Bolzano,giovedì 11.11.1999 Avrei potuto starmene zitto, e invece no. Bolzano, martedì 16.11.1999 Dunque: avrei potuto starmene zitto, e invece no, come scrivevo prima. Invio regolarmente questo diario a un mio amico, giornalista dell’Alto Adige (quotidiano di Bolzano). Costui mi telefonò, chiedendomi il permesso di pubblicare qualcosa che gli sembrava interessante. Ho ben immaginato “qual-cosa” suscitasse il suo interesse, ma gli ho risposto lo stesso così: “ Va bene: non ho nulla da nascondere di ciò che scrivo nel mio diario”, e lui,intelligente, ha capito il senso della mia risposta e anche che io sapevo bene di “qual-cosa”s’interessasse lui, anche se non glielo chiedevo espressamente in quel momento. Così il giorno dopo apparve su quel quotidiano un suo bell’articolo con brani del mio diario. Trattandosi di brani di denuncia di certi mali che affliggono il clero africano e non, e di certi mali che affliggono anche la Chiesa nella diocesi di Bolzano, quell’articolo provocò una certa reazione in qualche lettore, mio amico e non. Coincidenza…: la domenica dopo si fece un’assemblea dei “movimenti ecclesiali” insieme con il Vescovo di Bolzano, movimenti denunciati nel mio diario come “politicamente e socialmente narcotizzanti”, detto altrimenti, come disimpegnati e disimpegnanti sul piano politico e sociale. E un giornalista del detto quotidiano andò a interrogare alcuni leaders di detti movimenti, stuzzicandoli con le mie denunce. Dalle loro risposte, mi sembra che coloro che hanno capito il vero significato delle mie denunce sono stati i Focolarini. Quel che più mi è piaciuto, però, è stato il discorso del Vescovo a tali movimenti; discorso di esortazione a un impegno più “ecclesiale”, che in linguaggio tecnico teologico significa più sociale. Un mio amico, membro di uno di tali movimenti, mi ha bonariamente detto: “Allora, caro P. Antonio, i giornalisti sono riusciti a strumentalizzarti bene!”. Qualcuno – S. Teresina o S. Teresa d’Avila – disse che pur di salvare un’anima avrebbe accettato di andare anche all’Inferno. Non essendo io santo né avendo aspirazioni così sublimi, mi accontento di dire che per la causa dei Pigmei e del Vangelo sono disposto a far patti anche col diavolo, e quelli dell’Alto Adige non mi sembrano aspirare a titoli e gradi demoniaci… Bolzano, martedì 07.12.1999 E’ venuto a trovarmi il mio amico Abbé Charles Bilembo. Siamo amici di vecchia data. Lo conobbi a Kasongo, agli inizi degli anni 80 e mi sostenne sempre nelle difficoltà che ebbi a suo tempo con certi “Belgi” non proprio in accordo con il mio modo di fare il missionario vivendo “da nero”. Ha celebrato la S.Messa delle 10,30 al Centro Pastorale Corpus Domini, in via Gutemberg: un successo formidabile di pubblico, per la sua semplicità e allegra bonomia, oltre che per la bellissima omelia… A parte che mi ha fatto un po’ arrossire per le lodi al mio riguardo… 1 Natale si avvicina e l’orgia natalizia è già iniziata fin dalla prima domenica di Avvento. Dio, Gesù, Madonne e Santi, bimbi e il loro mito, la gratuita bellezza di un dono, tutto è ormai merce per il recupero della tredicesima concessa – bontà loro! – dai padroni ai proletari imborghesiti (= idiotizzati) della e dalla società dei consumi. I polli ormai ingrassano bene in tempo per essere pronti alla rituale “spennata” di Natale, Capodanno, Carnevale, Pasqua, Festa della mamma, Festa del papà, Festa dei nonni, Festa dei fidanzatini, Festa di primavera – estate – autunno – inverno… Non manca neanche la festa del pollo: te la fanno le agenzie funebri, pubbliche e private, spennando ben bene la tua eredità per un funerale “degno” del pollo che sei. Bolzano, mercoledì 15.12.1999 Ieri pomeriggio sono andato a parlare con un gruppo di bambini di terza elementare. Mi era stato chiesto di descrivere loro come si preparano al Natale i bambini africani … Dato che dove vivo io la maggior parte della popolazione pigmea non è cristiana e perciò non fa alcuna preparazione speciale al Natale, allora ho parlato piuttosto di come ho vissuto il mio più bel Natale in terra africana, cioè quello che trascorsi nel villaggio di lebbrosi di Akombi, del quale scrissi in questo diario nel 1987. Ma quei bambini di ieri mi hanno chiesto che regali fanno ai bambini africani per il Natale. Ho detto che non fanno regali, primo perché sono poveri e hanno cose