Le strategie discorsive attuate nella comunicazione pubblicitaria alimentare Il metodo d’analisi della ricerca Il metodo utilizzato per la ricerca si basa sull’utilizzo del modello per l’analisi dei regimi discorsivi (Volli, 2003: 18) in ambito pubblicitario di Guido Ferraro. La scelta di soffermarsi prevalentemente sui discorsi nasce dalla convinzione che, spesso, il messaggio persuasivo non emerge direttamente dal testo manifesto. Questo è particolarmente vero se riferito alla pubblicità moderna, sempre più orientata a fondare “monopoli simbolici” (Gorz, 2003) legati al prestigio e alla celebrità di una marca e alla sua capacità di proporre modelli identitari e proiettivi (stili di vita). Questa nuova forma di potere simbolico è ampiamente svincolata dalle qualità materiali del prodotto e senza un rapporto forte con ciò che, nella concezione tradizionale dell’economia, definiva il suo valore di scambio (Gorz, 2003: 41). Il modello di Ferraro è un fecondo sviluppo del “Quadrato Semiotico” di Jean-Marie Floch, uno dei più noti schemi di costruzione tipologica utilizzati nell’analisi semiotica della pubblicità. Ferraro, al fine di analizzare i “regimi discorsivi” sviluppati in ambito pubblicitario, ha costruito, incrociando tra loro i due assi cartesiani, un sistema a quattro quadranti, ciascuno dei quali definito dall’opposizione di due categorie concettuali: “relativo”/“assoluto” e “oggettivo”/“soggettivo”. Le due categorie semantiche così delineate vengono rappresentate graficamente attraverso l’incontro di quattro piani (oggettivo, soggettivo, relativo, assoluto) in grado di originare la definizione dei quattro quadranti in questione (vedi figura 1): OGGETTIVO Causale R E L A T I V O Posizionale valori e forme discorsive: Praticità Efficacia Convenienza Equilibrio, Compromessi Dimostrabilità Misurabilità Dati concreti valori e forme discorsive: Le “Essenze”delle cose Naturalità Tradizionalità Essere “adeguati” Stare “al posto giusto” Spiegazioni concettuali “Definizioni”delle cose Multiprospettico Prospettico valori e forme discorsive: Comunicazione, Cooperazione Rapporti tra le persone Interazione e scambio Seduzione Discorsi a più voci valori e forme discorsive: Identità personale Differenziazione Esclusività Passioni esclusive Desideri individuali Proiezione, identificazione A S S O L U T O SOGGETTIVO Figura 1: Modello di Ferraro (1999: 72) I quattro quadranti definiscono quattro differenti regimi discorsivi: posizionale, causale, prospettico e multiprospettico. Analizziamoli brevemente. Il regime posizionale, definito dal quadrante oggettivo/assoluto, attribuisce un valore fondamentale alle qualità intrinseche e “oggettivamente” possedute dal prodotto. Le formule discorsive utilizzate nei testi riconducibili a questo quadrante valorizzano l’essenza delle cose, la loro verità. Per tale ragione, le entità ivi rappresentate detengono qualità statiche: tutto rimane al suo posto originario. E’, infatti, l’autenticità, a detenere un valore supremo, assoluto (Ferraro, ibidem: 65-66). Nella pubblicità alimentare che si rifà a questo regime vengono costantemente evocate: la tradizione, la natura ed il valore delle cose immutabili nel tempo (Ferraro, 1998). La trasposizione concreta di tali caratteri si materializza in un tipo di pubblicità che Ferraro definisce d’identità, in cui il messaggio è basato <<sull’espressione 1 della piena adeguatezza di un prodotto alla sua essenza>> (Ferraro, 1999, pag. 72); un’essenza che è generalmente originaria, ma che può anche essere frutto di un perfezionamento terminale. Il regime causale è definito dal quadrante oggettivo/relativo. Il discorso è costruito attraverso un regime che si struttura in una sequenza di concatenazioni logiche legate da rapporti causa-effetto. Vige, qui, un atteggiamento incline al mito dell’oggettività, dell’osservabilità e della razionalità, per molti versi simile a quello che anima lo spirito dell’intrapresa scientifica. I valori sostenuti in questo modello sono quelli legati all’efficacia, alla forza, all’energia e al potere. A contare sono i risultati concreti e non i valori legati all’immagine. I discorsi pubblicitari di quest’area, quindi, propongono il prodotto come una soluzione