I TESTI DEI CANTI
Monte Nero
Spunta l'alba del sedici giugno,
comincia il fuoco l'artiglieria,
il Terzo Alpini è sulla via
Monte Nero a conquistar.
Monte Nero, Monte Rosso,
traditor della vita mia,
ho lasciato la mamma mia
per venirti a conquistar
Per venirti a conquistare
abbiamo perduto tanti compagni
tutti giovani sui vent'anni:
la lor vita non toma più.
Il colonnello che piangeva
a veder tanto macello:
"Fatti coraggio Alpino bello,
che l'onore sarà per te! "
O Italia, vai gloriosa
di quest'arma valorosa
che combatte senza posa
per la gloria e la libertà.
Bell'Italia, devi esser fiera
dei tuoi baldi e fieri Alpini
che ti danno i tuoi confini
ricacciando lo stranier.
Sul ponte di Bassano
Sul ponte di Bassano
noi ci darem la mano
noi ci darem la mano
ed un bacin d’amor
Per un bacin d’amore
successer tanti guai!
Non lo credevo mai
doverti abbandonar
Doverti abbandonare,
volerti tanto bene.
E’ un giro di catene
che m’incatena il cuor
Che m’incatena il cuore
sara’ la mia morosa:
a maggio la va sposa
e mi vo fa el solda’
E mi faro’ il soldato
nel mio reggimento.
Non partiro’ contento
se non t’avro’ sposa’
Maledetto sia il Pasubio
Maledetto sia il Pasubio
Che l'è stato la mia rovina
Con quei tubi di gelatina
Con quei tubi di gelatina.
Maledetto sia il Pasubio
Che l'è stato la mia rovina
Con quei tubi di gelatina
Tutti in aria faseva saltar.
E voialtre vedovelle
Ai mariti non state a pensar,
che ci siamo noi soldati
che ci siamo noi soldati!
E voialtre vedovelle
Ai mariti non state a pensar,
che ci siamo noi soldati
per potervi consolar.
In trincea qui dietro alle rocce
In trincea qui dietro alle rocce
Riparandosi di non essere scopriti
E da quei barbari e vili austriaci
Che di nessuno pietà non ce n’han
La mamma chiama e nessuno risponde
Siamo sepolti in terra straniera
Se volete vedermi venite in Pasubio
Ci troverete in un gran cimiter
E la colpa dei giovani studenti
Che la guerra la hanno voluta
Hanno recato l’Italia nel luto
Per molti anni dolor sentirà.
Bombardano Cortina
Bombardano Cortina! Oilà!
dicon che gettan fiori! Oilà!
tedeschi traditori
è giunta l'ora, subito fora,
subito fora dovete andar.
E proseguendo poi! Oilà!
per valle Costeana! Oilà!
giunti sulla Tofana
su quella vetta, la baionetta,
la baionetta, scintillerà.
Non mancherà poi tanto! Oilà!
che anche il Lagazuoi! Oilà!
conquisteremo noi;
l'artiglieria, Sasso di Stria,
Sasso di Stria battuto avrà.
Son prese le "Tre Dita"! Oilà!
il "Masarè" è già nostro! Oilà!
l'aquila ha perso il ròstro
e già s'invola spennata e sola,
spennata e sola la sul Caval.
Fatta è la galleria! Oilà!
è pronta la gran mina! Oilà!
e una bella mattina
anche Gigetto col Castelletto,
col Castelletto in aria andò.
Giunti sul Canalone! Oilà!
schierati i suoi soldati! Oilà!
tiri ben aggiustati
la pasta asciutta vi fece tutta,
vi fece tutta lasciare lì.
Per Valle Travenanzes! Oilà!
e Strada Dolomiti! Oilà!
v'inseguiremo arditi;
e voi scappate finchè arrivate,
finchè arrivate dal vostro Re.
Monte Cauriol
Fra le rocce, il vento e la neve,
siam costretti la notte a vegliar.
Il nemico, crudele e rabbioso,
lui tenta sempre il mio petto a colpir.
Genitori, piangete, piangete,
se vostro figlio non dovesse tornar.
Vostro figlio è morto da eroe
su l'aspre cime del Monte Cauriol.
Il suo sangue l'ha dato all'Italia,
il suo spirto ai fiaschi de vin.
Faremo fare un gran passaporto,
o vivo o morto dovrà ritornar!
Monte Canino
Non ti ricordi quel mese d’Aprile,
quel lungo treno che andava al confine.
Che trasportavano migliaia degli alpini:
sù, sù correte: è l’ora di partir!
Che trasportavano migliaia degli alpini:
sù, sù correte: è l’ora di partir!
