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n. 23
2007
Maggio-Agosto
Rivista quadrimestrale della FENIARCO
Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN” - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste
Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali
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Editoriale
Rivista
quadrimestrale
della FENIARCO
STRATEGIE (?) DI MERCATO
3
di Sandro Bergamo
Federazione Nazionale Italiana
Associazioni Regionali Corali
dossier
Presidente: Sante Fornasier
Dossier
L’EDUCAZIONE MUSICALE
NELLA SCUOLA MULTIETNICA
Foto di copertina:
Wassily Kandinsky, Composizione VIII, 1923
4
di Annachiara Scapini
UN METODO PER “FARE CORO”
6
di Giulio Monaco
nova et vetera
IL CANTO INTERATTIVO
E I MODELLI DELLA TRADIZIONE
POPOLARE ITALIANA
9
di Johannella Tafuri
Nova et Vetera
Direttore responsabile:
Sandro Bergamo
attività
dell’associazione
di Giovanni Torre
Comitato di redazione:
Giorgio Morandi
Puccio Pucci
Alvaro Vatri
Mauro Zuccante
Segretario di redazione:
Pier Filippo Rendina
Hanno collaborato:
Annachiara Scapini
Giulio Monaco
Johannella Tafuri
Giovanni Torre
Pierfranco Semeraro
Rossana Paliaga
Attività dell’Associazione
ALLA FIERA DI MASTR’ANDRÈ 26
di Pierfranco Semeraro
scheda regione
Stampa:
Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn)
Associato all’Uspi
Unione Stampa
Periodica Italiana
Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c
legge 662/96 dci “PN”
Autorizzazione Tribunale di Pordenone
del 25.01.2000 n° 460 Reg. periodici
Abbonamento annuale: Italia € 15
Estero € 15
c.c.p. 11139599 Feniarco - Via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
“CAMBIAMENTI: POSSIBILITÀ E SFIDE.
LA MUSICA E IL FUTURO” 28
di Pier Filippo Rendina
ANTOLOGIA CHORALITER 7 29
notizie
dalle regioni
Redazione:
via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
tel. 0434 876724
fax 0434 877554
e-mail: [email protected]
Progetto grafico:
Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn)
Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna
ORAZIO VECCHI, POETA
E CANTORE DELLA SUA TERRA 14
Cronache
CONCORSO INTERNAZIONALE
DI CANTO CORALE SEGHIZZI 2007 30
di Rossana Paliaga
Scheda Regione
A.S.A.C. VENETO 32
rubriche
Notizie dalle Regioni 34
Rubriche
DISCOGRAFIA 42
a cura di Alvaro Vatri
MONDOCORO 44
a cura di Giorgio Morandi
CONCORSI 48
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editoriale
STRATEGIE (?) DI MERCATO
di Sandro Bergamo
D
unque, anche Retequattro si arrende: quest’anno, come annunziato
da Fedele Confalonieri, i concerti
di musica classica della domenica mattina
non riprenderanno. Troppi i costi, troppo
poche le entrate, perché, dicono gli sponsor, le dimensioni troppo ristrette del pubblico non giustificano l’investimento pubblicitario. E così, mentre tutti gli studi indicano che il pubblico della cultura, musica d’arte inclusa, cresce, registriamo
un’ennesima riduzione degli spazi di cui
dispone in televisione.
Lode, intanto, a Retequattro per aver comunque resistito per vent’anni, ben oltre
quanto compiuto dal servizio pubblico, in
questo ancor più latitante e, a quanto pare,
per niente intenzionato a cambiare strada.
Ma ci chiediamo se, per avere più cultura
in televisione, sia veramente necessario
prescindere dal mercato, invocando il ruolo del servizio pubblico che, in quanto tale, non dovrebbe temere di buttar soldi al
vento (salvo recriminare se i bilanci delle
aziende pubbliche vanno in “rosso”).
È una domanda che rivolgiamo agli esperti di economia, noi non essendolo: ma sarà
poi vero che la migliore strategia sia quella di rincorrere tutti, dal primo all’ultimo,
la domanda del grosso pubblico, facendo a
fettine sempre più piccole la parte grossa
della torta? Qualcuno che investa sulla
parte minoritaria del pubblico, dando risposta ad una domanda di mercato sempre
più inevasa, non riuscirebbe forse, trovando minore concorrenza, ad accaparrarsi
numeri, in assoluto, più grandi? E non dimostrerebbe, da imprenditore, quel coraggio e quello spirito di innovazione quotidianamente richiesto ai prestatori d’opera?
Quanto alla lungimiranza degli sponsor,
basti il caso di “Second life”, la città virtuale sulla quale hanno investito, in cam-
pagne pubblicitarie da milioni di dollari, le
più importanti multinazionali americane,
salvo scoprire che la città aveva 9 milioni
di iscritti, ma solo 300.000 di questi l’avevano visitata più di un volta. Trecentomila!
Sicuramente meno del pubblico di Retequattro la domenica mattina.
Perché, alla fine, la morale di tutta la storia
è che i luoghi comuni riempiono l’immaginario di tanta gente, compresi dirigenti televisivi e pubblicitari. Tra i luoghi comuni,
l’idea che la musica d’arte sia riservata a
così poco pubblico, che non valga nemmeno la pena di investirci né in attività né in
pubblicità. Che poi la realtà sia diversa, che
quanti chiedono un prodotto culturale rappresentino sì una minoranza, ma in crescita (vedi editoriale del numero scorso) è
idea che non scalfisce la pigrizia mentale di
tutti questi dirigenti, che non solo non frequentano in prima persona la cultura, ma
evidentemente non leggono nemmeno le
statistiche di mercato.
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dossier
L’EDUCAZIONE MUSICALE
NELLA SCUOLA MULTIETNICA
di Annachiara Scapini
U
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n cittadino più musicale non
soltanto canterà meglio: saprà scegliere con cura cosa
ascoltare, le parole da usare, i luoghi
dove abitare e incontrarsi; avrà più fiducia in se stesso e nelle proprie capacità creative e professionali, avrà
meno paura dell’altro, di chi ci regala
la cosa più preziosa che possiede, la
propria differenza. Questo progetto
può rappresentare un importante passo per la realizzazione di quella “école de la mixitè” di cui si parla ormai
in tutta Europa, luogo dove possano
incontrarsi felicemente razze, culture,
religioni, suoni e saperi. Una scuola
in cui entrino finalmente gli artisti e le
loro opere, quale antidoto alla colonizzazione culturale e alla standardizzazione. Una scuola in cui si impara a
leggere, a scrivere, a far di conto e a
far di canto.
Con queste parole si conclude il documento (datato 7 dicembre 2006) del
Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica, istituito
con D.M. del 28 luglio 2006, che sintetizza chiaramente quali siano le problematiche e le aspettative relative all’educazione musicale.
Si sottolinea in particolare la necessità
della presenza della musica in ogni
scuola di ogni ordine e grado per favorire lo sviluppo della musicalità
presente in ognuno, componendo e
improvvisando musica, prima ancora
di imparare a scriverla, in uno stretto
legame con il corpo e le sue emozioni. Parole/chiave corpo ed emozioni,
patrimonio comune di ogni essere
umano.
Già le indicazioni sui nuovi programmi della riforma Moratti (pur non
avendo preso molto in considerazione
la musica), parlavano comunque di
principi quali mettersi in relazione con
soggetti “diversi”, benessere fisico,
valorizzare i propri e altrui talenti, vedere l’altro come occasione per riconoscersi, apertura alla interdisciplinarietà più completa.
Chi si trova ad operare nella scuola
non può non aver affrontato in tutte le
sue particolari sfaccettature il concetto
di “diversità” che in questi ultimi decenni ha assunto diversi connotati, arricchendosi di significati. Sino a venti
anni fa, “diverso” nella scuola era solo il bambino portatore di handicap,
ma da quando anche l’Italia è diventata meta di immigrazione da parte dei
paesi africani, dei paesi dell’est europeo, dell’Asia e dell’America latina,
“diverso” è diventato anche l’alunno
che ci troviamo quotidianamente in
classe, proveniente da questi luoghi.
Le classi sono sempre più multietniche (con punte maggiori e più differenziate dal punto di vista etnico nelle
città rispetto alle campagne ove sono
presenti comunità di immigrati più
omogenee) con i conseguenti problemi di accoglienza, alfabetizzazione, di
accettazione e inserimento sociale e di
salvaguardia della propria identità,
aspetto fondamentale (soprattutto in
fase di formazione della personalità
quale è il periodo adolescenziale), per
la presa di coscienza di sé: chi sono,
come mi vedono gli altri, cosa gli altri
non sanno di me, come vorrei essere.
Questo vale tanto per gli alunni immigrati quanto per gli autoctoni: un’integrazione armonica può avvenire solo
se non si perdono i contatti con le proprie radici, che proprio rifacendoci alla metafora dell’albero, tengono ben
saldo il tronco-persona sul quale si potrà “innestare” la nuova cultura con
cui si è venuti in contatto, dando “nuovi frutti”.
La storia dell’umanità è storia di contatti tra culture e le loro reciproche interazioni.
Diversità quindi come portatrice di
cultura. Basterebbe pensare al significato etimologico del termine: “volgere
altrove”, avere un’altra visuale. Dalla
stessa radice deriva il termine “divertimento” e forse già questo potrebbe
farci riflettere con più serenità.
L’incontro tra culture è sicuramente
occasione di rivitalizzazione e non di
impoverimento, a patto che non si tema di perdere la propria identità, ed è
invece proprio questo timore che spesso fa nascere atteggiamenti di rifiuto.
In tale ottica, la scuola italiana, sem-
pre di più, deve poter insegnare che
approssimarsi ad altre culture non significa smarrire le proprie radici e la
propria identità, ma piuttosto essere
pre-disposti all’incontro, con la consapevolezza che i processi di metamorfosi e integrazione, che il meticcirarsi delle culture sono fenomeni storici, fisiologici, e che offrono la possibilità di vivacizzare la storia culturale di
ciascun popolo.
Terreno privilegiato per questo tipo di
scambi è sempre stato il campo dell’arte ed in particolare la musica, che,
con la sua tolleranza semantica, è uno
dei più importanti lasciapassare culturali, poiché è in grado di lanciare ponti tra le sensibilità emotive ed estetiche
degli individui.
Ma anche il concetto di musica non è
universale: si manifesta sotto forme
infinite di linguaggi diversi, e fondamentale per l’accettazione del “diverso” è la conoscenza, l’entrare in contatto, creare “familiarità”.
L’idea, comunque, non è insegnare tutte le possibili musiche, ma aiutare gli
alunni a sviluppare una sensibilità verso di esse, insegnando che esistono e
meritano rispetto.
Secondo questa prospettiva è sicuramente un’occasione di crescita l’arrivo
di ogni ragazzo straniero che va però
aiutato a percepire la propria cultura di
origine come una ricchezza da esibire
e non come una vergogna da nascondere.
Nel mio caso specifico (dirigo un coro
di scuola media, con inserimento di
alunni della scuola elementare ed anche della scuola superiore, per un totale di circa 90 elementi, senza alcuna
selezione delle voci – partecipa chi
vuole – dove ognuno canta e suona gli
strumenti a disposizione, dallo strumentario Orff agli strumenti etnici originali agli strumenti autocostruiti),
l’attività corale ha favorito moltissimo
questo aspetto relazionale, arricchendo dall’altro lato anche le conoscenze
teoriche, musicali, ritmiche e strumentali. Nel coro sono presenti, o sono
transitati in questi dieci anni di vita,
alunni provenienti da molte parti del
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dossier
mondo: all’inizio prevalentemente dal
Marocco, successivamente dall’Africa sub-sahariana (Ghana, Costa d’Avorio, Senegal, Burkina Faso), dall’India, dal Perù, dai Paesi dell’Est europeo (Albania, Moldavia, Bielorussia, Romania, Serbia). Ognuno di loro
ha lasciato un contributo sotto forma
di canzone o filastrocca in lingua del
proprio paese d’origine che poi il coro
ha ri-arrangiato con accompagnamenti strumentali, arrangiamenti suggeriti
anche dall’ascolto da CD di altri brani
etnici originali delle varie aree geografiche.
Questa musica di carattere popolare
e/o etnico (soprattutto la musica dell’Africa nera), per la maggior parte
non è musica scritta e si basa prevalentemente sulla percezione fisico/corporea, si percepisce chiaramente che è
“legata alla vita” e non è fine a se stessa, inoltre non separa, come nella musica colta occidentale, il fruitore da colui che compie l’azione musicale. La
funzione del gruppo è vitale e l’utilizzo di strumenti originali (tamburi di
diverso tipo) “fa vivere” il suono, sottolineando la centralità del “ritmo” che
come si sa è legato alla scarica bioenergetica. Tutti questi elementi sono
sicuramente prioritari nel gusto degli
adolescenti, indipendentemente dalla
loro cultura. Parlo prevalentemente di
musica africana, sia per il motivo appena esposto, sia perché (tra i generi
con cui siamo venuti in contatto con la
nostra esperienza scolastica e/o corale)
è quella che attualmente mantiene più
vivi gli aspetti legati all’oralità. Non
esistendo una specifica forma di scrittura, le complicatissime combinazioni
ritmiche vengono apprese attraverso
l’uso di sillabe onomatopeiche eufoniche, che poi vengono trasferite sul
tamburo (questo sistema si usa anche
per altri strumenti quali ad esempio le
launeddas sarde, le tabla indiane, la
musica classica araba, ecc).
Sostanzialmente si suona a orecchio e
a memoria, apprendendo dalla viva voce di un “maestro” le sequenze da suonare. Dall’esempio concreto del maestro si apprendono poi le sfumature di
tocco, le nuances, le variazioni dinamiche e agogiche. In molte lingue africane non esiste un termine specifico per
indicare il “suonare”, si usa piuttosto
“far parlare il tamburo” e questo ci rimanda al concetto di centralità della
parola: è lo strumento che cerca di imitare il canto e non viceversa come avviene nella cultura occidentale. Lo
strumento è depositario di voci, emo-
zioni e saggezza e il suonatore, con i
suoi gesti, dà allo strumento la possibilità di esprimere la sua ricchezza, stimolando al canto, alla danza, al racconto, alla partecipazione collettiva, al
contatto con il mondo degli spiriti.
Per affrontare musiche di questo tipo è
indispensabile svincolarsi dal concetto
di “musica scritta”: questa è una musica in continua metamorfosi, e proprio
per questo percepita e agita come “più
viva”.
Meno problematico, da questo punto di
vista, è lo studio di brani provenienti
dalle altre aree geografiche già citate.
È chiaro che dovendo adeguare il repertorio a queste nuove esigenze, che
come si è già più volte sottolineato sono un’occasione di arricchimento da
non perdere, si pongono alcuni immediati problemi. Innanzitutto l’esigenza
di un’adeguata formazione da parte
degli insegnanti dato che i nostri studi
musicali tradizionali non offrono occasioni di questo tipo. Personalmente
ho risolto il problema organizzando
per tutte le classi 2e e 3e della mia
scuola un corso di percussioni di 8 ore
nell’arco dell’anno. Il corso è tenuto
da un percussionista esterno che insegna, sia a me che ai miei alunni, la pratica dal vivo, con effetti partecipativi e
creativi, nonché di sviluppo delle abilità strumentali, sorprendenti e sempre
in crescita (siamo ormai al 5° anno di
tale esperienza). Altro problema da
non sottovalutare è l’impossibilità di
presentarsi ad un concorso con un repertorio di questo tipo, poiché per accedere viene sempre richiesta la partitura scritta, che in questo caso non è
possibile fornire. A questo punto mi
sembra opportuno sottolineare che, di
fronte ad un’esecuzione musicale, il
primo elemento di giudizio dovrebbe
essere l’ascolto e l’attenzione all’esecuzione nel suo complesso (specie se
parliamo di cori scolastici), mentre
spesso la preoccupazione maggiore
dei commissari di concorso sembra sia
quella di controllare la corrispondenza
o meno tra quanto scritto e quanto eseguito. Tuttavia la partitura non è la
musica!
È chiaro che si deve lavorare in una
certa direzione se si vuole cominciare
a formare una nuova sensibilità, sia
per quanto riguarda i nostri alunni sia,
con un po’ più di difficoltà, per quanto
riguarda il mondo accademico tradizionale.
In questo percorso di scoperta/recupero delle musiche “altre”, ha assunto
maggior significato anche la ricerca
sulle musiche tradizionali locali (in
questo caso popolari venete) e l’aspetto più interessante è stato notare come
certe canzoni, soprattutto legate al
mondo infantile, manifestino caratteristiche ritmiche, melodiche e di testo
molto spesso simili se non addirittura
uguali in culture pur molto lontane tra
loro, come ad esempio quella veneta e
quella araba. Anche questo è stato uno
stimolo per fare considerazioni su ciò
che è comune, sino ad arrivare a sovrapporre, come in un quodlibet, melodie e testi in lingua diversa: ad
esempio veneto/serbo o veneto/marocchino, ottenendo particolarissimi
effetti sonori che sono molto piaciuti
sia ai ragazzi che al pubblico durante i
concerti.
Come si sarà certo compreso, il coro
che dirigo si caratterizza, ormai da alcuni anni, proprio per questo tipo di
repertorio multietnico e conseguentemente anche multireligioso, dove tutti cantano e a turno suonano i vari
strumenti.
Ed è proprio alla voce dei miei alunni
che vorrei lasciare la conclusione (che
ben si ricollega con quanto esposto nel
documento di apertura), riportando alcune delle loro risposte alla seguente
domanda: “Perché secondo te l’ “uomo” canta? (indipendentemente dalla
cultura di appartenenza, dalla lingua
o dall’area geografica di provenienza)
Per provare nuove emozioni
Perché libera le sue emozioni
Perché è un modo di esprimersi
Per esprimere sentimenti, emozioni,
sensazioni
Perché la musica può far cambiare
l’umore
Per sfogarsi
Per passione
Perché gli piace
Perché cantare mette allegria
Per rendere felice qualcuno
Per dar vita ai propri pensieri
Per esprimere le proprie idee
Per onorare il suo Dio
Per comunicare
Per tramandare saperi
Perché è ispirato a manifestare sentimenti con la voce e con il cuore attraverso la voce
Perché ha bisogno di un ulteriore mezzo di comunicazione grazie al quale
può diffondere la cultura del suo popolo. Grazie alla musica il rapporto
tra le varie culture è rafforzato dalla
stessa, che rende il legame tra i popoli ancora più saldo.
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dossier
UN METODO PER “FARE CORO”
DIDATTICA E METODOLOGIA CORALE NEL NOSTRO PAESE
di Giulio Monaco
E
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sistono nel nostro paese dei
“metodi” per fare un coro?
Abbiamo a disposizione dei
testi di riferimento, delle scuole di
pensiero e degli indirizzi pedagogici strutturati in modo organico tra
cui possiamo scegliere per far nascere, crescere e maturare un organismo corale? Esistono studi che ci
consentono di valutare a livello statistico i risultati ottenuti dopo l’applicazione di una certa procedura di
lavoro piuttosto che un’altra?
La risposta a queste domande è
negativa.
Se si escludono delle modalità pratico/didattiche di tipo individuale e
personale, trasmesse da un direttore/maestro/didatta ad un altro - quasi un passaparola, una trasmissione
di competenze tra maestro e allievo
di antica memoria - possiamo affermare che non esiste nel nostro paese una metodologia codificata del
“fare coro”.
La qual cosa dovrebbe certamente
stupire, in un’epoca in cui tutto prevede di essere spiegato e giustificato, provato e dimostrato. Chi, oggi,
decide di suonare uno strumento
trova molti metodi a disposizione:
potrà studiare secondo la “scuola
tradizionale”, secondo quella “moderna”, con il metodo “Suzuki” o
con altro…
Unica, quindi, tra attività musicali di
vario genere, (forse in questo apparentata al karaoke), la pratica corale
d’impronta più tradizionale rimane
affidata ad una sorta di pressapochismo dilettantistico, una scelta determinata nella più parte, dal fatto di
essersi trovati, casualmente, in un
gruppo piuttosto che in un altro, guidati, in questo, più dall’amico o da
un generico quanto indeterminato
interesse per questo o quel genere
vocale o repertoriale, piuttosto che
da un preciso desiderio di approfondimento e conoscenza.
Sembra che il cantare in coro sia
una competenza che si può raggiungere senza alcun lavoro preparatorio, senza la necessità di sviluppare
alcuna competenza collaterale o
propedeutica, guidati soltanto da
una generica passione.
Allo stesso modo purtroppo,alcuni
agiscono quando, da cantori, si improvvisano direttori… e le conseguenze sono tragiche: mentre un
cantore poco preparato sarà comunque disponibile (sia pure talvolta opponendo resistenze) a cambiare in
ragione dell’ambiente che lo circonda, un direttore inadeguato al compito vuole a tutti i costi impedire il
cambiamento, poiché rivelerebbe le
sue stesse debolezze, compromettendo la sua figura.
Quanto descritto fin ora sembra rappresentare uno spaccato realistico
della situazione di oggi: la più parte
delle realtà corali esistenti si muove
in questo contesto e ne è specchio.
Ma la situazione reale è, a nostro avviso, assai più complessa, ed è pur
vero che oggi la realtà corale di vecchia concezione, intesa come attività
eminentemente aggregativa, propria
di un gruppo che si riconosce in una
identità culturale circoscritta (siamo
un coro alpino e cantiamo i canti
della guerra - siamo innanzi tutto un
gruppo di amici e poi abbiamo trovato nel canto una ragione per
rafforzare il senso del nostro stare
insieme) va, via via, limitandosi.
Questo avviene perché la persona
comune è sempre più immersa in un
mondo globalizzato rispetto ad un
tempo, un mondo nel quale appare
evidente che ampie competenze e
adeguate conoscenze nei campi della cultura sono indice di un livello
corrispondente di qualità della vita;
una vita che si svolge a contatto di
molteplici realtà e dove non esiste
più il microcosmo del proprio piccolo mondo circoscritto (che trovava
la sua rappresentazione, per l’appunto, in una immagine di coro come quella sopra descritta).
Si diffonde a poco a poco una maggiore consapevolezza del fatto che
senza competenze, metodi e indirizzi, non è possibile essere competitivi né preparati a vivere e che ogni
attività richiede di superare alcuni
momenti formativi fondamentali.
Nascono gruppi spesso accomunati
da priorità orientate al desiderio di
favorire l’attività musicale e culturale in quanto tale, come momento
prioritariamente formativo e solo
secondariamente aggregante.
Realtà di questo tipo necessitano
inevitabilmente di direttori competenti e preparati e, conseguentemente, in questi organismi si impone la necessità di applicare una metodologia che consenta il raggiungimento degli obbiettivi stabiliti.
Tutto ciò avviene nonostante la
contraddizione di un sistema sociale che preferisce non orientare verso una cultura del sapere e del conoscere, in nome di un mal interpretato senso della libertà, in favore
di una scelta qualunquista, superficiale, disimpegnata e, in ultima
analisi, schiava di un pensiero consumistico che privilegia tutto ciò
che è facile e immediato, con la
conseguenza del mancato impegno
al raggiungimento di minime competenze dell’individuo ad opera del
sistema educativo scolastico.
Se la scuola non vuole o non può
colmare questo vuoto culturale e,
nello specifico, di cultura musicale,
difficilmente alla persona sono dati
i mezzi indispensabili per desiderare di conoscere qualcosa in più: un
analfabeta che viva in un mondo in
cui tutti lo sono, non sentirà la necessità di imparare a leggere!
Quando le condizioni restano queste, coro e direttore si muovono,
convinti e inconsapevoli, in un ambito dove prevalgono presunzione e
ignoranza insieme… se il livello
culturale generale è così appiattito,
a cosa serviranno mai maestri competenti e metodi di studio?
Ci pare che oggi, nel nostro paese,
il mondo corale oscilli tra tutte queste diverse e forse antitetiche realtà;
tra povertà culturali indotte dal sistema, spinte innovatrici, tradizioni
radicate, curiose eccezioni: riteniamo questa premessa descrittiva doverosa per delineare l’ambito entro
il quale si svolge la nostra riflessione, da ciò si comprende che occor-
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rerà tempo perché si ridefiniscano
nuovi assetti ed esigenze anche in
merito allo sviluppo di metodologie
specifiche.
Se tuttavia, pur riconoscendo la
molteplicità delle situazioni in atto,
riteniamo di circoscrivere la nostra
attenzione ad una realtà corale in divenire, comunque orientata alla innovazione e alla crescita artistica,
dobbiamo riconoscere che premessa indispensabile di ogni ragionevole attività che voglia oltrepassare i
limiti di un’ amatorialità assai limitante è l’alfabetizzazione.
Occorre prendere atto che anche la
speranza di un recupero di repertori
desueti, ormai sempre meno vicini
alla sensibilità dei cantori, non può
che passare attraverso ad una riattualizzazione di tipo intellettualistico, come abbiamo spesso sostenuto
in altri interventi.
Il canto per imitazione non consente di sviluppare una reale capacità
analitica, limita la comprensione
del fatto musicale, rende difficile se
non impossibile l’apprendimento di
un repertorio appena poco più impegnativo sul piano della complessità strutturale, armonica e melodica, costringe ad un lavoro di apprendimento molto lungo e noioso
se confrontato alle possibilità offerte dalla lettura musicale...
L’utilizzo di un metodo o meglio di
una metodologia, intendendo con
questo la necessità di effettuare un
lavoro propedeutico all’ attività corale, non è solo consigliabile ma, a
nostro avviso, assolutamente indispensabile per arrivare alla formazione di un insieme corale che sia in
grado di affrontare in modo accettabile un qualsiasi repertorio.
Questo lavoro preliminare serve a
stabilire moduli comportamentali
condivisi, a far elaborare al gruppo
un linguaggio comune, per far prendere coscienza di essere un insieme
strutturato, per sviluppare la capacità di ascoltarsi criticamente…
Quindi, innanzi tutto, il problema, il
punto fondamentale, non è avere “il
metodo” ma, avere almeno “un metodo” e, soprattutto, saperlo poi attuare “con metodo”!
Ovvio che poi se oltre ad “un metodo” e ad un lavoro “con metodo” ci
si serve “del metodo” cioè di un
supporto valido e collaudato, i risultati possono avere del miracoloso!
