storie
riuscita ad intervenire tempestivamente. Poi anni di durissimi allenamenti
di danza classica hanno sicuramente
abituato il mio corpo ad essere forte e
resistente.
Io non
ho paura
Chi ti vede non penserebbe mai a tutto quello che stai passando…
È vero, non mi sono mai persa d’animo
e non ho mai voluto che il mio tumore
(che chiamo ironicamente Mariangelo)
mi portasse via la bellezza e la femminilità che mi ha dato Madre Natura. La
nostra battaglia ha preso nome di chemio, radio, zoometa, infezioni di ogni
tipo, mucositi e complicazioni con i
nomi più assurdi: non ho mai perso il
sorriso, la voglia di lottare, di guarire, di
tornare a essere la persona che ero. Ho
reagito alle mutilazioni del mio corpo
con forza e positività, cercando sempre
di amarmi.
Storia di una
donna
coraggiosa
Quali sono stati i momenti più duri?
Sicuramente la sera prima di essere
operata al seno. È stato tutto vorticoso: la scoperta del male, la diagnosi e
il ricovero. Ero a Milano in hotel, da
sola: mi sono fatta la doccia e poi mi
sono guardata completamente nuda allo
L
a storia di Maria Grazia Ravera
è la storia di migliaia di persone nel mondo; unica ed esemplare è invece la sua capacità
di reazione.
“Io non ho paura”: così si chiama il
suo blog e questa è la sua filosofia di
vita. A vederla Maria Grazia (Grace
per gli amici) è una donna bellissima,
luminosa, femminile, affascinante, ben
lontana dall’immagine tristemente conosciuta di una persona gravemente
ammalata di cancro. Abbiamo voluto
condividere la sua storia proprio per
questo, al fine di offrire un messaggio
positivo e alternativo a chi sta lottando
contro un tumore, un monito di speranza dove bellezza e femminilità possono continuare a vivere.
Grace è un’immobiliarista di Pietra
Ligure (Sv), conduce una vita di successo, è molto popolare sia per la sua
travolgente simpatia sia per il suo indiscusso fascino.
Due anni fa, a pochi giorni dal suo
46°compleanno, le viene diagnosticato
un carcinoma mammario, una forma
molto aggressiva che in pochissimo
tempo intacca ben 33 linfonodi. Inizia
il calvario con 9 ore di intervento. A
causa della natura ormonale il cancro
si espande rapidamente, generando diverse metastasi ossee, soprattutto nella
32 TopSalute
“
i
Ho reagito alle mutilazion
del mio corpo con forza e
e di
positività, cercando sempro la
amarmi: non ho mai pers che
an
voglia di lottare e di cedere tia
esteticamente alla malat
zona femorale e della colonna vertebrale. Oggi Grace ha 48 anni ed è costantemente curata con cicli di chemioterapia,
l’unico modo per controllare la progressione del male.
Maria Grazia, chi è Grace oggi?
Grace è sempre la stessa persona, interiormente ed esteriormente. La mia
vita è stata completamente stravolta ma
non sempre in senso negativo. Sono
fortunata ad essere ancora qui a lottare,
sfortunata nel dover lottare contro una
”
forma tumorale con cui dovrò convivere per sempre, fino a quando la ricerca
non troverà una soluzione alternativa ai
cicli di chemioterapia. In ogni caso, non
mi sono mai arresa proprio perché non
ho paura.
Quando hai scoperto di essere
malata?
È stato circa due anni fa, palpandomi il
seno durante la doccia. Mi sono sempre
sottoposta a controlli di prevenzione e
proprio grazie alla prevenzione sono
specchio. Sapevo che era l’ultima volta
che vedevo il mio corpo in quel modo.
È stato il nostro addio. Ho pianto a lungo, giurando però che avrei fatto di tutto
per tornare ad essere così. Poi, 3 mesi fa
circa, mi hanno informata che il male
aveva nuovamente aggredito il bacino
e che sarebbe stato necessario un ulteriore e pesante ciclo di chemioterapia
oltre a 5 sedute di radioterapie selettive
mirati ai femori con foton. Di lì a poco
ho dovuto muovermi sulla sedia a rotelle o con stampelle, a causa di possibili
rotture. Ho vissuto da disabile per settimane ma non ho mai perso la voglia di
lottare e di cedere anche esteticamente
alla malattia.
Ci hai raccontato che spesso alcuni
medici ti hanno criticata per questo
atteggiamento…
Purtroppo sì, soprattutto all’inizio.
Sono seguita meravigliosamente all’Istituto Oncologico Europeo di Milano.
In passato mi è capitato di sottopormi
a un consulto con un altro oncologo:
avevo già ricostruito la mammella, portavo una parrucca biondo platino, ero
truccata e curata, come sempre. Quando il medico mi visitò mi disse con
disappunto: “Signora è troppo donna,
troppo femmina, colorata e sorridente… Con la sua patologia non dovrebbe
essere così…”. Rimasi senza parole e lo
compatii: era lui il diverso. Io portavo
un raggio di sole a cui non era abituato, viveva lui stesso nell’ombra e nella
paura della malattia. Spesso sono proprio i medici ad avere paura del malato
oncologico e non sono abituati a certi
atteggiamenti positivi. Non ho mai voluto abbandonare il sogno e la speranza
di tornare ad essere la donna che sono
sempre stata: non mi sono mai vista
malata, né mutilata nella mia femminilità… non mi sono mai isolata… la
“
mia esuberanza estetica è stata sempre
accompagnata dalla voglia di uscire,
di vivere la vita con le persone che mi
hanno sempre amata.
