REGIONE SICILIANA AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI MESSINA * * * ATTO AZIENDALE 1 Indice 1. Ragione sociale, sede, riferimenti fiscali, logo e patrimonio.............................................4 11. Líorientamento ai bisogni dellíutenza e il miglioramento dei processi clinico..............19 12. Integrazione ospedale territorio......................................................................................20 13. I rapporti convenzionali..................................................................................................21 14. Il governo clinico............................................................................................................24 17. Le relazioni sindacali......................................................................................................28 18. La responsabilizzazione gestionale................................................................................29 19. Le deleghe e i poteri.......................................................................................................30 2. Territorio............................................................................................................................5 20. Il direttore generale........................................................................................................33 21. Il Collegio Sindacale......................................................................................................35 22. Il Direttore Sanitario.......................................................................................................36 23. Il Direttore Amministrativo............................................................................................37 24. La Conferenza dei Sindaci.............................................................................................38 25. Il Collegio di Direzione..................................................................................................39 26. Il Consiglio dei Sanitari..................................................................................................40 28. I Collegi Tecnici.............................................................................................................42 29. Il Comitato Etico............................................................................................................43 32. I Dipartimenti.................................................................................................................50 33. Le strutture complesse e semplici..................................................................................54 34. L’area Territoriale..........................................................................................................66 36. Il Distretto Sanitario.......................................................................................................68 38. Il Dipartimento di Salute Mentale..................................................................................63 40. Dipartimento del Farmaco..............................................................................................89 41. Il Distretto Ospedaliero..................................................................................................92 43. L’organizzazione delle attività delle professioni ex l. 42/1999......................................98 44. Servizi Amministrativi e Tecnici...................................................................................99 45. I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali............................................................103 46. I programmi e i gruppi di progetto...............................................................................104 47. Le funzioni di Staff.......................................................................................................105 48. L’Organizzazione delle attività assistenziali................................................................111 49. Gli incarichi dirigenziali...............................................................................................112 50. Le posizioni organizzative............................................................................................115 51. La pianificazione strategica..........................................................................................117 53. I sistemi di gestione e valutazione del personale.........................................................121 56. Le rilevazioni contabili.................................................................................................127 57. Il controllo interno di regolarità amministrativa, contabile e gestionale......................128 58. La libera professione intramuraria...............................................................................130 59. Norme finali e di rinvio................................................................................................131 7. Le relazioni con gli Enti istituzionali...............................................................................12 9. L’integrazione socio-sanitaria..........................................................................................16 ALLEGATO 1 – STRUTTURA ORGANIZZATIVA......................................................131 ALLEGATO 2 – SOGGETTI DELEGATI E COMPETENZE DELEGATE....................32 ELEMENTI IDENTIFICATIVI DELL’AZIENDA..............................................................4 I PRINCIPI ISPIRATORI DELLA GESTIONE.................................................................18 I SISTEMI E GLI STRUMENTI DI GESTIONE E DI CONTROLLO...........................117 Il Dipartimento di Prevenzione............................................................................................56 2 L’ASSETTO ISTITUZIONALE..........................................................................................32 NORME FINALI E DI RINVIO........................................................................................131 3 ELEMENTI IDENTIFICATIVI DELL’AZIENDA 1. Ragione sociale, sede, riferimenti fiscali, logo e patrimonio Il presente Atto Aziendale di diritto privato, previsto dall'art. 3 comma 1-bis del D. L.vo 502/92 e successive modifiche ed integrazioni ed in conformità alle previsioni di cui alla L.R. n. 30/93 e s.m.i., disciplina l'organizzazione ed il funzionamento dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Messina ed è, come disposto dall’art. 9 commi 3 e 4 della L.R. n. 05/09, adottato dal Direttore Generale sulla base degli indirizzi forniti dall’Assessore Regionale per la Sanità emanati con D.A. n. 736 dell’11.03.2010. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, di seguito indicata ASP, è un Ente con personalità giuridica pubblica ed autonomia imprenditoriale. Essa svolge le funzioni legislativamente assegnatele di tutela e promozione della salute degli individui e della collettività. L’ASP ha sede legale in Messina, Via La Farina n. 263, Codice fiscale e Partita IVA n° 03051870834. Il logo è rappresentato, secondo un comune linguaggio per tutte le Aziende Sanitarie siciliane, dalla rappresentazione geografica della Regione con evidenza del territorio di competenza e della denominazione di questa ASP ed è il seguente: L'azienda Sanitaria Provinciale di Messina si é costituita l'01.09.2009, ai sensi dell’art. 08 della richiamata legge regionale n. 05 del 14 aprile 2009, con la nomina del Direttore Generale disposta con decreto del Presidente della Regione Siciliana n° 330 del 31.08.2009. Il patrimonio dell'azienda è costituito da tutti i beni mobili ed immobili ad essa appartenenti a qualsiasi titolo, compresi tutti i beni comunque acquisiti nell'esercizio delle proprie attività o a seguito di atti di liberalità. L'azienda, ai sensi e per gli effetti dell'art. 5 4 del D.L.vo 502/92 e s.m.i., dispone del proprio patrimonio secondo il regime della proprietà privata, fermo restando che i beni mobili ed immobili utilizzati per il perseguimento dei fini istituzionali costituiscono patrimonio indisponibile e, pertanto, non possono essere sottratti alla loro destinazione se non nei modi stabiliti dalla legge. L'azienda riconosce la valenza strategica del patrimonio quale strumento di potenziamento e di qualificazione strutturale e tecnologica dell'offerta di servizi e, in questa prospettiva, si riserva iniziative di investimento anche mediante processi di alienazione del patrimonio da reddito e di trasferimento di diritti reali previa la necessaria autorizzazione regionale e nel rispetto dell’art. 5 comma 2° del citato D.L.vo. L’Azienda provvede, inoltre, alla salvaguardia, alla valorizzazione ed all’aumento della redditività del patrimonio immobiliare indisponibile e disponibile, adottando un regolamento aziendale di amministrazione e gestione dello stesso, nel quale dovrà tenersi conto della necessità di prevedere una corretta procedura di ammortamento finalizzata al reintegro delle risorse disponibili. 2. Territorio L’ASP di Messina è nata dalla trasformazione della preesistente Azienda Sanitaria Locale n. 5 ed estende la sua competenza su tutto il territorio della provincia di Messina. L’Azienda comprende un territorio suddiviso in 107 comuni con una popolazione residente di circa 642.074, distribuiti in circa 3.247 Kmq di superficie. 5 L’ASP è articolata territorialmente,ai sensi della Legge regionale 30/1993 e successive modificazioni (D.P.R.S. 22/09/2009 emanato ai sensi dell’articolo 12, Legge Regionale n. 5/2009) in 8 distretti comprendenti l’intero territorio della provincia di Messina come di seguito definite: Distretto Messina Comprende il comune di Messina ed i comuni della zona tirrenica Villafranca , Rometta e Saponara, ed i comuni della zona ionica: Itala, Alì terme, Alì sup., Scaletta Zanclea, Fiumedinisi, Nizza di Sicilia, Roccalumera, Pagliara, Mandanici e Furci Siculo. Il Comune di Messina comprende 6 Circoscrizioni: Circoscrizione I (Giampilieri Marina - Giampilieri Superiore - Molino – Altolia Briga Marina - Briga - Pezzolo - Ponte Schiavo – Santo Stefano Briga - Santa Margherita Santo Stefano Medio – Galati Marina - Galati Superiore - Galati Inferiore - Mili San Marco - Mili Marina - Mili San Pietro - Tipoldo – Ladreria Superiore - Larderia Inferiore – Tremestieri); Circoscrizione II (Pistunina - Zafferia - Santa Lucia - CEP - Contesse – Minissale - San Filippo Inferiore - S. Filippo Superiore); Circoscrizione III (Taormina - Gazzi - Mangialupi - Rione Aldisio - Ferrovieri - Cumia Superiore - Cumia Inferiore - Valle degli Angeli - Santo - Bordonaro Calorendi - Palmara - Carrubbara - Monte Santo - Camaro Inferiore - Camaro - Bisconte – Cataratti); Circoscrizione IV (Gonzaga - Montepiselli - Gravitelli - Torre Vittoria - San Ranieri – Galletta); Circoscrizione V (Svizzero - Giostra Basile - Ritiro - S. Licandro - Regina Elena - San Michele - Annunziata – Paradiso); Circoscrizione VI (Contemplazione - Pace - S. Agata - Ganzirri -0 Torre Faro - Capo Peloro - Mortelle - Timpazzi - Casa Bianca - Sperone - Faro Superiore Curcuraci - Massa S. Giovanni - Massa S. Lucia - Massa S. Nicolò - Massa S. Giorgio - Acqualadroni - Spartà - Castanea - Salice - Santo Saba - Rodia - Ortoliuzzo – Gesso). Distretto di Taormina Comprende i comuni di Taormina, Antillo, Casalvecchio Siculo, Forza d’Agrò, Gaggi, Gallodoro, Giardini Naxos, Graniti, Letojanni, Limina, Mongiuffi Melia, Roccafiorita, S.Alessio Siculo, S.Teresa di Riva, Savoca, Castelmola, Motta Camastra, Francavilla di Sicilia, Roccella Valdemone, Malvagna, Mojo Alcantara, S. Domenica Vittoria, S.Teodoro e Cesarò. Distretto di Milazzo Comprende i comuni di: Milazzo, Condrò, Gualtieri Sicaminò, Monforte San Giorgio,Pace del Mela, Roccavaldina, S.Filippo del Mela, S.Pier Niceto, Santa Lucia del Mela, Spadafora , Torregrotta,Valdina e Venetico. Distretto di Lipari Comprende i comuni di Lipari,Leni,S.Marina Salina, Malfa. Il comune di Lipari comprende 6 isole (Lipari-Vulcano-Stromboli-Alicudi-Filicudi-Panarea). Distretto di Barcellona P.G. 6 Comprende i comuni di Barcellona P.G., Basicò, Castroreale, Falcone, Fondachelli Fantina, Furnari, Mazzarà Sant’Andrea, Merì, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, Rodì Milici, Terme Vigliatore e Tripi. Distretto di Patti Comprende i comuni di Patti, Ficarra, Gioiosa Marea, Librizzi, Montagnareale, Oliveri, Brolo, Piraino, Raccuja, S.Piero Patti, S.Angelo di Brolo, Sinagra , Floresta ed Ucria. Distretto di Mistretta Comprende i comuni di Mistretta, Castel di lucio, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano, Tusa, Santo Stefano di Camastra. Distretto di S.Agata Militello Comprende i comuni di S.Agata di Militello, Capo d’Orlando, Caprileone, Frazzanò, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mirto, San Marco d’Alunzio, Alcara li fusi, Tortorici, S. Salvatore di Fitalia, Acquedolci, S.fratello, Caronia, Naso, Castel Umberto e Torrenova. L'ASP di Messina, organizzata in otto Distretti Sanitari Territoriali, e secondo il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera nella Regione Sicilia assicura l’assistenza ospedaliera nei seguenti Ospedali: o Ospedali Riuniti Mistretta – S. Agata di Militello o Ospedale Patti o Ospedali Riuniti Barcellona-Milazzo-Lipari o Ospedale Taormina 3. La missione istituzionale (ragione d’essere) L’Azienda Sanitaria Provinciale si muove orientando azioni e programmi su principi fondamentali quali l’universalità, il rispetto della libertà di scelta, il pluralismo erogativo delle strutture pubbliche e accreditate, l’equità di accesso alle attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione per tutti i cittadini. Se l’obiettivo primario è la tutela della salute, nel senso più ampio del termine così come garantito dall’art. 32 della carta costituzionale – oggi più che mai tale finalità viene perseguita dall’Asp nel solco dei nuovi assetti normativi e organizzativi fissati dal decreto Balduzzi (13/09/2012 n. 201). 7 L’offerta sanitaria viene, dunque, sempre più indirizzata in termini di appropriatezza, tenendo conto delle esigenze di natura economica che il nuovo sistema impone. La propensione naturale dell’Azienda è di certo il territorio quale sede primaria di assistenza e di governo dei percorsi sanitari. Qui si indirizzano le scelte strategiche orientate a favorire: 1. La prevenzione; 2. La gestione delle cronicità per le patologie a lungo decorso; 3. La personalizzazione delle cure; 4. Maggiori garanzie per il cittadino rispetto all’efficacia e alla continuità di gestione del suo problema di salute; 5. Un sistema di efficienza per evitare inutili sperperi di risorse; 6. Garanzie di sviluppo di competenze ai professionisti, appropriate e coerenti con le funzioni svolte; 7. Trasparenza e comunicazione interna ed esterna. 4. La visione aziendale Così come richiamato nel decreto 2 aprile 2015 n. 70 (regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera) - recepito con decreto assessoriale 1 luglio 2015 - a prevalere è una visione integrata di assistenza per promuovere la qualità e sicurezza delle cure e l’uso appropriato delle risorse. La logica è, dunque, quella di un sistema basato sull’integrazione tra i diversi servizi ospedalieri presenti sul territorio. L’approccio è quello interaziendale. La collaborazione con le altre aziende sanitarie della città ha, infatti, permesso di mettere a punto e consolidare un sistema di “rete” che in modo trasversale consente di gestire il percorso diagnostico terapeutico del paziente nel modo più giusto. L’obiettivo, secondo il modello hub & spoke, è quello di allocare i pazienti, anche in fase successiva alla prima accettazione, presso quei presidi che dispongono di un livello organizzativo coerente con la complessità assistenziale del caso da trattare. L'attivazione delle reti tempo dipendenti, infatti, consente di creare il percorso più giusto affinché minuti di tempo preziosi possano essere utilizzati al meglio. Sono già attive su tutta la provincia di Messina le reti per la gestione dell’infarto e dell’ictus cerebrale in fase acuta. Si tratta di un network per l’emergenza, coordinato dall’Asp di Messina, che coinvolge più ospedali a diversa 8 complessità assistenziale e per il quale le tre aziende della provincia hanno stilato procedure condivise. L'ASP promuove la salute nel territorio di competenza sulla base dei dati epidemiologici rilevati sulla popolazione del territorio, sviluppando attività di educazione sanitaria, di igiene e sicurezza degli ambienti collettivi di vita e di lavoro, di vigilanza sui cibi destinati all'alimentazione umana e degli animali, di prevenzione della malattia e degli infortuni, erogando prestazioni e servizi sanitari e, in particolare, di diagnosi e cura sia in regime domiciliare, sia in regime ambulatoriale sia di ricovero ospedaliero, a favore delle persone iscritte al servizio sanitario nazionale. Le risorse aziendali concorrono anche allo sviluppo dell'intero servizio sanitario regionale con la finalità di: • garantire la sua affidabilità clinica, assistenziale, economica e finanziaria, anche tramite lo sviluppo dei propri sistemi informativi; • attuare le politiche regionali in tema di formazione ed aggiornamento del personale, di attività di ricerca ed innovazione, di informazione e comunicazione ai cittadini, di facilitazione dell'accesso ai servizi, di applicazione degli strumenti per il governo clinico; • dare attuazione ai risultati delle concertazioni promosse e definite con la Regione. L'Azienda gestisce inoltre le attività socio-assistenziali di rilievo sanitario assumendone l'onere in tutto o in parte sul bilancio, secondo quanto disposto dalle normative nazionali e regionali. In particolare: • promuove ogni azione di educazione sanitaria e di prevenzione degli infortuni e delle malattie, in grado di favorire il passaggio dalla gestione dell'evento clinico alla gestione della salute; • applica protocolli diagnostici, terapeutici e riabilitativi nonché procedure sanitarie, assistenziali ed amministrative efficaci, efficienti ed appropriate; • ricerca modalità di gestione della salute secondo programmi individuali per pazienti che necessitano d'interventi preventivi, specialistici o di tipo post intervento; • collabora con gli utenti affinché si possa trovare una risposta qualificata ai loro bisogni sanitari anche nei casi in cui non possa intervenire direttamente; • ricerca la collaborazione dei propri operatori, dipendenti o convenzionati, per offrire servizi sempre più qualificati per l'utenza: per questo individua nella 9 formazione e nell'aggiornamento del personale un elemento strategico non solo di miglioramento professionale, ma anche di cambiamento culturale per porre l'utente al centro del sistema sanitario aziendale; • rifugge l'accanimento terapeutico, cercando di restituire all'assistito la migliore qualità di vita possibile; • pubblicizza i tempi di attesa sia per le prestazioni ambulatoriali che per i ricoveri cercando soluzioni sempre più efficaci, sia per migliorarli che per facilitare l'accesso alle prestazioni stesse; • ricerca la collaborazione del volontariato per migliorare la tempestività, la qualità e l'umanizzazione dei propri servizi; • sviluppa e modula i propri sistemi di miglioramento continuo dell'offerta sanitaria a partire dall'analisi del bisogno sanitario locale nel rispetto delle indicazioni regionali, dell'analisi delle attività e delle indicazioni degli utenti e degli operatori sanitari; • sviluppa i propri sistemi informativi con mezzi informatici al fine di favorire l'approccio del cittadino al sistema delle prestazioni sanitarie e sociali. In applicazione della vigente normativa regionale le azioni che questa ASP promuove sono volte a realizzare: - una qualificata integrazione dei servizi sanitari e socio sanitari anche attraverso il necessario trasferimento dell’offerta sanitaria dall’Ospedale al Territorio, nonché un compiuto coinvolgimento dei MMG e PLS e l’ottimale distribuzione sul territorio dei Medici Specialisti, favorendo l’instaurarsi di relazioni funzionali fra operatori ospedalieri e territoriali al fine di ottimizzare il sistema della continuità assistenziale nei processi di prevenzione, cura e riabilitazione; - l’ottimale organizzazione delle modalità di accoglienza e accesso alla rete dei servizi nell’ambito del distretto sanitario; - il superamento della frammentazione e/o duplicazione delle strutture organizzative esistenti, attraverso processi di aggregazione in dipartimenti e di integrazione operativa e funzionale; - i processi di razionale distribuzione del personale eventualmente risultante in esubero per effetto del riordino della rete ospedaliera, nel rispetto della vigente normativa, dei contratti e degli accordi sindacali; 10 - il potenziamento dei servizi finalizzati alle attività di riabilitazione, lungodegenza e post-acuzie; - una progressiva riduzione della mobilità sanitaria passiva extraziendale; - l’applicazione delle disposizioni sulla trasparenza di cui al decreto legislativo n. 150/09, attraverso il miglioramento dell’apposita pagina web dedicata sul sito internet aziendale e l’adozione del programma triennale per la trasparenza e l’integrità, da pubblicare on line, ove sono contenute le azioni che si intende svolgere per assicurare un livello adeguato di trasparenza; - l’attuazione del principio di responsabilità attraverso l’implementazione di un completo controllo di gestione per la verifica dell’appropriatezza, qualità, efficacia, efficienza ed economicità delle prestazioni e dell’operato dei suoi responsabili, sulla base di consolidati criteri tecnico-scientifici e mediante l’informatizzazione delle funzioni e delle dinamiche sanitarie. 5. I principi ispiratori del servizio al cittadino Nella mappa degli stakeholders, portatori di interesse dell’Asp, i cittadini sono i protagonisti principali. È a loro che l’Asp si rivolge attraverso la propria offerta assistenziale. Cittadini che sono soprattutto utenti, oggi più che mai consapevoli dei propri diritti e delle proprie necessità. È nell’ottica di offrire un servizio assistenziale sempre più orientato ai propri bisogni che l’Azienda si ispira ad alcuni principi cardine di seguito rappresentati: 1. Centralità e partecipazione del cittadino quale titolare del diritto alla salute e soggetto attivo del percorso assistenziale; 2. Universalità e parità di accesso ai servizi sanitari nel rispetto del diritto di libera scelta dei cittadini nell’ambito dei soggetti pubblici e privati accreditati; 3. Integrazione socio-sanitaria ai sensi della normativa di settore; 4. Compartecipazione degli Enti locali alla programmazione delle attività ed alla verifica dei risultati di salute; 5. Coinvolgimento dei cittadini attraverso l’accessibilità e la trasparenza degli atti, nonché la verifica del gradimento dell’utenza per i servizi erogati attraverso i sistemi di rilevazione della customer satisfaction, anche alla luce delle nuove norme contenute nel D.Lgs. n. 150/09; 11 6. Innovazione quale capacità di stimolare, valorizzare e riconoscere le soluzioni innovative proposte in ogni ambito di attività in quanto fattore determinante di sviluppo e di crescita; 7. Partecipazione e coinvolgimento delle varie categorie di soggetti coinvolti nel processo sanitario. L’AZIENDA E I SUOI INTERLOCUTORI ESTERNI 6. La partecipazione dei cittadini: la “rete civica della salute” (e le relazioni con la società civile) Il legame tra l’Asp e i cittadini nel tempo si è sempre più rafforzato. È cresciuto il peso che le associazioni di volontariato e i rappresentanti dei cittadini hanno assunto all’interno delle aziende sanitarie. Ciò è ancor più amplificato in una azienda sanitaria provinciale come quella di Messina che abbraccia nel suo comprensorio comuni diversi, sia sul fronte demografico che geografico. Per questa ragione diventa essenziale costruire un dialogo costante tra amministrazione e cittadini. In questa direzione si inserisce anche la rete civica della salute, collocata dall’Assessorato Regionale della Salute tra gli obiettivi assegnati ai direttori generali. Un progetto che l’Asp ha portato avanti a livello interaziendale, fondato sull’idea che cittadini informati e consapevoli possano diventare protagonisti attivi nelle scelte relative alla propria salute nel sistema sanitario nazionale. Dopo l’intuizione dei comitati consultivi aziendali del 2010, organismi a tutti gli effetti parte integrante delle aziende sanitarie, la rete civica rappresenta uno strumento concreto che consente di allargare ancora di più le “maglie” della partecipazione. Alla base del progetto di “rete civica della salute” vi è il reclutamento dei così detti “referenti civici” per la salute, cioè cittadini provenienti da tutti i comuni, rappresentativi delle diverse realtà locali, che entrando in “rete” potranno offrire il proprio contributo nel migliorare i processi assistenziali e diffondere le informazioni sull’offerta dei servizi. L’adesione avviene su base volontaria ed il reclutamento si avvale della collaborazione di partner ben definiti: comuni, università, scuole, ordini professionali, protezioni civile, associazioni di volontariato. 7. Le relazioni con gli Enti istituzionali 12 L'ASP di Messina, al fine di valorizzare e consolidare sempre più la propria presenza nel sistema produttivo locale, intende sviluppare ogni utile collaborazione con tutte le forze sociali del mondo dell'economia, del lavoro oltre che con le istituzioni locali, scolastiche e della formazione presenti sul territorio. L’ASP si propone, pertanto, come interlocutore al servizio delle istituzioni: Provincia Regionale, Comuni, CCIA, Ufficio Scolastico etc …, e si impegna ad attuare le proprie funzioni, nel rispetto delle decisioni assunte dagli organi di governo ad essa preordinate nello spirito di leale collaborazione istituzionale sancito dal PSN e PSR quale strumento di innovazione partecipativa nella programmazione e nella gestione dei servizi sanitari. L'assetto organizzativo dell'Azienda vuole inoltre favorire la partecipazione delle Istituzioni locali, attraverso la Conferenza dei sindaci, la consultazione con le associazioni degli utenti e la concertazione con le rappresentanze sociali e sindacali presenti sul territorio. L’Azienda per la sua competenza su un territorio particolarmente vasto e diversificato, intende instaurare e mantenere un dialogo continuo con ogni Comune, anche attraverso le Direzioni Mediche degli otto Distretti Sanitari. L'assistenza agli immigrati I continui sbarchi che spesso coinvolgono in prima linea la città di Messina impongono l'adozione di un programma di interventi ben strutturati. In tale ambito l'ASP punta a favorire azioni protese non alla gestione dell'emergenza, ma al governo del fenomeno stesso. L’Azienda sanitaria provinciale – su delega della Prefettura - ha un ruolo attivo e prioritario nella fase di accoglienza in porto con le attività di screening sanitario e la gestione del coordinamento con tutti gli ospedali della Provincia. Le Asp dei territori dove avvengono sbarchi oltre a garantire il coordinamento del triage sanitario e la prima assistenza all'arrivo, assicurano l'assistenza sanitaria di base, anche con il supporto di Croce Rossa Italiana ed alcune Emergency. La presenza della popolazione straniera proveniente da altri paesi rappresenta comunque una realtà e i servizi sanitari che l'Asp offre sono pianificati anche in funzione 13 delle esigenze che questi cittadini possono avere. Ecco perché tra gli ambiti di intervento si annoverano: • Piani formativi specifici dedicati a tutti gli operatori • campagne informative con strumenti adeguati, rivolte alla popolazione immigrata e inerenti il diritto e l'accesso ai servizi • coinvolgimento della rete del volontariato e del privato sociale in forme di collaborazione, regolamentate, con i servizi socio-sanitari pubblici; Per gli immigrati regolari • servizi per facilitare l'accesso ai medici di base e ai pediatri di libera scelta e consultori familiari 8. La rete regionale dei servizi sanitari Per disposizione legislativa di cui all’art. 15 della Legge 14 aprile 2009 n.5 le Aziende del Servizio Sanitario Regionale devono operare in rete per garantire, attraverso il sistema telematico, il coordinamento ed il collegamento delle funzioni socio-sanitarie, per assicurare all’utente l’appropriatezza dell’intero percorso assistenziale (accoglienza – presa in carico – cure – dimissioni) evitando duplicazioni o carenze nell’offerta sanitaria. In particolare, i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie, delle Aziende Ospedaliere e delle Aziende Ospedaliere Universitarie, ciascuno per la propria competenza, concorrono allo sviluppo a rete del sistema sanitario regionale attraverso la programmazione interaziendale di bacino allo scopo di ottimizzare l’integrazione delle attività sanitarie in relazione agli accertati fabbisogni sanitari ed alle esigenze sociosanitarie. Lo strumento di integrazione delle politiche sanitarie locali è il Comitato di Bacino cui ogni Azienda Sanitaria prende parte con la propria Direzione Generale allo scopo di: o Concorrere allo sviluppo e razionalizzazione delle attività di ricovero in rete; o Favorire ogni azione utile per la realizzazione di progetti specifici anche istituendo dipartimenti tecno-scientifici interaziendali; o Individuare forme di acquisto di beni e servizi comuni. L’Asp di Messina è componente del Comitato del “Bacino Sicilia Orientale” e, pertanto, contribuisce alla realizzazione dell’integrazione delle attività sanitarie erogate dagli altri Soggetti operanti nel medesimo bacino in relazione ai fabbisogni ed alle esigenze socio-sanitarie del territorio. 14 A tal fine, l’ASP di Messina concorre attivamente anche in riferimento alla specifica area comprendente le province di Messina e di Enna, per sviluppare programmi finalizzati a corrispondere a particolari bisogni di salute correlati alle peculiarità dei territori montani, alla frammentazione territoriale ed alle caratteristiche orografiche nonché ai flussi di utenza extraregionale. • LA RETE REGIONALE DEI SERVIZI e le reti cliniche integrate L’ASP di Messina nel proprio territorio si prefigge gli obiettivi indicati nella programmazione regionale sanitaria in un’ottica di forte integrazione unitaria e sussidiaria che garantisca complementarietà tra le diverse Aziende erogatrici dei servizi, con la consequenziale distribuzione di risorse e di opportunità, tale da evitare sovrapposizioni, duplicazioni e/o criticità nell’offerta. L’Azienda territoriale concorre, nella specificità del proprio ruolo, alla rete del sistema sanitario regionale, attraverso la programmazione interaziendale dell’Area metropolitana, finalizzata all’ottimale integrazione delle attività sanitarie erogate Il gruppo di lavoro interaziendale per il Piano Attuativo dell’Area metropolitana di Messina e i tavoli tecnici interaziendali dei diversi capitoli del Piano Attuativo, sono anch’essi strumento di integrazione delle politiche sanitarie locali con l’obiettivo operativo dii concorrere allo sviluppo ed alla razionalizzazione delle attività sanitarie in rete individuando specifici momenti gestionali. • La logica assistenziale delle reti cliniche integrate L’organizzazione dei servizi sanitari in reti cliniche integrate assume la centralita della persona come soggetto del processo assistenziale. In tale logica l’Azienda promuove il lavoro sui percorsi di cura. Gli strumenti di programmazione di ambito provinciale definiscono gli assetti di rete (nodi) ospedalieri e territoriali e la pianificazione aziendale ed interaziendale esplicita le relazioni funzionali fra i diversi nodi garantendo: • l’unitarieta dei processi di assistenza, che risulta essenziale soprattutto nelle patologie cronico–degenerative; • un’offerta qualificata ed omogenea sul territorio provinciale; • la differenziazione delle funzioni e la complementarieta tra esigenze di cura a diversa complessita assistenziale, finalizzata a contemperare le necessita di elevata qualita dell’assistenza e la sostenibilita economica di sistema. L’obiettivo della rete assistenziale è quello di essere strumento per soddisfare le esigenze e aspettative di tutte le parti interessate al processo assistenziale: i pazienti e le 15 foro famiglie, i professionisti, l’articolato sistema degli stakeholder e la comunità nel suo complesso. Le Reti Assistenziali sono anche valido strumento di implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici, in coerenza con le strategie della Regione di recupero e cura dell’appropriatezza e di controllo degli sprechi. Il modello delle reti integrate, inoltre, prevede che ad una determinata soglia di complessita, si trasferisca la sede dell’assistenza da unita ospedaliere periferiche ad unita centrali di riferimento ad elevata complessita organizzativa (hub). Le unita periferiche (spoke) non vengono espropriate sotto il profilo professionale e culturale in quanto partecipano alla gestione globale del paziente garantendone la selezione, l’invio e la ripresa in carico per il follow-up in cronico. Seguendo tali principi, l’assistenza viene riorganizzata in reti integrate: concentrazione della casistica più complessa nei centri (Hub) che trattano un volume di attività tali da garantire la miglior qualità dell’assistenza erogata e il miglior utilizzo delle risorse organizzative e tecnologiche disponibili. L’attività degli Hub è integrata attraverso connessioni funzionali con quella dei centri (Spoke) che assicurano l’assistenza per la casistica a minore grado di complessità e che rappresentano la chiave d’accesso per il sistema. In coerenza con lo sviluppo di questo modello e con il piano di attuazione dell’eGovernment nella regione, l’attenzione si rivolge anche ai livelli di informatizzazione minima e di sviluppo della Telemedicina, considerato – tra l’altro – il territorio delle isole minori dell’arcipelago delle Eolie. Le reti assistenziali si collocano all’interno dei LEA, coerentemente con i documenti di programmazione regionale e nazionale, riferiti a: La rete per l’emergenza-urgenza (IMA, Stroke, STEN, STAM, Politrauma) La rete delle cure palliative e della terapia del dolore La rete oncologica La rete cardiologica La rete nefrologica La rete trasfusionale La rete per le malattie rare La rete per l’assistenza dei pazienti affetti da emoglobinopatie La rete dei servizi assistenziali nella salute mentale 9. L’integrazione socio-sanitaria 16 Il concetto di integrazione rappresenta una degli obiettivi fondamentali delle innovazioni organizzative portate avanti da tutte le aziende produttrici di beni e servizi per la salute. L’obiettivo è quello ridurre la frammentazione dell’erogazione dell’assistenza ponendo al centro della figura del cittadino-utente, il suo bisogno di salute, il suo grado di soddisfacimento, la sua necessità di partecipazione attiva nei processi di miglioramento della qualità di vita e di assistenza in una logica sempre più coerente di integrazione, collaborazione e condivisione tra le varie figure professionali operanti nel settore sanitario e nel terzo settore, sviluppando un percorso di deospedalizzazione e una crescita delle attività territoriali e di cure primarie che si prendano carico dei pazienti e delle loro famiglie, congiuntamente al tema delle reti per patologie. E’ necessario, quindi, partendo dall’analisi dei bisogni di salute dei cittadini programmare le risposte del SSR a livello dei servizi socio sanitari e socio assistenziali in termini di efficacia ed efficienza delle cure e delle prestazioni erogate. L’ASP ha la finalità di assicurare alla popolazione residente servizi e prestazioni di tipo sanitario e di tipo sociale ad elevata integrazione sanitaria, secondo criteri di appropriatezza, accessibilità ed equità, in grado di garantire anche nel lungo periodo la continuità tra le azioni di cura e quelle di riabilitazione; attraverso: • La promozione delle dinamiche di clinical governance e l’integrazione dei percorsi assistenziali tra le diverse articolazioni aziendali coinvolte (strutture di medicina di base – ospedale – territorio) per far fronte alla complessità dei bisogni dell’utenza che, in considerazione dei dati epidemiologici (invecchiamento popolazione, cronicizzazione delle malattie e frequenza di pluripatologie) necessitano di approccio pluridisciplinare e forme di stabile integrazione tra i diversi livelli assistenziali per prevenire e contenere gli esiti degenerativi ed invalidanti di patologie congenite o acquisite • Il coinvolgimento attivo dei pazienti nella gestione dei processi di salute • La razionalizzazione del sistema dell’offerta dei servizi sul territorio al fine di garantire una distribuzione uniforme di accessibilità alle prestazioni • L’agevolazione, con il coinvolgimento dei MMG e PLS, della deospedalizzazione garantendo accessibilità diretta a strutture residenziali alternative ed assicurando forme di assistenza domiciliare integrata 17 • Azioni di supporto rivolte alla persona in stato di bisogno con problemi di emarginazione condizionanti lo stato di salute I PRINCIPI ISPIRATORI DELLA GESTIONE 10. L’unitarietà della gestione L'azienda sanitaria provinciale ha un assetto organizzativo che attraverso le sue strutture territoriali punta al miglioramento continuo della qualità dei servizi erogati. A tal fine fa leva su attività di progettazione coordinate e sullo sviluppo di processi di formazione ed aggiornamento continuo dei propri operatori. Tale assetto deve favorire, secondo i principi di unità ed omogeneità dell’azione: • l'accessibilità ai servizi per i cittadini; • l'equità nell'erogazione di prestazioni appropriate al bisogno ed ispirate all'umanizzazione; • la semplificazione burocratica dell'accesso ai servizi stessi; • la trasparenza delle azioni e delle attività dell'Azienda; • la tutela del diritto da parte dei cittadini-utenti alla riservatezza. Esso dovrà inoltre rispondere alle esigenze di economicità della gestione per un pieno e corretto utilizzo delle risorse disponibili. L'azienda organizza la sua attività sanitaria in tre macro sistemi sanitari utilizzando le proprie sedi periferiche e così rendendo unica la gestione del bene salute, secondo logiche di integrazione: ⇒ territoriale: ove si definisce, d'intesa con il Comitato dei sindaci di Distretto, il bisogno sanitario del territorio di competenza e si acquisiscono i servizi sanitari necessari attraverso l’attività dei Distretti, concordandone le modalità con il settore delle Cure Primarie e con il Dipartimento di Salute Mentale. Questo macro sistema sanitario si occupa inoltre della diagnosi e cura del paziente non ricoverato attraverso la tradizionale attività del medico di medicina generale e soprattutto organizzando il sistema della deospedalizzazione, delle cure domiciliari e l'assistenza specialistica con gli istituendi PTA. ⇒ ospedaliero: comprendente la nuova Rete Ospedaliera Aziendale costituita dai Dipartimenti Ospedalieri ed intradistrettuali. Il sistema ospedaliero collabora con quello distrettuale fornendo prestazioni specialistiche nell'ambito delle cure 18 domiciliari ed esercitando una funzione strumentale nelle campagne di prevenzione e di educazione sanitaria. ⇒ di prevenzione: organizzato in dipartimento strutturale assicura il supporto tecnico sia alla Conferenza dei Sindaci, per l'elaborazione dei piani per la salute e per l'individuazione e la realizzazione degli interventi di promozione della salute, sia alla Direzione dell'Azienda e alle Direzioni Distrettuali per l'attività epidemiologica connessa alla funzione di committenza, nonché la produzione di prestazioni e di servizi relativi alle aree di sanità pubblica, di tutela della salute e di sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro. 11. L’orientamento ai bisogni dell’utenza e il miglioramento dei processi clinico assistenziali Per andare incontro alle esigenze dei cittadini l'azienda mette in atto interventi sempre più mirati. La logica è quella di orientare programmi e attività in funzione della domanda, al fine di soddisfare le necessità di salute. Tutti i processi pongono al centro il cittadino-utente e il soddisfacimento dei suoi bisogni. L’orientamento si realizza attraverso una attenta analisi del contesto ed una valutazione dei fattori che influenzano lo stato di salute della popolazione. L'Ufficio relazioni con il pubblico è la realtà attraverso cui più facilmente è possibile conoscere le esigenze dei cittadini e i problemi che possono emergere nella gestione dei servizi assistenziali. Dal grado di soddisfacimento deriva la percezione di qualità, efficacia, adeguatezza ed efficienza. Peculiare caratteristica dell’organizzazione dell’ASP di Messina è l’utilizzo di un approccio orientato ai processi per soddisfare la domanda di salute, che realizzi: 1. il superamento dei limiti della gestione tradizionale e l’introduzione di un nuovo sistema di organizzazione basato sull’attribuzione di responsabilità specifiche e misurazione dei risultati conseguiti; 2. l’implementazione dell’integrazione intraziendale; 3. il miglioramento della comunicazione al cittadino – utente anche attraverso l'ausilio delle nuove tecnologie; Per il raggiungimento di tali obiettivi possono essere definiti dei percorsi assistenziali specifici. Lo scopo è quello di aumentare la qualità dell’assistenza, migliorando gli esiti, la sicurezza e la soddisfazione dei pazienti e ottimizzando l’uso delle risorse. Per raggiungere tale risultato è necessario: 19 1. dichiarare in modo esplicito gli obiettivi e gli elementi chiave dell’attività assistenziale, a partire dalle prove di efficacia, dalle migliori pratiche e dalle aspettative dei pazienti; 2. facilitare la comunicazione, il coordinamento dei ruoli e lo svolgimento delle attività da parte del team assistenziale multidisciplinare dei pazienti e dei familiari; 3. documentare, monitorare e valutare i risultati assistenziale e loro dinamicità; 4. identificare le risorse necessarie e compatibili. 