più urgenti cui pensare, e poi soprattutto perché non è loro abitudine fare regali “occasionali”, perché per loro un regalo è qualcosa di talmente impegnativo per chi lo fa e per chi lo riceve, che lo fanno soltanto per ragioni ben più importanti che una ricorrenza annuale come un onomastico o una festa religiosa. Anzitutto il loro non è un regalo ma un dono, cioè gratuito, cioè privo di secondi fini quali l’accattivarsi la benevolenza o l’affetto di una persona, come sono invece i regali che tanti genitori e adulti fanno ai bambini per “comperare” il loro affetto… In altre parole ho imparato da loro che un dono è e deve essere manifestazione di affetto donato e non ricevuto o richiesto… E il miglior dono è donare se stessi, il proprio tempo, la propria attenzione, il proprio sorriso… ciò che vedo troppo spesso mancare a tanti genitori qui in Europa, presi come sono dagli impegni di lavoro o d’altro genere… E poi si domandano, quando i loro figli/e sono grandi e affettivamente lontani da loro: “Ma perché? Eppure non gli ho fatto mancare mai nulla!”. Non è che per caso gli hai fatto mancare il meglio, cioè te stesso/a ? Osservando il tipo prevalente di pubblicità alla TV sia pubblica sia privata, mi è venuto da pensare che se un Pigmeo la vedesse, dopo un po’ arriverebbe a chiedersi se per caso i Bianchi non siano piuttosto mangioni, beoni, sozzoni e sessuomani, visto i prodotti maggiormente pubblicizzati… 2 Bolzano, mercoledì 08.03.2000 Benito è ripartito per Barberino, casa sua, e io resto qui a Bolzano fino a Pasqua, per partire anch’io, dopo Pasqua, per il Congo; intanto però resto qui col magone dell’assenza del mio gemello… Bolzano, sabato 31.03.2000 Ultime settimane a Bolzano. Il 25 aprile parto con Benito per il viaggio verso Roma, dove il 07 maggio prenderò l’aereo per Entebbe (Kampala, Uganda) via Bruxelles (Belgio). Sempre nomade, un po’ come i Pigmei, per il Buon Dio… spero. E intanto ho il mio da fare a preparare le casse di materiale tecnico (fale – gnameria e meccanica) e scolastico (penne a sfera e quaderni). Oltre a questo lavoro “manuale”, rispondo anche agli inviti di scuole, associazioni e amici per conferenze, incontri e serate amicali, sempre per parlare dei Pigmei, del Project e dei problemi del Terzo Mondo (debito estero, neocolonizzazione da parte dell’Occidente opulento, ecc.) e talvolta anche di religione, quando me ne viene fatta richiesta. Per esempio: il 06 aprile terrò una conferenza su Gesù al Circolo Culturale Cittadino di Bolzano, insieme con un dirigente dell’Associazione dei devoti di Sai Baba; conferenza organizzata dal Centro Sai Baba di Bolzano. Prima di accettare la proposta, ho chiesto consiglio al direttore dell’Ufficio Missionario di Bolzano e questi mi ha espresso il suo parere favorevole, in uno spirito ecumenico di cui lo stesso Papa attuale ha compiuto dei gesti esemplari e coraggiosi anche nel suo ultimo viaggio in Palestina e Israele, ma che ancora fatica a trovare concreto riscontro in certo clero e in certi movimenti sé dicenti ecclesiali… Bolzano, sabato 08.04.2000 Giovedì sera la conferenza congiunta con Ampelio Veleda su Gesù e Sai Baba è stata un buon successo, sia per l’affluenza di pubblico, che ha riempito la sala del Circolo Culturale Cittadino, sia per l’atmosfera di sereno ecumenismo, sia infine perché quei pochi venuti con la speranza di uno scontro polemico tra me e Ampelio, magari per un ghiotto articolo sui giornali locali, sono rimasti totalmente delusi. Uno di costoro infatti disse a Gilberto, responsabile del Centro Sai Baba di Bolzano, che si aspettava ben altro che quella atmosfera di serena e civile conversazione ecumenica. Con tutto ciò, io resto sempre tranquillamente fedele a Gesù e alla Chiesa Cattolica, anche se critico verso le sue pecche, e continuo a rispettare tutti coloro che, come Sai Baba e i suoi devoti, professano e cercano di attuare la civiltà dell’amore, anima del messaggio di Gesù. Bolzano, giovedì 13.04.2000 A proposito delle manipolazioni genetiche e dell’AIDS, una voce dentro mi dice: “FERMATE QUEI PAZZI” ma subito la mia ragione trova mille argomenti contro, gli stessi che “quei pazzi” oppongono alle paure dell’uomo della strada. E non v’è cieco peggiore di chi cerca argomenti ragionevoli per negare la sua cecità. 