comoda ed efficace e in grado di risolvere problemi anche complessi. Centrale nella prospettiva dei testi di questo quadrante è il compromesso, ovvero, la possibilità di “tenere conto” di esigenze diverse ed apparentemente inconciliabili: il gusto e la forma fisica; la qualità ed il risparmio; ecc. Dice Ferraro: <<non è di un mondo perfetto di cui si parla, bensì di un mondo un po’ migliorato, di un mondo più razionale, più significativo, più comodo, in cui abbiamo più strumenti e più forza per affrontare i problemi che di continuo incontriamo>> (Ferraro, 1999: 68). In ambito alimentare, rientrano in questo quadrante quei testi pubblicitari che presentano il cibo con riferimento ad elementi pratici e oggettivi (valori nutrizionali, energia corporea, ecc.). Le regole e la misurazione sono gli elementi centrali e la dieta (in senso ampio: dimagrante, sportiva, ecc.) ne rappresenta ottimamente la figura emblematica (Ferraro, 1998: 48). Ferraro chiama la pubblicità materiale che concreta tale modello teorico: informativa. Il regime prospettico è definito dal quadrante soggettivo/assoluto. Costruisce i suoi discorsi partendo da una visione che si presenta come interna ad un personaggio specifico o ad un <<universo di valori>> in cui si riesce ad esprimere una precisa (generalmente esclusiva) <<visione del mondo>> (Ferraro, 1999: 69). Caratteri portanti del quadrante sono: esclusività, elitarietà e unicità. Questa strategia rimanda a prodotti vissuti all’insegna del prestigio e del lusso. Il prodotto viene presentato, quindi, come irresistibile, in grado di rapire, oggetto di un desiderio irrefrenabile. Comuni sono i riferimenti all’ironia, al sorriso ed alla trasgressione. Sono i capi d’abbigliamento, i gioielli e i profumi a rappresentare i prodotti tipici di questa forma discorsiva. In ambito alimentare, la “soggettività assoluta” che definisce questo quadrante si esprime nella centralità simbolica che assume la “golosità”. Le caratteristiche positive del cibo, inoltre, non sono definite come oggettive, ma come riconducibili al gusto di un personaggio con cui ci si identifica (Ferraro, 1998: 49). La pubblicità concreta che prende forma dal modello contenuto in questo quadrante viene chiamata da Ferraro: personalizzante. Il regime multiprospettico, infine, definito dal quadrante soggettivo/relativo, costruisce un discorso che presenta l’interazione e l’integrazione di diverse prospettive con rispettivi ordini valoriali, in un gioco di vicendevole inclusione. In ambito alimentare, la pubblicità riconducibile a questo quadrate è costruita attorno ad un principio di “deregulation” della tradizione, tutto costruito attorno alla creatività e alla “de-ritualizzazione” del pasto e all’innovazione della cucina: nuovi cibi, nuove origini, nuove combinazioni, ecc. La pubblicità concreta tipica di questo modello teorico è definita: seduttiva. I risultati della ricerca La ricerca è stata svolta con riferimento alle pubblicità alimentari apparse, nel corso del 2004, su tre periodici settimanali (uno italiano, due spagnoli). Essa è stata organizzata attorno a due conteggi differenti. Da una parte, abbiamo valutato quanti “modelli” testuali prodotti sono imputabili ai vari regimi discorsivi. Il modello è, in questo caso, un certo format pubblicitario pubblicato almeno una volta nell’arco temporale preso in considerazione (escludendo, dunque, il computo delle ripetizioni). Questo dato ci può aiutare a comprendere il valore riconosciuto dal mondo pubblicitario (o, in generale, dall’emittente) al regime discorsivo considerato; dall’altra parte, abbiamo valutato l’“impatto diacronico” sul destinatario, contando semplicemente quante volte (numero delle frequenze) un regime discorsivo, comprese le ripetizioni, è apparso nell’arco temporale di riferimento. Analizziamo separatamente i risultati ottenuti. D di Repubblica L’esperienza italiana si basa sull’analisi del settimanale “D di Repubblica. La Repubblica delle Donne” 1 (inserto de “La Repubblica” del sabato), periodico rivolto ad un pubblico prevalentemente femminile di ceto medio/alto. L’arco temporale preso in considerazione va dal 14 marzo 2004 (n° 392) al 30 aprile 2005 (n° 447). La ricerca, quindi, è stata condotta analizzando dettagliatamente 54 numeri 5 per un totale complessivo di 195 annunci pubblicitari. La ricerca ha prodotto i seguenti risultati: Regime Modelli Frequenze Causale 8 13 (informativa) Posizionale 33 96 (d’identità) Prospettico 24 86 (personalizzante) Multiprospettico --- 1 5 Questa indagine è stata svolta con la collaborazione della dott.sa Venera Trepiccione. L’unica “caduta” è avvenuta, per motivi di non reperibilità, col numero 421. 