12. Integrazione ospedale territorio La Regione Siciliana ha riorganizzato il sistema sanitario prevedendo nella specifica legge di riforma n. 5/2009 - Norme per il riordino del Servizio sanitario regionale - la promozione di azioni per realizzare condizioni di equilibrio tra la soddisfazione dei bisogni sanitari e socio-sanitari dei cittadini e le relative risorse. La necessità di razionalizzare e contenere la spesa sanitaria ha imposto negli ultimi anni un radicale mutamento delle strategie di sanità pubblica con lo sviluppo di progetti di integrazione ospedale territorio. Ciò significa prevedere un sistema integrato di accompagnamento dell'assistito nelle diverse fasi in cui è necessario soddisfare il "bisogno" di salute. Esso può essere soddisfatto sia potenziando i servizi alternativi al ricovero tradizionale ordinario (D.H. /D.S. e PACS), che attraverso i servizi socio-sanitari (assistenza ambulatoriale, riabilitativa, residenziale e domiciliare) che permettono di personalizzare ed umanizzare gli interventi. Tra i principi alla base di una corretta integrazione ospedale e territorio l’ASP ritiene necessaria: 1. funzione prevenzione per contrastare i fattori di rischio delle malattie cronico degenerative; 2. buon governo della domanda a livello distrettuale; 3. funzione degli ospedali efficace ed efficiente nella cura dell’acuzie; 4. sinergia tra professionisti diversi (MMG/PLS e Medici Specialisti territoriali ed ospedalieri) che si relazionano in modo efficace avendo a riferimento centrale l’interesse del paziente. Si concretizza sempre più l'idea di un servizio assistenziale in cui il cittadino si rivolge all'ospedale in caso di prestazioni di 20 elevata specializzazione. Le strutture presenti sul territorio assicurano e garantiscono la presa in carico complessiva del paziente, valutano il suo bisogno ed orientano ed individuano il percorso di cura più adeguato ed appropriato. Un nodo cruciale per la realizzazione del percorso ospedale – territorio è la gestione del paziente in dimissione che deve essere garantito in una appropriata prosecuzione dell’assistenza nella fase post-acuzie. Particolare attenzione merita la dimissione protetta che deve essere gestita garantendo il coordinamento tra l’equipe ospedaliera e quella territoriale, tra le attività sanitarie e le attività socio- assistenziali. Tutto ciò consente di ridurre gli inappropriati prolungamenti della degenza ospedaliera ed i ricoveri ripetuti. La nuova scommessa strategica dell’Azienda è la piena ed efficiente integrazione tra assistenza ospedaliera e prestazioni erogate sul territorio. In tal senso appare determinante la riorganizzazione dell’attività territoriale con l’istituzione dei presidi territoriali di assistenza (PTA) costituenti il punto di accesso alla rete territoriale, anche attraverso il Centro unico di prenotazione (C.U.P.), per garantire in modo capillare l’erogazione di prestazioni in materia di cure primarie, gestione integrata e day service territoriale. 13. I rapporti convenzionali Al fine di garantire risposte assistenziali adeguate alla domanda di salute dei cittadini l’ASP di Messina offre prestazioni sanitarie erogate direttamente attraverso le proprie articolazioni strutturali, ovvero, indirettamente – attraverso la contrattualizzazione di rapporti convenzionali con vari soggetti pubblici e privati accreditati: Aziende sanitarie provinciali o Aziende Ospedaliere e Universitarie IRCCS Enti pubblici non appartenenti al SSN Case di Cura private Strutture residenziali Specialisti ambulatoriali Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e Medici di Continuità Assistenziale 21 In particolare, in applicazione della legge di riforma della sanità territoriale, l’Azienda sviluppa al massimo grado le forme di coinvolgimento dei MMG/PLS e dei Medici di Continuità Assistenziale nelle dinamiche organizzative del Distretto e del PTA, infatti gli stessi, nel nuovo modello organizzativo, rivestono un ruolo strategico per favorire il processo di governo della domanda e la responsabilizzazione degli interlocutori sanitari nella prima fase di accesso e di orientamento del bisogno espresso dai cittadiniutenti, nel rispetto dello stato di salute e dell’uso appropriato dei sevizi e dei presidi farmaceutici. Il progressivo accentuarsi dei problemi inerenti alla sostenibilità economica del SSN a fronte di crescenti esigenze di qualificazioni dei servizi sanitari offerti, richiede la necessità di rispondere in modo adeguato, etico, deontologico e nuovo alla domanda crescente di salute, che va valutata e orientata, recuperando i valori e i principi della legge 23 dicembre 1978 n. 833, affermando l’esigenza di efficacia e appropriatezza della risposta sanitaria e sociale per un pieno utilizzo delle risorse del sistema a tutela di equità, eguaglianza e compatibilità del sistema socio-sanitario. Il Piano Sanitario Nazionale riconosce il territorio quale punto di forza per un’organizzazione sanitaria capace di individuare i bisogni di salute dei cittadini, di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunità di accesso ai servizi attraverso la costruzione di percorsi assistenziali secondo modalità che assicurino tempestivamente al cittadino l’accesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali, di medicina generale e specialistica ambulatoriale e ospedalieri. La realizzazione in ambito distrettuale e territoriale di una rete integrata di servizi finalizzati all’erogazione delle cure primarie al fine di garantire la continuità dell’assistenza, la individuazione e la intercettazione della domanda di salute con la presa in carico dell’utente e il governo dei percorsi sanitari e sociali, in una rigorosa linea di appropriatezza degli interventi e di sostenibilità economica consentirà al territorio, di soddisfare, nella misura massima possibile, la domanda di salute a partire dal primo intervento perseguendo anche l’obiettivo di ricondurre le liste di attesa entro tempi accettabili. A tal fine si conviene sulla necessità di costituzione di una organizzazione distrettuale e territoriale integrata per l’assistenza primaria con lo sviluppo della medicina 22 associata d’intesa con le OO.SS., di strutture operative complesse organizzate dagli stessi professionisti e fondate sul lavoro di gruppo, con sede unica, composte da medici di medicina generale (assistenza primaria e medici di continuità assistenziale) e pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni ed altre professionalità sanitarie specialisti ambulatoriali convenzionati/accreditati esterni, in un quadro di unità programmatica e gestionale del territorio. L’organizzazione ha, come suo presupposto, la piena valorizzazione di tutte le componenti all’interno del sistema: Case di Cura private, Strutture residenziali, Specialisti Ambulatoriali interni, Specialisti Ambulatoriali esterni, Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, Continuità Assistenziale. I medici e professionisti sanitari operanti sul territorio nelle cure primarie avranno, sulla base di quanto definiranno le regioni, un ruolo di partecipazione diretta nella definizione dei modelli organizzativi, nella individuazione dei meccanismi di programmazione e controllo e nella definizione degli obiettivi di budget. In proposito dovrà essere garantita la presenza delle strutture organizzative territoriali nell’ambito delle forme partecipative, previste dall’atto aziendale, al fine di: o assicurare su tutto il territorio nazionale, i livelli essenziali di assistenza; o realizzare nel territorio la continuità dell’assistenza 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 nel concetto più ampio della presa in carico dell’utente; o promuovere la salute dell’infanzia e dell’adolescenza con particolare attenzione agli interventi di prevenzione, educazione e informazione sanitaria; o favorire una integrazione fra politiche sanitarie e politiche sociali a partire dall’assistenza domiciliare in accordo con i diversi soggetti istituzionali e con i poli della rete di assistenza; o favorire la presa in carico del sistema di cure primarie degli assistibili, in particolare se fragili o non autosufficienti, attraverso l’attivazione di regimi assistenziali sostenibili e di livello appropriato quali quelli della domiciliarità e residenzialità. Questa riorganizzazione avrà come proprio fondamento l’informatizzazione del sistema, secondo standard condivisi, definiti a livello nazionale e regionale, che dovrà 23 coinvolgere tutti i soggetti operanti nel territorio, per una ottimale interrelazione fra professionisti sanitari, strutture organizzative territoriali, distretti, ospedali ed altri poli della rete integrata socio-sanitaria. Sono previsti anche percorsi formativi comuni tra medici e professionisti sanitari che operano nel territorio e medici e professionisti sanitari che operano in ospedale. Tali percorsi dovranno essere mirati all’acquisizione di strategie comuni finalizzate all’ottimizzazione dei percorsi diagnostico terapeutici dell’assistito e la loro 14. Il governo clinico Il Governo Clinico (Clinical Governance) può essere definito come “il contesto in cui i servizi sanitari si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dell’assistenza e mantengono elevati livelli di prestazioni creando un ambiente che favorisce l’espressione dell’eccellenza clinica, assistenziale ed organizzativa, nel limite delle risorse disponibili” (NHS, 1998). L’attuazione di politiche di governo clinico rappresenta un obiettivo strategico finalizzato a creare maggiore coerenza e trasparenza, a migliorare la qualità dei servizi erogati, a garantire alle istituzioni coinvolte un supporto per definire priorità ed operare scelte di allocazione delle risorse limitate, in modo sistematico, partecipato e condiviso. Il governo clinico, come strategia gestionale, intende rendere ogni azione (clinica, assistenziale, organizzativa, economico-finanziaria, gestionale) coerente e finalizzata alla qualità dell’assistenza, vuole inoltre mettere in grado l’organizzazione di evolvere, sviluppando meccanismi di feed-back che le permettano di apprendere continuamente dalle proprie esperienze. Gli aspetti che caratterizzano il concetto di governo clinico sono: - la condivisione multidisciplinare, per ottenere i risultati desiderati occorre che le capacità tecnico-cliniche dei team di lavoro siano supportate da un ambiente organizzativo e amministrativo funzionale al raggiungimento degli obiettivi prefissati di sicurezza, efficacia, appropriatezza, efficienza, equità; - la responsabilizzazione, come impegno del team di sottoporsi a valutazione e monitoraggio delle proprie prestazioni secondo principi professionalmente condivisi di etica organizzativa, con comparazione dei dati e delle esperienze (benchmarking); - la partecipazione attiva dei cittadini, mediante una politica di comunicazione e di 24 informazione da parte dell’organizzazione, e con comportamenti trasparenti da parte dei clinici, per favorire la consapevolezza delle opzioni diagnostico-terapeutiche-assistenziali; - l’organizzazione dipartimentale, che rappresenta la sede operativa dei percorsi clinicoassistenziali, favorendo il coordinamento dei comportamenti clinici ed assistenziali basati sulle prove di efficacia, costituendo l’ambito privilegiato per assicurare la misurazione e comparazione degli esiti, la gestione del rischio clinico, la contestualizzazione di linee guida e protocolli diagnostico-terapeutici-assistenziali, la formazione continua, il coinvolgimento del paziente e l’umanizzazione dei servizi, la gestione della documentazione sanitaria, l’informazione corretta e trasparente, la ricerca e sviluppo dell’innovazione tecnica-organizzativa. Gli obiettivi del governo clinico e quindi della formazione sono indissolubilmente legati all’organizzazione dei servizi ed alle relazioni interdisciplinari ed interprofessionali. L’Azienda adotta i principi e gli strumenti del governo clinico come elementi strategici del proprio modello di funzionamento e ricerca il miglioramento continuo della qualità delle performance sanitarie e la tutela di elevati standard sanitari, promuovendo un ambiente in cui possa svilupparsi l’eccellenza. Obiettivo fondamentale è che ogni paziente riceva, in funzione dei bisogni di cui è portatore, le risposte clinico-assistenziali in grado di assicurare il miglior esito possibile, in funzione delle conoscenze e delle risorse disponibili, il minor rischio di danni conseguenti ai trattamenti e la massima soddisfazione. L’Azienda attua le politiche del governo clinico con l’integrazione di numerosi fattori interconnessi e complementari, tra le quali l’apprendimento continuo (la FORMAZIONE delle comunità professionali), la gestione e la comunicazione del rischio, l’audit, la medicina basata sulle prove di efficacia, le linee guida cliniche e i percorsi assistenziali, la gestione dei reclami e dei contenziosi, la comunicazione e la gestione della documentazione, la ricerca e lo sviluppo, la valutazione degli esiti, la collaborazione multidisciplinare e multiprofessionale, il coinvolgimento dei pazienti e l’informazione corretta e trasparente. • La gestione del rischio La gestione del rischio, componente essenziale della funzione di governo clinico, è un processo complesso che l’Azienda vuole rendere sistematico e sistemico. All’interno di questo modello le differenti competenze, cliniche, tecniche, medicolegali, legali, amministrative devono declinare le loro professionalità cercando di perseguire l’obiettivo finale di una efficace safety governance aziendale. L’organizzazione 25 integrata delle diverse componenti della gestione del rischio viene definita dal Programma aziendale di gestione del rischio, adottato dal Direttore Generale su proposta del Collegio di Direzione e diretto dal Direttore Sanitario Aziendale, avvalendosi dell’U.O. Qualità e Gestione Rischio Clinico che ha, anche, il compito di supportare la Direzione Sanitaria nella realizzazione delle attività connesse ai progetti di gestione del rischio clinico. La gestione del rischio si esplica attraverso: • il monitoraggio e analisi degli eventi avversi; • la definizione di azioni di miglioramento al fine di ridurre la “rischiosità” del sistema; • l’emanazione di raccomandazioni; • il coordinamento delle strategie di formazione. 15. L’innovazione gestionale e tecnologica L’Azienda promuove l’innovazione gestionale e tecnologica sulla base di una continua analisi e valutazione del sistema e dei suoi risultati e l’adattamento delle soluzioni innovative modulato sulle proprie specificità, attraverso una struttura dotata di autonomia tecnico – funzionale ed organizzativa con spazi e risorse proprie, quale articolazione della struttura complessa “coordinamento di staff della Direzione Generale”. Le innovazioni gestionali permettono di raggiungere obiettivi elevati in termini di salute, di migliorare la qualità del sistema e di garantirne la sostenibilità economica. L’ASP considera l’innovazione come capacità di cogliere i mutamenti del contesto ed anticiparne le necessità. L’orientamento all’innovazione, che condiziona lo sviluppo aziendale dal punto di visto tecnologico, strutturale, gestionale ed organizzativo, costituisce una logica prioritaria per rendere possibile gli input offerti, selezionare quelli adeguati e creare strumenti efficaci di monitoraggio. Infatti, la crescita dell’innovazione per essere efficace deve riguardare tutti gli aspetti del sistema complesso sanità, sia quello professionale che organizzativo e relazionale, così coinvolgendo tutte le parti interessate al processo assistenziale. L’azione programmatica è finalizzata al miglioramento del servizio sanitario offerto nel territorio di competenza di questa Azienda, attraverso l’introduzione e gestione delle innovazioni tecnologiche. Le tecnologie sanitarie sono sia quelle immateriali (come i modelli organizzativi, le procedure ed i percorsi sia clinici che amministrativi etc..) che materiali (come le strutture edilizie, le attrezzature tecnologiche, i dispositivi medici, i farmaci etc..). 26 Le innovazioni devono costituire patrimonio accessibile a tutti gli operatori e sono funzionali a garantire - ma soprattutto - migliorare la qualità dei servizi resi. Al fine di supportare la direzione strategica verso il migliore impiego delle risorse, coerentemente con quanto previsto dal Decreto Assessoriale n. 2456 del 19 dicembre 2013 relativo alle “Linee guida regionali per la diffusione delle metodologie HTA nei processi decisionali regionali ed aziendali”, sono stati nominati i componenti del Team multidisciplinare HTA aziendale (Health Technology Assessment), a supporto del Referente Aziendale HTA, nonché, con delibera 3633/DG del 29/12/2014, un Team Interaziendale HT, con competenze nella Provincia di Messina. L’HTA è un approccio multidimensionale e multidisciplinare per l’analisi delle implicazioni medico-cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e legali di una data tecnologia attraverso la valutazione di più dimensioni quali l’efficacia, la sicurezza, i costi, l’impatto sociale e organizzativo. E’ importante mettere in risalto che per "tecnologia" in questo contesto si intendono non solo i dispositivi, le attrezzature e i presidi, ma anche i farmaci, le procedure mediche e chirurgiche, i sistemi di supporto ed anche i sistemi organizzativi e di gestione. L’obiettivo è quello di valutare gli effetti reali e/o potenziali della tecnologia, sia a priori che durante il suo intero ciclo di vita, nonché le conseguenze che l’introduzione o l’esclusione di un intervento ha per il sistema. L’HTA rappresenta un ulteriore miglioramento in termini di crescita sulla trasparenza, la razionalità, l’accountability, e l’utilizzo delle evidenze scientifiche nei percorsi decisori. Sono compiti del Team: o Fornire alla Direzione Strategica rapporti di HTA; o Collaborare all’attività del gruppo di lavoro aziendale che appronta il piano investimenti in apparecchiature biomedicali; o Contribuire alle attività di formazione HTA; o Partecipare al comitato aziendale per i dispositivi medici; o Partecipare alle commissioni aziendali per il buon uso del farmaco ed il buon uso del sangue; o Partecipare agli organismi ed ai gruppi di lavoro di competenza; o Collaborare alla definizione dei budget delle strutture aziendali ed al relativo monitoraggio; o Collaborare allo sviluppo dei sistemi informativi aziendali; 27 o Collaborare alla valutazione dell’appropriatezza delle prestazioni ambulatoriali e di ricovero; o Collaborare alla stesura delle relazioni sanitarie per i progetti e per gli interventi di edilizia ospedaliera; o Contribuire all’aggiornamento dei nomenclatori aziendali. 16. La centralità delle persone che lavorano in Azienda Le risorse umane rappresentano il “motore” dell'azienda. Il personale - a tutti i livelli – contribuisce a facilitare i processi organizzativi e a fare in modo che l'ASP possa adempiere a quello che è il suo obiettivo primario: garantire assistenza e rispondere ai bisogni di salute dei cittadini. Ne deriva che in tale processo ogni ruolo diventa importante. L'azienda riconosce, pertanto, la centralità delle persone che lavorano e punta a favorire la partecipazione propositiva e decisionale del dipendente negli ambiti di rispettiva competenza, la condivisione e il coinvolgimento nelle responsabilità, la gratificazione professionale attraverso strategie incentivanti. Nel programma di valorizzazione delle risorse umane e professionali operanti in Azienda, l’ASP rispetta le pari opportunità tra uomo e donna investendo sul reclutamento di professionisti ed operatori fortemente qualificati. Particolare rilievo assume lo sviluppo formativo e professionale delle proprie risorse umane, nonché la predisposizione di interventi finalizzati a garantire la massima sicurezza sui luoghi di lavoro. L'Azienda al tempo stesso intende favorire l'affermazione di un modello di management capace di coniugare produttività e benessere organizzativo. Motivazione, collaborazione, corretta diffusione e circolazione delle informazioni, flessibilità e fiducia sono gli elementi da considerare per un miglioramento complessivo che incide sulla qualità di vita di lavoratori e lavoratrici e che al tempo stesso riduce i costi derivanti dall'assenteismo e dal turn over. La prevenzione dello stress da lavoro correlato – attuabile attraverso attività specifiche rivolte ai dipendenti – consente di rafforzare empowerment e proattività. A una valutazione della performance aziendale, incentrata sugli aspetti economici, si affianca, dunque, anche l'esaltazione del valore umano inteso nel senso più profondo del termine. 17. Le relazioni sindacali Così come ribadito nel paragrafo relativo alla centralità della persona, le risorse umane rappresentano lo strumento più prezioso per il buon funzionamento dell'azienda. 28 Tra gli interlocutori principali con cui l'Asp si confronta per attenzionare i diritti dei lavoratori vi sono di certo i sindacati. Le relazioni con il Sindacato confederale, di categoria e con le Rappresentanze sindacali unitarie, rappresentano una risorsa strategica per promuovere lo sviluppo di efficaci modalità di gestione e di qualificazione delle risorse umane. Con l'affermarsi nel processo di aziendalizzazione della sanità le relazioni sindacali devono essere improntate a una definizione chiara dei ruoli espressi dagli attori coinvolti nella definizione delle politiche del personale e nella responsabilità di gestione che rimane comunque di competenza dell'azienda. Tutto ciò trova forza e si alimenta dal confronto continuo con le organizzazioni sindacali attraverso gli strumenti della concertazione, consultazione e informazione. Le scelte strategiche dell’Azienda nascono dal dialogo costruttivo con le Organizzazioni sindacali secondo le prassi e le modalità riconosciute dalla contrattazione collettiva nazionale e dalle linee generali di indirizzo regionale sulla contrattazione. L’Azienda adotta una politica relazionale improntata alla chiarezza e alla trasparenza delle scelte e dei comportamenti attraverso il coinvolgimento diretto delle OO.SS. con particolare riguardo alle tematiche dell’organizzazione e della sicurezza del lavoro. 18. La responsabilizzazione gestionale Alle articolazioni organizzative di cui al presente Atto Aziendale, oltre che a quelle individuate negli atti organizzativi dell’Azienda, sono preposti dirigenti ai quali sono assegnate le relative funzioni e responsabilità dirigenziali. Nell’intento di realizzare un chiaro ed esplicito sistema delle autonomie e delle responsabilità che faciliti l’efficienza e la tempestività dell’azione e promuova la diffusione di una cultura partecipativa, con apposito atto, sono individuate le specifiche aree di responsabilità, nonché le eventuali attribuzioni di competenze. Nella definizione delle competenze l’Azienda ispira le proprie scelte al superamento di una impostazione burocratica ed alla affermazione di un effettivo coinvolgimento, della valorizzazione e della responsabilizzazione della Dirigenza attraverso l’identificazione comune dei valori di riferimento, la realizzazione di una autonomia di gestione per l’attuazione della mission aziendale. 29 L’ASP sviluppa una politica di decentramento e di partecipazione alla gestione del sistema azienda quale condizione per affidare alle specifiche ed elevate competenze professionali e tecnico-specialistiche incarichi di responsabilità di gestione condivisi e collegati agli obiettivi aziendali dalla necessità di perseguire il raggiungimento del risultato prefissato. L’assegnazione degli obiettivi, dei compiti, delle responsabilità e dei poteri decisionali permette un riconoscimento della responsabilità ed una gestione meritocratica del personale dirigenziale e, per l’area del comparto, dei titolari di posizione organizzativa o di coordinamento. Tale sistema è espresso nell’evoluzione normativa che caratterizza la Pubblica Amministrazione (D. Lgs. n. 150 c.d. Decreto Brunetta) e nelle disposizioni del contratto individuale di lavoro, che lega tutti i Dirigenti alla strategia ed agli obiettivi aziendali mediante un’obbligazione di risultato. 19. Le deleghe e i poteri Il principio della distinzione tra le funzioni di governo (programmazione, indirizzo e controllo) da un lato, e quelle di attuazione e gestione, dall’altro, si attua con un sistema di deleghe che vede, di norma, permanere in capo alla competenza del Direttore Generale l’adozione tutti gli atti di programmazione aziendale e di alta amministrazione, mentre l’esercizio del potere per la realizzazione degli obiettivi aziendali programmati viene delegato ai Dirigenti Responsabili di Struttura. L’Azienda assume il decentramento dei poteri decisionali e delle responsabilità come principio caratterizzante per la definizione e lo sviluppo della propria organizzazione e dei meccanismi gestionali e nel rispetto dei principi di buon andamento ed imparzialità dell’azione amministrativa. Le funzioni di governo sono di competenza esclusiva del Direttore Generale che può delegarle, in caso di assenza o impedimento, al Direttore Amministrativo o al Direttore Sanitario con apposito provvedimento. Le suddette funzioni, in caso di assenza di delega da parte del Direttore Generale, sono svolte dal più anziano per età tra il direttore sanitario e il direttore amministrativo, in conformità all’art.3, comma 6 D.lgs. 502/1992 e s.m.i. La delega nell’ambito della natura privatistica dell’atto aziendale e dei valori della collaborazione costituisce il presupposto per una migliore e negoziata definizione delle funzioni della dirigenza dell’area clinico-assistenziale ed economico-finanziaria, rappresenta lo strumento per l’affermazione della collaborazione effettiva della dirigenza con la direzione aziendale, contribuisce al processo di valorizzazione e di 30 responsabilizzazione della dirigenza stessa verso obiettivi predeterminati e condivisi, tende a realizzare modalità di governo e di gestione più articolate e flessibili, ispirate ad una visione sistemica del governo aziendale. Adottando il decentramento gestionale l’ASP intende sviluppare un sistema organizzativo caratterizzato da: propositività, decisionalità e responsabilizzazione attraverso la verifica sistematica dei risultati conseguiti e dei processi adottati. L’obiettivo è rendere efficaci per competenza e tempestive per vicinanza, le scelte delle singole strutture operative riguardo le problematiche da trattare. Nel rispetto delle previsioni di cui al presente atto aziendale e della normativa specifica di settore il Direttore Generale, pertanto, con riferimento ad ambiti settoriali di attività ovvero all’adozione di singoli atti può delegare funzioni gestionali di sua competenza ai Dirigenti delle strutture organizzative dell’ASP, sia per atti a valenza interna sia per atti che impegnano l’Azienda verso terzi esterni all’ente. Il Direttore Generale, per le finalità sopra descritte ed ove lo ritenga opportuno, può delegare, con riferimento ad ambiti settoriali di attività o all’adozione di singoli atti di diritto privato o pubblico, le proprie funzioni, sia per atti a valenza interna che esterna, al Direttore Amministrativo, al Direttore Sanitario, ai Direttori di Dipartimento, ai Direttori di Distretto, ai Direttori dei Presidi Ospedalieri e degli Ospedali Riuniti nonché agli altri Dirigenti di struttura complessa. La delega relativa ad attività di diritto pubblico è disposta dal Direttore generale con apposito provvedimento motivato e pubblicato nell'Albo dell'Azienda. La delega relativa all’attività gestionale è conferita per iscritto attraverso l’adozione di apposito atto deliberativo ovvero ordine di servizio e di essa dovrà darsi idonea pubblicità. La revoca delle deleghe assegnate deve aver luogo nelle stesse forme seguite per il loro conferimento, dovendosi quindi osservare anche le identiche modalità di pubblicazione e conservazione degli atti. Il soggetto delegato avrà la piena responsabilità degli atti che andrà a compiere in forza della delega ricevuta anche nei confronti di terzi. Non è ammessa in nessun caso la sub delega. Gli atti posti in essere dai dirigenti per lo svolgimento delle attività di diritto pubblico assumono la forma di “determine dirigenziali” 31 La delega relativa all’attività gestionale di diritto privato è conferita per iscritto e di essa deve darsi idonea pubblicità. L'originale dell'atto di delega è conservato in apposito registro presso la segreteria della Direzione Aziendale. La revoca delle deleghe assegnate deve aver luogo nelle stesse forme seguite per il loro conferimento, dovendosi quindi, osservare anche le identiche modalità di pubblicazione e conservazione degli atti. Le funzioni delegate si esercitano: 1. In osservanza della disciplina civilistica del mandato e della rappresentanza; 2. Nel rispetto della normativa sulla trasparenza dell’azione amministrativa; 3. Nel rispetto della chiarezza espositiva della motivazione e della decisione degli atti adottati; 4. Nel rispetto della compatibilità finanziaria; 5. Nel rispetto degli interessi pubblici perseguiti dall’Azienda; 6. Nel rispetto degli obiettivi generali dell’Azienda; Il soggetto delegato ha la piena responsabilità, sia interna che esterna, ad ogni effetto di legge degli atti compiuti, non essendo previste forme di controllo preventivo sugli atti medesimi né di controllo successivo, salva la possibilità per la Direzione Strategica di effettuare controlli a campione in modo non formalizzato e di annullare d’ufficio o revocare, con adeguata motivazione, gli eventuali provvedimenti illegittimi o inopportuni. Non è in alcun modo ammessa la sub-delega. Con apposito regolamento del Direttore Generale saranno individuati i soggetti delegati e le relative competenze nonché le tipologie di atti ed i relativi importi, rispetto ai quali saranno esercitate le deleghe conferite. Trattandosi di deleghe aventi natura fiduciaria, le stesse sono revocabili dal Direttore Generale in qualsiasi momento e senza alcun obbligo di motivazione; In caso di assenza o inerzia del soggetto delegato il Direttore Generale può avocare a sé l’atto ovvero delegarne ulteriormente l’adozione ad un altro incaricato, previa comunicazione al delegato rimasto assente o inerte. Il Direttore Generale mantiene, solo in caso di giustificato motivo, il potere di porre in essere direttamente ciascuno degli atti delegati senza che ciò comporti la revoca tacita dell’atto di delega. L’ASSETTO ISTITUZIONALE 32 20. Il direttore generale L'Azienda opera, in aderenza alle indicazioni del D.L.vo 229/99 e s.m.i. e delle direttive della Regione Sicilia nell'ambito del processo di riforma sanitaria, quale soggetto dotato di autonomia imprenditoriale con poteri organizzatori in relazione al contesto sociale in cui è collocata ed alla tipologia dei servizi erogati. Sono organi dell'Azienda: • Il Direttore Generale • Il Collegio Sindacale • Il Collegio di Direzione Il Direttore Generale, nominato dalla Regione, ha la rappresentanza legale dell’Azienda ai sensi dell’art. 3, comma 6 del D. L.vo n. 502/1992 e s.m.i. Il Direttore Generale ha la responsabilità della gestione complessiva dell’azienda ed è coadiuvato dal Direttore Sanitario, dal Direttore Amministrativo e si avvale della collaborazione del collegio di direzione. Rientrano nelle