Data art Testata 06/10/2008 Virgilio Notizie.it Sommario Psicologia/Metodo Maudsley:nuovo modo curare anoressia e bulimia 09/10/2008 Leggo Il cibo in pace 10/10/2008 Libero Un metodo per battere la bulimia 10/10/2008 Corriere della Sera II nuovo Metodo Mausdley sui disturbi alimentari 10/10/2008 Brescia Oggi Disturbi alimentari, nuova terapia 10/10/2008 Agi DISTURBI ALIMENTARI: CHI ASSISTE MALATO NON SIA IPERPROTETTIVO = 10/10/2008 Apcom Dai delfini la chiave per aiutare chi ha disturbi alimentari 10/10/2008 Ansa SANITA': METODO MAUDSLEY AGGIORNATO NEL LIBRO DI J. TREASURE 10/10/2008 Yahoo Notizie.it Nuovo Metodo Maudsley per chi soffre di disturbi alimentari 10/10/2008 Msn.it Psicologia/Metodo Maudsley:nuovo modo curare anoressia e bulimia 10/10/2008 AipsiMed Incontro sui disturbi del Comportamento alimentare. Roma 10 ottobre 10/10/2008 Megamodo.com In Italia due milioni di giovani soffrono di DCA 10/10/2008 IlMessaggero.it Disturbi alimentari, colpiti 2 milioni di giovani Un "manuale" per affrontare anoressia e bulimia 11/10/2008 Libero Bulimia e anoressia: nuovi scenari Psicologia/Metodo Maudsley:nuovo modo curare anoressia e bulimia In Italia due milioni di giovani soffrono disturbi alimentari © APCOM Roma, 6 ott. (Apcom) - Secondo un recente rapporto Eurispes sono circa due milioni i giovani italiani tra i 12 e i 25 anni, che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA), come anoressia, bulimia e "binge eating" o "disturbo da alimentazione incontrollata". Nella maggior parte dei casi si tratta di donne: circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni soffre di DCA, ma l'incidenza sta salendo anche tra i quarantenni e tra gli uomini. L'anoressia, la bulimia e i disordini alimentari in genere sono malattie gravi, considerate di origine psicologica. A questi disordini, negli ultimi anni si è aggiunta anche l'obesità che mostra anch'essa connotazioni fortemente psicogene. Ma i medici esperti in questi disturbi le ritengono patologie tipiche della dipendenza, riconducibili ad una richiesta d'aiuto e ad esserne colpiti sono solitamente i giovani che hanno sperimentato eventi traumatici o una grande conflittualità con la figura genitoriale. Sono ormai note le caratteristiche di questi disordini, per cui l'anoressia è scegliere di non mangiare fino a rischiare di morire; la bulimia al contrario è mangiare grandi quantità di cibo per,poi, eliminarlo con il vomito auto-indotto, mentre l'obesità, considerata ormai una malattia sociale, è mangiare senza limite fino a raddoppiare o triplicare il proprio peso. In questo quadro, sono ormai d'accordo medici e psicologi, non va curato il disordine in se stesso, ma il soggetto con la sua storia e la sua sofferenza. Come stare dunque accanto a chi soffre di anoressia, bulimia o di alimentazione incontrollata? Come aiutarlo a ritrovare un rapporto più sereno con se stesso? Sono domande difficili alle quali cercherà di rispondere Janet Treasure, psichiatra e figura di primo piano a livello mondiale che da anni studia e pratica con successo il Metodo Maudsley presso il Maudsley Hospital del King's College di Londra e che ha raccontato la sua esperienza in un libro:"Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method" che verrà presentato a Roma il 10 ottobre presso l'Aula Basaglia del Santa Maria della Pietà, dalla casa di cura Villa dei Fiori del gruppo San Raffaele, in collaborazione con l'Asl RmE. Che cos'è il Metodo Maudsley? Un nuovo modo di curare, forse più da "vicino", queste patologie e che prende il nome dall'omonimo ospedale londinese dove per la prima volta è stato sperimentato per alcuni gruppi di pazienti. Si tratta di una terapia rivolta a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare e si snoda in un percorso che consiste nel salire vari gradini progressivi fino ad arrivare alla guarigione. I passi del Metodo Maudsley prevedono dapprima la psicoterapia individuale secondo il modello cognitivo comportamentale, quindi la psicoterapia di gruppo e infine, all'ultimo grado della scala, la psicoterapia familiare, secondo il modello sistemico relazionale. In quest'ultima fase i parenti della persona malata entrano direttamente a far parte del percorso terapeutico e vengono invitati a modificare gli abituali schemi di relazione messi in atto all'interno del nucleo familiare. 