2 (seduttiva) Totali 65 195 Tabella 1. Modelli e frequenza - “D di Repubblica”. La maggior parte delle pubblicità alimentari osservate fanno riferimento ai valori appartenenti al quadrante definito da Ferraro come “posizionale”. Possiamo, infatti, facilmente verificare che su un totale di 65 pubblicità che presentano un testo unico (a volte la stessa marca e/o lo stesso prodotto presentano testi differenti), ben 33 possono a pieno titolo essere inserite al suo interno. Parimenti, su un totale complessivo di 195 testi pubblicitari raccolti, ben 96 (49%) fanno riferimento al quadrante posizionale3. Dall’analisi qualitativa dei testi è emerso, però, un altro dato di grandissimo interesse: una buona parte delle pubblicità che fanno riferimento al suddetto quadrante utilizza contemporaneamente strumenti tipici della pubblicità informativa per sostenere la naturalità e la genuinità dei prodotti reclamizzati. Non mancano, infatti, riferimenti agli ingredienti selezionati con cui il prodotto è preparato, presentati di frequente tramite valori percentuali; oppure elementi che rimandano ai tempi ed alle fasi di preparazione; o ancora informazioni che ricordano i valori nutrizionali del prodotto, il suo contenuto in sali minerali o in fibre, ecc. Questo dato, emerso con forza nel corso dell’analisi, a mio avviso non è contraddittorio e cercherò di spiegare perché nelle conclusioni. In particolare, abbiamo verificato che su 33 “modelli” riconducibili al regime discorsivo posizionale, ben 22 utilizzano un supporto razionale ed informativo a sostegno del proprio “discorso”. Se poi ci riferiamo al cosiddetto “impatto diacronico”, verifichiamo che tale supporto è presente ben 49 volte (51%) su 96 apparizioni. Un altro dato interessante che abbiamo avuto modo di rilevare nel corso di quest’indagine è il frequente utilizzo, nella costruzione testuale della reclame, di marchi o simboli (ad esempio i logo dei consorzi di tutela del consumatore) che garantiscano sull’esercizio di un monitoraggio continuo e certificato della qualità e della sicurezza del prodotto. Su 33 strutture pubblicitarie riconducibili prevalentemente al modello posizionale, in 10 è presente il riferimento ad un consorzio o ente di certificazione di qualità. Il fenomeno è presente in 36 pubblicità su 96 (38%). Un solo caso ed una sola apparizione sono riconducibili, invece, ad un altro regime (causale). Presenterò, a titolo esemplificativo, alcuni testi analizzati e particolarmente rappresentativi. I testi Il primo caso che considero particolarmente significativo è quello di “Grana Padano”. In realtà, ci troviamo di fronte ad una, non comune, “polarizzazione” discorsiva tra regime posizionale (48 % dei casi) e regime prospettico (43 % dei casi). La forte presenza di pubblicità appartenenti al regime prospettico è probabilmente spiegabile con riferimento alle caratteristiche socio-demografiche del destinatario di riferimento del giornale analizzato: status sociale tendenzialmente alto e livello culturale elevato. Un destinatario, dunque, che ricerca nel prodotto di consumo una forte carica distintiva: l’esclusività. Ciò viene confermato dall’analisi del contenuto testuale delle rubriche e degli articoli (moda, design, architettura, etc.). Utile ricordare, inoltre, che molte pubblicità riconducibili al quadrante prospettico riguardano dolciumi (gelati) e caffè. 