Quali sono stati gli interventi estetici
a cui ti sei sottoposta?
Innanzitutto la mastoplastica ricostruttiva, poi la ricostruzione del capezzolo
tramite un tatuaggio. Ho fatto diverse
iniezioni di acido ialuronico in viso
per mascherare insieme al trucco soffe-
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femminilità.
TopSalute
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storie
renze e spossatezza; ho sempre curato
la pelle, oggi intollerante alla maggior
parte dei cosmetici; trucco anallergico, unghie ricostruite e ovviamente le
parrucche hanno fatto il resto. Ne ho
tante a case, anche di diversi colori: le
ho sempre indossate con disinvoltura…
Oggi sono una trasformista, so che il
mio corpo potrà cambiare in continuo,
magari giocarmi uno “scacco matto”,
ma vivo questa situazione anche con
ironia, a partire dal mio look con il quale gioco senza problemi.
Stai diventando un fenomeno anche
nel mondo dei social: il tuo blog “Io
non ho paura” su www.stileedintorni.it partito poche settimane fa sta
crescendo in modo esponenziale…
È stato come realizzare un piccolo sogno: la mia forza e la mia immagine
rappresentano per molti una speranza, sia di vita sia di femminilità. Tante
donne mi scrivono per condividere la
propria esperienza, per ricevere un consiglio e una parola di sostegno.
Come vedi il tuo futuro?
Lo vedo colorato e ricco di speranza: mi auguro che la ricerca, che ho
sempre sostenuto anche economicacezione della femminilità, svolge
una funzione importante nella
postura, nei movimenti, nell’equilibrio fisico di una donna.
Le tecniche di oggi sono molto
avanzate e permettono di inserire inizialmente degli espansori
e successivamente le protesi
come nel caso di Grace in cui
l’intervento è stato complesso a causa della presenza di
un tumore invasivo con lesioni
importanti che hanno coinvolto
molti linfonodi e distretti ossei.
Il percorso di ricostruzione
estetica di Maria Grazia è stato seguito anche dalla dottoressa Patrizia Matano, medico
chirurgo specializzato in chirurgia plastica ricostruttiva.
Dottoressa Matano quali sono
stati i momenti più delicati dal
punto di vista chirurgico della
mastoplastica ricostruttiva di
Grace?
Maria Grazia ha scelto da subito
di ricostruire il seno, una scelta
che condivido pienamente non
solo come donna ma anche
come grande amica di Grace.
Il seno non ha solo un ruolo
estetico e psicologico nella per34 TopSalute
Quali sono a Suo parere gli interventi correttivi per migliorare la percezione estetica di se
stesso nel malato oncologico?
Sicuramente ricorrere alla chirurgia plastica e alla medicina
estetica per migliorare la propria
immagine è un aiuto importante
nella malattia. Grace è un caso
particolare, sia per la complessità del tumore, sia per la grande
forza d’animo nel non cedere
mai, anche in momenti durissimi.
In casi di tumori al seno, la mastoplastica ricostruttiva è fondamentale, come spiegato, così
come i lipofiller per migliorare
l’aspetto del seno ricostruito con
protesi e simmetrizzare la mam-
mente, possa trovare una soluzione
alternativa al cocktail di farmaci chemioterapici che sto assumendo. Vedo
una Grace donna, magari un esempio
per chi sta soffrendo, che condividerà un messaggio positivo: anche nel
buio del cancro esiste una dimensione
diversa, fatta di speranza, di bellezza
e di non solitudine.
(A.N.)
mella. Le iniezioni di acido ialuronico durante la terapia aiutano
sicuramente ad avere un aspetto
più fresco e rilassato, così come
i tatuaggi correttivi sul capezzolo
e sulle sopracciglia. Occorre cercare di essere armonici ed equilibrati in un momento di totale
instabilità fisica e psicologica: la
donna deve sentirsi tale, occorre
quindi cercare di ripristinare le
lesioni estetiche parallelamente
alle lacerazioni psicologiche.
Qual è l’approccio corretto
del chirurgo plastico in questi
casi?
Credo che sia basilare creare un
rapporto di fiducia con il paziente. In questi casi il percorso di ricostruzione è lungo, doloroso e
tutt’altro che semplice. È un lavoro di minuzie e di dettagli: il chirurgo deve ascoltare la paziente,
capirne le esigenze, interpretarne le aspettative, rispettarne le
paure. Occorre accompagnare
la donna ad accettare la propria
immagine: la chirurgia estetica
dovrebbe essere fonte di forza,
coraggio, positività e soprattutto
di speranza.
(A.N.)