RESISTENZA DEL CALCESTRUZZO: MODELLAZIONE PROBABILISTICA E RISULTATI SPERIMENTALI Edoardo Cosenza1, Carmine Galasso1, Giuseppe Maddaloni2 1 Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Università degli Studi di Napoli Federico II 2 Dipartimento per le Tecnologie, Università degli Studi di Napoli Parthenope SOMMARIO La sicurezza strutturale per tutte le opere dell’Ingegneria Civile costituisce il requisito fondamentale su cui si basa la progettazione. Tutte le scelte fatte dagli ingegneri discendono, più o meno esplicitamente, da considerazioni sulla sicurezza opportunamente codificate nelle normative di riferimento. Ciò vale anche per i materiali impiegati nelle costruzioni, per i quali, al fine di decretarne l’accettabilità o meno, le norme utilizzano strumenti statistici basati sui risultati di prove standard eseguite su campioni. Nel presente articolo a partire da un database dei risultati di circa 2700 prove a compressione eseguite su cubetti di calcestruzzo prelevati da getti effettuati per la realizzazione di un’unica grande opera nel napoletano, è stata effettuata un’analisi statistica accurata al fine di verificare le prescrizioni dell’attuale norma tecnica italiana (D.M. del 14 gennaio 2008) e di caratterizzare le incertezze in gioco. SUMMARY The structural safety for all Civil Engineering structures is a fundamental requirement for the design. All choices made by engineers depend, more or less explicitly, from considerations on safety appropriately codified in the codes. This concept is also valid for materials used in constructions, for which, in order to evaluate their acceptability, codes use statistical tools based on standard test results. In the current paper, starting from a database of about 2700 compression tests performed on concrete cubes obtained from castings regarding a big structure realized in Naples and in order to verify the requirements of the Italian code (D.M. 14 January 2008) and to characterize the uncertainties, an accurate statistical analysis has been carried out. 1. INTRODUZIONE Il funzionamento di una struttura durante la sua vita utile (intesa come il numero di anni nel quale la struttura, purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve poter essere usata per lo scopo al quale è destinata) è condizionato da fattori che, per motivi diversi, non sono noti con certezza o, per meglio dire, sono noti con incertezza (azioni, proprietà dei materiali, caratteristiche della risposta della struttura rispetto alle sollecitazioni, etc.). Come noto, tali grandezze sono rappresentabili da variabili aleatorie (nel seguito v.a.) o processi stocastici (a seconda che siano o non dipendenti dal tempo), cioè numeri che esistono determinati ma che non sono noti allo stato delle conoscenze del progettista [1]. Per affrontare il problema della sicurezza strutturale è utile quindi definire una cosiddetta funzione limite, G, che dipende dalle suddette grandezze e che assume valori positivi se la struttura è in sicurezza e valori non positivi nel caso in cui la stessa si trovi in condizioni di crisi (ovvero condizioni che possono potenzialmente determinare delle perdite). Nel caso in cui il vettore delle grandezze in gioco (X) non dipenda dal tempo, il problema dell’affidabilità strutturale (R) si può formulare come in Eq. (1), cioè come probabilità che la funzione limite sia positiva. R = P[G(X) > 0] (1) Una possibile espressione della funzione limite è data dalla differenza tra la capacità (C) della struttura di garantire una certa prestazione (es. resistenza) e la domanda di prestazione (D) cui è sottoposta (es. sollecitazione). In tal caso, l’affidabilità strutturale può essere calcolata attraverso l’Eq. (2). R = P[C − D > 0] = P[D < C ] (2) Il complemento a uno dell’affidabilità esprime il rischio che la struttura non garantisca più le prestazioni richieste e assume il nome di probabilità di collasso (Pf); il controllo della probabilità di collasso per una struttura nuova e la sua valutazione per una struttura