3 3 Immagine 1: n° 397 del 17 aprile 2004. In questo annuncio, la centralità tematica è riconosciuta al rapporto che intrattiene il prodotto con il latte. Attraverso uno slittamento metaforico tra la mucca e il suo principale “attributo alimentare” (il latte), la reclame riesce a distogliere il consumatore da ansie evocate da spettri recenti e disastrosi (la mucca pazza). Lo slittamento è evidenziato dal rimando visual-headline, dove l’argomentazione razionale e “piana” è sostenuta e rafforzata dal fotomontaggio (il grana come una tazza di latte). Il latte, inoltre, funziona ottimamente come sineddoche simbolica sempre attuale. Esso rappresenta la natura e la purezza e rimanda direttamente, con un altro slittamento semantico di tutto rispetto, all’idea dell’amore materno nei confronti dei figli. Cosa potrebbe esserci di più rassicurante? Non contenti, e a conferma della posizione di alternativa funzionale giocata dal latte rispetto alla mucca, i pubblicitari sottolineano che questo latte è sicuro in quanto italiano (e non inglese, ad esempio!). La garanzia dell’origine (lo spazio) trova, poi, conferma nella tradizione (il tempo); ecco, dunque, il payoff con i “50 anni dalla parte della qualità”. Numerosi gli espedienti con cui si fa riferimento ad un controllo della genuinità e della bontà del prodotto. In particolare, c’è il “consorzio tutela Grana Padano” che vigila sulla preparazione del prodotto attraverso “continui e rigorosi controlli”. Inoltre, a questo prodotto viene affiancata la denominazione DOP (Denominazione di Origine Protetta), ulteriore garanzia di genuinità fornita al consumatore. Tale denominazione e la presenza deldan consorzio mirano a rassicurare il consumatore offrendogli “un formaggio sicuro”. Un altro degli esempi più significativi d’identificazione territoriale, culturale e identitaria tra un’area geografica e il cibo è fornito dal testo pubblicitario prodotto per “Parmigiano Reggiano”. In esso, troviamo in primo piano una forma di parmigiano di cui possiamo facilmente leggere la marchiatura, sormontata da cinque importanti monumenti di altrettante città emiliane molto note 4. Questo collage fotografico mira a sottolineare la natura “monumentale” del prodotto. Come i monumenti rappresentati, infatti, esso è simbolo di un’area geografica (della sua Storia e della sua Cultura) famosa per la sua decisa caratterizzazione alimentare. A tale scopo, il prodotto è presentato come “unico come la sua zona d’origine” (vedi il subheadline). La parte superiore di quest’ultimo, inoltre, rimanda alla lunga tradizione che soggiace alle spalle della preparazione del prodotto (“70 anni”), e sottolinea come “quello straordinario esempio di natura e sapienza” che è il prodotto offerto sia dono “delle generazioni del luogo di origine”. Tradizione, territorialità e natura racchiusi insieme in un unico messaggio. Ricordiamo che una di queste è Parma attuale sede europea dell’Agenzia per la Sicurezza Alimentare. L’attribuzione alla città di Parma, nota in Italia e all’estero per la qualità dei prodotti agro-alimentari e recentemente colpita dallo scandalo Parmalat, di questo prestigioso riconoscimento è stata fortemente voluta dall’attuale governo italiano. 4 4 Immagine 2: n° 422 del 16 ottobre 2004. Concorre alla presentazione del prodotto come tradizionale e naturale un altro elemento: la frase suggerita dal payoff che dichiara: “Parmigiano Reggiano. Non si fabbrica, si fa”. Il prodotto è presentato come fedele alla tradizione e lontano dai luoghi e dalle procedure di tipo industriale. Esso viene, infatti, “preparato solo con latte delle mucche della zona di origine”, come viene ricordato dal bodycopy. Quest’ultimo, a tal proposito, ci informa del fatto che il prodotto è “senza additivi”, precisazione informativa che rassicura il consumatore da possibili contaminazioni di tipo chimico. Garante di tale qualità, infine, il Consorzio, che vigila affinché il prodotto venga “controllato forma per forma, giorno dopo giorno”. 5 La ricerca spagnola L’analisi empirica condotta in Spagna5 riguarda le riviste: “El Semanal” e “Mujer Hoy”, due tra gli inserti più letti e venduti nel territorio iberico. Sono entrambi distribuiti la fine settimana con “ABC”, quotidiano a tiratura nazionale, e con 25 importanti quotidiani regionali. Le due riviste hanno una tiratura piuttosto ampia, ma differiscono notevolmente tra loro per quanto riguarda gli argomenti trattati e per target di riferimento. Anche in questo caso, la ricerca è stata condotta sugli annunci pubblicitari alimentari pubblicati nelle due riviste lungo tutto il 2004. Sono stati presi in esame i numeri del Semanal