Non basta possedere il metodo: occorrono anni per impadronirsi delle
corrette modalità di attuazione di
una particolare metodologia. Ogni
metodologia deve essere appresa
dalla viva voce di specialisti in grado di applicarla correttamente, non
possiamo che invitare i direttori di
coro interessati a non illudersi inoltre di potere con poche riflessioni
elaborare una personale metodologia ritenendola adatta al proprio coro. Occorre certamente considerare
attentamente la realtà nella quale si
opera, ma occorre con la stessa serietà considerare che determinati
percorsi didattici sono il frutto della
riflessione e della ricerca di una vita, ed è certo presuntuoso pensare di
elaborare “il proprio metodo” appiccicando assieme quattro concetti
mutuati da un libro all’altro! Quindi: estrema prudenza.
Uno degli ostacoli più seri che si
presentano al direttore nel proporre
un percorso di formazione (in particolar modo ad un coro già formato,
che già canta…) è costituito da una
sorta di resistenza passiva dei coristi, spesso spaventati all’idea di doversi sottoporre ad un difficile e impegnativo percorso di arida e sterile
formazione musicale di tradizionale
impostazione: “non dovremo mica
fare solfeggio!”, “io vengo qui per
divertirmi e non ho voglia di rimettermi a studiare!”.
Spesso, per incoraggiare i novelli
coristi o gli studenti iscritti ad un
corso di alfabetizzazione, sottolineiamo gli aspetti positivi della proposta: “Se cantate per imitazione, in
un anno potete apprendere 5/6 brani
corali di media difficoltà, ma gli anni successivi impiegherete lo stesso
tempo per imparare comunque lo
stesso numeri di brani; seguendo il
corso in un anno di lavoro potete
apprendere a leggere cantando, e a
partire dall’anno successivo la vostra capacità di lettura crescerà
esponenzialmente!”
Quando si parla di alfabetizzazione,
anche gli stessi direttori tendono a
sottovalutare il vantaggio in termine di intonazione individuale e collettiva che deriva, indirettamente,
dallo studio della lettura musicale,
soprattutto se effettuata con le metodologie mutuate dal Tonic Sol/Fa
System (citiamo, ad esempio, il
“Cantar Leggendo” di Roberto Goitre). Allo stesso modo si sottovaluta
il fondamentale apporto che tale
metodologia offre allo sviluppo della tecnica vocale, attraverso gli indispensabili esercizi di respirazione
e fonazione e al graduale e progressivo allargamento della tessitura vocale, determinata dalla stessa impostazione di fondo del metodo, che
prescrive l’apprendimento degli intervalli melodici svincolati dalla altezza assoluta dei suoni.
Non ci stancheremo di sottolineare i
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vantaggi derivanti da questa completa ed esaustiva impostazione metodologica, che caldamente invitiamo a sperimentare…
Nessun altro metodo di lettura cantata consente di sottolineare e rimarcare con la stessa intensità e attenzione l’intonazione, il tutto realizzato in modo immediato, semplice e graduale. Nessun’ altra metodologia consentirà ad una persona
che non abbia una pratica di lettura
musicale legata allo studio di uno
strumento, il conseguimento di una
reale autonomia di lettura cantata.
Una obiezione, spesso riportata a
proposito di questa metodologia, riguarda il problema di coloro che già
leggono con il “sistema tradizionale” (si osservi curiosamente che non
vi è problema contrario: cioè chi
legge con il “Do Mobile” non ha
difficoltà a servirsi del metodo “tradizionale”). È vero, questi coristi
devono impratichirsi della nuova
metodologia, ma osserviamo i vantaggi di questo lavoro: ciò consente
loro di apprendere un vero metodo
di lettura cantata (poiché è risaputo
che la più parte delle persone che
provengono dal un percorso di studi
tradizionali, anche professionaliz-
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zanti, di fatto non sono autonomi
sotto l’aspetto della lettura cantata);
il lavoro è comunque fondamentale
per tutti per quanto concerne la tecnica vocale, il miglioramento della
intonazione, l’uniformazione del
suono del gruppo e, soprattutto,
l’apprendimento di modalità comportamentali comuni alle quali si
faceva cenno sopra.
E su quest’ultimo aspetto intendiamo soffermarci: se un coro è per il
direttore uno strumento musicale
(per citare una metafora comunemente condivisa ) questo strumento
dovrà essere non come un pianoforte che si sia realizzato assemblando
il martelletto di uno strumento con
la corda di un altro e via di seguito
al punto che un tasto risponde ad un
tocco, il secondo ad un altro… occorre che lo strumento sia equilibrato e risponda in modo gradevole ed
uniforme. Solo un serio lavoro di
revisione (il metodo comune, per
l’appunto) assicurerà positivi risultati.
Se condividiamo anche soltanto
parte di questo scritto comprendiamo perché nel nostro paese, mancano oggi i supporti e gli strumenti
necessari affinché si possa realizza-
re in modo organico quel lavoro così necessario. Lo stesso “Cantar
Leggendo”, ad esempio, resta piuttosto un metodo di alfabetizzazione
corale, piuttosto che un metodo di
lavoro e studio per un coro già formato o in via di formazione e, se
quel metodo può ritenersi validamente utilizzabile per un eventuale
lavoro con un gruppo di adulti, risulta improprio per i giovani e inadatto ai bambini.
Sono quindi scarsi i contributi, anche per quanto riguarda le proposte
mirate allo sviluppo specifico della
tecnica vocale e corale (interessante
al proposito la recente pubblicazione di Feniarco: “il Respiro è già
Canto”, che riporta gli scritti del
compianto Fosco Corti). Dall’estero
abbiamo talvolta esempi e proposte
assai valide, come alcuni lavori di
Lars Edlund, che, però, appaiono
spesso troppo impegnativi per le
nostre formazioni corali amatoriali.
Possiamo allora auspicare che giovani e meno giovani direttori preparati contribuiscano, da oggi sempre
più, alla produzione di nuovi testi
mirati alle esigenze di questa nostra
nuova coralità da qualche tempo in
vertiginosa crescita?
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IL CANTO INTERATTIVO
E I MODELLI DELLA TRADIZIONE
POPOLARE ITALIANA
di Johannella Tafuri
Alcuni interrogativi
Là nella casetta, laggiù nel bosco
nero, c’era un cow boy che si chiamava
Piero...
È frequente, entrando in una Scuola dell’infanzia, sentir cantare questa canzoncina. I bambini sono generalmente seduti in cerchio e con qualche gesto sottolineano alcune parole della canzone.
Certamente nelle Scuole dell’infanzia il
canto è un’attività presente e gli insegnanti sono in genere convinti della sua
importanza e utilità (per esprimersi e comunicare attraverso il linguaggio musicale, svolgere un’attività di gruppo, far
emergere e controllare l’affettività e le
emozioni ecc.).
Non sappiamo però quanto gli insegnanti si interroghino sul modo d’insegnare i
canti, sulla scelta del repertorio e sulle
modalità esecutive. In questa sede ci occuperemo soprattutto del terzo aspetto e
in parte anche del secondo.
Forse stupirà l’idea che ci si debba interrogare sulle modalità esecutive: l’insegnante canta, i bambini seguono unendosi (più o meno) a lei, magari seduti in cerchio o facendo un girotondo. Non si fa
sempre così? Dov’è il problema?
Chiediamoci tuttavia se questo è il modo
migliore di cantare con bambini da 3 a 6
anni: è quello più attivo, più coinvolgente? Non potremmo rendere i bambini più
partecipi e favorire così un apprendimento più divertente e più efficace?
Ci stiamo interrogando sulle modalità
esecutive ma questo è allo stesso tempo
un problema di repertorio in quanto è lo
stesso canto, con la sua forma, le sue
strutture ritmico-melodiche e le sue parole che spesso dà dei suggerimenti.
Per rispondere alle precedenti domande,
cerchiamo indizi in diverse direzioni.
Interroghiamo innanzitutto la tradizione
popolare: nonni e genitori che intrattengono i bambini non si limitano a cantare
un serie di canzoni giusto per passare il
tempo, ma scelgono nel repertorio popolare canti per bambini che abbiano particolari caratteristiche.
Nella tradizione popolare, infatti, i canti
infantili contengono spesso giochi di parole, di movimento, di memorizzazione,
forme responsoriali ecc. Come dice l’etnomusicologo italiano Roberto Leydi
(1973), sono canti che hanno prima di
tutto una funzione didattica, cioè hanno
l’obiettivo di favorire una serie di apprendimenti: promuovono il coordinamento motorio attraverso le strutture musicali e le parole che suggeriscono determinati gesti, azioni e movimenti (Leydi
1973; Goitre, Seritti 1982); stimolano il
controllo delle emozioni; insegnano vocaboli, (per esempio i numeri, i nomi dei
giorni della settimana, dei mesi, degli
animali...), insegnano concetti ma anche
modelli ritmico-melodici; favoriscono la
conoscenza dei mestieri, di usi e costumi,
stimolano l’attenzione, la memoria ecc.
Propongono, per il fatto stesso di essere
cantati dai bambini, modelli di socializzazione attraverso un rituale che possiede
l’apparenza del divertimento. E in questa
tradizione dalle radici arcaiche, si inseriscono spesso i canti infantili recenti.
Tutte queste caratteristiche e funzioni
rendono attraente e coinvolgente il cantare, permettendo così ai bambini di appropriarsi del linguaggio musicale e di sviluppare quel controllo orecchio-voce necessario per imparare a intonare. Intonare significa infatti riprodurre correttamente i rapporti di altezza propri dei sistemi musicali di ogni cultura, quindi si
tratta di una capacità sostanzialmente
culturale, che non può essere perciò “innata”, e che si sviluppa nella prima infanzia (a meno che non ci siano deficit
neurologici) purché i bambini siano sufficientemente sollecitati e accompagnati
da adulti che cantano (Tafuri 2007).
Se cerchiamo in ambito pedagogico risposte ai nostri interrogativi iniziali, dei
suggerimenti interessanti ci vengono dalla pedagogia attiva, affermatasi agli inizi
del 20° secolo, il cui obiettivo era di promuovere un’educazione che mettesse al
centro il bambino, con i suoi bisogni e interessi personali e sociali, e che riconoscesse l’importanza della sua esperienza
concreta (Mottana 1990). Questo approccio pedagogico valorizza essenzialmente
la partecipazione attiva dei bambini e il
dare spazio alle loro idee e invenzioni.
Applicandolo al nostro caso diciamo allora non il bambino ‘per la musica’ ma la
musica ‘per il bambino’ e, pensando al
canto, troviamo in questo orientamento
pedagogico un invito a cercare delle modalità di cantare che permettano ai bambini di essere coinvolti in modo attivo e
creativo. Non passivi ‘ripetitori’ ma atti-
vi ‘esecutori’.
Infine, interroghiamo gli studi sulla natura del gioco. Si sa che i bambini devono
giocare, certo, e perché? Giusto per divertirsi? per passare il tempo?
Guardando alcuni degli studi più interessanti su questo tema (Roberts and SuttonSmith 1972; Bruner, Jolly and Sylva
1981; Stella 1993; Genovesi 1993), evidenziamo alcune caratteristiche essenziali: il gioco comporta ripetizione e variazione, sistematicità e spontaneità, fedeltà
alle regole e creatività, investimento simbolico e realismo, rischio e sicurezza. La
presenza di questi dualismi, favorisce la
libera scelta dei “giocatori”, ed è ciò che
costituisce la differenza essenziale tra il
gioco e il lavoro.
Anche i bambini hanno bisogno di avere
delle regole, di sperimentare dei vincoli
di vario tipo (cognitivo, motorio, ritmicomelodico ecc.) che li stimolino al superamento. Il rispetto delle regole nel canto
sta innanzitutto nella riproduzione corretta del ritmo e della melodia, ma c’è anche posto per la creatività, principalmente attraverso modalità esecutive diverse.
Il gioco favorisce tutto ciò permettendo
al contempo di sviluppare l’attenzione e
la concentrazione, così come la memoria
e la capacità di eleborare una grande
quantità di informazioni. Si tratta di capacità necessarie anche durante il canto il
quale richiede infatti di elaborare contemporaneamente la musica e le parole.
Ma il canto offre molte altre possibilità
che rientrano nelle categorie del gioco.
Se partiamo dal suggerimento di Bateson
(1984) di considerare il gioco come una
cornice per l’azione, ecco subito tante
idee: la forma del canto strofa/ritornello
mette in rilievo la presenza di ripetizione
e variazione e ciò può essere sottolineato
in tanti modi (solo/tutti; solo/pochi/tutti;
piano/forte; con/senza accompagnamento strumentale o anche solo battito delle
mani ecc.), ci si può divertire con l’invenzione di nuove strofe, la sostituzione
delle vocali con una sola ad ogni ripetizione, l’introduzione di silenzi in sostituzione di alcuni versi o semiversi, l’introduzione di intermezzi ritmico-melodici,
di gesti e movimenti, di accompagnamenti con l’uso del corpo o di strumenti,
ecc.
Ricordiamo inoltre che le storie contenute nei canti favoriscono sia l’investimen-
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to simbolico sia il confronto con situazioni reali.
Alla luce di tutte queste considerazioni
ecco prendere forma la categoria del canto interattivo, indicando con questa
espressione un modo di cantare che comporta una partecipazione attiva di vario
genere. Perché ciò sia possibile è necessario però un certo tipo di repertorio.
Vediamo alcune applicazioni concrete.
I modelli
della tradizione popolare
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Volendo illustrare diverse modalità che
possano dare spunti per un’attività ricca,
articolata e soprattutto coinvolgente, torniamo alla tradizione popolare e ai modelli che questa ci offre.
Ecco una possibile classificazione di
quei canti popolari e tradizionali che più
si prestano agli obiettivi indicati, fatta
sulla base delle parole e delle forme e
strutture musicali:
• canti cumulativi: ogni volta si aggiunge un nuovo elemento e si ripetono tutti quelli già nominati fino a quel momento; per es. Alla Fiera di Mastr’André;
• canti enumerativi: i versi o le strofe iniziano o contengono un numero che aumenta progressivamente, oppure i giorni della settimana, i mesi ecc.; per es.
Uno la signora la porta il bruno;
• canti con il riff: in ogni strofa, o in alcuni versi, vi è qualche parola o una
breve frase che si ripete come un ritornello incorporato; per es. La me nona
l’è vecchierella;
• canti con l’eco: alla fine di un verso
viene ripetuta una parola o alcune sillabe; per es. L’anatroccolo;
• canti a concatenazione: ogni verso comincia con l’ultima o le ultime parole
del verso precedente; per es. La donnina che semina il grano;
• canti con sostituzione motoria cumulativa: ad ogni ripetizione una parola viene sostituita da un gesto, eventualmente acompagnato da un suono; per es. La
macchina del capo;
• canti con azioni o situazioni che possono essere sostituite con altre e dar luogo così a nuove strofe; potremmo chiamarli “canti-cornice” nel senso che la
situazione che contengono può costituire uno schema, una cornice per numerose invenzioni; per es. C’era una
volta un papero;
• canti per movimenti e danze: il testo
suggerise alcune azioni da compiere,
per es. Maria Giulia, oppure girotondi
e danze; per es. Sorellina vuoi danzar.
A questo punto non ci resta che cercare
nel repertorio popolare e recente i canti
che meglio si adattano ad attività diverse
secondo i modelli evidenziati. Partendo
dai canti più conosciuti, come alcuni di
quelli qui esemplificati, ogni insegnante
potrà costruire, magari insieme a colleghe e colleghi , un suo “canzoniere”.
Un modello di scheda potrebbe aiutare
per dare ordine e permettere una facile
reperibilità: indicare per ogni canto la
categoria, il titolo, le parole ed eventual-
mente la musica, alcune indicazioni per
le modalità esecutive (che potranno arricchirsi nel tempo con l’esperienza ed
eventuali proposte dei bambini) e infine
la o le fonti presso le quali è possibile reperire il canto. Anche se i canti popolari
si tramandano “per tradizione orale” proprio perché appartengono al repertorio
popolare che è per sua natura “orale”,
esistono molte raccolte che permettono
di fissarli e fissarne anche versioni diverse secondo le regioni nelle quali sono
particolarmente diffusi. Le annotazioni
riguardo alle fonti sono particolarmente
utili se si vogliono confrontare versioni
diverse o se si vogliono comunicare ad
altri i canti preferiti.
In questo articolo mi limiterò a dare solo
le indicazioni necessarie perché coloro
che non conoscono i canti degli esempi
da me proposti possano reperirli se lo desiderano.
L’invito che rivolgo a tutti, comunque, è
quello di cercare nel repertorio che
ognuno conosce i modelli qui esemplificati, mettere in atto le modalità esecutive
proposte e arricchirle con ulteriori varianti frutto della capacità inventiva personale e soprattutto dei bambini.
Johannella Tafuri è Docente presso il Conservatorio di musica “G. B. Martini” di Bologna.
Il presente articolo è un'anticipazione di un capitolo che farà parte (con un repertorio diverso) del volume con CD che l’autrice ha in preparazione sul canto nella Scuola dell’infanzia e
che sarà pubblicato prossimamente dall’Editore Carocci.
Canti cumulativi
Titolo: Alla fiera di mastro André
Parole
Alla fiera di Mastr’Andrè
oggi ho comprato un tamburiello
turu tutùm lo tamburiello
Alamirè, alamirè,
alla fiera di Mastr’Andrè (2 v.)
Alla fiera di Mastro Andrè
oggi ho comprato un piffariello
piri pipì lo piffariello
turu tutùm lo tamburiello
Alamirè, alamirè,
alla fiera di Mastro Andrè (2 v.) ecc.
Modalità esecutive
In questo tipo di canti, dopo l’elemento
nuovo che compare a ogni strofa si ripetono a ritroso quelli già nominati nelle strofe
precedenti. Citiamo qualche altro esempio:
Verrà quel dì di lune, Pianta la fava, Nella
vecchia fattoria, Alla fiera dell’est ecc.
Questo tipo di canti si presta a interventi di
vario genere. Inizialmente i bambini possono ripetere il ritornello (Alamiré) dopo
l’insegnante dato che la canzone prevede
che si ripeta due volte.
Dopo la comparsa di 2-3 strumenti, i bambini avranno certamente colto la struttura
della canzone e potranno unirsi nella ripetizione degli strumenti già “comprati”, o
anche solo dell’imitazione del suono (turu
tutùm, piripipì...).
Dopo 4-5 strumenti i bambini possono essere sollecitati ad aggiungere altri strumenti: “che cosa ho comprato bambini?” e poi
a inventare l’onomatopea; supponiamo che
propongano la chitarra: “e come fa la chitarra? chi l’ha sentita?”. Se i bambini fanno più proposte, l’insegnante sceglierà
quella che riterrà più simile al suono dello
strumento.
Ripetere tutti gli strumenti via via nominati con la loro onomatopea sarà un bell’esercizio di memoria... anche per l’insegnante.
Le volte successive in cui lo si canterà si
può scegliere o la successione degli strumenti prevista dalla versione di partenza o
una successione stabilita dai bambini: fermarsi dopo “oggi ho comprato....” e guardare i bambini con aria invitante finché
qualcuno nomina uno strumento con cui
far proseguire la canzone.
Con questo canto è possibile anche aggiungere i gesti con cui mimare l’atto di suonare gli strumenti nominati. Si possono anche
“comprare” gli strumenti che i bambini
usano in classe (tamburello, legnetti, triangoli, maracas ecc.) così che li si può distribuire ai bambini e dir loro di suonarli nel
momento in cui vengono nominati.
Quando il canto è ben assimilato dalla maggioranza, assegnare gli strumenti a bambini
diversi: nel momento in cui lo strumento
viene nominato il bambino al quale è stato
assegnato canta la frase con l’imitazione
del suono e mima l’azione, oppure suona se
ce l’ha in mano. In questo modo l’esecuzione del canto è distribuita tra l’insegnante (1° verso), un bambino (2° verso), tutti
(strumenti rimanenti e ritornello).
Fonti
Canto molto conosciuto riportato in diverse
raccolte. Qui citiamo: Marcondirondirondello, Giunti, Firenze 1994 (contiene CD),
pp. 34-35.
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Canti enumerativi
Titolo: Uno la signora la porta il bruno
Parole
Uno, la signora la porta il bruno
perché il bianco ‘un lo può portar,
mira la dirondella mira la dirondà.
Due, la signora l’ha perso il bue,
non lo può più ritrovar,
mira la dirondella mira la dirondà.
Tre, la signora è più bella di te:
se ‘un ci credi facciam giudicar
mira la dirondella mira la dirondà. ecc.
Modalità esecutive
L’obiettivo dei canti enumerativi è l’apprendimento della successione di numeri,
mesi, giorni. Con i numeri la prima maniera di coinvolgere i bambini è quella di
farli contare con le dita: l’insegnante canta e, tenendo la mano alzata, indica il numero con le dita invitando i bambini a fare altrettanto. In questo modo imparano la
numerazione ma anche l’indipendenza
della dita..
Sul ritornello (Mira la dirondella...) si
possono battere le mani o suonare gli strumenti a percussione a tempo con la pulsazione. Se si vuole lavorare di più sulla successione dei numeri si cantano sempre in
ordine. Se si vuole lavorare di più sulla
quantità che il numero indica, si possono
cantare i numeri a salti (sempre indicandoli con le mani); la scelta può essere fatta dall’insegnante o da un bambino.
Dopo aver cantato più volte questo canto,
l’insegnante può lavorare sulla quantità
dicendo ai bambini che ogni volta che si
dice un numero si dovranno alzare in piedi e fare il giro all’esterno del cerchio tanti bambini quanti ne indica il numero. Sul
ritornello dovranno tornare al loro posto.
Secondo l’età dei bambini l’insegnante si
può fermare al 3 o al 5 o proseguire. Stabilisce chi è il primo bambino che si deve
alzare quando si canta “Uno...” e indica
gli altri che dovranno via via alzarsi con le
strofe successive (“Due...” il primo e il secondo; “Tre...” il primo, il secondo e il terzo e così via). I bambini si potranno aiutare nel formare il numero tenendosi per
mano. Quando il canto è ben conosciuto
da tutti, l’insegnante canta il numero e i
bambini che si alzano e fanno il giro cantano da soli la strofa; poi tutti si uniscono
al ritornello. In questo modo si realizza
l’alternanza solo / pochi / tutti (o solo / solo / tutti con il numero 1).
I testi di altri canti enumerativi suggeriscono anche altre azioni. Per es. in Tre
oche andavano a ber i bambini possono
alzarsi, come prima, in numero progressivamente maggiore, raggiungere un posto
preconcordato (la “fonte”) e ritornare al
posto uno per uno man mano che i numeri vanno diminuendo dato che è anche un
canto cumulativo.
Qui si può anche introdurre una variante
sull’andamento: iniziare la canzone lenta-
mente, con solennità, enfatizzando il numero, eseguire un punto coronato sulla parola “re” (cioè prolungare il suono a piacere) e nell’elencare i numeri a ritroso fare un accelerando, che potrà essere più
marcato e più divertente se si parte da numeri alti (nove oche, otto oche, sette oche,
sei oche ecc.).
Ricordiamo anche Verrà quel dì di lune
che insegna la successione dei giorni della
settimana e che, essendo anche cumulativo, invece di cumulare all’indietro gli elementi emersi, li fa cumulare in avanti, cioè
ricominciando sempre dal “ lune”.
Fonti
Del canto Uno, la signora la porta il bruno
circolano versioni abbastanza diverse dal
punto di vista melodico. Ne segnaliamo
due:
GIANNINI G. (a cura di), Scioglilingua, Indovinelli-Passerotti, ristampa a cura di E.
Seritti e D. Poli, Edizioni Polistampa, Firenze 2006 (con aggiunta delle trascrizioni
musicali; contiene CD), p. 120.
STACCIOLI G., RITSCHER P., Apriteci le porte, Lisciani & Giunti, Teramo 1988, (con
audiocassetta), pp. 80-81.
Tre oche andavano a ber lo si può trovare
nella raccolta citata prima Marcondirondirondello, pp. 20-21.
Per Verrà quel dì di lune preferisco la versione che si trova in GOITRE R., Cantar leggendo, Suvini Zerboni, Milano 1972, Scheda n. F-2.
Canti con sostituzione motoria
Titolo: La macchina del capo
Parole
La macchina del capo
ha un buco nella gomma (3 v.)
ripariamolo col chewing gum
Modalità esecutive
Questa strofetta, come altre con sostituzione motoria, dopo una prima esecuzione integrale, viene ripetuta tante volte
quante sono le parole che vengono taciute e sostituite con un gesto. Ad ogni ripetizione vi è una nuova sostituzione che si
aggiunge alle precedenti (che vengono
mantenute): 1ª esecuzione integrale, 2ª,
si sostituisce “macchina”; 3ª, si sostituiscono “macchina” e “capo”, 4ª, “macchina” , “capo” e “buco” e così via.
L’esecuzione tradizionale di questo canto prevede anche la produzione di un
suono insieme al gesto.
Proviamo a descriverla per coloro che
non la conoscono indicando la parola da
sostituire, il gesto e il suono:
esecuzione con il testo intero
sostituzione “macchina”: fare con le
mani il gesto di muovere velocemente
un volante e pronunciare “brrr”
sostituzione “capo”: portare la mano alla fronte come per il saluto militare e
pronunciare “m”
sostituzione “buco”: portare l’indice in
avanti come per fare un buco in una parete e pronunciare “psss”
sostituzione ”gomma”: descrivere con
l’indice un cerchio nell’aria e pronunciare “m-m-”
sostituzione “chewing gum”: immaginare di prendere dai denti un pezzetto di
gomma da masticare e tirarla in avanti e
indietro pronunciando “m-m-m-”
Altre canzoncine si prestano a giochi di
sostituzione motoria. Per es. in La barchetta in mezzo al mare si possono sostituire “barchetta”, “mare”, “caricare”,
“capitano”, “barba”, “fuma”.
Secondo l’età dei bambini e le caratteristiche della canzoncina si possono sostituire più o meno parole. Se i bambini
sono ancora piccolini, la sostituzione
può essere “preparata” eseguendo più
volte il canto con i gesti insieme alle parole che verranno poi taciute.