3 Bolzano, mercoledì 19.04.2000 Mi capita ogni tanto che qualcuno m’informi di critiche e dicerie al mio riguardo. Una critica che ricorre sovente è la domanda: perché non me ne resto in missione anziché tornare così spesso a Bolzano. A chi mi riferisce tutto ciò consiglio di non farci caso, citando la frase un po’ “fiorentino-carnascialesca” di San Filippo Neri in risposta alle critiche che gli venivano mosse: “Laetari et bene facere, e lasciar cantar le passere”, che io parafraso così: “Devesi rallegrar chi compie il bene, lasciandosi ciarlar chi nol conviene”. Kampala, lunedì 18.05.2000 E rieccomi “nomade”. Quanto sarebbe stato più comodo rimanermene a Bolzano, inserito in una parrocchia!… E invece no, sempre in viaggio, nomade tra i nomadi. Scomodo ma, forse, più simile a Lui nei Suoi tre ultimi anni di peregrinazioni per la Palestina… Ospite dei Padri Bianchi, nella loro LOURDEL HOUSE, in attesa dell’aereo per Beni. M’ha detto un Padre: “Noi ammiriamo molto coloro che di questi tempi vanno in Congo”, e lo diceva con aria gentile, senza ironia… forse. Durante la S.Messa ho meditato sull’Amore. Poi, andando a fare una breve passeggiata, sono passato davanti a una costruzione cicolpica, in corso accanto al Centro diocesano d’accoglienza CARDINAL NSUBUGA CENTER. La costruzione si estende su una superficie d’alcuni ettari e il primo edificio in costruzione è una muraglia di cemento armato. Ho chiesto al guardiano-portinaio del Centro diocesano che cosa fosse quella costruzione. Mi ha informato che è l’Ambasciata USA e che è piena di marines e di cani da guardia. E allora i bei pensieri venutimi nella meditazione sull’Amore mi sono parsi tanto, ma tanto lontani, nella nebbia e nel buio notturno… Kampala, mercoledì 10.05.2000 Domani a Beni. E poi? Beni, giovedì 11.05.2000 Arrivato a Beni alle ore 14,15: all’aeroporto c’era ad accogliermi Monsignor SOKONI, parroco di BENI-PAIDA, parrocchia “madre” di questa diocesi (BUTEMBOBENI), dove mi trovo ospite. E qui ha incontrato il vescovo, Mgr SIKULI, alle ore 17, al suo rientro da un “safari” alla parrocchia di OICHA. Gli ho subito consegnato la Convenzione del mio ingaggio triennale, firmata da lui e dal vescovo di Bolzano. Gli ho anche consegnato 2000 USD per il Seminario Maggiore di Butembo, aiuto inviato dal Gruppo Aiuto Missioni della parrocchia Regina Pacis di Bolzano. Gli ho infine dato altri 1000 USD quale contributo del P.P.E. (Projet Pygmées Etabe) alle necessità di questa diocesi. 4 Domani o dopodomani il parroco Mgr Sokoni mi porta a Mangina; di lì, in qualche modo, andrò a Etabe. Il parroco mi assicura che la zona è calma. Vedere per credere. Mangina, venerdì 12.05.2000 A Mangina, finalmente! Aaaah!!! Butembo, lunedì 15.05.2000 Siamo venuti qui insieme, l’abbé Déo (= Deogratias) AZAMBO MUHONGYA (quello ordinato sacerdote nel Settembre ’99 e destinato ad aiutarmi nel P.P.E.), Jean-Pierre, Herman e io. Abbiamo deciso insieme di venir qui per completare questi lavori: mettere in ordine i tre container, temporaneamente depositati a MAHAMBA (alla periferia di Butembo), per un loro eventuale trasporto a Etabe; trasportare da Butembo a Etabe le 1000 onduline e il sacco di chiodi che avevo acquistati e lasciati qui in deposito l’anno scorso; acquistare medicinali per il nostro ambulatorio a Etabe; un colloquio col vescovo. Ieri a Mangina c’è stata la cresima di oltrew 600 candidati, soprattutto ragazzi e ragazze. E il vescovo era appunto a Mangina. Ma non ha avuto il tempo per il colloquio in questione. Si tratterebbe di chiarire la posizione dell’abbé Déo, e cioè se è nominato al P.P.E. oppure alla parrocchia in aiuto anche al progetto. Per ora è cappellano alla parrocchia per la pastorale tra i Pigmei. Inoltre c’è il problema del ritorno a Settembre, a BYAKATO, a 35 km da Etabe, di un prete siciliano, già allontanato da questa diocesi nel 1995 dal vescovo di allora, Mgr KATALIKO (ora arcivescovo di BUKAVU), perché causa di dissensi tra i fedeli e lui stesso, apertamente ostile all’équipe dirigente della parrocchia di Mangina. Se il parroco di allora, don Cesare, fu costretto a restare in Italia dal ’97, fu a causa del gruppo di sacerdoti di qui, partigiani di quel prete a lui ostile. Ho incontrato qui, alla Procura di Butembo, Mgr Kataliko. Ha la camera accanto alla mia. E’ rifugiato qui da quando le autorità militari dell’esercito invasore ruandese, che comandano a Bukavu, gli hanno interdetto il rientro in sede, perché aveva pubblicato una lettera aperta sugli abusi e soprusi dei soldati ruandesi a spese della popolazione congolese. Ora deve stare attento e nascondersi, cambiando spesso dimora, perché vogliono la sua pelle, come hanno già ucciso il suo predecessore, Mgr MUZIRIWA. Poco prima di pranzo ho avuto un cordiale colloquio con lui. Gli ho manifestato il mio totale appoggio e la mia ammirazione, insieme con quelli dei miei amici in Italia. Era commosso. Tra l’altro ho detto: “Meno male che ci sono ancora dei profeti come Lei!”: s’è messo a ridere per nascondere l’imbarazzo. 