Livello 3: rosso Medici, Ostetriche, Infermieri, personale aree di emergenza (P.S. Rianimazioni, 118) e sale operatorie compreso il personale ausiliario; Operatori Tecnici con mansioni di assistenza, servizi mortuari, trasporto di campioni biologici; TITOLO: RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI FINALITA’: Esistono numerose tipologie di agenti biologici (quali i batteri, virus, funghi, etc) che sono comunemente presenti nell’ambiente e in taluni casi possono provocare l’insorgenza di malattie nell’uomo. Tale possibilità dipende da molti fattori legati alle caratteristiche del singolo agente biologico, alle condizioni del soggetto esposto, alle condizioni ambientali ed alle modalità di esposizione o contatto. In genere, nell’ambito delle attività svolte nelle Azienda Sanitarie, con maggior probabilità può avvenire la insorgenza di: malattie che si trasmettono con il sangue o altri liquidi biologici (es. epatiti, AIDS), in conseguenza di infortuni da puntura o ferita con strumenti contaminati o come conseguenza di contaminazione, con fluidi contenenti sangue, delle mucose (es. occhi, naso, bocca) malattie che si trasmettono per via aerea (es. Tubercolosi, morbillo) o per aerosol (es. meningite), nel caso di contatto molto ravvicinato e/o prolungato con un malato in fase contagiosa (per lo più quindi ha scarso significato un contatto occasionale o fugace). Il rischio di esposizione ad agenti biologici deve quindi essere considerato, valutato, prevenuto. La probabilità che avvenga trasmissione di malattia, ad esempio in conseguenza di una puntura con ago proveniente da paziente sicuramente infettante ad esempio da epatite C, sono inferiori all’ 1% così come nel caso di malattie trasmesse per via aerea il contatto stretto con malati non significa affatto in modo automatico la trasmissione di malattia; ciò rende ragione del fatto che per fortuna sia molto raro il verificarsi di malattie in conseguenza di infortuni a rischio biologico. Anche se rari, questi casi si verificano in modo preponderante per gli operatori addetti all’assistenza. Anche se per fortuna pochissimi sono i casi in cui si sviluppa malattia in conseguenza di un infortunio a rischio biologico, per gli operatori delle Aziende Sanitarie è necessario raggiungere sufficienti livelli di conoscenza sul rischio biologico affinché ciascuno assuma coscientemente comportamenti adeguati al fine di prevenire tale rischio e cioè possa con motivazione adottare ed applicare le regole di “buon senso” destinate a minimizzare il rischio da agenti biologici. OBIETTIVI: Alla fine del percorso formativo, ciascuno per il suo livello dovrà: sapere cosa si intende per rischio da agenti biologici conoscere le principali occasioni di rischio che si possono presentare acquisire le principali regole di “buon senso” ed i comportamenti finalizzati a minimizzare tale rischio conoscere le precauzioni standard e le misure di isolamento in ospedale avere coscienza dei rischi connessi con l’esecuzione di procedure a rischio di esposizione (Exposure Prone Procedures) conoscere le procedure aziendali da adottare in caso di infortunio a rischio biologico. CONTENUTI: Definizione di agente biologico e rischio biologico Meccanismi di difesa dalle infezioni Classificazione degli agenti biologici dannosi per l’uomo Vie di trasmissione delle malattie da agenti biologici Definizione del livello di rischio per le attività considerate Regole elementari di comportamento nei confronti del rischio biologico Cosa fare in caso di incidente Vaccinazioni raccomandate Precauzioni standard Misure di isolamento per malattie trasmesse per via aerea Misure di isolamento per malattie trasmesse per aerosol (droplets) Misure di isolamento per malattie trasmesse per contatto Definizione del livello di rischio per le attività considerate (che prevedono assistenza diretta a pazienti senza tuttavia esecuzione di Exposure Prone Procedures) Procedure in caso di contatto con Tbc, Scabbia, Meningite meningococcica Procedure in caso di infortunio a rischio biologico Definizione ed esemplificazione delle Exposure Prone Procedures Definizione del livello di rischio per le attività considerate (che prevedono assistenza diretta a pazienti con esecuzione di Exposure Prone Procedures) Possibilità di trasmettere malattie specie nel corso di exposure prone procedures da parte di operatori sanitari sieropositivi a pazienti suscettibili SVILUPPO DEI CONTENUTI DEL LIVELLO 3 di approfondimento Il rischio biologico è la possibilità di contrarre una malattia infettiva nel corso di attività lavorative che comportano esposizione ad agenti biologici. La norma definisce Agente biologico qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni. Gli agenti biologici possono essere batteri (es. le salmonelle che provocano il tifo, il micobatterio della Tubercolosi), virus (es. i virus delle epatiti, dell’influenza, dell’AIDS), funghi (es. i miceti che provocano la candidosi o l’aspergillosi), microrganismi formati da più cellule (es. gli acari della scabbia o alcuni parassiti intestinali) che, relativamente agli esempi sopra citati, possono infettare l’uomo, ma sono rappresentati anche da moltissime altre “specie” che non costituiscono necessariamente pericolo per l’uomo. Gli agenti biologici così definiti esistono da molto prima che esistesse l’uomo; sono presenti in enorme quantità e varietà nell’ambiente in cui viviamo, sulla nostra superficie corporea ed all’interno del nostro organismo. Gli uomini nella loro evoluzione si sono sviluppati tenendo conto di questa realtà. Ciò vuol dire che non siamo destinati a vivere in un ambiente sterile e cioè privo di agenti biologici, ma siamo naturalmente attrezzati per convivere con essi e per difenderci da essi se necessario Il rapporto che abbiamo con gli agenti biologici presenti nel nostro mondo è così stretto che non ne potremmo fare a meno: gran parte delle vitamine che ci servono sono prodotte dai batteri che colonizzano il nostro intestino; se non fossimo colonizzati da batteri “buoni” sulla superficie del nostro corpo saremmo più facilmente preda di infezioni che a partire dalla pelle potrebbero invadere tutto il nostro organismo; senza agenti biologici specifici non esisterebbe il pane lievitato, il vino, la birra, i formaggi, i salumi, lo yogurt, etc etc. “Generalmente” gli agenti biologici “pericolosi” per l’uomo sono suoi ospiti stretti e cioè vivono bene all’interno dell’organismo in condizioni per loro ideali di temperatura, umidità, ossigenazione, nutrimento, etc. Ciò vuol dire che al di fuori di esso (ad esempio negli ambienti di vita o di lavoro, pavimenti, filtri dei fan coil, tubature, etc) quasi tutti sopravvivono con