinate a stabilizzarsi su quantità più basse rispetto agli anni ’90. 1. L’andamento della produzione e del consumo di prodotti agricoli a livello mondiale Il grano Con riferimento alla produzione ed al consumo di grano a livello mondiale (grafico 1) le proiezioni FaoOcse mostrano come a partire dall’annata agraria 2009-2010 il livello dei consumi dovrebbe superare quello della quantità prodotta provocando una minore disponibilità in termini di scorte finali. A parte gli anni 2006 e 2007, in cui si sono verificati eventi atmosferici avversi che hanno colpito alcuni dei paesi principali produttori, per gli anni successivi si prevede una minore disponibilità a causa degli effetti delle misure di politica agraria finalizzate alla riduzione delle eccedenze produttive e degli incentivi a favore dell’impiego alternativo di alcuni cereali, tra cui il grano che nell’Unione europea è uno dei cereali destinati anche alla produzione di bioenergie. Grafico 1 – Grano – produzione e consumo mondiali (tonn. metriche) Produzione Consumo 680 660 640 620 600 580 560 540 media 0102/05-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-15 2015-16 2016-17 Fonte: FAO-OCSE 2 Semi Oleosi Osservazioni simili possono essere avanzate in relazione all’andamento della produzione mondiale di semi oleosi che, già a partire dall’annata agraria 2007-2008 e per gli anni successivi, dovrebbero registrare un livello dei consumi superiore rispetto al potenziale produttivo (Grafico 2). L’impiego di semi oleosi per la produzione di bioenergie è particolarmente significativo ed incide negativamente sulla quantità disponibile per la produzione di mangimi animali e di conseguenza sui prezzi. Grafico 2. Semi oleosi - produzione e consumo mondiale (tonn. metriche) Produzione Consumo 400 350 300 250 200 150 100 50 0 media 0102/05-06 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-15 2015-16 2016-17 Fonte: Fao_Ocse Le economie emergenti nel contesto agricolo mondiale Le grandi economie emergenti, come Cina, India, Brasile e Federazione Russa, sono le principali artefici della crescita economica mondiale. Non solo, l’incidenza sul PIL ed il potenziale di crescita dei rispettivi settori agricoli stanno a significare che il ruolo che giocheranno nell’interscambio di commodity agricole è destinato a crescere, soprattutto dal lato della domanda. Infatti, l’aumento del reddito in questi paesi è destinato a produrre un effetto diretto sulla richiesta di beni alimentari che sarà sempre più orientata verso prodotti ad alto valore aggiunto come carne e lattiero-caseari (grafico3). 3 Grafico 3. Produzione e consumo di formaggi nei paesi non-OCSE (tale sottoinsieme comprende i paesi in via di sviluppo e le economie emergenti: Cina India Brasile Fed. Russa) 6000 Produzione Consumo 5000 4000 3000 2000 1000 0 Media 2001-2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Fonte: Fao-Ocse La crescita dei redditi è strettamente correlata all’incremento demografico. Le regioni dove più intenso è l’aumento del livello dei redditi, Africa, Asia e America Latina, sono anche le realtà dove i tassi di crescita demografica sono più elevati. Ciò produce degli effetti sul settore primario e quindi sugli scambi commerciali. Infatti i paesi con una percentuale molto elevata di occupati nel settore agricolo, che in molti casi è il primo settore produttivo in termini di contributo al PIL, si stanno sempre più specializzando in quelle produzioni che richiedono un elevato apporto del fattore lavoro (labour intensive) quali i prodotti ortofrutticoli che tra l’altro richiedono una minore disponibilità di terra rispetto alle grandi commodity. Questa tendenza viene confermata dai dati statistici che rilevano una maggiore dinamicità commerciale, dei paesi a reddito medio-basso, nell’interscambio di prodotti semi-lavorati ed ortofrutticoli. L’andamento della produzione e del consumo di prodotti agricoli nell’Unione europea Grano Dai dati sull’andamento del consumo e della produzione di grano nell’Unione europea si evince come sia peggiorato il rapporto tra quantità prodotta e consumata rispetto al decennio precedente. La quantità consumata media nell’arco del periodo 1996-2004 risulta inferiore rispetto alla quantità prodotta permettendo così di accumulare maggiori scorte. A partire dal 2004-2005 i consumi hanno raggiunto un livello più elevato a fronte di una produzione che si è fortemente ridotta sia per effetto delle avversità atmosferiche che hanno colpito i paesi principali produttori di grano e sia per effetto delle misure Pac che hanno disincentivato la produzione di frumento. 