attribuzioni del Direttore Generale ai sensi dell’art.3, comma 1- quater, del d.lgs 502/92 e s.m.i.e delle leggi regionali nn.30/1993 e 05/09: • la nomina del direttore sanitario e del direttore amministrativo; • la nomina dei membri componenti il Collegio Sindacale, su designazioni delle Amministrazioni competenti secondo la normativa vigente e la prima convocazione del Collegio, nei termini di legge; • la costituzione del Collegio di Direzione e del Consiglio dei Sanitari; • la nomina dei componenti dell’Organismo Indipendente di Valutazione della performance ex art. 14 D. L.vo n. 150/09; • la nomina dei componenti dei Collegi Tecnici di Area omogenea; • la nomina del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, ex art. 57 D. L.vo n. 165/01 e s.m.i. e di qualunque altro organismo previsto dalle normative vigenti e dall’Atto Aziendale; • l’adozione dell’atto aziendale e le sue modificazioni ed integrazioni; • l’adozione della dotazione organica aziendale; • l’adozione di regolamenti e di ogni altro atto inerente l’organizzazione, la gestione complessiva ed il funzionamento dell’azienda; • l'assunzione di atti a valenza strategica e programmatoria, di indirizzo e controllo; 33 • l’adozione di tutti gli atti relativi alla programmazione economico-finanziaria e di bilancio, compresi quelli relativi alla gestione attraverso la metodologia della negoziazione di budget; • la nomina e la revoca dei responsabili delle strutture operative dell’Azienda, nonché dei responsabili delle unità operative complesse e semplici ed il conferimento degli incarichi professionali; • l’adozione dei provvedimenti conseguenti alla valutazione dei dirigenti e del personale del comparto su proposta dell’Organismo Indipendente di Valutazione; • l’adozione del documento per la valutazione dei rischi e la nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (SPP); • l’adozione dei regolamenti interni aziendali ivi compresi quelli per il funzionamento degli organismi collegiali individuati dal presente atto aziendale (Collegio di Direzione, Consiglio dei Sanitari e Comitato di Dipartimento); • la nomina dei legali in rappresentanza dell’Amministrazione, la costituzione in giudizio ed il potere di conciliare e transigere; • l’adozione di atti inerenti la gestione del patrimonio ed in particolare l’accettazione di eredità, lasciti, donazioni, alienazione di beni mobili ed immobili, la stipula di contratti di locazione, su beni di proprietà dell’azienda; • l’adozione del programma delle attività territoriali; • l’adozione di ogni altro provvedimento di competenza e non attribuito o delegato ai dirigenti. In relazione alle funzioni di cui sopra, al fine di mantenere distinte quelle rientranti negli atti di alta amministrazione da quelli di carattere gestionale, le funzioni attribuite al Direttore Generale sono distinte in: - funzioni ad esso esclusivamente riservate; - funzioni delegabili, in tutto o in parte, ai direttori sanitario e amministrativo ed agli altri dirigenti dell’Azienda. Il Direttore Generale esercita le predette funzioni con atti di diritto privato o, nei casi stabiliti dalla legge, attraverso l’adozione di provvedimenti amministrativi. Tali atti, che assumono la denominazione di deliberazioni, sono motivati ed emanati nell’osservanza della Legge n. 241/90 e s.m.i., nonché dei principi generali dell’azione amministrativa. Gli atti di diritto privato, pur essendo ispirati alla libertà di forma nei limiti previsti dal codice civile ed assunti in forma scritta svincolata da schemi prefissati devono essere datati e numerati 34 progressivamente e riportati quanto ad estremi ed oggetto, in un apposito registro o protocollo e sono immediatamente esecutivi. Tutti gli atti, contestualmente alla pubblicazione all’albo, sono inviati al Collegio Sindacale. Vengono inviati all’Assessorato Regionale della Salute, perché ne eserciti il controllo, i seguenti atti: a. atto aziendale e sue modifiche b. bilancio di esercizio c. dotazioni organiche complessive e sue modifiche d. piani attuativi aziendali di cui all’art. 5 comma 1 lett. a) L.R. n.05/09 e. atti di programmazione locale definiti a livello di bacino di cui all’art.5 commi 8 e 9 L.R. n. 05/09. Il Direttore Generale, sulla base di opportune intese con la Conferenza dei Sindaci, assicura i rapporti tra questa e l’Azienda, assumendo le misure organizzative e gli atti necessari affinché la Conferenza possa svolgere la sua funzione di organismo di controllo e di indirizzo. Il Direttore Generale, ai sensi dell’articolo 15 bis comma 1 del D.Lgs. n. 502/1992 e s.m.i., attribuisce al Direttore Amministrativo, al Direttore Sanitario nonché al Direttore di Presidio Ospedaliero o degli Ospedali Riuniti, di Distretto, di Dipartimento ed ai Dirigenti responsabili di struttura complessa le funzioni loro spettanti. Si precisa che le funzioni gestionali, esercitate dai dirigenti, possono essere: - funzioni delegate dal Direttore Generale con tutti i limiti, le implicazioni e le conseguenze derivanti dall’istituto della delega; - funzioni proprie, agli stessi attribuite nel momento della sottoscrizione del contratto di lavoro o con specifico atto del Direttore Generale. Il Direttore Generale si avvale per l’espletamento dei compiti attribuiti di un Ufficio di Staff posto alle sue dirette dipendenze. In caso di vacanza dell’ufficio del Direttore Generale, le funzioni proprie sono svolte dal Direttore Amministrativo o dal Direttore Sanitario su delega del Direttore Generale o, in mancanza di delega, dal Direttore più anziano per età, ex art.3 - comma 6 D.L.vo 501/1992. 21. Il Collegio Sindacale 35 L’art. 22 c, comma 5, della L.R. n. 4 del 28 Giugno 2013, ha disposto la riduzione del numero dei componenti del Collegio Sindacale da 5 a 3, da nominare secondo quanto previsto dall’art. 13 del “Patto per la Salute per gli anni 2014-2016”. Detto organo: a) verifica l’amministrazione dell’azienda sotto il profilo economico; b) vigila sull’osservanza della legge; c) accerta la regolare tenuta della contabilità e la conformità del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili, ed effettua periodicamente verifiche di cassa; d) riferisce almeno trimestralmente alla Regione, anche su richiesta di quest’ultima, sui risultati del riscontro eseguito, denunciando immediatamente i fatti se vi è un fondato sospetto di gravi irregolarità; e) trasmette periodicamente, e comunque con cadenza almeno semestrale, una propria relazione sull’andamento dell’attività della ASP di Messina al Presidente della Conferenza dei Sindaci. 22. Il Direttore Sanitario Il Direttore Sanitario è nominato con provvedimento motivato dal Direttore Generale tra coloro che sono inclusi nell’apposito albo regionale. La nomina si basa sul principio del rapporto fiduciario. Il Direttore Sanitario contribuisce alla direzione strategica dell'Azienda coadiuvando il Direttore Generale nella definizione delle linee strategiche e delle politiche aziendali finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di salute nonché delle priorità della pianificazione strategica al fine di realizzare la migliore composizione tra le caratteristiche di efficacia, efficienza e qualità dei servizi sanitari dell'Azienda. Il Direttore Sanitario concorre alla formazione delle decisioni della Direzione Generale, con la formulazione di proposte e pareri e partecipando al processo di pianificazione strategica e di pianificazione annuale dell’Azienda. Il Direttore Sanitario Aziendale assicura la definizione e la direzione del sistema di governo clinico avvalendosi a tal fine, per le parti di rispettiva competenza, dei Coordinatori territoriali e ospedalieri, dei direttori dei Presidi ospedalieri aziendali e dei Dipartimenti sanitari ospedalieri, di Distretto, del Dipartimento di Prevenzione e di Salute Mentale. Il Direttore Sanitario presiede il Consiglio dei Sanitari e coordina i programmi di 36 promozione e educazione alla salute, di integrazione socio-sanitaria, secondo gli obiettivi del PSN e del PSR. Inoltre, il Direttore Sanitario: • promuove, presiede e/o coordina i comitati, le commissioni, i gruppi di lavoro previsti dalle normative vigenti o istituiti in azienda come momento di diffusione della conoscenza in medicina e nell’assistenza, come strumento di sviluppo del miglioramento della qualità e del governo clinico; • promuove percorsi clinico-assistenziali per interventi mirati a singole patologie e/o a specifici gruppi di popolazione; • esercita le funzioni delegate dal Direttore Generale per le materie di sua competenza; • è componente del Collegio di Direzione; • ha la responsabilità delle unità operative di staff della direzione sanitaria. La Direzione Sanitaria Aziendale, inoltre, garantisce le funzioni di coordinamento, monitoraggio e presidio delle attività afferenti a: • liste di attesa (eventi ed azioni che facilitano l’accesso ai servizi e garantiscono la possibilità di scelta da parte dei cittadini); • anagrafe delle prestazioni; • coordinamento delle Unità Operative delle Professioni sanitarie; • Ufficio territoriale stranieri, al fine di assicurare un accesso uniforme alla rete dei servizi sanitari rivolti alla popolazione straniera; • screening oncologici; • educazione alla salute. 23. Il Direttore Amministrativo Il Direttore Amministrativo è nominato con provvedimento motivato dal Direttore Generale tra coloro che sono inclusi nell’apposito albo regionale. La nomina si basa sul principio del rapporto fiduciario. Il Direttore Amministrativo contribuisce alla direzione strategica dell'Azienda coadiuvando il Direttore Generale nella definizione delle linee strategiche e delle politiche aziendali finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di salute. 37 Il Direttore Amministrativo concorre alla formazione delle decisioni della Direzione Generale, con la formulazione di proposte e pareri e partecipando al processo di pianificazione strategica e di pianificazione annuale dell’Azienda. In relazione a tale caratterizzazione del ruolo che ne comporta il pieno coinvolgimento nell’attività della direzione generale, le funzioni ad esso riconosciute sono riconducibili in generale a quelle di indirizzo/controllo anche per quanto concerne il rapporto con la dirigenza amministrativa dell’azienda. In particolare, il Direttore Amministrativo: • coordina l’attività delle strutture organizzative professionali rientranti nelle aree funzionali amministrativa, tecnica e professionale dell’Azienda, secondo le modalità proprie dell’indirizzo - controllo, con particolare riferimento agli aspetti giuridico amministrativi ed economico-finanziari, al buon andamento e alla imparzialità dell’azione amministrativa, al sistema delle garanzie dell’utenza, alle tecniche di marketing, di informazione e comunicazione interna-esterna, alle strategie di gestione del patrimonio, all’integrazione organizzativa, avendo cura di sviluppare l’attività con la ricerca costante della qualità dei processi e dell’innovazione dei sistemi di gestione. • assicura l’efficienza e lo sviluppo dei servizi informativi e la rappresentazione economica e finanziaria dell’attività aziendale; • garantisce la legittimità dell’attività e degli atti di natura amministrativa, assicurandone la regolarità formale, e verifica l’attribuzione, da parte del dirigente preposto, della responsabilità del procedimento amministrativo; • esercita le funzioni delegate dal Direttore Generale per le materie di sua competenza; • è componente del Collegio di Direzione; • emana le opportune direttive per la corretta applicazione delle disposizioni normative in materia di pubblica amministrazione. 24. La Conferenza dei Sindaci La Conferenza dei Sindaci, prevista dall'art. 3, comma 14 D.Lgs. 502/92 s.m.i., è costituita dai Sindaci (o loro delegati) dei Comuni facenti parte del territorio dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Messina. In generale la Conferenza dei Sindaci concorre alla definizione degli indirizzi generali di programmazione socio-sanitaria nelle forme e nei termini previsti dall'articolo 3, comma 14, del d. lgs. 502/1992. 38 Il sistema organizzativo delle Aziende Sanitarie Provinciali prevede quale organismo propositivo e consultivo, rappresentativo di tutte le Amministrazioni Comunali presenti nell’ambito territoriale dell’ASP, la Conferenza dei Sindaci che svolge, in autonomia e con i poteri che gli derivano dalla legge e dai regolamenti regionali, compiti di indirizzo, di proposta, di vigilanza e di amministrazione attiva attraverso la partecipazione a processi decisionali inerenti alla programmazione ed alla valutazione dei risultati delle attività aziendali. In particolare, la Conferenza dei Sindaci provvede: a. alla definizione delle linee di indirizzo per la programmazione aziendale; b. all’esame del bilancio pluriennale di previsione e del bilancio di esercizio, trasmettendo alla Regione le relative osservazioni; c. verifica l’andamento generale dell’attività del’Azienda e trasmette le proprie valutazioni e proposte alla regione ed all’Azienda medesima; d. contribuisce alla definizione dei piani programmatici, trasmettendo le proprie valutazioni e proposte al Direttore Generale ed alla Regione; e. esercita ogni altra competenza ad essa riservata dalle norme nazionali e regionali Le attività poste in essere dalla Conferenza dei Sindaci dovranno tendere, oltre che al miglioramento ed al potenziamento dei servizi ospedalieri e territoriali, anche ad assicurare la massima integrazione tra le attività ed i servizi sanitari, quelli socio assistenziali e gli altri servizi sociali. Per specifici aspetti che interessano porzioni del territorio provinciale, possono essere istituite e convocate Conferenze dei Sindaci di Distretto, anche su richiesta degli stessi, in particolare per esprimere parere sul programma delle attività sanitarie territoriali e ospedaliere, ed elaborare il Piano di zona dei servizi alla persona articolato per Distretto. 25. Il Collegio di Direzione Il Direttore Generale si avvale del Collegio di Direzione quale Organo dell’Azienda che concorre al governo delle attività cliniche e partecipa alla pianificazione dell’attività, inclusi i programmi di formazione e le soluzioni organizzative per l’attuazione dell’attività libero professionale intramuraria. 39 Partecipa, altresì, alla valutazione interna dei risultati conseguiti in relazione agli obiettivi prefissati ed è consultato obbligatoriamente dal Direttore Generale su tutte le questioni attinenti al governo delle attività cliniche. Il Collegio di Direzione è un organo consultivo che si esprime attraverso la formulazione di pareri non vincolanti per il Direttore Generale Il Collegio di Direzione è presieduto dal Direttore Generale ed è composto da: a) il Direttore Sanitario; b) il Direttore Amministrativo; c) i Direttori di Dipartimento, inclusi quelli interaziendali (ove presenti); d) i Direttori dei Distretti; e) i Direttori Sanitari di Presidio Ospedaliero; f) il Dirigente del servizio dell’assistenza infermieristica, ostetrica e delle professioni sanitarie, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (o figura professionale equivalente); In rapporto ai singoli argomenti trattati, è prevista la partecipazione al Collegio stesso di dirigenti o professionisti cui è affidata la responsabilità di strutture o incarichi di particolare rilevanza strategica o professionisti convenzionati come ad esempio MMG/PLS. E' convocato dal Direttore Generale con frequenza e modalità necessarie all'espletamento delle funzioni attribuite e le sedute sono valide solo con la partecipazione di almeno la metà dei componenti. La partecipazione al Collegio non è delegabile. Il Direttore Generale adotta un regolamento per disciplinare la composizione ed il funzionamento del Collegio. Le disposizioni di cui al presente articolo e il regolamento di funzionamento del Collegio saranno comunque adeguati allo specifico ordinamento che la Regione Sicilia adotterà in merito alla istituzione del Collegio di Direzione quale organo dell'Azienda, alla relativa composizione, alle competenze, ai criteri di funzionamento, nonché alle relazioni con gli altri organi. 26. Il Consiglio dei Sanitari 40 E' un organismo, composto su base elettiva, che svolge una serie di importanti funzioni consultive in materia sanitaria e tecnico-sanitaria. E' l'organismo di rappresentanza elettiva dell'Azienda regolamentato secondo le disposizioni di cui al comma 12 dell'art. 3 del D.Lgs. n.502 del 1992 e successive modificazioni ed integrazioni, è convocato e presieduto dal Direttore Sanitario aziendale. Il Consiglio dei Sanitari dà parere obbligatorio non vincolante al Direttore Generale per le attività tecnico sanitarie anche sotto il profilo organizzativo, e per gli investimenti ad esse attinenti, esprimendosi altresì sulle attività di assistenza sanitaria. 27. L’ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE In conformità a quanto disposto dal D.Lgs. del 27/10/2009, n.150, concernente “Attuazione della legge del 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni” l’Azienda prevede apposita disciplina per normare il sistema di misurazione e valutazione della prestazione. In particolare, la funzione di misurazione e valutazione è svolta dall’organismo indipendente di valutazione, che sostituisce i servizi di controllo interno effettuati dal nucleo di valutazione e che esercita, altresì, l’attività di controllo strategico. L’Organismo Indipendente di Valutazione (O.I.V.), compila una graduatoria delle valutazioni individuali del personale dirigente e del personale non dirigente. Il personale è distribuito in diverse fasce di prestazione e di risultato, in modo che una quota prevalente delle risorse destinate al trattamento economico accessorio collegato alla prestazione e ai risultati individuali venga attribuito a coloro che si collocano nelle fasce di merito alte, nel rispetto dei principi di selettività. Le risorse destinate al trattamento accessorio sono ripartite tra i livelli di prestazione e di risultato in base alle risultanze della contrattazione collettiva integrativa. Gli strumenti per premiare il merito e le professionalità sono disciplinate, nel rispetto degli ambiti riservati alla contrattazione collettiva, dai principi contenuti negli articoli 23, commi 1 e 2; 24, commi 1 e 2, 25, 26 e 27 del D.Lgs. n. 150/2009. La ASP applica le disposizioni di legge per il controllo del sistema. Il ciclo di gestione della prestazione e dei risultati si articola nelle seguenti fasi: a) definizione e assegnazione degli obiettivi che si intendono raggiungere, dei valori attesi di risultato e dei rispettivi indicatori, formulati in termini misurabili; 41 b) collegamento tra gli obiettivi e l’allocazione delle risorse; c) monitoraggio in corso di esercizio e attivazione di eventuali interventi correttivi e migliorativi; d) misurazione e valutazione della prestazione e dei risultati organizzativi e individuali; e) utilizzo dei sistemi premianti, secondo criteri di valorizzazione del merito; f) rendicontazione dei risultati ai dirigenti apicali nonché ai competenti organi esterni, ai cittadini, ai soggetti interessati, agli utenti e ai destinatari di servizi; g) l’orizzonte temporale di riferimento è di norma annuale. L’O.I.V. è costituito da tre componenti, di cui uno con funzioni di presidente, in carica per tre anni e rieleggibili una sola volta, dotati di elevata professionalità ed esperienza, maturata nel campo del management, della pianificazione e valutazione della prestazione e dei risultati. L’O.I.V. sovrintende al funzionamento complessivo del sistema di valutazione, dei controlli interni, della trasparenza e dell’integrità, proponendo la valutazione dei dirigenti apicali e l’attribuzione dei premi. Comunica, inoltre, le criticità riscontrate nello svolgimento della propria attività agli organi competenti. Inoltre presso l’Azienda è costituita, senza nuovi e maggiori oneri, una struttura tecnica permanente che supporta l’O.I.V. nella gestione del ciclo delle prestazioni e dei risultati. 28. I Collegi Tecnici La verifica dei risultati, ex art. 15 commi 5 e 6 del D.L.vo 502/92 e ss.mm.ii, è effettuata dagli organismi previsti nei vigenti contratti collettivi di lavoro per la valutazione dei dirigenti del ruolo medico, veterinario e sanitario ed applicabili anche per la dirigenza del ruolo professionale, tecnico ed amministrativo, secondo procedure improntate al rispetto dei principi ivi indicati. I processi di verifica del rendimento del personale sono di due tipi: 1. valutazione annuale dei risultati. 2. valutazione periodica dei dirigenti. La valutazione annuale dei risultati concerne tutti i dipendenti ed è effettuata dall’OIV - Organismo Indipendente di Valutazione – composto da esperti esterni/interni nominati dal Direttore Generale ed eventualmente integrati da Dirigenti dell’Azienda. 42 L’OIV valuta annualmente in seconda istanza i risultati di gestione, anche ai fini dell’attribuzione della retribuzione di risultato, del dirigente di struttura complessa ed anche di struttura semplice ove sia affidata la gestione di risorse, nonché il personale del comparto titolare di posizione organizzativa e di coordinamento. La valutazione in termini di capacità gestionale e manageriale è riferita alla gestione del budget formalmente affidato e delle risorse umane e strumentali assegnate in relazione agli obiettivi concordati e ai risultati conseguiti. La valutazione periodica riguarda la sola dirigenza e si compie attraverso le verifiche cicliche e di fine incarico previste dalla vigente normativa. Le verifiche vengono effettuate dal Collegio Tecnico, organismo collegiale costituito per area e per disciplina, composto da tre membri nominato dal Direttore Generale dell’Azienda. Il Collegio Tecnico procede alla verifica e valutazione di II istanza: - di tutti i dirigenti alla scadenza dell’incarico a loro conferito in relazione alle attività professionali svolte e i risultati raggiunti o, su richiesta del Direttore Generale, in caso di revoca anticipata; - dei dirigenti di nuova assunzione al termine del primo quinquennio di servizio; - dei dirigenti che raggiungono l’esperienza professionale ultraquinquennale, in relazione dell’indennità di esclusività di rapporto. Il Collegio Tecnico utilizza i meccanismi e gli strumenti forniti dall’Amministrazione, compresi gli esiti delle valutazioni annuali dell’OIV. Esprime un giudizio di verifica per tutti i dirigenti che, oltre a tenere conto della valutazione annuale di prima istanza effettuata dal soggetto che ha la diretta responsabilità del valutato, considera anche ulteriori elementi integrativi ai fini del giudizio finale, relativi ai risultati organizzativi della struttura eventualmente affidata o di cui il valutato fa parte, nonché di tutta la documentazione ritenuta necessaria, fornita dall’U.O. Programmazione e Controllo di Gestione e dall’U.O. Gestione Risorse Umane personale dipendente. Le verifiche dei dirigenti si svolgono secondo modalità procedurali previste dal Regolamento Aziendale per la misurazione e la Valutazione della Performance, adottato con deliberazione n. 3613/DG del 22/12/2014. 29. Il Comitato Etico 43 Il Comitato Etico è un organismo indipendente composto secondo criteri di multidisciplinarietà. Dal 2013 il comitato etico è interaziendale e comprende al suo interno componenti di tutte le aziende sanitarie della provincia di Messina: Azienda Sanitaria Provinciale, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “G. Martino” e l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo-Piemonte. Il “Comitato Etico Messina” è allocato presso l'AOU “G. Martino” – così come disposto dal Decreto Ministeriale dell'08/02/2013 e attuato dal Decreto 16 luglio 2013, Assessorato della Salute, Regione Siciliana, pubblicato sulla GURS n. 37 del 09/08/2013. Il compito principale è quello di valutare la pertinenza, la rilevanza, la scientificità e la fattibilità delle proposte di sperimentazione clinica di nuovi farmaci, di combinazioni o indicazioni innovative di farmaci già noti, di opzioni diagnostiche terapeutiche a carattere innovativo, di dispositivi medici e di prodotti biosanitari. Ambito di competenza è la ricerca biomedica, intesa come l'insieme delle attività volte a contribuire alle conoscenze utili per la tutela e la promozione della salute, nonché per la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie. Ove non già attribuito a specifici organismi, il Comitato può anche svolgere una funzione consultiva in relazione a questioni etiche connesse con le attività scientifiche ed assistenziali, allo scopo di proteggere e promuovere i valori della persona umana. Nell'ambito delle iniziative portate avanti possono essere proposte anche iniziative di formazione rivolte agli operatori sanitari relativamente a temi di bioetica e di sperimentazione. Il comitato etico – che resta in carica tre anni - elegge al proprio interno, con voto palese, il Presidente ed il Vice-Presidente. Tra i principi ispiratori vi è il rispetto della vita umana così come indicato nelle Carte dei Diritti dell'Uomo, nelle Raccomandazioni degli Organismi Internazionali, nella deontologia medica nazionale e internazionale e in particolare nella revisione corrente della Dichiarazione di Helsinki. Il Comitato fa inoltre riferimento alla normativa vigente in materia sanitaria e, ove applicabili, alle raccomandazioni del Comitato Nazionale per la Bioetica. I componenti sono individuati dalle rispettive Aziende Sanitarie, per garantire le qualifiche e le esperienze necessarie a valutare gli aspetti etici e scientifico/metodologici degli studi preposti, la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere delle persone in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela. 30. Comitato Consultivo Aziendale 44 Il comitato consultivo è un organismo aziendale previsto dalla legge regionale 14 aprile 2009 n. 5. In particolare al comma 8 viene specificato che in ogni azienda del servizio sanitario regionale è istituito – senza alcun onere economico aggiuntivo – un comitato consultivo composto da utenti e operatori dei servizi sanitari e socio sanitari nell’ambito territoriale di riferimento. Il comitato consultivo esprime pareri non vincolanti e formula proposte al direttore generale in ordine agli atti di programmazione dell'azienda, all'elaborazione dei piani di educazione sanitaria, alla verifica delle funzionalità dei servizi aziendali, nonché alla loro rispondenza alle finalità del servizio sanitario regionale ed agli obiettivi previsti dai piani sanitari nazionale e regionale, redigendo ogni anno una relazione sull'attività dell'azienda. Il comitato - costituito da un numero di componenti fissato dal direttore generale dell'azienda sanitaria tra un minimo di 20 ed un massimo di 40 - è composto dai: -presidenti, o loro delegati, delle organizzazioni ed associazioni di volontariato e di tutela dei diritti degli utenti del settore sanitario e socio-sanitario nell'ambito territoriale di riferimento dell'azienda sanitaria che richiedono di far parte del comitato; - dai residenti, o loro delegati, delle organizzazioni ed associazioni maggiormente rappresentative degli operatori del settore sanitario e socio sanitario nell'ambito territoriale di riferimento dell'azienda sanitaria che presentano medesima richiesta di adesione; Il comitato formula anche proposte su campagne di informazione sui diritti degli utenti, sulle attività di prevenzione ed educazione alla salute, sui requisiti e criteri di accesso ai servizi sanitari e sulle modalità di erogazione dei servizi medesimi. Collabora con l'ufficio relazioni con il pubblico (U.R.P.) per rilevare il livello di soddisfazione dell'utente rispetto ai servizi sanitari e per verificare sistematicamente i reclami inoltrati dai cittadini. Tra i compiti che la legge 5/2009 attribuisce ai comitati vi è anche quello di formulare pareri obbligatori sui piani attuativi; si accentua, dunque, una funzione di un organismo che attraverso la sua partecipazione alle attività dell'Azienda contribuisce a rafforzare l’empowerment del cittadino al fine di renderlo partecipe e responsabile degli eventi che lo riguardano e attribuirgli un ruolo attivo nella gestione della propria salute. L’obiettivo principale è quello di istituzionalizzare un percorso volto a dare pienezza e significato concreto alla centralità del cittadino, anche al fine di promuoverne l’effettiva partecipazione alla definizione delle politiche di offerta e alla organizzazione dei servizi. A farne parte sono le organizzazioni e le associazioni di volontariato e di tutela dei diritti degli utenti e degli operatori del settore sanitario e socio sanitario presenti nel 45 territorio provinciale. Tra le attività della consulta vi è la promozione della personalizzazione delle cure, l’umanizzazione dei servizi e la gestione di un sistema di accoglienza integrato nella rete dei servizi sanitari e aziendali. 31. PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE La Legge n. 190 del 6 novembre 2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” all’art.1 c. 5 prevede la predisposizione di Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione (PTPC) in tutte le amministrazioni pubbliche di cui all’art. 1, comma 2 del D.Lgs. n. 165 del 30 marzo 2001 e, all’art.1 comma 7, la nomina di un Responsabile della Prevenzione della Corruzione. In esecuzione del principio di rotazione dei Dirigenti con funzioni apicali più volte richiamato dalla L. 190/2012, questa Azienda intende disciplinare tale principio secondo i criteri di massima funzionalità e flessibilità del personale volta anche ad alimentare il valore della interconnessione ed interdisciplinarità tra i servizi svolti. Tale innovazione procedurale può essere logicamente e concretamente realizzata all’atto dell’applicazione del nuovo assetto organizzativo dell’Azienda. In via prioritaria, si ritiene opportuno procedere alla rotazione degli incarichi dirigenziali apicali utilizzando parametri di fungibilità delle relative professionalità, quali l’area professionale, tecnica e amministrativa e l’area medica negli ambiti ospedalieri e dei distretti sanitari. RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione predispone ogni anno, entro il 31 gennaio, il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione che sottopone al Direttore Generale per l’approvazione. Il Piano viene pubblicato sul sito internet dell’Azienda (www.asp.messina.it), nella sezione “Amministrazione trasparente”. Il Responsabile, così come disciplinato dalla Legge n.190/2012, svolge le seguenti attività e funzioni: 1. elabora la proposta di piano della prevenzione della corruzione, che deve essere adottato dal Direttore Generale (art. 1, comma 8); 46 2. definisce le procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione (art. 1, comma 8).; 3. individua il personale da inserire nei programmi di formazione sui temi dell’etica e della legalità (art. 1, comma 10, lett. c) ; 4. verifica l’efficace attuazione del piano e della sua idoneità (art. 1, comma 10 lett. a); 5. propone modifiche al piano in caso di accertamento di significative violazioni o di mutamenti dell’organizzazione (art. 1, comma 10, lett. a); 6. verifica, d’intesa con i dirigenti delle articolazioni aziendali competenti, l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione (art. 1, comma 10, lett. b); 7. redige entro il 15 dicembre di ogni anno una relazione recante i risultati dell’attività (art. 1, comma 14) 8. assicura i compiti previsti dal Decreto Legislativo n.39/2013 in ordine alla vigilanza sul rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità; 9. assicura il rispetto delle disposizioni previste dal Decreto Legislativo n.62/2013 e dal Codice di Comportamento Aziendale. IL SUPPORTO DEL CORRUZIONE RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA Per svolgere adeguatamente ed efficacemente il delicato compito organizzativo e di raccordo connesso alla funzione, il Dipartimento della funzione pubblica, con circolare n. 1 del 25/01/2013 ha disposto che le amministrazioni pubbliche devono assicurare al responsabile della prevenzione un adeguato supporto, anche con assegnazione di appropriate risorse umane, strumentali e finanziarie, nei limiti della disponibilità di bilancio. L'appropriatezza è intesa sia da un punto di vista quantitativo, sia soprattutto qualitativo, dovendosi assicurare la presenza di elevate professionalità, destinatarie peraltro di specifica formazione. Nelle more della predisposizione di un apposito atto che stabilisca ruolo funzioni e competenze la Direzione Aziendale, individua unità di personale per collaborare con il Responsabile della prevenzione della corruzione alla elaborazione del Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e alle attività conseguenti. 