dal 844 al 895 e di Mujer Hoy dal 247al 298, per un totale di 52 numeri per ciascuna rivista. Anche questa ricerca è stata organizzata tenendo conto di due conteggi differenti. All’interno di ognuna delle citate riviste sono stati trovati diversi modelli pubblicitari, che, con opportune variazioni si ripetevano all’interno della stessa rivista o in entrambe. In particolare, nel periodo analizzato, i modelli pubblicitari riguardanti prodotti alimentari sono: 32 nella rivista El Semanal e 24 in Mujer Hoy. L’impatto cui viene sottoposto il lettore corrisponde invece a 58 annunci per quanto riguarda la prima rivista, 37 per la seconda, per un totale di 95 annunci pubblicitari. Gli annunci sono stati analizzati e classificati in base allo schema di Guido Ferraro. I risultati della ricerca indicano, in entrambe le riviste, una netta prevalenza dei regimi causale e posizionale. El Semanal Mujer Hoy Regime Modelli Frequenze Regime Modelli Frequenze Posizionale 13 21 Posizionale 4 6 Causale 16 28 Causale 17 26 Prospettico 1 5 Prospettico 1 2 Multiprospettico 2 4 Multiprospettico 2 3 Totali 32 58 Totali 24 37 Tab.2: Modelli e frequenze su El Semanal e Mujer Hoy. Unificando i dati dei due settimanali possiamo avere un quadro d’insieme. Su un totale di 95 annunci pubblicitari, più della metà (ben 54) utilizzano come forma del discorso predominante il regime causale. Ben 27 si fondano, invece, sul posizionale. Solamente in 14 annunci il discorso predominante è quello definito da Ferraro come prospettico o multiprospettico (ciascuno di essi è presente 7 volte). 60 50 40 Regime discorsivo 30 20 10 0 Posizionale Causale Prospettico Multiprospettico Figura 1: Grafico riassuntivo I regimi discorsivi predominanti sono, dunque, il causale e il posizionale, ovvero quei discorsi pubblicitari spostati sul versante oggettivo (nelle varianti relativo/assoluto) del modello di Ferraro. A conferma ulteriore della particolare attenzione riconosciuta alla cura informativa, abbiamo spesso verificato che gli annunci sono accompagnati da simboli che attestano il patrocinio o l’approvazione di enti o organismi nazionali ed internazionali prestigiosi, come ministeri, comuni, organismi dell’Unione Europea, ecc.. In particolare, nel periodo da noi esaminato, tali simboli ricorrono in 7 differenti modelli, alcuni dei quali presenti in entrambe le riviste, e per 25 volte. L’intuizione che il consumatore abbia Ha collaborato a questa ricerca la dott.sa Alessandra Fatuzzo che ha usufruito di una borsa di studio Erasmus per un soggiorno a Valencia per la raccolta del materiale analizzato. 5 6 bisogno di conferme circa la sicurezza del cibo che acquista (safe food) si trova evidenziata anche nella pratica diffusa tra le aziende produttrici di fornire indirizzi internet e numeri telefonici cui rivolgersi per ottenere informazioni sul prodotto pubblicizzato. Abbiamo riscontrato tale pratica in 10 diversi modelli, alcuni dei quali presenti in entrambe le riviste, per un totale di 41 volte. Molte volte il numero di telefono, o il sito internet, sono utili per avere maggiori informazioni riguardo il prodotto, altre volte offrono un servizio al consumatore, come nel caso dell’annuncio promosso da Danone per la linea di prodotti Vitalinea, in cui viene fornito un servizio di consulenza per la creazione di una dieta personalizzata. E’ però necessario notare che, sia per quanto riguarda gli annunci presenti nel Semanal che per quelli di Mujer Hoy, si può parlare di una prevalenza di annunci in cui si utilizzano le forme tipiche del discorso causale - lunghe descrizioni delle caratteristiche del prodotto e dei suoi effetti e un vasto numero d’informazioni pratiche - ma in cui, spesso, si fa anche riferimento a valori presentati e, forse, percepiti diffusamente come primari e indiscutibili: salute e benessere corporeo. In particolare, tra i 16 modelli appartenenti al regime causale riscontrati su Semanal (e le 28 apparizioni all’interno della rivista) ben 12 (per un totale di 24 annunci) si rifanno a questi valori. Anche per quanto riguarda il settimanale Mujer Hoy si nota la stessa tendenza: su 17 annunci (e 26 apparizioni) catalogati come regime causale ben 14 (ripetuti nel corso del tempo per 21 