4 Grafico 4. Produzione, consumo e scorte di grano nell’UE-25 160.000 Produzione Uso domestico Scorte 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0 96/97 97/98 98/99 99/00 00/01 01/02 02/03 03/04 04/05 05/06 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11 11/12 12/13 13/14 14/15 15/16 16/17 Fonte: FAPRI Il mercato dei biocarburanti Etanolo In seguito all’incremento di prezzo registrato nel 2006 (+22,5%) le quotazioni dell’etanolo risultano in calo nel 2007 del 16,2%. Ciò è dovuto ad una crescita della quantità prodotta significativamente superiore rispetto al ritmo di crescita dei consumi. La discesa del prezzo dell’etanolo si protrarrà per tutto il periodo di previsione fino a raggiungere il prezzo di 1,35$ a gallone nel 2016. Il Brasile registra aumenti consistenti nella produzione, nel consumo e nelle esportazioni di etanolo. L’Unione europea ha aumentato la propria produzione interna di etanolo dell’80% circa nel 2005 ed è previsto un andamento in crescita anche per gli anni successivi. Ciononostante, l’impiego di biocarburanti rappresenterà nel 2010 soltanto il 2,9% rispetto al totale carburanti, ben al di sotto della soglia prestabilita dalla direttiva UE sui biocarburanti del 2003. La conseguenza è una crescita delle importazioni nette che dai 70,7 milioni di galloni nel 2005 raggiungeranno i 244 milioni di galloni nel 2016. Nell’Unione europea infatti il consumo cresce più rapidamente della produzione e costringe ad importare quantità sempre crescenti di etanolo. Biodiesel Attualmente l’UE-25 è il principale produttore di biodiesel al mondo in termini sia di quantità prodotta e sia di quantità consumata. L’industria del biodiesel ha registrato una forte espansione nell’arco degli ultimi 5 anni. La produzione di biodiesel è cresciuta del 30% nel 2006 e dovrebbe raggiungere le 7,3 Milioni di tonnellate metriche entro il 2016. La produzione cresce ad un ritmo comunque basso nel periodo oggetto dell’outlook a causa degli aumenti nei prezzi degli olii vegetali, la stagnazione del prezzo del greggio e la tassa sui carburanti. Attualmente, i principali paesi produttori europei di biodiesel sono: Germania, Francia ed Italia. La principale coltura utilizzata per il biodiesel è l’olio di colza. Anche in questo caso l’Unione europea ricorre in modo massiccio alle importazioni oltre che alla 5 produzione interna aumentate rispettivamente del 49% e del 13% nel 2006-2007. L’area coltivata a colza nell’UE-25 è destinata a crescere del 30% nell’arco del prossimo decennio proprio al fine di alimentare l’industria del biodiesel (Tabella 1). Tabella 1 - UE-25. Produzione e consumo di biocarburanti 2006 2007 2008 2009 Etanolo 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Milioni di galloni Produzione 864 905 972 1.031 1.094 1.157 1.218 1.278 1.338 1.398 1.458 Consumo 935 1.028 1.100 1.175 1.247 1.337 1.409 1.482 1.555 1.628 1.700 -71 -124 -129 -145 -154 -182 -193 -205 -219 -232 -244 Commercio netto (saldo tra export ed import) Quantità impiegate per la produzione di etanolo* Frumento Migliaia di tonnellate metriche 3.408 3.649 4.064 4.416 4.792 5.167 5.531 5.891 6.246 6.603 6.963 Mais 487 521 581 631 685 738 790 842 892 943 995 Orzo 730 782 871 946 1.027 1.107 1.185 1.262 1.339 1.415 1.492 Segale 243 261 290 315 342 369 395 421 446 472 497 Produzione Quantità impiegate per la produzione di biodiesel 5.504 6.157 6.432 6.526 6.558 6.546 6.639 6.797 6.977 7.161 7.343 Colza 4.675 5.499 5.725 5.820 5.834 5.801 5.871 6.012 6.180 6.362 6.542 Soia 1.395 1.245 1.264 1.233 1.217 1.201 1.215 1.220 1.236 1.242 1.246 95 152 216 256 294 330 349 381 399 417 436 Biodiesel * Girasole * Stima di dati storici Fonte: FAPRI I recenti sviluppi in tema di bioenergie Nonostante il prezzo del petrolio abbia raggiunto i massimi storici, in base ai recenti studi scientifici, sembra che le agroenergie non costituiscano una valida alternativa. In molte aree del mondo si sta assistendo ad una contrazione dei margini di profitto ed alla conseguente tendenza al rallentamento nella realizzazione di nuovi impianti di produzione dei biocarburanti. Oltre al rischio di mercato alimentato dal protrarsi degli aumenti dei prezzi dei prodotti agricoli che rendono l’attività di produzione di bioenergie sempre meno conveniente, è stato riscontrato un elevato rischio ambientale derivante dal significativo fabbisogno di acqua delle colture “bioenergetiche”, come il mais. L’impatto negativo sulle acque riguarda anche l’intenso uso di fertilizzanti a base di nitrogeno che inquinano i corsi d’acqua. L’inquinamento provocato è anche atmosferico poiché da alcuni studi recentemente pubblicati risulta che i biocombustibili generino gas serra con intensità superiore rispetto alla benzina a causa dell’alto contenuto di fertilizzanti a base di ozono (il biodiesel da colza produrrebbe 1-1,7 volte più gas serra del gasolio). Oltre al monito dell’OCSE che invita i Governi delle economie più avanzate a sospendere i sussidi ai biocombustibili giungono già i primi dati relativi ad una riduzione dell’attività di produzione. Negli Stati Uniti, alcune delle principali compagnie produttrici di “energia verde” hanno ridotto la capacità produttiva dei rispettivi impianti data la scarsa convenienza economica. Ciò ha provocato una revisione al ribasso delle previsioni USDA sull’utilizzo di mais per la produzione di etanolo (il problema della scarsa convenienza economica risiede sui sempre più elevati costi delle materie prime: mais, frumento e semi oleosi). In più, l’eccessivo sviluppo della capacità produttiva di biocombustibili negli Stati Uniti ha fatto crollare il prezzo di vendita dell’etanolo da 5$ al gallone a 1,60 $ al gallone . Ci si chiede quale sarà 6 il futuro dei nuovi impianti in costruzione negli Stati Uniti che hanno scommesso fortemente sulla produzione di etanolo da mais (la capacità produttiva in termini di numero di impianti di lavorazione è destinata ad aumentare del 40% nel 2008). In Europa dove il potenziale produttivo è tuttora limitato se confrontato con quello statunitense o brasiliano, l’Unione ha recentemente adottato una decisione che prevede la riduzione del sussidio a favore degli agricoltori che praticano colture energetiche (45 € l’ettaro) . I 90 milioni di € destinati agli incentivi per le produzioni energetiche erano infatti sufficienti nel caso in cui la superficie coltivata avesse raggiunto i 2 milioni di ha, in realtà ad oggi gli ettari coltivati hanno raggiunto quasi i 3 milioni di ettari. “In questo caso infatti viene applicato un coefficiente con il quale si ridefinisce la superficie che beneficerà dell’aiuto. In altri termini, gli agricoltori riceveranno un aiuto di 45 euro per ettaro per poco più del 70% della superficie per cui hanno richiesto il sussidio”. 2. L’andamento delle scorte L’effetto congiunto della crescita della domanda mondiale di prodotti agricoli, soprattutto cereali, prevista per il biennio 2007-2008, a fronte di una quantità prodotta stabile rispetto agli anni precedenti, non consentirà una nuova alimentazione delle scorte che continueranno a mantenersi su livelli di guardia. Per dare un’idea della situazione delle scorte per le principali produzioni cerealicole si fa riferimento al rapporto tra scorte e consumi. Il valore di tale rapporto per il grano è in calo a partire dal 2005-2006 (Grafico 5). Grafico 5. Andamento del rapporto tra riserve e quantità utilizzata di cereali a livello mondiale (valori %) FRUMENTO RISO CEREALI IN COMPLESSO ALTRI CEREALI Fonte: Fao-Ocse L’andamento delle scorte mondiali di grano (Grafico 6) è emblematico di ciò che è accaduto negli ultimi anni; nel decennio precedente 1996-2006 il livello delle scorte era molto più elevato rispetto a ciò che 7 dovrebbe verificarsi