Corso di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura Laboratorio di Progettazione architettonica 2 prof. Paola Scala SECONDA LEZIONE … esercizio 1 il tema… Alvaar Aalto (1940) L’architettura non è una scienza. L’architettura è, e resta, un meraviglioso processo di sintesi in cui sono coinvolte migliaia di componenti umane: essa rimane pur sempre «architettura». La sua missione è ancora di armonizzare il mondo materiale con la vita. Rendere l’architettura più umana significa fare architettura migliore, e significa anche allargare il concetto di funzionalismo oltre il limite della tecnica. Questa meta può essere raggiunta solo con mezzi architettonici, creando e combinando le tecniche, cosìche si possa offrire all’uomo l’esistenza più armoniosa possibile. Leon Battista Alberti (1450) Architettore chiamerò io colui, il quale saprà con certa, e maravigliosa ragione, e regola, sì con la mente, e con lo animo divisare; sì con la opera recare a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimenti dei pesi, congiungimenti, e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità accomodare benissimo all'uso de gli homini. Etienne Louis Boulée (1780) Cos’è l’architettura? La definirò io, con Vitruvio, l’arte del costruire? Certamente No. Vi è, in questa definizione, un errore grossolano. Vitruvio prende l’effetto per la causa. La concezione dell’opera ne precede l’esecuzione. I nostri antichi padri costruirono le loro capanne dopo averne creata l’immagine. È questa produzione dello spirito che costituisce l’architettura e che noi di conseguenza possiamo definire come l’arte di produrre e di portare fino alla perfezione qualsiasi Edificio. L’arte del costruire è quindi qualcosa di secondario che a noi sembra corretto indicare come la parte scientifica dell’architettura. L’arte e la scienza; ecco ciò che noi crediamo dover distinguere nell’architettura. (...) Louis Kahn () Prima di tutto voglio dirvi che l’architettura non esiste. Esiste un’opera di architettura. E un’opera di architettura è un’offerta all'architettura nella speranza che quest’opera possa diventare parte del tesoro dell’architettura. Non tutti gli edifici sono architettura . Victor Hugo (1825) Ci sono due cose in un edificio, il suo uso e la sua bellezza; il suo uso appartiene al proprietario, la sua bellezza a tutti: distruggerlo è dunque oltrepassare i propri diritti bellezza Compositive regole Strutturali distributive Tradizione Studio degli esempi gusto essere architetti del proprio tempo e nel proprio tempo Giò Ponti, amate l’architettura Rinascimento vs medioevo Il bello ideale Veduta del Tamigi e della City da un arco di Westminster Bridge, 1747 Il sublime caspar david friedrich Il pittoresco: la nostalgia per il paesaggio naturale John Ruskin, paesaggio di montagna L’architettura è, tra tutte le arti, la più noiosa a sentirne parlare Camillo Boito Introduzione alle letture critiche Ho chiamato paradigmatiche quelle opere -prima fra tutte quelle dei maestri- che per la loro innovazione e originalità creano una soluzione nel processo del continuum preesistente. Criterio di valutazione critica è il carattere di novità e unicità dell’opera ma non ogni forma unica e nuova è anche è anche paradigmatica. Lo è quando può essere precisata non in una dimensione strutturale ma solo in una dimensione modale: è il senso obbligante, è l’anankaion (necessario), è la paradigmaticità, il privilegio assiologico che distingue quell’oggetto. Chiamiamo emblematiche, da émblema, ossia « cosa inserita», « ciò che è inserito», quelle opere che costituiscono il continuum preesistente alla nascita dell’opera paradigmatica o che, riprendendola in qualche modo, replicano quel modello e costruiscono un continuum formato da quel processo creatosi dopo il suddetto paradigma Renato De Fusco, L’architettura delle 4 avanguardie Peter Behrens turbinenhalle, 1907 “nuove” funzioni “nuova tecnica” ludwig mies van der rohe nowa galeria narodowa w berlinie, 1963-68 TEMI architettonici ELEMENTI Il tempio TEMI compositivo angolo timpano frontone capitello colonne crepidoma attacco a terra misura tra le parti e il tutto, tra l’opera e il suo paesaggio Rinascimento vs medioevo tema Il primo principio di una teoria credo che sia l’ostinazione su alcuni temi e che sia proprio degli artisti e degli architetti in particolare il fatto di centrare un tema da svolgere, di operare una scelta all’interno dell’architettura e di cercare di risolvere sempre quel problema Aldo Rossi il tema in architettura è il tramite fra l’architettura e la realtà, il tema è posto dalla realtà esterna, la casa, il teatro, il museo […] sono temi che appartengono alla città e che la città affida agli architetti perché questi ne mettano in opera il significato Antonio Monestiroli Tema: recinto Progetto per il palazzetto dello sport di Limbiate Milano, 1998 coll. Massimo Ferrari, Martina Landsberger, Tomaso Monestiroli, Raffaella Neri strutture Davide Castiglioni Il palazzetto dello sport è un luogo collettivo che ha una sua unità legata all’unità della sua funzione e una sua centralità, la centralità del campo in cui tale funzione si svolge. All’architettura del palazzetto è affidato il ruolo di costruire e rappresentare tale unità e tale centralità. Gli elementi che svolgono questo ruolo sono due: il tetto e il recinto Tema: il volume puro Tema: il muro Tema: la rovina Foto Marella Santangelo Architettura e luce Il rapporto con il paesaggio … gli risposi, e non era vero, che avevo comprato la casa già fatta. E con un ampio gesto della mano, indicandogli la parete a picco di Matromania, i tre scogli giganteschi dei faraglioni, la penisola di Sorrento, le isole delle Sirene, le lontananze azzurre della costiera di Amalfi, e il remoto bagliore dorato della riva di Pesto, gli dissi: “io ho disegnato il paesaggio”. “Ach, so!” esclamò il Generale Rommel. E dopo avermi stretto la mano, uscì Curzio Malaparte, la pelle Geometria e colore testo \ concetto \ forma ATTO PRIMO SCENA PRIMA Da un lato, una montagna dirupata e, dall’altro, una torre che, a pianterreno, serve di prigione a Sigismondo. La porta che si apre di fronte allo spettatore e socchiusa. L’azione comincia al tramonto. Rosaura in abito maschile, compare sulle rupi piu alte e scende al piano; Clarino la segue. ROSAURA: ≪Tra le rupi spoglie sorge un rustico palazzo, cosi poco elevato che non riesce a mostrarsi al sole; e la sua costruzione e condotta cosi rozzamente che pare, ai piedi di tante rupi e di tanti pendii che si innalzano a toccare la luce del sole, un masso precipitato dalla vetta≫. CLARINO: ≪Accostiamoci, signora; siamo stati fin troppo a osservarlo; speriamo che la gente che vi abita ci accolga generosamente≫. ROSAURA: ≪La porta, che sarebbe meglio chiamare funesta bocca, e aperta, e dal suo interno nasce la notte, come se vi fosse generata. (Si ode dall’interno un rumore di catene)≫. ROSAURA: ≪Non e un fioco lume quella tremula fiamma, quella pallida stella che con incerti bagliori, palpitando di luce timorosa, rende ancora piu tenebrosa la stanza buia con la sua insicura luminosita? Si. Infatti al suo riflesso, anche da cosi lontano, riesco a distinguere un’oscura prigione, il sepolcro di un cadavere vivo≫. ATTO PRIMO SCENA SECONDA Si spalancano i battenti della porta, e si vede Sigismondo incatenato e vestito di pelli. Nella torre c’e un lume. SIGISMONDO: ≪[...] Sebbene io, qua dentro, sappia cosi poco del mondo perche questa torre e stata per me culla e sepolcro; sebbene fin da quando son nato, non abbia scorto che questo selvaggio deserto, nel quale vivo miseramente, come uno scheletro vivo, come un’anima morta [...]