volte) sono rivolti alla “tutela” della salute e del corpo. Possiamo aggiungere che nel caso di Mujer Hoy è maggiormente presente un riferimento alla forma fisica nella sua accezione estetica. El Semanal salute modelli 10 Frequenze 22 Mujer Hoy Salute modelli 10 frequenze 15 linea 2 2 Linea 4 6 Totali 12 24 Totali 14 21 Tab. 3 Specificazioni interne al regime causale. I testi Anche per la ricerca condotta sui settimanali spagnoli abbiamo ritenuto utile, a fini esplicativi, riportare alcuni esempi emblematici dei modelli analizzati. Il primo esempio (Immagine 3) è rappresentativo della pubblicità definita da Ferraro: d’identità (quadrante posizionale). Il testo pubblicizza una marca d’acqua minerale molto nota in Spagna: l’acqua Lanjarón. 7 Immagine 3: Semanal 855-867 - Mujer Hoy 268 8 Il testo è costruito attorno a valori tradizionalmente connessi al benessere: la longevità, la tranquillità, la mancanza di stress, la natura, l’aria pura. A testimoniare il valore dell’acqua Lanjarón viene richiamata la saggezza per antonomasia: la saggezza degli anziani e la saggezza dei genitori (la tradizione), in particolare della madre. E si potrebbe trovare persona più saggia della madre di un anziano signore di 76 anni? Così il visual ci mostra un piano ravvicinato di un anziano signore, che, alzando il pollice con un gesto tipicamente giovanile afferma: “Estoy hecho un chaval, dice mi madre”, (sembro un ragazzino, dice mia madre). L’headline risveglia subito la curiosità del lettore. Il bodycopy ci offre la testimonianza di quest’anziano signore. Il suo nome è Pepe. Questo stratagemma comunicativo è finalizzato ad ottenere un clima colloquiale e rassicurante col consumatore che sa di avere di fronte una persona semplice e trasparente come quei buoni paesani che vivono una vita serena in qualche sperduta comunità rurale. Il nome, inoltre, è ulteriore indizio della sua “giovinezza”. Infatti, il suo linguaggio è caratterizzato dalle costruzioni verbali tipiche dei ragazzini “mia madre dice che” o “hanno detto in tv”. Questi rimandi ci parlano della longevità degli abitanti del paesino di Lanjarón, certamente un’oasi di pace e tranquillità immersa nella natura. Il merito di tutto ciò è attribuito, dalla madre del nostro Pepe, all’acqua di Lanjarón, l’acqua della montagna più alta della penisola iberica, l’acqua più pura, o come la definirebbero gli anziani del paese, “l’acqua più acqua”. Le terme di Lanjarón sono molto conosciute (le più importanti sorgenti termali dell’Andalusia), così come la purezza delle sue acque, l’annuncio quindi non fa altro che sottolineare le sue proprietà, attraverso le parole della madre dell’anziano signore, la quale, a sua volta funge da testimone e da prova: testimone d’eccezione in quanto, essendo una mamma, “sa quel che dice”; e prova in quanto, madre di un settantaseienne, dimostra ulteriormente la longevità degli abitanti di Lanjarón. Il payoff riprende poi i tre elementi responsabili della vitalità del nostro protagonista: il paese, le terme e infine, ovviamente, l’acqua. Il secondo annuncio (Immagine 4) fa parte di una campagna pubblicitaria promossa dal “Fondo d e Regulación y Organización del Mercado de los Productos de la Pesca y Cultivos Marinos” (FROM), un organismo autonomo che si propone come obiettivo l’incentivazione del consumo dei prodotti della pesca, attraverso l’erogazione di sostegni finanziari alle aziende che si impegnino a garantire la qualità del pesce e il rispetto dell’ambiente marino. Si tratta di uno degli annunci con maggiore impatto all’interno delle due riviste. Nel periodo tra il 19 Settembre e il 19 Ottobre, è presente ben 5 volte, con opportune variazioni, al fine di evitare la ripetitività. Il discorso prevalente in questo tipo d’annuncio è, senza dubbio, quello causale. Gli oggetti privilegiati del discorso sono il benessere fisico e la tutela della salute. Il lettore si trova immediatamente di fronte l’immagine di un delizioso piatto a base di tonno, di facile preparazione grazie alle indicazioni contenute nella ricetta presentata nel testo. Ciò che in primo luogo colpisce l’attenzione è l’idea del prodotto stesso: ritroviamo, infatti, un headline dove spicca, con caratteri notevolmente più grandi