5 Butembo, martedì 16.05.2000 E’ venuto a trovarmi uno studente dell’Università cattolica di Butembo, che aiuto pagandogli la retta annuale (350 USD). Abita a MUKUNA, cioè almeno a quattro chilometri dall’università che percorre giornalmente a piedi. Gli ho detto di venire domani pomeriggio a trovarmi a Mahamba, dove sto lavorando a mettere in ordine i container e lui potrà ritirare una bicicletta, con cui fare un po’ meno faticosamente quegli otto chilometri giornalieri. Stamane sono andato con l’abbé Déo al Centre de Santé (specie di USL) delle suore per l’acquisto di medicinali per Etabe. Spesa: 600 USD. Con lo studente, di cui sopra, abbiamo anche parlato dei suoi studi; mi dice che vuole specializzarsi in “sviluppo rurale”, accennando, come esempio, alla installazione di un mulino in ambiente rurale. Gli ho detto che la nozione di “sviluppo” che gli insegnano a scuola è un po’ da rivedere, dato che, per esempio, il decennio dello sviluppo proclamato dall’ONU per gli anni ’70-’80 è stato un fiasco totale, tanto che le nazioni del Terzo Mondo che hanno applicato i principi e le direttive suggerite dall’ONU, dalla BM (= Banca Mondiale) e dal FMI (= Fondo Monetario Internazionale), si sono trovate nel 1980 più povere e regredite di prima e con un debito estero insolvibile e sempre più pesante. Poi gli ho fatto un esempio concreto. Anzitutto la BM e il FMI fanno consistere lo sviluppo di un popolo nello sviluppo della rete stradale, ferroviaria, elettrica, idrica, nell’incremento dell’industria metallurgica e manifatturiera, e via dicendo secondo gli indici di sviluppo all’ “occidentale”. “Prendiamo ora l’esempio di sviluppo rurale che tu programmi con l’installazione di un mulino in un villaggio dell’interno. Tu sai come le donne dei villaggi macinano la manioca o il mais. All’esterno della capanna, due o tre o più donne stanno attorno allo stesso mortaio, e altre lì vicino, a manovrare il lungo pestello dentro il mortaio, a cadenza ritmata, cantando, chiacchierando, ridendo, cioè tessendo una trama di rapporti umani che, col tuo mulino, scompaiono, perché il loro lavoro a mano dura una, due, tre ore, dato che, dopo la molitura, devono pulire la farina dalle scorie e lo fanno sempre insieme. Niente di tutto ciò col tuo mulino. In pochi minuti fa tutto lui e le donne stanno lì in attesa litigiosa per il turno; e i bambini, che giravano lì vicino alle donne intente ai loro mortai, ora, al mulino, li cacciano via, perché disturbano ed è un posto pericoloso per loro; e le galline e le anatre, che giravano intorno ai mortai per beccare le briciole che ne volavano fuori, ora, al mulino non beccano una sola briciola, per cui, se prima si nutrivano anche con quelle briciole, ora bisogna comprare del cibo anche per loro, oltre a pagare la molitura al commerciamnte che ha installato e gestisce il mulino, soldi che prima si potevano utilizzare per spese altrettanro o anche più importanti. Il tuo mulino presenta un solo “vantaggio”: la fretta (!). Ma, a che prezzo? La distruzione dei rapporti umani che si tessevano attorno ai mortai; e spese in più! Si può seriamente chiamare sviluppo quello che non parte dalla base delle realtà umane già esistenti per svilupparle, ma, al contrario, le distrugge? E a vantaggio di chi? 6 Del commerciante “padrone” del mulino, non certo del villaggio. Certo, le donne sembran far meno fatica, se non teniam conto della fatica per preparare la manioca o il mais in modo che possano essere macinati al mulino, altrimenti vengono rifiutati; e la fatica per procurarsi i soldi per pagare la molitura: fatica ancor più grave in un ambiente rurale, dove i soldi sono rari e pochi. Vedi, prima d’introdurre un fattore n u o v o in un tessuto sociale