difficoltà e, se sopravvivono, stentano a moltiplicarsi e possono perdere gran parte delle loro capacità aggressive. Oltre che per queste criticità “ambientali”, il contatto fra uomo ed agenti biologici in grado di provocare infezione non comporta automaticamente che si verifichi la malattia anche in considerazione del fatto che, come abbiamo già visto, siamo naturalmente in grado di difenderci. Perché l’evento malattia si verifichi è necessario che si verifichi una o più delle seguenti condizioni: o Vengano saltate le difese naturali (es. ferita che produca una lesione di continuità o leda le difese della pelle); o Sia presente un grande numero di agenti infettanti (ad es. si sia esposti ad una elevata quantità di bacilli della Tbc da un soggetto con una caverna tubercolare aperta con cui ci sia un contatto stretto e prolungato quale quello di un familiare convivente) o L’agente biologico sia particolarmente aggressivo (es. forme batteriche resistenti agli antibiotici o in grado di produrre sostanze tossiche, virus particolarmente attivi, etc.) o Le difese dell’organismo siano significativamente indebolite (es. malattie che immuno-deprimono come l’AIDS o il diabete, oppure a seguito di: cure con cortisone o immuno-soppressori per prevenire il rigetto, grandi traumi, interventi chirurgici, etc) In questo caso l’agente biologico pericoloso può prendere il sopravvento sulle naturali difese dell’organismo e possiamo ammalarci. Va comunque precisato che la pelle integra costituisce una difesa ottima contro gli agenti biologici e rappresenta per loro un ostacolo sostanzialmente insormontabile. La cute deve essere integra in quanto bastano anche minime lesioni di continuo perché la penetrazione possa avvenire. In particolare è bene conoscere la azione protettiva del “film lipidico” cutaneo che deve quindi essere preservato quanto più possibile evitando l’uso eccessivo di saponi aggressivi verso questa difesa naturale. Gli agenti biologici in grado di provocare, in alcune condizioni, malattie nell’uomo sono classificati dal D.Lgs 626/94 in 4 gruppi: o GRUPPO 1: poche probabilità di causare malattie negli uomini o GRUPPO 2: può causare malattia agli uomini e costituisce rischio per i lavoratori; poco probabile diffusione in comunità; disponibili misure profilattiche/ terapeutiche. Es. Stafilococchi, Salmonelle (non typhi), Epatite A o GRUPPO 3: può causare grave malattia agli uomini e costituisce rischio per i lavoratori; può propagarsi in comunità; possibili misure profilattiche/terapeutiche. Es. TBC, AIDS, Epatite B, Epatite C, Rickettsia, brucella o GRUPPO 4: può causare gravi malattie a uomini e lavoratori. Elevato rischio di propagazione in comunità, non disponibili misure profilattiche e/o terapeutiche. Es. virus Lassa, Ebola Per poter conoscere quale può essere il rischio di ammalare è sicuramente necessario sapere se ci si trova a contatto con un microrganismo pericoloso, se tale agente biologico sia in “sufficiente stato di salute” e capacità di moltiplicarsi ed aggredire, e se le difese del nostro organismo siano in non ideali condizioni, ma è necessario sapere inoltre che ogni microrganismo ha un meccanismo proprio per penetrare nel nostro corpo e produrre i danni di cui è capace (meccanismi di trasmissione). Il meccanismo di trasmissione delle malattie infettive ha, come intuitivamente si può capire, grande importanza per comprendere quali rischi si possono correre e quali misure di prevenzione e protezione adottare. I meccanismi di trasmissione delle malattie infettive possono essere: 1. Per via parenterale: trasmissione degli agenti biologici in grado di provocare malattie (d’ora in poi chiamati agenti patogeni) attraverso il sangue o liquidi biologici contenenti sangue. Ad esempio pungendosi con un ago usato su un paziente infetto, o ferendosi con oggetti contaminati da sangue altrui, o contaminandosi le mucose (occhi, naso,bocca) con tali fluidi. Malattie trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio l’AIDS, l’epatite B, l’epatite C. 2. Per via aerea: gli agenti patogeni sono emessi dalle vie aeree dei pazienti infettanti in piccolissime particelle in grado di restare a lungo sospese nell’aria che possono quindi essere ri-respirate da soggetti recettivi. Malattie trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio la Tubercolosi, il morbillo, la varicella. 3. Per goccioline (droplets): gli agenti patogeni sono emessi dalle vie aeree dei pazienti infettanti in particelle più grossolane che in breve spazio (1 metro) cadono a terra. In caso di contatto ravvicinato (entro 1 metro) tali particelle possono contaminare soggetti recettivi. Malattie trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio la meningite meningococcica, la pertosse. 4. Per contatto: gli agenti patogeni presenti sulla superficie corporea dell’organismo infetto, possono infettare la superficie corporea di un soggetto suscettibile. Malattie trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio l’herpes, la scabbia. Il meccanismo descritto riguarda le malattie trasmesse per contatto diretto. Esiste anche la possibilità che alcuni agenti patogeni possono sopravvivere nell’ambiente ed essere veicolati da vettori (insetti, come ad es. nel caso della malaria, o altro cambierei con le mosche) o da veicoli in quanto persistono sulle superfici degli ambienti o su oggetti ( ad es. posate, vestiti, strumenti usati per l’assistenza, etc). Il meccanismo di trasmissione per mezzo di vettori o veicoli riguarda le malattie trasmesse per contatto indiretto. In alcuni casi questi meccanismi sono obbligati: ad esempio non si trasmette la malaria senza il “vettore” zanzara anofele, la legionellosi non si trasmette generalmente per contagio interumano (da soggetto malato a soggetto sano), ma dall’aria o dall’acqua contaminate in impianti maltenuti. 