47 L’Azienda assicura, inoltre, un adeguato supporto tecnico anche mediante la costituzione di un gruppo “multidisciplinare”, per garantire le attività di monitoraggio e vigilanza sull’applicazione del P.T.P.C. e delle misure nello stesso previste. In considerazione dell’elevato numero di strutture presenti nell’organizzazione dell’A.S.P. di Messina, onde poter assicurare una puntuale ed esatta osservazione della Legge n.190/2012, i Responsabili delle UU.OO.CC. a rischio corruzione sono individuati quali Referenti e responsabili, nell’ambito della U.O. di competenza, dell’attuazione del P.T.P.C. I Referenti concorrono con il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza ad assicurare, in un contesto unitario, organico e coerente, la esatta osservanza delle prescrizioni in materia di trasparenza dell'attività amministrativa. I Referenti di tutte le articolazioni aziendali, centrali e periferiche, sono tenuti a curare, mediante un sistema articolato “a cascata”, il pieno e motivato coinvolgimento di tutti i dirigenti e dipendenti delle strutture aziendali cui sono rispettivamente preposti, in specie di quelli addetti alle aree a più elevato rischio di corruzione ed illegalità, nell’attività di analisi e valutazione, nonché di proposta e definizione delle misure di monitoraggio per l’implementazione del piano di prevenzione della corruzione. PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITÀ In attuazione della delega conferita al governo dalla Legge n.190/2012, è stato emanato il D.Lgs. 14 marzo 2013, n.33 (pubblicato su G.U. del 5 aprile 2013), recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, col quale, nel ribadire che la trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, è stato evidenziato che essa è finalizzata alla realizzazione di una amministrazione aperta e al servizio del cittadino (art.1, c. 2 del D.Lgs. n.33/2013). In tale D.Lgs. viene specificato che le misure del Programma Triennale della Trasparenza e dell’Integrità (P.T.T.I.) sono collegate al Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione (P.T.P.C.) e che, a tal fine, il Programma costituisce, di norma, una sezione di detto Piano. Il D.Lgs. n.33/2013, con le successive modifiche ed integrazioni intervenute, ha complessivamente operato una sistematizzazione dei principali obblighi di pubblicazione vigenti, introducendone anche di nuovi e ha disciplinato per la prima volta l’istituto 48 dell’accesso civico (art. 5); inoltre, modificando la disciplina recata dall’art.11 del D.Lgs. n.150/2009, ha precisato compiti e funzioni dei Responsabili della Trasparenza e degli O.I.V. (Organismi Indipendenti di Valutazione), prevedendo la creazione, sui siti web istituzionali, della sezione “Amministrazione trasparente”, realizzata secondo le disposizioni impartite nell’allegato “A” del predetto decreto, che sostituisce la precedente sezione “Trasparenza, valutazione e merito” prevista dall’art.11, c. 8 del D.Lgs. n.150/2009. Il Responsabile della Responsabile della Trasparenza che è anche il Responsabile della Prevenzione della Corruzione dell'ASP di Messina si avvale del supporto del Gruppo Aziendale della Trasparenza e, come individuati dai responsabili delle varie articolazioni aziendali (Dipartimenti, UU.OO.CC., Dipartimenti, Distretti Sanitari, Presidi ospedalieri, ed altre strutture anche semplici), dei referenti, per ciascuna struttura di rispettiva competenza, al fine di creare una rete aziendale per facilitare e snellire l’assolvimento degli adempimenti in tema di trasparenza e, nella fattispecie, di dati ed informazioni obbligo di pubblicazione, come meglio indicati nell’allegato 1 della delibera CiVIT n.50/2013. Il Responsabile della Trasparenza, svolge le seguenti funzioni: elabora e aggiorna il P.T.T.I. in raccordo con il Piano della Prevenzione della Corruzione; effettua il monitoraggio sull'attuazione degli obblighi di trasparenza e delle ulteriori misure e iniziative di promozione della trasparenza; controlla la regolare attuazione dell'accesso civico sulla base di quanto stabilito dal D.Lgs. 33/2013; segnala i casi di inadempimento o di parziale adempimento degli obblighi in materia di pubblicazione previsti dalla normativa, agli UU.PP.DD. del Comparto e delle Dirigenze ai fini dell'eventuale attivazione del procedimento disciplinare. Per i casi più gravi, effettua la segnalazione alla Direzione Strategica e/o all'O.I.V. ai fini dell'attivazione delle altre forme di responsabilità. Propedeutica per la stesura del Programma della Trasparenza, oltre all’apporto fornito dal Gruppo Aziendale della Trasparenza, riguardo al monitoraggio dell’implementazione dei precetti in tema di trasparenza in seno all’A.S.P., risulta la collaborazione con la U.O. Programmazione e Controllo di Gestione, relativamente alla connessione col Piano della Performance, e con la U.O. Formazione e Aggiornamento riguardo ai processi formativi correlati sia al P.T.T.I che al P.T.P.C.. 49 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA 32. I Dipartimenti Nell'ambito della propria autonomia l'Azienda definisce gli assetti organizzativi, le caratteristiche e le funzioni delle singole articolazioni organizzative, l'attribuzione delle responsabilità di direzione e gestionali, nonché le modalità di interazione tra i vari soggetti aziendali: dipartimenti, distretti, struttura complesse, semplici e incarichi professionali. L'Atto Aziendale rappresenta lo strumento fondamentale per definire nel suo impianto generale l'assetto dell'ASP di Messina ed il ruolo dei nuclei organizzativi aziendali. L'organigramma (allegato 1) quale parte integrante e sostanziale dell'Atto aziendale, rappresenta l'organizzazione aziendale ed i più rilevanti livelli organizzativi e di responsabilità di programmazione, gestione e controllo. Il Dipartimento è il modello ordinario di gestione operativa dell’attività dell’Azienda, ai sensi dell’art. 17 bis del D. L.vo n. 502/1992 e s.m.i. con cui dare attuazione al principio di partecipazione dei professionisti al processo decisionale, secondo i rispettivi ambiti di responsabilità. Il Dipartimento è una struttura organizzativa di coordinamento per lo svolgimento di funzioni complesse, costituita da una pluralità di unità operative, raggruppate in base all'omogeneità, affinità o complementarietà del loro sistema di riferimento, che perseguono finalità comuni, tra loro interdipendenti ma che mantengono la propria autonomia e responsabilità professionale nell’ambito di un unico modello organizzativo e gestionale. Esso assume la valenza di soggetto negoziale nei rapporti con la Direzione Strategica e con le altre strutture aziendali. Attraverso la dipartimentalizzazione è possibile dare risposte unitarie, flessibili, tempestive, razionali e complete ed adottare regole condivise di comportamento assistenziale, didattico, di ricerca, etico ed economico. Il Dipartimento può essere strutturale o funzionale. Il Dipartimento strutturale ha la responsabilità gestionale piena e diretta delle risorse assegnate e con rilevanza gerarchica, in particolare delle risorse umane, ed è diretto da uno dei dirigenti delle strutture complesse ad esso afferenti. Il Dipartimento funzionale coinvolge “orizzontalmente” le strutture che ne fanno parte ed è diretto da uno dei responsabili delle unità operative complesse con il ruolo di coordinamento, al fine di migliorare la pratica clinico-assistenziale, favorire 50 l’acquisizione ed il mantenimento di competenze tecnico-professionali adeguate e definire percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali, affinchè si riducano le difformità nelle pratiche clinico-assistenziali che caratterizzano le diverse articolazioni organizzative afferenti. I Dipartimenti strutturali sono organismi soggetti a rendicontazione analitica ed organizzati in centri di costo/responsabilità. I Dipartimenti strutturali individuati dall’ASP sono: - Dipartimento Salute Mentale - Dipartimento di Prevenzione Medico - Dipartimento di Prevenzione Veterinario I direttori dei Dipartimenti strutturali, d’intesa con i coordinatori sanitari e amministrativi di area territoriale o di distretto ospedaliero, negoziano con la Direzione aziendale risorse ed obiettivi. A loro volta i direttori di dipartimenti negoziano tali obiettivi con le strutture complesse o semplici a valenza dipartimentale che ne fanno parte. I Dipartimenti funzionali sono organismi dotati di autonomia tecnico-professionale e scientifica e possono essere assegnatari di budget soggetti a rendicontazione non analitica. L'offerta sanitaria presso gli Stabilimenti Ospedalieri, attraverso l'organizzazione funzionale dipartimentale prevede la seguente aggregazione di servizi: • Dipartimento di Chirurgia • Dipartimento di Medicina • Dipartimento dei Servizi • Dipartimento di Emergenza e Accettazione (attua il raccordo con 118 e PTE) • Dipartimento Oncologico (come previsto dal Piano Sanitario Regionale 2000/2002). Tali aggregazioni dipartimentali comprendono unità operative omogenee che erogano le loro prestazioni di specialistica ambulatoriale e strumentale, ricovero, day hospital, consulenza, trattamenti riabilitativi, emergenza-urgenza, interventi educativi. Nei regolamenti dei singoli Dipartimenti funzionali di area ospedaliera sarà prevista la possibilità che il Comitato di Dipartimento si riunisca per aree distrettuali ospedaliere. I Dipartimenti funzionali, oltre quelli sopra descritti, individuati da questa ASP sono: • Dipartimento Cure Primarie 51 • Dipartimento Attività Socio - Sanitarie • Dipartimento del Farmaco • Dipartimento Materno Infantile • Dipartimento Cure Ospedaliere • Dipartimento Governo Servizi Amministrativi • Dipartimento Governo Attività Amministrative Ospedale Territorio Le funzioni dei Dipartimenti, sia sanitari che amministrativi, comprendono la definizione di progetti e programmi, l’allocazione di risorse e la realizzazione di obiettivi prioritari per conferire la massima omogeneità alle procedure organizzative, amministrative, assistenziali e di utilizzo delle apparecchiature. I Dipartimenti nello svolgimento delle funzioni proprie intendono conseguire i seguenti obiettivi: a) convergenza di competenza ed esperienza; b) interdisciplinarietà; c) garanzia di continuità delle prestazioni prevenendo ridondanze di tempi e/o procedure inutili; d) accorpamento di attività secondo criteri di efficienza ed efficacia pratica. In particolare i Dipartimenti Sanitari realizzano: - utilizzazione ottimale ed integrata degli spazi, del personale e delle apparecchiature; - ove trattasi di dipartimenti che svolgono attività rilevanti sia sul territorio che in ospedale, il coordinamento tra le attività ospedaliere e quelle extraospedaliere per un’integrazione dei servizi nel territorio ed in particolare, nei Distretti, nonché con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta al fine di realizzare il raccordo tra l’ospedale e le strutture territoriali; - promozione di iniziative volte ad umanizzare l’assistenza all’interno delle strutture dipartimentali ed a migliorarne l’accessibilità; - valutazione e verifica della qualità dell’assistenza e delle prestazioni fornite. Per raggiungere obiettivi per i quali necessita la collaborazione e/o integrazione di strutture appartenenti ad altre aziende sanitarie, si potranno istituire dipartimenti interaziendali che aggregano strutture complesse e semplici a valenza dipartimentale appartenenti ad aziende diverse del territorio della provincia di Messina. 52 Ogni dipartimento è governato dal direttore di dipartimento con poteri di indirizzo e coordinamento delle attività, nel dipartimento strutturale il suo direttore ha anche la responsabilità gestionale delle risorse umane, tecniche e finanziarie. Al Direttore di dipartimento fanno riferimento i responsabili di U.O. che collaborano alla gestione delle attività attraverso il Comitato di dipartimento. Il Direttore di Dipartimento è scelto e nominato con provvedimento motivato dal Direttore Generale, tra i dirigenti con incarico di direzione di struttura complessa aggregata nel dipartimento, in conformità a quanto previsto dall’art. 17-bis del D. Lgs. 502/92 e successive modificazioni ed integrazioni. Risponde alla direzione aziendale del perseguimento degli obiettivi aziendali, dell’assetto organizzativo della gestione, in relazione alle risorse assegnate. L’incarico di Direttore di Dipartimento di norma ha durata triennale, ed è rinnovabile previa verifica dei risultati ottenuti, da parte dei competenti organi di valutazione aziendale. Il rinnovo non può essere tacito. Per il periodo dell’incarico il dirigente rimane titolare della struttura complessa cui è preposto, per i dipartimenti strutturali, può disporsi che lo stesso mantenga o meno le funzioni della struttura di cui resta comunque titolare. Compete al Direttore del Dipartimento: a) negoziare con la direzione aziendale il budget, gli obiettivi e quanto approvato dal Comitato di Dipartimento, correlandolo all’utilizzo delle risorse disponibili; b) assicurare l’integrazione delle attività del dipartimento con i coordinatori sanitari e amministrativi di Area Territoriale o di Distretto Ospedaliero e le altre strutture dell’Azienda; c) gestire il funzionamento del dipartimento, attuando i modelli proposti dal comitato di dipartimento; d) promuovere le verifiche periodiche sulla qualità, secondo il modello prescelto dal comitato del dipartimento; e) controllare l’aderenza dei comportamenti con gli indirizzi generali definiti dal Comitato del Dipartimento nell'ambito: dell’assistenza sanitaria, della gestione del personale, dei piani di ricerca, di studio e di didattica; f) rappresentare il Dipartimento nei rapporti con la Direzione Aziendale, i Direttori degli altri dipartimenti, Coordinatori di Area Territoriale e del Distretto Ospedaliero; g) gestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimento; 53 h) definire i modelli di coordinamento fra le singole strutture in cui si articola il dipartimento. Il Comitato del Dipartimento è organismo collegiale, consultivo e propositivo che coadiuva il Direttore di Dipartimento nelle sue funzioni. Esso è nominato dal Direttore Generale secondo le modalità individuate nei singoli regolamenti di funzionamento. Le articolazioni complesse dei dipartimenti sia strutturali che funzionali sono individuati nell’Allegato 1 al presente atto. 33. Le strutture complesse, semplici ed incarichi professionali Le strutture organizzative complesse e semplici sono articolazioni aziendali in cui vengono rilevate le competenze professionali e le risorse e sono finalizzate allo svolgimento di funzioni di amministrazione, di programmazione e di committenza o produzione di prestazioni e servizi sanitari in relazione a precisi obiettivi e risultati aziendali. Sono considerate centri di responsabilità e sono classificate in relazione alla rispondenza dei seguenti criteri: • Valenza strategica definita dal livello di interfaccia con istituzioni e organismi esterni all’Azienda, dagli obiettivi aziendali, dalla qualità dei servizi offerti; • Complessità organizzativa specificata dal numero delle risorse professionali, dal dimensionamento tecnologico, dal peso delle prestazioni fornite; • Grado di intersettorialità e interprofessionalità necessari per assicurare migliori livelli di efficacia, efficienza e rendimento; • Livello di responsabilità e autonomia richiesti per ottenere affermazione organizzativa; • Rilevanza qualitativa e quantitativa delle risorse da allocare, gestire ed organizzare. Le strutture organizzative complesse e semplici operano quali centri di responsabilità e di costo dotati di autonomia tecnico funzionale e organizzativa con spazi e risorse proprie. Le strutture organizzative aziendali sono individuate dal Direttore Generale sulla base della valutazione dei criteri sovra indicati e sono classificate Complesse, Semplici e Incarichi Professionali. Le strutture complesse sono articolazioni organizzative alle quali è attribuita la gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie dedicate; gestione concordata e coordinata a livello dipartimentale. 54 Le strutture semplici a valenza dipartimentale sono articolazioni organizzative con autonomia operativa e responsabilità della gestione di risorse umane, strutturali e strumentali dedicate o condivise con altre strutture che vengono istituite per far fronte a particolari esigenze per le quali non si ritiene necessaria l’istituzione di una struttura complessa. Le strutture semplici interne sono articolazioni organizzative delle strutture complesse o dello staff alle quali è attribuita responsabilità di gestione di risorse umane e tecniche. Gli incarichi professionali, coerentemente con i principi di sviluppo aziendale, sono caratterizzate da elevata e specifica competenza tecnica acquisita attraverso la formazione e l’esperienza. Le strutture complesse di ruolo sanitario con posti letto sono costituite almeno dal responsabile e da almeno altri quattro dirigenti con il principale impegno lavorativo nella struttura stessa. Le strutture complesse di ruolo sanitario senza posti letto sono costituite almeno dal responsabile e da almeno altri tre dirigenti con il principale impegno lavorativo nella struttura stessa. Il Direttore Generale si riserva la possibilità di valutare, sulla base di evidenti necessità di tipo assistenziale o organizzativo, eventuali deroghe ai detti parametri da sottoporre alla specifica autorizzazione dell’Assessorato. Le strutture semplici di ruolo sanitario sono composte dal responsabile e da almeno due dirigenti con il principale impegno lavorativo nella struttura stessa. In fase di prima applicazione le strutture semplici già esistenti composte dal responsabile e da un dirigente possono essere mantenute per un periodo massimo di un anno dall’approvazione del presente atto aziendale. Ai sensi dell’art. 15 terdecies del D. L.vo 502/92 e ss.mm.ii. il responsabile delle strutture aziendali assume la denominazione di direttore se di struttura complessa ovvero di responsabile se di struttura semplice. In base alle deleghe, alle funzioni ed ai compiti attribuiti dal Direttore Generale, i dirigenti con incarico di struttura complessa sono responsabili dell’efficace ed efficiente gestione delle risorse loro attribuite, nonché in ambito assistenziale, dell’appropriatezza degli interventi clinici erogati. I responsabili di struttura complessa esercitano, tra gli altri, i seguenti compiti: a. Propongono al direttore Generale il conferimento di incarichi delle strutture semplici di propria afferenza; 55 b. Formulano proposte ed esprimono pareri al Direttore del dipartimento e del Distretto, nelle materie di loro competenza; c. Esercitano funzioni di rilievo nell’attività di supporto alla Direzione strategica; d. Definiscono gli obiettivi che i Dirigenti loro assegnati devono perseguire e coerentemente attribuiscono loro risorse umane e tecnologiche; e. Assicurano funzioni di produzione di prestazioni o di servizi ed organizzano e gestiscono il personale; f. Dirigono, coordinano e controllano l’attività svolta dalle strutture che da essi dipendono. I responsabili di struttura semplice esercitano i seguenti compiti: a. Formulano proposte ed esprimono pareri ai direttori di struttura complessa; b. Curano l’attuazione dei progetti e delle attività loro assegnate ed adottano i relativi atti provvedimenti; c. Svolgono tutti i compiti ad essi delegati dai direttori di struttura complessa; d. Dirigono, coordinano e controllano l’attività che si svolge nelle strutture cui sono responsabili; e. Provvedono alla gestione del personale e delle risorse assegnate alla loro struttura. Le strutture organizzative complesse dell’Azienda sono quelle analiticamente indicate nell’Allegato 1 al presente atto aziendale. Le strutture semplici dell’Azienda, nel rispetto del D.A. n. 736/10 così come integrato con la nota prot. n. A.I.3/3743 del 03.05.2010 e D.A. n. 1360/15 saranno successivamente indicate tenendo conto degli standard organizzativi individuati dal D.M. 70 del 2.4.2015 nonché dal documento del Comitato LEA del 26.03.2012. 34. Il Dipartimento di Prevenzione Il Dipartimento di Prevenzione rappresenta una macrostruttura aziendale il cui assetto è fissato in sede nazionale dalle Leggi dello Stato (D.L.vo 502/92 e ss.mm.ii. del D.L.vo n. 229/99) e in sede regionale dal D.P.Reg. 11/05/2000, D.A. 14/03/2001 n°34120, dalla Circolare assessoriale n°1045 del 21/03/2001 e dal D.A. 01/03/2006, D.A. 820/2012 (riorganizzazione Centri di vaccinazione) D.A. 1845/2012 (direttive regionali per l’esecuzione degli screening oncologici) D.A. 2198/2014 (recepimento del PNP 2014-2018 e indirizzi operativi). Il Dipartimento di Prevenzione è la Struttura operativa aziendale che garantisce la tutela della salute collettiva negli ambienti di vita e di lavoro, attraverso azioni volte alla 56 prevenzione, individuazione e rimozione della cause di nocività e di malattia di origine ambientale umana ed animale perseguendo, altresì, obiettivi di prevenzione delle disabilità e miglioramento della qualità e dello stile di vita. Esso è dotato di autonomia tecnico-gestionale di tipo strutturale ed è organizzato in centri di responsabilità e di costo. Il Dipartimento di prevenzione nello svolgimento delle proprie azioni si integra con le altre istituzioni e con gli altri settori del Servizio Sanitario, al fine di programmare interventi coordinati e complementari in particolare a livello distrettuale, nei Distretti sanitari, dove l’integrazione, l’armonizzazione e la condivisione dei programmi trova la sua massima espressione attuativa proprio perché, in tale ambito, con i medici ed i pediatri di famiglia e con le strutture a diverso titolo impegnate nella tutela della salute pubblica, è possibile ed è necessario sviluppare le attività di promozione della salute e di adozione di corretti stili di vita, garantendo equità sociale degli interventi. La funzione del Dipartimento di Prevenzione si esplica, inoltre, nei confronti degli Enti locali e degli altri soggetti cointeressati, in particolare nella conferenza dei Sindaci, specie per quanto concerne la descrizione epidemiologica dei rischi sanitari e dei fenomeni patologici, l’educazione alla salute, l’informazione e la comunicazione del rischio. Nell’ambito del Dipartimento di prevenzione particolare rilievo ha la tutela della salute ed alla sicurezza negli ambienti di lavoro, anche con riguardo ai profili inerenti l’impiantistica e l’antinfortunistica, mediante la definizione di un appropriato assetto organizzativo, in relazione all’allarme sociale, in termini di gravità, che destano gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali ed alla loro incidenza sui rispettivi territori di competenza. Il Dipartimento di Prevenzione espleta le seguenti funzioni di prevenzione collettiva e sanità pubblica, anche a supporto della autorità sanitaria locale: a. profilassi delle malattie infettive e diffusive; b. tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali; c. tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro; d. sanità pubblica veterinaria che comprende la sorveglianza epidemiologica degli animali e la profilassi delle malattie infettive e diffusive, la farmacovigilanza veterinaria, l’igiene della produzione zootecnica, la tutela igienico-sanitaria degli alimenti di origine animale; 57 e. tutela igienico-sanitaria degli alimenti; f. adozione di stili di vita e di alimentazione corretti, lotta all’obesità, lotta al tabagismo; g. sorveglianza e prevenzione nutrizionale; h. tutela sanitaria delle attività sportive; i. accreditamento istituzione delle strutture pubbliche e private eroganti prestazioni sanitarie; j. gestione del registro tumori. k. realizzazione della prevenzione oncologica mediante l’attuazione dei “programmi di screening” di popolazione per la prevenzione del cancro della mammella, del cancro della cervice uterina e del cancro del colon retto l. prevenzione delle malattie cronico degenerative, m. prevenzione delle malattie cardiovascolari e delle malattie rare; Particolare rilevanza, tra le campagne di prevenzione promosse dal Dipartimento, riveste la promozione degli screening oncologici, posti fra i Livelli Essenziali di Assistenza, a garanzia di tutta la popolazione siciliana, in quanto strumento efficace per ridurre la mortalità per tumore (D.A.1845/2012). I programmi di attuazioni degli screening sono disegnati con un architettura organizzata a rete verticale (a matrice organizzativogestionale) ed orizzontale (a matrice clinico-operative) con tre livelli di esecuzione, contestualizzata nella realtà di questa Azienda, in sincrono con le linee guida GISNa, GISCi, GISCoR,, con le raccomandazioni emanate dal Ministero della Salute e sotto l’egida del Coordinamento Regionale Screening. Fulcro organizzativo e gestionale del programma nonché dei flussi informativi di tutti gli screening oncologici è il Centro Gestionale Screening U.O.S. afferente al Dipartimento di Prevenzione U.O.C. SPEM a cui è affidata tutta la fase preliminare di organizzazione e di raccolta dei dati, mentre la gestione effettiva delle attività di 1° e 2° livello nonché il coordinamento e la verifica del 3° livello è attribuita ai Centri Operativi uno per ciascuno dei tre screening oncologici (mammografico, cervice uterina e colon retto) organizzate in strutture semplici - UU.OO.SS. - incardinate ognuna nella rispettiva area funzionale di riferimento a cui compete la produzione della prestazione: • Screening mammografico: Radiologia Territoriale • Screening cervice uterina: Dipartimento Materno-Infantile 58 • Screening colon retto: Gastroenterologia P.O. Taormina (sede del Dipartimento Oncologico di terzo livello). Ulteriore attività di fondamentale rilevanza posta a carico del Dipartimento di Prevenzione è il potenziamento dell’offerta vaccinale e l’innalzamento del grado di aderenza e copertura vaccinale a tutela del singolo individuo e della comunità tutta (D.A. 820/2012). Per raggiungere tale obiettivo, tramite l’istituzione dei Centri di Vaccinazione, si darà piena attuazione al “Calendario Vaccinale per la Vita” mantenendo e potenziando le attività di sorveglianza epidemiologica delle malattie suscettibili di vaccinazione; consolidando il collegamento con le anagrafi vaccinali e la loro completa informatizzazione, aumentando lo standard di sicurezza e qualità del processo vaccinale, ampliando l’offerta vaccinale, promuovendo compagne di informazione e di comunicazione per diffondere la cultura della prevenzione vaccinale. L’assetto organizzativo e le funzioni del Dipartimento di Prevenzione sono quelle previsti dalla circolare n. 1045 del 31/03/2001 e relativo allegato nonché dal D.A. 01/03/2006 ai sensi dei quali si articola in due dipartimenti strutturali: Dipartimento strutturale di prevenzione per la salute Dipartimento strutturale di prevenzione veterinario Le funzioni e i compiti del Direttore del Dipartimento strutturale di prevenzione per la salute e del Direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario corrispondono a quanto stabilito dalla già richiamata Circolare n. 1045. Nell’ambito di ciascuno dei due Dipartimenti la direzione è unica ed è affidata al Direttore di una delle U.O.C. in cui essi si articolano. I Direttori dei Dipartimenti strutturale di prevenzione per la salute e Veterinario sono nominati dal Direttore Generale e nel periodo dell’incarico può disporsi che gli stessi mantengano o meno le funzioni della struttura di provenienza di cui restano comunque titolari. I Direttori del Dipartimento strutturale di prevenzione per la salute e veterinario fanno parte del collegio di direzione aziendale. I Direttori del Dipartimento strutturale di prevenzione per la salute e del Dipartimento di prevenzione veterinario curano, rispettivamente, i rapporti con istituzioni, amministrazioni e società civile, essi subentrano ai Capi Settore nella Conferenza regionale di servizio ex artt. 11 e 14 del decreto n° 13306 del 18/11/1994. I Direttori del Dipartimento strutturale di prevenzione per la salute e veterinario hanno la responsabilità generale della conduzione della struttura dipartimentale nonché della 59 corretta e funzionale erogazione delle prestazioni previste. Essi operano conformemente alle indicazioni programmatorie esposte dalla Direzione Aziendale nel corso delle fasi di negoziazione del budget per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il Dipartimento strutturale di prevenzione per la salute è fornito di contabilità analitica differenziata dal Dipartimento di prevenzione veterinario. Per ciascuno dei due Dipartimenti in cui si articola il Dipartimento di prevenzione vi è un comitato di dipartimento regolamentato al punto 7 della Circolare n°1045. Il Comitato di dipartimento è un organo collegiale che coadiuva il Direttore di dipartimento con lo scopo di coinvolgere i principali dirigenti delle strutture dipartimentali sulle scelte generali con finalità partecipative e di corresponsabilizzazione. Il Comitato è l’organismo collegiale all’interno del quale vengono concordate le scelte di programmazione, di indirizzo tecnico, organizzativo ed economico finanziario da sottoporre ai Coordinatori dell’Area territoriale. Il Dipartimento Strutturale di Prevenzione per la Salute Il Dipartimento strutturale di prevenzione per la salute è composto da due aree: Igiene e Sanità Pubblica e Tutela della Salute e Sicurezza Ambienti di lavoro. L’area di Igiene e Sanità Pubblica è articolata nelle seguenti strutture complesse: Servizio di sanità pubblica, epidemiologia e medicina preventiva; Servizio di igiene ambienti di vita; Servizio di igiene degli alimenti, sorveglianza e prevenzione nutrizionale. L’area di Tutela della Salute e Sicurezza Ambienti di Lavoro è articolata nelle seguenti strutture complesse: Servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro; Servizio Impiantistica Antinfortunistica Inoltre, nell’ambito del Dipartimento di prevenzione medico insiste un Laboratorio di sanità pubblica quale Servizio interareale. Le strutture organizzative complesse e semplici operano quali centri di responsabilità e di costo dotati di autonomia tecnico funzionale e organizzativa con spazi e risorse proprie; esplicitando altresì la collocazione istituzionale “mission“ ed obiettivi del Dipartimento di Prevenzione. Il Dipartimento Strutturale di Prevenzione veterinario Al Dipartimento di Prevenzione veterinario sono attribuite tutte le azioni finalizzate alla razionalizzazione, miglioramento della gestione, ottimizzazione delle risorse, uniformità dei comportamenti e specificità delle prestazioni in ambito veterinario. 60 L’assetto organizzativo interno del Dipartimento di prevenzione veterinario deriva dall’applicazione della Circolare n. 1045 del 31/03/2001 nella parte corrispondente all’area di sanità pubblica veterinaria. Gli obiettivi specifici prioritari del Dipartimento di Prevenzione veterinario sono quelli di: Innalzare i livelli sanitari di sicurezza delle popolazioni animali, con la riduzione dell’incidenza delle infezioni zoonosiche e di quelle a maggiore rilevanza zoosanitaria e con l’eradicazione dagli allevamenti ovi-caprini della brucellosi e dagli allevamenti bovini della tubercolosi, brucellosi e della leucosi bovina enzootica; Migliorare l’igiene degli allevamenti zootecnici con particolare riguardo al benessere degli animali allevati, all’alimentazione degli animali ad al controllo dell’utilizzo sapiente dei medicinali veterinari; Perfezionare l’igiene urbana veterinaria attraverso il raggiungimento di un ottimale equilibrio uomo-animale-ambiente; Garantire un elevato livello di sicurezza e di integrità dei prodotti alimentari di origine animale. Per assicurare il raggiungimento degli obiettivi specifici il Dipartimento individua gli standard organizzativi necessari ad una corretta e coerente programmazione delle attività sia in termini di dotazione di personale che di attrezzature, automezzi e materiali di consumo da assegnare. Afferiscono al Dipartimento di prevenzione veterinario i seguenti servizi di provenienza dall’ex Area di Sanità Pubblica Veterinaria: Sanità Animale a cui principalmente appartiene, fatto salvo quanto analiticamente previsto dalla Circolare 1045 e dal PRIS Regione Sicilia e s.m.i.: La sorveglianza epidemiologica e la profilassi delle malattie infettive e diffusive degli animali ai fini della loro eradicazione; La prevenzione ed il controllo delle zoonosi La polizia veterinaria La vigilanza sui concentramenti e sugli spostamenti degli animali compresa l’importazione e l’esportazione; Il controllo delle popolazione sinantrope e selvatiche ai fini della tutela della salute umana e dell’equilibrio uomo/animale/ambiente 61 Igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto di alimenti di origine animale e loro derivati a cui vengono affidati fatto salvo quanto previsto dalla Circolare 1045 e dal PRIS Regione Sicilia e s.m.i. i compiti relativi a: L’ispezione negli stabilimenti di macellazione; Il controllo igienico sanitario nell’ambito della produzione, trasformazione, conservazione, trasporto, deposito e distribuzione e somministrazione degli alimenti di origine animale; Il controllo ufficiale degli stabilimenti riconosciuti (CE) e nelle imprese alimentari registrate Le indagini epidemiologiche in tutte le fasi della produzione, commercializzazione, trasporto di alimenti di origine animale; La valutazione degli esiti analitici, dei risultati degli esami e delle eventuali azioni correttive da porre in essere; Le certificazioni sanitarie sui prodotti destinati all’esportazione o ad usi particolari. Servizio di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche le cui principali competenze, fatto salvo quanto previsto dalla Circolare 1045 e dal PRIS Regione Sicilia e s.m.i., sono quelle di: Igiene urbana veterinaria Lotta al randagismo e controllo della popolazione canina Vigilare e controllare l’impiego degli animali nella sperimentazione Controllo e vigilanza sull’alimentazione animale e sulla produzione e distribuzione dei mangimi; Competenze in materia di laboratori di analisi veterinari e sugli ambulatori veterinari Detti servizi sono strutture complesse che operano quali centri di responsabilità e di costo, sono dotate di autonomia tecnico funzionale ed operativa, di spazi e risorse necessarie per lo svolgimento specialistico delle funzioni e dei compiti propri del servizio, organizzate sotto la direzione del Direttore del Dipartimento. Le articolazioni hanno valenza aziendale e si articolano in strutture complesse e semplici in rapporto all’omogeneità della disciplina di riferimento ed alle funzioni attribuite, nonché alle caratteristiche e alle dimensioni del bacino di utenza, con spazi e risorse proprie. 62 35. Il Dipartimento di Salute Mentale Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM), è un dipartimento strutturale, dotato di autonomia gestionale e tecnico professionale con obbligo di rendicontazione analitica. Il modello dipartimentale garantisce l’unitarietà del personale, della programmazione, gestione delle attività, nonché delle risorse; consente la perfetta armonizzazione ed integrazione degli interventi relativi alle tre aree di competenze (salute mentale adulti, neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza, dipendenze patologiche). La salute mentale è una delle componenti centrali del capitale umano, sociale ed economico delle comunità di appartenenza, di vita e di lavoro delle persone. Benessere psicologico, inclusione sociale e sviluppo economico sono infatti prerogative strettamente interconnesse. La mission del DSM può essere così articolata. L’attività del DSM è finalizzata alla prevenzione, cura e riabilitazione nel campo della salute mentale. Il DSM opera per rimuovere qualsiasi forma di discriminazione nei confronti dei pazienti psichiatrici e partecipa a tutte le iniziative tese a garantire ad essi pieni e completi diritti di cittadinanza. Il DSM contribuisce a formulare ipotesi operative per la definizione di un vero e proprio patto per la salute mentale favorendo la costituzione e/o il potenziamento di una rete con altre strutture dell’Azienda, con le Istituzioni pubbliche, la Comunità, le forze sociali ed imprenditoriali (Mix pubblico-privato) nonché con altre reti già esistenti e le istituzioni regionali ed extra-regionali impegnate nello sviluppo di iniziative tendenti alla lotta contro l’emarginazione e l’esclusione sociale. Tale vision è ribadita nel Piano Strategico della Salute Mentale emanato dall’Assessorato della Salute. L’attività del DSM non è rivolta unicamente alla “stretta cornice” di un servizio medico specialistico, ma deve necessariamente incidere sul contesto territoriale in cui svolge la propria azione. Senza questo intervento il proprio ruolo sarebbe di scarsa efficacia, limitandosi a far fronte all’attualità degli eventi patologici senza poter incidere su tutti quei fattori socio-ambientali che contribuiscono a determinare la disabilità psichica. Il DSM opera attraverso la presa in carico degli utenti che presentano bisogni complessi e che necessitano pertanto di una valutazione multi professionale, di interventi di diversi profili professionali (Psichiatri, Psicologi, Tecnici della Riabilitazione psichiatrica, Assistenti sociali, Infermieri Professionali). 63 La presa in carico prevede la definizione di un Piano di Trattamento Individuale per il singolo utente e, individuando bisogni, risorse e modalità di intervento, così come indicato nei percorsi diagnostico-terapeutici previsti dai LEA e definiti dettagliatamente dai documenti esitati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome (14/131/CR08b/C8) Il DSM ha direzione unica affidata al Direttore di una delle UU.OO.CC. in cui esso si articola. Il Direttore del DSM è nominato dal Direttore Generale e nel periodo dell’incarico può disporsi che lo stesso mantenga o meno le funzioni della struttura di provenienza di cui resta comunque titolare. Il Direttore del Dipartimento ha, tra l’altro, la responsabilità di: • Negoziare il budget con la Direzione Generale; • Provvedere alla assegnazione delle risorse e del personale ai Moduli Dipartimentali, controllandone poi le modalità di gestione; • Operare per assicurare l’omogeneità delle prestazioni nei vari Moduli Dipartimentali, ricercando la massima collegialità con i responsabili; • Verificare l’utilizzo e la corretta realizzazione dei Progetti Terapeutici Individuali (PTI) secondo quanto previsto dalle norme nazionali e regionali; • Verificare ed operare per l’attuazione dei piani e delle linee di indirizzo Nazionali e Regionali riguardanti i tre ambiti assistenziali (NPIA, SMA, DP) • Avanzare alla Direzione Generale le proposte per le nomine dei Responsabili UU.OO.SS. ed effettuare le valutazioni di prima istanza dei responsabili delle Strutture Complesse. • Promuovere l’attività di MCQ e la realizzazione del sistema informativo; • Promuovere e verificare l’attività di ricerca, formazione e aggiornamento del personale. • Promuovere e verificare programmi di informazione, comunicazione ed educazione sanitaria. • Programmare attività dipartimentali volte a affrontare le patologie emergenti, con particolare riguardo alle problematiche psichiatriche della fascia geriatrica, ai disturbi della condotta alimentare (DCA) , alle nuove dipendenze ( Gioco d’azzardo Patologico) ed alle criticità connesse alla psichiatria transculturale . • Coordinare i rapporti con l’Autorità Giudiziaria in merito alla gestione dei soggetti sottoposti a Misura di Sicurezza. 64 • Favorire l’integrazione delle tre aree di competenza. • Compiere le azioni tese a implementare il Dipartimento di Salute Mentale Integrato come previsto nel Piano Strategico Salute Mentale. Funzionalmente, il DSM si articola in Unità Operative Complesse (Moduli Dipartimentali), ed Unità Operative Semplici, alcune delle quali con valenza dipartimentale. Le UU.OO.CC. afferenti al DSM vengono individuate quali Moduli Dipartimentali che possono avere valenza territoriale mono, pluri distrettuale o provinciale, e si differenziano per la tipologia di utenza (SMA, NPIA, DP). Nell’ambito delle indicazioni e delle linee strategiche aziendali e dipartimentali, sono dotati di autonomia operativa rispetto alla propria area territoriale e alla disciplina. Sono previsti i seguenti moduli dipartimentali: • Modulo Dipartimentale SMA Messina Sud -Taormina • Modulo Dipartimentale SMA Messina Nord • Modulo Dipartimentale SMA Milazzo-Lipari • Modulo Dipartimentale SMA Barcellona-Patti • Modulo Dipartimentale SMA Sant’Agata M.