Questa modalità esecutiva è molto utile
per imparare a mantenere il tempo e riprendere la linea melodica dopo una
breve interruzione che non significa introdurre una pausa ma “saltare” un
frammento e riprendere a cantare dopo
la parte saltata. In questo modo i bambini sviluppano e rinforzano la memoria
uditiva. Lo si può fare anche con frammenti più lunghi, senza sostituzione
motoria, ma come gioco del canto “silenzioso”: un verso si canta forte e uno
pianissimo, tanto che non si sente, si vedono solo le labbra che pronunciano le
parole. Lo si può chiamare anche il gioco “della radio” e l’insegnante o un
bambino può fare il gesto di alzare e abbassare il volume. Naturalmente anche
se il volume è a zero e non si sente niente, la canzone... va avanti.
Fonti: Tradizione orale.
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Canti con il riff
Titolo: La me nona l’è vecchierella
Parole
La me nona l’è vecchierella
la me fa ciau
la me dis ciau
la me fa ciau ciau ciau
la me manda la funtanela
a tor l’acqua per desinar
Fontanela mi no ghe vago
la me fa ciau
la me dis ciau
la me fa ciau ciau ciau
Fontanela mi no ghe vago
perché l’acqua la me pol bagnar ecc.
Modalità esecutive
La lettura di questo testo avrà probabilmente richiamato alla memoria dei lettori
Bella ciao ed effettivamente questa rima
per gioco infantile, finalizzata al coordina-
mento del battito delle mani, costituisce,
secondo Roberto Leydi (1973), una “plausibile ascendenza” di Bella ciao sia perché
la melodia è uguale ( in questa versione
trentina) o simile (in un’altra versione
lombarda), sia perché giustifica il battito
delle mani sul “ciau”, estraneo alla nostra
tradizione, come dice Leydi.
Il vantaggio del riff, o ritornello incorporato, è quello di permettere un apprendimento veloce del frammento e quindi di
dare una possibilità d’intervento ai bambini quasi immediata.
Ecco dunque che la prima modalità esecutiva sarà quella di invitare i bambini a cantare il “ciau” battendo le mani e in questo
modo si realizza subito l’alternanza “solo/tutti”. Si possono anche formare due
gruppi, e farli alternare con i primi due
ciau per cantare insieme gli altri tre.
Successivamente il modo di battere le ma-
ni potrà cambiare: battere una volta le mani, poi una volta le mani sulle gionocchia
e poi 3 volte le mani, oppure battere le palme contro quelle del compagno ecc. Man
mano che i bambini acquisiscono un maggior controllo, l’insegnante, o gli stessi
bambini possono suggerire modalità diverse.
Altri esempi di riff li possiamo trovare in
canti molto conosciuti quali per esempio
La pecora nel bosco dove sia il “bum” sia
il “larillarillallero” hanno la funzione di
riff. Così in O che bel castello il termine
“marcondirondirondella” è incorporato al
verso e quindi più che un ritornello è un
riff.
dell’eco senza dover aspettare di memorizzare parole o frasi. Il modo migliore
per sollecitare i bambini a intervenire,
dopo aver cantato la canzoncina 2-3
volte è quello di fermarsi prima dell’eco
e aspettare che i bambini (almeno coloro che lo desiderino) lo cantino. Nell’esempio qui proposto l’eco è ripetuto due
volte, per cui le prime volte ci si può
fermare dopo il primo “occolo” e aspettare che i bambini cantino la seconda ripetizione. Successivamente ci si fermerà prima di entrambe.
L’effetto “eco” può essere enfatizzato
invitando i bambini a cantarlo piano e a
portare la mano all’orecchio come se
l’eco arrivasse da lontano.
Anche qui si stabilisce l’alternanza “solo/tutti” e anche in questo caso si possono formare due gruppi e rivolgersi per
l’eco ora all’uno, ora all’altro.
La presenza dell’eco è simile a quella
del riff ma in questo caso non ci sono
parole da ricordare.
Un caso interessante è Nella vecchia
fattoria dove il frammento “ia ia oh” si
presenta come eco di “fattoria” e “Tobia” nella prima strofa ma non cambia
nelle strofe successive trasformandosi
così in riff.
Fonti
LEYDI R., I canti popolari italiani, Mondadori, Verona 1973, pp. 52-53.
Canti con l’eco
Titolo: L’anatroccolo
Parole
L’anatroccolo, occolo...occolo
nel viottolo, ottolo ... ottolo ecc.
ben contento, ben contento
ben contento se ne va
qua qua, qua qua, qua qua, qua qua
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Va nel lago, ago ago
a nuotare, are are
e si becca, e si becca
e si becca i pesciolin
qua qua, qua qua, qua qua, qua qua ecc.
Modalità esecutive
Con i canti di questo tipo i bambini si
possono facilmente unire nel momento
Fonti: Tradizione orale.
Canti con azioni o situazioni sostituibili
Titolo: C’era una volta un papero
Parole
C’era una volta un papero
vestito di pelle di bufalo
faceva ballar le piattole
sull’uscio di dindirindé
Allez-vous danser a la moda alla bracé
(2 v.)
Modalità esecutive
Quando i canti presentano un avvenimento semplice e concluso, questo si
presta ad essere cambiato e quindi si
possono inventare altre strofe con il
cambiamento di uno o più elementi. Si
può cambiare solo il soggetto e coinvolgere i bambini inserendoli nella storia.
Per es. C’era una volta Chiara... e la
canzone prosegue come prima. Oppure
si può cambiare anche la situazione, in
questo caso il vestito e infine anche l’azione di ballare; per es.
C’era una volta Chiara
vestita di petali di rosa
faceva la smorfiosa
sull’uscio di Dindirindé.
Qui si tratta prima di tutto di sollecitare
la capacità linguistica dei bambini, tanto più se si cercano anche le rime, ma è
in gioco anche una capacità musicale
perché è necessario rispettare la struttura ritmica e melodica della frase.
È opportuno, in questo caso, che il ritornello venga ripetuto sempre uguale
(Allez vous danser alla moda alla
bracé): è la soddisfazione e in un certo
senso la rassicurazione prodotta dal ritorno dell’elemento familiare (cioè dalla ripetizione).
All’inizio i cambiamenti li propone l’insegnante ma poi solleciterà i bambini a
inventare nuove strofe. La ripetizione e
la variazione tengono desta l’attenzione
dei bimbi, il cambio del nome li fa sen-
tire a turno protagonisti, l’adattamento
del terzo verso li fa entrare nel gioco
delle rime.
Il ritornello si presta ad essere accompagnato con strumenti a percussione: i
bambini si possono sincronizzare tutti
insieme con tutte le pulsazioni, oppure,
dopo aver formato due gruppi e aver distribuito strumenti diversi (tamburelli a
un gruppo e legnetti a un altro) l’insegnante può far alternare due pulsazioni
per uno (risultato: pum pum toc toc),
oppure il gruppo con i tamburelli suona
la prima ma non la seconda pulsazione,
mentre quello con i legnetti le suona tutte e due (risultato: pum—toc toc).
Fonti
GOITRE R., SERITTI E., Canti per giocare,
Suvini Zerboni, Milano 1982, (con audiocassetta).
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Canti a concatenazione
Titolo: La donnina che semina il grano
Parole
La donnina che semina il grano
volta la carta si vede il villano
Il villano che zappa la terra
volta la carta si vede la guerra
È la guerra con tanti soldati
volta la carta si vede i malati ecc.
Modalità esecutive
La caratteristica di questo tipo di canti è
la ripetizione della parola del verso precedente all’inizio del verso seguente.
Come utilizzarla?
Innanzitutto, poiché la ripetizione favorisce la memorizzazione, dopo aver
cantato alcune volte le prime 4-5 strofe,
l’insegnante può ricominciare il canto e
fermarsi prima di “villano” per lasciarlo
cantare ai bambini; poi riprende la strofa successiva. La fermata prima della
parola chiave può essere preceduta da
un piccolo rallentando che richiama
l’attenzione dei bambini e li prepara a
cantare la parola mancante.
Un’altra modalità esecutiva è quella di
formare due gruppi e di farli alternare
ad ogni strofa. La parola concatenante
facilita il ricordo della strofa successiva, infatti nei canti con tante strofe uno
dei problemi è proprio quello di ricordarne la successione.
Quando il canto è assimilato bene, nell’esecuzione a gruppi alternati ogni
gruppo può sostituire la parola concatenante alla fine del verso con un battito
di mani mettendo così alla prova la memoria dell’altro gruppo che deve partire
con la strofa successiva.
Le ripetizioni del canto ai fini dell’apprendimento possono avvenire anche
facendo un girotondo e ogni volta che il
canto dice “volta la carta” i bambini si
girano dalla parte opposta e cambiano
direzione del girotondo
Fonti
STACCIOLI G., RITSCHER P., Apriteci le porte, Lisciani & Giunti, Teramo 1988 (con
audiocassetta), p. 47.
Una versione simile è in GIANNINI G. (op.
cit.), p. 108.
Canti per gesti, movimenti e danze
Titolo: Maria Giulia
Parole
Maria Giulia da dove sei passata?
Alza gli occhi al cielo!
Fai un salto! Fanne un altro!
Cavati il cappelletto! Fai la riverenza!
All’insù, all’ingiù,
dai un bacino a chi vuoi tu!
Titolo: Sorellina vuoi danzar
Parole
Sorellina vuoi danzar,
io le mani ti vo’ dar.
Or di qua, or di là ed in giro trallallà (2. v.)
Così bene sai danzar,
chi poteva immaginar.
Or di qua, or di là ed in giro trallallà (2. v.)
Sorellina ripetiam,
alla fine ci inchiniam.
Or di qua, or di là ed in giro trallallà (2. v.)
Modalità esecutive
Qui vogliamo dare dei suggerimenti
sulla partecipazione del corpo nel canto,
sia con i canti mimati sia con i canti in
movimento (girotondi e danze). Si tratta di attività che favoriscono lo sviluppo
del coordinamento motorio e delle capacità ritmico-metriche.
Se è vero che per mimare un canto si
possono inventare facilmente gesti e
movimenti, è anche vero che ci sono dei
canti i cui testi indicano delle azioni da
compiere o che sono fatti apposta per il
coordinamento motorio.
Riguardo ai canti mimati, lasciamo libertà alla fantasia delle educatrici e...
dei bambini. Invece, il canto qui proposto, Maria Giulia (piuttosto simile a La
bella lavanderina) contiene inviti espliciti a compiere determinate azioni. In
questo, come in altri canti, la melodia è
giocata solo su quelle tre note (sol, la,
mi) che sono considerate come la prima
espansione dell’intervallo “originario”
(sol mi), quindi un modulo effettivamente molto facile.
I bambini possono eseguire la canzone
facendo tutti insieme i gesti richiesti,
oppure possono farli uno per volta,
chiamati a turno dall’insegnante (invece
di “Maria Giulia” cantare il nome del
bambino che si vuole chiamare); in questo caso possono restare al loro posto o
andare al centro del cerchio. Il canto
sarà sostenuto dagli altri bambini dato
che chi è al centro dell’attenzione sarà
molto impegnato con i gesti.
Sono molti i canti di questo tipo, soprattutto quelli che richiedono l’uso delle
mani. Alcuni possono essere prolungti a
piacere invitando i bambini a battere altre parti del corpo (i piedi, i gomiti, i pugni ecc.). Solo per citarne alcuni:
Batti batti le manine che stasera viene
papà ecc.
Batti batti le tue manine, gira gira il
mulinello ecc.
Ecco qua le mie manine, son sparite e
non ci sono più ecc.
Appare una manina, si mette a ballare,
si apre, si chiude e poi se ne va.
Quando i bambini sono impegnati nel
fare i gesti, come abbiamo detto quasi
non cantano ma se i gesti li fa un solo
bambino, gli altri si sentiranno molto
impegnati a dirgli cantando che cosa deve fare. Quando il canto è ben assimilato, i bambini possono rivolgersi al compagno che fa i gesti cantando un verso
per uno. Questi suggerimenti valgono
anche per quei canti che accompagnano
girotondi e piccole danze come Sorellina vuoi danzar, con cui basta seguire
ciò che le parole invitano a fare, sempre
però con alcuni margini di libera scelta.
Poiché questa canzone richiede che si
formino delle coppie, può diventare utile nel momento in cui i bambini cominciano a imparare a interagire tra loro e,
se fanno ancora fatica a mantenere una
disposizione in cerchio, possono essere
collocati su due file frontali. Formano le
coppie avvicinandosi e prendendosi con
le due mani durante il canto dei primi
due versi e poi eseguono ciò che il canto richiede: or di qua, or di là, un passo
laterale a destra, un passo laterale a sinistra; ed in giro trallallà, mezzo giro
tenendosi per mano così da scambiarsi
di posto; si ripete la frase con i movimenti e si ritorna al posto di prima con
un altro mezzo giro.
Fonti
Maria Giulia, in GIANNINI G. (a cura di),
Scioglilingua, Indovinelli-Passerotti, ristampa a cura di E. Seritti e D. Poli, Edizioni Polistampa, Firenze 2006 (con aggiunta delle trascrizioni musicali; contiene
CD), p. 120.
Sorellina vuoi danzar, in SCHINELLI A.,
Nuovissimo canzoniere italiano, Signorelli,
Milano 1968, p. 23.
Bibliografia
BATESON G., Mente e natura, un’unità necessaria, Adelphi, Milano 1984; BRUNER J. S.,
JOLLY A., SYLVA K., Il gioco, Armando, Roma
1981; GENOVESI G., Gioco e educazione: riflessioni sul ludico quale avventura della
mente, Musicascuola, 33, 1993, pp. 24-33;
GOITRE R., SERITTI E., Canti per giocare, Su-
vini Zerboni, Milano 1982; LEYDI R., I canti
popolari italiani, Mondadori, Milano 1973;
MOTTANA P., Metodi e tecniche in educazione,
in R. Massa (Ed.), Istituzioni di pedagogia e
scienze dell’educazione., Laterza, Roma-Bari
1992, pp. 447-560; STELLA G., Gioco e processi cognitivi, Musicascuola, 33, 1993, pp.
21-24; ROBERTS J., SUTTON-SMITH B., Child
training and game involvement, Ethnology, 1,
1962, pp. 166-185; TAFURI J., Interactive
songs for children, in A. Herbst, Emerging solutions for musical arts education in Africa,
PASMAE, Cape Town (SA) 2005; TAFURI J.,
Nascere musicali, E.D.T., Torino 2007.
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ORAZIO VECCHI, POETA
E CANTORE DELLA SUA TERRA
ORAZIO VECCHI (MODENA 1550 – 1605)
di Giovanni Torre
C
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ompositore prolifico ed
eclettico, Orazio Vecchi è ricordato soprattutto per il
contributo dato all’ultima radiosa stagione del secolo della polifonia vocale. Più in particolare, risale al 1590
l’anno in cui Vecchi, dando alle stampe la prima della sue quattro raccolte
capolavoro, la Selva di varia ricreatione,1 si avvia a dar seguito a un importante momento di svolta del suo
percorso artistico. Se esaminata in
rapporto al contesto storico in cui avviene, questa stessa svolta assume
una valenza ancora più rilevante. Infatti, il contenuto poetico e musicale
della raccolta riassume in sé tutti gli
aspetti che allo scadere del secolo
hanno caratterizzato il processo di fusione ideale avvenuto fra le forme
espressive del madrigale d’estrazione
cortigiana, ormai entrate in una fase
calante di manierismo accademico, e
il movimento artistico che si serviva
dell’arte semplice della tradizione
popolare, delle espressioni dialettali,
dei vari linguaggi, del mondo improvvisato, scherzoso, frizzante, festoso dei cantastorie e della coeva
Commedia dell’arte. Questa fusione
ha visto l’affermarsi, appunto sul finire del 1500, della felice, anche se
breve, esperienza del madrigale rappresentativo o dialogico, e della commedia madrigalesca.2
Già il titolo, Selva di varia ricreatione, è indicativo dell’indirizzo intrapreso dal compositore. Indirizzo che
viene più ampiamente illustrato nella
dedica con cui l’Autore stesso ne
chiarisce il significato, spiegando le
ragioni che lo hanno spinto a comporre e a raccogliere, in un unico volume, brani musicali che appartenevano a tutti i generi di polifonia vocale dell’epoca:
«Selva dico dunque per non seguire
in essa un filo continuato, così veggiamo nelle Selve gli arbori posti
senza quell’ordine che negli artificiosi giardini veder si suole. […] A questa voce SELVA aggiungo poi di RICREATIONE, perché si come in una
Selva vi si mirano varietà d’herbe, e
di piante porgere ai riguardanti tanto
diletto, così debba la varietà dell’harmonie sparsa fra questi miei canti
sembrare una SELVA. Et havendo altresì giunto in uno lo stil serio col famigliare, il grave col faceto, e col
danzevole, dovrà nascerne quella varietà, di che tanto il mondo gode».
A partire dalla Selva, e proseguendo
in tutti gli altri capolavori dati alle
stampe negli anni successivi (Amfiparnaso e Convito musicale nel
1597, Le Veglie di Siena nel 1604),
l’Autore continuerà a professare nelle dedicatorie e nelle lettere ai lettori,
in maniera quasi ossessiva, la sua vocazione alla mescolanza dei generi, e
la sua simpatia per le forme leggere e
popolaresche.
Nella dedica della Selva (1590), si
legge: «So bene che per aventura, al-
Orazio Vecchi
cuni potrebbono al primo incontro,
questi miei Capricci, bassi e leggieri
stimare, ma sappino questi che altro
tanto di gratia, d’arte, e di natura ci
vuole a far bene una parte ridicola in
Comedia, quanto a fare un vecchio
prudente e savio».
Nella lettera ai lettori dell’Amfiparnaso (1597): «Conchiudo pertanto,
ch’io non ho composto questo mio
Amfiparnaso ne per gli indotti temerari, ne per li dotti severi, perché
quelli non intendono, et questi non
degnano».
Nella lettera ai lettori del Convito
(1597): «Fra gli huomini però discreti si loda un Convito semplice, e famigliare, come molto più atto a rasse-
1 Prima del 1590, Orazio Vecchi aveva già dato alle stampe quattro libri di Canzonette a quattro voci (di cui due pubblicati nel 1580, e gli altri
due, rispettivamente, nel 1585 e nel 1590), e un libro di Canzonette a sei voci (1587); un sesto libro di Canzonette a tre voci verrà stampato nel
1597. A loro volta, nel 1583 e nel 1589 risultano pubblicati, rispettivamente, un primo libro di Madrigali a sei voci e un secondo libro di Madrigali a cinque voci. Nella produzione artistica del Maestro vanno annoverate anche le opere di musica sacra: Lamentationes cum 4 paribus
vocibus (1587); Motecta 4-6 & 8 vocibus. Nunc primum in lucem edita (1590); Sacrarum cantionum 5-8 vocibus. Liber secundus (1597); Hymni qui per totum annum in Ecclesia Romana concinuntur, partim brevi stilo super plano cantu, partim propio marte....nuper elaborati. Cum 4
vocibus (1604); Missarum 6&8 vocibus, Liber primus. Per Paulum Bravusium mutinensem ejus discipulum amantissimum nunc primum in lucem editus (1607). A questi, si devono aggiungere madrigali e composizioni sacre che figurano in diverse raccolte e antologie dell’epoca: cfr.
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nerare gli spiriti, di quello, che per soverchie vivande, il ventre dell’udito si
riempie, e non si satia».
In maniera ancora più esplicita, nella
dedicatoria delle Canzonette a 3
(1597): «et se bene così fatti scherzi
[…] non apportino come i componimenti gravi gran fatica di mente, possono non dimeno rappresentare
grand’ossequio di core […] lasciando
andare che così fatto stile come qual si
voglia altro più umile, à tempo, et
commodo recitato, hà stimato, e riguardevol loco nel theatro dell’udito».
Per concludere con la continuità d’intenti rivendicata, a distanza di quattordici anni dalla pubblicazione della
Selva, nella lettera ai lettori delle Veglie di Siena (1604): «Dunque non
paia meraviglia, s’io vado hor con le
SELVE, hor co’ i CONVITI, hor con
le COMEDIE, et ultimamente con le
VEGLIE DI SIENA adhescando gli
altrui gusti con l’hamo della varietà,
et con la rete dell’inventioni; schifando di non darmi tutto ad una forma sola, con la quale senza dubbio potrei
piacere a pochi».
La produzione profana di Orazio Vecchi dell’ultimo scorcio del XVI secolo è in realtà un esempio fra i più qualificati di un esercizio tutto intellettuale che mirava a unire in forma di contrasto il “grave” e il “faceto”, la raffinatezza dell’arte colta e l’artificiosa
spontaneità villana, in questo sollecitato dalla realtà sociale e culturale in
cui esso nasce e si sviluppa. È infatti
la corte, e sono le dimore signorili i
luoghi ideali per realizzare il messaggio proprio del madrigale drammatico, questo espresso all’insegna del diletto, del “vivi felice”, della rappresentazione dei diversi umori, dei diversi linguaggi del mondo. Ma tutto
ciò non toglie importanza alla fonte
dalla quale la parte più convincente
di questo messaggio prende origine e
ispirazione: la cultura popolare dell’epoca, nelle sue più varie articolazioni espressive.
Ed è proprio una valutazione più approfondita di questo aspetto che ci
può aiutare a comprendere lo spirito
che anima la produzione poetica e
musicale profana di Orazio Vecchi,
soprattutto di quella degli ultimi
quindici anni della sua vita.
Nato a Modena nel mese di dicembre
del 1550, Orazio Vecchi ha ricevuto
la sua educazione religiosa presso i
padri benedettini di S. Pietro in Modena, e quella musicale sotto la guida
del monaco servita Salvatore Essenga. Siena, dove figura al seguito dello stesso suo maestro Essenga, Bergamo (1577), a sua volta al seguito
del conte Rangoni, e Brescia (1578),
sono le località in cui soggiorna per
brevi periodi prima di stabilirsi a Salò
quale maestro di cappella del duomo
(1581-1584).
Nel 1583 viene nominato direttore
della cappella del duomo di Modena,
carica che occuperà soltanto nel
1584.
Attratto da migliori condizioni finanziarie, che gli permettevano di provvedere meglio al sostentamento della
sua famiglia, colpita nel frattempo da
varie calamità, Vecchi si trasferisce
nel 1586 a Reggio Emilia e nello
stesso anno a Correggio, dove ottiene
un canonicato nella Collegiata della
città. In questa città rimane sette lunghi anni durante i quali la sua attività
di compositore sia di musica sacra
che profana risulta assai intensa.
Sempre durante la sua permanenza a
Correggio (1590) egli riceve l’incarico, insieme a Giovanni Gabrieli e a
Il duomo di Modena
Lodovico Balbi, di rivedere il Graduale Romano, che verrà pubblicato
l’anno seguente.
Mortogli il padre nel 1592, Vecchi
rientra a Modena dove, nel 1593, riprende la direzione della cappella del
duomo, di cui nel 1596 diviene
«mansionario»; mansione che il Maestro modenese continuerà a ricoprire
fino al 1604, quando, in seguito a una
sua disobbedienza all’ordine del vescovo di rinunciare all’insegnamento
della musica alle monache, viene sospeso dalla carica. Secondo voci riprese da un cronista dell’epoca, l’offesa subita portò il Vecchi ad ammalarsi e a morire, dopo pochi mesi, di
crepacuore. Ciò avvenne nella notte
F. Piperno, Gli «Eccellentissimi musici della città di Bologna». Con uno studio sull’antologia madrigalistica del Cinquecento, Firenze, Leo. S.
Olschki, 1985, pp. 1-40.
2 Del movimento, hanno fatto anche parte: Alessandro Striggio (ca. 1535-87), con Il cicalamento delle donne al bucato (1567); Giovanni Croce
(ca. 1557-1609), con le Mascarate piacevoli et ridicolose per il carnevale a 4-8 voci (1590) e con la Triaca musicale nella quale vi sono diversi capricci a 4-7 voci (1595); Adriano Banchieri (1568-1634), il più felice imitatore e prosecutore del modello vecchiano, con opere quali
La pazzia senile (1598), Il zabaione musicale (1604), La barca di Venetia per Padova (1605), Il festino nella sera del Giovedì grasso avanti
cena (1608), La saviezza giovanile (1615).
3 Biolca: antica misura agraria di superficie (nel modenese ca. 2836 m2), ancora in uso in Emilia.
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fra il 19 e il 20 febbraio del 1605.
In quegli stessi anni, e più precisamente a partire dal 1598, anno del
trasferimento della capitale estense a
Modena a causa della devoluzione di
Ferrara allo stato vaticano, Orazio
Vecchi ha modo di frequentare, come
maestro di cappella, la corte ducale di
Cesare d’Este, e di svolgere il ruolo
di maestro di musica dei principini.
Nel 1600 risulta al seguito del cardinale Alessandro d’Este a Roma. Nello stesso anno assiste a Firenze alla
rappresentazione dell’Euridice del
Peri. Sempre in quegli anni, nel 1601,
a causa dei suoi problemi di salute,
deve rifiutare la nomina a successore
di Philippus de Monte alla corte viennese dell’imperatore Rodolfo II.
Tutti questi aspetti della vita del compositore modenese, pur riportati in
forma molto schematica e riassuntiva, sono sufficienti per comprendere
come, a differenza dei maggiori compositori di musica profana suoi contemporanei, Orazio Vecchi non sia
stato musicista di corte, ma abbia
operato per la maggior parte della sua
esistenza in terre di provincia e di
confine, di poco peso nella vita politica e culturale dei ducati ai quali appartenevano.
Degli anni trascorsi a Correggio, dove, come detto, era stato chiamato a
ricoprire il ruolo di canonico della locale Collegiata di S. Quirino, studi
recenti hanno portato alla luce alcuni
aspetti particolarmente interessanti.