5. Per via orofecale: eventuali oggetti, cibi, o altro contaminati con le feci di malati infetti portati alla bocca di soggetti recettivi possono comportare in questi ultimi infezione. Ad esempio mancanza di igiene nella preparazione dei cibi da parte di operatori che non si lavano sufficientemente le mani dopo aver espletato le proprie funzioni corporali. Malattie trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio le salmonellosi compreso il tifo. 6. Per via sessuale: trasmissione attraverso il contatto sessuale. Generalmente per agenti patogeni estremamente delicati che non sopravvivono all’ambiente esterno nemmeno per brevi periodi. Malattie trasmesse con questo meccanismo sono ad esempio la sifilide e la gonorrea; identico meccanismo di trasmissione hanno altre patologie quali l’epatite virale B, l’AIDS. Il simbolo indica la presenza di rischio da agenti biologici potenzialmente pericolosi in ambienti (laboratori, cabine di sicurezza, etc.) o apparecchiature. Fare riferimento a procedure aziendali per il corretto comportamento operativo in queste aree di lavoro. Va precisato che il simbolo non è presente generalmente fuori dalle stanze di degenza. In ambiente ospedaliero,ad eccezione degli ambienti di ufficio senza contatto con pazienti ed indipendentemente dal profilo professionale, vanno comunque osservate delle semplici regole di comportamento di “buon senso” : In ambiente di lavoro vanno usati abiti da lavoro a manica lunga diversi da quelli della vita civile È vietato bere, mangiare, fumare in ambiente di lavoro; meglio anche evitare di truccarsi, indossare monili/anelli In caso di possibile contaminazione delle mani usare guanti protettivi in vinile o lattice per le mani (quelli in polietilene, quelli grossi da lavoro non sono idonei allo scopo) In caso di possibile contaminazione delle mucose usare visiera protettiva o, se questa non è disponibile, proteggere gli occhi con occhiali protettivi e contemporaneamente la bocca ed il naso con filtrante facciale o mascherina. Lavarsi sempre le mani quando ci si tolgono i guanti, quando si esce dal lavoro, prima di andare a mensa o al bar (NON in abiti da lavoro !!),quando ci si è sporcati le mani, dopo aver utilizzato i servizi igienici, in caso di contatto accidentale con liquidi biologici I Dispositivi di protezione personale vanno indossati correttamente ed anche tolti secondo una opportuna sequenza. Lavarsi le mani è una operazione semplice, ma deve avvenire secondo alcune regole (non si tratta di lavaggio antisettico o chirurgico): togliere bracciali, anelli, orologio insaponare la mani accuratamente (dita, palme, dorso, polsi, unghie) per almeno 10 secondi sciacquare con acqua corrente in modo completo solo in casi particolari (dopo imbrattamento con liquidi organici, in caso di lesione dei guanti in manovre a rischio o altro), dopo essersi lavati con il sapone e risciacquati, bagnare le mani con liquido antisettico in modo completo (dita, palme, dorso, polsi, unghie) per almeno 30 secondi sciacquare con acqua corrente in modo completo asciugarsi con carta a perdere chiudere i rubinetti con la carta a perdere per asciugarsi se non presenti i dispositivi di azionamento a leva o a pedale. In caso di evento accidentale che possa comportare il rischio di infezione rivolgersi al proprio responsabile di unità operativa (persona a cui si chiedono le ferie). Per gli addetti ad attività tecniche e di manutenzione (falegnami, idraulici, giardinieri, etc) è obbligatoria la vaccinazione antitetanica. In relazione al tipo particolare di attività il Medico Competente Aziendale indicherà la necessità di eventuali ulteriori vaccinazioni quali, ad esempio, la vaccinazione antitifica per chi lavora alla disostruzione degli scarichi, in fognatura, al depuratore. Non esistono altre vaccinazioni obbligatorie, ma è utile e fortemente raccomandata la vaccinazione antiepatite B. Tale vaccinazione è offerta gratuitamente ed è necessario rivolgersi alla struttura aziendale preposta. Toglierei il soprastante paragrafo sulle vaccinazioni perché è precisato più avanti Allo scopo di ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi da fonti note o non identificate di infezione in ospedale, sono state elaborate delle indicazioni procedurali per le attività di assistenza di tutti in pazienti. Attualmente hanno particolare rilevanza quelle elaborate dall’ Hospital Infection Control Practices Advisory Commitee (HIPAC), sono note col nome di LINEE GUIDA PER LE MISURE DI ISOLAMENTO IN OSPEDALE. Nelle Linee guida sopra citate si distinguono due tipi di MISURE : o PRECAUZIONI STANDARD da adottare per l’assistenza di tutti i pazienti indipendentemente dalla diagnosi o presunto stato di infezione e sono destinate a ridurre il rischio di trasmissione di patogeni per via parenterale; o PROCEDURE DI ISOLAMENTO che sono precauzioni addizionali da adottare per l’assistenza a pazienti specifici, noti o sospetti di essere infetti o colonizzati da patogeni altamente trasmissibili o epidemiologicamente importanti , e sono basate sulle vie di trasmissione. Sono specifiche per le diverse vie di trasmissione: VIA AEREA AEROSOL CONTATTO (assieme ad elementari norme di igiene personale sono in grado di prevenire la diffusione anche di malattie a trasmissione per via enterale) A titolo di esempio si riportano di seguito diversi modelli preventivi di contenimento del rischio da agenti biologici nei vari casi di possibile trasmissione interumana. o Uso dei guanti (di vinile o lattice anche non sterili) se si entra in contatto con sangue, liquidi corporei, secreti, escreti, oggetti contaminati, mucose, cute non integra. Saranno a disposizione sia guanti in lattice che guanti in vinile; usare il più possibile quelli in vinile (a seconda delle necessità tecniche) per limitare la probabilità di sviluppare allergia al lattice; i guanti devono essere della giusta misura; Indossare i guanti prima di toccare cute non integra; Cambiare immediatamente i guanti in caso di verifica o dubbio di lesione degli stessi lavandosi le mani prima di indossarne di nuovi; Rimuovere prontamente i guanti dopo l’uso, che deve essere limitato allo stretto indispensabile (non usarli fuori dal luogo di lavoro ad es. per portare documenti, al di fuori delle attività che espongono a rischio ad es. nei corridoi, non toccare con i guanti oggetti non contaminati o superfici pulite quali telefono, maniglie delle porte osservare rigorosamente la divisione aree sporche/aree pulite) Lavarsi sempre le mani dopo essersi tolti i guanti ; Non toccarsi gli occhi, il naso, la bocca, i capelli quando si indossano i guanti; Cambiarsi i guanti anche dopo manovre ripetute con lo stesso paziente dopo il contatto con materiale che può contenere una elevata quantità di microrganismi. o Uso di mascherine, occhiali protettivi, schermi facciali. Nelle situazioni in cui è possibile siano generati schizzi, spruzzi di sangue, liquidi corporei (emergenza, interventi chirurgici, incannulazione arteriosa, etc) è necessario: proteggere le mucose di occhi, naso, bocca con mascherine, occhiali protettivi, schermi facciali. Se vi è rischio da proiezione sono sufficienti occhiali di protezione o visiera, se vi è rischio di aerosol o nebulizzazione, sono necessari occhiali a tenuta (a mascherina). o Uso di camice per proteggere la cute. - In caso di rischio biologico è preferibile l’uso di camici con maniche lunghe, meglio se monouso. - I camici devono essere appropriati all’utilizzo (impermeabilità, rinforzi, etc) ed alla quantità di liquidi corporei che