≫. ATTO PRIMO SCENA TERZA CLOTALDO: ≪[...] O voi [Rosaura e Clarino], che avete varcato senza saperlo il confine che limita questo luogo vietato, contro i decreti del re, il quale comanda che nessuno osi osservare il prodigio che si nasconde tra queste rupi, arrendetevi, consegnate le armi. [...] (Ai soldati) Chiudete la porta di questo carcere, chiudetelo dentro≫. ATTO PRIMO SCENA QUARTA CLOTALDO: ≪(Ai soldati e riferendosi a Rosaura e Clarino) Toglietegli le armi e bendategli gli occhi, in modo che non vedano ne come ne da che parte usciranno di qua≫. [dalla scena quinta del primo atto alla scena sedicesima del secondo, il dramma si svolge nelle sale del palazzo reale] ATTO SECONDO SCENA DICIASSETTESIMA La prigione del principe nella torre CLOTALDO: ≪Per uno che sa ragionare cosi bene [si riferisce a Clarino] e meglio preparare una stanza nella quale si abbia tutto l’agio di meditare. (Ai servi) Prendetelo e rinchiudetelo nella stanza qui accanto. (Addita la stanza contigua)≫. ATTO TERZO SCENA PRIMA La prigione della torre CLARINO: ≪Sono prigioniero in una torre incantata≫. ATTO TERZO SCENA SECONDA Risuonano di dentro trombe e tamburi; si sentono grida. PRIMO SOLDATO: ≪(di dentro) e chiuso in questa torre. Gettate giu la porta ed entrate tutti. [...] Su entrate!≫ Entrano alcuni soldati. ATTO TERZO SCENA TERZA Entra Sigismondo PRIMO SOLDATO: ≪(a Sigismondo) potrai uscire da questa torre per reclamare la corona [...]. Esci dunque. In questo deserto un esercito numeroso di proscritti e di plebei ti acclama≫. SIGISMONDO: ≪[...] (Ai soldati) Vassalli [...] suonate l’allarme, e presto vedrete il mio immenso valore. Voglio impugnare le armi [...]≫. ATTO TERZO SCENA QUARTA CLOTALDO: ≪Cielo! Che tumulto e questo!≫ (dalla scena quinta alla fine, il dramma si svolge in campagna e nel palazzo reale). testo \ concetto \ forma ATTO PRIMO SCENA PRIMA Da un lato, una montagna dirupata e, dall’altro, una torre che, a pianterreno, serve di prigione a Sigismondo. La porta che si apre di fronte allo spettatore e socchiusa. L’azione comincia al tramonto. Rosaura in abito maschile, compare sulle rupi piu alte e scende al piano; Clarino la segue. ROSAURA: ≪Tra le rupi spoglie sorge un rustico palazzo, cosi poco elevato che non riesce a mostrarsi al sole; e la sua costruzione e condotta cosi rozzamente che pare, ai piedi di tante rupi e di tanti pendii che si innalzano a toccare la luce del sole, un masso precipitato dalla vetta≫. CLARINO: ≪Accostiamoci, signora; siamo stati fin troppo a osservarlo; speriamo che la gente che vi abita ci accolga generosamente≫. ROSAURA: ≪La porta, che sarebbe meglio chiamare funesta bocca, e aperta, e dal suo interno nasce la notte, come se vi fosse generata. (Si ode dall’interno un rumore di catene)≫. ROSAURA: ≪Non e un fioco lume quella tremula fiamma, quella pallida stella che con incerti bagliori, palpitando di luce timorosa, rende ancora piu tenebrosa la stanza buia con la sua insicura luminosita? Si. Infatti al suo riflesso, anche da cosi lontano, riesco a distinguere un’oscura prigione, il sepolcro di un cadavere vivo≫. Domande da porsi: Che tipo di suggerimento ricavo? Compositivo? Funzionale?di posizione di relazione? testo \ concetto \ forma Ho trovato un’idea per la “mia” torre…. Ci sono alcune PAROLE CHIAVE che me la “RACCONTANO” BASSA, SCURA, TOZZA, ROZZA, INTROVERSA … e alcuni TEMI a cui l’associo G. Minnucci, Serbatorio per l’Acquedotto Pugliese, Corigliano d’Otranto 1936. TORRE, PRIGIONE, SEPOLCRO, MASSO … per trovare la “FORMA” mi affido alla mia “memoria autobiografica” Aldo Rossi, Monumento a Pertini Rem Koolhaas Casa da Musica,Porto Nuraghe Losa Zumthor_Bruder Klaus_ Provo a capire cosa mi ha fatto scattare la relazione tra il testo e l’immagine… Cioè “descrivo” l’architettura di riferimento Il concept è un elaborato (schizzo, disegno, collage, un plastico…) che racconta l’ idea portante del progetto Il processo progettuale Il carattere dell’opera Il programma Il ruolo urbano L’idea di architettura dell’architetto