Risulta infatti che nella veste di canonico egli poteva usufruire di molto
tempo libero, perché, oltre all’obbligo della residenza, l’unico suo dovere era quello della recita quotidiana
dell’ufficio divino. E ancora, sempre
in qualità di canonico poteva godere
della rendita di una tenuta agricola di
72 «biolche»,3 che affittava ai mezzadri e agli agricoltori del posto.4 A mio
parere, considerato il personaggio,
queste informazioni rivestono un interesse non trascurabile nella più generale biografia del Nostro, perché ci
documentano un settennato vissuto
da Vecchi a stretto contatto anche con
i rappresentanti del mondo e della
cultura contadina e paesana della piccola città che lo ospitava.5 Di quella
cultura, cioè, che dimostrava di pre-
ferire nei suoi messaggi poetici e nelle sue proposte musicali.6
Per altra via, sappiamo dallo stesso
Vecchi quale fosse il tenore di vita
che conduceva, e quali fossero gli
ambienti che era solito frequentare in
quella comunità paesana. Infatti, in
un Capitolo autobiografico di 116
terzine endecasillabili,7 scritto in occasione delle celebrazioni di Sassuolo per il matrimonio di Marco Pio con
Clelia Farnese,8 a cui aveva preso
parte di persona, il poeta Vecchi non
si limita a riferire a un’allegra brigata
di amici «bramosi / d’intendere chi
andò, chi stè, chi venne / costì alle
nozze di sì illustri sposi», tutto quello
che aveva visto. Approfittando delle
insinuazioni dei presenti sui lauti proventi che gli derivavano dal suo canonicato, egli si dilunga anche a parlare di se stesso e della sua filosofia
di vita. Ne risulta un simpatico quadretto di vita paesana da cui si deduce che il luogo dell’incontro della
compagnia doveva essere un’osteria
del posto,9 e che della brigata facevano parte personaggi come il «Paesan»,10 il «Falloppia», il «Braida, te-
16
4 Notizie riportate da Sauro Rodolfi in una comunicazione dal titolo: Dignissimus canonicus, eximius musicus - Orazio Vecchi a Correggio (1586
– 1593), tenuta al Convegno Internazionale di Studi nel IV centenario della morte di Orazio Vecchi, «Il Theatro dell’Udito, Quarto Centenario
della morte», Modena, 29 Settembre–1 Ottobre 2005. Gli atti del Convegno, a cura dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Modena, sono
in corso di stampa
5 Non altrettanto chiari sono, al momento, i rapporti di Orazio Vecchi con i membri della Corte dei Da Correggio. Questo casato che fin dall’anno
mille governava la piccola contea di Correggio, all’epoca di Vecchi cercava di emulare Mantova, Venezia e Ferrara, ed era un polo di attrazione della vita politica e sociale del territorio, sede di una attività diplomatica e culturale di tutto rilievo. Vi furono ospiti, fra gli altri, Ludovico
il Moro, l’Ariosto, il Bembo, il Molza, il Tasso. Gli stessi esponenti locali della politica e della cultura furono di altissimo livello: fra questi,
Claudio Merulo e Antonio Allegri.
6 Sulle relazioni intercorse fra l’arte colta di Orazio Vecchi e la produzione popolare della seconda metà del cinquecento modenese, cfr. M. Conati, Theatro dell’udito. Appunti su Orazio Vecchi e il suo tempo, in «Ricerche Musicali», 1978; F. Vatielli, Canzonieri Musicali del Cinquecento, in «Arte e vita musicale a Bologna», Forni Editore, Bologna, Ristampa anastatica, 1927, pp. 1-56; G. Torre, Orazio Vecchi: il madrigale drammatico e i canti di tradizione orale, in «FARCORO», quadrimestrale dell’AERCO, vol. 1-2, 1995, pp. 12-30; G. Torre, Rapporto fra
canto popolare e i compositori A. Banchieri e O. Vecchi, in «FARCORO», quadrimestrale dell’AERCO, vol. 1, 1998, pp. 6-24; G. Torre, La
musica popolaresca del cinquecento emiliano e la sua esecuzione in forma corale, in «I quaderni di diapason», Associazione Cori della Toscana, supplemento a «Diapason», n. 42/43, 1998, pp.17-39.
7 Il capitolo autobiografico di Orazio Vecchi è conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna; esso è stato pubblicato interamente da Lodovico Frati ed., Rime inedite del cinquecento, Bologna, Romagnoli-Dall’Acqua, 1918, pp. 178-187, ed è anche integralmente riportato da Armando e Paola Torelli in: Orazio Vecchi (1550-1605) Poetica musicale, Modena, Cooperativa tipografica editrice, 1969, pp. 89-101.
8 Celebrato nell’Autunno del 1587 nella principesca villa Farnese di Caprarola.
9 Nella centododicesima terzina del Capitolo autobiografico Vecchi si rivolge espressamente al personaggio dell’oste: «Oh fate il conto un poco, o messer hoste».
10 Si tratta del poeta dialettale Ippolito Pincetti (1531 – 1595) detto «Il Pincetta» che era solito firmarsi «Al Paisan da Modna»; cfr., Giuseppe
Trenti, Al Paisan da Modna, Modena, Aedes Muratoriana, 1976; Gian Carlo Montanari, Ippolito Pincetti, nobile di Magreta, Quaderni Formiginesi, Serie II, Anno XII, n. 24, pp. 119-129; e il volume Canti Popolari; la tradizione fra parole e musica in area Geminiana, curato da Giuseppe di Genova e Gian Carlo Montanari, Edizioni il Fiorino, Modena 1999, pp. 13-17.
11 Con ogni probabilità è lo stesso personaggio per il quale Vecchi avrebbe cantato una sua composizione andata persa, dal titolo Lodi della gatta del Sig. Borso Merli da Correggio, e di cui fa cenno Tiraboschi. Cfr. G. Tiraboschi, Biblioteca modenese o notizia delle vite e delle opere
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ston si sodo», il «Signor Borso»;11
cioè, verosimilmente, gli spiriti più
bizzarri del posto, come si conviene a
qualsiasi frequentatore di osteria che
si rispetti. L’immagine di Orazio Vecchi tratteggiata nel Capitolo autobiografico è il ritratto di un personaggio
che amava la buona cucina della tradizione contadina e le allegre compagnie di popolani in festa.
E non certo minore deve essere stata
su Vecchi l’influenza che gli veniva
dalla Modena dell’epoca. Cioè, da
una città di provincia del ducato ferrarese che le cronache descrivono gelosa delle sue radici popolari, coltivate dalla cittadinanza tutta, in contrapposizione a quelle proprie della vita
di corte. Si trattava soprattutto di feste in maschera, di spettacoli di arte
varia in cui il ruolo prevalente era affidato ai comici della commedia dell’arte, di manifestazioni che si svolgevano nella meravigliosa Piazza
grande di Modena,12 vero «theatro del
mondo»,13 in cui erano soliti esibirsi i
più bizzarri umori, si potevano udire
i più scoppiettanti linguaggi, si veniva a contatto dei più variegati mestie-
ri.14 Una città che un altro modenese
verace, quasi coetaneo del Vecchi,
Alessandro Tassoni (1565-1635), fa
descrivere a Bacco nel 2° canto della
Secchia Rapita come: « La città ch’ognor vive in feste e canti, / fra maschere e tornei, per onorarmi, / ch’ha
si dolce liquor, ….»
Sono stati dunque questi gli ambienti
che hanno maggiormente influenzato
il percorso artistico più significativo
di Orazio Vecchi. Un percorso che
l’Artista non ha voluto abbandonare
nemmeno quando, ormai negli ultimi
anni della sua vita, a seguito del trasferimento a Modena del ducato
estense, si è trovato, come più sopra
accennato, a più stretto contatto con
la vita di corte. Anche allora, egli ha
continuato a «variare et ischerzare
con tutti i generi della musica»,15 attingendo motivo di ispirazione dall’universo delle tradizioni popolari
della sua terra, e contribuendo con
ciò a consegnare ai posteri un modello artistico ancora godibile e di grande attualità.
La Selva di varia ricreatione, raccolta da cui ha preso l’avvio questo mio
intervento, si presta in maniera particolare a questi fini. Questa raccolta,
infatti, rispetto alle altre opere maggiori, ha indubbiamente un fascino
tutto particolare. Il fascino della primizia selvatica di 47 frutti che pur
non risultando composti con un preciso piano unificatore, come invece avverrà in seguito con l’Amfiparnaso e
con Le Veglie di Siena, di queste mostrano importanti esempi anticipatori.16 Come recita lo stesso frontespizio, nella «Selva… si contengono Varij Soggetti, A 3, à 4, à 5, à 6, à 7, à 8,
à 9, & à 10 voci, cioè Madrigali, Capricci, Balli, Arie, Iustiniane, Canzonette, Fantasie, Serenate, Dialoghi,
un Lotto Amoroso, con una Battaglia
à Diece nel fine, & accomodatovi la
Intavolatura di Liuto alle Arie, ai Balli, & alle Canzonette»: una brulicante
efflorescenza di forme in cui predominano le melodie popolari, le espressioni dialettali, le caricature delle maschere del teatro di piazza, e che ben
si prestano a sperimentare l’arte di
Orazio Vecchi, all’interno di una
grande elasticità di scelta di repertorio
finalizzato al divertimento musicale.
17
degli scrittori nati negli stati del serenissimo signor duca di Modena, tomo V, Modena, Società tipografica, 1784.
12 A Modena l’arte dei comici era ben conosciuta, sia per l’esistenza di costruttori di maschere (detti mascherari) operanti in una via che ancora
oggi porta il nome di via Mascherella, che per l’attività di uno zanni famoso, Giovanni Briga, detto «Zan Brighella», quasi certamente amico
e conoscente del Vecchi.
13 L’espressione «theatro del mondo» è usata per la prima volta dal Vecchi nella dedica dei Madrigali a 5 voci, 1589; la stessa espressione viene
ripetuta nella dedica della Selva di Varia Ricreatione, 1590; e nel prologo di Lelio all’Amfiparnaso (1597). In maniera ancor più significativa,
lo stesso termine, «theatro», viene abbinato dal Vecchi a quello di «piazza» in un suo sonetto dedicato a Tomaso Garzoni (Bagnacavallo, 15491589), e pubblicato nel trattato di questo enciclopedico autore, La piazza universale di tutte le professioni del mondo, Venezia, 1587; l’opera
Garzoniana è stata di recente pubblicata in due volumi a cura di Giovanni Battista Bronzini e per la nuova serie della Biblioteca di «Lares»,
Leo S. Olschki Editore, Firenze, 1996 .
14 Su questo argomento, si vedano i tre saggi di Marina Calore raccolti nel volume: Spettacoli a Modena tra ’500 e ’600 - Dalla Città alla Capitale, Deputazione di Storia Patria per le antiche Provincie Modenesi, Aedes Muratoriana, Modena, 1983
15 Dalla lettera ai lettori delle Veglie di Siena, 1604.
16 A differenza dell’Amfiparnaso, del Convito musicale, e de Le Veglie di Siena, le cui partiture sono state integralmente pubblicate nella collana
«Capolavori polifonici del secolo 16mo », diretta da Bonaventura Somma (Roma, De Santis), della Selva risultano pubblicate, in notazione moderna, e a cura di Oscar Chilesotti (1892), le Arie, canzonette e balli a tre, a quattro e a cinque voci con liuto di Horatio Vecchi (rist. anast. Bologna, Forni, 1968).
A queste si aggiungono altri singoli pezzi. In particolare: Diversi linguaggi, edito da Warren Kirkendale insieme a brani analoghi di altri compositori per la collana «Das Chorwerk» (Madrigali a diversi linguaggi, Wolfenbüttel, Möseler, 1975; come complemento al suo importante saggio Franceschina, Girometta and their Companions in a Madrigal «a diversi linguaggi» by Luca Marenzio and Orazio Vecchi, «Acta musicologica», XLIV, 1972, pp. 181-213; trad. it. in Il madrigale tra cinque e seicento, a cura di Paolo Fabbri, Bologna, Il Mulino, 1988); e Battaglia
d’amor e dispetto (Orazio Vecchi, Battaglia d’amor e dispetto and Mascherata della malinconia et allegrezza, edited by David Nutter, Madison, A-R, 1987). Una edizione completa della Selva, ad opera dello scrivente, è stata di recente pubblicata (Giugno 2007) per i tipi di Mucchi
editore, Modena, come parte di una collana dedicata a Orazio Vecchi, a conclusione delle celebrazioni organizzate nell’anno 2005 dalla Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Modena, per il 400mo anniversario della morte dell’Artista.
17 La canzonetta a 6 Affrettiamoci appartiene alla raccolta della Selva, e degli aspetti che sono propri del messaggio poetico e musicale di Orazio
Vecchi ne riassume tutte le caratteristiche: un invito a gioire dei «contenti d’Amore / poiché il tempo nemico abbrevia l’ore» rivolto a tutti noi
per mezzo di una semplice e lineare conduzione omofonica delle voci, e un alternarsi a duplice dialogo su un incalzante ritmo a ballo ternario.
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attività dell’Associazione
ALLA FIERA DI MASTR’ANDRÈ:
IL TOUR ESTIVO DEL CORO GIOVANILE ITALIANO
di Pierfranco Semeraro
B
26
en 34 giovani coristi, 12
giorni di stage di preparazione, 3 concerti effettuati: sono
solo alcuni dei numeri della sessione
estiva, la quinta, del Coro Giovanile
Italiano 2007.
Nell’incantevole scenario pugliese
della valle dei trulli, per l’esattezza a
Cisternino, il 22 luglio 2007 il CGI ha
dato il via ai suoi lavori durante un
pomeriggio infuocato e torrido.
Una delle caratteristiche più importanti di questa compagine è senza
dubbio quella di concentrarsi durante
ogni stage su un progetto ben definito
mixando insieme vecchie e nuove
composizioni – queste ultime commissionate da Feniarco appositamente per il CGI. Il maestro incaricato
della direzione della sessione estiva
2007 è stato Stojan Kuret, docente di
esercitazioni orchestrali al Conservatorio “Tartini” di Trieste, già direttore
del Coro da Camera della RTV Slovena, dal 2003 al 2005. Durante i giorni
di formazione il gruppo ha curato un
programma, individuato dalla Commissione Artistica Feniarco tra quelli
proposti dal m° Stojan Kuret, di ela-
borazioni e nuove composizioni ispirate al repertorio popolare delle regioni italiane dal titolo “Alla fiera di Mastr’Andrè… Canti popolari delle regioni italiane”.
L’accurata selezione operata dal maestro Kuret ha portato alla costituzione
CORO GIOVANILE
ITALIANO
Stage Estivo
Cisternino (BR)
22 luglio – 2 agosto 2007
Concerti
Taranto
Chiostro di Santa Chiara
Venerdì 3 agosto 2007, ore 21
Matera
Auditorium del Conservatorio
Sabato 4 agosto 2007, ore 21
Ercolano (NA)
Villa Campolieto
Domenica 5 agosto 2007, ore 21
Il CGI nel chiostro di Santa Chiara a Taranto
di un repertorio – suddiviso in due
grandi filoni, quello sacro e quello
profano – formato da rielaborazioni di
motivi di tradizione orale, brani d’autore e nuove composizioni scritte e
dedicate appositamente al Coro Giovanile Italiano da musicisti di fama
ormai consolidata e da giovani compositori di talento.
Infatti a compositori quali Ghedini e
Berio, o ancora Sanna, Buondonno,
Donati, Bonato, Merkù, Filippi, Donatoni, Zuccante, Caraba, Longo,
D’Ambrosio, Lavrenc̆ic̆ e Sofianopulo si sono affiancati giovani interessanti, quali Anti, Quaggiato e Josia.
Fabio Anti e Patrick Quaggiato sono
stati anche artisti del coro selezionati
a far parte della compagine nazionale
e ciò a reso ancor più emozionanti le
esecuzioni dei loro brani.
Infatti è sicuramente uno dei compiti
del CGI quello di valorizzare i giovani compositori dando giusto spazio alla qualità ed offrendo anche interessanti prospettive di crescita per la
scuola di composizione. In questa maniera il canto popolare è stato così occasione di riscoperta delle radici culturali e musicali delle singole regioni
d’Italia con al seguito tutta quanta
quella ricchezza che deriva dalle loro
diversità storiche ed artistiche.
Questo è senza dubbio un patrimonio
inestimabile oltre che poliedrico e variegato, esempio prezioso di convivenza di esperienze a volte diametralmente opposte ma unite dalla stessa
matrice culturale. Vero è, d’altro canto, che riscoprire il proprio passato,
nella pratica corale, significa anche
renderlo attuale, viverlo e farlo rivivere infondendo in esso nuova linfa che
può solo sgorgare da giovani artisti
del coro italiani.
Probabilmente questa è anche la dimostrazione che il canto popolare può
ancora costituire, nel terzo millennio,
terreno fertile che, se coltivato ed accudito con impegno e passione, riesce
ancora a regalare frutti di inestimabile
valore oltre che essere punto di partenza per nuovi esperimenti musicali.
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attività dell’Associazione
CORO GIOVANILE
ITALIANO 2007
direttore: M° Stojan Kuret
SOPRANI
Stefania Campicelli
Barbara Crisponi
Eleonora Croce
Maria Chiara Gallo
Giovanna Giuliari
Lucia Maggi
Simona Marzilli
Lucia Montanaro
Marianna Piccirillo
Il concerto di Matera
CONTRALTI
Maria Cristina Battaglia
Valentina Bernardini
Vittoria De Leonardis
Clara Lanzinger
Giorgia Loreto
Ilaria Ribezzi
Nadia Romeo
Valentina Urbano
Cristina Valente
27
TENORI
Pasquale Bottalico
Gianfranco Cambareri
Antonio Catarcio
Salvatore De Crescenzo
Matjia Faganel
Marco Manzardo
Matteo Pavlica
Patrick Quaggiato
Il CGI a Ercolano
BASSI
Fabio Anti
Riccardo Bianchi
Nikolaj Bukavec
Andrea Crastolla
Francesco De Donatis
Roberto Gelosa
Manuel Pintar
Niccolò Roda
Foto di gruppo per il CGI 2007
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attività dell’Associazione
“CAMBIAMENTI: POSSIBILITÀ E SFIDE.
LA MUSICA E IL FUTURO”
MEETING ANNUALE DELL’EUROPEAN MUSIC COUNCIL A BARCELLONA
di Pier Filippo Rendina
D
al 19 al 21 aprile scorso si è
tenuto a Barcellona il meeting annuale dell’European
Music Council. Il presente articolo
vuole essere al tempo stesso un breve
resoconto delle linee guida emerse
nel corso dell’incontro, ma anche
una testimonianza della presenza e
del ruolo della Feniarco in seno all’associazione europea, che si pone
quale riferimento per l’attività musicale in tutte le sue forme.
28
Nei secoli la musica ha avuto un ruolo fondamentale nella definizione
delle realtà nazionali e nella formazione delle identità culturali. Agli albori del terzo millennio, tra il diffondersi dell’idea di “villaggio globale”
e la circolazione su scala mondiale di
ogni genere di prodotto, i nuovi media spalancano porte che si affacciano su un futuro dal profilo incerto.
Da questa idea di fondo ha preso le
mosse la Conferenza organizzata dall’European Music Council a Barcellona in occasione del meeting annuale dell’associazione. Già nel titolo
(“Changes: Chances and Challanges”) troviamo condensate le parole
chiave che hanno accompagnato il
dibattito ed il confronto tra le associazioni europee membre dell’organizzazione: changes/cambiamenti
chances/opportunità
challenges/sfide
Tali spunti di riflessione si sono concretizzati negli interventi di Otto
Donner, Pedro Farré López e Miguel
Perez Solís, che hanno affrontato in
particolare il problema della salvaguardia dei diritti d’autore, minacciata dalla diffusione di files musicali
attraverso la rete, soprattutto tramite i
software di scambio dati peer-topeer tra utenti.
Diverse le opinioni dei relatori, che a
riguardo si sono espressi da un lato
criticando i prezzi imposti dalle case
discografiche e dall’altro sostenendo
la necessità di sensibilizzare i giovani verso il concetto di proprietà intellettuale.
Sulla questione della distribuzione di
musica online, del copyright e del
mercato legato alla produzione musicale si sono incentrate inoltre alcune
sessioni parallele di lavoro che hanno
visto i partecipanti impegnati in piccoli gruppi di discussione.
Anche la riproducibilità della musica
attraverso i media, argomento già caro a figure quali Th. W. Adorno, ha
suscitato osservazioni ricche di implicazioni: avere a portata di mano, e
soprattutto di orecchio, la musica –
arte per sua natura mutevole che nei
secoli ha sempre necessitato di essere eseguita per esistere – richiede notevolmente meno sforzo per la sua
fruizione e pertanto riduce lo stimolo
alla stessa performance musicale,
Il saluto delle autorità al meeting di Barcellona
che in questo senso può risultare persino superflua. In altre parole, basta
accendere lo stereo per ascoltare musica, senza bisogno di avere un quartetto d’archi o un ensemble vocale in
carne ed ossa insediato nel proprio salotto. D’altro canto, alcuni dei presenti hanno ipotizzato che, nel corso degli anni, la riproduzione sonora degli
oggetti/musica possa costituire piuttosto uno stimolo ad andare ai concerti, e non viceversa, nell’ottica di una
ri-semantizzazione sociale e culturale
dell’evento concertistico.
Altro grande filone di riflessione è
stato quello costituito dall’incontro e
confronto tra le diverse identità culturali. A questo proposito va segnalato
che uno dei principali progetti sostenuti dall’EMC si muove esattamente
in questa direzione: si tratta del progetto ExTra!, che gode del sostegno
dell’Unione Europea e dell’Unesco
ed è rivolto alla salvaguardia e al sostegno delle tradizioni locali, specie
in situazioni di emigrazione. Il progetto è focalizzato su ambiti educativi, musicologici e sociologici, affrontando il problema da differenti punti
di vista con un’ampia gamma di attività: ricerca etnomusicologica, produzione discografica, editoria e diffusione di pubblicazioni, produzione di
strumenti utili all’insegnamento della
musica nelle scuole, incontri e workshops per musicisti provenienti da diverse tradizioni musicali.
Tra le altre attività promosse dall’EMC vogliamo sinteticamente ricordare:
- il progetto Polifonia, volto ad uniformare sul territorio europeo il livello
dell’istruzione musicale sia nelle
Università che nei conservatori;
- il Working Group Youth, comitato
formato da giovani di diverse nazioni europee volto a monitorare le
esigenze e le richieste dell’universo
musicale giovanile;
- il Working Group Members, volto
ad estendere il numero dei membri
dell’Associazione per abbracciare
tutti i settori della musica.
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attività dell’Associazione
Durante la Conferenza, ampio spazio è stato dato alla presentazioni di
alcuni progetti realizzati dalle Associazioni membre dell’EMC.
L’importanza dei rapporti con il
mondo della scuola è stata evidenziata dal progetto XAMFRA’ promosso dal Moviment Coral Català.
La creazione negli istituti scolastici
di secondo grado di spazi dedicati
alla pratica musicale e teatrale ha
permesso di utilizzare l’attività corale quale occasione privilegiata di
dialogo e di confronto positivo, ma
anche di accettazione delle diversità, siano esse personali o culturali.
Tra gli altri progetti presentati vogliamo citare “Magister Musicae”,
realizzato dalla Fondazione Albéniz
di Madrid. Il progetto consiste nell’inserimento on-line di oltre
80.000 filmati tratti da circa 3.000
corsi avanzati di musica vocale e
strumentale accuratamente selezionati in modo tale da offrire oltre
3.000 ore di formazione musicale. I
filmati sono disponibili previo login
al sito www.magistermusicae.com .
Nell’ambito del workshop dedicato
alla Comunicazione e Media, coordinato da Michaela Adelberger, direttore di Eurozine (www.eurozine.com), si è inoltre presentata l’occasione per illustrare sinteticamente
il progetto Feniarco Coralmente,
ovvero il censimento di tutti i cori
associati con la conseguente costituzione di una banca dati virtuale
disponibile online.
Tale progetto ha suscitato l’ammirazione e il consenso dei presenti sia
per gli obiettivi prefissati sia per le
metodologie messe in atto nella sua
realizzazione.
Il meeting di Barcellona ha dunque
offerto tre giorni ricchi di discussio-
ni, di dialogo e di confronto tra associazioni che, ciascuna nel proprio
Paese, operano per la salvaguardia e
la promozione dell’attività musicale
di ogni genere.
In un panorama così ampio e variegato, non ci si può certo attendere di
incontrare risposte certe e soluzioni
definitive a quelle che sono le problematiche comuni; tuttavia la consapevolezza di non essere da soli
nel proprio impegno a favore di un
patrimonio culturale ricco quale è
quello musicale - e soprattutto la
coscienza che vi è una comunione
di intenti e di obiettivi condivisi a
livello internazionale - non può che
costituire motivo di ulteriore stimolo a proseguire il nostro lavoro, riconoscendo alla Feniarco, con tutta
la sua fervente attività, un ruolo che
si colloca a pieno diritto nel panorama europeo.
ANTOLOGIA CHORALITER 7
NUOVA PUBBLICAZIONE DELLA FENIARCO
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P
rosegue l’attività editoriale della Feniarco rivolta all’arricchimento dei repertori e alla promozione di
nuove composizioni corali. Fresco di stampa, arriva Choraliter 7 – Antologia corale, settimo
volume della collana pensata come agile strumento per tutti i cori.
Con le sue oltre 90 pagine di musica e 20 brani di differente complessità, la raccolta offre uno sguardo trasversale dalla musica antica fino ai giovani compositori contemporanei, tale da incontrare le curiosità e le esigenze di
repertorio delle più svariate compagini corali. Il volume sarà presto inviato a tutti i cori associati.
Indice del volume
ANONIMO
THOMAS RAVENSCROFT
THOMAS RAVENSCROFT
IOHN BENNET
GIOVANNI GIACOMO GASTOLDI
HENRY PURCELL
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY
HUGO WOLF
PAOLO BON
ANDREA BASEVI
PIETRO FERRARIO
GIUSEPPE MIGNEMI
MAURO ZUCCANTE
LUCA UGGIAS
MATTEO RAMPIN
CHIARA MARIO
GIUSEPPE IVAN SOFIA
MAURO MARENGHI
Summer is icumen in
He that will an Alehouse keep
The Fayries Daunce
The Elues Daunce
Il ballerino
Five Reasons
Liebe und Wein
Trinklied
Rheinweinlied
Fröhliche Fahrt
Su venite, donne, a danza
Giro giro tondo
Il pagliaccio
Sciogghilingua
El baile de la Cunita
Rumba Blues
Invito alla festa
Canzone
Rintocchi
Kwaeja No Makashot
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CONCORSO INTERNAZIONALE
DI CANTO CORALE SEGHIZZI 2007
di Rossana Paliaga
O
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gni anno sono diversi e costruiti su un lavoro appassionato i percorsi che portano cori da tutto il mondo sul palcoscenico goriziano del concorso internazionale di canto corale Seghizzi.