si possono produrre accidentalmente. - I camici imbrattati con sangue o liquidi biologici devono essere prontamente cambiati lavandosi poi le mani. o Seguire le istruzioni e le procedure per indossare e svestirsi dai dispositivi di protezione individuale (guanti, schemi, mascherine, filtranti facciali, etc) da richiedere al preposto. o Strumenti per l’assistenza al paziente sporchi di sangue, liquidi corporei, secreti ed escreti devono essere manipolati in modo da prevenire l’esposizione di cute e mucose degli operatori (e degli altri pazienti). Gli strumenti monouso devono essere smaltiti correttamente. Nel caso debbano essere manipolati per essere puliti è opportuno vengano prima trattati in soluzione disinfettante o Manipolazione della biancheria sporca di sangue, liquidi corporei, secreti ed escreti in modo da prevenire l’esposizione di cute e mucose (guanti, camice) ed in modo da prevenire l’esposizione dell’ambiente e di altri pazienti o Procedure per la pulizia e disinfezione delle superfici ambientali, letti, barelle, materiali del posto letto possono essere disponibili e se ne farà richiesta al preposto. o Prevenire incidenti per contaminazione per via ematica fra cui ad esempio: NON reincappucciare MAI gli aghi. Non rivolgere MAI aghi o strumenti taglienti verso alcuno Deporre aghi o strumenti taglienti in contenitori rigidi di sicurezza. Vanno osservate le istruzioni per l’uso di tali dispositivi ed in particolare non superare il livello di riempimento. Porre particolare attenzione nel deporre strumenti con parti flessibili (es. butterfly usati) Nel caso di passaggio di strumenti taglienti (es. ferri usati in sala operatoria) evitare di passare direttamente da mano a mano, ma depositare i taglienti in una zona neutra da cui saranno presi in carico dal destinatario In caso di operazioni con rischio di taglio (es. anatomia patologica) si può fare uso di ulteriori Dispositivi di Protezione Personale come i guanti antitaglio Se disponibili, usare dispositivi CON SISTEMI DI SICUREZZA INTRINSECA o Partecipare alle attività di formazione proposta dall’Azienda. Le procedure di isolamento per via aerea devono essere seguite per l’assistenza a pazienti noti o sospetti di essere infetti da patogeni trasmessi da nuclei di goccioline molto piccoli che possono rimanere sospesi nelle correnti d’aria all’interno di una stanza; esempi di malattie trasmesse per via aerea sono la Tbc, il morbillo, la Varicella. Fare riferimento alle procedure aziendali da chiedere al preposto, ma comunque si suggerisce, oltre alle precauzioni standard, di seguire le seguenti raccomandazioni: o Collocazione del paziente in stanza singola (o assieme ad altri pazienti affetti dalla stessa patologia se non vi sono altre infezioni e non vi sono controindicazioni); ove disponibili, sono da preferire stanze a pressione negativa. o Il paziente non deve allontanarsi dalla stanza e la porta della stanza deve prevalentemente rimanere chiusa; o Il personale che entra nella stanza ove è ricoverato il paziente indossa dispositivi di protezione respiratoria personale costituiti da filtranti facciali (non sono sufficienti le mascherine chirurgiche) di efficienza almeno FFP2 (fare riferimento al paragrafo dei Dispositivi di Protezione Personale), In caso di operazioni particolari quali ad es. broncoscopia o broncoaspirazione sarà necessario l’uso del filtrante facciale FFP3. o Limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai soli scopi essenziali. Se ciò fosse necessario, prima di uscire dalla stanza far indossare al paziente una mascherina chirurgica o Gli operatori addetti al trasporto del malato sono edotti dal personale di reparto dei rischi specifici e devono adottare le misure predisposte dall’Azienda per limitarli. Tali informazioni devono essere fornite dagli operatori del reparto anche ai visitatori ed a chi deve effettuare manutenzioni o altro all’interno della stanza con il paziente infetto. Le procedure di isolamento per aerosol, predisposte dall’Azienda, saranno seguite per l’assistenza a pazienti noti o sospetti di essere infetti da patogeni trasmessi da goccioline (grossomodo di diametro superiore a 5 m) che possono essere generate con lo starnuto, la tosse, la conversazione o alcune manovre. La diffusione di tali nuclei, in considerazione della loro dimensione, è limitata nello spazio. Esempi di malattie trasmesse per aerosol sono malattie invasive da haemophilus, influenza, meningite da meningococco, pertosse, rosolia. Fare riferimento alle procedure aziendali da chiedere al preposto, ma comunque si suggerisce, oltre alle precauzioni standard, di seguire le seguenti raccomandazioni: o Collocazione del paziente in stanza singola (o assieme ad altri pazienti affetti dalla stessa patologia se non vi sono altre infezioni e non vi sono controindicazioni). Non sono necessari trattamenti dell’aria, o una ventilazione particolare; la porta può anche rimanere aperta o Se non è possibile mantenere il paziente in stanza singola mantenere una separazione spaziale di almeno un metro fra il paziente infetto ed altri pazienti o visitatori o Se si deve prestare assistenza a meno di un metro di distanza è meglio usare il filtrante facciale di efficienza almeno FFP2 (per le indicazioni internazionali sarebbe sufficiente una mascherina chirurgica) o Limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai soli scopi essenziali. Se ciò fosse necessario, prima di uscire dalla stanza far indossare al paziente una mascherina chirurgica. o Gli operatori addetti al trasporto del malato sono edotti dal personale di reparto dei rischi specifici e devono adottare le misure predisposte dall’Azienda per limitarli. Tali informazioni devono essere fornite dagli operatori del reparto anche ai visitatori ed a chi deve effettuare manutenzioni o altro all’interno della stanza con il paziente infetto. Le procedure di isolamento per contatto, predisposte dall’Azienda, devono essere seguite per l’assistenza a pazienti noti o sospetti di essere infetti da patogeni epidemiologicamente importanti che possono essere trasmessi attraverso il contatto diretto con il paziente (contatto con le mani o da cute a cute non protette) o contatti indiretti con superfici ambientali contaminate o con oggetti usati per l’assistenza al paziente. Esempi di malattie trasmesse per contatto sono impetigine, ascessi di grandi dimensioni aperti, piaghe infette, pediculosi, scabbia, herpes. Fare riferimento ad eventuali procedure aziendali da chiedere al preposto, ma comunque si suggerisce, oltre alle precauzioni standard, di seguire le seguenti raccomandazioni: o Collocazione del paziente, se possibile, in stanza singola (o assieme ad altri