in futuro quando cioè le scorte produttive dovrebbero attestarsi su un livello più basso per effetto di cambiamenti strutturali cui potrebbero affiancarsi eventi climatici, che non è possibile prevedere, ma che potrebbero incidere negativamente sulle scorte mondiali. Da notare inoltre come il 2006 abbia costituito un minimo storico mai raggiunto nell’arco degli ultimi 20 anni. Grafico 6 L’andamento delle scorte mondiali GRANO-Scorte finali mondiali (tonnellate metriche) 250 Scorte finali in tonn. metriche Poli. (Scorte finali in tonn. metriche) 200 150 100 50 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Fonte: FAPRI Grafico 7 - Scorte UE-25 UE 25 scorte di grano ('000 di tonn metriche) 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 00/01 01/02 02/03 03/04 04/05 05/06 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11 11/12 12/13 13/14 14/15 15/16 16/17 Fonte: FAPRI 8 3. L’andamento dei prezzi delle commodities I prezzi internazionali del frumento stanno aumentando ad un tasso elevato a partire da giugno 2007 fino a raggiungere livelli record nel mese di settembre 2007. L’aumento dei prezzi è la risposta alla contrazione dell’offerta mondiale, ad un livello delle scorte ai minimi storici ed una domanda di prodotti agricoli al di sopra della media degli anni precedenti. Anche i prezzi del mais risultano al di sopra della media, nonostante l’ottimo raccolto, a causa della crescente richiesta di prodotto per la produzione di biocarburanti. La conseguenza dell’aumento dei prezzi dovrebbe provocare una crescita della superficie coltivata a frumento invernale nel 2008. L’abolizione del set-aside obbligatorio nell’Unione europea dovrebbe stimolare un’ulteriore espansione della superficie coltivata a grano. Per quanto riguarda il mais i raccolti record sono confermati in Sud America dove la produzione brasiliana dovrebbe aumentare di un quarto rispetto ai livelli dello scorso anno. Il raccolto di mais dovrebbe essere sopra la media anche in Messico. Grafico 8. I prezzi mondiali dei principali cereali si mantengono su livelli elevati ed il grano che raggiunge quotazioni record RISO GRANO MAIS Fonte: FAO – Crop prospects and food situation – October 2007 9 Quotazioni futures Al Chicago Board of Trade (CBOT) il grano ha toccato massimi storici soprattutto in seguito all’annuncio dell’Ucraina che ridurrà le proprie esportazioni come conseguenza della scarsità della produzione. La produzione dell'Ucraina, uno dei maggiori esportatori mondiali, è stata messa in crisi, come quella australiana, dalla siccità. Grafico 9 – previsioni sull’andamento delle esportazioni ucraine di grano Previsioni sull'andamento delle esportazioni di grano dall'UCRAINA 8.000 6.000 4.000 2.000 0 00/01 01/02 02/03 03/04 04/05 05/06 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11 11/12 12/13 13/14 14/15 15/16 16/17 -2.000 -4.000 Fonte: FAPRI Nell’arco di soli 12 mesi il future sul frumento per consegna vicina è salito del 60%, quello del mais del 35%, i semi di soia del 42%. Il primo ha appena corretto le punte massime degli ultimi 11 anni, avvicinando i 6,6 dollari per bushel, e la soia oscilla intorno ai record triennali di 9,13 $/bu. Si sta inoltre assistendo ad un aumento dei prezzi al consumo per alcuni beni alimentari fondamentali come pane e latte, salito in 12 mesi negli Usa del 63%; è probabile un ritocco dei prezzi della birra perché l'orzo ad Amburgo ha toccato punte di 260 euro per tonnellata e il malto che se ne ottiene è rincarato del 20% dall'inizio dell'anno; in Ungheria il caro-mangimi farà aumentare probabilmente il prezzo della carne. “A monte c'è il solito ciclo vitale dell'agricoltura, con la siccità che nei mesi scorsi ha danneggiato i raccolti nell'Est europeo e con le eccessive piogge che hanno procurato danni altrettanto gravi alle coltivazioni negli Stati Uniti e in Francia. Però a monte c'è anche il mercato globale: i consumi alimentari salgono in tutta l'Asia, guidati da Cina e India, e per diverse coltivazioni si stanno facendo sempre più importanti, ancorché discussi, gli usi per la trasformazione in biocombustibili. “ 10