Diversi sono i toni degli approcci,
tutti impegnati e rispettosi nei confronti di un’attività musicale che viene svolta con cura e un approfondimento spesso di stampo semiprofessionale. Anche quest’anno il buon livello generale del concorso ha permesso una concorrenza equa tra i cori partecipanti con esibizioni interessanti anche per l’uditorio di appassionati che ogni anno amano seguire lo
svolgimento di tutte le categorie e
usufruire così dell’esclusiva possibilità di concentrare in pochi giorni una
panoramica internazionale di repertori e tecnica vocale di notevole interesse.
Caratteristiche positive del concorso
di quest’anno sono state senza dubbio la qualità medio-alta delle esibizioni e un’età mediamente bassa dei
coristi. Per quanto riguarda la provenienza dei cori, il concorso ha mantenuto la tradizionale varietà con cori
da ogni parte d’Europa e partecipazioni più esotiche quest’anno rappresentate dal Sudafrica, ma soprattutto
l’edizione è stata segnata dal ritorno
dei cori italiani nelle categorie competitive dopo un’assenza lamentata
ormai da diversi anni. Capofila dei
gruppi nazionali in concorso è stato il
coro Musicanova di Roma, alla sua
seconda esperienza al Seghizzi, che
ha pienamente soddisfatto le aspettative, portando a casa una meritata serie di premi: terzo premio nella categoria I (polifonia con programma
storico), secondo premio nella categoria IV (musica policorale), premio
segnalazione della giuria e premio
del pubblico nella sezione di canti di
tradizione orale, secondo premio segnalazione della giuria e premio del
pubblico nella sezione di elaborazioni corali di musica leggera e jazz e
premio Feniarco come miglior complesso italiano. Di fronte all’impegnativa concorrenza internazionale
che solitamente si fonda su una più
lunga e consolidata tradizione di semiprofessionalità, i giovani coristi
romani hanno rivelato caratteristiche
di preparazione e interpretazione assolutamente convincenti.
Il direttore Fabrizio Barchi ha saputo
comunicare sapienza e sincero entusiasmo in tutte le prove affrontate,
con una sensibile attenzione alla scelta di un repertorio rappresentativo del
patrimonio nazionale e la capacità di
aver costruito un ensemble molto affiatato, motivato e ricettivo. La sua
interpretazione raccolta, ma parca di
colori, ha convinto la giuria nella categoria policorale e la modesta ampiezza dinamica non ha penalizzato il
coro nel programma storico, mentre
non è stata premiata né la raffinata
scelta del programma su testi di autori italiani del 1300, né il gusto delle
intense interpretazioni proposte nella
categoria monografica. Il brio della
ricostruzione drammatizzata di uno
scorcio popolare romano d’altri tempi ha invece conquistato pubblico e
giuria nella sezione di canti tradizionali, e così è stato anche per l’esibizione divertente e divertita del programma di elaborazioni di musica
leggera.
Il coro Musicanova si è rivelato essere un gruppo che impiega le proprie
potenzialità nel modo giusto, sulla
base di un utile confronto con il panorama internazionale, frequentato
nell’ambito di tournées e concorsi e
mantenendosi fedeli al proprio obiettivo fondante: diffondere la musica
corale di ogni epoca tra i giovani sulla base della forte “valenza culturale
e umana del far musica insieme”. Per
Barchi l’esperienza al Seghizzi è stata un episodio più ampio rispetto alla
fortunata partecipazione di quest’anno, vissuto personalmente dalla doppia prospettiva “della tribuna e dell’arena”: “Quando due anni fa sono
stato invitato a partecipare come
membro della giuria al concorso Seghizzi ho dovuto contemporaneamente rinunciare a parteciparvi con il
mio coro, per il quale proprio in quell’anno avevo già pronta la domanda
di partecipazione. A Gorizia ho fatto
per la prima volta parte della giuria di
un concorso internazionale. L’esperienza è stata molto istruttiva e stimolante e ha fatto crescere ulteriormente il desiderio di salire sul palco
come partecipante. Ascoltare in maniera critica cori di provenienza e
preparazione molto diversa mi ha offerto molte suggestioni per il lavoro.
Sulla falsariga di ciò che avviene all’estero ho cercato di costruire all’interno della scuola una struttura che
seguisse l’esempio dei modelli est e
nord-europei. Agli interrogativi sulla
situazione generale della coralità italiana rispondo con la necessità di preparare i presupposti per uno sviluppo. Non siamo infatti un’espressione
isolata; dietro il coro c’è un’associazione coadiuvata da ottimi collaboratori che comprende un coro giovanile
e uno di liceali, mentre a Ostia sono
attivi tre cori con bambini e giovani
di età diversa. Questa struttura ci permette di avere un respiro più ampio.
Soprattutto abbiamo cercato di creare
nei giovani un’abitudine al canto corale, inteso nella massima estensione
delle sue diverse espressioni.
Organizziamo per loro seminari, incontri con i grandi protagonisti del
panorama vocale come i King’s Singers, vogliamo far capire loro che la
coralità è un’attività culturalmente
importante.”
Oltre al coro Musicanova, hanno partecipato al concorso altri due gruppi
italiani: il coro Costanzo Porta di
Cremona si è esibito nelle categorie
di musica policorale, con programma
storico, obbligatorio e monografico
con un programma forse troppo ambizioso e non cucito addosso ai coristi e alle loro capacità vocali, mentre
ha puntato sul proprio repertorio
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cronaca
esclusivo il gruppo fiorentino
J.G.C.Jazz & Gospel Community,
esibitosi nella categoria speciale per
elaborazioni di musica leggera e jazz.
Nonostante la buona qualità generale
dei cori non si sono registrate nemmeno quest’anno performances sorprendenti che abbiano soddisfatto insieme le orecchie e il cuore, ma certamente un buon numero di esibizioni decisamente apprezzabili. Tra le
rivelazioni del concorso di quest’anno c’è stato in primo luogo l’ottimo
coro giovanile norvegese, un progetto già ventennale che riunisce nei
mesi estivi giovani da tutto il territorio nazionale e ha meritato per le prospettive espresse dai suoi intenti e dal
potenziale di giovani coristi il riconoscimento del Gran Premio Seghizzi
che permetterà loro di partecipare al
20° Gran Premio Europeo di Canto
Corale che si svolgerà nel 2008 a
Debrecen.
Tra i cori dall’approccio più ambizioso occorre citare il coro accademico
Tone Toms̆ic̆ di Lubiana, un complesso dalla solida preparazione tecnica e dalla pulizia quasi impeccabile, che cura nel dettaglio le interpretazioni di brani tratti di preferenza
dal repertorio contemporaneo. La ricchezza di effetti tende tuttavia a cercare di nascondere evidenti carenze
espressive, che tuttavia influiscono
più sull’impatto con il pubblico che
sull’apprezzamento generale della
giuria sulla base di fattori tecnici di
peso maggiore rispetto a quello emotivo. Il coro ha infatti conquistato il
secondo premio nelle due categorie
principali, il primo nella sezione per
musica policorale, il premio Cieri per
il programma di maggiore interesse
artistico e la coppa Basuino per la
migliore interpretazione di un brano
di ispirazione religiosa.
Il coro “venuto da lontano” è stato
quest’anno il coro dell’università di
Pretoria, numeroso e dalla bella compattezza di suono, ma soggetto alla
debolezza comune alla maggior parte
dei grandi organici, ovvero la limitatezza dei colori e soprattutto delle
sfumature. I ragazzi sudafricani hanno offerto due prove pienamente convincenti nella categoria popolare con
un vivace florilegio di canti della tradizione locale e nella categoria di
elaborazioni di musica leggera, dove
si sono cimentati anche in un rischio-
Il Coro Musicanova di Roma diretto da Fabrizio Barchi
so arrangiamento corale di Bohemian
Rhapsody dei Queen. Il loro impegno
ha ottenuto riconoscimento nelle due
categorie citate, oltre all’assegnazione del premio USCI al loro direttore
Johann van der Sandt.
Nella ricca carrellata del concorso le
esibizioni hanno offerto come di consueto molte possibilità di confronto
con vocalità e tradizioni di diversa
provenienza, ma anche interessanti
spunti di riflessione sulla qualità del
rapporto tra direttore e coristi (degna
di lode ad esempio la fiducia reciproca e l’affiatamento dimostrati dal coro lettone Hansabankas), sull’importanza di affidare un buon potenziale
vocale a chi abbia la preparazione e
la sensibilità adatta a valorizzarlo con
approcci e repertori adeguati. L’assortimento delle categorie permette
di valutare i cori partecipanti in maniera molto completa ed approfondita, anche perché la maggior parte dei
partecipanti si iscrive solitamente a
più sezioni, tra le quali sono sempre
le più impegnative la raffinatissima
ed estremamente delicata esecuzione
del programma policorale nella
splendida cornice della basilica di
Aquileia, e la categoria con programma storico, dove viene rivelata la
quasi sempre lacunosa consapevolezza stilistica. Il programma monografico è invece la palestra delle imprese virtuosistiche o dei cavalli di battaglia dei cori, nel quale andrebbe
tuttavia rivisto il regolamento, dato
che spesso l’idea del “progetto” cui si
riferisce il titolo della categoria si lega a fili rossi troppo esili, sfociando
in una miscellanea casuale che si accontenta di comprendere genericamente autori del ’900 oppure repertorio sacro. Sul piano della promozione
di autori di musica corale, il Trofeo di
composizione Seghizzi cui era legata
anche la speciale categoria III è stato
assegnato quest’anno ad Andrea Venturini per il brano “Geburten”, che è
valso anche il premio per la migliore
esecuzione al coro di Pretoria.
A fine concorso il presidente dell’associazione Seghizzi Italo Montiglio
ha espresso la soddisfazione per un’edizione che ha confermato uno standard molto alto della manifestazione.
Con la consapevolezza della casualità
che di anno in anno caratterizza l’assortimento dei cori partecipanti, non
ha voluto tirare le somme: “Non sento la necessità di fare bilanci perché
ritengo non abbiano senso quando le
cose si fanno per passione.” La stessa
passione che ha portato il compositore e direttore di coro Antonio Sanna
sul palcoscenico dell’Auditorium goriziano per ricevere il premio nazionale “Una vita per la direzione corale”, assegnato per l’attività a capo dei
Cantori della Resurrezione di Porto
Torres e del Coro Turritano, condotti
alla ribalta dei grandi festival e concorsi internazionali.
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scheda regione
A.S.A.C. VENETO
ASSOCIAZIONE PER LO SVILUPPO
DELLE ATTIVITÀ CORALI DEL VENETO
RECAPITI
Sede: Via Castellana, 44 – 30174 Mestre (Ve)
Tel. 041 958918 - Fax 041 950074 - www.asac-cori.it - [email protected]
L
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’Associazione per lo Sviluppo
delle Attività Corali (A.S.A.C.)
è l’associazione dei cori veneti
ed è stata fondata nel 1979.
Gli scopi principali dell’Associazione,
stabiliti dallo Statuto, riguardano appunto lo sviluppo dell’attività corale,
valorizzando l’importante ruolo culturale, aggregativo e formativo dei cori, incrementando e coordinando l’educazione e l’animazione musicale, indicendo
concorsi, rassegne, corsi didattici, seminari di studio, convegni ed iniziative di
formazione, curando pubblicazioni,
informazioni, edizioni discografiche
specializzate, stabilendo rapporti con
Enti pubblici, amministrativi, culturali,
artistici scolastici, turistici e Istituti editoriali, sviluppando rapporti con altre
organizzazioni similari italiane ed estere e favorendo, per fini sociali, iniziative e momenti di incontro attraverso l’animazione corale.
I cori attualmente iscritti, ma il numero
è in continua evoluzione dato che è possibile iscriversi in ogni momento del-
ORGANI STATUTARI
DELL’A.S.A.C.
Presidente: Alessandro Raschi
Vicepresidente: Giorgio Ferrari
Segretario: Giorgio Luigi Penzo
Consiglio direttivo:
Otello Bacchin, Alessandro Cherubini, Alberto Cimenti, Guglielmo
Girotto, Giorgio Ferrari, Luca Fiorio, Roberto Marangoni, Giorgio
Penzo, Paolo Pietrobon, Vittoria
Quadri, Agostino Sacchet, Pio Sagrillo, Giuliano Sinigaglia, Antonio
Spillare e Alberto Tacco,
Commissione Artistica:
Stefano Da Ros, Cinzia Zanon,
Alessandro Kirschner, Giorgio
Mazzucato, Mauro Zuccante,
Revisori dei Conti:
Rolando Basso, Giuseppe Vezzari e
Luigi Zampieri.
l’anno, sono 328 complessi con circa
11.000 cantori. A fine anno normalmente il numero si attesta a circa 340 cori.
L’Associazione ha sede a Mestre nei locali di una villa padronale del primo
’800, presso la quale è ubicata anche la
sua biblioteca.
La struttura dell’ASAC è composta dall’Assemblea Generale, il Presidente, il
Consiglio Direttivo, il Collegio dei Sindaci e la Commissione Artistica.
L’Assemblea Generale è composta dal
Presidente, il Consiglio direttivo, il Collegio dei Sindaci, la Commissione Artistica e dal rappresentante delegato di
ciascun complesso associato; si riunisce
ogni anno ed è chiamata a ratificare la
relazione morale e finanziaria e approvare eventuali modifiche statutarie o
della struttura dell’associazione.
I delegati corali, nell’ambito delle consulte provinciali, eleggono ogni tre anni
due Consiglieri per ogni provincia veneta, i quali eleggono il Presidente dell’Associazione anche all’esterno del
Consiglio. Il Segretario viene successivamente eletto dal Consiglio Direttivo
che quindi sarà composto dai Consiglieri Regionali, il Presidente e il Segretario.
Il Consiglio Direttivo elegge la Commissione Artistica, importante organo
consultivo dell’Associazione, composta
attualmente da cinque musicisti (compositori, direttori di coro, didatti) che svolgono un importante ruolo di programmazione e di intervento nell’attività didattica e concertistica, e nelle altre iniziative promosse dall’ASAC e dai cori.
L’attuale Consiglio direttivo, riducendo
il numero dei Commissari Artistici per
favorire una migliore operatività, ha
però nominato dei Consulenti Artistici
che concorrono alle attività delle consulte, sono chiamati per collaborazioni su
specifici progetti e compongono le commissioni, presiedute ciascuna da un
Commissario Artistico, chiamate ad elaborare progetti e rispondere alle problematiche riguardanti la formazione dei
direttori e dei cori, le attività nella scuola e per i giovani, l’editoria e la compo-
sizione, la coralità popolare, la coralità e
la liturgia, ecc.
Il Collegio dei Sindaci, eletto dall’Assemblea Generale, ha il controllo della
gestione finanziaria dell’associazione ed
è composto da tre membri effettivi.
Il coordinamento e l’organizzazione generale, l’amministrazione, i Servizi e la
Biblioteca sono curati dalla Segreteria
regionale, composta dal segretario e due
impiegate part-time, più altri collaboratori volontari, coordinati dal Presidente.
L’attività nelle province è programmata
e organizzata dalle Consulte Provinciali,
in accordo con il Consiglio Direttivo.
Delle Consulte Provinciali fanno parte i
rappresentanti dei cori iscritti.
Presso la sede dell’Associazione è istituita una biblioteca musicale specialistica, riconosciuta dal Ministero dei Beni
Culturali, dalla Regione del Veneto e dal
Comune di Venezia, comprendente oltre
17.000 partiture catalogate, pubblicazioni antologiche, enciclopediche, didattiche, oltre ad una fonoteca di oltre 6.000
titoli, debitamente catalogati.
A cura dell’ASAC è edito il periodico
“Musica Insieme” (tiratura 4.000 copie),
distribuito presso i cori associati, le associazioni operanti nel settore, i Conservatori ed altre istituzioni musicali. Il comitato di redazione è coordinato da un
direttore editoriale, Dino Bridda, e uno
artistico, M° Piervito Malusà.
L’Associazione esercita attività di sostegno in favore dei cori non solo in materia tecnico-artistica (consulenze, audizioni e formulazione di programmi di lavoro), ma anche nel settore organizzativo, amministrativo, fiscale, Siae ed
Enpals.
L’ASAC organizza annualmente corsi
per direttori di coro ed insegnanti di
educazione musicale, convegni didattici, laboratori corali, festival, rassegne
provinciali, regionali, nazionali ed internazionali e cura la preparazione dei cori
anche attraverso interventi diretti della
propria Commissione Artistica.
Ogni anno, su disposto della Regione
del Veneto che attualmente ha delegato
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alle Province a seguire l’iniziativa, promuove e coordina lo svolgimento di oltre un centinaio di corsi triennali di educazione musicale con circa duemila
allievi.
Tra le manifestazioni di rilievo realizzate dall’ASAC vanno segnalate: la Rassegna internazionale di canti e tradizioni
popolari (28 edizioni, con spettacoli a
Padova, Vicenza e Belluno); il Concorso
regionale per cori di voci bianche delle
scuole elementari (dieci edizioni biennali realizzate), con la partecipazione di
25/30 formazioni scolastiche alle manifestazioni provinciali e quindi alla competizione finale. Nell’ultima edizione i
piccoli cantori partecipanti nell’ambito
delle province sono stati oltre 1.360; il
programma di animazione musicale
“Venezia in Coro” con la partecipazione
mediamente di una quarantina di complessi ai concerti di musica sacra nelle
insigni chiese del centro storico e ad
esecuzioni di musica popolare nelle case
di riposo ed ospedali del comprensorio
cittadino; il progetto “Compositori Veneti” (articolato in tre anni) che prevede
l’esecuzione in vari concerti delle composizioni più significative di autori contemporanei e la pubblicazione delle medesime opere; le Rassegne di Musica
Sacra (una quindicina in tutte le province della regione); i Concerti di Canti
Quaresimali ed i Concerti Natalizi (oltre
venti manifestazioni), le Rassegne provinciali, molto praticate, spesso su base
tematica. Ed ancora, le Rassegne per cori di voci bianche nel Veronese e nel Vicentino, i Concerti-lezione per le scuole elementari e medie (una ventina tra
Verona e Treviso). Inoltre, tra le attività
di ampia rilevanza realizzate dall’ASAC
è da sottolineare il progetto “Musicagiovani” conclusosi con due grandi concerti a Venezia e Verona, diretti da Peter
Neumann, organizzati d’intesa con gli
Enti lirici La Fenice e L’Arena, eseguiti
da un’orchestra composta da 75 allievi
ed insegnanti dei sette Conservatori veneti (primo ed unico esempio di simili
sinergie in Italia) e di un coro composto
da 125 cantori di cinquanta cori dell’ASAC. Ed ancora, il progetto “Euterpeace
-Musica per la Pace”, svolto in collaborazione con l’Unesco, che in tre grandi
spettacoli al Velodromo “Monti” di Padova ha portato ad esibirsi assieme i
gruppi musicali giovanili appartenenti
ad etnie in conflitto: Serbia, Bosnia,
Croazia, Albania, Kurdistan, Israele, Palestina, ai quali si è unito il “World
Youth Choir” composto da 100 giovani
di 36 nazioni di tutto il mondo, in un’eccezionale ed imponente rappresentazione rivolta alla pace e solidarietà tra i popoli. E quindi il progetto “J.S. Bach”,
con cinque concerti eseguiti dal coro allestito dall’ASAC con una cinquantina
di coristi di varie formazioni, e le orchestre di Padova e del Veneto e del Teatro
Olimpico di Vicenza.
Il Festival della Coralità Veneta, giunto
alla IV edizione (e ora biennale), è promosso in collaborazione con la Regione
del Veneto con lo scopo di favorire la
crescita e l’affermazione dei cori veneti,
stimolare e valorizzare nuove esperienze
nel campo della composizione e dell'esecuzione corale sacra e profana, promuovere repertori nuovi e tradizionali,
L’attività editoriale dell’ASAC
• “Canti delle tradizione veneta” dell’area trevigiana, vicentina e veronese (pagg. 56)
• “Canti delle tradizione veneta” dell’area veneziana, bellunese, polesana e padovana (pagg. 120)
• “Veneto Musica - documenti corali” (pagg. 200)
• “Memorandum” in materia amministrativa e fiscale (due
edizioni: pagg. 64 e 68)
• “Lamentationes Hieremiae” (pagg. 118)
• Cataloghi della biblioteca dell’ASAC (due volumi, pagg.
295/145) – Comune di Venezia
• “Antichi canti popolari religiosi veneti” (pagg. 133)
• “12 canti per coro di voci bianche” (due libri, pagg. 24 e
32)
• “La situazione attuale degli studi e della ricerca sulla tecnica vocale e sulla didattica della vocalità, con particolare riferimento al canto corale” (pagg. 134)
• “Appunti di tecnica vocale” dispensa didattico-vocalistica
(pagg. 52)
• Temi premiati al concorso monografico-musicale promos-
•
•
•
•
•
Il presidente Alessandro Raschi
colti e d’ispirazione popolare. Il Festival ha interessato numerose città Capoluogo di Provincia del Veneto, con la
partecipazione di 30 cori ogni anno.
Il “Progetto Coralità per Fini Sociali”,
articolato in diversi incontri di animazione musicale presso Case di riposo,
Ospedali, Centri di accoglienza, Centri
per Anziani. A questa attività, che annualmente si è articolata in oltre un centinaio di manifestazioni promosse ed
organizzate dall’ASAC, si affiancano –
come detto – le svariate iniziative di aggiornamento e di perfezionamento per
direttori, allievi direttori e coristi, e tra
queste il progetto “Musicascuola” nel
cui ambito in ogni provincia sono stati
annualmente promossi corsi propedeutici per l’insegnamento della musica,
con la partecipazione di un centinaio di
insegnanti elementari.
so dall’ASAC per le scuole secondarie superiori del Veneto (pagg.90)
“Veneto corale - Realtà di una tradizione” (pagg. 368)
“20 canti per coro di voci bianche” (pagg. 40)
“Canti per coro di voci bianche” (pagg. 44)
“Compositori Veneti - 1° vol.” (pagg. 104)
“Composizioni per coro di voci bianche” (pagg. 52)
Le collaborazioni di rilievo con la R.A.I.
• Concorso nazionale di cori di voci bianche “Il Trofeo del
Sole” per il programma “Il Sabato dello Zecchino” (RAI-1)
• una trasmissione televisiva sui canti della tradizione veneta con riprese da Padova e da Belluno (RAI-3)
• una trasmissione televisiva dagli Studi della Fiera di Milano “Oggi e domani” (RAI-2)
• una trasmissione in diretta televisiva dalla Basilica di
S.Marco, a Venezia, di una Messa corale eseguita da 500
voci bianche dell’ ASAC (RAI-1)
• una trasmissione in diretta radiofonica sulla coralità italiana (RAI-2).
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notizie dalle Regioni
l 31 agosto risultavano 16 nuovi cori iscritti, così distribuiti nelle province: Frosinone 1, Latina 5, Roma 9, Viterbo 1, da cui si rileva ancora un significativo incremento di adesioni da
parte dei cori della Provincia di Latina. Ricordiamo che i cori iscritti nel 2006 sono stati 112.
Concorsi Scolastici: sedicesima edizione del Concorso Regionale “Egisto Macchi” per cori di voci bianche operanti nella scuola dell’obbligo del Lazio (9-10-11 maggio), con 27 cori partecipanti, e tredicesima edizione del Concorso Regionale “G. L. Tocchi” per cori giovanili operanti nella
scuola superiore del Lazio (10 maggio), con 4 cori partecipanti, presso il “Liceo Morgagni” di Roma - Premiazione presso il Teatro “Sala Umberto” di Roma il 17 maggio alla presenza dell’on. Daniela Monteforte, Assessore Provinciale alle Politiche della Scuola.
Sabato 2 giugno, presso l’Istituto S. Anna in Viale Marconi: IV Giornata di Studi in onore del M°
Cieri, articolata nel corso dell’intera giornata (“Open Day della Coralità Regionale”), proponendo
al mattino ateliers per i cantori (“Qualche curiosità sulla Musica del ’300 in Italia”; docente: Francesco Gaetano - “Il gruppo vocale: una ragazza in due”; docente: Guglielmo De Santis - “Migliorare l’intonazione del Coro con la Solmisazione”; docente: Lucio Ivaldi - “Per amore della Voce:
l’improvvisazione nel coro”; docente: Marina Mungai), seguiti, nel pomeriggio, da un ricco Convegno sulla “Musica Corale Contemporanea. In memoriam: Ligeti” articolato in 2 parti: Relazioni (Susanna Pasticci (Università di Cassino) “Cosa vuol dire ‘contemporaneo’ in musica” - Raffaele Pozzi (Università di Roma Tre) “Olivier Messiaen” - Ingrid Pustjanac (Università di Pavia/Cremona) e Enrica Sciandone (Roma) “Ligeti e la musica Corale”) e Testimonianze (Fausto
Razzi, Bruna Liguori Valenti, Piero Caraba, Lorenzo Donati e Tullio Visioli). Subito dopo c’è stata l’esibizione di alcuni cori di voci bianche classificati in fascia oro ai concorsi scolastici, il concerto dei partecipanti quattro ateliers e infine il concerto di gala di uno dei cori “laureati” al Concorso Corale Regionale “Città di Formello” 2006.
Domenica 10 giugno: “Concorso Regionale di canto Corale e il Festival Corale “Città di Formello” 2007. 11 i cori partecipanti. Delle 9 categorie previste dal bando si sono attivate le categorie
C) - Musica Polifonica profana dei sec. XVI-XVII a cappella e F) - Musica Corale dei sec. XX e
XXI. La Giuria era formata dai Maestri Andrea Angelini (Rimini), Lorenzo Donati (Arezzo), Stefano Silvi (Viterbo). I Premiati: CAT. C - 1° premio: Gruppo Vocale “Entropie Armoniche”, diretto da Claudia Gili; 2° premio: Coro “Johannes Ockeghem”, diretto da Roberto Ciafrei; 3° premio:
Coro “Meridies” dell’Aureliano, diretto da Carmelina Sorace - CAT. F - 1° premio Coro “Vivaldi”, diretto da Amedeo Scutiero; 2° premio Coro “Iride”, diretto da Fabrizio Barchi; 3° premio Coro Polifonico “Luigi Colacicchi”, diretto da Stefano Terribili ex aequo con Gruppo Vocale “Entropie Armoniche” diretto da Claudia Gili. Premio Speciale Miglior direttore assegnato, ex aequo, ai
Maestri Roberto Ciafrei e Amedeo Scutiero; Premio Miglior Programma assegnato, ex aequo, ai
cori Gruppo Vocale “Entropie Armoniche” e Coro “Vivaldi”. Dopo il concorso, svoltosi nel pomeriggio, alle ore 20.30 tutti i cori hanno dato vita al “Festival” nelle piazzette del Centro storico.