-Mistretta • Modulo Dipartimentale NPIA Provinciale • Modulo Dipartimentale DP Provinciale I Direttori dei Moduli Dipartimentali, in sinergia con i responsabili delle Unità Operative Semplici, assicurano l’assistenza agli utenti di propria competenza nel rispetto delle risorse assegnate e degli obiettivi aziendali e dipartimentali. I Moduli Dipartimentali della Salute Mentale Adulti (SMA) presentano le seguenti articolazioni previste dalle normative Nazionali e Regionali: CENTRO SALUTE MENTALE (ed ambulatori territoriali periferici), CENTRO DIURNO, SERVIZIO PSICHIATRICO DIAGNOSI E CURA, STRUTTURE RESIDENZIALI (Struttura Abitativo- Riabilitativa, Comunità Terapeutica Assistita). Tra le strutture residenziali va annoverata la RESIDENZA PER L’ESECUZIONE DELLE MISURE DI SICUREZZA (REMS) di Naso, attivata a seguito della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la cui gestione sanitaria è affidata al DSM. Le ammissioni 65 e le dimissioni presso la REMS sono disposte dalla Direzione Amministrativa Penitenziaria su richiesta dell’Autorità Giudiziaria. Il Modulo Dipartimentale Provinciale della NeuroPsichiatria infantile e della Adolescenza (NPIA), è preposto alla prevenzione cura e riabilitazione dei disturbi psichici, neurologici, neuropsicologici in età evolutiva. Esso riveste particolare importanza per la valenza preventiva che gli interventi assumono in questa età della vita e che si riverberano nell’età adulta atteso che tutti i più recenti studi epidemiologici dimostrano che la gran parte dei pazienti adulti con disturbi psichiatrici presentava già sintomi, spesso non trattati, in età evolutiva. La sede di Direzione del MD di NPIA è allocata presso la U.O. Messina Nord. Tra i compiti fondamentali del Modulo della NPIA rientrano in modo peculiare: • Promuovere la salute mentale in età evolutiva. • Prendere in carico i minori vittime di trascuratezza, maltrattamento e abuso. • Individuare precocemente, con il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta, i gravi disturbi neurologici e psicopatologici ad alto impatto sociale, per i quali la diagnosi tempestiva costituisce un sicuro criterio di prognosi più favorevole. • Ridurre le conseguenze invalidanti delle gravi disabilità neurologiche e psichiatriche, sviluppando le abilità residue, favorendo le autonomie personali ed i processi di adattamento. Particolare importanza rivestono gli interventi precoci su patologie complesse quali quelle dello spettro autistico ed i disturbi dell’apprendimento. • Contrastare la tendenza alla emarginazione e alla istituzionalizzazione dei soggetti con psicopatologia “maggiore”, attraverso programmi di integrazione scolastica e sociale. Il Modulo Dipartimentale Provinciale delle Dipendenze Patologiche (DP), persegue gli obiettivi della prevenzione, della cura, della riabilitazione e del reinserimento sociale dei soggetti affetti da dipendenze patologiche, con particolare riguardo alle dipendenze delle sostanze d’abuso ed alle nuove forme di dipendenza patologica. La sede della Direzione del MD di DP è allocata presso il Ser.T. Messina Nord. Particolare rilevanza, in ordine alle difficoltà gestionali, assume la presenza nell’ambito metropolitano della Casa Circondariale. 36. DIPARTIMENTO CURE PRIMARIE 66 Il Dipartimento Cure Primarie è un dipartimento funzionale, con competenza nell’area territoriale dell’ASP, esso è costituito dalle seguenti strutture: U.O.C. Assistenza Sanitaria di Base e Specialistica, Medicina Legale U.O.C. Distretto Sanitario di Messina U.O.C. Distretto Sanitario di Milazzo U.O.C. Distretto Sanitario di Lipari U.O.C. Distretto Sanitario di Taormina U.O.C. Distretto Sanitario di Barcellona U.O.C. Distretto Sanitario di Mistretta U.O.C. Distretto Sanitario di Patti U.O.C. Distretto Sanitario di S. Agata di Militello Il Dipartimento è dotato di autonomia tecnico – professionale e scientifica ed è assegnatario di budget. Il Dipartimento ha una direzione unica affidata al Direttore di una delle UU.OO.CC. ad esso afferenti e di cui mantiene la titolarità e le funzioni. L’area territoriale dell’ASP comprende le funzioni relative all’igiene, la sanità pubblica, l’assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro, l’assistenza sanitaria di base, specialistica e riabilitativa, la medicina legale e fiscale (finchè le competenze fiscali non passeranno all’INPS), la farmaceutica, la salute mentale e le tossicodipendenze, la sanità pubblica veterinaria, la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Tali attività sono erogate sia attraverso servizi direttamente gestiti, sia attraverso servizi forniti da altre articolazioni organizzative, che si coordinano con i distretti per definire le modalità di fornitura più idonee. Nell’ambito dei distretti sanitari operano i PTA (Presidi Territoriali di Assistenza), la cui finalità, in base alle specificità dei diversi territori, è la realizzazione dell’integrazione fisica e/o organizzativa-operativa dei servizi territoriali, in applicazione e nel rispetto delle Linee Guida emanate con D.A. n. 723 del 10.03.2010, come disposto dall’art. 12 comma 8 della L.R. n. 05/2009. I nuovi ambiti assistenziali del territorio sono riferiti ad un bacino di utenza compreso tra gli 80.000 e i 120.000 abitanti, attraverso i quali viene garantita a tutti i cittadini l’erogazione di prestazioni socio-sanitarie integrate. Tali presidi, sono destinati, in particolare, a trattare persone affette da patologie cronico-degenerative in fase non acuta e 67 con esigenze diversificate. Occorre evidenziare che nel territorio dell'ASP nessun Distretto, ad eccezione di Messina, conta una popolazione di 80.000 abitanti. I Presidi territoriali di assistenza (PTA) rappresentano il punto di accesso privilegiato alla rete territoriale e sono dotati o connessi con il Centro unico di prenotazioni (CUP), attivi nelle 24 ore e collegati in modo capillare con i singoli comuni in materia di cure primarie (accoglienza, servizi sanitari di base e specialistici). All'interno delle cure primarie sono previste, in particolare: le UTAP (Unità territoriali di assistenza primaria) con l'importante funzione di continuità assistenziale; le cure domiciliari con diversa intensità; le prestazioni di diagnostica specialistica, con ambulatori attrezzati anche per la piccola chirurgia di emergenza; attività di degenza di bassa e media complessità clinica. La capacità del sistema di garantire una effettiva presa in carico del paziente, a fronte di una domanda di assistenza, ha uno dei suoi snodi cruciali nella operatività dei PUA (Punto unico di Accesso), che fornisce informazioni aggiornate relativamente alle diverse opportunità, risorse, prestazioni, agevolazioni, servizi esistenti ed accessibili per gli utenti del territorio; raccoglie le domande di accesso a prestazioni e servizi, sanitari ed amministrativi ed effettua la prima lettura dei bisogni. La programmazione e realizzazione di strutture territoriali strategiche in grado di fornire risposte sanitarie integrate che risultino appropriate ai bisogni di salute e di assistenza dei pazienti e dei loro familiari, richiede una trasformazione importante del quadro attuale, con modifiche culturali, oltre che organizzative, impostate sulla centralità della persona e non più della patologia e sull’integrazione delle cure distrettuali con quelle ospedaliere. Il Distretto contribuisce alla missione aziendale, assicurando alla popolazione residente la disponibilità e l’accesso ai servizi ed alle prestazioni di tipo sanitario, incluse nei livelli essenziali di assistenza. I Distretti Sanitari coincidono con gli ambiti territoriali dei Distretti SocioSanitari. Il DPRS del 22/09/09, così come rettificato con DPRS del 02.12.2009, definisce i Distretti sanitari della Provincia di Messina ai sensi dell'art.12 della L.R. 5/2009. In un territorio, vasto e particolare come quello dell’ASP di Messina, con 107 comuni con caratteristiche diverse, ricadono 8 Distretti Sanitari (Taormina, Milazzo, Barcellona P.G., 68 Patti, S. Agata Militello) di cui due con meno di 20.000 abitanti (Lipari e Mistretta) ed uno è di circa 300.000 (Messina). Il Distretto, secondo l’art. 12 della L.R. n. 05/2009, è l’articolazione territoriale dell’Azienda all’interno della quale, attraverso le strutture, i dipartimenti i servizi ed i presidi territoriali di assistenza, sono erogate le prestazioni in materia di prevenzione individuale o collettiva, diagnosi, cura, riabilitazione ed educazione sanitaria della popolazione, che per le loro caratteristiche devono essere garantite in maniera diffusa ed omogenea sul territorio. Il Distretto ha la responsabilità dell’insieme dei servizi necessari a garantire la salute della popolazione presente sul territorio, e provvede ad organizzare l’erogazione, secondo criteri di equità, accessibilità, appropriatezza, dei servizi di tipo sanitario territoriali coordinandoli ed integrandoli con quelli ospedalieri. Il modello del Distretto prevede come punti caratterizzanti: un approccio globale ed integrato tra le funzioni di prevenzione, diagnosi e cura, riabilitazione; un sistema che superi il dualismo tra domanda ed offerta, per esaltare una funzione di accompagnamento dell’utenza attraverso i servizi, supportando la programmazione dell’offerta zonale sulla base dei bisogni di salute, di profili standard e di profili individualizzati; un sistema di accesso unitario ed unificante propedeutico ad un approccio valutativi ed operativo di tipo integrato (PUA); un modello di valutazione dei bisogni individuali multidisciplinare ed integrato (UVM). Il modello organizzativo del Distretto si connota per: la risposta alla domanda/bisogno dei cittadini, anche attraverso forme di partecipazione e di cittadinanza attiva; la programmazione dei servizi territoriali sanitari e socio sanitari; la definizione delle politiche di welfare attraverso il Piano di Zona con gli Enti Locali, le Aziende per i servizi alla persona e gli altri soggetti di cui all’art. 1 della legge n. 328/2000; presa in carico e continuità assistenziale, sia mediante la produzione diretta dei servizi e delle prestazioni, che mediante quelle erogate dai soggetti convenzionati. In tale ambito si colloca la gestione dei rapporti con i MMG/PLS, di continuità assistenziale, di emergenza territoriale, con gli 69 specialisti ambulatoriali e dei rapporti con le farmacie esterne, ai fini del coinvolgimento e dell’inserimento dei suddetti professionisti nell’organizzazione complessiva dell’offerta distrettuale. In ogni Distretto è istituito (delibera n.1570/CS del 26.4.2013) un Ufficio di Coordinamento delle Attività Distrettuali (UCAD) con funzioni propositive e tecnicoconsultive, composto da rappresentanti delle figure professionali operanti nel Distretto in parte designate dall'Azienda, in parte designate dalle organizzazioni sindacali ed in parte elettive. I Distretti Sanitari afferiscono funzionalmente al Dipartimento Cure Primarie. I Distretti Sanitari gestiscono direttamente i PTA e le strutture ricadenti nel loro ambito territoriale utilizzando le risorse loro assegnate e quelle dei Dipartimenti strutturali operanti sul territorio con l’obiettivo di assicurare ai propri residenti un’adeguata offerta di servizi. La Direzione dei PTA è affidata al Direttore del Distretto. L'ASP di Messina ha attivato PTA sono presso i Distretti di S. Agata Militello, Mistretta, Barcellona P.G., Milazzo e Messina Sud. I Presidi Territoriali di Assistenza garantiscono l'integrazione socio-sanitaria delle attività sanitarie di base, specialistiche territoriali con l'attività degli ospedali e delle aziende ospedaliere al fine di assicurare la continuità terapeutica, e l'integrazione con i servizi sociali, costituiscono una “forma organizzativa” attraverso la quale l'azienda sanitaria provinciale realizza gli obiettivi della programmazione socio-sanitaria sul suo territorio di riferimento. Il P.T.A. si configura come il punto di riferimento per coloro che sono affetti da patologie post acute, croniche e cronico-degenerative stabilizzate e si prefiggono il compito di evitare o ritardare ulteriori perdite d'autonomia, le istituzionalizzazioni e/o le ospedalizzazioni. Il PTA rappresenta, quindi, una risposta all’esigenza di integrazione tra diversi servizi sanitari e si traduce in un contesto unitario in cui l’integrazione organizzativa concorre alla realizzazione di una formula “partecipata” tanto dagli operatori, quanto dai cittadini. In questo contesto si inserisce la valorizzazione delle cure primarie attraverso l’offerta di utilizzazione di spazi specifici e comuni per gli studi medici, per i pediatri di libera scelta, per la continuità assistenziale, per gli specialisti ambulatoriali ed ospedalieri, per gli infermieri, per i terapisti della riabilitazione e per i servizi sociali. 70 All'interno dei P.T.A. sono previsti: ⇒ l’ambulatorio di gestione integrata avente la finalità di creare uno spazio di effettiva integrazione tra MMG e Distretto, nel quale il MMG, attraverso un’agenda programmata concordata con il distretto ed in particolare con gli specialisti e gli infermieri, si dedichi prioritariamente alla gestione integrata dei propri pazienti cronici, prioritariamente dei pazienti a medio - alta complessità, e dei pazienti con particolari necessità di approfondimento diagnostico ed a rischio di ospedalizzazione; ⇒ le prestazioni di diagnostica specialistica, con ambulatori attrezzati anche per la piccola chirurgia di emergenza. All'interno di ogni PTA è costituito un PPI (Punto di Primo intervento) che funge da filtro per ridurre l'accesso al Pronto Soccorso per i casi non gravi (c.d. codici bianchi e verdi). Il Punto di primo intervento prevede una apertura nelle 12 ore diurne ed è gestito sia da personale dipendente che da medici di assistenza primaria. I PPI sono attivi in tutti i Distretti, escluso il Distretto di Lipari in quanto la Continuità Assistenziale è h. 24. Nel Distretto di Messina sono attivi Messina Nord e Messina Sud. Nell’ambito dell’Accordo Integrativo Regionale PLS sono stati attivati n. 9 Punti di Primo Intervento Pediatrico al fine di garantire l’assistenza ambulatoriale alla fascia di popolazione pediatrica nelle ore diurne, n. 10 ore nei giorni prefestivi e n. 12h nei giorni festivi. Tale attività viene svolta prioritariamente all’interno del P.T.A. o del Poliambulatorio Distrettuale nelle fasce orarie in cui la popolazione pediatrica non può usufruire del pediatra di libera scelta. L’assistenza nei PPI-P è garantita dai PLS e da pediatri non convenzionati con il SSN. Le articolazioni territoriali dei Dipartimenti strutturali trovano collocazione esclusivamente organizzativa nel Distretto, in quanto la gestione compete al Direttore del Dipartimento. Le articolazioni periferiche dei Dipartimenti funzionali sono sottoposte alla gestione diretta del Direttore del Distretto, il quale realizza, nel proprio ambito di competenza territoriale, gli indirizzi e le linee guida operative formulate dal Direttore del Dipartimento cui afferiscono funzionalmente le UU.OO. per il raggiungimento degli obiettivi assegnati. L’area di integrazione tra il Distretto ed il Dipartimento strutturale di Prevenzione riguarda i programmi e le iniziative di prevenzione primaria e di promozione di stili di vita salutari, la cui responsabilità tecnica fa capo al Direttore del Dipartimento mentre la loro 71 realizzazione compete al Direttore di Distretto che si avvale dell’organizzazione e dei suoi operatori, in particolare dei medici di medicina generale. Inoltre, i Direttori del Dipartimento e del Distretto programmano e formalizzano congiuntamente la presenza degli operatori del Dipartimento di Prevenzione nelle sedi distrettuali in riferimento ai servizi alla persona. Trovano inoltre collocazione nel Distretto le articolazioni organizzative del Dipartimento strutturale di Salute Mentale, le cui modalità operative d’integrazione professionale possono essere definite anche tramite specifici protocolli d’intesa. Deve essere assicurata l’integrazione con il Dipartimento Funzionale delle Attività Socio Sanitarie, con modalità operative interaziendali definite anche da specifici protocolli di intesa. Nel rapporto con l’Ospedale l’area di integrazione è rappresentata prioritariamente dalla definizione di percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali ai fini della continuità assistenziale ed i protocolli di accesso alle strutture ambulatoriali e diagnostiche ospedaliere e le modalità di valutazione multidimensionale in sede di pre e post dimissione. Le presenze degli operatori ospedalieri nelle sedi distrettuali e degli operatori distrettuali nelle sedi ospedaliere sono programmate e formalizzate congiuntamente. Infine, il Direttore del Distretto deve realizzare l’interazione con l’U.O.C. intersettoriale di Psicologia posta alle dipendenze della Direzione Aziendale, ai sensi dell’art. 15 della legge regionale n. 25/1996. La Direzione di Distretto sanitario configura incarico di struttura complessa. Il Distretto opera sulla base delle risorse assegnate, negoziate con la Direzione Aziendale e definite in rapporto agli obiettivi di salute della popolazione di riferimento. Pertanto, il Direttore del Distretto è responsabile in modo autonomo della gestione delle risorse assegnate per il perseguimento delle proprie funzioni, della programmazione e valutazione delle attività territoriali sanitarie e socio sanitarie, rispondendo alla Direzione Aziendale della suddetta gestione e dei risultati raggiunti. Il Direttore del Distretto Sanitario, operando secondo le indicazioni della Direzione Aziendale, gestisce le risorse assegnate in modo da garantire l’accesso della popolazione alle strutture ed ai servizi, l’integrazione tra i servizi e la continuità assistenziale, supporta la Direzione Aziendale nei rapporti con i Sindaci del Distretto nonché con gli altri soggetti richiamati dall’art.1 della legge n. 328/2000. Il Distretto è dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all’interno del bilancio dell’Azienda. 72 La Direzione Generale assegna il budget al Distretto, individuato quale centro di responsabilità, che a sua volta negozia il budget con le proprie articolazioni. Il Direttore del Distretto, inoltre, supporta il Direttore dell'UOC Coordinamento attività amministrative territoriali e Gestione personale convenzionato nella negoziazione del budget nelle forme e nei modi stabiliti dalla normativa contrattuale, con i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta. Con nota prot. 53700 del 30/06/2015 l’Assessorato Regionale della Salute ha approvato il progetto obiettivo presentato da questa ASP PSN 2013 - Linea progettuale 1. Interventi per il riassetto organizzativo e strutturale della rete dei servizi di assistenza ospedaliera e territoriale - Farmacie di servizi. Azione 1.1 che prevede in ossequio ai vigenti Accordi Nazionali per la Medicina Generale, per la Pediatria di Libera Scelta, la legge 189/2012, il Patto Per La Salute 2014-2016 ed il D.A. 23/02/2015 l’istituzione delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) e delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) quali forme organizzative della Medicina Convenzionata integrata con personale dipendente del SSN, per l’erogazione delle cure primarie. Tali modelli costituiscono una articolazione del Distretto Sanitario. Esse perseguono obiettivi di salute secondo un modello coerente con i contenuti degli A.C.N. ed in particolare: prendere in carico i pazienti in modo globale e completo; realizzare nel territorio la continuità dell’assistenza h24 e sette giorni su sette; rispondere appropriatamente alla domanda di assistenza territoriale in particolare nell’ambito della prevenzione, delle patologie a lungo termine e delle urgenze territoriali, garantendo migliori outcomes clinici e riducendo l’accesso alle aree di emergenza e i ricoveri inappropriati. 37. Dipartimento delle Attività Socio Sanitarie. L’ASP di Messina ritiene opportuno procedere ad una rifunzionalizzazione dei percorsi assistenziali che promuovono il benessere della persona fragile e di quello portatore di disabilità. Il Dipartimento delle Attività Socio Sanitarie si occupa, specificatamente, delle problematiche di persone che, per età e/o a causa di situazioni di disabilità, si trovano in condizioni di fragilità e/o non autosufficienza. Gli interventi sono mirati alla persona ed al suo contesto di vita con la finalità di promuovere lo sviluppo ed il mantenimento delle 73 risorse personali e tutelare i diritti all’integrazione nel sociale e si rivolgono alle persone ed alle famiglie che si trovano in uno stato di bisogno determinato da: Non autosufficienza dovuta all’età o a malattia Inabilità e disabilità Patologie terminali e croniche invalidanti L’obiettivo è quello di consentire alle persone fragili e con disabilità di ottenere e conservare la massima autonomia, la piena abilità fisica, mentale sociale e professionale e di giungere alla piena inclusione e partecipazione in tutti gli ambiti di vita (Convenzione internazionale delle persona con disabilità, ratificata in Italia con la legge 3 marzo 2009 n.18) con la realizzazione un progetto globale che pone al centro del proprio interesse la persona fragile/disabile con la presa in carico globale del paziente per consentire, non soltanto, la sua “restitutio ad integrum” ma anche completare il percorso assistenziale intervenendo sugli aspetti socio-assistenziali che prevedono l’inserimento del paziente nel contesto sociale e socio-lavorativo da cui lo stesso proviene. Il Dipartimento delle Attività Socio Sanitarie assicura l’integrazione delle funzioni socio-sanitarie di rilievo sanitario attribuite all’ASP con quelle di natura socio-assistenziale demandate agli Enti Locali e al volontariato definendo le metodologie operative, armonizzando, orientando e promuovendo il raccordo tra interventi pubblici e privati garantiti sul territorio, oltre quelli a gestione diretta dell’Azienda Sanitaria Provinciale, coordinando ed integrandosi funzionalmente con le attività socio-sanitarie erogate in ambito territoriale dai singoli Distretti Sanitari. Tale modello organizzativo concretizzato, almeno nella sua fase iniziale di sperimentazione, con la caratteristica del modello funzionale, si contraddistingue per la peculiarità della riqualificazione delle attività di intervento in due macroaree: 1. Area della fragilità 2. Area della disabilità Area della Fragilità Definisce la metodologia dell’analisi di bisogni socio-sanitari con riferimento alla domanda di residenzialità e riabilitazione promuovendo i criteri di appropriatezza per l’accesso alle strutture residenziali/riabilitative, semiresidenziali/riabilitative, all’assistenza 74 domiciliare per anziani e disabili e malati terminali. Gli interventi sanitari sono rivolti ad utenti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali dipendenti da qualunque causa e/o a utenti portatori di patologie complesse o a decorso cronico e cronico invalidante che comportino diminuzione dell’autosufficienza e della capacità di gestire in modo autonomo gli atti delle vita quotidiana e di relazione, a pazienti affetti da patologie terminali. Si occupa, inoltre, delle fasce deboli della popolazione che si trovano in condizione di emarginazione e che necessitano di interventi di integrazione sociale. L’area della fragilità è struttura in Unità Operativa Complessa alla quale afferiscono le seguenti funzioni: a) Il Servizio Residenzialità Assistenziale pubblico e privato (gestione e controllo della corretta erogazione delle prestazioni sanitarie attribuite, aderenza al PAI “progetto assistenziale individuale” b) La residenzialità Alzheimer; c) L’ADI e l’ADI oncologica; d) L’Hospice; e) Il servizio protesi ed ausili per l’autonomia della persona; f) Il servizio di assistenza agli emarginati, agli stranieri comunitari ed extracomunitari attraverso la programmazione dei servizi socio-sanitari in un’ottica di integrazione socio-assistenziale con gli Enti Locali per sviluppare attività di accoglienza, informazione ed orientamento. Area della Disabilità Coordina tutte le attività di recupero e riabilitazione funzionale finalizzate al conseguimento del massimo recupero possibile delle funzioni lese in seguito ad eventi patogeni o lesionali. Previene le menomazioni secondarie e cura la disabilità evitando l’evoluzione dell’handicap e consentendo alla persona disabile la migliore qualità di vita e il suo reinserimento psico-sociale attraverso un percorso che rispetta tutti gli interventi necessari per un compiuto intervento sanitario e per l’eventuale successivo passaggio alla fascia sociale della riabilitazione. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita attraverso il recupero del migliore livello fisico, cognitivo, psicologico, funzionale e delle relazioni sociali 75 nell’ambito dei bisogni e delle aspirazioni dell’individuo e della sua famiglia organizzando i servizi e le attività di riabilitazione prevedendo la centralità della persona, il suo bisogno di avere un ruolo partecipativo e attivo alla vita sociale. Il riferimento, secondo i dettami del D.A. 2279 del 26/10/2012 Piano della Riabilitazione, è l’adozione di un modello di percorso integrato e continuativo, sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale in grado di realizzare la presa in carico globale della persona con disabilità e di accompagnarla con la famiglia, lungo tutto l’itinerario terapeutico riabilitativo ed assistenziale. L’organizzazione delle attività di riabilitazione prevede, in funzione del setting riabilitativo, una assistenza riabilitativa sia ospedaliera che territoriale presso strutture territoriali pubbliche e private accreditate in funzione del diverso livello di complessità, mediante la predisposizione di un progetto clinico-riabilitativo individuale (PRI): 1. Spoke ospedalieri di I livello (Spoke O) - cod. 56 - area di intervento riabilitazione estensiva 2. Spoke territoriali (Spoke T) - aree di intervento Presidi ambulatoriali di recupero e riabilitazione funzionale (ex art. 25) Centri di riabilitazione ambulatoriali, domiciliari, extramurali (ex art. 26) Presidi di riabilitazione a ciclo diurno e/o continuativo (ex art. 26) Gestione delle dinamiche valutative riabilitative e per gli accessi in ADI Gestione delle dinamiche terapeutiche riabilitative nelle RSA pubbliche Sono articolazioni dell’area della disabilità: a) L’U.O.C. Riabilitazione Adulti e Minori della Provincia Eroga direttamente, in funzione del setting riabilitativo, presso le strutture ospedaliere dell’Azienza (P.O. Barcellona P.O.) gli ambulatori dedicati dell’ASP, prestazioni ambulatoriali di recupero e riabilitazioni funzionale (ex art. 25) e prestazioni definite di più elevata complessità proprio perché, per la globalità del trattamento sull’handicap, abbisognano di un approccio multidisciplinare multifattoriale medicopsicologico-pedagogico (ex art. 26) sia ambulatoriali che domiciliari Coordina le attività prescrittive, di accesso alle prestazioni, di valutazione delle terapie espletate riferite ai Centri di Riabilitazione privati (ex art. 26) contrattualizzati con 76 l’ASP; interviene nelle dinamiche valutative degli utenti bisognevoli di Assistenza Domiciliare Integrata e nelle dinamiche terapeutiche riabilitative delle RSA pubbliche. A livello interaziendale definisce e valuta la gestione dei bisogni riabilitativi poststroke e delle lesioni cerebro-midollari. b) L’U.O.C.Riabilitazione età evolutiva dell’area metropolitana Svolge attività verso gli utenti minori, afferenti all’area metropolitana dell’ASP di Messina, mediante l’erogazione di prestazioni a valenza multidisciplinare in equipe presso strutture a gestione aziendale diretta; attività prescrittiva ed autorizzativa dei piani di trattamento riabilitativo per minori (ex art. 26). 38. Dipartimento di Medicina Il Dipartimento di Medicina, di tipo funzionale ed interaziendale, è la struttura della Asp di Messina preposta alla organizzazione ed erogazione delle attività proprie del livello di assistenza sanitaria ospedaliero che riguardano prestazioni in regime di ricovero ordinario, day hospital, day service per quanto di competenza delle unità operative di cui è costituito. E' composto da strutture complesse e semplici presenti nei PP.OO. dell'Azienda. Sono funzioni del Dipartimento di Medicina: 1. L’assistenza: attraverso l’individuazione ed il coordinamento delle prestazioni che si rendono necessarie nell’ambito di un approccio globale al paziente, per mezzo delle seguenti attività: attività ambulatoriale, day hospital, ricovero ordinario, riabilitazione, ospedalizzazione a domicilio, percorsi dei pazienti 2. La Formazione e aggiornamento: la formazione e l’aggiornamento del personale operante nell’ambito delle differenti unità operative. 3. La ricerca: orientata al raggiungimento degli obiettivi propri dell’istituzione dipartimentale, attraverso il coordinamento delle iniziative più significative e l’attivazione dei necessari collegamenti con altre istituzioni. 4. L'educazione ed informazione sanitaria: attraverso l’istituzione di una serie di iniziative indirizzate al singolo paziente ed in collaborazione con Enti ed Istituzioni diverse, riguardanti specifiche tematiche identificate come prioritarie rispetto agli obiettivi e mirate alle tipologie dei pazienti assistiti nell’ambito del dipartimento Le attività del dipartimento possono in particolare essere ricondotte a: L’utilizzazione ottimale degli spazi assistenziali e delle apparecchiature, che deve 77 essere finalizzata ad una migliore gestione delle risorse a disposizione al fine di consentire una più completa assistenza al malato ed ove è possibile anche all’allocazione delle UU.OO. facenti parte del dipartimento in spazi contigui; Il coordinamento con le relative attività extra-ospedaliera per un’integrazione dei servizi dipartimentali con quelli del territorio; Lo studio, l’applicazione e la verifica di sistemi per la maggiore possibile omogeneità alle procedure organizzative ed assistenziali; La promozione di iniziative di umanizzazione dell’assistenza all’interno delle strutture dipartimentali; L’individuazione di nuove attività o di nuovi modelli operativi nello specifico campo di competenza; L’organizzazione della didattica, la ricerca e l’educazione e l’informazione sanitaria Il Dipartimento è costituito dalle seguenti UU.OO. ospedaliere: Ospedale Riunito Mistretta-S.Agata U.O.C. area Medica ,U.O.C. Medicina Generale +Talassemia+ Stroke, U.O.C. Cardiologia + terapia sub-intensiva,U.O.S. Gastroenterologia,UU.OO.SS. Lungodegenza, U.O.S.D. Audiologia Ospedale “Barone Romeo” di Patti U.O.C. di Medicina Generale, U.O.C. di Cardiologia + Emodinamica,U.O.C. di Geriatria e U.O.S. Lungodegenza, Servizio di Dialisi Ospedale Riunito Barcellona –Lipari –Milazzo U.O.C. di Medicina e Area medica, U.O.C. Cardiologia + Utic + U.O.S.D. di Cardiologia, U.O.C. Gastroenterologia,U.O.C. Malattie Apparato Respiratorio,U.O.C. Malattie infettive, U.O.C. Nefrologia e Dialisi + Servizio Dialisi + CAD, U.O.C. di Neurologia Ospedale “S.Vincenzo” di Taormina U.O.C. di Medicina Generale, U.O.C. di Cardiologia + Emodinamica,U.O.C. Gastroenterologia, U.O.C. Nefrologia e Dialisi, 39. Dipartimento di Chirurgia Il Dipartimento di Chirurgia è un dipartimento di tipo funzionale ed interaziendale che raggruppa tutte le UU.OO. complesse e semplici delle varie discipline chirurgiche dei 78 Presidi Ospedalieri dell’Azienda e svolge funzioni di coordinamento, di indirizzo tecnico scientifico e di verifica delle attività. Il Dipartimento sostiene il processo di rinnovamento dell’organizzazione e delle strategie di intervento e consolida l’organizzazione dei servizi in una visione improntata sulla centralità dell’utente. Il Dipartimento di Chirurgia è costituito da strutture che rivestono un ruolo centrale di natura strategica nei percorsi diagnostico-terapeutici, sia in elezione che in emergenza. Raggruppa le seguenti UU.OO.: Ospedale Riunito Mistretta-S.Agata U.O.C. Chirurgia + U.O.C. Area Chirurgica,U.O.C. Ortopedia e Traumatologia, Ospedale “Barone Romeo” di Patti U.O.C. Chirurgia Generale,U.O.C. Chirurgia Vascolare,U.O.C. oftalmologia, U.O.S. Ortopedia e Traumatologia,U.O.S. Otorinolaringoiatria Ospedale Riunito Barcellona –Lipari –Milazzo U.O.C. Chirurgia Generale + U.O.S. Area chirurgica,U.O.C. Oftalmologia,U.O.C. Ortopedia e Traumatologia,U.O.C. Otorinolaringoiatria,U.O.S.D. Urologia Ospedale “S.Vincenzo” di Taormina U.O.C. Ortopedia e Traumatologia Il Dipartimento di Chirurgia è dotato di autonomia tecnico-professionale e scientifica e può essere assegnatario di budget soggetto a rendicontazione non analitica. Il Dipartimento ha Direzione unica affidata al Direttore di una delle UU.OO.CC. in cui esso si articola e di cui mantiene la titolarità e le funzioni. Il Direttore del Dipartimento viene nominato dal Direttore Generale e fa parte di diritto del Collegio di Direzione. Il Direttore del Dipartimento di Chirurgia ha il compito di: - Predisporre un documento operativo contenente le linee strategiche ed organizzative del Dipartimento; - Negoziare gli obiettivi di budget con la Direzione Aziendale; - Governare l’offerta di prestazioni richieste all’Azienda in relazione ai bisogni della popolazione di riferimento; - Gestire le risorse strutturali e tecnologiche garantendo il miglioramento continuo della qualità 79 - Uniformare i protocolli, le procedure ed i processi integrando l’ospedale con il territorio; - Garantire tempi di attesa coerenti con le direttive assessoriali in materia; - Collaborare con la Direzione Strategica aziendale nei processi di gestione e programmazione delle attività specifiche; - Collaborare con il servizio di Prevenzione e Protezione. - Programmare e la pianificare l’attività formativa del personale nell’ottica unitaria di un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni e del soddisfacimento dei reali bisogni di salute delle popolazione. 40. Dipartimento d'emergenza e accettazione (DEA) Il Dipartimento d’Emergenza ed Accettazione (DEA) è un dipartimento di tipo funzionale con compiti di integrazione funzionale delle UU.OO. e dei servizi sanitari atti ad affrontare i problemi diagnostico-terapeutici dei pazienti in situazioni critiche. Mira ad integrare funzionalmente le risorse distribuite nel territorio e nei Presidi ospedalieri al fine di dare una risposta rapida ed unitaria alle urgenze ed alle emergenze anche mediante l’integrazione dei servizi sanitari aziendali con il S.U.E.S. 118. Esso è perciò organizzato con un modello multidisciplinare che riunisce personale specialista in ambiti diversi ed è costituito da unità operative omogenee, affini o complementari, che perseguono comuni finalità e che sono tra loro interdipendenti, pur mantenendo le proprie autonomie e responsabilità professionali. Il Dipartimento sostiene il processo di rinnovamento dell’organizzazione e delle strategie di intervento e consolida l’organizzazione dei servizi in una visione improntata sulla centralità dell’utente con l'identificazione puntuale di percorsi diagnostico-terapeutici privilegiati e procedure specifiche integrate per patologia, graduati per codice d'accesso, in grado di rispondere adeguatamente al livello di gravità dell'emergenza-urgenza. Tra gli obiettivi propri del DEA rientrano quei processi mirati alla integrazione con la medicina territoriale, finalizzati all'incremento della capacità di filtro nei confronti delle inutili richieste di prestazioni di pronto soccorso, l’appropriatezza dei ricoveri, anche mediante l’incremento delle prestazioni sui posti di Osservazione Breve Intensiva, e la promozione ed ampliamento delle indicazioni e dell'utilizzo della telemedicina per il teleconsulto nella catena dei soccorsi extraospedalieri, mediante l’applicazione di modelli gestionali della rete dell'emergenza-urgenza, a partire dal trasporto primario sino all'accettazione ed al trattamento presso i Presidi Ospedalieri di riferimento. 