1 1 2 3 AGI2990 3 CRO 0 R01 / SAN DISTURBI ALIMENTARI: CHI ASSISTE MALATO NON SIA IPERPROTETTIVO = (AGI) - Roma, 10 ott. - Comportarsi come i delfini nei confronti della prole, evitando sia gli atteggiamenti iperprotettivi che quelli di eccessivo controllo, rappresenta la chiave per stare accanto a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare (DCA), come anoressia, bulimia e "binge eating", o alimentazione incontrollata. E' quanto emerge dalla presentazione del testo "Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method", organizzata oggi presso il Santa Maria della Pieta' dalla casa di cura Villa dei Fiori di San Raffaele S.p.A., in collaborazione con l'Asl RmE. All'incontro hanno preso parte la Professoressa Janet Treasure, autrice del libro e psichiatra di fama internazionale, il Professor Salvatore Rubino, direttore sanitario e scientifico di Villa dei Fiori, il Dottor Armando Cotugno, Responsabile dell'Unita' Operativa per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell'Asl RmE, la Dottoressa Angela De Marco, psichiatra presso Villa dei Fiori, dove da anni si occupa di disturbi del comportamento alimentare. "Manuale per prendersi cura di una persona amata con un disturbo del comportamento alimentare: questa potrebbe essere la corretta traduzione del titolo del libro - ha spiegato ai presenti la Dottoressa De Marco - che si rivolge non soltanto ai medici, ai dietisti, agli assistenti sociali e a quanti operano nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, ma soprattutto ai 'carers', ai familiari cioe' della persona malata, che vivono sulla propria pelle l'ansia, lo stress e la paura che i DCA portano con se'". Secondo un recente Rapporto Eurispes, in Italia sono circa due milioni i giovani di eta' compresa tra i 12 e i 25 anni che soffrono DCA. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne: circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni soffre di DCA, ma l'incidenza sta salendo anche tra i quarantenni e tra gli uomini. Soltanto nel Lazio nel 2007 sono stati circa 30.000 i giovani tra i 14 ed i 24 anni che hanno sofferto di DCA. Di questi, 2.185 si sono ammalati di anoressia nervosa, 7.287 di bulimia nervosa, mentre 20.528 hanno sofferto forme piu' lievi, transitorie o 'sotto soglia' dei disturbi. A rischio soprattutto le adolescenti. Le famiglie di quanti soffrono di DCA affrontano ogni giorno dubbi terribili: spinti dall'ansia, genitori, fratelli, sorelle o ancora amici e partner della persona malata si chiedono se devono costringerla a nutrirsi, ignorarne i digiuni e le abbuffate notturne, essere severe o amorevoli e condiscendenti. A queste domande il libro della Professoressa Treasure fornisce una risposta originale, paragonando le strategie adottate dai carers a quelle di cinque animali: il canguro, il rinoceronte, lo struzzo, la medusa e il delfino, modello al quale bisognerebbe tendere. (AGI) Red/Est 102208 OTT 08 MAW9936 4 cro gn00,rg00 171 ITA0936; Apc-Dai delfini la chiave per aiutare chi ha disturbi alimentari In Italia 2 mln di giovani malati, arriva il metodo Maudsley Roma, 10 ott. (Apcom) - Arriva dai delfini la chiave per aiutare ci soffre di disturbi alimentari. Anoressia, bulimia, 'binge eating' o alimentazione incontrollata, in Italia sono due milioni i giovani che ne soffrono e ora arriva il metodo Maudsley, che insegna l'atteggiamento corretto per stare accanto a chi soffre di Dca, disturbi del comportamento alimentare, imitando il comportamento dei delfini con la loro prole: evitando sia gli atteggiamenti iperprotettivi che quelli di eccessivo controllo. Al Santa Maria della Pietà a Roma, organizzata dalla casa di cura Villa dei Fiori di San Raffaele in collaborazione con l'Asl, si è svolta la presentazione del manuale "Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method", con l'autrice, la professoressa Janet Treasure, psichiatra di fama internazionale, Salvatore Rubino, direttore sanitario e scientifico di Villa dei Fiori, Armando Cotugno, responsabile dell'unità operativa per i disturbi del comportamento