pazienti affetti dalla stessa patologia se non vi sono altre infezioni e non vi sono controindicazioni) o Indossare guanti puliti (non necessari guanti sterili a meno di manualità particolari) quando si entra nella stanza. Togliersi i guanti prima di uscire dalla stanza e lavarsi le mani (vedi precedente) facendo comunque attenzione a non toccare superfici o strumenti che possano essere contaminati. Cambiarsi i guanti dopo operazioni con materiale infetto che può contenere alte concentrazioni di microorganismi o Indossare un camice (sovracamice sopra la divisa) quando si entra nella stanza da rimuovere prima di lasciare la stanza facendo comunque attenzione a verificare che gli indumenti sotto il camice non abbiano avuto contatto con superfici o strumenti che possano essere contaminati o Limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai soli scopi essenziali. Se ciò fosse necessario, prima di uscire dalla stanza assicurarsi che vengano mantenute le precauzioni per rendere minimo il rischio di trasmissione di microrganismi ad altri pazienti e/o la contaminazione di superfici/attrezzature (copertura del paziente con lenzuolini a perdere, etc.) o Destinare al singolo paziente e mantenere nella stessa stanza il più possibile attrezzature e strumenti per l’assistenza (fonendoscopi, sfigmomanometro, termometro, etc) per evitarne il loro trasferimento ad altri ambienti e/o altri pazienti. Nel caso ciò non sia possibile, pulire e disinfettare adeguatamente le attrezzature prima di spostarle all’esterno della stanza o Gli operatori addetti al trasporto del malato sono edotti dal personale di reparto dei rischi specifici e devono adottare le misure predisposte dall’Azienda per limitarli. Tali informazioni devono essere fornite dagli operatori del reparto anche ai visitatori ed a chi deve effettuare manutenzioni o altro all’interno della stanza con il paziente infetto. E’ possibile che per alcune malattie siano da prendere in considerazione combinazioni di procedure di isolamento. Ad esempio per la SARS oltre alle precauzioni standard è necessario usare in combinazione sia le procedure di isolamento per via aerea che per contatto. E’ utile verificare presso il preposto e prendere conoscenza di eventuali delle procedure scritte da seguire in caso di contatto non protetto dalle procedure di isolamento per via aerea con pazienti affetti da TBC contagiosa, ma comunque si suggerisce, oltre alle precauzioni standard, di seguire le seguenti raccomandazioni da tenere presenti nei soli casi con Tbc con lesioni aperte: Definire i contatti stretti: operatori che abbiano avuto contatti non protetti con casi in modo non occasionale come assistenza diretta (per es. non si considerano ricoveri inferiori alle 24 ore) manovre invasive quali broncoscopia, broncosapirato, intubazione, procedure di induzione di aerosol, autopsia Verificare la modalità di comunicazione dei casi di isolamento di BK Verificare chi è il responsabile dell’indagine epidemiologica per l’individuazione dei contatti stretti; Verificare la gestione da parte dell’Azienda dei successivi atti medici sia diagnostici che terapeutici, come le prassi medico legali conseguenti Si rammenta la obbligatorietà di adesione al percorso previsto dalla azienda, la cui mancata adesione da parte degli operatori costituisce violazione ai sensi dell’art 5 D.Lgs 626/94. E’ utile verificare presso il preposto e prendere conoscenza di eventuali delle procedure scritte da seguire in caso di contatto non protetto con pazienti affetti da scabbia: Definire i contatti stretti: operatori che abbiano avuto contatto fisico diretto non protetto con un paziente affetto da scabbia o suoi effetti letterecci Verificare chi è responsabile dell’eventuale indagine epidemiologica per l’individuazione dei contatti stretti ; Verificare la gestione da parte dell’Azienda dei successivi atti medici sia diagnostici che terapeutici, come le prassi medico legali conseguenti Prendere conoscenza del periodo di astensione dal lavoro dei casi fra gli operatori dopo la terapia Prendere conoscenza delle misure di igiene necessarie (trattamento degli effetti letterecci ed indumenti del paziente fonte, cambio delle divise dei casi fra gli operatori, etc Si rammenta la obbligatorietà di adesione al percorso previsto dalla azienda, la cui mancata adesione da parte degli operatori costituisce violazione ai sensi dell’art 5 D.Lgs 626/94. Situazioni analoghe si possono riscontrare per altre patologie come la meningite meningococcica: Definizione del caso: solo casi con diagnosi di meningite meningococcica; non si considerano gli altri casi di meningite Definizione di contatti stretti: addetti a manovre di rianimazione, trasporto in ambulanza, terapie intensive, pronto soccorso area rossa, che abbiano avuto contatto diretto con il caso (a meno di un metro); non si considerano altri tipi di attività quali ad es. infermieri di reparto, operatori servizi interni, servizio mortuario,servizi generali, etc. Verificare chi è responsabile dell’eventuale indagine epidemiologica per l’individuazione dei contatti stretti ; Verificare la gestione da parte dell’Azienda dei successivi atti medici sia diagnostici che terapeutici, come le prassi medico legali conseguenti Si rammenta la obbligatorietà di adesione al percorso previsto dalla azienda, la cui mancata adesione da parte degli operatori costituisce violazione ai sensi dell’art 5 D.Lgs 626/94 . Relativamente alle malattie a trasmissione parenterale, il rischio che l’operatore sanitario si infetti in caso di infortunio che comporti ferita o puntura con oggetti contaminati o contaminazione mucosa (occhi, naso, bocca) o cute non integra dipende in particolar modo anche dal tasso di sieroconversione proprio di ogni agente biologico. Il tasso di sieroconversione esprime la probabilità che un operatore sierologicamente negativo per un dato agente biologico diventi sieropositivo dopo ad es.puntura con ago usato in un paziente sieropositivo. Tale tasso è molto elevato per l’epatite B (fino al 40% da cui la necessità imperativa di vaccinarsi), lo è molto meno per l’epatite C e l’HIV (al di sotto dell’ 1%). E’ necessario porre estrema attenzione non solo alle punture o ferite con materiale infetto, ma anche ai contatti mucosi. Possono Devono essere presenti procedure scritte da seguire in caso di infortunio a rischio biologico e ciascun operatore si può rivolgere al proprio preposto per esserne reso edotto. In generale tali procedure prevedono almeno i seguenti contenuti: Definizione di infortunio a rischio per contatto parenterale (puntura da ago contaminato o tagliente e per contatto mucoso o imbrattamenti di cute non integra (non comprendere gli