e culturale dato, bisogna conoscere bene tutti gli elementi sociali e culturali che costituiscono quel tessuto, al fine di poter giudicare attentamente l’impatto che il fattore nuovo potrà avere su di esso. Il vero sviluppo è anzitutto e n d o g e n o , consiste cioè nello sviluppo dei fattori già in atto in una società, con l’apporto di quei fattori nuovi che lo aiutino senza eliminarne i fattori, sennò anche il nuovo verrà prima o poi rigettato da quella società. Non ti sei mai chiesto perché tutte le realizzazioni “occidentali” esportate (in realtà, imposte) in Africa, una volta partiti i tecnici e i “padroni” occidentali, siano cadute a poco a poco in rovina? I “razzisti” dicono che è perché voi siete incapaci di farle continuare. Io constato invece che ne siete capaci; ma il corpo sociale e la sua cultura, di cui e in cui siete, opera automaticamente quell’operazione di rigetto che, per esempio, il corpo umano opera contro un tessuto estraneo. Vedi, costruire uno sviluppo sul presupposto che in una società si deve partire da zero, cioè ignorando i germi e le forze di sviluppo in essa già presenti, è voler costruire sul nulla”. Butembo, mercoledì 17.05.2000 Pensieri da Camminando s’apre cammino di Arturo Paoli: Dio ci delude sempre perché ci conduce per strade che noi non ci aspettiamo. La calunnia non sempre è frutto d’invidia o di odio: è la delusione dell’uomo. Gesù bisogna scoprirlo nella nostra esperienza. Gesù più che parlare del regno in sé, illumina il nostro comportamento di fronte al regno. Il regno di Dio è la riconciliazione, la pace. Nello sforzo di riordinare il mondo, di “riconciliarlo”, noi compiamo la nostra liberazione. … o vivere per riconciliare gli uomini e cambiare il mondo, o vivere per sé, egoisticamente… L’egoismo si paga troppo caro. Il regno di Dio è là dove appare un fatto o un progetto di riconciliazione. Il battesimo: la prima riconciliazione si deve fare tra i genitori e il bambino: preparare il figlio a essere un riconciliatore e non un egoista, cominciare col liberarlo dalla schiavitù paterna e materna, allevare il bambino non per sé, non per la famiglia, ma per la riconciliazione. Il battesimo è una scelta contro il nostro egoismo; rinuncia al peccato, e il peccato è uno: ripiegarsi sul proprio io, vedere il mondo e gli altri in funzione del proprio io. I genitori hanno il dovere di liberare i figli dal loro egoismo. Riflessioni mie su alcuni dei pensieri di A. Paoli. “Dio ci delude sempre…” 7 La scienza dimostra, giustamente, la non-esistenza o almeno la non necessaria esistenza del Dio frutto della speculazione filosofica o teologico-razionalista. La dimostrazione razionalista dell’esistenza di Dio è una tautologia, perché è un’equazione la cui incognita si presuppone già nota. Un Pigmeo mi disse un giorno: “Dio esiste perché io esisto”: non mi diede una dimostrazione razionalista dell’esistenza di Dio, ma espresse magnificamente un’intuizione razionale (non razionalista) di un fatto esperienziale personale, esente da ogni bisogno di dimostrabilità razionalista. Questo vuol dire anche l’altro pensiero del Paoli: “Gesù bisogna scoprirlo nella nostra esperienza”. Un esempio di bestemmia: “Poiché nella morte non c’è memoria di Te chi Ti celebrerà nel soggiorno dei morti?” E’ il versetto 5 del Salmo 6. Ma è stupenda poesia! Butembo, sabato 20.05.2000 Mi sono appena spalmato una medicina preparata da un “guaritore” (stregone, nella fantasia popolare) con erbe, radici e olio di palma, per curare la sciatica, la lombaggine e la scoliosi. E sta già facendo effetto. M’avevano proposto di andare dal medico per avere delle pomate “ya kizungu”, cioè dei bianchi. Ho più fiducia dei preparati “naturali” dei guaritori-stregoni tradizionali. Butembo, lunedì 22.05.2000 Passato l’effetto lenitivo della medicina tradizionale, il dolore della sciatica ha ripreso a farmi scontare un po’ di peccati… LA LIBERTA’ SENZA AMORE E L’AMORE SENZA LIBERTA’ RIDUCONO IN SCHIAVITU’ La libertà del ricco è a prezzo della schiavitù del povero. Butembo, martedì 23.05.2000 Un pensiero di Arturo Paoli che condivido: “Non posso sentirmi compagno degli spiritualisti, dei carismatici e di tutti quei cristiani che non scorgono l’azione di Cristo nella storia… Non basta vedere Cristo nel povero, bisogna vedere il povero in Cristo”. Amare Dio senza amare il prossimo è