esistente è l’obiettivo della sicurezza strutturale. Tra le grandezze aleatorie che tipicamente entrano in gioco nella valutazione della sicurezza delle strutture, le proprietà dei materiali rivestono un ruolo fondamentale per la caratterizzazione probabilistica della resistenza degli elementi strutturali: le incertezze sulle proprietà meccaniche dei materiali si riflettono su quelle dell’intera struttura. Le incertezze sulle proprietà meccaniche dei materiali dipendono da molti fattori: se si eseguono delle misure di resistenza di campioni di uno stesso materiale, ad esempio barre di acciaio provenienti da uno stesso lotto o cubetti di calcestruzzo provenienti da uno stesso getto, si ottengono risultati diversi per ogni campione a causa delle variabilità connaturate al processo produttivo. La dispersione dei risultati può essere piccola, come accade per l’acciaio, o molto più grande, come nel caso dei materiali lapidei naturali o artificiali (per esempio il calcestruzzo), ma è tuttavia sempre presente. Al fine di decretare l’accettabilità o meno di un dato materiale e quindi tenere in conto razionalmente e in modo economicamente opportuno le incertezze in gioco, le norme si basano su strumenti probabilistici. Il tema della variabilità della resistenza del calcestruzzo è stato studiatissimo fin dalla realizzazione delle prime opere, e non si proverà nel seguito a presentare uno stato dell’arte. D’altra parte la realizzazione di una grande opera in cemento armato nel napoletano, l’Ospedale del Mare, rappresenta un’occasione unica per la mole di dati ottenuta e per esaminare a fondo alcuni aspetti statistici. In particolare nel presente lavoro, a partire da un database di circa 2700 prove a compressione eseguite su cubetti di calcestruzzo prelevati da getti effettuati per la realizzazione dell’Ospedale del Mare, è stata analizzata l’evoluzione della resistenza a compressione del calcestruzzo, in relazione al tempo ed alle condizioni di conservazione dei provini. Inoltre, è stata effettuata un’analisi statistica allo scopo di individuare il modello di variabile aleatoria più adeguato ai risultati sperimentali. 1.1 Variabili aleatorie e distribuzioni di probabilità L’incertezza sul valore di una variabile aleatoria X si può caratterizzare attraverso la cosiddetta funzione di distribuzione cumulata (CDF), F(x). Tale funzione associa ad ogni possibile valore x della variabile X (supporto della v.a.) la probabilità che essa assuma valore inferiore ad x (con la lettera minuscola si indica un valore della variabile aleatoria). La derivata della CDF, f(x) è la funzione densità di probabilità (PDF): se moltiplicata per l’infinitesimo dx, la PDF associa ad ogni possibile valore x la probabilità che X sia compresa tra x ed x + dx [2]. Nella maggior parte delle moderne normative per le costruzioni, si fa riferimento al concetto di valore frattile di una v.a. (o quantile); ad esempio, si definisce valore frattile inferiore di probabilità p (o quantile di ordine p) quel valore xp tale che F(xp) = p ossia quel valore tale che vi sia una probabilità p che risulti X ≤ xp. Esistono molti modelli di v.a. che si usano comunemente per descrivere le incertezze di un certo fenomeno di interesse. Tradizionalmente, i modelli di v.a. più utilizzati per caratterizzare probabilisticamente le resistenze dei materiali da costruzione sono quello normale, lognormale e Weibull (Tabella 1), tutti dipendenti da due parametri. Il modello normale è stato spesso utilizzato per descrivere la variabilità della resistenza a compressione del calcestruzzo [3]. Il modello lognormale si utilizza spesso quando la variabile di interesse può assumere valori di un solo segno, come nel caso delle resistenze (una v.a. si definisce lognormale quando il suo logaritmo è caratterizzato da una distribuzione normale). La resistenza allo “snervamento” dell’acciaio è tipicamente modellata in modo lognormale. Il modello di Weibull, è stato dimostrato adattarsi meglio a descrivere l’andamento sperimentale delle