alimentare dell'Asl RmE, Angela De Marco, psichiatra presso Villa dei Fiori, dove da anni si occupa di disturbi del comportamento alimentare. "Manuale per prendersi cura di una persona amata con un disturbo del comportamento alimentare: questa potrebbe essere la corretta traduzione del titolo del libro - ha spiegato ai presenti De Marco che si rivolge non soltanto ai medici, ai dietisti, agli assistenti sociali e a quanti operano nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, ma soprattutto ai 'carers', ai familiari cioè della persona malata, che vivono sulla propria pelle l'ansia, lo stress e la paura che i dca portano con sé. Secondo un rapporto Eurispes in Italia sono circa due milioni i giovani di età compresa tra i 12 e i 25 anni che soffrono di Dca. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne: circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni ne soffre, ma l'incidenza sta salendo anche tra i quarantenni e tra gli uomini. Soltanto nel Lazio nel 2007 sono stati circa 30mila i giovani tra i 14 ed i 24 anni che hanno sofferto di disturbi alimentari. Di questi, 2.185 si sono ammalati di anoressia nervosa, 7.287 di bulimia nervosa, mentre 20.528 hanno sofferto forme più lievi, transitorie o 'sotto soglia' dei disturbi. A rischio sono soprattutto le adolescenti. Le famiglie di chi soffre di Dca spesso non sanno come aiutare e il libro della professoressa Treasure dà una risposta originale, paragonando le strategie adottate dai carers a quelle di cinque animali: il canguro, il rinoceronte, lo struzzo, la medusa e il delfino, modello al quale bisognerebbe tendere. Il modello del 'canguro' è seguito dal 60% delle famiglie con un figlio o una figlia che soffre di disturbi alimentar: eccessivamente protettivi e il malato diventa un bambino che non riesce a sviluppare abilità e autonomia necessarie a guarire. C'è invece chi si arrabbia troppo - il 15% delle famiglie - come un 'rinoceronte', e tenta di costringere il malato a mangiare o a smettere di mangiare in modo compulsivo: il risultato è una ribellione e i disturbi peggiorano. Altri invece lasciano trasparire integralmente le proprie emozioni, come una 'medusa': paura, depressione, senso d'impotenza, ma di fronte a questo peso delle emozioni dei familiari, il malato si sente in colpa e smette di comunicare, una barriera che lo rinchiude ancor più nell'ossessione per il cibo. Opposto l'atteggiamento dello 'struzzo': troppo dolore e il familiare nasconde proverbialmente la testa sotto la sabbia, ignorando la malattia. Secondo la professoressa Treasure, "il corretto modello comportamentale è quello del 'delfino' e consiste nel trovare il giusto equilibrio tra emotività e controllo, mostrandosi presenti e disponibili ad ascoltare la persona malata e incoraggiandola senza forzare le tappe del percorso di guarigione". E cinque sono le fasi della guarigione: pre-contemplazione, quando manca la consapevolezza di essere malati; contemplazione, ovvero la preparazione al cambiamento, l'azione, in cui finalmente si esercita la volontà di guarire, e infine il mantenimento, in cui si tengono sotto controllo i rischi di recidiva. Red/ Gtu 102020 ott 08 ZCZC0961/SX4 WAW50203 R CRO S04 R46 QBKN SANITA': METODO MAUDSLEY AGGIORNATO NEL LIBRO DI J. TREASURE (ANSA) - ROMA, 10 OTT - Anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata. Come stare accanto a chi ne soffre? Come aiutarlo a ritrovare un rapporto piu' sereno con se stesso? Queste le domande a cui da risposta il libro 'Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method, di Janet Treasure - psichiatra e figura di primo piano a livello mondiale - che da anni studia e pratica il Metodo Maudsley presso il Maudsley Hospital del King's College di Londra. Presentato oggi a Roma dalla casa di cura Villa dei Fiori di San Raffaele S.p.a., in collaborazione con l'Asl RmE, in cui sara' presente anche l'autrice, espone una versione aggiornata del 'Metodo Maudsley', ed e' rivolto sia a chi sostiene una persona amata che soffre di Dca, sia ai professionisti della materia, come medici, operatori sociali e psichiatri, in modo da evitare comportamenti errati e dannosi. 