Dopo tre giorni di strada ferrata,
ed altri due di lungo cammino,
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar...
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar..
Se avete fame guardate lontano,
se avete sete la tazza alla mano.
Se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà.
Se avete sete la tazza alla mano
I TESTI DEI CANTI
che ci rinfresca la neve ci sarà.
Non pù coperte lenzuola pulite.
Non più il sapore dei caldi tuoi baci.
Solo si sentono gli uccelli rapaci,
tra la tormenta e il rombo del cannon.
Solo si sentono gli uccelli rapaci
ma la tormenta e il rombo del cannoni
Bandiera nera (Sul ponte di Bassano)
Sul ponte di Bassano bandiera nera
E’ il lutto degli alpini che va alla guerra
E’ il lutto degli alpini che va alla guerra
La meio zoventù l’è sottoterra
Nell’ultimo vagone c’è l’amor mio
Col fazzoletto bianco mi dà l’addio
Col fazzoletto bianco mi salutava
E colla bocca i baci la mi mandava.
Passando per Cibiana
Passando per Cibiana, oilà,
e per Forcela Giau, oilà,
tutte queste biondine
mi dicon caro, mi dicon moro
o mio tesoro, che bell'alpin.
Passando per Auronzo, oilà,
e per Forno di Zoldo, oilà,
ma sempre senza un soldo
avanti avanti o baldi alpini
che sui confini siamo arrivà.
Lo zaino per guanciale, oilà,
giberna e mantellina, oilà,
un poco d'erba fina
e stretti stretti noi poveretti
ce ne andremo a riposà!
Ta-pum
Venti giorni sull'Ortigara
senza il cambio per dismontà;
tà pum tà pum tà pum
Con la testa pien de peoci
senza rancio da consumar
Quando poi ti discendi al piano
battaglione non hai più soldà;
Dietro al ponte c'è un cimitero
cimitero di noi soldà;
Quando sei dietro a quel muretto
soldatino non puoi più parlar
Cimitero di noi soldati
forse un giorno ti vengo a trovà;
Ponte de Priula
Ponte de Priula l'è un Piave streto
i ferma chi vién da Caporeto
Ponte de Priula l'è un Piave streto
i copa chi che no ga 'l moscheto.
Ponte de Priula l'è un Piave nero
tuta la grava l'è un simitero.
Ponte de Priula l'è un Piave amaro
i fusilai butai in un maro.
Ponte de Priula l'è un Piave mosso
el sangue italiàn l'ha fatto rosso.
Ponte de Priula sopra le porta
i taca 'l cartèl co su la morte
La ricciolina del Grappa
Sul Monte Grappa
ci sta una ricciolina
che fa l'amore col Bersaglier.
O Ricciolina
sei la morosa,
tu sei la mia morosa, del Bersaglier.
O Bersagliere,
parlate un po' piu' piano,
se no la mamma, ci sentira'.
Se la ci sente,
la ci fa andare in camera,
cosi' l' amore non si puo' far.
Il Bersagliere
dà un colpo e poi va via,
con passo lesto da Bersaglier.
La ricciolina
la piange e con ragione
Per la passione del bersaglier
A nove mesi
con la divisa
e' nato un bel bambino del Bersaglier.
A cinque mesi
col pennacchietto
andava in bicicletta, dei bersaglier.
E a vent’anni
Era sottotenente
Nel reggimento Del suo papà
I TESTI DEI CANTI
La tradotta
La tradotta che parte da Torino
a Milano non si ferma più
ma la va diretta al Piave,
cimitero della gioventù.
Siam partiti, siam partiti in ventinove
solo in sette siam tornati qua,
e gli altri ventidue
sono morti tutti a San Donà.
Cara suora, cara suora son ferito
a domani non c'arrivo più,
se non c'è qui la mia mamma,
un bel fiore me lo porti tu.
A Nervesa, a Nervesa c'è una croce
mio fratello è sepolto là,
io c'ho scritto su “Ninetto”,
che la mamma lo ritroverà.
Col primo colpo Asiago l’è stato colto
Col primo colpo Asiago l’è stato colto
Con il secondo tirava un po’ a sinistra
Ma poi col terzo bisognava d’averla vista
L’è andato sulla piazza dell’alpinista
Anca ste pore mamme con i loro cari bambini
Lasciar le case là proprio sui confini
Col cuor piangente non sapevano che cosa fare
Dover lasciare le case abbandonate
Anca ste signorine co le cotolete strete
Facevano i passi corti
Per arrivare alla pianura
Come le tirava i salti da la paura.