“Rassegna Corinfesta” per la Festa Europea della Musica dal 21 al 23 giugno presso e in collaborazione con il Museo Nazionale “L. Pigorini”: 24 i cori partecipanti nell’arco delle tre serate.
Patrocinio: III Concorso Regionale “Gastone Tosato” per cori polifonici (Anguillara, 21 aprile
2007); VII Rassegna “Prime esecuzioni” (il 19 maggio) seguita dal Convegno “Percorsi didattici
in musica” (20 maggio) organizzata dal centro Attività MusicaliAureliano; “Dirigere il Coro di Voci Bianche 9” (3-7 settembre 2007) organizzato dalla Scuola Popolare di Musica di Testaccio;
“G.M. Nanino nel 400° anniversario”: Convegno Internazionale (26 ottobre) presso Villa Adriana
a Tivoli.
In fase di realizzazione: “Seminario di Aggiornamento sulla Coralità Rinascimentale” (26 – 28 ottobre) presso Villa Adriana a Tivoli, docente: Marco Berrini.
Presentata i primi di luglio alla Regione Lazio la Bozza di un “Disegno di Legge Regionale per la
Coralità Amatoriale”.
“Orgoglio ARCL: protagonisti della coralità amatoriale del Lazio fuori Regione”:
Il Coro Musicanova, diretto da Fabrizio Barchi, ha partecipato al 46° Concorso Internazionale di
canto corale "C. A. Seghizzi" di Gorizia, 2007 ed ha conseguito i seguenti risultati:
1° premio categoria musica popolare e canti tradizionali e premio speciale del pubblico
2° premio categoria musica policorale
2° premio categoria arrangiamenti corali di musica pop-jazz
3° premio categoria polifonia - programma storico
Premio FENIARCO per il miglior coro italiano
Il Coro Giovanile Italiano, e per esso Stojan Kuret, ha inserito nel suo repertorio di studio di questa edizione 2007 l’elaborazione di "E lo mio amore", di Piero Caraba, direttore del coro “Camerata Polifonica di Viterbo e membro della Commissione Artistica dell’ARCL.
Il Coro Noteblu di S. Ponziano diretto da Marina Mungai, vincitore del Concorso Corale Regionale Città di Formello 2006, rappresenterà la coralità regionale al Festival Nazionale Corale Alpe
Adria 2007
A
A.R.C.L.
Associazione
Regionale Cori
del Lazio
Via V. della Storta, 5
00123 ROMA
Presidente:
Alvaro Vatri
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notizie dalle Regioni
M
A.R.C.C.
Associazione
Regionale Cori
Campani
Via Trento, 170
84131 Salerno
Presidente:
Vicente Pepe
olti, importanti e di prestigio nazionale ed internazionale gli impegni dell’Associazione
Regionale Cori Campani per il secondo semestre del 2007.
La città di Ercolano (NA) con la sua splendida Villa Campolieto si sta dimostrando fulcro degli
avvenimenti importanti della nostra regione: nel mese di Luglio saranno ospitati ben tre cori
israeliani che si esibiranno con delle corali della nostra associazione.
Il 5 agosto poi, sempre nella stessa struttura, sarà ospite graditissimo il Coro Giovanile Italiano.
Finalmente anche la nostra regione partecipa a manifestazioni di risonanza nazionale e lo fa con
l’ospitalità ed il sorriso che da sempre contraddistingue la nostra gente.
Un grazie doveroso e sentito va al dinamico M° Domenico Cozzolino ed ai componenti tutti dei
Cori Città di Ercolano e di Somma Vesuviana per la cura dell’organizzazione e l’impegno profuso.
Si è riunita la Commissione Artistica, che sta elaborando il bando per la seconda edizione del
concorso inerente la canzone napoletana in polifonia che tanto successo ha avuto nella sua prima
edizione.
Una brochure sarà sicuramente pronta per la prossima assemblea nazionale di ottobre ed in tale
data (con l’aggiunta di interessanti novità per quanto riguarda le categorie) sarà distribuita ai presidenti e ai delegati di tutte le regioni d’Italia.
Appuntamento estivo per gli associati sarà una due giorni organizzata dall’ARCC nello splendido parco del Mercatello a Salerno e voluta, con grande determinazione ed ostinazione, dal Presidente Vicente Pepe.
Finalmente la nostra Associazione è riuscita ad attivate un contatto con un Ente pubblico (Comune di Salerno) e confidiamo che questo sia solo l’inizio di un proficuo rapporto.
Il nostro sito internet è stato aggiornato ed il nuovo indirizzo è www.coricampani.it; responsabile dello stesso è il M° Carlo Intoccia che provvede, con grande diligenza, ad aggiornarlo continuamente di sempre nuove e puntuali notizie inerenti le nostre attività culturali.
La decisione presa nello scorso anno di rendere itinerante i luoghi delle assemblee e di coinvolgere oltre che i rappresentanti delegati delle singole associazioni anche le corali per una esibizione ha fatto sì che sia l’assemblea generale di marzo svoltasi presso la sede del Coro Libentia
Cantus ad Ercolano (NA), sia la relativa rassegna sono risultate affollate e partecipate. Il secondo appuntamento (legato alla nostra seconda assemblea annuale) si terrà a Somma Vesuviana
(NA) nel mese di novembre ed anche in questa occasione è prevista una larga partecipazione di
corali associate.
Infine è allo studio la realizzazione di un CD regionale in modo da far meglio conoscere la nostra realtà musicale bella e variegata.
Oltre alla concertistica grande cura si sta dedicando alla formazione.
È allo studio un percorso formativo bello ed interessante che coinvolga coristi e direttori e su cui
si sta lavorando con grande dedizione. I corsi verteranno sulla Vocalità – Voci Bianche – Repertorio Gregoriano – Antico – Contemporaneo – Vocal Pop – Jazz – Gospel; corsi, infine, anche
sulla conduzione dei gruppi (Leadership) questo per contribuire a dare sempre più possibilità di
“corretta comunicazione e condivisione” ai direttori e responsabili di associazioni corali.
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notizie dalle Regioni
A.S.A.C.
Associazione per lo
Sviluppo delle
Attività Corali
Via Castellana, 44
30174 Mestre (Ve)
Presidente:
Alessandro Raschi
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U
na splendida giornata di sole ha accolto domenica 10 giugno “Venezia in Coro”, che ha animato la città lagunare con i canti dei nostri cori. La manifestazione, giunta alla 31ª edizione,
è organizzata dall’ASAC, con il sostegno della Regione del Veneto, dell’APT Ambito Turistico Venezia, del Comune di Venezia, della Curia Patriarcale di Venezia e di tanti collaboratori e accompagnatori dei cori.
La manifestazione, continuando l’impostazione delle edizioni precedenti, è stata caratterizzata dai
concerti nelle Chiese di S. Cassiano, di S. Giacometto, di S. Giobbe, di S. Marcuola, dei Carmini,
di S. Nicola da Tolentino, di S. Rocco, di S. Maria del Giglio, di S. Salvador, di S. Stefano e di
S. Zaccaria, organizzati in collaborazione con la Curia Patriarcale di Venezia. Nel corso della
S. Messa sono stati eseguiti alcuni canti in sintonia con la celebrazione ed in aderenza al periodo
liturgico, preventivamente concordati con il celebrante, mentre alla fine della Funzione i cori hanno potuto esibirsi in un breve concerto. Un secondo gruppo di cori ha partecipato ai “concerti di
solidarietà” che prevedevano l’esecuzione di canti e musiche della tradizione popolare in una decina di ambienti assistenziali tra ospedali e case di riposo per anziani. Sono stati interessati dagli
interventi dei cori l’Ospedale Fatebenefratelli, l’Istituto Cottolengo, la Casa di Riposo SS. Giovanni e Paolo, la Casa di Riposo S. Lorenzo, l’Ospedale S. Camillo, l’Istituto Carlo Steeb, la Casa di Riposo S. Maria del Mare e la Casa di Riposo Cardinal Piazza.
Nei momenti liberi dagli impegni concertistici, tutti i cori hanno potuto realizzare dei momenti di
animazione musicale-corale negli spazi urbani cittadini.
Una novità di quest anno è stata la “Maratona corale” che ha visto alternarsi tutte le formazioni
partecipanti sul palco allestito a Campo S. Stefano, culminando con i canti d’insieme a cori riuniti, diretti dal M° Camillo De Biasi. Ha partecipato ai momenti finali della manifestazione anche il
Presidente della Feniarco Sante Fornasier, accolto dal Presidente ASAC Alessandro Raschi e dal
Segretario Giorgio Penzo.
L’ASAC ha organizzato una giornata corale dedicata al canto di ispirazione popolare e di montagna inserita nell’ambito delle manifestazioni concertistiche previste per gli “Incontri corali Veneti” e denominata “Cantiamo i monti”, con il patrocinio del Comune di Cibiana di Cadore e la collaborazione dei nostri cori cadorini. La manifestazione, alla sua prima edizione, è prevista per il 22
Luglio 2007 sul Monte Rite, nel Comune di Cibiana di Cadore in provincia di Belluno. Il luogo,
situato in una posizione privilegiata, gode di un panorama straordinario sulle Dolomiti ed è anche
sede del Museo Dolmites, il più alto d’Europa, realizzato alcuni anni or sono dal noto alpinista
Rainold Messner. La cima del Monte Rite è accessibile a piedi, attraverso facile sentiero, o con servizio navetta con fuoristrada che sarà reso disponibile a quanti ne hanno fatto richiesta. La manifestazione avrà inizio con la celebrazione della SS. Messa e proseguirà con il concerto per le esecuzioni di ciascun coro, intervallato da una pausa per il pranzo. Il concerto si svolgerà proprio sulla vetta della montagna, a quota 2181, sul tetto del museo, un vecchio forte della Prima Guerra
Mondiale, circondati dallo scenario creato da alcune tra le più belle cime dolomitiche, in un panorama mozzafiato. Sei sono i cori partecipanti a questa prima edizione, cinque veneti e uno di
S. Pietroburgo (Russia). Tutti i coristi avranno l’opportunità di vistare gratuitamente il “Museo nelle Nuvole”, condotti nella visita da personale esperto. Una prima esperienza in un luogo di grandissimo fascino che siamo sicuri avrà un seguito anche negli anni prossimi, ove speriamo sarà possibile aprire la partecipazione anche a cori provenienti da altre regioni.
A fine agosto inizierà il corso residenziale per direttori con il M° Stojan Kuret. Sono ancora disponibili alcuni posti sia per il corso base che per quello di perfezionamento. Ulteriori notizie sul
corso sono disponibili nel sito dell’ASAC con i moduli di adesione.
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notizie dalle Regioni
I
A.BA.CO.
Associazione
Basilicata Cori
via Lucania, 16
75023 Montalbano
Jonico (MT)
Presidente:
Rocco Pontevolpe
Il 2 dicembre 2007, la coralità si confronterà su uno scenario di tutto rispetto: infatti l’ABACO
ha organizzato il primo convegno-dibattito sulla coralità e i suoi valori.
L’evento vedrà la partecipazione del presidente dell’ARCOPU Pierfranco Semeraro e dello stesso
presidente ABACO Rocco Pontevolpe, insieme ad altri ospiti importanti.
Tursi in provincia di Matera sarà il Comune ospitante, e da padrona di casa sarà il coro del maestro
Francesco Muscolino, il polifonico “Regina Anglonensis”. Grande è l’attesa per questo impegno
che vede di nuovo l’ABACO confrontarsi con altre realtà regionali.
E sempre l’ABACO è protagonista fuori dai confini italiani con i Cantori Materani, che dal 26 Luglio al 1 Agosto 2007 hanno cantato in Provenza e Costa Azzurra nel sud-est della Francia dove sono stati selezionati ed hanno rappresentato l’Italia al 12° Festival Choral International di Provenza
e al 7° Festival Choral International di Marsiglia. Le manifestazioni, organizzate da L’Ensembles
Polyphoniques en Provence e dalla Fédération Culturelle AICLER-PROVENCE, si tengono ogni
anno nell’ultima decade di luglio.
I cori hanno eseguito concerti tutte le sere nei differenti comuni della regione. Le sedi di questi concerti sono diverse (chiese, sale da concerti, teatri e in esterna) per cui i Cantori hanno adattato il programma in funzione del luogo nel quale si sono esibiti. Arduo è stato il lavoro del Direttore Alessandra Barbaro che ha dovuto stilare un nutrito programma comprendente all’occasione opere sacre,
classiche e popolari nelle 5 città loro assegnate: 26 luglio – Gassin; 27 luglio - Marseille (Marsiglia);
28 luglio - Salernes; 29 luglio - Chateaudouble; 30 luglio - Signes con la conclusione di un concerto il 31 luglio nella Cattedrale di St. Maximin insieme al coro Orfeon del Venezuela.
Lo scopo del Festival, afferma il suo presidente Robert Francescato, è di far scoprire al pubblico
nuovi repertori di musica corale e di mostrare loro la ricchezza che il Canto corale effonde attraverso l’elaborazione di canti popolari e nuove composizioni. Inoltre, la formula di questo Festival
propone anche una breve esibizione del coro della città ospitante all’inizio della serata a suggello
del clima di fraternità che l’esperienza corale insegna.
Di tutto rispetto la partecipazione delle corali al 12° Festival che oltre ai Cantori Materani ha visto
protagonista anche i cori di: The University of Utah Singers (USA); Tonik (Lettonie); Chœur Académique de Petrozavodsk (Russie); Orfeon Universitario de L.U.Z. (Venezuela); Melodie (République
Tchèque); Evmolpeya (Bulgarie). L’impegno è stato sicuramente oneroso ma anche stimolante allo
stesso tempo, afferma Ferdinando Copeta, Presidente dei Cantori Materani, che ha assicurato il dovuto impegno per mantenere alto il prestigio di Matera, dell’ABACO e di tutta l’Italia.
L’anno prossimo, fra gennaio e marzo, vedremo l’uscita del tanto voluto coro regionale lucano, grazie alla volontà del presidente ABACO Rocco Pontevolpe e al lavoro dei direttori artistici ABACO.
Sono in corso le selezioni all’interno dei cori, al termine delle quali, dopo un lavoro preparatorio,
si avrà, all’inizio del 2008, l’uscita pubblica del Coro Regionale Lucano.
Un traguardo questo molto atteso dagli stessi associati regionali.
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scheda regione
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A.CO.L.
Associazione
Cori Liguri
Via Cuneo, 16/8
16032 Camogli (Ge)
Presidente:
Mauro Ottobrini
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el Golfo Paradiso si è concluso il Festival della Coralità Italiana, con 81 Gruppi Vocali di tutta Italia ed una media di 400 uditori a tutti i 24 eventi decentrati nel territorio ligure. L’organizzazione ha potuto annoverare tra i presenti i Cori più rappresentativi della coralità italiana in
ogni sua forma espressiva di ogni tempo ed epoca, di ogni genere e formazione. Le tematiche proposte nei 24 appuntamenti decentrati in tutto il territorio delle 4 province liguri hanno evidenziato
la grande preparazione delle compagini corali presenti coinvolgendo migliaia di appassionati con
le più belle melodie: dal folklore locale al popolare regionale, dalle Cante alpine ai Madrigali, dal
Classicismo Settecentesco al Bel Canto Verdiano, dalle Composizioni Sacre delle Cappelle Musicali cinque/seicentesche alle composizioni Liturgiche contemporanee.
Ogni domenica i cori presenti hanno solennizzato la Santa Messa con l’esecuzione, a cori riuniti,
della “Messa degli Angeli”. La formula proposta dall’ideatore del Festival – il Cav. Mauro Ottobrini, con la Schola Cantorum Mons. G.B. Trofello – prevede il suo decentramento in tutto il territorio ligure, in particolare nelle località dove operano altri gruppi corali, valorizzandone l’operato; un modo semplice per favorire gli scambi, arricchire il proprio repertorio musicale, promuovere la cultura del canto corale che altrimenti non trova facilmente spazio tra i mass-media.
Le serate di presentazione a Sestri Levante e a Bogliasco hanno visto la partecipazione del Coro
Parrocchiale e Orchestra di Bodenheim – Nackenheim (D) e del Coro Laeti Cantores (Quiliano),
mentre a Savignone si sono esibiti la Schola Cantorum L. Perosi di Castelnuovo Magra e il Coro
G. B. Campodonico di Maissana.
Sempre a Savignone, presso l’Oratorio S. Giacomo del Ponte, si sono alternati gli Amici del Canto di Mallare e il Grappolo di Piobesi Tor.se, il Coro Voci Amiche, il gruppo Monti Liguri di Genova, il Coro femminile e dei giovani dei Lunedì Musicali e la formazione folk La Combriccola.
La carovana musicale, nel golfo Paradiso e Levante Genovese, ha incontrato la Corale spezzina Ut
Re Mi e il Coro locale S. Ambrogio, il Coro Jubilaeum di Sori ed il Cerchio Armonico di Genova.
Serata di Virtuosismo Romantico-Rinascimentale a Camogli, con il Coro Sistro (Bologna), la Corale S. Donato (Lucca) e la formazione corale Scuola in ...canto di Cisano Bergamasco.
I Cantores Bormani di Imperia e il Concento Armonico di Quiliano si sono cimentati in un excursus delle Cappelle Musicali Secentesche, mentre ASAM Chorus di Stazzano ha proposto le Villanelle napoletane.
A Recco, presso l’Oratorio della Confraternita della N.S. del Suffragio, si sono proposti il Coro Vigolana di Vigolo Vattaro, il Mont Rose di Point St. Martin, il Coro Voci d’Alpe di S. Margherita Ligure, gli Spiritual & Folk di Genova, i bambini della Scuola Elementare di Sesta Godano - i Flauti Dolci - e i Giovani Canterini di Sant’Olcese.
A Sori è prevalsa la tematica dell’Arte compositiva di tutti i tempi nella Sacra Liturgia, con un programma a cura dell’Associazione Polifonica S. Colombano di S. Giuletta, delle Corali Riunite di
Bagnasco e Ceva, della Schola Cantorum G.B. Trofello di Camogli, del Coro Jubileum di Sori e
del Coro Cycnus Opera Festival di Genova.
La Val di Vara ha ospitato due appuntamenti. A Tavarone il Coro locale ha accolto le Corali che si
sono alternate sia con la solennizzazione della S. Messa sia durante la rassegna: le Voci della Val
Gotra di Albareto, la Corale S. Maria di Bogliasco, il Coro S. Ambrogio di Uscio e le Giovani
Emozioni di Elsa Guerci.
Bellissima la tappa di Varese Ligure, il Borgo Rotondo rivalutato dal compianto sindaco Maurizio
Caranza, a cui è stata dedicata la Liturgia pomeridiana e il successivo concerto serale, con la partecipazione del Coro e Orchestra Musica Nova, del Coro Alcmane, del Coro Canticorum Jubilo,
dei Millelire Gospel e della Cantoria Sacra Famiglia di Genova.
Nel Golfo del Tigullio il Festival ha riscosso successo sia a Rapallo che a Chiavari. Ad aprire la serata il M° Pasquale Colangelo, fondatore dell’Associazione Cori della Basilicata, ha presentato la
Corale Polifonica Cellese e il quintetto madrigalistico Fuori Tempo di Sanremo. A seguire, il Coro Daneo del M° Martini, le Ragazze Gau, la Combriccola e la locale Corale Antoniana.
Nella serata di Rapallo, nella Piazzetta delle Rose, ospiti dell’Oratorio dei Bianchi, si sono esibiti
i ragazzi del Cacciucco di Livorno e il Coro Airone di S. Germano, il Coro femminile Good News,
una formazione di insegnanti di Musica diretta magistralmente dalla bravissima Roberta Paraninfo,
la formazione Januenses Academici Cantores di Genova ed il gruppo CTG Folk di Loano.
Le tappe del Ponente (Albenga/Sanremo) hanno rinverdito il mondo corale integrando la Costruzione Polifonica Francese a quella Italiana, offrendo uno spaccato mondiale della Polifonia. Artefici sono stati l’Ars Musicae di Pietrabissara, l’ANA Valnure di Bettola, il Complesso Vocale Sanremo, il Coro Gran Paradiso di Pont Canavese, la Corale di Camogli e quella di Gattatico.
In quel di Genova Centro e Nervi, la Corale Alfierina e Orchestra, nella Chiesa di S. Gerolamo di
Nervi, ha presentato brani dell’Oratorio di Heandel, lo Shalom con il Gruppo di Studio Spirit Armony hanno fatto ascoltare le migliori composizioni di Frisina; il Coro Polifonico dell’Immacola-
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ta di Pegli e il Coro N.S. del Carmine di Genova con il fraseggio polifonico delle scuole d’epoca a confronto.
Sempre a Nervi, nell’Auditorium, il Classicismo della Corale Lirica Sestrese, il Folk del Coro
Ginestra di Savona, il Coro ANA di Collegno, il gruppo popolare U Castello de Ciavai di Favale di Malvaro, la Combriccola ed il Cerchio Armonico hanno siglato una delle più belle serate
del Festival.
Infine a Genova Pegli, nell’immensa Chiesa dell’Immacolata, alla presenza del Presidente e dell’Assessore della Cultura della Provincia – che ha promosso la manifestazione unitamente alla
Regione Liguria – all’Assessorato allo Sport e del Tempo libero ed alla Fondazione CARIGE –
si sono cimentati cori polifonici con, in programma, le tematiche dei tempi forti della Chiesa: il
Coro S. Donato di Lucca e alla Corale Polifonica di Genova Albaro, il Coro Sistro di Bologna,
con la direzione della Mª Roselise Gentile, la Scuola in...canto e la Januenses Academici Cantores di Genova.
“Una delle più belle edizioni” ha detto il M° Ottobrini durante il commento di chiusura. Nel corso della serata sono state fissate le tematiche de prossimo 35° Festival Edizione 2008, mentre
s’è dato riscontro della sottoscrizione effettuata durante tutto il Festival a favore del ripristino di
un organo antico scoperto in una sperduta Chiesa dell’Alta Val di Vara, nei fondi della Canonica abbandonata. Naturalmente l’impegno proseguirà nel prossimo futuro per arrivare finalmente, con l’aiuto di quanti vogliono contribuire, alla sua messa in opera.
ell’Abbazia di Rosazzo (UD), dal 16 al 21 luglio, si è svolto il XIII anno di Verbum Resonans
Seminari Internazionali di Canto Gregoriano che ha visto la partecipazione dei docenti Paolo
Loss (corso preparatorio), Nino Albarosa (primo corso), Alexander Schweitzer (terzo corso), Alessandro Tracanelli (liturgia).
Il corso preparatorio, tenuto da Paolo Loss, è stato incentrato sul primo approccio al Canto Gregoriano dal punto di vista storico, vocale e nella sua applicazione diretta all’interno della liturgia. Attraverso un excursus dai primi secoli (III°-IV°), da cui si può identificare una prima forma musicale abbastanza definita di tale genere, fino al XX secolo, in cui il suo uso è scemato dopo il Concilio Vaticano II, la realtà odierna dimostra che vi è un sempre crescente apprezzamento per tale
espressione umana e la prova ne è stato il gruppo che ha seguito, con tutta la curiosità e l’entusiasmo del neofita, il corso di Paolo Loss.
D’altro canto il terzo corso ha seguito un iter variato, diverso dal solito, dedicando ampio spazio a
lezioni di direzione gregoriana. Ogni giorno il professor Schweitzer dirigeva i corsisti su un determinato brano e poi alcuni, a turno, prendevano il suo posto e provavano a dirigere i propri colleghi. Dopo ogni prova seguivano i commenti di tutti, professore ed esercitante compresi. Il lavoro
quotidiano in questo senso ha permesso ad ognuno di “sgrezzare” il proprio movimento, capendo
quali gesti sono utili e quali no, quanto e in che modo bisogna spingere il coro ad accelerare o a
rallentare, quanto bisogna essere dettagliati nel gesto oppure quanto invece bisogna seguire solo le
grandi linee melodiche. Tutto ciò ha portato i corsisti a dirigere essi stessi i brani della messa finale di sabato (grande novità nei corsi di Rosazzo).
N
USCI FVG
Unione Società Corali
del Friuli Venezia Giulia
Via Altan, 39
33078
San Vito al Tagl. (Pn)
Presidente:
Sante Fornasier
Nell’ambito del progetto Verbum Resonans è risultata, quest’anno, di particolare interesse l’animazione di alcune Messe domenicali con il canto gregoriano. L’opportunità di tale iniziativa appare piuttosto evidente. Il gregoriano non è sostanzialmente musica da concerto, ma è nato per la liturgia e nella liturgia trova la sua collocazione. Sebbene l’inserimento nel corso dell’attuale rito
della S. Messa in italiano possa aver bisogno di qualche adattamento, i canti del proprium e dell’ordinarium appaiono in realtà come sono nati, cioè come parola sacra cantata, come quel verbum
resonans che amplifica ed esalta la parola divina e la preghiera, non per fini concertistici, ma per
un’intima adesione della musica al testo.
Il coro “Hortus Musicus” di Trieste, sotto la guida di Fabio Nesbeda, ha avuto l’occasione di par-
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tecipare con il canto gregoriano alla S. Messa vespertina di domenica 8 luglio nel Duomo di Cividale, edificio augusto e imponente, ricco di riferimenti religiosi e storici e di opere d’arte.
Celebrava la messa il Parroco, mons. Guido Genero, più volte invitato come esperto liturgista ai
Seminari gregoriani di Rosazzo. L’inserimento dei canti nel contesto della Messa parrocchiale non
ha creato alcun problema, grazie alla collaborazione del celebrante… e talora degli stessi fedeli.