'Anche quest'anno il numero delle affluenze ai servizi dedicati delle Asl laziali e' aumentato - ha spiegato la dottoressa Angela De Marco, psichiatra presso la casa di cura Villa dei Fiori ed esperta in disturbi del comportamento alimentare - mancano ancora delle relazioni ufficiali per il 2008, ma il fenomeno si presenta in allarmante crescita e pone seri problemi non solo agli operatori del settore, ma anche alle famiglie che vivono sulla propria pelle il problema dei propri cari'. (ANSA). I82-MRB 10-OTT-08 18:04 NNNN di Megamodo.it Megamodo - Ven 10 Ott - 20.41 Nuovo Metodo Maudsley per chi soffre di disturbi alimentari Anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata. Come stare accanto a chi ne soffre? Come aiutarlo a ritrovare un rapporto piu' sereno con se stesso? A queste domande vuole dare una risposta il libro "Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method" che verrai' presentato domattina alle nove a Roma dalla casa di cura Villa dei Fiori di San Raffaele S.p.A., in collaborazione con li'Asl RmE, presso li'Aula Basaglia del Santa Maria della Pietai'. La presentazione sarai' rivolta soprattutto a psichiatri, psicologi, assistenti sociali e a quanti operano nella cura dei disturbi del comportamento alimentare; interverrai' li'autrice, Janet Treasure, psichiatra e figura di primo piano a livello mondiale, che da anni studia e pratica con successo il Metodo Maudsley presso il Maudsley Hospital del Kingi's College di Londra e che intende, oggi, presentarne una versione aggiornata, esito della sua esperienza nel settore. Il Metodo Maudsley, del resto, ei' da decenni in uso presso alcune strutture di'eccellenza europee come la Newmarket House Clinic di Norwich, il St. Georgei's Child and Adolescent eating disorder service e la Denbridge House di LondraSecondo un recente Rapporto Eurispes in Italia sono circa due milioni i giovani di etai' compresa tra i 12 e i 25 anni che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA), come anoressia, bulimia e "disturbo da alimentazione incontrollata". Nella maggior parte dei casi si tratta di donne: circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni soffre di DCA, ma li'incidenza sta salendo anche tra i quarantenni e tra gli uomini. Soltanto nel Lazio nel 2007 sono stati circa 30.000 i giovani tra i 14 ed i 24 anni che hanno sofferto di DCA. Di questi, 2.185 si sono ammalati di anoressia nervosa, 7.287 di bulimia nervosa, mentre 20.528 hanno sofferto forme piu' lievi, transitorie o 'sotto sogliai' dei disturbi. A rischio soprattutto le adolescenti. "Anche questi'anno il numero delle affluenze ai servizi dedicati delle Asl laziali aumenta - commenta la Dottoressa Angela De Marco, psichiatra presso la casa di cura Villa dei Fiori ed esperta in disturbi del comportamento alimentare - Mancano ancora delle rilevazioni ufficiali per il 2008, ma il fenomeno si presenta in allarmante crescita e pone seri problemi non solo agli operatori del settore, ma anche alle famiglie che vivono sulla propria pelle il problema dei propri cari." E proprio ai dubbi di quanti assistono chi si ammala di disturbi alimentari vuole dare risposta il libro della professoressa Treasure. "Si tratta di un manuale rivolto a chi sostiene una persona amata che soffre di DCA continua la Dottoressa De Marco - e che intende aiutare medici, operatori sociali e familiari ad evitare comportamenti errati o, peggio, dannosi". Il Metodo Maudsley risponde a queste domande: come mi devo comportare di fronte ad una persona anoressica o bulimica o sofferente di DCA? Come faccio a modificare le mie emozioni e a renderle utili e non dannose? Come faccio a diventare una vera risorsa e un sostegno per la persona malata? Alli'incontro interverranno anche il Professor Salvatore Rubino, direttore sanitario e scientifico di Villa dei Fiori, il Dottor Armando Cotugno, Responsabile delli'Unitai' Operativa per i Disturbi del Comportamento Alimentare delli'Asl RmE, la Dottoressa Angela De Marco, psichiatra presso Villa dei Fiori, dove da anni si occupa di disturbi del comportamento alimentare. venerdì 10 ottobre 2008 18.43.27 Psicologia/Metodo Maudsley:nuovo modo curare anoressia e bulimia In Italia due milioni di giovani soffrono disturbi alimentari Roma, 