resistenze dei materiali fragili (rottura improvvisa quando la risposta è ancora sostanzialmente elastica e lineare). In tali materiali la crisi è dovuta generalmente alla propagazione di un difetto intrinseco (ad esempio una microfessura) divenuto instabile. Anche tale modello è definito per valori non negativi e quindi ben si presta alla modellazione probabilistica delle resistenze sperimentali. Alcuni studi hanno verificato l’adattamento della distribuzione di tipo Weibull ai risultati di prove di compressione per i calcestruzzi ad alta resistenza, attribuendo un comportamento fragile al materiale [4]. Questo tipo di modello, inoltre, risulta particolarmente adatto ai materiali innovativi (es. compositi fibrorinforzati), sempre più diffusi anche nelle costruzioni, caratterizzati da modalità di rottura a trazione tipica di un materiale fragile. 2. RESISTENZA SECONDO LE NTC DEL CALCESTRUZZO Il 14 gennaio 2008 è stato firmato dal Ministro per le Infrastrutture il decreto (G.U. n. 29 del 4 febbraio 2008) che contiene le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (nel seguito NTC) [5]. I requisiti per i materiali (ed i prodotti per uso strutturale) da utilizzare nelle opere soggette alle NTC sono discussi al capitolo 11. Per il progetto delle opere in conglomerato cementizio armato, il calcestruzzo, in accordo anche con quanto già stabilito nei precedenti D.M., è classificato in classi in base alla resistenza a compressione uniassiale, espressa come resistenza caratteristica Rck oppure fck, in MPa, misurata su provini normalizzati. La resistenza caratteristica Rck è determinata sulla base dei valori ottenuti da prove a compressione su cubi di 150 mm di lato; la resistenza caratteristica fck è determinata sulla base dei valori ottenuti da prove di compressione su cilindri di 150 mm di diametro e 300 mm di altezza (o, equivalentemente, su provini prismatici di base 150×150 mm e di altezza 300 mm). Per resistenza caratteristica s’intende il valore frattile inferiore al 5% (p = 0.05) ovvero quel particolare valore della resistenza a compressione al di sotto del quale ci si può aspettare di trovare al massimo il 5% della popolazione di tutte le misure. Tabella 1 – Principali modelli di v.a. utilizzati in affidabilità strutturale Supporto Normale Lognormale −∞ < x < ∞ 0≤x<∞ x F(x) −∞ 1 2 2 e − 1 x− 2 2 dx = x− I valori caratteristici permettono di tenere conto, sia pure con approssimazioni, della natura aleatoria della resistenza dei materiali da costruzione. Da essi, poi, si derivano i valori di progetto, ossia i valori deterministici nominali da utilizzare nelle formule di progetto e verifica della normativa. La scelta di tali valori dipende dal livello di rischio che si accetta circa il non soddisfacimento di uno stato limite. 2.1 Modalità di esecuzione delle prove e controllo di accettazione Il controllo della resistenza a compressione è effettuato prelevando in cantiere al momento del getto un volume di calcestruzzo sufficiente a confezionare due provini ed utilizzando stampi di dimensioni e tolleranze specificate dalla UNI-EN 12390-1 [6]. L’impasto introdotto nella cassaforma viene compattato “a rifiuto”, per l’eliminazione dell’aria nell’impasto, e i provini successivamente mantenuti in ambiente a temperatura e umidità controllata (U. R. 95% oppure in acqua) per 28 giorni in accordo alla UNI-EN 123902 [7]. Alla scadenza di questo arco temporale, i provini vengono sottoposti ad una prova di schiacciamento in accordo alla UNI-EN 12390-3 e 4 [8, 9]. Il valore medio della resistenza a compressione ottenuto su due provini derivanti da un dato prelievo viene indicato come resistenza di prelievo, Rcp. Se non diversamente specificato, la maturazione dei provini di calcestruzzo da sottoporre a schiacciamento si intende che venga protratta quindi per 28 giorni. In casi specifici il progettista o il direttore dei lavori potrà definire, in aggiunta al valore convenzionale caratteristico a 28 giorni, una resistenza convenzionale a tempi diversi e con