Domenica 15 luglio 2007, alle ore 11.00, è stata celebrata nel Duomo di Sacile la S. Messa con il
Coro “Schola Dilecta” di Tavagnacco, diretto dal maestro Giovanni Zanetti, che ha cantato tutte le
parti previste dalla Liturgia: con la sezione maschile ha eseguito il proprio della Domenica XV del
Tempo Ordinario tratto dal Graduale Triplex, cioè “Introitus”, “Offertorium” e “Communio” e, con
l’aggiunta delle voci femminili, l’Ordinario, cioé il Kyrie Sanctus e Agnus Dei della Missa XVII e
il Gloria della Missa XV.
Considerato che la Messa è stata celebrata in lingua italiana, dopo le Letture, su richiesta del mons.
De Nardo, parroco del Duomo, il Graduale è stato sostituito dal Salmo responsoriale che lo stesso
Zanetti ha composto per l’occasione, mantenendo lo spirito del canto senza alcun intervento strumentale.
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Giovedì 19 luglio si è esibito nella chiesa dell’Abbazia il coro femminile di Schio “Laetetur Cor”,
diretto da Ermanno Cocco. Composto da dodici voci femminili perlopiù giovani, il coro ha rivelato una notevole maturità vocale, eseguendo un programma intitolato Narrabo omnia mirabilia tua
ove si percorreva un itinerario mariano attraverso l’esecuzione di introiti, inni, offertori, sequenze
e communi. Oltre ad una vocalità molto buona e ad un’altrettanto buona omogeneità delle voci, il
coro ha dimostrato una grande padronanza del ritmo e del senso musicale gregoriani, oltre che una
profonda conoscenza e coerenza semiologiche. Il concerto è stato riproposto sabato 21 luglio nell’ambito del progetto Concerti in Basilica, in collaborazione con la Società per la Conservazione
della Basilica di Aquileia.
L’”Officium Consort” di Pordenone, diretto da Danilo Zeni, gruppo maschile titolato, premiato nel
canto gregoriano per ben due volte al Concorso Internazionale di Arezzo e fascia di eccellenza a
“Corovivo” 2005, ha scelto un titolo singolare per i suoi concerti nell’ambito di Verbum resonans
2007, Concordia discors. Un ossimoro, dal punto di vista retorico, ma in realtà lo svolgimento del
programma chiariva senza problemi l’enigma del titolo stesso, soprattutto nella collaborazione fra
il gruppo vocale e l’organista Francesco Finotti. La presenza dell’organo, infatti, e di un musicista
di grande esperienza strumentale e di vasta cultura, hanno suggerito l’idea di un canto gregoriano
affiorante ovunque nella produzione musicale, anche laddove il contesto della scrittura polifonica
e del virtuosismo strumentale sembrano allontanarsi dall’assunto originale della monodia.
Ecco quindi che nel concerto eseguito nella Cattedrale di San Giusto a Trieste – presentato poi anche nella Basilica di Sant’Eufemia a Grado – si alternavano brani gregoriani a composizioni organistiche, nel senso di una ripresa, di una sorta di commento, oppure di un apparente allontanamento della scrittura strumentale dall’assunto monodico, in realtà fonte ispiratrice del brano.
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niziò nel 1947 la passione che il Maestro Giorgio Vacchi rivolse e dedicò al mondo della coralità popolare e dunque quest’anno egli celebra i sessanta anni di attività artistica e musicale che
si è realizzata sia nella ininterrotta direzione artistica del Coro Stelutis di Bologna, che in un impegno costante di studio, formazione e qualificazione dello strumento “coro”, da cui è scaturita una
brillante attività di ricercatore, elaboratore e didatta. Nel 1970 egli intuì l’intrinseco valore sociale e culturale dei numerosi gruppi che in quegli anni si andavano formando per la voglia del cantare insieme e diede impulso alla fondazione della Associazione Regionale dei Cori dell’EmiliaRomagna, la prima aggregazione nel suo genere in Italia e ne è stato l’illuminato Presidente per
dodici anni. Per la sua opera di sensibile cantore del mondo popolare e per i suoi studi etno-musicologici, il Maestro Vacchi ha acquisito vasti apprezzamenti in campo nazionale e le sue elaborazioni corali sono ora eseguite da moltissimi complessi italiani. Il Maestro Vacchi ha dimostrato, attraverso le sue ricerche musicali, quanto la cultura popolare espressa dai canti dimenticati, spesso
considerata non significativa, avesse invece in sé contenuti culturali e morali di altissimo valore.
Il Coro Stelutis è stato, in questi decenni, la “voce” per diffondere questi valori ed ora intende celebrare il prestigioso traguardo di sessanta anni di dedizione e di attività del proprio Direttore con
alcuni momenti musicali e di studio, perché il mondo corale e culturale possa beneficiare della
straordinaria esperienza di questo musicista, il cui lavoro è stato svolto sempre amatorialmente, ma
con estrema professionalità. Ma ecco gli eventi ai quali amici, coristi e Maestri sono invitati a partecipare, per manifestare a Giorgio Vacchi l’apprezzamento di quel mondo che, per oltre sessanta
anni, ha contribuito a far crescere e valorizzare.
I
A.E.R.CO
Associazione
Emiliano-Romagnola
Cori
Via San Carlo, 25/F
40121 BOLOGNA
Presidente:
Fedele Fantuzzi
OMAGGIO A GIORGIO VACCHI
Sessanta anni di attività musicale dedicata alla coralità amatoriale
Domenica 21 ottobre 2007
Chiesa di Santa Cristina della Fondazza - Piazzetta Morandi - ore 17,30
Grande concerto corale “ SESSANTA ANNI DI CORALITA’ ” alla presenza delle Autorità Cittadine al quale prenderanno parte otto gruppi corali regionali che eseguiranno un programma di composizioni per coro tutte elaborate da Giorgio Vacchi.
Sabato 10 novembre 2007
Aula Absidale dell’Università - Via De’ Carli, 23
“La figura della donna nei canti di tradizione popolare”
Convegno collegato all’anno dedicato alle pari opportunità al quale parteciperanno studiosi, musicisti, psicologi e ricercatori e che sarà preceduto dalla proiezione di un documentario su interviste
ad anziane informatrici appositamente realizzato.
Novembre 2007
Palazzo D’Accursio
Presentazione ufficiale di un volume edito dall’AERCO, (Associazione Emiliano Romagnola Cori), che raccoglie alcuni articoli ed interventi a convegni di Giorgio Vacchi, apparsi sul riviste musicali dal ’60 ai nostri giorni, unitamente alle partiture delle sue più recenti elaborazioni corali.
Gennaio 2008
Concerto del Coro Stelutis per presentare la pubblicazione del nuovo CD “dormi!”, dedicato a ninne nanna di tradizione e d’autore.
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DISCOGRAFIA
a c u r a d i A l v a r o Va t r i
E
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state… vacanze in montagna… canti di montagna… “La montanara”: è
una “sequenza” logica e abbastanza
diffusa tra coloro che amano e praticano il
canto corale. E “La montanara” apre l’interessante CD prodotto nel 2006 dalla Federazione Cori del Trentino che raccoglie 18
canti, affidati ad altrettanti cori della Regione, in una antologia dal titolo: “Cantano i
monti della nostra terra” – Trentino: le voci
della coralità popolare.
Alla Federazione aderiscono 179 formazioni corali, dislocate in 91 comuni della Provincia autonoma di Trento, ricorda il presidente Sergio Franceschinelli nella presentazione del CD, ma si è sentita l’esigenza, anzi l’imperativo, di proporre una voce ufficiale della Federazione tramite un progetto
artistico in grado di esprimere una sorta di
ideale percorso attraverso la storia della cultura e del canto popolare, della gente trentina, dei cori trentini.
I 18 canti scelti dal Comitato tecnico artistico della Federazione appartengono ai repertori dei cori “popolari”: sono canti filtrati
dalla penna colta degli armonizzatori e in
qualche caso composti guardando al popolare. Sono stati eseguiti da altrettanti cori (dalla SAT al San Romedio, al Negritella, al Coro Amicizia, al Valle dei Laghi, al Valsella,
al S. Ilario, al Sass Maor, al Martinella, al
Gruppo La Noghera, al Croz Corona, al
Genzianella di Tesero e al Genzianella di
Roncogno, alla Compagnia del Canto, al Coro Sasso Rosso, al Valfassa, al Sosat e al
Bianche Zime), formazioni non solo a voci
virili, che hanno accettato l’invito a rappresentare l’intero settore della coralità popolare, mantenendo al contempo il proprio carattere espressivo, la propria personalità. Le registrazioni pertanto sono tutte molto recenti
e ciascun brano rispecchia l’attitudine più
propria del coro, in senso vocale e più ampiamente musicale. Oltre a “La montanara”
e all’ “Inno al Trentino” (canti d’autore) che
incorniciano la raccolta, si incontrano i canti della tradizione trentina (assente il tema
della “guerra”) e altri due canti d’autore,
“Serenata a Castel Toblin” e “Tango trentino”, che testimoniano il punto di partenza e
il punto di arrivo della lunga parabola storica: il tono intimo, lirico, nel piccolo notturno d’amore e il tono amaramente ironico
nella rilettura postmoderna del tema dell’emigrazione, contenuto nel “Tango”.
Di questo inconsueto brano riportiamo qualche “inconsueto” (e ironico) verso: “Tango,
tango tango trentino que me quiere juntar lagrimas y vino […] Ellos partian col veliero
sobre el mar profundo y nero y si los facian
bailar vomitaban el disnar […] Ay tristeza
que me llena la cabeza si yo pienso a quell’encanto de Toblin…” Non rimane che
ascoltare il CD.
Per informazioni:
Fed. Cori Trentino
Sede e recapito postale
Passaggio Zippel, 2
38100 Trento (TN)
Tel 0461 983896 Fax 0461 234781
e.mail [email protected]
www.federcoritrentino.it
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L’attenzione per il “popolare” in questo numero della nostra rubrica di offre lo spunto
per rendere conto di un altro CD giunto in
redazione del “Coro Stelutis” di Bologna,
dal titolo “O Santa Madre – Canti (vecchi e
nuovi) di argomento religioso nel bolognese”. Diretti da Silvia e Giorgio Vacchi.
Il disco è stato pubblicato nel 2005 e raccoglie 16 brani di tradizione e originali,
tutti armonizzati da Giorgio Vacchi, insigne ricercatore e studioso del canto popolare. Egli stesso in una sintetica ma esauriente introduzione illustra i vari brani.
Apprendiamo così che “circa la metà dei
canti di argomento religioso incontrati nelle ricerche è dedicata alla Madonna, da cui
la scelta del titolo (che è anche l titolo del
primo canto).”
Così pure possiamo ascoltare alcuni Inni
dedicati ad alcuni santuari bolognesi cantati durante i pellegrinaggi molto frequenti
all’inizio del secolo ed altri interessanti
brani frutto di una attenta, costante e appassionata ricerca che caratterizza la compagine corale bolognese e il suo illustre direttore artistico.
Vogliamo infine segnalare la pubblicazione
di un libro, con allegato un CD antologico,
realizzato dal “Coro Città di Desio” (MI) in
occasione del ventennale (1987-2007) della
sua attività, autore Giuseppe Monga, dal titolo “Rincorrendo il Pentagramma”. Vogliamo darne conto comunque nel poco spazio a
disposizione per non far scadere la ricorrenza perché, come dice il direttore M° Enrico
Balestrieri nel postfazione “venti anni di attività sono un bel traguardo per un coro,
questo straordinario strumento musicale
[…] impegnato in un lavoro continuo e faticoso mirato alla ricerca del Bello. E la ricerca del Bello non deve mai venire meno!”. Un augurio che condividiamo in pieno
e che estendiamo a tutta la coralità amatoriale, e, con partcolare calore, al Coro Città
di Desio per tanti altri gratificanti traguardi.
Per informazioni:
www.corocittadidesio.it
Per informazioni
Associazione Culturale Coro Stelutis
Via Pallavicini, 21 – 40138 Bologna
Fax 051.6342819
cell. (segreteria) 335.6908629
e.mail [email protected]
www.corostelutis.it
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MONDOCORO
MONDOCORO
Curiosità, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri
a cura di Giorgio Morandi
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o ritenuto, dopo le vacanze estive, di darvi
il benritrovati o il benvenuti citando per
primo il testo (liberamente tradotto dal
sottoscritto – perdonate la presunzione) di
un canto terapeutico preso dall’antica saggezza delle popolazioni indigene del Pacific Northwest in Canada. Veniva cantato ad una donna ammalata la
quale successivamente lo cantava per guarire altri.
Naturalmente un semplice “ buona salute” è ciò che
sempre si augura – ed io con voi ora non faccio diversamente – ma poiché qualche volta anche la malattia capita – parte della nostra natura – ecco… come guarirla. Non è una prima buona ed utile indicazione? Potenza del canto: una medicina che guarisce le malattie, quelle fisiche e quelle emozionali (e
non è una battuta virtuale! Vedasi il Flash “Il canto
Corale in un mondo che cambia). Che con gioiavostra e di chi vi ascolta voi ne abbiate sempre medicina in abbondanza! E dopo gli auguri per una buona ripresa di tutte le vostre attività, eccoci ora alla
nuova “frittura” di flash corali internazionali sui
quali - se stuzzicano la vostra intelligente curiosità
- potete sempre provare a chiedere maggiori dettagli e informazioni a [email protected]
oppure fax 02700440733.
DUE CONCORSI
CONCORSO PER COMPOSITORI:
“Pacific Chorale”, uno dei più grandi cori americani
(prossimamente in tournée anche in Italia nel corso
dei suoi festeggiamenti per i 40 anni di attività), invita i giovani compositori americani con meno di 35
anni a partecipare al “Concorso per Giovani Compositori” presentato come parte del festival Corale dei
Capolavori Americani organizzato dalla stessa “Pacific Chorale”. Il Festival avrà luogo dal 21 al 23
aprile 2008. I partecipanti al concorso entro il 14
Settembre 2007 dovranno sottoporre una propria
composizione corale già esistente. Entro il 12 Ottobre 2007 verranno segnalati i Compositori che dovranno successivamente comporre un brano nuovo
avente come testo una poesia americana o quello di
un brano popolare poco conosciuto. Questo nuovo
brano dovrà essere presentato entro il 4 Gennaio
2008. I vincitori, selezionati e pubblicizzati entro il
18 Gennaio 2008, riceveranno 1.500,00 Dollari Usa in
contanti, avranno diritto ad una esecuzione pubbli-
Nella tua gola c’è un canto vivo
Un vivo canto spirituale
Il suo titolo è Creatore-della-lunga-vita.
Sì, io sono qui per guarire
Con i salutari modi
Della Magia-che-è-nel-suolo,
La Magia-della-Terra.
Quindi continua mio povera amica
E canta con gli spiriti guaritori
Con la Magia-che-è-nel-suolo,
La Magia-della-Terra.
E tu nascerai alla vita
Per il potere delle parole
Attraverso la Magia-che-è-nel-suolo,
La Magia-della-Terra.
<<Un giovane cantore che riconosce se stesso come
parte importante del coro, che rispetta le molteplici
differenze e i diritti dei suoi compagni cantori, e che
dimostra il suo servizio attraverso la gioia ed il piacere dell’esibizione vocale vale come artista e come
promotore di pace.>>
(Thomas Merton nei suoi scritti
su Mahatma Gandhi).
ca e alla stampa della loro opera ed altro ancora.
Dettagli del Concorso di composizione si troveranno
in www.pacificchorale.org/concerts_and_events/
young_composers_competition.php
UN CONCORSO CORALE PER IL 2008:
3° Concorso corale Internazionale “Walter von der
Vogelweide” di Innsbruck (Tirolo austriaco). Avrà
luogo dall’1 al 4 Maggio 2008. Tutte le informazioni
si trovano nel sito www.chorverband.at .
PORTA-PARTITURE
IAN BULLEN, un tenore di Vencouver ha raccolto il
grido di dolore dei cantori e si è imposto come “missione” il fatto di allestire la “Cartelletta-porta-partiture-perfetta”. Di una normale cartelletta ne ha ridotto il peso, ha aumentato le dimensioni per contenere partiture di formato europeo; vi ha aggiunto
due porta-penne (ma non provate a infilarci qualcosa di più grosso di una normalissima matita), un
porta-biglietto da visita per identificare una cartelletta da tutte le altre, una busta trasparente per ve-
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dere le partiture della prova, uno strap in alto che
aumenta il numero delle partiture contenute e fa da
segnalibro e – optional – un adattatore di anelli. L’unico difetto è che non ha né il portapastiglie per la
gola né il porta-occhiali. “Ho avuto anche la richiesta per un porta-bottiglia dell’acqua – dice Bullen –
ma allora sarebbe una valigetta, non una cartella.
CONFLITTI PSICOLOGICI,
IL MONDO DI CHI CANTA
LYNN EUSTIS, professore di vocalità all’università
North Texas ha esplorato i conflitti psicologici quotidiani che costituiscono il mondo di chi canta – sfida unica per coloro che portano nel proprio corpo il
proprio strumento musicale.
Scritte principalmente in funzione dei cantanti solisti e dei loro insegnanti, le introspezioni di Lynn
aiutano a trovare giusto relax interiore anche ai cantori di coro.
“I nostri corpi ed il nostro spirito comprendono il
nostro strumento e i nostri cuori hanno un modo infallibile di sprizzare fuori dalla qualità del nostro
suono. È molto più facile focalizzarci al massimo
sulle nostre imperfezioni tecniche che non esplorare
le nostre emozioni circa la musica”.
JOAN OLIVER GOLDSMITH – per lungo tempo cantore della “Chorale Minnesota” – trova nel far musica lezioni essenziali per la vita. Nel suo “Come posso fare a meno di cantare e la vita appassionata” offre storie e riflessioni – fra l’altro – sul fare errori,
sulla tessitura (il luogo nella voce e nella vita) in cui
uno si sente più a casa sua, l’arte sottile dell’essere
“discepolo”.
ALICE PARKER, uno dei più amati e rispettati compositori, direttori ed educatori di musica corale dl
giorno d’oggi ha compiuto 80 anni nel dicembre
2005, La rivista “The Voice” (della grande Associazione corale americana Chorusamerica) l’ha invitata a
riflettere sulla sua lunga e produttiva vita nella musica scorrendola decade per decade.
“Mi rendo conto che la vita che ho avuto è assolutamente diversa da quella che mi sarei aspettata” dice
la signora. Il mio schema fa riferimento a 40 anni di
educazione e di autoscoperta, e di maturità iniziata
molto tardi e che dura a lungo. Quanto al momento
di ritirarmi… non posso ancora immaginarlo”. Alice
Parker ha ispirato musicisti corali di ogni generazione con la sua passione per la musica, scopo unico della sua esperienza e conoscenza, una instancabile dedizione ai cantori e alla voce umana, e alla
sua profonda umanità. Ella continua a nutrire musicisti ad ogni stadio di sviluppo, incoraggiandoli a
trovare il proprio cammino dentro la bellezza
espressiva della musica. (The Voice – pag. 33).
PERCHÈ IL MIO CORO CANTA
A MEMORIA?
“Dirigo gruppi corali fatti da cantori di età diversa di
background e di livello di preparazione eterogenei…
Negli ultimi otto anni ho chiesto loro di cantare a
memoria. Si è immediatamente notata una differenza
come fra il giorno e la notte.
Soltanto quando tutti i cantori sono completamente
sintonizzati con l’interpretazione della partitura da
parte del Direttore il pubblico può veramente “sentire” l’interpretazione e la connessione. (The Voice of
Chorus America – Winter 2005 pag 40).
GESTIRE IL CAMBIO
DEL DIRETTORE DI CORO
Da uno studio condotto nel 2005 dall’Associazione
americana Chorus America risulta che la maggior
parte dei cori risulta essersi costituita negli anni
1970 e di questi uno su tre conserva ancora il direttore in attività fin dalla fondazione. È evidente che in
breve tempo, quindi, il movimento corale dovrà affrontare il fenomeno di centinaia di direttori che lasciano o cambiano coro.
Questo viene considerato un segno chiaro che il campo corale sta per affrontare un periodo di cambiamenti significativi. Chorus America ha preso a cuore
questo problema e ha sviluppato nuovi strumenti
che aiuteranno il campo corale a sopravvivere e crescere durante il preannunciato periodo di cambiamenti. Uno dei più innovativi e potenti tra questi
nuovi strumenti è un seminario on line chiamato
“Navigando il cambio di un Direttore di Coro” (originale: “Navigating a Music Director Transition).
“Navigating a Music Director Transition” è pieno
di informazioni, suggerimenti e strumenti che
aiutano a prepararsi e a gestire un cambio di direttore di coro in modo che sia veramente utile ai cori e
ai loro dirigenti. …Interviste registrate con direttori
di coro che nel seminario online condividono la loro
esperienza. …Direttori che hanno già vissuto questa
fase di cambio o che cominciano a pensar come gestire in un prossimo futuro questa situazione… Interviste con membri di Consiglio Direttivo che hanno
aiutato a gestire questo tipo di situazione.
È proprio della natura umana cercare di evitare il
cambio o rimandare il più possibile la pianificazione
del cambio del direttore di Coro, ma forse non esiste
per i dirigenti di un coro una decisione più importante di quella legata alla successione del Direttore.
Se il vostro è un coro che sta pianificando il cambio
del Direttore, seguire il seminario on line è un investimento che dovreste affrontare immediatamente in
nome del futuro della vostra organizzazione. (The
Voice - Vol.30 – N. 3 – Primavera 2007).
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MONDOCORO
QUATTRO COMPOSITORI CINESI
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Negli ultimi anni si parla molto della Cina, grande
paese che sta imponendosi all’attenzione in moltissimi campi delle attività umane. Lo sta facendo anche nel campo corale. È questa forse la prima volta
che ne parliamo decisamente nella nostra rubrica ed
è giusto che sia, perché – dice sempre qualcuno in
queste circostanze - c’è sempre una prima volta. Il
signor Leon Shiu-wai Tong, membro del Consiglio Direttivo di IFCM (Federazione Mondiale per la Musica
Corale) ricordando che la musica cinese si è evoluta
ed ha sviluppato il proprio spirito unico, le sue tradizioni e la propria identità culturale, ci presenta
quattro compositori cinesi contemporanei:
Mr. Guang-ping Cao: ottimo compositore di musiche “a cappella”, ha lavorato per molti cori ormai famosi. I suoi canti di folklore hanno ottenuto riconoscimenti e premi in molti concorsi.
Mr. Ru-bu Rong e Uncle Byer sono rinomati compositori della Mongolia il cui stile di canto unico ha
conquistato diffusa popolarità nel mondo corale cinese.
Mrs. Xi-xian Ju è un’esperta e famosa compositrice
cinese; benché sia specializzata nella musica per coro misto, è sempre stata impegnata musicalmente
nel campo educativo, sia con ragazzi, sia con cantori
adulti. Alcuni suoi brani fanno parte ormai del più
popolare repertorio cinese.
Mr. Yi-da Zhang è un affermato compositore ed arrangiatore cresciuto in un coro di bambini. Ha sviluppato la sua passione per bambini e ragazzi fondando il Do Re Mi Choir. I suoi brani “Guessing
Song” e “Mountain Kids suite” in Cina sono conosciutissimi.
Più in dettaglio questi compositori sono presentati
con abbondanti esemplificazioni musicali in sette
pagine di servizio (…disponibili su richiesta al titolare della rubrica “Mondocoro”).
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NOTIZIE IN BREVE DA I.F.C.M.
• IMC (Consiglio Internazionale della Musica). – Dal
11 al 16 ottobre nella capitale cinese Pechino (…si
parla in altro Flash dell’imporsi all’attenzione internazionale di questo paese anche in campo corale!) avrà luogo l’Assemblea Generale dell’ “International Music Council”
• “Anno internazionale del dialogo interculturale“ –
La proposta di fare del 2008 l’Anno Internazionale
Del Dialogo Interculturale viene dall’Unione Europea. Ulteriori informazioni si possono avere in http:
//ec.europa.eu/culture/eac/dialogue/calls._en.html.
• IFCM cerca un volontario – persona o associazione
– disposto ad assumere la responsabilità della gestione della “Giornata Internazionale del canto co-
*
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rale” (International Day of Choral Singing) che era
stata istituita nel 1990 e gestita da Fundación
Schola Cantorum de Venezuela in Caracas. Per
informazioni: [email protected] .
Musica International
L’Istituzione che gestisce la catalogazione di oltre
100.000 partiture corali e di cui FENIARCO è socio
ha cambiato indirizzo. Ora è contattabile:
c/o La Fabrique de Theatre, 10 Rue du Hochwald,
F-67000 Strasbourg.
Ricordiamo che Musica International è:
possibilità di rintracciare tutte le notizie relative
a una partitura, compreso il luogo in cui è reperibile;
possibilità di visualizzare pagine esemplificative
della partitura, avere la traduzione in più lingue
del testo, ascoltare la pronuncia dei testi…
possibilità di seguire corsi per imparare ad usare
al meglio questo strumento. La parte pratica di
questo corso coincide con la…
possibilità di censire tutte le nostre partiture corali (10/12 persone in tre o più giorni di corso avrebero la possibilità di censire una parte discreta
della musica corale italiana. E se i Corsi fossero
tre? Al nord, al Centro e al Sud? E …via col vento!);
rappresenta una opportunità commerciale eccezionale per Case editrici e venditori di materiale
musicale a stampa.
IFCM: può ora usufruire delle capacità professionali di un nuovo componente del suo staff: Cristina Kühlewein, M.A in Comunicazioni Interculturali. Proviene da Friburgo (Germania) e si occuperà
del coordinamento di molti progetti IFCM come
“Youth Forum” (Forum Dei Giovani), “African Children sing” (I Bambini Africani Cantano) e “Conductors without Borders” (Direttori di coro senza
frontiere).
Contatti: [email protected] .
IFCM, 25 anni di attività: l’importante anniversario verrà festeggiato a Namur in Belgio il 27 Ottobre 2008 nell’ambito del Festival Biennale “Namur
en Choeurs” che si svolgerà fra il 26 ed il 30 Ottobre e terminerà con un concerto di gala nel Teatro
Reale con la partecipazione di importanti cori provenienti da Regno Unito, Svezia e Congo.