imbrattamenti di cute integra) Definizione delle procedure per l’indagine rapida per HIV nel paziente fonte, se identificabile, oltre che la sierologia per HCV ed HBV che può essere eseguita anche in un secondo tempo In caso di positività (o dubbio) per HIV nel paziente fonte si deve assicurare la possibilità di chemioprofilassi entro 4 ore dall’incidente; Si assicura per l’operatore vittima dell’infortunio il follow up per almeno 6 mesi dall’infortunio Definizione delle pratiche assicurative e medico-legali Si rammenta la obbligatorietà di adesione al percorso previsto dalla azienda, la cui mancata adesione da parte degli operatori costituisce violazione ai sensi dell’art 5 D.Lgs 626/94. Per il personale sanitario, oltre alla vaccinazione antiepatite B, è fortemente raccomandata anche la vaccinazione od il richiamo vaccinale contro il morbillo in caso di suscettibilità individuale. Alcuni profili professionali possono essere chiamati ad eseguire procedure invasive in cui vi è rischio che lesioni aperte del paziente entrino in contatto con il sangue dell’operatore. Si tratta di procedure invasive a rischio di esposizione (in inglese “exposure prone procedures”) che ad es. secondo l’ UK Health Departments sono così definite: procedure in cui le mani dell’operatore, anche se indossa i guanti, possono venire a contatto con strumenti affilati o appuntiti oppure con tessuti taglienti (quali spicole osse o dentarie) all’interno di una cavità corporea aperta, in una ferita o in uno spazio anatomico confinato dove possono non essere completamente visibili le mani e le estremità delle dita in ogni momento trattamento di traumatizzati, in emergenza, prima del ricovero in ospedale assistenza a pazienti psicotici, epilettici in episodio critico Nell’elenco dell’ UK Helth Departments vengono specificate tali procedure: ad esempio per l’ostetricia, l’esplorazione vaginale o l’esecuzione dell’episiotomia non sono considerate exposure prone procedures, mentre il posizionamento dell’elettrodo emicranico per il monitoraggio fetale o la sutura dell’episiotomia sono definite exposure prone procedures. In allegato vi è un elenco, anche se non esaustivo, delle procedure invasive tratto dalle linee guida SIMLII Nell’esecuzione di procedure invasive, le misure costituite dalle precauzioni standard e dalle eventuali misure di isolamento, saranno implementate anche da “Norme Interne di Lavoro Sicuro” (DPI particolari, strumenti particolari, tempi, tecniche, etc) elaborate da ciascuna Unità Operativa per ogni procedura che esponga a rischio in modo da limitare ulteriormente il rischio per gli operatori del livello di approfondimento considerato. L’elaborazione di tali norme interne di lavoro sicuro è di competenza del Dirigente dell’Unità operativa e la loro applicazione va verificata e fatta osservare dal preposto. In relazione alla complessità delle manovre, viene prevista inoltre idonea attività di informazione e formazione Va precisato che l’esecuzione di procedure invasive, espone sia l’operatore sanitario al potenziale contatto con il sangue del paziente ma anche viceversa. L’operatore sanitario positivo per qualsivoglia malattia trasmissibile per via parenterale, deve quindi avere coscienza del rischio di poterla trasmettere a pazienti suscettibili. La stima di tale rischio è stata effettuata ad esempio dal CCRD (Canada) secondo il quale per ogni milione di exposure prone procedures un chirurgo sierologicamente positivo ha: • fra 240 e 2400 probabilità di infettare pazienti per HBV • fra 50 e 500 probabilità di infettare pazienti per HCV • fra 2,4 e 24 probabilità di infettare pazienti per HIV Indipendentemente dalla parametrazione del rischio, l’operatore sanitario sieropositivo per malattie a trasmissione parenterale e che può essere chiamato ad eseguire procedure invasive deve tener presente il rischio che può far correre ai pazienti. E’ necessario rivolgersi al Medico Competente che, pur nel rispetto della riservatezza delle informazioni, potrà valutare l’effettivo livello di contagiosità, ricorrere ad eventuali trattamenti specifici, indicare misure di prevenzione utili, mettere in atto eventuali misure di tutela come indicato dalle linee guida ISPESL SIMLII. Per i profili professionali quali Medici, Ostetriche, Infermieri professionali /DU, personale aree di emergenza (P.S. Rianimazioni, 118) e sale operatorie compreso il personale ausiliario per cui sono previste assistenza diretta a pazienti, con contatto ravvicinato o prolungato con essi o con sangue, secrezioni, escrezioni, tessuti e con l’esecuzione di procedure invasive (exposure prone procedures) è attribuibile una classe di RISCHIO MEDIO o GRAVE in funzione del numero e tipologia di procedure invasive. La appartenenza alla classe di rischio grave piuttosto che medio, oltre che dalla esecuzione di exposure prone procedures, può dipendere dalla presenza di criticità relative : alla organizzazione aziendale alla organizzazione di unità operativa alle caratteristiche strutturali / edilizie alla disponibilità ed uso di Dispositivi di Protezione Individuale o Collettiva alla mancanza di programmazione della sicurezza Questo tipo di classificazione è demandato al Sistema aziendale della sicurezza. SINTESI OPERATIVA: (ciò che è importante che “rimanga” e che sarà oggetto dei test di valutazione) Coscienza del fatto che con gli agenti biologici l’organismo umano ha rapporti molto stretti ed è provvisto di difese naturali anche contro quelli per lui dannosi; solo in alcune situazioni può esistere il rischio che gli agenti biologici dannosi prendano il sopravvento e ci si ammali (vie di trasmissione/classificazione) Conoscenza delle regole elementari di comportamento e di protezione personale sufficienti a minimizzare il rischio Nelle attività di assistenza e con contatto diretto con fluidi o tessuti di derivazione dai pazienti vanno applicate SEMPRE le misure di prevenzione indicate dalle precauzioni standard come comportamento di base che può essere implementato con le misure di isolamento specifiche nelle situazioni più specifiche Le misure costituite dalle precauzioni standard e dalle misure di isolamento sono in grado di minimizzare il rischio per gli operatori del livello di approfondimento considerato (livello di rischio lieve) sostituirei con che non eseguono procedure a rischio di esposizione (Exposure Prone Procedures) quindi a livello di rischio lieve, mentre nelle attività di assistenza che comportano l’esecuzione di exposure prone procedures il rischio biologico è aumentato (medio o alto) e sono necessarie ulteriori misure specifiche In caso di contatto non protetto (non osservanza delle procedure o non uso corretto di