modalità di maturazione del conglomerato differenti da quelle specificate nella norma UNI-EN 12390-2. Relativamente alla temperatura di maturazione dei provini sui quali effettuare la determinazione del valore convenzionale caratteristico a compressione, se non diversamente specificato, deve intendersi compresa nell’intervallo T = 20 °C ± 2 °C. Il soddisfacimento di questa condizione è finalizzato ad eliminare l’effetto della temperatura sulla resistenza meccanica a compressione. In particolare, con questa prescrizione sulla temperatura di maturazione la normativa vuole evitare che, ad esempio, maturando il calcestruzzo a temperature costantemente troppo basse (es. provini lasciati maturare in cantiere durante i periodi invernali con una temperatura media di 10 °C) il valore della resistenza risulti penalizzato per il ridotto grado di idratazione del cemento. Non meno critica è la situazione di provini di calcestruzzo maturati ad una temperatura troppo elevata (es. provini lasciati in cantiere d’estate a temperature di 35 °C). Per questi provini, infatti, l’elevata temperatura se, da una parte produce Weibull 0≤x<∞ log x − log X log X 1− e − x un’accelerazione del processo di idratazione a breve termine, dall’altra finisce per penalizzare la resistenza meccanica a lungo termine [10]. La condizione di norma sul grado di umidità relativa per la stagionatura dei provini serve a creare l’ambiente ottimale per il processo di idratazione del cemento evitando che l’esposizione ad atmosfere insature di vapore possa, per effetto dell’evaporazione di acqua dal calcestruzzo verso l’ambiente esterno, determinare sia una riduzione del grado di idratazione che l’eventuale formazione di fessure nel provino. Entrambe queste evenienze determinano una penalizzazione del valore della resistenza meccanica a compressione del conglomerato. Il controllo di accettazione può essere eseguito secondo due diverse modalità descritte nelle NTC al punto § 11.2.5. In particolare, al § 11.2.5.2 è stabilito che se si eseguono controlli statistici accurati (per opere strutturali che richiedono l’impiego di più di 1500 m3 di miscela omogenea), l’interpretazione dei risultati sperimentali può essere svolta con i metodi completi dell’analisi statistica individuando la legge di distribuzione più appropriata (non necessariamente utilizzando la distribuzione normale, come accadeva nei precedenti D.M.) e il valor medio unitamente al coefficiente di variazione (rapporto tra deviazione standard e valore medio). 3. ANALISI RIFERIMENTO STATISTICA: DATABASE DI I cubetti di calcestruzzo assunti come database per le analisi sulla resistenza del materiale provengono tutti da una grande opera in cemento armato che sta sorgendo nel quartiere Ponticelli, nella zona orientale della città di Napoli: l’Ospedale del Mare. L’Ospedale del Mare è un grande complesso ospedaliero, costituito dall’ospedale vero e proprio, da un albergo per i parenti e i pazienti “low care”, un edificio direzionale ed una centrale tecnologica. L’edifico ospedaliero (Figura 1) è isolato sismicamente attraverso l’utilizzo di 327 dispositivi HDRB (high damping rubber bearing). L’opera è realizzata in Project Financing parziale, con ente concedente (Azienda Sanitaria Locale Napoli 1) e un gruppo costituito da Astaldi S.p.A, Giustino Costruzioni S.p.A, Ing. C. Coppola Costruzioni S.p.A., F.&R.Girardi S.p.A.. Il progetto strutture è stato redatto dagli ingg. Biagio De Risi e Carmine Mascolo; il collaudo statico è affidato al prof. Edoardo Cosenza. Durante tre anni di intensi lavori, sono stati eseguiti innumerevoli getti (oltre 60.000 metri cubi di calcestruzzo, prodotti in impianti automatizzati e qualificati ISO 9001) e confezionati diverse centinaia di provini di calcestruzzo. In particolare, durante la fase di confezionamento, si è avuta sempre cura di realizzare per ogni cubetto anche un suo “gemello”. Figura 1 – Immagine del cantiere dell’Ospedale del Mare (Marzo 2008) Tabella 2 – Database di riferimento Campione A (28 giorni