solo e g o i s m o , è solo amore di sé stessi. Gv 8: “La verità vi farà liberi”: la verità fa liberi della libertà che fa veri, e la libertà fa veri della verità che fa liberi. Da Camminando s’apre cammino di A. Paoli: “Se tanti cristiani non vivessero la fede in una maniera d i s i n c a r n a t a e arrivassero in fondo alle domande che pone il Vangelo, forse si scoprirebbero senza fede”. Detto un po’ meno diplomaticamente da me: certe forme di fede spiritualistico-disincarnarta, non sono altro che ateismo mascherato con un linguaggio religioso. (Ore 19) Finito di caricare i tre container su due camion. Spesa: 900 USD il trasporto da Butembo a Mangina (82 km), più 100 USD ai sette giovanotti che hanno 8 caricato i container sui due camion, aiutandoci anche a svuotarli e a riempirli di nuovo, una volta caricati sui camion. Domani partirò con Jean-Pierre, Déo ed Herman, in moto, per Mangina, ad aspettare l’arrivo dei camion e scaricare colà i tre container. I miei collaboratori volevano che io viaggiassi col mini-bus, a causa del mio mal di schiena, ma ho detto loro che così sarebbe stato un viaggio triste, senza vera compagnia. Mangina, giovedì 25.05.2000 Primo lavoro fatto: scaricati i container dai camion e adesso siamo tutti stanchi morti ma contenti. In Italia è presto detto, perché il grosso del lavoro lo fanno le gru. Qui invece il grosso del lavoro è manuale, in quanto bisogna prima svuotare i container ancora sul camion, poi legare con un cavo il container vuoto a un albero oppure a uno degli altri tre container già sul posto e, facendo procedere adagio il camion, fare cadere per terra il container vuoto, poi, con l’aiuto del cric, spostarlo sul posto designato e, infine, riempirlo di nuovo di tutto il materiale precedentemente tolto fuori. Un lavoro massacrante: provare per credere! Meno male che c’era una turba di giovanotti a darci una mano, oltre alla solita folla di curiosi e l’immancabile nugolo di bambini. Mangina, sabato 27.05.2000 Gesù “posto come segno di contraddizione” (Lc 2, 34) è il capofila di tutti quelli che nella storia della chiesa e dell’umanità sono segno di contraddizione delle istituzioni sia religiose sia civili (politiche, economiche, culturali, ideologiche e similari) quando queste sono fattore di divisione e rendono gli uomini lupo l’un l’altro, padrone l’uno sull’altro, sazio l’uno sulla fame dell’altro, libero l’uno con la schiavitù dell’altro, ricco l’uno per la povertà dell’altro, colto l’uno per l’ignoranza dell’altro, potente l’uno per la debolezza dell’altro…e Dio è la maschera divinodiabolica dei soprusi dell’uno sull’altro. Mangina, lunedì 30.05.2000 Pensieri da Camminando s’apre cammino di A. Paoli: Scegliere il Vangelo vuol dire necessariamente scegliere i poveri. Si pensa a se stessi nell’atto di darsi agli altri. Un Cristo da fare è il messaggio di tutto il Nuovo Testamento. Perché giustificare con Cristo la propria vanità, il proprio comodismo, l’amore della ricchezza? La legge del mondo e della storia è una sola e semplicissima: è la legge della comunione, il tema eucaristico. Il problema è vivere con gli altri: come faccio a comunicarmi? Per liberare l’uomo bisogna liberare la società. L’Eucarestia, realtà a due facce: eucarestia gloria di Dio, e comunione che vuol dire consanguneità totale con Cristo e fra noi. La vera gloria di Dio è questa comunione. 9 I religiosi parlano di Cristo e non fanno Cristo, gli atei fanno Cristo e non parlano di Lui. La società capitalista impedisce la nostra comunione. Essa è fondamentalmente anti-eucaristica, perché esalta le tendenze anticomunitarie dell’uomo, la tendenza a possedere, a dominare, a schiacciare il prossimo. Io sono al mondo per fare comunione, scoprire l’esistenza del Padre in una relazione con Lui fatta viva, reale, storica, in una relazione dinamica con i Fratelli (Mt 18, 18-20). La chiesa, per la presenza in lei dello Spirito, ha tre intuizioni: la prima è che la redenzione non è un fatto individuale, ma sociale; la seconda è che tutti gli uomini collaborano al regno di Dio; la terza è che Cristo è veramente il centro e l’asse di tutta la storia. Se Cristo è veramente il centro della storia, non è possibile ammettere che qualcuno lavori completamente contro di Lui o fuori di Lui: la chiesa lo vede in forma confusa e contradditoria. Nella chiesa la funzione profetica