DPI) conoscenza delle misure di prevenzione e di controllo da adottare Conoscenza dei contenuti minimi delle procedure da seguire, compreso il follow up, in caso di infortunio a rischio biologico in caso di contatto parenterale o mucoso Nel caso il profilo professionale preveda l’esecuzione di exposure prone procedures, le misure costituite dalle precauzioni standard e dalle misure di isolamento devono essere implementate anche da “Norme Interne di Lavoro Sicuro” (DPI particolari, strumenti particolari, tempi, tecniche, etc) elaborate da ciascuna Unità Operativa per ogni procedura che esponga a rischio in modo da limitare ulteriormente il rischio per gli operatori del livello di approfondimento considerato (livello di rischio medio o alto) Nel caso il profilo professionale preveda l’esecuzione di exposure prone procedures, l’operatore sanitario positivo per qualsivoglia malattia trasmissibile per via parenterale, deve avere coscienza del rischio di poterla trasmettere a pazienti suscettibili, deve conoscere le procedure per minimizzare anche questo rischio, deve sapere a chi far riferimento per avere indicazioni su eventuali limitazioni/precauzioni TEST DI VALUTAZIONE PER IL LIVELLO (le risposte corrette in neretto) 3 1) – Le linee guida per le misure di isolamento in ospedale hanno lo scopo: di isolare i malati possibile fonte di infezione di isolare gli operatori nei confronti dei malati fonte di infezione di ridurre il rischio di trasmissione di microorgasnismi da fonti note o non identificate di infezione in ospedale 2) – Le precauzioni standard si applicano: a tutti i pazienti sui quali si deve svolgere attività di assistenza diretta nella attività di assistenza ai pazienti sicuramente non infetti nella attività di assistenza ai pazienti sicuramente infetti 3) – Nel caso di assistenza diretta a pazienti affetti da malattie trasmesse per via aerea (es. Tbc) si applicano: esclusivamente le procedure di isolamento per via aerea le precauzioni standard più le procedure di isolamento per via aerea solo le precauzioni standard 4) – Nel caso di un malato ricoverato per malattia trasmissibile per via aerea è necessario indossare il filtrante facciale quando si entra nella stanza del malato indossare il filtrante facciale quando si opera a meno di un metro dal paziente indossare una mascherina di tipo chirurgico per proteggere le vie respiratorie 5) – Nel caso di un malato ricoverato per malattia trasmissibile per aerosol è necessario indossare il filtrante facciale quando si entra nella stanza del malato indossare una mascherina di tipo chirurgico per proteggere le vie respiratorie indossare il filtrante facciale quando si opera a meno di un metro dal paziente 6) – Nel caso sia necessario far entrare un operatore tecnico, ad esempio per attività di manutenzione non differibile, nella stanza in cui è ricoverato un paziente con malattie trasmissibili per via aerea: è necessario informarli del rischio presente, delle misure necessarie per limitarlo e fornire i necessari DPI è vietato comunicare alcunché per il rispetto della privacy è necessario unicamente avvisare del rischio. 7) – Relativamente alle procedure di isolamento per aerosol (malato di meningite meningococcica) la porta della stanza ove è isolato il malato deve rimanere chiusa la porta della stanza ove è isolato in malato non necessariamente deve rimanere chiusa non sono necessarie misure particolari di isolamento 8) – Relativamente alle procedure di isolamento per contatto è necessario che la strumentazione per l’assistenza al paziente (fonendoscopio, sfigmomanometro, termometro, etc) sia, per quanto possibile, destinata individualmente ad un solo malato e residente all’interno della stanza dove esso è isolato destinata individualmente ad un solo malato; non è necessario sia residente all’interno della stanza dove esso è isolato non è fatto cenno alla strumentazione per l’assistenza al malato 9) – Nel caso vengano svolte attività di assistenza diretta al malato senza l’esecuzione di manovre ad alto rischio di esposizione biologica (exposure prone procedures) il livello di rischio da agenti biologici è da considerare Trascurabile/basso Lieve Medio o elevato 10) – Nel caso che, al di là delle abituali attività di assistenza (es. prelievo venoso, medicazione di ferite, incannulazione venosa non centrale, catetere vescicale, etc) si sia chiamati ad eseguire procedure particolari che espongono a rischio di esposizione ad agenti biologici (es. manipolazione con elevata carica microbica, incannulazione arteriosa, sutura di episiotomia, lavaggio ferri in sala operatoria, etc) È necessario siano fornite idonee procedure da osservare comprensive dell’uso dei DPI idonei con obbligo di adesione Ciò fa parte delle competenze professionali per le quali le singole figure professionali sono state abilitate È necessario eseguirle solo sotto la direzione del diretto superiore 11) – Nel caso un operatore non segua le procedure aziendali previste ad esempio in caso di contatto con casi di Tbc o Scabbia o Meningite o incidente occupazionale con rischiosi infezione Non è un problema in quanto una volta ricevute le indicazioni, seguirle o meno è facoltà individuale nel rispetto della privacy È un problema solo nel caso si verifichino conseguenze È in ogni caso obbligatorio rispettare quanto previsto dalle procedure aziendali ed in caso contrario sono ravvisabili violazioni di legge (art 5 D.Lgs 626/94) 12) – I tipi di guanti NON riconosciuti efficaci per proteggere da agenti biologici sono i guanti In lattice In vinile In polietilene 13) – Nel caso di infezioni particolari come ad esempio la SARS le misure di protezione possono prevedere Le precauzioni standard e basta perché ciò è più che sufficiente Le misure di isolamento per via aerea solamente Le precauzioni standard più la combinazione fra più misure di isolamento (per via aerea e per contatto) 14) – Per procedure invasive (o exposure prone procedures) si intendono: procedure in cui le mani dell’operatore, anche se indossa i guanti, possono venire a contatto con strumenti affilati o appuntiti oppure con tessuti taglienti (quali spicole osse o dentarie) all’interno di una cavità corporea aperta, in una ferita o in uno spazio anatomico confinato dove possono non essere completamente visibili le mani e le estremità delle dita in ogni momento trattamento di traumatizzati, in emergenza, prima del ricovero in ospedale assistenza a pazienti psicotici, epilettici in episodio critico tutte e tre le possibilità precedenti 15) – L’esecuzione di procedure invasive comporta per gli operatori che le eseguono: un rischio biologico invariato un rischio biologico ridotto un rischio biologico aumentato 