di stagionatura controllata) B (1 anno di stagionatura non controllata) Obiettivo dell’analisi statistica è stato individuare e confrontare, partendo da dati reali, il modello di v.a. che maggiormente approssimasse l’andamento effettivo delle resistenze medie sperimentali (resistenze di prelievo), per due categorie di dati, che per semplicità sono indicati con A e B. A tali categorie appartengono i valori ricavati da test su provini di calcestruzzo di classe C 25/30 (fck = 25 MPa, Rck = 30 MPa) eseguiti secondo disposizioni normative dopo 28 giorni di stagionatura (dati A), e dei corrispettivi “gemelli” schiacciati dopo circa un anno di stagionatura (dati B). Si veda la Tabella 2 per i dettagli. È opportuno sottolineare che il numero di elementi indicato in Tabella 2 è riferito alle resistenze di prelievo (media della resistenza a compressione ottenuta dallo schiacciamento di due (dati A) o più cubetti (dati B)) e non al numero di cubetti effettivamente schiacciati che come già ricordato risultano essere circa 2700. 4. Numero di resistenze medie 908 609 eseguite su campioni, lasciati maturare per circa un anno in un deposito a cielo aperto, senza rispettare nessuna delle disposizioni previste dalle norme relative alla stagionatura dei provini da sottoporre a prove di resistenza. Dunque sono stati sottoposti a condizioni di temperatura ed umidità molto variabili. Tuttavia, tali condizioni di stagionatura “naturali” permettono di simulare efficacemente le condizioni al contorno “reali” che possono effettivamente verificarsi durante l’esercizio della struttura. Inoltre, sempre relativamente ai dati A, la forte dissimmetria della distribuzione empirica è probabilmente dovuta ad un controllo di qualità accurato. In particolare, su 6297 betoniere arrivate in cantiere è stato effettuato un controllo con Slump test di oltre 1079, con rifiuto di 2 betoniere. 1 ANALISI STATISTICA: RISULTATI A B A’ 0.9 CDF campionaria 0.8 A partire dalle distribuzioni reali dei dati (CDF campionarie), sono stati innanzitutto effettuati i controlli statistici previsti dalla normativa (Tabella 3), verificando che, il valore frattile inferiore al 5% (x0.05) sia almeno pari alla resistenza caratteristica richiesta dal conglomerato in esame (30 MPa). Per la distribuzione reale dei dati A, tali verifiche risultano soddisfatte. Infatti, come può vedersi anche nella Figura 2, il valore della resistenza corrispondente al quinto percentile della distribuzione è maggiore della resistenza caratteristica richiesta. Lo stesso discorso, invece, non può essere fatto per la distribuzione empirica dei dati B. Ciò è imputabile al fatto che, i dati A sono relativi a prove effettuate rispettando le disposizioni previste dalle già citate norme UNI EN-12390 1-4. I dati B, invece, sono stati ricavati da prove 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 p = 0.05 0 10 20 30 40 R [MPa] 50 60 70 Figura 2 – CDF campionarie per i due gruppi di dati Tabella 3 – Statistiche campionarie Valore minimo [MPa] 25.10 19.40 16.90 Campione A B A’ CoV 1 0.9 0.8 0.8 0.7 0.7 0.6 0.6 CDF 0.9 0.5 0.4 0.3 0.3 0.2 0.2 0.1 0.1 1 30 40 R [MPa] 50 60 0 10 70 Confronto tra distribuzione reale B e distribuzione lognormale 1 0.9 0.9 0.8 0.8 0.7 0.7 0.6 0.6 0.5 0.4 0.3 0.3 0.2 0.2 0.1 0.1 20 30 40 R [MPa] 50 60 0 10 70 Confronto tra distribuzione reale A e distribuzione Weibull 20 30 40 R [MPa] 50 60 70 Confronto tra distribuzione reale B e distribuzione Weibull 0.5 0.4 0 10 x0.05 [MPa] 34.00 24.60 30.15 0.5 0.4 20 Coefficiente di Asimmetria 1.52 0.40 0 0.08 0.20 0.10 Confronto tra distribuzione reale A e distribuzione lognormale 0 10 CDF Media [MPa] 37.16 35.47 36.40 CDF CDF 1 Valore massimo [MPa] 55.90 62.28 55.90 20 30 40 R [MPa] 50 60 70 Figura 3 – Confronto tra distribuzioni sperimentali e teoriche In Figura 2 si riporta anche una distribuzione fittizia di A (A’) che si ottiene considerando per valori di resistenza maggiori della mediana (cinquantesimo percentile, R 36.40 MPa) la distribuzione reale dei dati di