rispetto a quelli delle altre, la parola ATÚN. Il lettore viene stuzzicato con un divertente gioco di parole che, facendo riferimento alla parte migliore del pesce (el lomo: la schiena) e alle diverse modalità in cui è possibile gustarlo (Lo tomes como lo tomes: in qualsiasi modo lo mangi) ci presenta il tonno come un alimento perfetto, “buono per tutto”. Il bodycopy prosegue con la spiegazione dei vantaggi e delle caratteristiche del prodotto. Fa riferimento ai suoi valori nutrizionali, alle vitamine di cui è ricco, all’omega 3, elementi altamente benefici per la salute, per poi concludere l’annuncio ribadendo le caratteristiche che fanno del tonno un “signor alimento”: i suoi valori nutrizionali, la comodità, il sapore e il prezzo. Nell’annuncio risaltano inoltre i marchi di tre importanti associazioni a livello nazionale ed europeo: il precedentemente citato FROM, l’INTERATUN (Organizzazione interprofessionale del tonno) 6 e l’IFOP (Strumento finanziario per l’orientamento della pesca)7. Tali marchi, oltre a quello del ministero dell’agricoltura, pesca e alimentazione, conferiscono all’annuncio una maggiore credibilità, dando al consumatore maggiori garanzie. 7. Conclusioni Le evidenze empiriche raccolte con la ricerca stimolano alcune considerazioni di ordine riassuntivo. Innanzi tutto, difficilmente i regimi discorsivi utilizzati nella pratica pubblicitaria concreta risultano essere totalmente “puri”. In particolare, abbiamo verificato che le pubblicità che ricadono nel piano “oggettivo” del quadrante di Ferraro (posizionale e causale) tendono a ibridarsi reciprocamente. Il modello teorico, infatti, delinea un quadro in cui il regime posizionale nasce dall’incontro tra il piano oggettivo e quello assoluto, ma nel caso italiano da noi analizzato risulta evidente come le pubblicità d’identità, le quali risultano essere quelle maggiormente utilizzate, spesso, presentano elementi tipicamente appartenenti alla pubblicità informativa (piano oggettivo che incontra il piano relativo). Questo dato, proprio perché non previsto, è interessante e necessita un’interpretazione. Certamente, nel caso da noi analizzato, la pubblicità alimentare punta in maniera rilevante a sviluppare un discorso fondato sulla valorizzazione di <<modelli invariabili>> (Ferraro, 1998: 49). La tradizione, la natura, le origini geografiche e culturali, sono gli elementi presenti in modo quasi parossistico nella costruzione discorsiva dei testi analizzati. Tutto sembra ruotare attorno all’esaltazione “quasi-mitica” di questi elementi, presentati come veri assoluti ontologici. In tal senso, direbbe Ferraro, non c’è una vera narrazione perché non vi è uno sviluppo diacronico che descriva il raggiungimento di qualcosa d’altro rispetto all’origine, al punto di partenza. Siamo sempre immersi Si tratta di un’organizzazione riconosciuta dal ministero dell’agricoltura, pesca e alimentazione, con lo scopo di rappresentare e difendere gli interessi dell’industria tonnara. 7 L’IFOP è un organismo dell’Unione europea i cui obiettivi principali sono la valorizzare dei prodotti della pesca e dell’acquicoltura e il miglioramento delle tecniche di pesca al fine di garantire qualità e il rispetto dell’ambiente. 6 9 nell’immutabile o nell’eterno ritorno. L’idea della purezza, qui, assume la rilevanza pervasiva di una divina qualità e l’autenticità del cibo ne rappresenta la più decisa espressione. Mangiare diventa quasi un atto sacrale di conservazione intima delle cose essenziali della vita. Immagine 4: Semanal n°882, 883, 884, 885 – Mujer Hoy n°285 L’elemento ibridante consiste nel frequente ricorso ad una tecnica che potremmo definire di “supporto informativo”. Rileva l’emersione di un modello significativo di discorso pubblicitario che, a cavallo tra la pubblicità d’identità e quella informativa, esprime una precisa volontà di razionalizzazione rassicurante. La misurabilità, i riferimenti continui ai dati concreti, la forte pressione verso l’esigenza di dimostrare (scientificamente) il discorso “posizionale” sembrano essere proprio gli aspetti più significativi da noi rilevati. E’ come se emergesse la necessità, un po’ paradossale, di confermare il mito con la scienza. La pubblicità alimentare di cui