Maggiori informazioni sul Festival e celebrazione
anniversario in www.namurenchoeurs.be e presso
IFCM.
Javier Busto: il famoso compositore basco lascia il
suo coro “Kanta Cantemus Korua”, il coro femminile che ha dato il suo ultimo concerto il 17 Giugno
scorso. Javier Busto continuerà a comporre e sarà
impegnato in altre selezionate attività.
Durante l’estate nell’ambito del Festival Corale
Francese “Choralies” ha gestito un laboratorio
avente per oggetto di studio la sua musica.
Donazioni di partiture: durante la cerimonia di
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MONDOCORO
chiusura 27 maggio 2007) del Festival Corale “Florilège de Tours” (Francia) gli organizzatori, alla
presenza del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura
della città, hanno donato al sig. Lupwishi
Mbuyamba (Presidente di IFCM) le partiture della
Biblioteca Del Concorso che ora, quindi, saranno
liberamente disponibili per le associazioni Corali
dei paesi in via di sviluppo che hanno bisogno di
materiale musicale scritto.
All’inizio dell’anno già il Centro per L’arte Polifonica dell’Alsazia aveva fatto una simile donazione
offrendo a IFCM lo stock di tutto l’invenduto delle
loro pubblicazioni. Per aiutare il più possibile le
nuove Associazioni, IFCM si augura che possano
esserci molte donazioni del genere.
IL CANTO CORALE
IN UN MONDO CHE CAMBIA
(Doreen Rao, Ph.D. dell’Università di Toronto)
Segnalo un saggio che intende offrire ai lettori una
opportunità di valutare gli imperativi del canto corale in relazione alle iniziative di educazione alla pace, di contemplare i più ampi significati del canto corale come forma di attenzione e di considerare le dimensioni psico-spirituali del canto corale nell’educazione musicale dei cori giovanili di oggi…
…Il canto corale in un mondo che cambia può essere
incoraggiato attraverso un sistematico sviluppo dell’attenzione e dell’ascolto profondo durante le prove
ed le esecuzioni concertistiche. Un giovane cantore
che riconosce se stesso come parte importante del
coro, che rispetta le molteplici differenze e i diritti
dei suoi compagni cantori, e che dimostra il suo servizio attraverso la gioia ed il piacere dell’esibizione
vocale vale come artista e come promotore di pace.
SING FOR WATER
(Helen Chadwick, direttore di coro).
“Canta per l’acqua” ha avuto origine da una piccola
idea: un Festival di fine settimana con quattro seminari corali ed un concerto per raccogliere 1000 euro.
Sei anni più tardi ha raccolto 210.000 Euro e questo
potrebbe essere soltanto l’inizio. Finora il danaro
raccolto è andato ai progetti “WaterAid” in India,
Ghana, Burkina Faso e Timor est. Scopo di “WaterAid” è quello di sconfiggere la povertà mettendo in
grado le popolazioni più povere della terra di avere a
disposizione dell’acqua potabile ed una educazione
igienico-sanitaria appropriata.
Ogni settembre il Festival Del Tamigi di Londra invita cori da tutto il Regno Unito, dal Belgio, dalla Francia, da… ovunque essi vogliano raggiungere le rive
del Tamigi per cantare insieme. L’iniziativa prevede
sei canti in comune e una parte riservata al repertorio proprio dei cori partecipanti. Ma “Sing for Water”
è una iniziativa adattabile a chiunque e ovunque,
anche nella città sede del Coro che non potendo raggiungere Londra volesse però entrare nel progetto e
contribuirvi. L’organizzazione offre suggerimenti,
forme di sponsorizzazione, informazioni circa i progetti in corso di sostegno.
Per saperne di più:
www.singforwater.com
www.wateraid.org/singforwater
www.thamesfestival.org
www.endwaterpoverty.org
Per contatti: [email protected]
[email protected] .
IL CANTORE ADOLESCENTE
Il problema del Cambio della Voce e Repertorio adeguato è stato chiesto che fosse trattato sull’International Choral Bulletin da un gruppo di direttori di
coro. Il primo articolo che ne consegue e che qui segnalo (nove pagine intense, con esemplificazioni
musicali specifiche) è scritto da Janet Galvàn, Professore di Musica Corale all’Ithaca College di New
York, che si rifà alle proprie ricerche, alle proprie
esperienze di Direttore di Coro ma anche agli studi
di John Cooksey, famoso esperto vocale americano.
L’articolo è corredato anche da una breve bibliografia che segnala Testi e Articoli che trattano l’argomento del cambio di voce nei giovani cantori.
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DUE CD
“Music for Compline” (Musica per Compieta, l’ultima
delle ore canoniche della liturgia cattolica) inciso
per Harmonia Mundi dal giovane ensemble inglese
“Stile Antico”, composto da 13 cantori che lavorano
in perfetta osmosi senza un direttore ben definito.
È un esigente, ma affascinante, programma e specificamente una scelta di brani di alcuni dei migliori
compositori inglesi del XVI sec.: Thomas Tallis, William Bird, John Sheppard, Hugh Aston e Robert White. Ciascuno di questi autori offre la più ispirata celebrazione della preghiera notturna, con tutta la sua
bellezza senza tempo. Seducente qualità del suono
dell’ensemble e precisione assoluta… senza dubbio
una bellissima scoperta. (HMU 907419).
IL NOVA LUX ENSEMBLE
(formato dai solisti del coro da Camera di Pamplona)
si dedica all’opera di Mateo Flecha il Giovane ed in
particolare al suo “Primo libro di Madrigali”.I testi di
queste 19 pagine sono per la maggior parte di Francesco Petrarca, Pietro Bembo e Lodovico Ariosto. Perfettamente in tono con lo spirito dell’epoca, la musica descrive eloquentemente i disordini dell’anima, i
suoi rapimenti ed il suo dolore. Diretto da David
Guindano Igaretta l’ensemble esprime forza e convinzione. (Arsia 4203)
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concorsi
43° CONCORSO NAZIONALE CORALE
TROFEI «CITTÀ DI VITTORIO VENETO»
2° CONCORSO INTERNAZIONALE PER GRUPPI VOCALI SOLISTICI
2° Concorso internazionale di composizione corale
su canti della Grande Guerra (1915-18)
Vittorio Veneto, 24-25 maggio 2008
REGOLAMENTO
Art. 1 - Il 43° Concorso nazionale di canto corale per l’assegnazione dei
Trofei «Città di Vittorio Veneto» avrà luogo a Vittorio Veneto nei giorni
24 e 25 maggio 2008.
PARTECIPAZIONE
Art. 2 – Le manifestazioni sono così articolate:
1) CONCORSO NAZIONALE CORALE
Categoria A Progetto-programma: musiche originali d’autore
Categoria B Progetto-programma riservato a cori di voci bianche
(di ambo i sessi, nati dopo il 31.12.1992)
Ciascun complesso corale potrà iscriversi ad entrambe le competizioni purché siano rispettate le modalità previste per ciascuna di esse.
2) CONCORSO INTERNAZIONALE
PER GRUPPI VOCALI SOLISTICI
Art. 3 - Il Concorso è riservato a complessi corali che operano nello spirito amatoriale.
Per le categorie A e B il numero dei coristi di ciascun complesso corale
deve essere non inferiore a 16 e non superiore a 40, pena l’esclusione. Per
i gruppi vocali solistici è consentito un numero massimo di 12 componenti, esclusi gli eventuali strumentisti.
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ISCRIZIONE E DOCUMENTI
Art. 4 - Le domande di iscrizione dovranno essere inviate con lettera raccomandata alla Segreteria del «42° Concorso Nazionale Corale» – Comune di Vittorio Veneto – Piazza del Popolo, 14 – 31029 Vittorio Veneto
(TV) entro il 5 febbraio 2007 (farà fede il timbro postale). Non sono ammesse iscrizioni via fax o e-mail.
L’iscrizione al concorso comporta il versamento della tassa di Euro 55,00
(non rimborsabile) sul c/c postale n° 12208310 intestato a: Tesoreria Comunale - Comune di Vittorio Veneto (indicare la causale).
È richiesta la seguente documentazione:
a) domanda di iscrizione (il modulo può essere richiesto alla Segreteria
del Concorso o scaricato dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it alla
pagina “Città della musica”);
b) breve curriculum del coro e del direttore, con particolare riferimento
agli ultimi cinque anni;
c) dettagliata relazione illustrativa del progetto-programma;
d) breve presentazione del progetto-programma (massimo 800 caratteri)
adatta ad essere inserita nel programma di sala e letta prima dell’esecuzione di ciascun coro;
e) n. 8 copie delle partiture dei brani, chiaramente leggibili e ordinatamente rilegate, in formato A4 con indicazione della durata di ciascun brano;
f) registrazione di buona qualità, su CD, di almeno tre brani eseguiti dal
coro, di cui almeno due tra quelli indicati nel programma presentato;
g) ricevuta del versamento di Euro 55,00 per ogni singola iscrizione.
La documentazione inviata verrà acquisita dall’archivio della segreteria
del concorso.
AMMISSIONE
Art. 5 - Il Comitato artistico ammetterà i cori alle competizioni in base a:
a) valutazione del progetto-programma;
b) ascolto della documentazione sonora;
c) esame del curriculum del coro e del direttore.
PROGRAMMI
• Categoria A - Progetto-programma: musiche originali d’autore
Art. 6 - I cori iscritti alla categoria A dovranno presentare un programma
della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo
un progetto (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori, ecc.) che andrà
illustrato secondo quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 4. È consentito l’impiego di strumenti se e come previsto dall’autore; l’organiz-
zazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate.
Premio speciale “Antiche melodie venete” – I cori che volessero concorrere all’assegnazione del premio speciale dovranno eseguire, in coda
al progetto-programma, un brano tra quelli risultati vincitori e segnalati
al 1° Concorso internazionale di composizione su antiche melodie della
tradizione popolare veneta (le partiture potranno essere scaricate dal sito
del Comune di Vittorio Veneto oppure richieste alla Segreteria del Concorso).
• Categoria B - Progetto-programma riservato a cori di voci bianche
Art. 7 - I cori iscritti alla categoria B dovranno presentare un programma
della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo
un progetto (un percorso didattico, programma tematico, monografico,
frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.) che andrà illustrato secondo quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 4.
È consentito l’impiego di strumenti se e come previsto dal compositore o
elaboratore; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è
permesso l’uso di basi musicali registrate.
Premio speciale “Novantesimo” – I cori che volessero concorrere all’assegnazione del premio speciale (istituito in occasione del 90° anniversario della fine della Grande Guerra) dovranno inserire nel loro programma uno dei brani proposti dalla Direzione artistica aventi come tema la pace (le partiture potranno essere scaricate dal sito del Comune di
Vittorio Veneto oppure richieste alla Segreteria del Concorso).
• 2° Concorso internazionale per gruppi vocali solistici
Art. 8 - I complessi iscritti alla categoria D dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese) eseguito a
parti reali (un cantore per parte), impostato secondo un progetto (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi
e/o di collaborazioni con compositori, ecc.) che andrà illustrato secondo
quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 4.
È consentito l’impiego di strumenti se e come previsto dall’autore o suggerito dalla prassi esecutiva; l’organizzazione metterà a disposizione il
pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate.
Premio speciale “Antiche melodie venete” – I gruppi che volessero concorrere all’assegnazione del premio speciale dovranno eseguire, in coda
al progetto-programma, un brano dei seguenti brani: Humor mascherato
(a 5 voci miste) di Lorenzo Donati e Ballo padano (a 3 voci pari) di Rafael Carneiro Nassif, premiati al 1° Concorso internazionale di composizione su antiche melodie della tradizione popolare veneta (le partiture
potranno essere scaricate dal sito del Comune di Vittorio Veneto oppure
richieste alla Segreteria del Concorso).
CALENDARIO DELLE PROVE
Art. 9 - Date e sedi delle prove, nonché l’orario e il programma d’esecuzione approvato dal Comitato artistico saranno comunicati con lettera entro i primi giorni del mese di marzo 2007. Per ciascuna categoria l’ordine d’esecuzione verrà stabilito in base all’ordine crescente delle distanze
chilometriche tra località di provenienza del coro e Vittorio Veneto. Qualora un complesso non fosse presente all’orario previsto dall’ordine di
esecuzione, potrà eseguire la prova entro un’ora dall’orario di convocazione, purché i motivi del ritardo siano ritenuti validi dall’Ente organizzatore, ma in ogni caso non oltre l’orario previsto per la chiusura delle
audizioni della categoria d’appartenenza.
COMMISSIONE GIUDICATRICE
Art. 10 - La Commissione giudicatrice del Concorso sarà nominata dal
Comune di Vittorio Veneto su indicazione del Comitato artistico. Il giudizio della Commissione giudicatrice è insindacabile e inappellabile.
CLASSIFICHE - VALUTAZIONI FINALI
Art. 11 - Al termine delle audizioni di ogni categoria potranno essere fissati eventuali riascolti supplementari. La Commissione giudicatrice for-
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concorsi
mulerà un giudizio tenendo conto dei seguenti parametri: intonazione,
qualità vocale, musicalità e interpretazione. I giudizi, che concorreranno
a formare la valutazione globale della Commissione giudicatrice su ciascun complesso corale, saranno successivamente inviati al direttore del
coro. La classifica di ogni categoria sarà stilata sulla base del punteggio
medio conseguito, espresso in decimi.
I risultati ufficiali saranno resi noti al termine delle audizioni di ciascuna
categoria. Successivamente i direttori potranno avere un colloquio con la
Commissione giudicatrice per una valutazione più approfondita della
prova offerta.
trice; il coro vincitore del Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo” presenterà il proprio programma all’atto dell’iscrizione, da effettuarsi con apposito modulo entro il 5 febbraio 2008.
RIMBORSI
Art. 12 - Ai primi dieci complessi iscritti (e successivamente ammessi)
provenienti da località distanti più di 200 Km. da Vittorio Veneto sarà riconosciuto un rimborso spese viaggio di Euro 300,00. Farà fede la data
di spedizione della raccomandata (a condizione che la domanda sia completa). La distanza fra la località di provenienza e Vittorio Veneto sarà
calcolata per la via più breve, ad insindacabile giudizio dell’Ente organizzatore. Ai complessi corali sarà riconosciuto un solo rimborso spese
viaggio, anche se partecipanti a più competizioni.
ALTRI PREMI
(comuni ai due Concorsi, nazionale ed internazionale)
Art. 20 - Al direttore di coro, anche non classificato, che avrà dimostrato
particolari doti interpretative verrà assegnato un premio (buono acquisto)
di Euro 300,00 offerto dal Coro A.N.A. e dalla Sezione A.N.A. di Vittorio Veneto in memoria del maestro Efrem Casagrande.
PREMI
Art. 13 - Per le categorie A e B del Concorso nazionale e per il Consorso internazionale per gruppi vocali sono previsti i seguenti premi (al lordo delle ritenute di legge):
- primo premio
Euro
1.500,00
- secondo premio
Euro
1.000,00
- terzo premio
Euro
500,00
Il coro vincitore del primo premio nella categoria A del Concorso Nazionale, inoltre, potrà accedere di diritto al Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo”, edizione 2009.
In caso di assegnazione di premi ex-aequo l’importo sarà suddiviso. Ai
complessi vincitori del secondo e del terzo premio, se ammessi al concerto finale, sarà riconosciuto un ulteriore rimborso di Euro 300,00.
È facoltà dei complessi premiati esibire, entro il 10 giugno 2008, regolare giustificazione delle spese sostenute per la partecipazione al concorso
(viaggio e/o soggiorno) fino alla concorrenza dell’ammontare del premio; la somma corrispondente al rimborso non sarà soggetta a ritenuta.
I complessi premiati ammessi al concerto finale (domenica 25 maggio
2008 – ore 17) avranno diritto ai premi in denaro e al rimborso di cui sopra solo a condizione della loro partecipazione al concerto stesso.
Art. 14 - I cori vincitori del primo premio nelle categorie A e B del Concorso nazionale e il complesso vincitore del primo premio nel Consorso
internazionale per gruppi vocali riceveranno il Trofeo «Città di Vittorio
Veneto» e il diploma di classifica; al direttore del coro sarà consegnata
una targa offerta dall’A.S.A.C. (Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali – Veneto).
Ai cori e ai complessi vocali che avranno ottenuto il secondo e il terzo
premio saranno consegnati un oggetto ricordo e il diploma di classifica.
PREMI SPECIALI “ANTICHE MELODIE VENETE”
E “NOVANTESIMO”
Art. 15 - Al coro (categoria A) e al gruppo (concorso internazionale per
gruppi vocali) che avranno effettuato la migliore esecuzione di un brano
tra quelli risultati vincitori e segnalati al 1° Concorso internazionale di
composizione su antiche melodie della tradizione popolare veneta (artt.
6 e 8), riceverà un premio in denaro di Euro 300,00 (al lordo delle ritenute di legge) e il diploma di merito.
Al coro della categoria B che avrà effettuato la migliore esecuzione di un
brano avente come tema la pace (art. 7) riceverà un premio in denaro di
Euro 300,00 (al lordo delle ritenute di legge) e il diploma di merito.
GRAN PREMIO “EFREM CASAGRANDE”
Art. 16 - Partecipano di diritto alla competizione per l’assegnazione del
15° Gran Premio «Efrem Casagrande» (domenica 25 maggio 2008 - ore
17):
- i cori vincitori del primo premio nelle categorie A e B nella presente
edizione del Concorso nazionale corale di Vittorio Veneto;
- il coro vincitore del primo premio, nell’edizione 2007, del Concorso
Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo”.
Al concerto finale è tenuto ad esibirsi, pena la perdita del premio in denaro, fuori competizione, anche il complesso vincitore della presente edizione del Concorso internazionale per gruppi vocali.
Art. 17 - I cori si esibiranno con un programma della durata complessiva
non superiore ai 15 minuti (pause comprese). Il programma d’esecuzione verrà concordato con il Comitato artistico e la Commissione giudica-
Art. 18 - Al vincitore del Gran Premio saranno assegnati un trofeo e un
premio di Euro 1500,00 offerti dalla FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali).
Art. 19 - La Commissione giudicatrice potrà ammettere al concerto finale, fuori concorso, anche altri cori meritevoli; inoltre sarà invitato un coro veneto su proposta e in rappresentanza dell’A.S.A.C..
Art. 21 - Al complesso veneto iscritto all’A.S.A.C. ritenuto migliore dalla Commissione giudicatrice sarà assegnato un premio (buono acquisto)
di Euro 500,00 offerto dall’Associazione stessa, purché abbia ottenuto un
punteggio medio superiore a 7/10.
Art. 22 - In ognuna delle categorie (A, B e Gruppi vocali) verrà assegnato un premio di Euro 300,00 al coro che avrà presentato il programma più
interessante.
Art. 23 - La Commissione giudicatrice ha la facoltà di non assegnare i
premi in palio e/o di assegnare altri riconoscimenti (senza premio in denaro) non previsti dal regolamento.
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 24 - I complessi corali rinunciano sin d’ora a qualsiasi compenso per
l’eventuale registrazione o per trasmissioni effettuate da enti radiotelevisivi pubblici o privati.
Art. 25 - L’Ente organizzatore si riserva, per cause di forza maggiore, di
apportare modifiche al presente regolamento o di revocare il Concorso o
singole categorie dello stesso.
Art. 26 – In caso di controversie farà fede il testo in italiano del regolamento pubblicato sul sito del Comune di Vittorio Veneto.
Comitato artistico: Aldo Cicconofri, Stefano Da Ros, Francesco Luisi,
Mario Mora, Mauro Zuccante.
Coordinamento artistico: Stefano Da Ros
Segreteria organizzativa:
Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto
Piazza del Popolo n. 14
31029 VITTORIO VENETO (TV)
tel. 0438-569.310 – fax 0438-53966
[email protected]
www.comune.vittorio-veneto.tv.it
Le manifestazioni sono realizzate con il contributo e la collaborazione
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Veneto, della Provincia di Treviso, della FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale
Italiana delle Associazioni Regionali Corali), dell’A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività Corali del Veneto), della Comunità Montana delle
Prealpi Trevigiane, di Banca Prealpi, della Sezione A.N.A. e del Coro
A.N.A. di Vittorio Veneto.
2° Concorso internazionale
di composizione corale
su canti della Grande Guerra (1915-18)
scadenza 10 marzo 2008
scarica il bando dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it
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7ª RASSEGNA NAZIONALE DI CORI SCOLASTICI
«ROBERTO GOITRE»
Vittorio Veneto, sabato 10 maggio 2008
6° FESTIVAL NAZIONALE DI CORI GIOVANILI
E DI SCUOLE SUPERIORI
Vittorio Veneto, domenica 11 maggio 2008
Manifestazioni istituite nell’ambito del Concorso nazionale corale - Trofei “Città di Vittorio Veneto”
al fine di favorire la diffusione del canto corale nella Scuola e creare occasioni d’incontro per i giovani impegnati nell’attività corale.
NORME COMUNI
PARTECIPAZIONE
Alla Rassegna nazionale di cori scolastici “Roberto Goitre” (sabato
10 maggio 2008) possono partecipare cori operanti nelle scuole primarie o secondarie di primo grado.
Al Festival nazionale di cori giovanili e di scuole superiori (domenica 11 maggio 2008) possono partecipare cori operanti nelle scuole
e negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado (sia statali
che paritarie) e cori giovanili i cui componenti non devono aver superato i 25 anni d’età. Non è previsto alcun limite di organico.
Entrambe le manifestazioni non hanno carattere competitivo e si
svolgeranno nell’arco di una giornata.
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PROGRAMMA
I cori iscritti dovranno presentare un programma libero della durata
di circa 15 minuti, anche con accompagnamento di pianoforte e/o di
altri strumenti, con esclusione di basi musicali registrate. L’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte.
Le audizioni, aperte al pubblico, si terranno al mattino o nel primo
pomeriggio, in relazione al numero dei cori partecipanti e alla loro
provenienza. Nel pomeriggio presso i Giardini Pubblici, dalle ore
15.30 alle ore 17.30 circa, si svolgeranno la cerimonia di premiazione e il concerto finale al quale tutti i cori sono tenuti ad esibirsi con
due o tre brani (allo scopo sarà predisposto un adeguato impianto di
amplificazione e verrà messo a disposizione un pianoforte).
Sede, orario e programma d’esecuzione saranno comunicati con lettera entro i primi giorni del mese di marzo 2008.
ISCRIZIONE E DOCUMENTI
Le domande di iscrizione dovranno essere inviate con lettera raccomandata alla Segreteria del «42° Concorso Nazionale Corale» – Comune di Vittorio Veneto – Piazza del Popolo, 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV) entro il 5 febbraio 2008 (farà fede il timbro postale). Non
sono ammesse iscrizioni via fax o e-mail.
L’iscrizione comporta il versamento della tassa di Euro 30,00 (non
rimborsabile) sul c/c postale n° 12208310 intestato a: Tesoreria Comunale - Comune di Vittorio Veneto (indicare la causale).
È richiesta la seguente documentazione:
a) domanda di iscrizione (il modulo può essere richiesto alla Segreteria del Concorso o scaricato dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it alla pagina “Città della musica”);
b) scheda di presentazione del coro e del direttore;
c) n. 5 copie delle partiture dei brani, chiaramente leggibili e ordinatamente rilegate, in formato A4 con indicazione della durata di ciascun brano;
d) (solo per il Festival) elenco nominativo dei componenti il coro e
rispettiva data di nascita; tale documento dovrà essere sottoscritto,
sotto la propria personale responsabilità, dal legale rappresentante
del coro;
e) ricevuta di versamento della tassa d’iscrizione.
RIMBORSI
I primi venti cori iscritti (dieci della Rassegna e dieci del Festival)
avranno diritto a un rimborso fino a un massimo di Euro 400,00. Farà
fede la data d’arrivo registrata dall’Ufficio Protocollo del Comune e
non quella del timbro postale. Il legale rappresentante del coro dovrà
presentare richiesta di rimborso delle spese sostenute per il viaggio
con le modalità indicate dall’Ente organizzatore entro il 31 maggio
2008, pena la perdita del diritto al rimborso.
I cori avranno diritto al rimborso in denaro solo a condizione della
loro partecipazione al concerto finale presso i giardini pubblici.
Ai cori di Vittorio Veneto sarà riconosciuto un contributo forfettario
di Euro 200,00.
COMMISSIONE D’ASCOLTO - VALUTAZIONE
Visto il carattere propedeutico e didattico delle manifestazioni, non
verrà stilata alcuna graduatoria. Una Commissione d’ascolto avrà il
compito di formulare un giudizio in cui saranno evidenziati gli elementi qualificanti del coro ed espressi alcuni suggerimenti; tale giudizio verrà successivamente inviato al direttore.
La Commissione d’ascolto sarà composta da tre musicisti: un compositore, un direttore di coro e un docente che opera nella scuola primaria o secondaria dirigendo un coro scolastico o coordinando un laboratorio corale.
A tutti i cori saranno consegnati un oggetto ricordo e un attestato di
partecipazione con evidenziate le qualità del coro.
Comitato artistico: Aldo Cicconofri, Stefano Da Ros, Francesco
Luisi, Mario Mora, Mauro Zuccante.
Coordinamento artistico: Stefano Da Ros
Segreteria organizzativa:
Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto
Piazza del Popolo n. 14
31029 VITTORIO VENETO (TV)
tel. 0438-569.310 – fax 0438-53966
[email protected]
www.comune.vittorio-veneto.tv.it
Le manifestazioni sono realizzate con il contributo e la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione
Veneto, della Provincia di Treviso, della FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali),
dell’A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività Corali del Veneto), della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane, della Sezione A.N.A.
e del Coro A.N.A. di Vittorio Veneto.
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A.R.C.UM.
ASSEMBLEA
NAZIONALE
FENIARCO
27-28 ottobre 2007
Gualdo Tadino (PG)
in collaborazione con A.R.C.UM.
Associazione Regionale Cori dell’Umbria
BANDO DI CONCORSO NAZIONALE
DI COMPOSIZIONE SACRA CORALE
PREMIO ICONAVETERE
Direttore Artistico: Agostino Ruscillo
QUARTA EDIZ IO N E 2007 - S CAD EN ZA 15 S ETTEM BRE 2007
Il bando è scaricabile dal sito: www.cappellaiconavetere.it
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