A e per valori minori della mediana (R < 36.40 MPa) una distribuzione fittizia, ottenuta per simmetria. In altri termini, si è resa simmetrica la distribuzione reale in vantaggio di sicurezza. Per la distribuzione A’ il valore frattile inferiore al 5% (x0.05) è praticamente coincidente con la resistenza caratteristica nominale (Tabella 3). Le distribuzioni reali proposte, mostrano come il calcestruzzo utilizzato sia della stessa famiglia, in quanto le curve si avvicinano intorno al valore medio, ma allo stesso tempo le differenti condizioni di conservazione e stagionatura, hanno fatto variare la resistenza dei campioni, tanto in diminuzione quanto in aumento come si rileva dalla Tabella 3, anche in maniera significativa: i dati B presentano una variabilità maggiore rispetto a quella dei dati A e i risultati sperimentali ottenuti si discostano maggiormente dal valore medio, come emerge anche dai valori assunti dal coefficiente di variazione (CoV, rapporto tra la deviazione standard e la media). 4.1 Test di adattamento grafico Se si è interessati a stabilire se le determinazioni di un campione casuale di dimensione n siano o no estratte da una popolazione con CDF determinata, Fo(x) (con parametri noti), ovvero se sia valido o meno l’adattamento di questa specifica CDF al campione in esame, è possibile valutare, graficamente, gli scostamenti dei dati sperimentali dal modello di CDF ipotizzato. In altre parole, è possibile confrontare, graficamente, i punti rappresentativi dei dati sperimentali (in termini di CDF campionaria, Fn(x)) e il modello di CDF ipotizzato. Sulla base delle considerazioni svolte in precedenza e sulla base del coefficiente di asimmetria sperimentale (Tabella 3), si è scelto di considerate per il confronto la distribuzione lognormale e la distribuzione di Weibull, entrambe definite per valori non negativi (e con coefficiente di asimmetria diverso da zero a differenza della distribuzione normale). I parametri delle distribuzioni teoriche sono stati stimati mediante il metodo della massima verosimiglianza. In Figura 3 si riporta il confronto tra distribuzioni sperimentali (linea continua) e le distribuzioni teoriche lognormale e Weibull (linea tratteggiata) per i due gruppi di dati a disposizione; negli stessi grafici è riportato l’andamento degli scostamenti (linea continua nera) in valore assoluto tra CDF campionaria e CDF teorica. Nel caso dei dati A, un’ulteriore ottimizzazione della modellazione è stata ottenuta considerando distribuzioni di tipo tronche ricavate cioè dalle distribuzioni di partenza (in particolare Weibull) limitando (inferiormente) il supporto di tali distribuzioni. In altri termini, è stata considerata la distribuzione condizionata di Eq. (3), definita per valori di resistenza maggiori di x*. F ( x | X ≥ x*) = F ( x) 1 − F ( x*) (3) Sulla base dei dati a disposizione, si è scelto di considerare x* = 33.80 MPa. 1 0.9 0.8 0.7 CDF 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 10 20 30 40 R [km] 50 60 Smirnov per l’adattamento ad uno specifico modello di v.a. [2]. Si dimostra che, nel caso di v.a. continue, la statistica Dn, segue la legge di probabilità, detta di Kolmogorov e Smirnov, che dipende esclusivamente dalla dimensione n del campione, qualunque sia la Fo(x) ipotizzata. I limiti inferiori della zona di rigetto per la statistica Dn (ovvero il massimo valore che può assumere Dn per non rifiutare l’ipotesi statistica di adattamento della distribuzione sperimentale al dato modello teorico) possono essere valutati, per n > 35, con formule 1.36 approssimate quali per α = 0.05 (livello di n significatività del test). Per i campioni a disposizione, i valori critici di Dn per α = 0.05 (valore comunemente usato nei test di adattamento) sono riportati in Tabella 4 e quindi per i dati A, nessun modello teorico (tra quelli considerati) ben si adatta ai dati sperimentali (come evidente anche dal confronto grafico di Figura 3); viceversa, per i dati B entrambi i modelli, lognormale e Weibull, ben approssimano