Dove sei stato mio bell’alpino
Dove sè stato, mio bell'alpino;
dove sè stato, mio bell'alpino;
dove sé stato, bell’alpino (2)
che ti ga cambià colore?
L'è stata l'aria dell'Ortigara;
che mi ga cambià colore!
Sul Monte Nero c'è una tormenta,
che mi ga cambià colore!
Là sul Pasubio, c’è un barilotto;
che mi ga cambià colore!
Sul Monte Grappa c'è una bombarda;
che mi ga cambià colore!
E' stato il fumo della mitraglia;
che mi ga cambià colore!
Ma i tuoi colori ritorneranno;
questa sera a far l'amore.
Oi cara mamma son nata disgraziata
Oi cara mamma son nata disgraziata
In questa vita provato ho ingiustamente
Veder toglier la vita a tanta gente.
Lungo la strada che va da Asiago a Gallio
Come tiravan, tiravan giusto o mamma
E i profughi han fatto da bersaglio
I TESTI DEI CANTI
Fuoco e mitragliatrici,
si sente il cannone che spara;
per conquistar la trincea:
Savoia! - si va.
Da Monte Nero a Monte Cappuccio
fino all'altura di Doberdò,
un reggimento più volte distrutto:
alfine indietro nessuno tornò.
Fuoco e mitragliatrici
Non ne parliamo di questa guerra
che sarà lunga un'eternità;
per conquistare un palmo di terra
quanti fratelli son morti di già!
Non ne parliamo di questa guerra
che sarà lunga un'eternità;
per conquistare un palmo di terra
quanti fratelli son morti di già!
Trincea di raggi, maledizioni,
quanti fratelli son morti lassù!
Finirà dunque 'sta flagellazione?
di questa guerra non se ne parli più.
Fuoco e mitragliatrici,
si sente il cannone che spara;
per conquistar la trincea:
Savoia! - si va.
Carlo Perucchetti. Musicista, violinista, già professore d’orchestra della Filarmonica Toscanini. Si è dedicato alla
ricerca sul canto popolare, pubblicando diversi studi, e di nuove forme di concerti elaborando programmi inediti per
la Fondazione Toscanini e l’Ensemble Il Teatro delle Note. Da circa vent’anni si occupa della musica al tempo della
prima guerra mondiale, fonda l’associazione Centro Studi Musica e Grande Guerra di cui è vicepresidente. Crea e organizza
approfondimenti storico-musicali, spettacoli, conferenze-concerto; partecipa a convegni internazionali su questo tema.
Nell’agosto 2014 partecipa al convegno organizzato dalla British Library dedicato a “Musica e Prima guerra mondiale”,
con l’intervento Musica e musicisti italiani nei campi di concentramento della Grande Guerra. Il caso di Cellelager. Nel 2015
partecipa come relatore a convegni organizzati dalle Università di Padova, Roma e Parma. Tra le pubblicazioni:
Rolando Anni e Carlo Perucchetti, “Questa notte c’è musica”; Musica e grande guerra, in La società italiana e la Grande Guerra,
a cura di G. Procacci, Annali della Fondazione Ugo La Malfa, XXVIII, Gangemi editore, Roma, 2014. E’ promotore
e ideatore di mostre quali: nel 2013 Prigionieri dimenticati, soldati italiani nei Lager della Grande Guerra con relativo
programma musicale dedicato alla Musica dalla prigionia. Nel 2014, Trincea. Soldati tra vita e morte nella Grande Guerra e
relativo programma musicale Si sente il cannone che spara. Ha curato Voci e silenzi di prigionia, Cellelager 1917-1918, Gangemi
Editore, Roma 2015 e il Compact Disc Musica dalla prigionia. Cellelager 1917-1918, 2015.
L’Associazione Centro Studi MUSICA E GRANDE GUERRA (Reggio Emilia) si è costituita il 17 novembre 2012
con la finalità di raccogliere la più ampia documentazione (biografie, spartiti, registrazioni, immagini, bibliografie e
sitografie) relativa alla produzione musicale – a livello sovranazionale – durante la Prima Guerra Mondiale e, in
particolare, sulle opere composte dai musicisti impegnati nei vari fronti o costretti alla prigionia di guerra. Si raccolgono
anche opere di compositori non combattenti scritte prima, durante e dopo l’evento bellico, purché abbiano attinenze
con esso. Rilievo viene dato alla musica popolare che trova espressione nei canti di trincea dei soldati e alla musica
per le bande militari. Tra gli obbiettivi primari del progetto-Centro Studi è la valorizzazione del documento musicale
come fonte di indagine storica.
https://musicaegrandeguerra.com/