6 ott. (Apcom) - Secondo un recente rapporto Eurispes sono circa due milioni i giovani italiani tra i 12 e i 25 anni, che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA), come anoressia, bulimia e "binge eating" o "disturbo da alimentazione incontrollata". Nella maggior parte dei casi si tratta di donne: circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni soffre di DCA, ma l'incidenza sta salendo anche tra i quarantenni e tra gli uomini. L'anoressia, la bulimia e i disordini alimentari in genere sono malattie gravi, considerate di origine psicologica. A questi disordini, negli ultimi anni si è aggiunta anche l'obesità che mostra anch'essa connotazioni fortemente psicogene. Ma i medici esperti in questi disturbi le ritengono patologie tipiche della dipendenza, riconducibili ad una richiesta d'aiuto e ad esserne colpiti sono solitamente i giovani che hanno sperimentato eventi traumatici o una grande conflittualità con la figura genitoriale. Sono ormai note le caratteristiche di questi disordini, per cui l'anoressia è scegliere di non mangiare fino a rischiare di morire; la bulimia al contrario è mangiare grandi quantità di cibo per,poi, eliminarlo con il vomito auto-indotto, mentre l'obesità, considerata ormai una malattia sociale, è mangiare senza limite fino a raddoppiare o triplicare il proprio peso. In questo quadro, sono ormai d'accordo medici e psicologi, non va curato il disordine in se stesso, ma il soggetto con la sua storia e la sua sofferenza. Come stare dunque accanto a chi soffre di anoressia, bulimia o di alimentazione incontrollata? Come aiutarlo a ritrovare un rapporto più sereno con se stesso? Sono domande difficili alle quali cercherà di rispondere Janet Treasure, psichiatra e figura di primo piano a livello mondiale che da anni studia e pratica con successo il Metodo Maudsley presso il Maudsley Hospital del King's College di Londra e che ha raccontato la sua esperienza in un libro:"Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method" che verrà presentato a Roma il 10 ottobre presso l'Aula Basaglia del Santa Maria della Pietà, dalla casa di cura Villa dei Fiori del gruppo San Raffaele, in collaborazione con l'Asl RmE. Che cos'è il Metodo Maudsley? Un nuovo modo di curare, forse più da "vicino", queste patologie e che prende il nome dall'omonimo ospedale londinese dove per la prima volta è stato sperimentato per alcuni gruppi di pazienti. Si tratta di una terapia rivolta a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare e si snoda in un percorso che consiste nel salire vari gradini progressivi fino ad arrivare alla guarigione. I passi del Metodo Maudsley prevedono dapprima la psicoterapia individuale secondo il modello cognitivo comportamentale, quindi la psicoterapia di gruppo e infine, all'ultimo grado della scala, la psicoterapia familiare, secondo il modello sistemico relazionale. In quest'ultima fase i parenti della persona malata entrano direttamente a far parte del percorso terapeutico e vengono invitati a modificare gli abituali schemi di relazione messi in atto all'interno del nucleo familiare. Len MAZ Incontro sui disturbi del Comportamento alimentare. Roma 10 ottobre Di AipsiMed Creato il 10/04/2008 - 09:23 "Villa dei Fiori e l’Asl RmE presentano l’ultimo lavoro sul Nuovo Metodo Mausdley" Roma, X ottobre 2008 – Anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata. Come stare accanto a chi ne soffre? Come aiutarlo a ritrovare un rapporto più sereno con se stesso? A queste domande vuole dare una risposta il libro “Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method” che verrà presentato a Roma dalla casa di cura Villa dei Fiori del gruppo San Raffaele, in collaborazione conl’Asl RmE.Alla presentazione, che si svolgerà venerdì 10 ottobre alle ore 9.00 presso l’Aula Basaglia del Santa Maria della Pietà e sarà rivolta non solo a psichiatri, psicologi, assistenti sociali e a quanti operano nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, ma anche ai familiari dei pazienti, interverrà l’autrice, Janet Treasure, psichiatra e figura di primo piano a livello mondiale, che da anni studia e pratica con successo il Metodo Maudsley presso il Maudsley Hospital del King’College di Londra. Secondo un recente rapporto Eurispes sono circa due milioni i giovani italiani tra i 12 e i 25 anni, che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA), come anoressia, bulimia e “binge eating” o “disturbo da alimentazione incontrollata”. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne: circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni soffre di DCA, ma l’incidenza sta salendo anche tra i quarantenni e tra gli uomini.Il Metodo Maudsley, che prende il nome dall’omonimo ospedale londinese dove per la prima volta è stato sperimentato per alcuni gruppi di pazienti, è una terapia rivolta a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare e si snoda in un percorso che consiste nel salire vari gradini progressivi fino ad arrivare alla guarigione. I passi del Metodo Maudsley prevedono dapprima la psicoterapia individuale secondo il modello cognitivo comportamentale, quindi la psicoterapia di gruppo e infine, all’ultimo grado della scala, la psicoterapia familiare, secondo il modello sistemico relazionale. In quest’ultima fase i parenti della persona malata entrano direttamente a far parte del percorso terapeutico e vengono invitati a modificare gli abituali schemi di relazione messi in atto all’interno del nucleo familiare.L’efficacia del Metodo Maudsley, da decenni in uso presso alcune strutture d’eccellenza europee come la Newmarket House Clinic di Norwich, il St. George’s Child and Adolescent eating disorder service e la Denbridge House di Londra, è comprovata da studi pubblicati sulle più prestigiose riviste di psichiatria. Oggi la professoressa Treasure intende presentarne una versione aggiornata, esito della sua esperienza nel settore.All’incontro interverranno anche il Professor Salvatore Rubino, direttore sanitario e scientifico di Villa dei Fiori, il Dottor Armando Cotugno, Responsabile dell’Unità Operativa per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Asl RmE, la Dottoressa Angela De Marco, psichiatra presso Villa dei Fiori, dove da anni si occupa di disturbi del comportamento alimentare. Prof.ssa Janet Treasure: è una delle figure di primo piano a livello mondiale nel campo della cura dei disturbi del comportamento alimentare. Psichiatra, lavora presso il King’s College, Università di Londra, dove è anche docente, ed è specializzata nella cura dei disturbi del comportamento alimentare da più di 25 anni.Prof. Salvatore Rubino: Direttore Sanitario e Scientifico della Casa di Cura Villa dei Fiori, Vice Presidente Consiglio di Amministrazione “San Raffaele”.Dott.ssa Angela De Marco: psichiatra presso la casa di cura Villa dei Fiori dal 2004. Dal 2006 si occupa di disturbi del comportamento alimentare ed ha effettuato numerosi stages presso il Maudsley, per conto di Villa dei Fiori, con l’équipe della Prof.ssa Treasure e presso altre strutture in Gran Bretagna.Dott. Armando Cotugno: psichiatra presso la Asl RmE, da diversi anni si occupa di disturbi del comportamento alimentare e da quest’anno è Responsabile dell’Unità Operativa per i Disturbi del Comportamento Alimentare presso l’Asl RmE. Villa dei Fiori è una struttura del gruppo San Raffaele accreditata con il SSN, specializzata in neuropsichiatria e riabilitazione di disabili psichici. Certificata UNI EN ISO 9001:2000, si pone all’interno di una ristretta e qualificata cerchia di Istituti di alta specializzazione di riferimento. Attualmente suddivisa in una Unità Operativa di Psichiatria ed in una Residenza Sanitaria Assistita per disabili mentali per un totale di 100 posti letto, la struttura ha attivato, a supporto delle attività cliniche, un Laboratorio di musicoterapia, un Laboratorio teatrale, un Laboratorio della creta e della ceramica e attività di Cineforum, di Cineterapia e Disegno. Sul piano della ricerca Villa dei Fiori ha avviato da anni collaborazioni scientifiche internazionali con strutture d’eccellenza italiane ed europee (Università “Sapienza di Roma”, Dipartimento di scienze psichiatriche e medicina psicologica; Maudsley Hospital, King’College, Londra; St. Gorge’s Child and Adolescent Eating Disorder Service, Londra; Newmarket House Clinic, Norwich). Inoltre, la struttura è sede del dottorato di