l’andamento dei risultati delle prove sperimentali sebbene, sulla base dei dati osservati, sia preferibile il modello lognormale (Figura 3). È opportuno sottolineare che il modello di v.a. scelto per rappresentare le proprietà meccaniche di un materiale strutturale gioca un ruolo fondamentale nella valutazione dell’affidabilità di un dato elemento. Due differenti modelli di v.a. per la resistenza di un dato materiale o per le azioni agenti su una data struttura, possono portare a valori di affidabilità (o equivalentemente di probabilità di collasso) che differiscono di oltre un ordine di grandezza. Tale problema è dovuto essenzialmente alle differenze tra le code delle CDF (o equivalentemente tra le PDF) comunemente utilizzate per la modellazione probabilistica delle grandezze in gioco nei problemi di ingegneria strutturale. 0.1 70 0.08 Tale tipo di distribuzione “troncata” approssima bene i dati sperimentali quando si è in presenza di un processo che scarta all’origine i campioni di modesta qualità, in base ad un programma di controllo di accettazione accurato; ciò potrebbe accadere nel caso in esame, avendo effettuato un forte controllo in stabilimento e un fitto controllo in cantiere con rifiuto del calcestruzzo in base alla risposta allo Slump test. La distribuzione Weibull tronca si adatta in maniera ottimale (scostamenti sempre prossimi a zero) alla distribuzione effettiva delle resistenze medie sperimentali (Figura 4). Naturalmente tale distribuzione annulla la probabilità che si ottengano valori inferiori a 33.80 MPa, mentre nella realtà un numero limitato di provini (in particolare 10 su 908) hanno dato risultati inferiori. 0.06 4.2 Test di Kolmogorov e Smirnov e di Anderson e Darling Vale la pena osservare che proprio il massimo valore assoluto della differenza Dn tra la CDF campionaria e quella ipotizzata è utilizzato nel test (analitico) di Kolmogorov- PDF Figura 4 – Confronto tra distribuzione reale e distribuzione Weibull tronca per i dati A v.a. normale v.a. Weibull 0.04 0.02 0 10 20 30 40 R [MPa] 50 60 70 Figura 5 – Differenze nelle code di due modelli di v.a. In Figura 5 si riportano a titolo di esempio le PDF relative alla resistenza del calcestruzzo, R, utilizzando due modelli di v.a., normale e Weibull, caratterizzati da uguale media (intesa come baricentro dell’area sottesa alla PDF) e uguale deviazione standard; si ha: Pr[R ≤ 25 MPa ]normale = 0.0055 Pr[R ≤ 25 MPa ]Weibull = 0.0153 Tabella 4 – Risultati del test di Kolmogorov e Smirnov Campione A B valore critico di Dn 0.05 0.09 Per tenere conto di tale questione, i risultati del test di Kolmogorov e Smirnov sono stati verificati anche mediante il test di Anderson e Darling, più sensibile alle differenze nelle code [11], poiché il valore critico della statistica test dipende esplicitamente dalla distribuzione in esame. In questo caso (test di Anderson e Darling) la verifica dell’ipotesi di adattamento delle distribuzioni teoriche proposte risulta non rigettata (cioè verificata) al 5% per tutti i casi analizzati. Per brevità non si riporta il dettaglio del calcolo. 5. CONCLUSIONI Il rispetto delle prescrizioni normative relative al confezionamento ed alla maturazione dei provini ha come obiettivo quello di far si che la resistenza meccanica a compressione ottenuta dalle prove di schiacciamento dipenda esclusivamente da parametri composizionali dell’impasto. Il controllo di accettazione permette quindi di stabilire se il calcestruzzo fornito è conforme alla resistenza caratteristica utilizzata nei calcoli strutturali dal progettista senza tuttavia tener conto esplicitamente di questioni legate alla durabilità dell’opera e, in generale, dei livelli di sicurezza prefissati nell’effettivo esercizio della struttura. Nel presente lavoro, a partire da un database di circa 2700 prove a compressione eseguite su cubetti di calcestruzzo prelevati da getti effettuati per la realizzazione di un’unica grande opera nel napoletano, è stata analizzata l’evoluzione della resistenza a compressione