è saper leggere lo svolgimento del famoso tema, dire come va il regno. I profeti saranno sempre perseguitati e i persecutori saranno sempre convinti di dar gloria a Dio. Non è possibile alla chiesa essere profetica e dottrinale allo stesso tempo, profetica e nello stesso tempo ideologica. E adesso qualche notizia locale. Poco fa ero a cena con un tecnico congolese venuto da Beni ad aggiustare la televisione della parrocchia. Eravamo noi due soli, perché gli altri sono andati in pellegrinaggio “giubilare” a Paida. L’amico mi confidò che la polizia di Beni, quella “segreta e militare”, ha scavato come prigione delle fosse nel terreno della ENERA (società forestale belgo-congolese). I prigionieri “sospetti” vengono messi in quelle fosse e picchiati in modo tale che, una volta rilasciati, se ne vanno a casa “a morire”… Questa sarebbe la “democrazia” che i ribelli vogliono restaurare nel paese… Mangina, domenica 04.06.2000 Una scoperta amara: le stampelle che ho portato dall’Italia e regalate, una parte, alle suore dell’ospedale di Mangina, costoro le vendono a 5 USD l’una! Ier sera ho celebrato la S. Messa in francese per gli studenti di Mangina, che si danno arie da intellettuali. Solennità liturgica dell’Ascensione. Sviluppato questo pensiero: ascensione dalla condizione umana alla divina; in Gesù già compiuta, in noi in via di realizzazione nell’unione della fraternità e comunione di un’unica vita, la divina: unità che ci rende solidali l’un l’altro. Nessuno ascende da solo ma in comunione fraterna, fuori dalla quale non c’è vita divina. Il resto, tutto il resto ne è soltanto corollario. Mangina, lunedì 05.06.2000 “Si dichiara continuamente che il ruolo della chiesa è profetico, non politico… vedo la chiesa sempre più impigliata nelle maglie della sua dottrina che 10 in pratica le impedisce l’intelligenza del Vangelo… Solo i poveri potrebbero liberarli (i vescovi) da questi moderni faraoni che li rivestono d’oro e chiedono come sola ricompensa che sostituiscano l’evangelizzazione con l’addottrinamento. O il Vangelo è archeologia o è storia, e se è storia bisogna accettare che la passione di Cristo sia attuale oggi in quelli che non trovano lavoro, che non hanno casa, negli inferni cui si nega un letto nell’ospedale. I poveri non vivono di passato. Addottrinare genera tristezza ed è schiavizzante. Molti dei vostri decreti e disposizioni per guidare alla fede il popolo di Dio causano una infinita tristezza… è quasi preferibile il silenzio,è meglio farsi ignorare piuttosto che farsi presenti al popolo con decreti, con leggi che appaiono sostanzialmente l’altra faccia della “sicurezza nazionale”… Strana rassomiglianza fra ciò che avviene oggi qui e quello che avvenne col processo di Gesù. Furono proprio i sacerdoti a fornire la sostanza per la sua condanna: - Si dice figlio di Dio – Vuol distruggere il Tempio – Sovverte il popolo – Rifiuta di pagare il tributo a Cesare. … Tutti abbiamo interesse a non mettere a nudo il Vangelo, perché tutti dovremmo arrossire dalla testa ai piedi…” Leggendo queste affermazioni di A. Paoli in Lettera a un vescovo latinoamericano, m’è balzato al pensiero quanto ho visto in Italia ultimamente… Mangina, sabato 10.06.2000 Ho detto l’altro giorno ai miei collaboratori che questa volta, quando avremo finito il lavoro di mettere in ordine i container qui a Mangina, andrò a Etabe non per qualche giorno, ma per restarvi. Questa volta, cioè, farò di testa mia e non piegandomi ai consigli altrui. Mi hanno guardato in silenzio… Sarà poi vero che riuscirò a farlo?… Un segno positivo in tal senso è la lettera che ho ricevuto stamani da parte del commerciante nostro amico di Teturi. Mi dice che è inutile aspettare la fine della guerra per andare a Teturi, perché non si sa quando finirà e a Teturi, per ora, non c’è più pericolo che altrove. Quel che appunto dico anch’io. Guerra a Kisangani in questi giorni: oltre 500 morti. Si battono fra di loro Ugandesi e Rwandesi, sotto lo sguardo indifferente delle cosiddette grandi potenze, USA ed Europa in testa, che sostengono con le loro armi (ottimo affare che impingua il benessere di tanti “cristiani” dei paesi sedicenti sviluppati) il massacro in corso in Congo come in tante altre parti del mondo. Il 20% dell’umanità, per poter continuare ad abbuffarsi con oltre l’80% delle risorse mondiali, mantenendo alto il suo livello di benessere, ha bisogno di queste guerre, che alimentano il mercato e l’industria delle armi (guarda caso quasi tutta nei paesi sedicenti sviluppati e benestanti) e, grazie anche agli scambi ineguali del mercato globalizzato e all’infame e soffocante debito estero, frenano lo sviluppo economico e demografico dei paesi poveri, vero incubo minaccioso per quel loro alto livello di benessere! Pensieri (tradotti dal francese) dal libro Matinales di Jean Sullivan: “Gesù vive nelle profondità della non-dualità, cioè là dove Dio, l’altro, noi stessi formiamo una sola realtà. Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. “Caino ha inventato la città come sostituto dell’Eden. Caino e la sua discendenza. Perciò le città sono maledette… Perché esse sono legate all’avidità 11 senza limiti, alla potenza, cioè alla guerra. Così prima o poi periscono esse d’armi e di fuoco”. Mangina, giovedì 22.06.2000 Notizie preoccupanti da Teturi: ieri notte i soldati disertori sono usciti dalla foresta sparando all’impazzata per far fuggire gli abitanti di Teturi e così hanno potuto saccheggiare indisturbati i negozi del villaggio. Il lavoro di riordino dei container è a buon punto e conto di andare a Etabe (Teturi) entro la prossima settimana. Déo non sarebbe d’accordo. Ma io devo andare… Ieri sera è venuto a parlarmi il parroco di Mangina. Ha liberato Déo dall’incarico di economo della parrochia e si è preso lui tale ufficio. Déo gli ha fatto il resoconto della sua gestione, dal quale risulta che ha aiutato la parrocchia con soldi suoi personali (oltre 300 USD). Nonostante ciò la parrocchia ha ancora un debito di oltre 350 USD: ma ho visto che 254 USD sono andati in birra, cioè 223 bottiglie di birra da 70 cl! Déo mi ha poi informato che il parroco beve molto, anche di nascosto in camera sua, e che il precedente economo s’era dimesso dall’incarico perché non accettava di buttar via i soldi in birra per il parroco… Il quale comunque mi ha chiesto un aiuto. Consultatomi con Déo abbiamo deciso di aiutare la parrocchia soltanto per le spese parrocchiali, ma non un soldo per la birra. Mangina, domenica 25.06.2000 Domenica della solennità del Corpus Domini. Nell’omelia della S. Messa ho esposto questo pensiero di A. Paoli: “L’Eucarestia è una realtà a due facce: si chiama eucarestia che vuol dire gloria di Dio, e si chiama eucarestia-comunione, cioè consanguineità totale con Cristo e fra di noi. La vera gloria di Dio è questa comunione”. La presenza reale di Gesù risorto nella Eucarestia è quindi in questo binomio di gloria di Dio e comunione tra noi e con Lui. Un binomio inseparabile, pena l’idolatrizzazione dell’Eucarestia stessa. (Ore 19,30) Notizie “dal fronte” di Teturi. L’abbé Déo è appena rientrato, con mia sorpresa, perché il programma era che restasse a Teturi qualche giorno. Invece è dovuto scappare precipitosamente oggi stesso, dopo essere arrivato là soltanto iersera. La situazione a Teturi è tesissima. I soldati, inviati dalle autorità per proteggere il centro di Teturi, si sono ubriacati e infine si sono sparati fra di loro uccidendone uno. I soldati disertori che mercoledì notte avevano saccheggiato Teturi si sono anche loro sparati a vicenda a causa della spartizione del bottino. Gli abitanti di Teturi stanno sfollando in foresta. I Pigmei di Etabe-Kadodo hanno inviato donne e bambini nei campi di foresta. A Etabe-Kadodo restano soltanto in quattro, a guardia del villaggio-missione che abbiamo costruito insieme. Il loro capo, Jean-Pierre Besey, mi manda a dire:”Muoiamo dalla voglia di vederti, ma ti preghiamo per ora di non venire assolutamente qui. Tu sei l’unico che ci ha a cuore e non vogliamo perderti stupidamente!”… Ma anche qui a Mangina le cose stanno complicandosi. Questa notte cinque “uomini armati” (soldati disertori?) hanno ucciso un commerciante in casa 12 sua… E la polizia di qui è disarmata, quindi impotente ad intervenire contro gente armata e ferocemente decisa a tutto. Come andrà a finire?… (Ore 2,15: scrivo a mano per non svegliare gli altri) Il pensiero di Teturi mi tiene sveglio. E prego: Mio Dio, segreto d’amore mia vita il tuo nome… Mio compagno sei Tu senso al mio cammino. La Tua mano nella notte di luce grande, o Signore, della mia piccolezza: gesto d’offerta, soffio di preghiera, in me il tuo mistero segno luminoso di salvezza… 13