80 I valori fondanti si ispirano a quelli propri dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina ed in particolare: - alla centralità del cittadino utente; - alla appropriatezza; - all’ affidabilità - all’efficacia/efficienza - all’equità; - alla flessibilità - alla trasparenza E’ compito del DEA emanare direttive e protocolli condivisi per favorire: - la presa in carico del paziente per il governo unitario nell’assistenza nelle fasi di emergenza preospedaliera, quali il sistema del 118 e le articolazioni Aziendali territoriali dell’area dell’emergenza/urgenza, quali i Presidi Territoriali di Emergenza (PTE), ed i Presidi di Primo Intervento (PPI), e nella fase intraospedaliera (Pronto Soccorso/ Medicina d’Urgenza ed Accettazione, Anestesia e Rianimazione) - Integrazione dei servizi per il trattamento in emergenza/urgenza, in applicazione dei modelli organizzativi “Hub e Spoke” previsti dal Piano Sanitario regionale e dei percorsi assistenziali previsti dai modelli della rete dell’emergenza adottati in ambito interaziendale. - Perseguire l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane e l’utilizzo adeguato ed efficiente delle risorse tecnologiche - Promuovere il mantenimento e lo sviluppo delle conoscenze e competenze tecniche e professionali e della innovazione tecnologica - Facilitare il miglioramento continuo del livello di umanizzazione dell’assistenza erogata, rispettando i diritti ed i bisogni del paziente, favorendone la partecipazione attiva al processo di cura - Assicurare il governo clinico del sistema di produzione dei servizi sanitari - Garantire una corretta, continua e capillare diffusione delle informazioni. Il Dipartimento di Emergenza ed Accettazione raggruppa le seguenti strutture: - UU.OO. di Pronto Soccorso - UU.OO. di Anestesia e Rianimazione 81 Il DEA è dotato di autonomia tecnico-professionale e scientifica e può essere assegnatario di budget soggetto a rendicontazione non analitica. Il Dipartimento ha Direzione unica affidata al Direttore di una delle UU.OO.CC. in cui esso si articola e di cui mantiene la titolarità e le funzioni, ed è sovraordinato ai Direttori ed ai Responsabili di Unità Operativa per gli aspetti di natura gestionale attinenti al Dipartimento. Il Direttore del Dipartimento viene nominato dal Direttore Generale, ha funzioni di coordinamento, programmazione e verifica, e fa parte di diritto del Collegio di Direzione. Il Direttore del Dipartimento ha il compito di: - Predisporre un documento operativo contenente le linee strategiche ed organizzative del Dipartimento; - Negoziare gli obiettivi di budget con la Direzione Aziendale; - Gestire le risorse strutturali e tecnologiche garantendo il miglioramento continuo della qualità - Uniformare i protocolli, le procedure ed i processi integrando l’ospedale con il territorio; - Garantire tempi di attesa coerenti con le direttive assessoriali in materia; - Collaborare con la Direzione Strategica aziendale nei processi di gestione e programmazione delle attività specifiche; - Collaborare con il servizio di Prevenzione e Protezione. - Programmare e la pianificare l’attività formativa del personale nell’ottica unitaria di un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni e del soddisfacimento dei reali bisogni di salute delle popolazione. Il Dipartimento di Emergenza ed Accettazione è un Dipartimento trasversale ai Presidi Ospedalieri, ed aggrega più strutture organizzative complesse e semplici quali: 1) Le UU.OO.SS. di Pronto Soccorso dei P.O. di Patti, del P.O. di Taormina, e degli Ospedali Riuniti di Barcellona-Lipari-Milazzo e di Mistretta –S. Agata; 2) Le UU.OO.CC. di Anestesia e rianimazione dei PP.OO. di Patti, Taormina e degli Ospedali Riuniti di Barcellona-Lipari-Milazzo, le UU.OO.SS. degli Ospedali Riuniti di Mistretta –S.Agata. Per raggiungere obiettivi per i quali necessita la collaborazione e/o integrazione di strutture appartenenti ad altre aziende sanitarie, il dipartimento d'emergenza e accettazione potrà essere individuato come dipartimento interaziendale con aggregazione di strutture 82 complesse e semplici a valenza dipartimentale appartenenti ad aziende diverse del territorio della provincia di Messina. 41. Dipartimento dei Servizi Il Dipartimento dei Servizi (DdS) è un dipartimento di tipo funzionale con compiti di produzione di servizi sanitari. Il Dipartimento sostiene il processo di rinnovamento dell’organizzazione e delle strategie di intervento e consolida l’organizzazione dei servizi in una visione improntata sulla centralità dell’utente. Il Dipartimento dei Servizi è costituito da strutture che rivestono un ruolo centrale di natura strategica nei percorsi diagnostico-terapeutici, sia in elezione che in emergenza. Raggruppa le seguenti strutture: - UU.OO. di Patologia clinica - UU.OO. di Medicina Trasfusionale - UU.OO. di Diagnostica per immagini (con esclusione della U.O.C. di Radiodiagnostica del P.O. di Taormina) Il Dipartimento dei servizi è dotato di autonomia tecnico-professionale e scientifica e può essere assegnatario di budget soggetto a rendicontazione non analitica. Il Dipartimento ha Direzione unica affidata al Direttore di una delle UU.OO.CC. in cui esso si articola e di cui mantiene la titolarità e le funzioni. Il Direttore del Dipartimento viene nominato dal Direttore Generale e fa parte di diritto del Collegio di Direzione. Il Direttore del Dipartimento dei Servizi ha il compito di: - Predisporre un documento operativo contenete le linee strategiche ed organizzative del Dipartimento; - Negoziare gli obiettivi di budget con la Direzione Aziendale; - Governare l’offerta di prestazioni richieste all’Azienda in relazione ai bisogni della popolazione di riferimento; - Gestire le risorse strutturali e tecnologiche garantendo il miglioramento continuo della qualità - Uniformare i protocolli, le procedure ed i processi integrando l’ospedale con il territorio; - Garantire tempi di attesa coerenti con le direttive assessoriali in materia; - Collaborare con la Direzione Strategica aziendale nei processi di gestione e programmazione delle attività specifiche; 83 - Collaborare con il servizio di Prevenzione e Protezione e di Fisica Sanitaria. - Programmare e la pianificare l’attività formativa del personale nell’ottica unitaria di un miglioramento continuo della qualità delle prestazioni e del soddisfacimento dei reali bisogni di salute delle popolazione. Fanno riferimento alla competenze del Dipartimento funzionale dei servizi: 1. Le UU.OO. di Patologia Clinica e microbiologia degli stabilimenti ospedalieri nonché tutte le articolazioni territoriali di diagnostica di laboratorio inserite nei Distretti; 2. Le UU.OO. di Medicina Trasfusionale e di Talassemia degli stabilimenti ospedalieri; 3. Le UU.OO. di Radiodiagnostica dello stabilimento ospedaliero di Patti e degli Ospedali Riuniti di Barcellona-Lipari-Milazzo e di Mistretta –S.Agata, nonché la U.O.C. di Diagnostica Radiologica Territoriale con tutte le varie articolazioni inserite nei Distretti. 42. Dipartimento Oncologico Il Dipartimento Oncologico nasce in attuazione del Piano sanitario Regionale 2000/2002, il quale ha individuato, come sedi del Dipartimento Oncologico di terzo livello il Presidio Ospedaliero “S. Vincenzo” di Taormina. Il Dipartimento Oncologico ha come obiettivo il raggiungimento dei seguenti obiettivi: • la riduzione della mortalità specifica per neoplasie maligne; • il miglioramento dell'assistenza e della qualità di vita del paziente oncologico, anche grazie all' innalzamento della qualità complessiva delle cure; • la condivisione interdisciplinare dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali allo scopo di meglio garantire l’appropriatezza dei provvedimenti assistenziali e clinici; • l’ottimizzazione dell’uso delle risorse in una logica di rete assistenziale. • il miglioramento dell'organizzazione con una integrazione funzionale dei settori che si occupano di oncologia; • lo sviluppo della prevenzione attraverso interventi mirati; Il Dipartimento Funzionale Oncologico costituisce una modalità organizzativa che consente di garantire un’efficace attività diagnostico-terapeutica integrata, favorendo il 84 lavoro di tutte le competenze professionali e lo sfruttamento delle potenzialità risorse tecnologiche disponibili. Esso è strumento utile per la razionalizzazione ed organizzazione dei servizi sanitari che concorrono al trattamento della patologia neoplastica, al fine di garantire equa possibilità di accesso ed uniforme efficacia delle prestazioni sanitarie a tutti i cittadini del territorio provinciale. Sono finalità specifiche del Dipartimento Oncologico: 1. Qualificare le attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle neoplasie tramite l'identificazione di percorsi che facilitino l'accesso dei pazienti alle diverse realtà specialistiche che concorrono alle cure. Tali percorsi debbono essere basati, naturalmente, su protocolli diagnostico-terapeutici e di "follow-up" scientificamente approvati e definiti. Pertanto, la definizione delle opzioni terapeutiche praticabili per le varie neoplasie rappresenta uno dei compiti dei gruppi di lavoro per patologia che debbono contribuire all'organizzazione dipartimentale. 2. Migliorare la qualità di vita del paziente affetto da neoplasia mediante: o miglioramento dell'accessibilità alle prestazioni diagnostico- terapeutiche; o miglioramento dell'informazione al paziente e partecipazione informata all'iter diagnostico-terapeutico; 3. Accogliere pazienti e familiari mediante attività di consulenza, sostegno e psicoterapia in forma individuale e familiare; 4. Razionalizzare e ottimizzare la spesa per le malattie oncologiche, anche tramite la standardizzazione progressiva delle procedure diagnostico-terapeutiche previste dai diversi protocolli assistenziali che deve basarsi anche in base a criteri di "cost effectiveness". 5. Contribuire al soddisfacimento dei bisogni di formazione e di aggiornamento del personale, tramite la messa a disposizione delle proprie competenze per la formazione permanente degli operatori. Il Dipartimento Oncologico assicura alle persone colpite da patologie neoplastiche le prestazioni diagnostiche, terapeutiche ed assistenziali necessarie, nel rispetto dei principi di 85 dignità della persona umana, di equità dell’accesso all’assistenza, della qualità e dell’appropriatezza delle cure e dell’economicità dell’uso delle risorse. Il Dipartimento Oncologico comprende le seguenti unità operative: • Chirurgia Generale ad indirizzo oncologico • Oncologia Medica • Radioterapia • Anatomia patologica • Ematologia e Laboratorio di Biologia Molecolare • Ginecologia ed Ostetricia • Otorinolaringoiatria • Urologia • Gastrologia (con U.O.S. Centro Operativo Screening cancro colon retto) • Radiodiagnostica • Terapia Antalgica • UFA Il Dipartimento Oncologico ha una direzione unica affidata al Direttore di una delle UU.OO.CC. in cui esso si articola di cui mantiene la titolarità e le funzioni. Il Direttore del Dipartimento è nominato dal Direttore Generale e fa parte di diritto del Collegio di Direzione. 43. Dipartimento Materno Infantile Il Dipartimento Materno-Infantile è un dipartimento funzionale struttura di coordinamento per lo svolgimento di funzioni complesse finalizzate alla tutela della salute della donna e del soggetto in età evolutiva dal periodo prenatale all'adolescenza nelle diverse fasi di vita. Il Dipartimento Materno Infantile: • gestisce i consultori sia pubblici che privati convenzionati; • gestisce le attività di screening della cervice uterina; • elabora protocolli attuativi; • coordina le prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione a livello territoriale ed ospedaliero; 86 • garantisce la distribuzione delle risorse necessarie al conseguimento degli obiettivi prefissati. Il Dipartimento indirizza le attività delle UU.OO. che lo compongono verso il miglioramento della qualità degli interventi, garantendone l'appropriatezza, l'interdisciplinarietà e la continuità, nella logica anche dell'integrazione socio-sanitaria. Al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati opera attraverso le seguenti modalità: didattica, formazione ed aggiornamento; ricerca e sorveglianza epidemiologica; informatizzazione, studio e applicazione di sistemi integrati di gestione; coordinamento ed integrazione delle risorse disponibili dell'area materno-infantile; adeguamento dei modelli operativi anche nel rispetto dei requisiti minimi strutturale, tecnologici ed organizzativi, con particolare riferimento ai punti nascita; elaborazione ed applicazione di specifiche Linee Guida; utilizzazione ottimale degli spazi assistenziali, del personale e delle apparecchiature; valutazione e verifica della qualità dell'assistenza fornita; individuazione e promozione di nuove attività o di nuovi modelli operativi. Il Dipartimento è articolato in Unità Operative, ospedaliere e territoriali, coinvolte nella salvaguardia della salute della donna in tutte le fasi della vita e dei soggetti in età pediatrica, il personale di tali strutture, pur mantenendo l'appartenenza alla U.O. alla quale è assegnato, opera in un sistema organizzativo caratterizzato dalla massima integrazione, ai fini del perseguimento di livelli assistenziali appropriati ed uniformi che afferiscono all'organizzazione dipartimentale. Afferiscono al Dipartimento Materno Infantile, con gestione diretta del personale, le attività consultoriali e l’U.O.S. Centro Operativo Screening cancro della cervice - uterina. Il Dipartimento Materno Infantile ha una direzione unica affidata al Direttore di una delle UU.OO.CC. in cui esso si articola di cui mantiene la titolarità e le funzioni. Il Direttore del Dipartimento è nominato dal Direttore Generale e fa parte di diritto del Collegio di Direzione. Le UU.OO. ospedaliere hanno compiti di diagnosi e cura. Le UU.OO. territoriali hanno compiti di prevenzione, cure primarie, riabilitazione ed integrazione tra interventi sanitari e socio-assistenziali. 87 I Consultori Familiari offrono un servizio che risponde ai bisogni di salute, d'informazione sanitaria, d'educazione sessuale, di benessere psicologico di donne, uomini, coppie e famiglie. Le prestazioni offerte sono: • visite ginecologiche-ostetriche • visite senologiche • spazio menopausa • consulenza preconcezionale e per la sterilità • contraccezione e controlli in gravidanza • preparazione al parto • interruzione volontaria della gravidanza • prevenzione tumori del collo dell'utero (Pap-test) • prevenzione dei tumori del seno (senologia) • consulenza e segretariato sociale • informazioni sanitarie e sessuali • certificazioni medico-legali (astensione obbligatoria dal lavoro per gravidanza) • visite psicologiche Presso ogni Distretto Sanitario è possibile rivolgersi al consultorio familiare dove equipe formate da ginecologi, psicologi, ostestrici, assistenti sociali e infermieri erogano prestazioni per la salute della donna e della famiglia. L'accesso è gratuito e diretto. Presso ogni Distretto Sanitario operano più equipe che assicurano attività ambulatoriale nel territorio di riferimento. All’interno dell’ASP insistono n. 26 consultori pubblici e tre consultori privati, con un Sedi consultoriali: 1.Santa Teresa 2.Francavilla 3.Taormina 4.Messina - Via del Vespro 5.Messina – Pistunina 6.Messina – Mandalari (ex Villa Lina) 7.Messina – Contesse 8.Messina – Villagio Aldisio 9.Messina – Roccalumera 88 10. Milazzo 11. Valdina 12. Giammoro 13. Lipari 14. Barcellona 15. Terme Vigliatore 16. Patti 17. Brolo 18. Gioiosa Marea 19. S. Piero Patti 20. Sant’Agata di Militello 21. Acquedolci 22. Capo d’Orlando 23. Tortorici 24. Castell’Umberto 25. Mistretta 26. Santo Stefano di Camastra 44. Dipartimento del Farmaco L'attività farmaceutica si espleta nell'ambito dell'assistenza distrettuale e dell'assistenza ospedaliera, per le competenze relative a: - assistenza farmaceutica territoriale; - vigilanza sulle farmacie; - informazione sul farmaco; - farmacovigilanza; - assistenza farmaceutica ospedaliera. Il Dipartimento del Farmaco è un dipartimento funzionale che assicura l'integrazione tra ospedale e territorio. Si articola in due U.O.C. caratterizzate dall'insieme delle competenze ed attività previste in materia farmaceutica dalla normativa vigente: 1) Area assistenza farmaceutica territoriale; 2) Area assistenza farmaceutica ospedaliera. A loro volta le due aree si articolano in unità operative semplici Obiettivi del dipartimento Gli obiettivi prioritari del dipartimento del farmaco sono: 89 - qualificare e razionalizzare l'impiego dei farmaci , favorendo il contenimento della spesa; - potenziare l'attività di vigilanza nelle strutture pubbliche e private convenzionate; - accrescere il livello quali-quantitativo dell'informazione e documentazione sull'uso e le caratteristiche dei farmaci; Funzioni del dipartimento Il dipartimento del farmaco, nel suo complesso organizzativo esplica le funzioni di coordinamento e di indirizzo tecnico-scientifico delle strutture ad esso afferenti, ferma restando la specifica responsabilità, professionale, gestionale e di risultato delle stesse, in funzione degli obiettivi stabiliti e delle risorse assegnate. Le funzioni del dipartimento sono così delineate: a) partecipa alla programmazione della politica farmaceutica aziendale; b) negozia con la direzione generale il budget annuale; c) coordina tutte le strutture afferenti al dipartimento attraverso lo studio e la definizione di procedure operative comuni, al fine di far convergere esperienze scientifiche, tecniche e gestionali; d) qualifica e razionalizza l'impiego dei farmaci in tutte le strutture sanitarie dell'azienda, favorendo il contenimento della spesa; e) definisce le procedure operative di vigilanza e controllo; f) standardizza la qualità delle prestazioni farmaceutiche; g) stabilisce gli ambiti e le modalità per l'informazione e la documentazione sull'uso e le caratteristiche dei farmaci; h) promuove programmi coordinati di formazione di tipo specialistico; i) coordina la realizzazione dei progetti in materia farmaceutica anche per quello che concerne le risorse assegnate; k) contribuisce alla progettazione dei protocolli terapeutici e delle attività di educazione alla salute; l) verifica, sulla base delle indicazioni regionali ed aziendali, l'applicazione degli standards di funzionamento delle unità operati ve, attraverso gli indicatori di qualità delle strutture e delle attività; m) attiva la ricerca nell'area del farmaco anche in collaborazione con le diverse facoltà delle università degli studi. n) partecipa alle decisioni dei seguenti dipartimenti aziendali qualora coinvolgano l'area farmaceutica: dipartimento di prevenzione, dipartimento delle dipendenze patologiche, dipartimento delle cure primarie, dipartimenti ospedalieri, dipartimenti amministrativi; 90 o) collabora con i predetti dipartimenti per il perseguimento degli obiettivi regionali di salute, Il dipartimento del farmaco è articolato in due strutture complesse: L'AREA ASSISTENZA FARMACEUTICA TERRITORIALE comprende le seguenti competenze ed attività: a) farmaceutica convenzionata: accettazione mensile delle ricette e verifica dei documenti contabili e relative liquidazioni delle competenze mensili . Acquisizione ed elaborazione dei dati contenuti nelle ricette, analisi dei profili prescrittivi dei medici , controlli tecnico sanitari sulle prescrizioni , vigilanza sulla corretta applicazione della convenzione etc b) vigilanza farmacie: istruzione dei provvedimenti autorizzativi di trasferimento delle farmacie, dei locali delle farmacie, di gestione ereditaria delle farmacie , turni e ferie etc. Ispezioni preventive ordinarie e straordinarie ai sensi degli art 111 e 127 T.U.LL.SS Istruzione dei provvedimenti autorizzativi regionali del commercio all’ingrosso dei medicinali e dei gas medicinali e relative ispezioni Adempimenti in materia di distruzione di sostanze stupefacenti e psicotrope Rilascio di certificazioni nelle materie di competenza Vigilanza su case di cura private accreditate e non strutture residenziali per anziani etc per quanto attiene la corretta gestione del farmaco d) Assistenza farmaceutica diretta e distrettuale: di concerto con l’area assistenza farmaceutica ospedaliera vengono definiti i percorsi per l’attività di distribuzione diretta di farmaci e presidi oltre che per i servizi territoriali Nella Città di Messina l’attività viene svolta dall’UOS farmaceutica distrettuale metropolitana e) Dispensazione per conto dei farmaci PHT secondo gli accordi Regionali: rifornimento dei grossisti aderenti , monitoraggio e controllo delle prescrizioni , verifica dei Piani terapeutici , liquidazioni delle competenze mensili L'AREA ASSISTENZA FARMACEUTICA OSPEDALIERA comprende le competenze ed attività in materia farmaceutica ospedaliera e i servizi di farmacia dei presidi ospedalieri. ⇒ predisposizione dei capitolati tecnici per l’approvvigionamento di medicinali , presidi medico chirurgici ,diagnostici e quant’altro di competenza utilizzato nelle strutture sanitarie aziendali ⇒ partecipazione alle commissioni tecniche 91 ⇒ coordinamento e definizione delle procedure inerenti la gestione delle forniture ,per quanto attiene gli adempimenti amministrativo-contabili ⇒ coordinamento delle procedure per la gestione informatica dei magazzini di farmacia degli ordini e delle statistiche di consumo ⇒ tenuta ed aggiornamento della banca dati del sistema informatico delle farmacie ospedaliere ⇒ rilevazione e monitoraggio dei dati di consumo e delle giacenze dei magazzini al fine di permettere una gestione integrata delle scorte con riduzione degli immobilizzi di magazzino e conseguenti economie di gestione ⇒ analisi dell’andamento della spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale relativamente alla distribuzione diretta FARMACIE Ospedaliere Svolgono le attività istituzionali delle farmacie ospedaliere. Nell’ottica di una economia di gestione, alle stesse viene assegnato il compito di Distribuzione territoriale sia ai pazienti che ai servizi territoriali. Devono essere dotate di personale amministrativo e ausiliario che svolge le funzioni di supporto. Tale personale sarà assegnato dalle Direzioni di Presidio. Nell’ambito dell’attività di Dipartimento viene svolta in ottemperanza alle norme vigenti in materia di farmaco sorveglianza l’attivita’ di documentazione sul farmaco e farmacovigilanza: attività di informazione ai cittadini e ai sanitari sulle modalità prescrittive in regime SSN, piani di informazione scientifica sul corretto uso dei medicinali, adempimenti relativi alla farmacovigilanza , attività che risulta essere trasversale per le due Aree. Il Dipartimento del Farmaco ha una direzione unica affidata al Direttore di una delle UU.OO.CC. in cui esso si articola di cui mantiene la titolarità e le funzioni. Il Direttore del Dipartimento è nominato dal Direttore Generale e fa parte di diritto dell’Ufficio di Direzione. 45. La struttura Ospedaliera Gli ospedali Riuniti - previsti dal piano di riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera – territoriale della Regione Sicilia (DA 14 gennaio 2015) – rappresentano uno strumento di evoluzione del “distretto ospedaliero”. Formula di aggregazione dei PP.O dell'ASP, essi rispondono a varie necessità di programmazione 92 locale, in particolare nelle aree con condizioni oro-geografiche complesse. Attraverso tale formula è possibile: • realizzare una integrazione strutturale, non solo funzionale, tra i presidi operanti nello stesso distretto ospedaliero con piena circolarità delle risorse umane tra i presidi • facilitare la costruzione e la gestione di “percorsi assistenziali”tra i vari presidi e tra questi e i servizi territoriali. • razionalizzare e determinare una maggiore efficienza del sistema • dare corpo ad una diversificazione dell’offerta tra i presidi del distretto, esaltando le competenze distintive dei singoli presidi I Presidi Ospedalieri e gli Ospedali riuniti dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina sono inseriti nella rete regionale che classifica gli ospedali secondo tipologie diversificate in relazione ai differenti profili di offerta distinguendo, altresì, tra ospedali che svolgono in tutto o in parte funzioni di HUB, da quelli con funzioni di Spoke, in base anche ai bacini di utenza intesi come ambiti di programmazione sovraziendali, in rapporto alla topografia del territorio. L’ospedale rappresenta un livello di responsabilità condivisa dei livelli qualitativi e di appropriatezza delle prestazioni erogate ovvero del miglioramento continuo della qualità e del governo clinico. Ai fini dell’organizzazione e gestione degli ospedali si tiene conto dei nuovi modelli organizzativi per funzioni o specificità assistenziali superando la divisione in reparti, prevedendo la gestione unitaria delle risorse di degenza. Il Direttore Generale affida la direzione sanitaria dell’ospedale e degli ospedali riuniti ad un dirigente medico, della disciplina direzione medica di presidio ospedaliero, che assume l’incarico di Direttore Medico di presidio ospedaliero o degli stabilimenti ospedalieri riuniti. Quest’ultimo dirige lo stesso ai fini igienico-organizzativi e collabora allo sviluppo del governo clinico, della qualità e dell’appropriatezza delle prestazioni erogate nonché ai processi organizzativi riguardanti la continuità assistenziale e la presa in carico dei pazienti. Le funzioni vengono quindi esercitate, con riferimento alla organizzazione delle prestazioni di ricovero ed ambulatoriali ed alle funzioni igienico sanitarie e di sicurezza ospedaliera, secondo specifiche linee di attività, riconducibili rispettivamente ai seguenti 93 ambiti d’intervento: ⇒ Igiene tecnica e sicurezza ospedaliera; ⇒ Coordinamento delle attività finalizzate alla prevenzione del rischio clinico; ⇒ Epidemiologia, Statistica, Flussi Informativi e gestione Archivio Clinico; ⇒ Tutela sicurezza dei lavoratori; ⇒ Vigilanza sui servizi esternalizzati; ⇒ Organizzazione e valutazione delle prestazioni di ricovero ed ambulatoriali. Specificamente, la Direzione di Presidio Ospedaliero e degli Ospedali Riuniti concorre alle funzioni di coordinamento e verifica nei confronti delle prestazioni erogate nell’ambito del Presidio, in particolare verificando la corrispondenza con gli obiettivi aziendali, esercita le funzioni di Dirigente responsabile (D.lgs. 81/2008) delle aree comuni non assegnate alle UU.OO.CC., attua gli interventi di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori cui è direttamente preposta, previsti dalla normativa vigente; coordina per tutto il presidio e per gli ospedali riuniti, le attività di accettazione di ricovero e quelle ambulatoriali; coordina la raccolta e la trasmissione dei dati statistici, gestisce la documentazione sanitaria, cura la tenuta dell’archivio delle cartelle cliniche e di altra documentazione sanitaria cartacea; fornisce supporto tecnico all’attività delle UU.OO.CC., per gli aspetti igienico-organizzativi, gestionali e medico legali, assicurando ove richiesto la propria presenza o quella di un medico di direzione medica, appositamente delegato; vigila sul rispetto dei principi etici e deontologici e sul rispetto della riservatezza dei dati personali; cura i rapporti con gli organi giudiziari e con gli organismi, anche exra – aziendali, di verifica e di controllo. Secondo il D.A. n. 46/2015 nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, l’assistenza ospedaliera è offerta dall’Ospedale di Patti, dagli Ospedali Riuniti “S. AgataMistretta”, dagli Ospedali Riuniti “Milazzo-Barcellona-Lipari” e dall’Ospedale di Taormina. Il Presidio Ospedaliero e gli Ospedali Riuniti sono un’articolazione organizzativa dell’Azienda, comprendente tutte le strutture aziendali in cui si svolgono le funzioni di assistenza ospedaliera previste dalla programmazione regionale e locale, destinate a persone affette da patologie in fase acuta e post acuta che per gravità, complessità o intensità delle cure non possono essere trattate nell’ambito dei servizi territoriali. Nel proprio interno persegue un’azione diagnostico – terapeutica improntata alla continuità 94 assistenziale, promuove e presidia la qualità dei servizi e dell’erogazione delle prestazioni, nonchè la loro appropriatezza. Gli ambiti di intervento nell’organizzazione sono: - progettazione e gestione di aree assistenziali specializzate sulla base dei bisogni assistenziali manifestati; - gestione operativa delle risorse interne al presidio, per realizzarne l’utilizzo ottimale; - gestione dell’informatica e della tecnologia; - ingegneria clinica; - coordinamento con le strutture territoriali post ricovero. Nello svolgimento dell’attività ospedaliera deve essere garantito: • il coordinamento con le attività territoriali extra ospedaliere, per una efficace integrazione dei servizi dipartimentali con quelli distrettuali, in particolare con i medici di medicina generale, i medici specialisti ambulatoriali ed i pediatri di libera scelta, ai quali spetta il compito di rappresentare il punto di ingresso dell’assistito nel circuito ospedaliero; • l’utilizzo flessibile, anche interdisciplinare delle strutture di degenza e del relativo personale infermieristico ed ausiliario, nonchè un utilizzo coordinato del personale di supporto amministrativo, di apparecchiature e presidi; • l’organizzazione coordinata degli ambulatori per l’attività istituzionale e/o in regime di libera professione intramoenia e, di norma, una collocazione fisica degli stessi in unica sede nell’ambito della struttura ospedaliera. Il Direttore o il Dirigente del Presidio Ospedaliero garantisce, all'interno del Presidio, la risposta, in termini di produzione di prestazioni, alla domanda di assistenza espressa dal territorio, nell'ambito degli indirizzi strategici stabiliti dalla Direzione aziendale e del budget attribuito alla produzione ospedaliera. Il Direttore Medico del Presidio Ospedaliero o degli Ospedali Riuniti, unitamente al Direttore Amministrativo: • è responsabile del budget complessivo di Presidio o degli Ospedali Riuniti e coordina l'attività programmatica e di budget delle UU.OO.CC. afferenti attraverso strumenti di concertazione, al fine di garantire una proposta programmatica unitaria nell'ambito della programmazione aziendale; 95 • è responsabile degli aspetti igienico-organizzativi, della conservazione della documentazione clinica e dell’organizzazione complessiva dell’attività del Presidio; • svolge funzioni di supporto tecnico all'attività dei Dipartimenti e delle singole UU.OO.CC., per gli aspetti organizzativi, gestionali e medico-legali; • garantisce e coordina il percorso assistenziale ospedaliero rispetto alle esigenze di salute del paziente; • verifica le necessità delle singole UU.OO.CC. e dei risultati raggiunti dalle stesse, nell'ambito delle scelte strategiche di gestione aziendali e di presidio; • vigila sul corretto svolgimento delle attività sanitarie nel rispetto della normativa vigente, sulla corretta applicazione della normativa sull’attività libero-professionale intramoenia. Alla Direzione Sanitaria Aziendale, al Direttore di Presidio Ospedaliero o degli ospedali Riuniti fanno capo i Dirigenti di Struttura complessa che sono preposti alla gestione degli aspetti igienico-organizzativi locali, agli adempimenti connessi alla sicurezza ed all'autorizzazione ed accreditamento delle strutture, alla integrazione di percorsi di cura intra ed extra ospedaliera. L’ASP di Messina considerato l’aumento delle malattie croniche, la riduzione della durata delle degenze ed il maggior ricorso a prestazioni in regime di ospedalizzazione diurna o ambulatoriale, intende implementare le logiche di rete per relazionare costantemente le singole strutture ospedaliere e le altre realtà sanitarie soprattutto quelle territoriali. Il supporto al governo complessivo dell'attività amministrativa ai Presidi ed agli Ospedali Riuniti è assicurato dalla Direzione Amministrativa, sulla base delle direttive generali provenienti dalla Direzione dell’Azienda, delle attività amministrative economiche e tecniche relative agli ospedali, anche attraverso il coordinamento ed il raccordo con gli uffici amministrativi centrali e periferici delle procedure amministrative di competenza. Nell’ambito del Dipartimento “Governo attività amministrative Ospedale – Territorio” sono previste le seguenti UU.OO.CC.: Direzione Amministrativa Ospedali Riuniti S. Agata Militello – Mistretta Direzione Amministrativa Ospedale Patti Direzione Amministrativa Ospedali Riuniti Milazzo – Lipari – Barcellona 96 Direzione Amministrativa Ospedale Taormina In particolare, attraverso il personale assegnato l’U.O.C.: • dispone la utilizzazione del personale addetto ai servizi amministrativi, economali e tecnici nell’ambito Ospedaliero; • richiede gli accertamenti sanitari o fiscali relativi al personale assegnato; • adotta i provvedimenti vincolanti relativi alle richieste del personale per ferie e permessi, predispone gli atti istruttori alle aspettative, missioni e rimborso spese, nonché quelli relativi alla liquidazione delle competenze accessorie; • autorizza le assenze del personale che svolge funzioni amministrative e tecnico economali e ne dispone la registrazione; • istruisce le richieste di comando per perfezionamento professionale del personale assegnato; • cura la tenuta di leggi, regolamenti, circolari, giurisprudenza inerenti alla attività dell’Ospedale; • cura lo smistamento agli uffici competenti degli atti da lui visionati; • provvede all’attività istruttoria propedeutica alla liquidazione delle prestazioni erogate in regime libero professionale sulla base della contabilizzazione effettuata dalla Direzione Sanitaria dell’Ospedale; • provvede al controllo delle presenze del personale a lui assegnato, alla rilevazione dell’orario del personale del Presidio Ospedaliero e degli Ospedali Riuniti ed alla successiva attività propedeutica alla liquidazione delle competenze fisse ed accessorie (stipendi, lavoro straordinario, indennità varie), nonché alla rilevazione e controllo della produttività ai fini della liquidazione dei premi connessi; • provvede alla immissione dei dati di cui sopra ai fini della elaborazione; • provvede a fornire al personale tutte le informazioni e i chiarimenti afferenti alle materie di cui ai punti precedenti; • cura gli adempimenti relativi alla gestione dei servizi di cucina, dispensa e mensa; • cura gli adempimenti relativi alla gestione dei servizi di guardaroba e lavanderia; • cura gli adempimenti relativi alla gestione dei magazzini generali; • cura gli adempimenti relativi al controllo delle merci ricevute, con esclusione dei Farmaci e dei Presidi Sanitari attribuiti alla Farmacia; • cura la manutenzione delle attrezzature sanitarie ed economali, inoltrando le richieste alle ditte specializzate; 97 • cura la spedizione ed il ricevimento dei beni e mezzi di qualsiasi tipo; • cura la tenuta degli inventari dei beni mobili di competenza; • liquida le fatture di competenza; • cura gli adempimenti relativi all’inoltro delle fatture, una volta vistate dai consegnatari dei beni o utilizzatori dei servizi, agli uffici preposti alla liquidazione delle stesse; • cura la gestione e l’organizzazione del servizio trasporti di merci e persone; • cura l’elaborazione dati per le statistiche di competenza dei servizi amministrativi; • istruisce le pratiche di rivalsa per l’esercizio azioni di surroga. 46. L’organizzazione delle attività delle professioni ex l. 42/1999 Le professioni infermieristico e tecnico sanitaria sono state protagoniste negli ultimi anni di sostanziali cambiamenti, sia per quanto riguarda l’iter formativo che relativamente all’inquadramento professionale ed organizzativo. La Legge n° 42 del 1999, confermata con la Legge n° 251 del 2000, ha sancito il riconoscimento dei livelli di competenza, autonomia e responsabilità che qualificano le professioni sanitarie. Successivamente, la normativa regionale che regolamenta le professioni sanitarie (L.R. 15 febbraio 2010 n. 1 e D.A. 10 agosto 2012 n. 1636), ha previsto la possibilità di istituire in seno alla Direzione Sanitaria Aziendale, quali strutture di staff, le Unità operative semplici di seguito elencate: Unità operativa delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche; Unità operativa delle professioni sanitarie di riabilitazione; Unità operativa delle professioni tecnico-sanitarie; Unità operativa delle professioni tecniche di prevenzione, vigilanza e ispezione; Unità operativa del servizio sociale professionale Le Unità operative svolgono le funzioni previste dalle norme istituzionali dei relativi profili professionali e l’ottemperanza agli specifici codici deontologici ed agli ordinamenti didattici utilizzando metodologie di pianificazione per il raggiungimento degli obiettivi di assistenza e prevenzione. Le Unità operative partecipano alla individuazione ed alla realizzazione degli obiettivi dall’ASP concorrendo ad assicurare la programmazione, direzione e gestione delle risorse umane loro affidate allo scopo di garantire il rispetto degli standard di qualità ed il perseguimento dell’efficienza tecnica ed operativa, nel rispetto delle autonomie e delle 98 responsabilità. Le Unità operative contribuiscono alla determinazione dei bisogni di personale in relazione alle attività assistenziali e conseguentemente supportano la Direzione Aziendale nella fase di assegnazione delle risorse umane, nella mobilità interna del personale, di definizione di politiche e sistemi di reclutamento e selezione delle risorse professionali. Gli incarichi di dirigenza sono conferiti dalla Direzione Generale attraverso idonea procedura selettiva tra i candidati in possesso dei requisiti di esperienza e qualificazione professionale previa modifica compensativa delle dotazioni organiche. Con apposito successivo regolamento saranno individuati i compiti specifici, le funzioni ed i rapporti reciproci del personale afferente ai Servizi, secondo quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale, in modo che ogni operatore si riconosca in responsabilità ben definite per garantire lo sviluppo dei processi assistenziali di competenza e promuovere la valorizzazione e la responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni sanitarie. 