del calcestruzzo, in relazione al tempo ed alle condizioni di conservazione dei provini. I risultati presentati consentono di affermare che sono pienamente rispettate le prescrizioni di normativa circa il controllo del valore della resistenza caratteristica a 28 giorni di maturazione del calcestruzzo in quanto si è ottenuto un valore del frattile al 5% pari a 34 MPa e pertanto ben superiore a quello richiesto dalla norma (30 MPa). Lo studio però mostra con evidenza la convenzionalità del calcolo della resistenza normativa. Infatti la resistenza caratteristica dipende in modo sostanziale dal coefficiente di variazione del campione e la conservazione dei provini in condizioni di umidità e temperatura standard circoscrivono fortemente la variabilità dei risultati. Quando invece i provini vengono conservati in ambiente “realistico” in cantiere, la resistenza riproduce la stessa media ma lo scarto aumenta fortemente e dunque si riduce la resistenza caratteristica. In particolare per i dati A (28 giorni di stagionatura in condizioni controllate secondo normativa) il valore frattile inferiore al 5%, come detto, è maggiore del valore di resistenza nominale, per i dati B (1 anno di stagionatura in condizioni “non controllate”) si osserva un valore caratteristico significativamente minore del valore dichiarato. Inoltre, nel caso controllato il CoV è inferiore a 0.10, mentre nel caso di conservazione ambientale è pari a 0.20. Si sottolinea che per condizioni di conservazione “non controllate” dei cubetti si intendono, condizioni estreme caratterizzate cioè per alcuni da una forte esposizione Dn lognormale 0.12 0.02 Dn Weibull 0.22 0.04 all’irraggiamento solare (per i getti effettuati durante il periodo estivo) e per altri da un’esposizione prolungata alle intemperie (per i getti effettuati durante il periodo invernale). Non sono neanche esclusi urti dei provini, tipici di un cantiere attivo. Pertanto condizioni di conservazione ben lontane dall’essere “controllate” secondo quanto prescrivono le norme UNI in materia. Nel lavoro inoltre si è valutata, sia graficamente sia mediante i test di Kolmogorov e Smirnov e di Anderson e Darling, la distribuzione statistica che maggiormente approssimasse l’andamento effettivo delle resistenze medie sperimentali. In particolare, sono state considerate sia la distribuzione lognormale sia la distribuzione di Weibull, entrambe molto utilizzate in letteratura per la modellazione probabilistica della resistenza dei materiali strutturali. Per i risultati delle prove a 28 giorni (dati di tipo A), nessun modello teorico (tra i due considerati) si adatta ai dati sperimentali a causa della forte dissimmetria della distribuzione empirica. Per superare tale limite, si è scelto di considerare anche distribuzioni di probabilità tronche, cioè definite in un sottoinsieme del supporto della v.a. di partenza. In particolare, la distribuzione di Weibull tronca ben si adatta (scostamenti prossimi a zero) ai risultati sperimentali. Per le prove effettuate dopo circa 1 anno di permanenza in ambiente non controllato (dati di tipo B) entrambi i modelli, lognormale e Weibull, ben approssimano l’andamento dei risultati delle prove sperimentali: il modello lognormale, in particolare, conduce a scostamenti dai dati reali prossimi a zero. RINGRAZIAMENTI Gli autori desiderano ringraziare il geom. Roberto Rizzuto, di Astaldi SpA ed assistente al Collaudo, per il lavoro svolto in relazione al registro delle prove effettuate, e la Società Tecno In SpA di Napoli per lo svolgimento materiale delle prove. Inoltre si ringraziano gli ingg. Sisto Tuccillo e Salvatore Acampora per il lavoro di tesi svolto sull' argomento. BIBLIOGRAFIA [1] [2] [3] [4] E. Cosenza, G. Manfredi, M. Pecce. (2008) Strutture in cemento armato. Basi della progettazione, Hoepli, capitolo 1. P. Erto. (2008). Probabilità e Statistica per le Scienze e l’Ingegneria. Terza edizione, McGraw-Hill, Milano. S. Nowak, M. M. Szerszen. (2003). 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