ricerca in “Psichiatria, interventi precoci nelle psicosi” dell’Università “Sapienza di Roma”. In Italia due milioni di giovani soffrono di DCA Comportarsi come i delfini nei confronti della prole, evitando sia gli atteggiamenti iperprotettivi che quelli di eccessivo controllo, rappresenta la chiave per stare accanto a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare (DCA), come anoressia, bulimia e ‘binge eating’ o alimentazione incontrollata. È quanto emerge dalla presentazione del testo “Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method”, organizzata questa mattina presso il Santa Maria della Pietà dalla casa di cura Villa dei Fiori di San Raffaele S.p.A., in collaborazione con l’Asl RmE. All’incontro hanno preso parte la Professoressa Janet Treasure, autrice del libro e psichiatra di fama internazionale, il Professor Salvatore Rubino, direttore sanitario e scientifico di Villa dei Fiori, il Dottor Armando Cotugno, Responsabile dell’Unità Operativa per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Asl RmE, la Dottoressa Angela De Marco, psichiatra presso Villa dei Fiori, dove da anni si occupa di disturbi del comportamento alimentare. “Manuale per prendersi cura di una persona amata con un disturbo del comportamento alimentare: questa potrebbe essere la corretta traduzione del titolo del libro - ha spiegato ai presenti la Dottoressa De Marco – che si rivolge non soltanto ai medici, ai dietisti, agli assistenti sociali e a quanti operano nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, ma soprattutto ai ‘carers’, ai familiari cioè della persona malata, che vivono sulla propria pelle l’ansia, lo stress e la paura che i DCA portano con sé”. Secondo un recente Rapporto Eurispes in Italia sono circa due milioni i giovani di età compresa tra i 12 e i 25 anni che soffrono DCA. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne: circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni soffre di DCA, ma l’incidenza sta salendo anche tra i quarantenni e tra gli uomini. Soltanto nel Lazio nel 2007 sono stati circa 30.000 i giovani tra i 14 ed i 24 anni che hanno sofferto di DCA. Di questi, 2.185 si sono ammalati di anoressia nervosa, 7.287 di bulimia nervosa, mentre 20.528 hanno sofferto forme più lievi, transitorie o ‘sotto soglia’ dei disturbi. A rischio soprattutto le adolescenti. Le famiglie di quanti soffrono di DCA affrontano ogni giorno dubbi terribili: spinti dall’ansia, genitori, fratelli, sorelle o ancora amici e partner della persona malata si chiedono se devono costringerla a nutrirsi, ignorarne i digiuni e le abbuffate notturne, essere severe o amorevoli e condiscendenti. A queste domande il libro della Professoressa Treasure fornisce una risposta originale, paragonando le strategie adottate dai carers a quelle di cinque animali: il canguro, il rinoceronte, lo struzzo, la medusa e il delfino, modello al quale bisognerebbe tendere. I carers che adottano il modello del canguro tendono ad essere eccessivamente protettivi verso la persona malata, che viene trattata come fosse un bambino. Questo comportamento riguarda il 60% delle famiglie con un figlio o una figlia sofferenti di disturbi alimentari. L’eccesso di protezione però fa in modo che la persona con DCA non possa sviluppare l’abilità e l’autonomia personali necessarie ad affrontare e risolvere la malattia. E’ possibile paragonare chi eccede nella rabbia di fronte alla malattia ad un rinoceronte che adotta comportamenti di tipo coercitivo, tentando di costringere la persona malata ad alimentarsi o a smettere di mangiare in modo compulsivo. Questo comportamento ingenera una reazione ribelle, che si esprime nel peggioramento del disturbo. Il 15% delle famiglie adotta questo modello comportamentale. Altri invece lasciano trasparire integralmente le proprie emozioni, come una medusa. La paura, la depressione, il senso d’impotenza: ogni emozione del carer viene immediatamente percepita dalla persona malata che, per reazione, smette di comunicare, sentendosi colpevole nei confronti dell’altro e incapace di affrontarne le reazioni emotive. Ma è proprio l’incomunicabilità ad innalzare una barriera attorno alla persona con DCA, rinchiudendola