parliamo, in maniera forse imprevedibile, sembra (non tutta, naturalmente) forzare la tradizionale distinzione tra pensiero mitico e pensiero scientifico e concretizzare, così, in un unico atto testuale, ciò che 10 lo stesso Lévi-Strauss aveva riconosciuto: la loro comune essenza ordinatrice. Il concetto di “significato”, dice LéviStrauss, non può che rimandare ai concetti di “ordine” e di “regola” (codice). La grande differenza tra le due forme di ordinamento del mondo consiste nel fatto che il pensiero scientifico scompone, al fine di risolverlo, il problema in tante parti quant’è necessario; laddove il pensiero mitico, come forma di pensiero totale, pur non riuscendo a donare grande potere materiale sul mondo dà l’illusione di riuscire a comprenderlo (Lévi-Strauss, 1978). La pubblicità da noi analizzata sembra tentare un superamento di questa separazione e un’azione persuasiva fondata equamente sul sostegno di entrambi. Nella realtà spagnola da noi indagata, invece, la forma discorsiva maggiormente rilevata è quella causale (pubblicità informativa). Anche in questo caso, però, è necessario fare una precisazione, per molti versi simile a quella già effettuata per il caso italiano. In un numero rilevante di casi (cfr. tabella 3), infatti, la pubblicità informativa assume una caratterizzazione ibrida che richiama la forma tipica della pubblicità d’identità. Il consumatore si trova davanti ad un oggetto testuale che, certamente, Jean-Marie Floch avrebbe definito <<referenziale>>; tutto costruito attorno al principio di fornire fatti “dimostrabili”, al fine di presentare una verità discorsiva sotto forma di prodotto. Ma più che tendere ad una configurazione relativa (il confronto, il miglioramento, ecc.) essa riproduce un percorso (narratività) che propone la necessità del raggiungimento di un valore proposto come assoluto (tipico del quadrante posizionale) e, oserei dire, etico: la sanità, il rispetto del corpo. Non è la riduzione dell’imperfezione che viene proposta, ma, attraverso un processo complesso di analisi, verifiche, ecc., il raggiungimento di una perfezione: la santità di cui parla Douglas con riferimento all’integrità assoluta (Douglas, 1993: 94-96), ovvero, quella intesa come sanità a cui si riferisce Fischler: sanitas et sanctitas (Fischler, 1996). La dimensione moralistica di questa forma pubblicitaria non risiede tanto nella perfezione del prodotto, ma nella perfezione dello stile di vita che è possibile raggiungere tramite il prodotto. E’ un ideale tardo-moderno di una santità scientificamente e razionalmente raggiungibile: la perfezione non è ascritta, ma è acquisibile, potrebbe essere il meta-headline di tutti questi testi pubblicitari. Essa non si trova in un non-luogo a-storico e a-temporale che prescinde dalle azioni e dalle volizioni umane (tipico del modello posizionale). Dio non si nasce, ma si diventa; e tutti possono farlo, basta seguire le indicazioni e rispettare le regole (la dieta), i principi di una vita “corretta” e sana, una vita fondata sul giusto alimento, il cibo salutare, ovvero, l’alimentazione nella sua interpretazione “giusnaturalistica”: la legge divina espressa sotto forma di legge di natura. Da quanto finora detto, il tema della tracciabilità va forse inserito all’interno di un quadro costituito da forme di rappresentazione simbolica fondate su ideali di integrità e purezza. Guido Nicolosi Riferimenti bibliografici Douglas, M. (1993) Purezza e pericolo, Bologna: Il Mulino [edizione originale: Purity and danger. An analysis of concepts of pollution and taboo, Harmondsworth: Penguin Books (1970)]. Ferraro, G. (1998) Senso e Passione, in AA. VV., Al sangue o ben cotto. Miti e riti intorno al cibo, Roma: Meltemi: 1151. Ferraro, G. (1999) La pubblicità nell’era di internet, Roma: Meltemi. Fischler, C. (1996) Pensée magique et alimentation aujourd’hui, Paris: Les Cahiers de l’OCHA, n°5. Gorz, A. (2003) L’immateriale. Conoscenza, valore e capitale, Torino: Bollati Boringhieri [edizione originale: L’immatériel. Connaissance, valeur et capital, Paris: Editions Galilée (2003)]. Lévi-Strauss, C. (1978) Mith and meaning, Toronto: University of Toronto Press. Volli, U. (2003) Semiotica della pubblicità, Bari: Laterza. 11