47. Servizi Amministrativi e Tecnici I Servizi amministrativi, organizzati in n. 2 Dipartimenti, garantiscono - secondo criteri tecnico professionali autonomamente definiti dagli stessi Servizi - il supporto alla attività di produzione di prestazioni sanitarie del Distretto, dei Presidi Ospedalieri e dei Dipartimenti. Tale fornitura di servizio deve rispondere a requisiti di appropriatezza tecnico – professionale nell’ambito delle proprie competenze. L’incarico di Direttore di Dipartimento è conferito dal Direttore Generale ad uno tra i Direttori delle Unità Operative Complesse. Le strutture complesse amministrative e tecniche sono individuate, secondo le indicazioni contenute nelle linee-guida regionali ed in base alle necessità e peculiarità delle attività che l’ASP di Messina deve assicurare soprattutto nell’ambito territoriale e nei rapporti con le strutture ed il personale convenzionato con il SSN. La funzione amministrativa, tecnica e logistica dipende direttamente dal Direttore Amministrativo, anche tramite i Direttori di Dipartimento, che assicurerà il coordinamento delle varie strutture. Le Unità Operative sono titolari di autonomia gestionale ed applicano il modello di amministrazione attiva ovvero caratterizzata da un approccio al lavoro mirante al problem solving, inoltre, sono strumento, per il perseguimento dell’obiettivo strategico di ottimizzazione delle procedure organizzative ed amministrative finalizzate, nel rispetto 99 delle normative vigenti, allo snellimento procedurale ed alla tempestività dell’azione amministrativa. Le Unità Operative Complesse Amministrative, Tecniche e Professionali si definiscono complesse se in possesso delle seguenti caratteristiche: a) elevata complessità della struttura in relazione alla sua articolazione interna, con particolare riguardo al grado di autonomia in relazione alle attività svolte; b) affidamento e gestione di budget; c) elevata consistenza delle risorse umane, finanziarie e strumentali ricomprese nel budget affidato; d) elevata rilevanza, complessità e delicatezza della funzione esplicitata da espresse e specifiche norme di legge; e) necessità di svolgimento di funzioni di coordinamento, indirizzo, ispezione e vigilanza, verifica di attività direzionali; f) rilevanza degli incarichi interna all’Unità Operativa ovvero a livello aziendale; g) elevata valenza strategica della struttura rispetto agli obiettivi aziendali. Le Unità Operative Complesse Amministrativo/Tecnico/Professionali devono garantire, oltre alle specifiche funzioni l’assolvimento delle seguenti attività: a) assicurare la gestione delle risorse assegnate e la loro integrazione con le risorse comuni del Dipartimento; b) garantire le funzioni e le attività, per tipo e per volume, programmate all’interno del budget; c) assicurare il coordinamento, l’integrazione ed il controllo economico per la propria Struttura; d) assicurare la gestione della sicurezza e della tutela della riservatezza; e) adottare gli atti di attuazione dei provvedimenti posti in essere dal Direttore Generale, compresi quelli che impegnano l’Amministrazione verso l’esterno; f) elaborare le proposte di atti o provvedimenti amministrativi che dovranno essere adottati dal Direttore Generale; g) provvedere, secondo le linee di indirizzo della Direzione Generale, alla valutazione dei Dirigenti, secondo quanto previsto dai vigenti accordi contrattuali; h) predisporre il piano per lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane della propria struttura, con esplicitazione del piano di formazione ed aggiornamento per la negoziazione con il Direttore di Dipartimento, all’interno del processo di budget; 100 i) facilitare lo snellimento procedurale e la tempestività dell’azione amministrativa attraverso l’applicazione di modelli e procedure operative innovative. L’incarico di Direttore di Unità Operativa Complessa Amministrativa, Tecnica e Professionale è conferito dal Direttore Generale a dirigenti aziendali o ad altri aventi titolo, selezionati/individuati con le procedure previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro e dalla normativa in materia. La struttura organizzativa per l’esercizio della funzione amministrativa è formata dalle seguenti Unità Operative Complesse: a. gestione personale dipendente: svolge funzioni di acquisizione e gestione contrattuale ed amministrazione giuridico-economica delle risorse umane, elabora progetti di sviluppo e miglioramento organizzativo, cura lo stato giuridico, il trattamento economico e gli aspetti previdenziali e di quiescenza del personale dipendente, gestisce lo sviluppo delle risorse umane, monitora la spesa del personale, gestisce l’allocazione del personale per CRIL/Centri di Costo, stima e gestione dinamica dei fabbisogni di personale per le varie UU.OO., collegi tecnici e supporto alla gestione del sistema di valutazione permanente dei dirigenti, relazioni sindacali, garantisce la rispondenza ai flussi informativi ed al debito informativo regionale di competenza. b. affari generali: con compiti di protocollo generale, archivio e gestione atti; supporta e vigila la corretta osservanza della normativa sulla privacy ferme restando le competenze del Responsabile della Privacy; supporta l’attività amministrativa nelle controversie civili, amministrative, di lavoro e commerciali; garantisce la rappresentanza processuale e del patrocinio processuale e del patrocinio dell’Azienda nelle diverse giurisdizioni nelle varie fasi e gradi di giudizio e nelle cause in cui l’Azienda è parte in causa; liquida le parcelle degli avvocati esterni; gestione ufficio sanzioni amministrative competente a ricevere il rapporto di cui all’art. 17 L. n. 689/1981, attività istruttorie al CAVS, predispone le convenzioni a carattere speciale con i soggetti esterni; cura gli affari generali; svolge le funzioni di ufficiale rogante; gestisce i contratti assicurativi e le procedure in autoassicurazione anche tramite le funzioni espletate dall’ufficio sinistri. c. economico- finanziario e patrimoniale: redazione di bilanci (preventivi e di esercizio), contabilizzazione del ciclo attivo (entrate), contabilità generale 101 ed analitica, adempimenti fiscali e tributari, cessione crediti, rispondenza ai flussi informativi ed al debito informativo regionale di competenza, contabilità clienti e contabilità fornitori, ordinativi di pagamento, tenuta registri obbligatori, verifica trimestrale di cassa, fatturazione elettronica, attività libero professionale, rapporti con l’Istituto Tesoriere, gestione del patrimonio e a tenuta del libro dell’inventario, locazioni, nonché alla gestione dei cespiti aziendali. d. tecnico: provvede alla progettazione delle opere edili; assicura la direzione dei lavori e la vigilanza; vigila sui progetti affidati all’esterno; assicura la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio mobiliare ed immobiliare, nonché l’installazione e la manutenzione degli impianti; ha la responsabilità e la cura degli aspetti strutturali ed alberghieri dell’ospedale e dei presidi rivolti direttamente all’utenza – sportelli di accoglienza, segnaletica, trasporti interni, qualità dell’immobile, servizi alberghieri, etc..; svolge un’attività centrale rispetto alla qualità percepita;. e. provveditorato: acquisizione di beni e servizi, svolgimento delle procedure di gara, emissione degli ordinativi di acquisto, gestione contratti, pagamento dei fornitori di beni e servizi, gestione del fondo economale, gestione autoparco aziendale, manutenzione dei beni mobili, supporto attivo alle attività di contenzioso su gare, contratti ed appalti, gestione magazzino aziendale, gestione rispondenza ai flussi informativi ed al debito informativo regionale di competenza. Si è ritenuto opportuno quanto necessario, in considerazione della vasta area di competenza di questa ASP, dell’elevato numero di personale dipendente e/o convenzionato e delle rilevanti e considerevoli risorse economiche gestite, confermare, anche se in parte rimodulate, le seguenti strutture complesse: f. Coordinamento attività amministrative territoriali e Gestione personale convenzionato: ha il compito di rendere organiche, coerenti, efficienti ed omogenee le procedure amministrative dei Distretti Sanitari; gestione diretta di attività per rendere omogenea l’erogazione dei servizi o i sistemi informatici; adempimenti vincolati relativi al personale dipendente ed all’attività libero professionale, mobilità interna; ha la responsabilità e cura gli aspetti normativi, giuridici ed economici del personale convenzionato, le convenzioni di Medicina Generale e Pediatrica, i rapporti con i Medici 102 Specialisti ed i Medici di Continuità Assistenziale e SUEM 118, gestisce le graduatorie regionali MMG/PLS/MCA/118, gestisce la graduatoria aziendale degli incarichi di supplenza MCA, rilascia stati di servizio, organizza e gestisce corsi di formazione per MMG/PLS/MCA, negozia il budget nelle forme e nei modi stabiliti dalla normativa contrattuale con i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, assicura la rispondenza ai flussi informativi ed al debito informativo regionale di competenza. g. Gestione e acquisizione prestazioni sanitarie e socio sanitarie: attività relative alla contrattazione budget annuale delle singole strutture accreditate, verifica amministrativo contabile delle attività delle strutture accreditate e relative certificazioni e pagamenti, svolge la funzione fondamentale, attraverso la negoziazione delle prestazioni con gli erogatori privati accreditati (case di cura, strutture riabilitative, strutture specialistiche ambulatoriali, strutture per l’assistenza mentale …) per la razionalizzazione delle risorse economiche di un’azienda territoriale. Elabora la contrattualistica con erogatori di prestazioni sanitarie e socio sanitarie in ordine a volume, tipologia, tariffa e modalità di erogazione; verifica gli importi di budget; convoca le strutture per la sottoscrizione del contratto con la Direzione Aziendale; svolge l’attività necessaria al pagamento delle spettanze a favore delle strutture erogatrici. Inoltre come previsto dalle Linee Guida Regionali e come sopra riportato, sono state individuate a supporto delle direzioni mediche di ospedale o ospedali riuniti le seguenti UU.OO.CC.: Direzione Amministrativa Ospedali Riuniti S. Agata Militello – Mistretta Direzione Amministrativa Ospedale Patti Direzione Amministrativa Ospedali Riuniti Milazzo – Lipari – Barcellona Direzione Amministrativa Ospedale Taormina 48. I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali I percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali sono uno strumento che integra le risorse tecniche e professionali necessarie alla continuità di svolgimento del processo di cura dei pazienti per offrire una migliore risposta ai bisogni complessi di salute del 103 cittadino. Il termine diagnostico, terapeutico e assistenziale definisce la presa in carico totale, gli interventi multi professionali e multidisciplinari I percorsi vengono individuati tra le patologie, sia acute che croniche, di più elevata incidenza nel territorio di competenza e tra quelle meritevoli e bisognevoli di maggiore intensità assistenziale. Il PDTA si propone di garantire la riproducibilità delle azioni e l'uniformità delle prestazioni erogate; nel contempo consente un costante adattamento alla realtà specifica e una verifica degli aggiornamenti e dei miglioramenti. Il loro sviluppo si accompagna alla definizione di indicatori di processo, misuratori di risultato e indici di esito capaci di incentivare comportamenti professionali adeguati e di rendere conto delle attività svolte nei confronti degli utenti e degli altri attori coinvolti. Per ogni singolo processo attivato vengono definiti gli obiettivi da assegnare ed individuati i ruoli e gli interventi, responsabilizzando i singoli operatori coinvolti e permettendo la partecipazione diretta dell’utente. Le attività associate ad ognuno dei soggetti coinvolti si basano su profili di cura codificati, che vanno dal momento della diagnosi e di trattamento fino al follow-up del paziente cronico. Nel caso di patologie croniche, ovvero in ipotesi di particolari profili clinicoassistenziali, possono essere attuati programmi specifici e personalizzati di case management, con l’individuazione di un garante del percorso assistenziale che si assuma la responsabilità del controllo sull’attuazione degli interventi previsti e che rappresenti il riferimento organizzativo per l’assistito, la famiglia e gli operatori dell’équipe assistenziale. Il Direttore Generale può attribuire responsabilità specifiche per la determinazione dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali aziendali. 49. I programmi e i gruppi di progetto La Direzione strategica al fine di indirizzare e potenziare gli interventi, in determinate aree di riferimento, può prevedere programmi specifici - anche a valenza interdipartimentale - da attuare con l'ausilio di un gruppo di progetto. L'obiettivo è quello di potenziare e sviluppare azioni strutturate su particolari argomenti relativi alla sicurezza e alla qualità dell’assistenza. In ciascun gruppo di lavoro che verrà sciolto a conclusione del programma - viene individuato un responsabile con 104 attribuzione di risorse dedicate. La Direzione generale detta gli obiettivi specifici da raggiungere, la finalità e la durata. 50. Coordinamento di Staff La Direzione Aziendale, a sostegno delle attività tipiche di governo strategico, si avvale di unità operative, in conformità alle previsioni dell’atto di indirizzo della Regione Sicilia, che sono parte integrante delle funzioni riferite ai processi di tutta l’organizzazione Aziendale, collocate in posizione di staff alla Direzione Aziendale. Lo Staff si compone di articolazioni organizzative o funzionali di supporto che presiedono a specifiche attività, ivi compresi i rapporti interistituzionali e di comunicazione. I compiti assegnati all’U.O.C. Coordinamento di Staff della Direzione Generale, posta alle dirette dipendenze della Direzione aziendale, superano i vincoli legati alla separazione convenzionale tra ruolo sanitario e ruolo amministrativo in quanto la funzione espressa dal dirigente responsabile nominato dal Direttore Generale, sentiti il Direttore Amministrativo e il Direttore Sanitario, investe competenze specialistiche e trasversali. Pertanto, le funzioni e la conseguente posizione dirigenziale di coordinamento di staff sono legate a competenze di altissima specializzazione ed a esperienze acquisite nelle materie specifiche di indirizzo ad elevata valenza strategica. Gli elementi caratterizzanti le funzioni di staff sono l’orientamento ai risultati e la flessibilità nei compiti svolti, nei processi e negli strumenti gestionali utilizzati, nei carichi di lavoro ed il tasso di innovazione organizzativa delle attività gestite. L’ASP ha individuato uno staff dedicato ad aree fortemente innovative, le attività di staff si connotano per la loro funzione di supporto ai processi decisionali e sono: relazioni con il pubblico ed informazione, accoglienza, tutela, partecipazione, formazione del personale, area della comunicazione, ufficio stampa, internalizzazione e ricerca sanitaria, innovazione tecnologica ed ingegneria clinica, gestione della qualità e del rischio clinico, ispezione, verifiche ed incompatibilità. Nelle attività di staff si inserisce in modo trasversale la comunicazione. Se spesso essa viene intesa come quella interpersonale del sanitario con il paziente; in realtà essa include una serie di processi e di azioni che possono contribuire a un significativo cambiamento culturale e organizzativo, sia in termini di comunicazione esterna - veicolata attraverso i media – sia interna. Nell'azienda sanitaria pubblica si può individuare una duplice connotazione della comunicazione pubblica. Si tratta di processi comunicativi distinti, ma con profonde aree di integrazione e di sinergia. In particolare si distinguono 105 due forme di comunicazione: comunicazione sanitaria e comunicazione per la salute. La prima è incentrata principalmente sui servizi e sulle prestazioni in tutti i livelli di assistenza: prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. All'interno della comunicazione sanitaria particolare rilievo assume la comunicazione di crisi ed emergenza. Si tratta di uno strumento che permette di controllare le situazioni di allarme improvviso per la salute, al fine di dare una risposta corretta ed equilibrata alle richieste dei media e dei cittadini. Nella comunicazione per la salute, invece, i protagonisti sono i diversi settori della società – Enti, Istituzioni, Associazione del Terzo Settore e cittadini – interlocutori attivi e consapevoli di un percorso di “costruzione sociale della salute”. Gli ambiti di intervento riguardano tutti i fattori che influiscono sulla salute – i cosiddetti determinanti di salute – e che possono essere distinti in: ambientali, sociali, economici, relativi agli stili di vita (alimentazione, attività fisica, fumo ecc. ). Per la sua valenza strategica e per l’importanza dei processi di innovazione tecnologica è stata prevista una struttura nell’ambito dello Staff che consente, in modo trasversale, di migliorare i percorsi clinici diagnostici con impatti essenziali anche sul sistema economico gestionale ed organizzativo. Le funzioni/attività dell’U.O.C. Coordinamento di Staff sono organizzate come strutture semplici ovvero possono essere assegnate con incarichi professionali integrativi o con impegno esclusivo o coordinando professionalità presenti in Azienda seppur non dedicate in via esclusiva. Lo staff è un’articolazione organizzativa complessa con responsabilità di gestione diretta di risorse umane e tecniche, dipendente direttamente dalla Direzione Generale, il Coordinamento di Staff è attribuito al responsabile di una delle strutture semplici afferenti che sono individuate di seguito: 1. U.O.S. Comunicazione Favorisce la corretta e trasparente informazione sull’offerta sanitaria ai cittadini, anche attraverso la Carta dei Servizi. Cura gli eventuali procedimenti legati ai reclami in un’ottica di supporto al miglioramento della qualità. Cura i rapporti con le Associazioni di Tutela dei Cittadini. Le funzioni sono quelle di: • garantire l'esercizio dei diritti di informazione, di accesso ai servizi, tutela e di partecipazione di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, e della Legge n. 33 del 14 marzo 2013 e della Legge n. 150 del 7 giugno 2000; 106 • promuovere e favorire i processi di Umanizzazione delle cure a partire dall’Accoglienza sino alla conclusione dell’iter terapeutico, favorendo i processi di integrazione delle diversità culturali e religiose, partecipando a tutti i progetti corrispondenti sia regionali che nazionali; • verificare la qualità percepita dai cittadini rispetto ai servizi erogati individuando, per tali finalità, idonei ed adeguati strumenti e proponendo adeguate soluzioni rispetto alle criticità rilevate; • verificare, misurare e proporre tutte le soluzioni organizzative degli standard del comfort ospedaliero secondo il Decreto del Ministero della Salute n. 70 del 02.04.2015; • elaborare, curare ed aggiornare la Carta dei Servizi; • attivare e curare le procedure previste dalla normativa sul trattamento dei dati sensibili; • curare, aggiornare e promuovere le procedure in materia di Pubblica Tutela; • accogliere e gestire i reclami ed i relativi procedimenti amministrativi organizzando apposita banca dati e relazionando periodicamente sugli stessi al Direttore Generale proponendo soluzioni alle disfunzioni segnalate o lamentate dai cittadini; • curare e gestire i rapporti con le Associazioni di Volontariato favorendo l’implementazione di una specifica rete; • Elaborare e gestire il Piano aziendale di comunicazione pubblica ed istituzionale interna ed esterna, con le modalità e le funzioni previste dalla L. n. 150/2000; • Marketing sanitario; • Addetto stampa per i contatti e le relazioni con i media. In particolare collegata a tale funzione vi è anche la cura della rassegna Stampa, la redazione di articoli e comunicati stampa, l'organizzazione di conferenze stampa; • Cura e predisposizione delle campagne di comunicazione; • Organizzazione di eventi; • Redazione dei testi on line per il sito internet aziendale; • Elaborazione informazioni fornite dall'URP per l'implementazione delle notizie destinate agli utenti sul sito aziendale; • Gestione della comunicazione in caso di crisi. 2. U.O.S. Formazione ed Aggiornamento 107 L’U.O. Formazione ed Aggiornamento è supportata da un comitato scientifico, coordinato dal responsabile dell’U.O., composto secondo quanto previsto dal D.A. n. 1050 dell’08.06.2011. Le funzioni e le attività previste all'interno dell'U.O.S. Formazione ed Aggiornamento sono quelle di: • Assicurare lo sviluppo e valorizzazione delle risorse umane. • Assicurare il miglioramento continuo delle competenze professionali. • Gestire l’apprendimento ed il cambiamento organizzativo. • Promuovere tra tutti gli operatori la condivisione degli obiettivi aziendali. • Implementare la crescita professionale degli operatori nell’ambito delle aree tecnico – professionali, gestionali – organizzative e comunicative relazionali. • Concorrere alla realizzazione del programma di Educazione Continua in Medicina (ECM). • Implementare la formazione interdisciplinare allo scopo di favorire percorsi integrati e “best practice” per la gestione multiprofessionale dei processi assistenziali. • Favorire l’accesso alle fonti scientifiche attraverso la consultazione di banche dati, riviste on line e cartacee, testi scientifici, siti di interesse ecc… • Elaborazione e gestione il Piano Formativo Aziendale. • Migliorare l’efficacia e l’appropriatezza dei percorsi formativi. • Approfondire la conoscenza dei documenti in uso ed implementare l’utilizzo di quelli basati sulle migliori evidenze possibili. • Migliorare la qualità dei percorsi di formazione e sviluppo continuo degli operatori. • Curare i rapporti con le OO.SS. di categoria e con la RSU aziendale per analizzare i programmi di formazione definiti, la congruità delle risorse economiche e per monitorare l’andamento dei processi formativi. • Ottimizzare i crediti ECM ricevuti dal personale in relazione alle risorse economiche impegnate. • Controllare la spesa. Le attività dell’U.O. Formazione ed Aggiornamento comprendono: La pianificazione dell’attività formativa in linea con gli obiettivi strategici aziendali; 108 La pianificazione degli investimenti per l’acquisizione delle risorse necessarie al conseguimento degli obiettivi prefissati; La definizione degli obiettivi e dei relativi indicatori per valutare i processi di apprendimento; La verifica ed il raggiungimento degli obiettivi dell’U.O. 3. U.O.S. Qualità e Gestione del Rischio Clinico • identifica, valuta e gestisce tutti i profili di rischio attinenti alle attività cliniche aziendali, per la migliore tutela dell’utenza e per garantire la sicurezza delle cure; • applica le direttive Regionali e Ministeriali in materia di gestione del rischio clinico; • elaborare e gestire l’Audit Civico partecipando ai corrispettivi progetti di Audit regionali e nazionali; • svolge le procedure di audit interno e partecipa alle iniziative formative aziendali per le competenze di Risk Management. • svolge attività di consulenza per tutte le strutture aziendali di diagnostica e di assistenza e per la Direzione Strategica; • gestisce, per quanto di competenza medico-legale, il contenzioso che impegna l’Azienda per danni alla persona, in fase extra-giudiziale e giudiziale; • garantisce il funzionamento del Comitato Valutazione Sinistri e delle procedure di indennizzo per soggetti danneggiati da vaccinazioni e emotrasfusioni, e/o attività sanitarie in genere. 4. U.O.S.Supporto alla Direzione Strategica • Rapporti con le strutture aziendali. • Affiancamento alle strutture coinvolte nella realizzazione di linee progettuali di interesse strategico aziendale. • Monitoraggio sull’attuazione di piani regionali e aziendali. • Gestione dell’intero processo relativo ai provvedimenti aziendali (adozione, registrazione, pubblicazione, trasmissione). • Servizio Ispettivo. 109 • Verifiche ed incompatibilità. • Servizio di Internalizzazione e Ricerca Sanitaria (SIRS) 5. U.O.S. HTA ed Ingegneria Clinica • Consulenze ed analisi comparative sulle apparecchiature; • Step connessi all’Health Technology Assessment; • Servizi di Ingegneria Clinica; 51. Servizio Legale – Avvocatura In diretta ed esclusiva connessione alla Direzione Generale, opera l’Unità Operativa Complessa, Servizio Legale - Avvocatura. Il Direttore della UOC è un Dirigente Avvocato del Ruolo Professionale, iscritto all’Elenco Speciale Enti Pubblici dell’Albo degli Avvocati nonchè abilitato al patrocinio innanzi alle Giurisdizioni Superiori. La struttura opera anche secondo i principi della legge professionale e riveste un ruolo di rilievo nel panorama delle attività strategiche dell’ASP in quanto ad essa spetta normalmente la rappresentanza, il patrocinio e l’assistenza in giudizio dell’Azienda innanzi a tutte le giurisdizioni, ivi comprese le sedi di risoluzione alternativa delle controversie e provvede a rendere attività di consulenza, anche mediante l’espressione di pareri legali e di indirizzo alla Direzione Aziendale ed ad ogni altro organo (CAVS etc…) o soggetto legittimato alla relativa richiesta. 52. Servizio Prevenzione e Protezione Il Servizio Prevenzione e Protezione per lo svolgimento dei compiti previsti dall’art. 33 del D Lgs. n. 81/08 e s.m.e i., è un’articolazione complessa con autonomia funzionale, gestionale e di proprio budget, posta alle dirette dipendenze del Direttore Generale, con competenza in materia di sicurezza delle Strutture Sanitarie Aziendali, relativamente alla valutazione dei rischi presenti in queste con redazione dei Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR) ex art. 28 e dei Documenti di Valutazione dei Rischi Interferenti (DUVRI) ex art. 26, al coordinamento e aggiornamento dei Piani di Emergenza Interni (PEI), all’informazione e formazione di corsi per la sicurezza rivolti ai lavoratori. In particolare, in ossequio alle “Linee Guida per il Regolamento Aziendale per l’organizzazione e la gestione della sicurezza e salute nelle Azienda Sanitarie della Regione Siciliana in sensi del D.Lgs. 81/08 e s.m. e i.” di cui alla Circolare Assessoriale n. 110 1292 /2012, il Servizio di Prevenzione e Protezione si occupa della progettazione, implementazione e mantenimento del Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul Lavoro (SGSSL) al fine di una sempre maggiore integrazione della sicurezza nella mission aziendale per il raggiungimento degli obiettivi di salute e sicurezza. 53. L’Organizzazione delle attività assistenziali La mission aziendale è rappresentata da tutte quelle attività che l'ASP eroga in virtù del bisogno sanitario rilevato, disposizioni di legge o in seguito ad accordi liberamente stipulati con enti, associazioni, imprese o cittadini per il raggiungimento diretto o indiretto delle sue finalità istituzionali. In particolare è oggetto della sua attività: • i ricoveri di pazienti sia in regime ordinario che di ospedale di un giorno (day hospital - day surgery), sia d'urgenza che programmati (o di elezione); • le attività sanitarie specialistiche a favore sia di pazienti ricoverati che ambulatoriali, rese in ambulatori ospedalieri o territoriali ed anche a domicilio, per il tramite di medici specialisti ospedalieri o convenzionati con la collaborazione di personale sanitario per legge autorizzato, secondo quanto previsto dal nomenclatore tariffario vigente nel tempo, nonché ogni prestazione sanitaria ambulatoriale non vietata dalla legge o sconsigliata dalla prevalente letteratura scientifica e che, secondo scienza e coscienza dello specialista medico, possa recare utilità all'utente ripristinando le condizioni di salute o le migliori qualità della vita possibile; • l'assistenza di medicina generale e pediatrica per il tramite dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, favorendo la libera scelta dei cittadini nei limiti consentiti dagli accordi nazionali di lavoro e dai massimali raggiunti da ciascun medico; • l'assistenza sanitaria domiciliare nelle sue varie forme: integrata con servizi sociali, a pazienti nella fase terminale, per dimissioni protette, ecc.; • l'educazione sanitaria sia nei confronti di particolari categorie di cittadini a rischio di malattia sia, più in generale, nei confronti di tutti i cittadini e segnatamente dei più giovani affinché evitino, per quanto possibile, comportamenti a rischio; • la prevenzione e il controllo dell'applicazione delle norme a tutela della salute pubblica; • gli interventi previsti da specifiche disposizioni nazionali e/o regionali. 111 L'ASP eroga anche prestazioni di assistenza sociale, in presenza di espressa delega dei comuni e con contabilità e bilancio separati da quelli sanitari, nei seguenti settori: • famiglia e maternità-infanzia età evolutiva; • adulti; • handicap. I prodotti ed i servizi erogati dalle varie aree operative presenti in Azienda sono specificamente riportati nella Carta dei Servizi ove vengono riportati, oltre ai prodotti e servizi erogati, la sede di erogazione delle prestazioni, il destinatario, i responsabili, gli orari e le modalità di accesso ai servizi. L’accesso alle prestazioni è organizzato secondo criteri di priorità per l’accesso in relazione a valutazioni di appropriatezza e di urgenza, garantendo l’uniformità e la trasparenza dell’accesso e nel tentativo di contrastare il forte squilibrio economico finanziario dovuto anche all'eccesso di mobilità passiva. Nello specifico, per l'area ospedaliera questo obiettivo verrà perseguito in vari modi: convertendo alcune tipologie di ricoveri ordinari in forma di assistenza in day service, day hospital o ambulatoriale, soprattutto là dove esistono indicazioni di maggiore appropriatezza di questi ultimi, attraverso la riorganizzazione della distribuzione dei posti letto con la chiusura o riconversione di alcune strutture di degenza per acuti in lungodegenza, come disposto dalla nuova rete ospedaliera, ed il riassetto organizzativo dei dipartimenti ospedalieri in modo trasversale alle strutture di degenza al fine di recuperare in efficienza e strutturare percorsi di cura più razionali ed efficaci, anche attraverso il Dipartimento Oncologico. Per l'area distrettuale, si intende favorire l'accesso dell'utenza ai servizi, attraverso l’istituzione dei PTA ed il sistema di accesso unitario (PUA). L'Azienda persegue l'obiettivo dell'appropriatezza degli interventi e dell’equità nell’accesso all’assistenza attraverso idonei percorsi diagnostici-terapeutici finalizzati alla riduzione dei ricoveri impropri, ad un corretto utilizzo delle prestazioni specialistiche e all'uso appropriato dei farmaci. Le strutture sanitarie deputate all’erogazione dell’assistenza hanno la responsabilità di garantire e migliorare sistematicamente la buona qualità dell’assistenza offerta ai pazientiutenti in tutto il percorso assistenziale. 54. Gli incarichi dirigenziali 112 L’ASP, fatte salve le norme contrattuali che disciplinano la materia, assume come principio base per l’affidamento degli incarichi dirigenziali la natura fiduciaria. Il rapporto fiduciario è il vincolo diretto che lega i dirigenti, titolari di struttura complessa, alla Direzione strategica, a cui rispondono esclusivamente dei risultati ottenuti. Nel sistema degli incarichi particolare rilevanza viene dedicata: alla necessità di una graduazione degli incarichi di struttura che sia aggiornata a cadenza regolare; alla natura temporanea degli incarichi dirigenziali e all’opportunità di una loro rotazione; alla necessità di una valutazione costante nel tempo dei dirigenti ad essi preposti; alla necessità di sviluppare sistemi di carriera appetibili per i dirigenti che non assumono incarichi di responsabilità di struttura; al ruolo dei distretti, dei dipartimenti e delle altre macroarticolazioni organizzative nella gestione di reclutamento, selezione e carriere dei professionisti che non hanno incarichi di struttura . L’Azienda mediante il conferimento degli incarichi, tende a realizzare modalità di organizzazione e di funzionamento delle proprie strutture coerenti con la riforma del SSN, del SSR e, più in generale, con la riforma della Pubblica Amministrazione, riconducibili ai principi di sussidiarietà, unitarietà, completezza, efficienza/efficacia, economicità, adeguatezza, qualità, centralità dell’utenza, valorizzazione e responsabilizzazione delle risorse professionali, autonomia organizzativa e gestionale. L’azienda, attraverso una metodologia trasparente e basata su elementi di oggettività, definisce la mappatura complessiva e la graduazione delle posizioni organizzative, in coerenza con gli obiettivi strategici ed i valori posti a fondamento della propria missione. L’assegnazione degli incarichi dirigenziali segue quanto previsto dalla legislazione vigente e dai contratti collettivi di lavoro. Nell’ambito aziendale vengono individuate e sono conferite le seguenti tipologie di incarichi : a. incarico di direzione di struttura complessa, con riferimento alle strutture individuate come “complesse” nell’articolazione organizzativa dell’Azienda; b. incarico di responsabilità di struttura semplice; c. incarico professionale di : 113 alta specializzazione – rappresentativo di elevate competenze tecniche professionali per la produzione di servizi e/o prestazioni complesse; consulenza, studio e ricerca – rappresentativo di particolari competenze specialistiche nell’ambito di una determinata disciplina strategica per l’organizzazione aziendale; di base – rappresentativo di competenza specialistica, riferiti ai dirigenti con meno di cinque anni di servizio, che svolgono funzione rilevante nella struttura di assegnazione . Tutti gli incarichi sono conferiti dal Direttore Generale, nel pieno rispetto delle prescrizioni del D.L.vo 502/92 e ss.mm.ii. e dai vigenti contratti nazionali di lavoro, con riferimento alla tipologia dell’incarico, ai criteri di attribuzione ed alle procedure di assegnazione. L’incarico di struttura complessa può esser conferito, per un periodo di cinque anni, con facoltà di rinnovo per lo stesso periodo o per un periodo più breve, in relazione agli esiti delle verifiche dei risultati e delle attività poste in essere ai sensi del D.L.vo 502/92 e ss.mm.ii. L’incarico di Direttore di Dipartimento è conferito con le procedure ex art. 17 del D.L.vo 502/92 e ss.mm.ii. L’incarico di Direttore di Distretto è conferito in base ai requisiti ex art. 3-sexies del medesimo decreto. Gli incarichi di struttura semplice e l’incarico professionale sono conferiti da Direttore Generale, su proposta del responsabile della struttura complessa di appartenenza, a seguito di valutazione positiva delle attività professionali espletate e sulla base dei risultati conseguiti, effettuata ai sensi del D.L.v. 502/92 e ss.mm.ii., a tempo determinato, per un periodo non inferiore ai tre anni e non superiore a cinque anni (secondo la natura dell’incarico), con facoltà di rinnovo con atto scritto e motivato. Il rinnovo degli incarichi dirigenziali con provvedimento scritto e motivato del Direttore Generale, su proposta del direttore Sanitario o Amministrativo, avviene sulla base delle valutazioni del Collegio Tecnico che espleta le verifiche circa: la capacità gestionale; la capacità di risoluzione dei problemi; la capacità di gestione dei conflitti; la capacità organizzativa; la capacità decisionale; il coinvolgimento nei processi aziendali. 