16) – L’esecuzione di procedure invasive comporta per gli operatori che le eseguono: la necessità di adottare oltre alle precauzioni standard anche norme particolari di lavoro sicuro specifiche per ogni procedura che esponga a rischio la necessità di adottare ancora più rigorosamente le precauzioni standard la necessità di adottare ancora più rigorosamente le precauzioni standard oltre alle specifiche misure di isolamento 17) – L’esecuzione di procedure invasive comporta: rischio di trasmissione di malattie a trasmissione parenterale da paziente infetto ad operatore suscettibile rischio di trasmissione di malattie a trasmissione parenterale da operatore infetto a paziente suscettibile ambedue le possibilità precedenti 18) – Nel caso un operatore sanitario chiamato ad eseguire procedure invasive sia sieropositivo per malattie a trasmissione parenterale a chi deve fare riferimento per le necessarie misure finalizzate a minimizzare i rischi : al Direttore Sanitario al proprio Responsabile di Unità Operativa al Medico Competente Bibliografia essenziale J.S., Garner et.al. Linee guida per le misure di isolamento in ospedale. Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere 4, 3; 1997 127-151 Jagger J et al. Occupational exposure to lood-borne pathogens : epidemiology and prevention. Da: Prevention and Control of nosocomial Infections di Wenzel RP. Ed Lippicot Williams & Wilkins fouth edition 2004: 430-466 Puro V. et al. Raccomandazioni per la gestione delle esposizioni occupazionali da virus dell’epatite B e C negli operatori sanitari. Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere 10, 3; 2003 102-112 Health Canada: Proceedings of the consensus conference on infected health care workers: risk for transmission of bloodborne pathogens. Canada communicable diseases report 1998; 24 S4: 1-25. Ross RS, et al. Risk of Hepatitis C transmission from infected medical staff to patients ;model based calculation for surgical setting. Arch. Intern. Med 2000b; 160: 231316 Documento ISPESL / SIMLII rischio biologico Link: manuale sicurezza laboratori Università di Padova: www.bio.unipd.it/safety/man/ Linee guida ISPESL / SIMLII per rischio di trasmissione Operatore vs pazienti Contributi: Schede di esempi di procedure invasive Nota per informatico: le tabelle seguenti devono essere collegate come “contributo” in un unico file PROFILO PROFESSIONALE ESEMPI DI PROCEDURA INVASIVA ESEMPI DI PROCEDURA INVASIVA N ON MEDICI Procedure versus traumatizzati (anche esame obiettivo) “gestione/manipolazione” pazienti con tessuti non integri MEDICI IN PRONTO SOCCORSO Esplorazione rettale (sospetto di fratture pelviche) Suture in tessuti profondi (per emorragie) Massaggio cardiaco interno Pazienti “violenti” Ad eccezione della condizione in cui l’operatore con la restrizione per le procedure invasive sia l’unico in grado di compiere manovre “salvavita” Crisi epilettiche Respirazione bocca a bocca Trapianto di midollo osseo EMATOLOGIA Procedure percutanee (prelievi?) Resezione di arterie-tessuti profondi ANESTESISTI Skin tunnelling Intubazione nasotracheale Maschere laringee Skin tunnelling Procedure percutanee RADIOLOGI Resezione di arterie-tessuti profondi Biopsie Drenaggi CARDIOLOGI Resezione di arterie-tessuti profondi Angiografia Impianto di pacemaker permanenti Cateterizzazione cardiaca (percutanea, che non implichi taglio di tessuti) CH. CARDIOTORACICA apertura e chiusura di sterno ORTOPEDICI Chirurgia dei tendini Riduzione aperta di frattura e fissazione extramidollare Amputazione Protesi totale dell’articolazione UROLOGI Cistectomia parziale Cistoscopia (per eventualità di intervento a cielo aperto in caso di complicanze)* Nefrectomia Inserimento di trochar con procedure a cielo aperto LAPAROSCOPISTI Chirurgia laparoscopica (per eventualità di intervento a cielo aperto in caso di complicanze)* * consentita solo se è presente un collega qualificato ad intervenire con idoneità non limitata per le procedure invasive PROFILO PROFESSIONALE ESEMPI DI PROCEDURA INVASIVA ESEMPI DI PROCEDURA NON INVASIVA Interventi a cielo aperto Laparotomia Gastrectomia parziale Escissione di lesioni gastriche (a cielo aperto) sutura minore di superficie Anastomosi gastro-digiunale Intervento per ulcera peptica Colectomia totale Emicolectomia con anastomosi terminoterminale Sigmoido-colectomia incisione di ascessi Escissione di retto Escissione ileo CHIRURGHI (CH. GENERALEPEDIATRICA) Escissione perianale di retto Appendicectomia Splenectomia Intervento per adesioni peritoneo Escissione ghiandola sottomandibolare esplorazione rettale o vaginale di routine Tiroidectomia Mastectomia parziale o totale Escissione lipomi-cisti sebacee Procedure di drenaggio – mammella e colonretto Dissezione linfonodo Biopsia mammaria Embolectomia arteria femorale a cielo aperto Ernioraffie (addominali, inguinale, femorale, ombelicale, laparocele) procedure endoscopiche semplici GINECOLOGIOSTETRICI Chirurgia a cielo aperto Resezione uterina Isterectomia Interruzione volontaria di gravidanza Salpingectomia Curettage Conizzazioni con sutura dei tessuti Dilatazione cervicale Anestesia locale per episiotomia Colposcopia Sutura di episiotomia Introduzione di contraccettivi intrauterini Conizzazione mediante laser (o loop) Raccolta di ovuli Parto naturale Episiotomia Manovre chirurgiche “semplici” su orecchi e naso (dita sempre visibili) Endoscopia (sia con strumento flessibile che rigido) OTORINOLARINGO > parte della chirurgia ORL IATRI Stapedectomiastapediotomia Inserimento di drenaggi o tubi di ventilazione tubarica Impianto di protesi acustiche in orecchio medio CH. MAXILLOFACIALE Chirurgia orbitarla OCULISTI Trattamento traumatizzati Endoscopie in pazienti “violenti” ENDOSCOPISTI Chirurgia endoscopica (per eventualità di intervento a cielo aperto in caso di complicanze)* Accesso vascolare femorale (in urgenza) NEFROLOGI Emofiltrazione (in urgenza) Emodialisi (in urgenza) MEDICO DI MEDICINA GENERALE Chirurgia di base Ostetricia “gestione” traumatizzati DENTISTI > parte delle manovre Esame clinico (con specchio) PEDIATRI Accesso vascolare > parte delle manovre * consentita solo se è presente un collega qualificato ad intervenire con idoneità non limitata per le procedure invasive PROFILO PROFESSIONALE ESEMPI DI PROCEDURA INVASIVA ESEMPI DI PROCEDURA NON INVASIVA PROFESSIONI SANITARIE INFERMIERI Ferriste Pronto soccorso Accesso intravenoso Tecnici di dialisi IGIENISTI DENTALI > parte delle manovre ORTODONTISTI > parte delle manovre OSTETRICA Esame clinico mediante specchio Anestesia locale per episiotomia Parto naturale semplice Sutura dell’episiotomia Episiotomia Applicazione di elettrodi taglienti al cuoio capelluto del neonato