Scuola Secondaria di I Grado “Pio X Artigianelli” Prof. Fortunato Rao Arte e Immagine Santa Croce in Firenze Fra il 1173 ed il 1175 il comune decise l'allargamento delle mura della città, ormai inadeguate a contenerne il continuo sviluppo; fu costruita la quinta cerchia di mura. La zona dove sorge la Basilica di Santa Croce si trovava a ridosso della quinta cerchia. Nel medioevo era acquitrinosa e malsana a causa delle frequenti inondazioni del fiume Arno. Essendo così al limite del centro urbano vi abitava solo gente molto povera. Nel 1252 vi si stabilirono i frati francescani costruendo una piccola cappella con un ampio spazio antistante per predicare. Costruirono successivamente il convento ed una scuola (perché la Bellezza è la prima forma di educazione). Decisero ben presto di costruire una chiesa più grande, dedicata alla Santa Croce, che diventò uno dei centri religiosi più importanti della città (come, nello stesso periodo, avvenne per Santa Maria Novella dei Domenicani, Santo Spirito degli Agostiniani, Santa Maria del Carmine, dei Carmelitani, Santissima Annunziata dei Benedettini di Vallombrosa, tutte a ridosso della quinta cerchia e matrici dell’ampliamento che porto alla sesta ed ultima cerchia, quella rinascimentale). La basilica, nella grandiosa forma attuale è molto probabilmente opera di Arnolfo di Cambio, che vi avrebbe lavorato a partire dal 1294-­‐1295 (non esistono documenti scritti che lo confermino, come per il Duomo e per il Palazzo del Governo, ma la struttura, la modalità costruttiva ed i particolari tecnici ne lasciano intendere la veridicità). Fu costruita a spese della popolazione della Repubblica fiorentina e venne terminata circa 90 anni dopo senza portare a termine la facciata che rimase incompleta per oltre quattro secoli (la facciata in stile neogotico fu realizzata tra il 1853 e il 1863). Fu consacrata più tardi, solo nel 1443. Sulla sinistra del sagrato si trova il monumento a Dante, fatto realizzare e collocare a conclusione delle celebrazioni dantesche del 1865 per il VI centenario della nascita del grande poeta. Alla presenza del Re, Vittorio Emanuele II, la statua fu collocata al centro della piazza. Fu spostata in seguito nella sua attuale posizione, anche per permettere di nuovo le partite del calcio storico. L’interno della Basilica di Santa Croce è molto vasto, a pianta basilicale con tre navate di cui la centrale molto ampia. Arnolfo creò uno spazio capace di accogliere grandi folle che venivano ad ascoltare le predicazioni dei frati di San Francesco d’Assisi; anche il sagrato e la grandissima piazza antistante la basilica servivano per le folle di fedeli che si accalcavano per la predicazione. L’ampiezza dello spazio impedì ad Arnolfo di realizzare le volte a crociera, come fece per il duomo, bensì decise di usare, per la navata centrale, grandissime capriate lignee. Sul fondo della chiesa le cappelle di testa sul transetto, in numero di 5 a sinistra ed altrettante a destra tutte arricchite di affreschi (tra cui Giotto – Storie della vita di San Francesco -­‐ e Taddeo Gaddi) con, al centro, l’abside arricchita di grandi vetrate istoriate. Scuola Secondaria di I Grado “Pio X Artigianelli” Prof. Fortunato Rao Arte e Immagine Sulla navata di destra sono collocati i “Sepolcri” degli uomini illustri della storia d’Italia: dopo il primo altare si trova la tomba di Michelangelo Buonarroti (quando morì, a Roma nel 1564, il papa Clemente VII voleva farlo seppellire dentro la Basilica di San Pietro ma il nipote di Michelangelo volle far ritornare la salma a Firenze dove tutta la città corse a rendergli omaggio); proseguendo tra il secondo ed il terzo altare, si trova il cenotafio di Dante Alighieri (è un monumento che non contiene le spoglie mortali del poeta in quanto le stesse sono conservate a Ravenna dove morì in esilio); dopo il terzo altare si trova la tomba di Vittorio Alfieri (1749-­‐1803), opera del grandissimo scultore neoclassico Antonio Canova (1757-­‐1822); di fronte a tale monumento si trova una delle opere più famose e belle della basilica, il Pulpito di Benedetto da Maiano (1442-­‐1497) sul quale sono raffigurate scene della vita di San Francesco; proseguendo si trova la tomba di Niccolò Machiavelli (1469-­‐1527), di seguito la tomba di Leonardo Bruni (potente personaggio della Firenze quattrocentesca) realizzata da Bernardo Rossellini, architetto e scultore allievo di Leon Battista Alberti; a seguire troviamo la tomba del compositore Gioacchino Rossini (1792-­‐1868) e, infine, la tomba del poeta Ugo Foscolo (1778-­‐1827). Nel transetto, sul lato destro, si trova la cappella Castellani, affrescata alla fine del ‘300 da Agnolo Gaddi. A seguire sempre nel transetto di destra, si trova la cappella Baroncelli, affrescata da Taddeo Gaddi, il più importante e bravo allievo di Giotto, con scene della vita di Maria. Nella Cappella è collocato anche il Polittico di Giotto. Sul lato destro del transetto, nelle cappelle di fondo, accanto all’abside, si trovano rispettivamente la cappella Bardi e la cappella Peruzzi. Nella prima si trovano gli affreschi delle scene della vita di San Francesco e nella seconda sono raffigurate scene della vita di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, entrambe opera di Giotto tra il 1320 ed il 1328. Tutti gli affreschi, nel ‘700, furono coperti imbiancandoli perché considerati – come tutta la pittura medievale – “barbarici”. Tale operazione arrecò gravi danni agli affreschi, in alcune parti irreparabili. Tornando verso l’uscita, sulla navata sinistra si trovano altri monumenti funebri di personaggi illustri, l’ultimo dei quali è la tomba di Galileo Galilei (1564-­‐1642). All’interno del convento, che si trova accanto alla chiesa, dopo aver attraversato il bellissimo chiostro, si raggiunge quello che era il refettorio dei frati, il Cenacolo. Sulla parete di fondo si può ammirare “l’albero della Croce”, maestoso affresco di Taddeo Gaddi. Qui si trova il Museo dell’Opera di Santa Croce che contiene il Crocifisso di Cimabue, opera simbolo dei danni che l’alluvione del 1966 provocò a Firenze ed in particolar modo alla Basilica ed alle bellezze in essa contenute. In fondo al chiostro si trova la Cappella de’ Pazzi, uno dei capolavori del Rinascimento, opera di Filippo Brunelleschi nel 1430.