ancor più nei suoi pensieri ossessivi sul cibo. Del tutto opposto l’atteggiamento dello struzzo che, di fronte a questa esperienza eccessivamente dolorosa, tende a nascondere proverbialmente la testa sotto la sabbia, ignorando quanto sta avvenendo e delegando ogni azione agli operatori professionali, i quali tuttavia non possono realizzare, da soli, un intervento realmente efficace. Ma allora come dobbiamo comportarci di fronte ad una persona anoressica o bulimica o sofferente di DCA? Come possiamo modificare le nostre emozioni, rendendole utili e non dannose? Secondo la Professoressa Treasure, “il corretto modello comportamentale è quello del delfino e consiste nel trovare il giusto equilibrio tra emotività e controllo, mostrandosi presenti e disponibili ad ascoltare la persona malata e incoraggiandola senza forzare le tappe del percorso di guarigione”, che la Tresaure sintetizza in cinque fasi: della pre-contemplazione, quando manca del tutto la consapevolezza di essere malati, della contemplazione, della preparazione al cambiamento, dell’azione, in cui finalmente si esercita la volontà di guarire, e infine del mantenimento, in cui si tengono sotto controllo i rischi di recidiva. “Tu sola puoi farlo, ma non puoi farlo da sola: è in questa frase del Manuale, rivolta alla persona malata di anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata – ha concluso la Dottoressa De Marco – che si riassume la strada della guarigione dai disturbi del comportamento alimentare”. Il Messaggero articolo Pagina 1 di 1 stampa | chiudi 10-10-2008 sezione: HOME_SCIENZA Disturbi alimentari, colpiti 2 milioni di giovani Un "manuale" per affrontare anoressia e bulimia ROMA (10 ottobre) - «Comportarsi come i delfini nei confronti della prole, evitando sia gli atteggiamenti iperprotettivi che quelli di eccessivo controllo». E' questa la chiave per stare accanto a chi soffre di disturbi del comportamento alimentare (Dca), come anoressia, bulimia e "binge eating" o alimentazione incontrollata. Lo sostiene la psichiatra Janet Treasure in un manuale per prendersi cura di una persona affetta da disturbi alimentari intitolato “Skills-Based Learning for Caring for a Loved One with an Eating Disorder. The New Maudsley Method”. «Manuale per prendersi cura di una persona amata con un disturbo del comportamento alimentare: questa potrebbe essere la corretta traduzione del titolo del libro», ha spiegato Angela De Marco, psichiatra alla casa di cura Villa dei Fiori. Un testo, ha aggiunto, «che si rivolge non soltanto ai medici, ai dietisti, agli assistenti sociali e a quanti operano nella cura dei disturbi del comportamento alimentare, ma soprattutto ai ‘carers’, ai familiari cioè della persona malata, che vivono sulla propria pelle l’ansia, lo stress e la paura che i Dca portano con sé». Due milioni i giovani colpiti. Secondo un recente rapporto Eurispes in Italia sono circa due milioni i giovani di età compresa tra i 12 e i 25 anni che soffrono di disturbi alimentari. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne: circa il 5% delle giovani tra i 13 e i 35 anni soffre di anoressia o bulimia, ma l’incidenza sta salendo anche tra i quarantenni e tra gli uomini. Soltanto nel Lazio nel 2007 sono stati circa 30.000 i giovani tra i 14 ed i 24 anni che hanno sofferto di disturbi alimentari. Di questi, 2.185 si sono ammalati di anoressia nervosa, 7.287 di bulimia nervosa, mentre 20.528 hanno sofferto forme più lievi, transitorie o ‘sotto soglia’ dei disturbi. A rischio soprattutto le adolescenti. Come devono affrontare dunque i disturbi alimentari le famiglie: costringere i figli a nutrirsi, ignorarne i digiuni e le abbuffate notturne, essere severe o amorevoli e condiscendenti? Secondo l'autrice del libro, presentato oggi al Santa Maria della Pietà dalla casa di cura Villa dei Fiori di San Raffaele in collaborazione con l'Asl RmE, «il corretto modello comportamentale è quello del delfino e consiste nel trovare il giusto equilibrio tra emotività e controllo, mostrandosi presenti e disponibili ad ascoltare la persona malata e incoraggiandola senza forzare le tappe del percorso di guarigione». http://www.ilmessaggero.it/stampa_articolo.php?id=32605 13/10/2008 1