114 Gli incarichi sono attribuiti a tempo determinato dal Direttore Generale, secondo le modalità definite nella contrattazione collettiva nazionale e aziendale, compatibilmente con le risorse finanziarie a tal fine disponibili e nei limiti del numero degli incarichi e delle strutture disponibili. In nessun caso l’assegnazione dell’incarico modifica la modalità di cessazione del rapporto di lavoro per raggiunti limiti massimi di età. Il conferimento dell’incarico dirigenziale e di responsabilità di struttura è formalizzato con la sottoscrizione di un contratto, che integra il contratto di assunzione, nel quale sono elencati: durata e remunerazione dell’incarico, scopo, funzioni, ambiti di autonomia ed obiettivi. La revoca dell’incarico avviene con atto scritto e motivato a seguito di accertamento delle sussistenza di una delle cause previste dai contratti collettivi nazionali delle due aree dirigenziali e con le procedure di garanzia in esse previste. 55. Le posizioni organizzative In base alle disposizioni previste dai CC.NN.LL. sia in ambito sanitario che tecnicoamministrativo, alcune funzioni professionali possono essere individuate come posizioni organizzative ed affidate al personale appartenente alle categorie del ruolo del comparto. Le posizioni organizzative sono definite in coerenza con la visione strategicoorganizzativa dell’Azienda, al fine di assicurare la giusta rilevanza delle funzioni del comparto con specifica competenza tecnico - professionale e rendere concreto il principio di delega diffusa a tutti i livelli. Le posizioni organizzative sono istituite con provvedimento del Direttore Generale, su proposta del Direttore Amministrativo e del Direttore Sanitario, ognuno per il proprio ambito di competenza e rappresentano articolazioni interne dell'assetto organizzativo definito dall'Azienda sulla base del proprio ordinamento e della propria programmazione aziendale e nel rispetto delle leggi regionali di organizzazione. Esse sono determinate in relazione alle esigenze ed alle necessità organizzative riconnesse agli obiettivi strategici aziendali e secondo i seguenti criteri: - riconducibilità ad un sistema tecnico-professionale fatto di conoscenze e competenze che si intendono aggregare, per gestire processi e procedure; - livello di autonomia e responsabilità; - complessità delle competenze richieste dalla funzione da svolgere; - grado di specializzazione previsto nella posizione organizzativa; 115 - consistenza delle risorse umane e tecniche attribuite funzionalmente; - capacità del sistema di produrre dati certi e misurabili. Le stesse pertanto non costituiscono posti di dotazione organica e sono modificabili per effetto di: a. successiva diversa organizzazione interna; b. diversa programmazione delle attività istituzionali; c. riordino dei processi gestionali finalizzati al miglioramento della efficienza organizzativa e della efficacia erogativi, nonché alla eliminazione di eventuali aree di improduttività. Il conferimento di incarico relativo a posizione organizzativa non comporta, pertanto, per il dipendente che ne è titolare, ne progressioni interne di carriera automatiche - salvo quanto previsto dall'art. 21, comma 9, del contratto di lavoro sottoscritto in data 7/4/1999 ne differenze retributive tabellari, salvo il diritto alla corresponsione della indennità di funzione di cui all'art. 36 del contratto vigente rapportata alla natura ed alle caratteristiche dell'incarico stesso. L’incarico di Posizione Organizzativa è incompatibile, nel caso di assimilabilità delle corrispondenti funzioni, con quello di coordinamento di cui all'art. 10 del CCNL 2000/2001. L’individuazione, la graduazione, attribuzione e valutazione delle Posizioni Organizzative sono disciplinati con apposito Regolamento Interno di concerto con le OO.SS. di riferimento. 116 I SISTEMI E GLI STRUMENTI DI GESTIONE E DI CONTROLLO 56. La pianificazione strategica Per pianificazione strategica si intende l'insieme dei processi logici, sistematici, ampi e organici utilizzati in un'azienda per comprendere e interpretare l'evoluzione del contesto di riferimento e sviluppare solide e coerenti linee guida di azione. Programmare. E' questo il significato e il senso di una pianificazione che al suo interno contiene soprattutto una analisi del contesto, con una definizione degli obiettivi da raggiungere, valutando le alternative e scegliendo una strategia operativa. L'Azienda recepisce orientamenti e obiettivi del Piano sanitario regionale e tiene conto della relazione sullo stato del SSR predisposta annualmente dall'Assessore della Salute. L’ASP elabora insieme ai Comuni del territorio i documenti di pianificazione per i servizi socio-sanitari, in particolare attraverso i piani di zona, e cura mediante idonei controlli il loro andamento. Il Piano Strategico Aziendale è il punto di riferimento per la successiva identificazione dei piani e dei programmi aziendali annuali e per la loro articolazione rispetto al sistema delle responsabilità interne. Il primo passaggio nella definizione del piano è l'analisi del contesto, cioè la valutazione dello stato attuale dell'organizzazione sanitaria: • missione aziendale • modelli organizzativi • logiche di funzionamento • programmi realizzati • servizi forniti Il secondo step integra gli obiettivi che l'Asp punta a raggiungere e gli eventuali settori da modificare. • assetto organizzativo • programmi attivati • riosrse umane • aree di intervento nel quadro delle indicazioni della programmazione sanitaria nazionale e regionale; 117 L’ ASP verifica la coerenza degli obiettivi formulati, per assicurare la piena attuazione del principio di integrazione del governo clinico con quello economico e l’equilibrio tra risorse effettivamente disponibili e risultati quali-quantitativi da perseguire. L'ultimo step del processo vede al suo interno le strategie, cioè i provvedimenti adottati con cui poter raggiungere gli obiettivi prefissati. L'Asp organizza la propria programmazione secondo quanto previsto dall'art. 5 della L.R. 05/2009 ed esplicitata nel Piano attuativo, nei programmi annuali di attività e nella relazione sanitaria aziendale prodotta entro il 31 gennaio dell'anno successivo a quello di riferimento. 57. Controllo di gestione e sistemi informativi aziendali I compiti assegnati all’U.O.C. Controllo di gestione e sistemi informativi aziendali, posta alle dirette dipendenze della Direzione aziendale, superano i vincoli legati alla separazione convenzionale tra ruolo sanitario, amministrativo e tecnico in quanto la funzione espressa dal dirigente responsabile nominato dal Direttore Generale, sentiti il Direttore Amministrativo e il Direttore Sanitario, investe competenze specialistiche e trasversali di funzione Strategica e di specifiche competenze gestioni e professionalità specifiche. Pertanto, le funzioni sono volte a valorizzare ed implementare i processi di governance aziendale e la conseguente posizione dirigenziale del Controllo di Gestione e sistemi informativi aziendali sono legate a competenze di altissima specializzazione ed a esperienze acquisite nelle materie specifiche di programmazione, controllo e gestione aziendale, competenze statistiche, epidemiologiche ed informatiche. L’ U.O.C. Controllo di gestione e sistemi informativi aziendali si occupa dello sviluppo del piano aziendale di raccolta ed analisi dei dati sanitari provenienti dalle strutture interne; analisi dei dati epidemiologici relativi allo stato di salute della popolazione; programmazione, pianificazione e gestione del patrimonio informatico, di trasmissione dati e telefonico. La U.O.C. in particolare è deputata: a) alla gestione dei flussi informativi sanitari strutturati (raccolta, archiviazione, elaborazione e distribuzione) garantendone i requisiti di completezza, qualità e accuratezza e assicurandone la trasmissione agli organi istituzionali secondo le tempistiche e le caratteristiche di formato previste; 118 b) al supporto dei processi di programmazione aziendale, pianificazione delle attività, controllo strategico e valutazione, fornendo informazioni affidabili ai decisori, controllo di gestione in rapporto con i servizi amministrativi deputati alla contabilità analitica; c) alla individuazione, attraverso l’integrazione delle basi dati correnti, dei bisogni di salute della popolazione; d) alla definizione, costruzione e rilevazione periodica di idonei indicatori per valutare l’utilizzo, l’accessibilità, l’organizzazione, il funzionamento e i risultati dei servizi di assistenza sanitaria in termini di efficacia, efficienza e appropriatezza nelle sue diverse componenti; e) all’analisi statistiche; f) all’analisi della qualità dei dati che compongono i flussi informativi sanitari; g) all’elaborazione report; h) alla statistica demografica; i) alla statistica epidemiologica; e) alla predisposizione di obiettivi strategici aziendali; f) alla gestione del processo di budget; g) alla predisposizione del Piano della Performance e della Relazione della Performance; e) alla misurazione e all’analisi dei risultati di specifici programmi posti in essere dalla Direzione Aziendale; f) ad alimentare, tramite i flussi direttamente gestiti, il sistema di controllo di gestione; h) a supportare, attraverso la produzione di report periodici di attività, l’Organismo Indipendente di Valutazione della Performance; i) a sostenere lo sviluppo ed il buon funzionamento del Sistema Informativo ed in particolare coordina il monitoraggio, la raccolta e la validazione dei dati; l) rispondenza ai flussi informativi ed al debito informativo regionale; m) gestione del patrimonio informatico e rete aziendale; n) verifica della funzionalità, utilità ed efficacia dei software implementati; o) a collaborare all’acquisto dei componenti hardware e software, l’assistenza e la manutenzione; p) alla gestione della sicurezza della rete informatica mediante l’utilizzo di hardware e software. q) alla gestione telefonia mobile e fissa. 119 Nel rispetto del decreto n. 835 del 23 maggio 2014 pubblicato nella GURS n. 24 del 13 giugno 2014 con il quale sono state definite le linee guida per l’implementazione della metodologia regionale uniforme di controllo di gestione al fine di consentire un elevato grado di omogeneità tra i sistemi di rilevazione delle singole aziende sanitarie e di conseguenza la confrontabilità dei dati a livello regionale l’U.O.C. Controllo di gestione e sistemi informativi aziendali è deputata a soddisfare le previsioni contenute nel decreto medesimo ed in particolare: La rilevazione dei dati secondo determinate fonti di origine contabile che provenienti da sottosistemi gestionali; L’attribuzione dei dati secondo una metodologia di tipo full costing che presuppone la determinazione del costo pieno dei centri finali tramite l’attribuzione non solo dei costi diretti, ma anche dei costi indiretti, attraverso un processo di ribaltamento; La produzione della reportistica con cadenza trimestrale su una duplice prospettiva di rappresentazione dei fenomeni aziendali che distingue tra la prospettiva di sistema finalizzata al monitoraggio delle prestazioni ovunque erogate agli assistiti (governo della domanda) e la prospettiva finalizzata al monitoraggio dell’efficienza produttiva della rete di offerta (governo dell’offerta), anche in coerenza con le metodologie sviluppate a livello ministeriale nell'ambito del SiVeAS; La riconciliazione della Contabilità Analitica con la Contabilità Generale, a garanzia dell’attendibilità e della completezza delle informazioni finalizzate alla identificazione delle cause degli scostamenti ed alla giustificazione degli stessi. La vista “per offerta” consente di guardare ai fenomeni dalla prospettiva delle strutture che hanno erogato prestazioni sanitarie nel territorio regionale: in questa prospettiva, il Modello di Controllo di Gestione regionale consente il monitoraggio delle prestazioni sanitarie erogate e delle risorse disponibili utilizzate a fronte di tali erogazioni. È attraverso questa vista che si approfondiscono le tematiche di efficienza e produttività della rete di offerta. La vista “per domanda” consente di guardare ai fenomeni dalla prospettiva dell'assistito cui sono (ovunque) erogate le prestazioni. Secondo questa prospettiva si monitora la capacità di garantire i LEA nell’ambito del finanziamento ricevuto (quota 120 capitaria). Gli assistiti sono classificati per aree omogenee di provenienza e con dettaglio progressivamente crescente: per ASP di residenza, per distretto di appartenenza, fino, a tendere, per MMG. È riguardo a questa vista che, in coerenza con le metodologie sviluppate a livello nazionale nell’ambito del SiVeAS, si analizzano le tematiche di appropriatezza delle prestazioni erogate (reale rispondenza di quanto erogato al fabbisogno della popolazione residente) e si compiono valutazioni in merito alla corretta allocazione delle risorse. La reportistica si fonda su tre documenti standardizzati di rappresentazione dei fenomeni gestionali: Scheda delle Variabili Produttive, nella quale si raccolgono “lato offerta” i dati relativi a capacità produttiva, output e mix dell’attività prodotta, risorse utilizzate, mentre “lato domanda”, i dati relativi alle prestazioni ricevute ai propri assistiti da qualsiasi struttura erogatrice (a gestione diretta, pubblica, privata, regionale, extraregionale), distinta per “livelli di assistenza”; Conto Economico Gestionale, che “lato offerta”, riporta costi e ricavi di competenza del singolo reparto o servizio, evidenziando ricavi esterni e interni, costi diretti ed indiretti, incidenza economica e margini, mentre “lato domanda”, riporta i costi di competenza del singolo distretto, distinti tra reali e virtuali e la relativa incidenza economica in ragione della popolazione assistita; Indicatori di Performance (KPI – Key Performance Indicators), che mettendo in relazione misure produttive e/o economiche consentono l’analisi dell’attività svolta dalle strutture e delle prestazioni ricevute dagli assistiti, anche per il tramite di analisi di benchmarking. 58. I sistemi di gestione e valutazione del personale L’ASP di Messina considera ogni operatore come risorsa da valorizzare mediante adeguate politiche di gestione del personale coerenti con la visione e la missione aziendali, adottando percorsi di reclutamento, partecipazione degli operatori, di sviluppo e di crescita professionali nell’interesse della stessa organizzazione e dei diversi portatori di interesse. Il sistema di gestione del personale dell’ASP di Messina valorizza il ruolo, le competenze e la partecipazione attiva e proattiva di ciascun operatore. Ogni risorsa dell’Azienda svolge un ruolo specifico, implicitamente o esplicitamente definito, che si concretizza nel: 121 • assumere un comportamento coerente con la propria professionalità ed il ruolo assegnato nel rispetto delle direttive definite dal responsabile diretto; nell’ambito della struttura organizzativa dell’Azienda, a ciascun dipendente è assegnato un ruolo preciso ed una posizione individuale all’interno della struttura di assegnazione, secondo criteri di conferimento e assegnazione degli incarichi previsti dallo specifico regolamento aziendale; • gestire processi, quale combinazione di attività e operazioni elementari, dei quali si assumono le responsabilità dei risultati specifici; • sviluppare competenze e capacità professionali mediante sistemi di formazione permanente; • svolgere compiti e funzioni relative alla gestione o alla partecipazione ad iniziative di carattere progettuale. L’insieme delle competenze organizzative e professionali di tutto il personale dell’Azienda costituisce un patrimonio intangibile fondamentale. L’ASP di Messina definisce le politiche di gestione del personale distinguendole in: • politiche di reclutamento, che tengano conto della pianificazione di acquisizione delle risorse umane coerente coi bisogni dell’organizzazione e degli utenti, pur nel rispetto dei vincoli normativi e di spesa; • politiche di valorizzazione, con l'obiettivo di perseguire l'equilibrio e la coerenza tra l'inquadramento formale e le mansioni affidate; • politiche di crescita e sviluppo, con l'obiettivo di adeguare le professionalità alle nuove esigenze organizzative e sociali, promuovendo all'interno e tra e articolazioni aziendali lo sviluppo delle reti di relazioni finalizzate a migliorare la qualità delle prestazioni erogate e la sostenibilità di specifici progetti scientifici e formativi; • politiche retributive finalizzate a standardizzare i sistemi premianti in base ad un adeguato sistema di valutazione. L’ASP nel definire le politiche del personale promuove la partecipazione degli operatori mediante: 122 • un adeguato sistema delle relazioni sindacali, che al di là dell'osservanza dei vincoli normativi, garantisca l'effettiva partecipazione egli operatori nella definizione delle scelte aziendali; • un adeguato sistema della comunicazione interna intesa ad assicurare la circolazione delle informazioni, in particolar modo sugli obiettivi e le strategie aziendali, i piani delle azioni e delle scelte, anche nell'ottica di favorire la condivisione degli operatori delle finalità e dei valori dell’ASP favorendo il loro senso di appartenenza alla stessa; • la promozione dell'iniziativa degli operatori, in forma singola o di aggregazione organizzativa, rivolta a sviluppare progettualità di miglioramento continuo della qualità delle prestazioni erogate e ella razionalizzazione dei processi con l'obiettivo finale di migliorare i servizi resi ai cittadini/utenti; • l'analisi e l'attenzione al clima interno ed al benessere organizzativo. Il sistema di valutazione del personale dell’ASP di Messina è volto al miglioramento della qualità dei servizi offerti, nonché alla crescita delle competenze professionali, attraverso la valorizzazione del merito e l’erogazione dei premi per i risultati perseguiti dai singoli e dalle unità organizzative in un quadro di pari opportunità di diritti e doveri, trasparenza dei risultati e delle risorse impiegate per il loro perseguimento Il Sistema di valutazione del personale si ispira ed osserva i seguenti principi e valori: • trasparenza – garantire la preventiva e diffusa conoscenza dei parametri di valutazione, al fine di garantire a tutti la possibilità di raggiungere i risultati attesi; • equità – divieto di valutare in modo difforme casi simili ed in modo simile casi difformi; • informazione e partecipazione - garantire che l’assegnazione degli obiettivi e la verifica del grado del loro raggiungimento avvengano con la partecipazione del valutato e del valutatore; • giusta considerazione del legame tra la valutazione individuale ed il risultato della struttura in cui opera il soggetto; • coerenza del sistema di valutazione con obiettivi generali dell’ASP; 123 • previsione, per tutti i valutati, di una seconda istanza di valutazione a garanzia del rispetto delle procedure, dei tempi e delle fasi previsti dalle disposizioni dal D. Lgs.150/2009. L’ASP di Messina adotta un processo di valutazione in merito al raggiungimento dei risultati attesi e alle capacità professionali espresse. I princìpi posti a base del sistema sono: • il soggetto che procede alla valutazione deve conoscere direttamente l’attività svolta al valutato; • le valutazioni così effettuate sono soggette a verifica da parte di un valutatore di seconda istanza; • il valutato partecipa al procedimento di valutazione, anche attraverso la comunicazione ed il contraddittorio, con la possibilità di farsi assistere da consulente di fiducia; • la valutazione complesso riguarda nonché tutte le i comportamenti attività relativi e le allo prestazioni sviluppo nel elle loro risorse umane e organizzative e deve tenere particolarmente conto dei risultati. Il processo di valutazione rappresenta il momento di sintesi e l’occasione per la individuazione dei punti di forza e delle aree di miglioramento di ogni singolo Operatore; costituisce uno strumento utile e necessario per la gestione delle risorse assegnate e, come tale, rappresenta il corretto, costante e differenziato esercizio delle attività di valutazione che è una precisa responsabilità dirigenziale. I sistemi di valutazione delle attività professionali, delle prestazioni e delle competenze organizzative, nonché dei risultati di gestione per le aree dirigenziali sono definiti tenendo conto dagli accordi aziendali oggetto di confronto con le Organizzazioni Sindacali legittimate e riguardano, tra l’altro, le verifiche alle scadenze annuali, quinquennali, ultraquinquennali (in relazione alla tipologia prevista dalla vigente normativa), nonché di fine incarico. I sistemi di valutazione adottati dall’ASP di Messina e disciplinati da apposito regolamento dispongono in particolare: • le cadenze della verifica; 124 • i soggetti preposti alla verifica e al contraddittorio sia di prima che di seconda istanza; • i contenuti dell’attività di verifica per ciascuna tipologia di incarico; • i criteri e le modalità di verifica; • gli effetti dell’eventuale valutazione negativa. 59. Le procedure di acquisto e la gestione degli appalti. L’Azienda, per i contratti di importo superiore alla soglia comunitaria, si conforma alla normativa europea, statale ed a quella regionale propria e di recepimento. Previa adeguata informazione ai concorrenti dei criteri e delle modalità di individuazione del contraente, l’Azienda potrà, di volta in volta, ricorrere a sistemi che attribuiscano rilevanza ai soli profili economici ovvero anche ai profili funzionali e qualitativi dell'offerta, correlativamente utilizzando tutti i sistemi di comparazione delle offerte pervenute ivi comprese le forme più avanzate di commercio elettronico. I contratti si perfezionano attraverso la forma scritta o, alternativamente per via telematica con le garanzie della firma digitale. La trasparenza e la concorrenzialità devono essere perseguite assicurando, ove possibile, la pubblicizzazione dell'oggetto e delle condizioni contrattuali in forme adeguate attraverso il ricorso ai più moderni sistemi telematici ed informatici. Con l’entrata in vigore della legge n° 190/2012, ai sensi dell’art.1 – comma 32 l’Azienda, quale stazione appaltante, pubblica nel proprio sito web istituzionale i dati previsti dalla norma per garantire la trasparenza dell’attività amministrativa. Le predette informazioni, con cadenza semestrale, vengono trasmesse alla Commissione di cui al comma 2 – del citato art. 1. Come previsto dalla legge, entro il 31 Gennaio di ogni anno, saranno pubblicate le tabelle riassuntive dei dati riferiti agli anni precedenti, liberamente scaricabili in formato digitale standard aperto, da trasmettere digitalmente all’ ANAC. Circa gli obblighi di trasparenza, si terrà conto anche dell’elenco predisposto dall’ANAC, inteso ad agevolare i soggetti tenuti alla loro osservanza, degli obblighi di pubblicazione previsti dal D. Lgs. n° 33/2013, e da ulteriori disposizioni di legge previgenti e successive. In conformità al richiamato principio giuridico della trasparenza dell’azione amministrativa, anche nell’ambito degli acquisti di beni e servizi in regime di diritto 125 privato, l’Azienda riconosce il diritto di accesso agli atti a coloro che vi abbiano interesse, e nel rispetto dei principi di tutela della riservatezza dei dati personali di cui al D.L.gs n. 196/2003. Verrà posta attenzione al rispetto della normativa circa l’utilizzo della piattaforma CONSIP. Il D.L. n° 95 del 6 Luglio 2012, convertito dalla Legge n° 135/2012, prevede che le pubbliche amministrazioni utilizzano, per l’acquisto di beni e servizi relativi alle categorie merceologiche presenti nella piattaforma CONSIP, gli strumenti di acquisto e negoziazione telematici messi a disposizione della stessa CONSIP, ovvero, se disponibili, dalle centrali di committenza regionali di riferimento costituite ai sensi dell’art. 1 – comma 455 – della Legge 27 dicembre 2006, n° 296. I contratti stipulati in violazione della citata norma, sono nulli, costituiscono illecito disciplinare e sono causa di responsabilità. E’ predisposto annualmente un programma per individuare il fabbisogno aziendale di beni e servizi, secondo principi di priorità e di coerenza. Con apposito atto il Direttore Generale può delegare ad una o più delle figure professionali richiamate nel presente atto, in relazione alle diverse competenze, gli acquisti di beni e servizi relativi ad intere tipologie prestabilite e/o gli acquisti di ogni tipo di bene e servizio inferiore ad una soglia per importo predeterminato. Sulla base dei criteri sopra esposti, la disciplina di acquisizione aziendale di beni e servizi è dettagliata tramite l’adozione di apposito regolamento. Come previsto dalla legge regionale di riforma sanitaria ed in base al Decreto Assessoriale n. 2446 del 02.11.2009 che ha fissato le modalità di costituzione e di funzionamento dei comitati di Bacino, l’ASP gestisce autonomamente le procedure di gara che non rientrano tra le procedure di approvvigionamento di beni e servizi da acquisire a mezzo di procedure di gara centralizzate in ambito del bacino Sicilia Orientale. Per quanto riguarda la disciplina degli acquisti in economia o forniture di beni e servizi, il cui valore sia inferiore alla soglia di applicazione della normativa comunitaria, si rinvia alla deliberazione di questa ASP. 60. La gestione della qualità L’ASP si pone quale obiettivo prioritario il miglioramento della qualità utilizzando il “sistema qualità“ come delineato dal Piano Sanitario Regionale ed assumendo come riferimento l’adozione e l’implementazione delle logiche e degli strumenti della “qualità totale”, orientati ad elementi quali l’umanizzazione, l’universalità, l’accessibilità, 126 l’accuratezza, l’appropriatezza e la pertinenza, l’efficacia e l’efficienza, al fine di garantire la sicurezza e la qualità delle cure fornite ai cittadini. Il “sistema qualità” aziendale viene fondato sui seguenti principi: centralità dell’utente e la sua titolarità a partecipare alle attività dell’Azienda; diffusione dei processi di miglioramento con il coinvolgimento progressivo di tutti gli operatori definizione di programmi di formazione degli operatori aziendali al fine di acquisire metodologie e strumenti utili al miglioramento continuo della qualità; adozione di strumenti per la valutazione e misurazione della qualità delle prestazioni erogate; promozione di programmi di aggiornamento degli standard dei diversi servizi aziendali; valutazione del grado di soddisfacimento dei cittadini con la lettura del rapporto tra qualità attesa e qualità percepita; miglioramento dei processi organizzativi e gestionali interni, attraverso la realizzazione di percorsi innovativi; attivazione di sistemi premianti per il miglioramento della qualità dei servizi; promozione ed adozione dei percorsi di qualità previsti dal D.A. 890/2002. A tale scopo, pertanto, l’Azienda operativamente si dota di: 1. elaborazione di percorsi di miglioramento continuo della qualità; 2. strumenti per l’appropriatezza delle cure e dei profili di cura; 3. metodologie per lo sviluppo, la valorizzazione e la responsabilizzazione delle risorse umane; 4. processi per l’attivazione di forme concrete di partecipazione delle organizzazioni di rappresentanza dei cittadini; 5. di linee guida e protocolli; 6. di standard e di indicatori per la valutazione della qualità delle prestazioni; 7. programmi di formazione degli operatori finalizzati al continuo della qualità. Per tale motivo, il “sistema qualità aziendale” risulta significativamente connesso al “sistema formazione aziendale” per le evidenti “azioni sinergiche” che le due funzioni strategiche richiedono. 61. Le rilevazioni contabili 127 La gestione economica, patrimoniale e finanziaria dell’Azienda è informata ai principi del codice civile in materia di contabilità e bilancio così come integrati dalle disposizioni nazionali e regionali vigenti, nel rispetto delle scadenze previste. Al fine di soddisfare le esigenze generali di chiarezza e di rappresentazione veritiera e corretta, nonché di garantire l’omogeneità, la confrontabilità ed il consolidamento con i bilanci degli altri enti del SSR, il sistema delle rilevazioni contabili dell’ASP di Messina e i relativi documenti si attengono ai principi, condizioni e termini stabiliti dal D.Lgs. 118/2011 e smi e dai successivi decreti e provvedimenti collegati. L’ASP di Messina, con il coordinamento della Regione Sicilia, garantisce l’attuazione dei percorsi attuativi della certificabilità (PAC) finalizzati al raggiungimento di standard organizzativi, contabili e procedurali necessari a garantire la certificazione dei dati di bilancio, ovvero orientati a migliorare i percorsi amministrativi aziendali, favorire le “buone pratiche” di revisione amministrativa interna, uniformare i comportamenti aziendali e standardizzare le reportistiche contabili. Le scelte economico-finanziarie e patrimoniali operate ispirano e determinano il contenuto del bilancio pluriennale di previsione che deve essere adottato in coerenza con la programmazione sanitaria e con la programmazione economico-finanziaria della regione. Il bilancio di esercizio viene redatto annualmente e rappresenta il risultato economico e la situazione patrimoniale e finanziaria nel periodo di riferimento. E’ articolato in stato patrimoniale, conto economico generale, nota integrativa ed è corredato dalla relazione del Direttore Generale. 62. Il controllo interno di regolarità amministrativa, contabile e gestionale Ferma restando la competenza in materia di controllo sulle attività delle aziende sanitarie riservata dalla normativa ad enti ed organismi esterni ed al collegio sindacale, l’Azienda, in armonia con i principi e le disposizioni dettate dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 e s.m.i, dal Decreto Legislativo 30 giugno 2011, n. 123 e dalla normativa regionale, garantisce l’attivazione del sistema dei controlli interni quale processo integrato, attuato dalla direzione e da tutto il personale dell’ASP, disegnato per rilevare i rischi e per fornire una ragionevole certezza che, nel perseguire la propria missione, siano raggiunti e mantenuti i seguenti obiettivi generali: - realizzazione della propria attività in maniera ordinata, etica, economica, efficiente ed efficace; 128 - rispetto degli obblighi di rendicontazione; - conformità con leggi e regolamenti applicabili; - salvaguardia delle risorse da perdite, usi impropri e danni. Il sistema dei controlli interni è articolato allo scopo di : • identificare, quantificare, prevenire, gestire e mitigare i rischi di natura amministrativo-contabile, coinvolgendo tutte le funzioni aziendali e i responsabili dei principali processi; verificare la conformità dei provvedimenti e delle azioni alle leggi e ai regolamenti in vigore; verificare l’attendibilità delle informazioni finanziarie e operative (controllo amministrativo contabile interno). • valutare le scelte compiute in sede di attuazione dei piani, programmi, in termini di congruenza tra risultati conseguiti ed obiettivi predefiniti (controllo strategico). • valutare l’efficacia e l’efficienza della gestione al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati (controllo di gestione); • verificare i risultati gestionali conseguiti in relazione agli obiettivi assegnati (valutazione e verifica del personale) Il sistema dei controlli interni segue l’intero processo di pianificazione, programmazione, gestione per budget e centri di costo, assicurando – attraverso l’esame dei risultati e degli obiettivi raggiunti – un costante monitoraggio sull’andamento dell’Azienda e delle sue articolazioni organizzative. Il controllo interno deve essere organizzato in modo da monitorare il complessivo sistema di obiettivi e sottobiettivi per produrre informazioni che supportino il processo decisionale di coloro che hanno una responsabilità sui risultati clinico-assistenziali, di soddisfacimento delle esigenze dei pazienti e dei loro familiari ed economico-finanziari. L’ASP applica un sistema di controllo globale ed in grado di integrare pienamente il concetto di governo clinico. La realizzazione del controllo complessivo deve avvenire progressivamente mediante un sistema di contabilità unico aziendale, alimentato da tutti i sistemi che misurano i diversi aspetti gestionali rilevanti ai fini di controllo e governo. La funzione di controllo complessivo dell’Azienda è svolta dalla Direzione Generale che, a tale scopo, è supportata dalla struttura di controllo di gestione e sistemi informativi e dal coordinamento di staff. 129 63. La libera professione intramuraria L’Azienda regolamenta le attività libero-professionali del proprio personale secondo le disposizioni di legge e contrattuali vigenti. L'organizzazione e l'esercizio dell'attività intramuraria non deve essere in contrasto con le finalità e le attività istituzionali dell'Azienda. L'esercizio delle attività libero-professionali intramoenia contribuisce a valorizzare il lavoro dei professionisti che lavorano in Azienda, a favorire l'innovazione clinico assistenziale, ad ampliare l'offerta aziendale complessivamente intesa, a rafforzare il senso di appartenenza dei professionisti alla vita dell'Azienda anche prolungandone la presenza sul posto di lavoro fuori dall'orario previsto per le attività istituzionali nonché creare un rapporto fiduciario tra utente e struttura. Perché ciò sia verificato, l'Azienda s'ispira con determinazione ai seguenti principi: • la scelta dei servizi libero-professionali da parte degli utenti non deve avere come principale motivazione l'abbattimento delle liste di attesa che caratterizzano le attività prestate in regime istituzionale; • dove il soggetto imprenditoriale sia l'Azienda e non i singoli professionisti o le singole équipe, i servizi sono offerti nell'ambito di un'area organizzata e gestita dall'Azienda e non come attività libero- professionale individuale o di gruppo; • le attività della libera professione individuale o di gruppo devono essere svolte all'interno delle strutture aziendali, senza ricorrere - se non per dimostrabili impossibilità aziendali – alla intramoenia allargata da espletare, comunque, in conformità alle norme di legge e al regolamento aziendale; • le attività offerte in attività libero professionale intramoenia devono prediligere i servizi non ricompresi nei livelli essenziali di assistenza; Fermo restando quanto sopra, l’Azienda è costantemente impegnata nell’attività di monitoraggio e di controllo delle attività rese in regime libero-professionale conformandosi ai principi ed alle prescrizioni di cui all’art. 1 della L. 662/96 e smi, all’art. 15 quinquies del D.Lgs. 502/92 e smi e alle “linee di indirizzo regionali per la libera professione intramuraria” allegate al Decreto Assessorile n° 337 del 7.3.2014 Per le ulteriori specificazioni in materia si fa rinvio al Regolamento Aziendale sull’attività libero professionale. 130 NORME FINALI E DI RINVIO 64. Norme finali e di rinvio Il Direttore Generale adotta il presente Atto di diritto privato nelle forme previste. Esso viene inviato, come stabilito dall’art. 16 della L.R. n. 05/09, all’Assessorato Regionale della Salute per la verifica di conformità con la programmazione sanitaria nazionale e regionale e con i principi e criteri per l’adozione stabiliti dalla Regione, che viene esercitata entro sessanta giorni dal suo ricevimento. Il Direttore Generale può modificare - con le stesse modalità stabilite per l'adozione e l'approvazione - l'Atto aziendale, se dovessero intervenire variazioni nella normativa nazionale e regionale ovvero qualora dovessero intercorrere atti pianificatori regionali o per altre sopravvenute e per motivate esigenze organizzative che rendano necessario il suo adeguamento. Il provvedimento con cui il Direttore Generale adegua l’Atto aziendale deve essere sottoposto al medesimo controllo previsto dal summenzionato art. 16 della L.R. n. 05/09. L'Atto aziendale è vincolante per il personale dipendente e convenzionato dell'ASP e per chiunque intrattenga rapporti con essa, ed in particolare, istituzioni, associazioni e fornitori. Per quanto non contemplato nel presente atto aziendale, si rinvia alle leggi fondamentali di riforma del servizio sanitario nazionale, della organizzazione amministrativa e del pubblico impiego, alle leggi regionali di riordino del servizio sanitario regionale ed ai contenuti dei contratti nazionali di lavoro. E’ fatta salva la possibilità di ricorrere a forme di cooperazione tra Aziende, al fine di assicurare funzioni assistenziali e/o gestionali e/o amministrative e legali in ambito del bacino Sicilia Orientale mediante accordi interaziendali. ALLEGATO 1 – STRUTTURA ORGANIZZATIVA 131 132