FRANCIA, FINLANDIA E GRAN BRETAGNA MODELLI ORGANIZZATIVI E NORME DI RIFERIMENTO PER L'ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI FRANCIA Il modello francese della fornitura dei servizi pubblici locali è storicamente quello della cosidetta “regia diretta” (régie directe) e della delega di servizio pubblico. Negli ultimi venti anni circa, al modello tradizionale di “regia diretta”, vale a dire forniti direttamente dalle collettività locali, si sono affiancati e sviluppati dei modelli di gestione delegata dei servizi pubblici. Questa evoluzione è dovuta alla sempre maggiore complessità e al lievitare dei costi dei servizi forniti, nonchè all’evoluzione della natura stessa di certi servizi e alla pressione esercitata per un cambiamento in questa direzione dalle imprese fornitrici di servizi del settore privato. 1. I modelli di gestione dei servizi: la regia diretta, la delega di servizio e l’appalto pubblico Oltre alla “regia diretta”, attraverso la quale l’autorità locale fornisce dei servizi impiegando dipendenti propri (es. azienda autonoma pubblica), le collettività locali francesi dispongono di due principali strumenti di selezione dei loro contraenti: 1) l’appalto pubblico, 2) e la delega di servizio pubblico. La “regia diretta” è diventato un modello sempre meno utilizzato, specie per quei servizi a valenza economica, per i quali sono ormai necessarie conoscenze e strumentazioni tecniche sempre più specializzate e all’avanguardia, come nel caso della raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti urbani e industriali. 1.1 La delega di servizio La delega di servizio pubblico è divenuta col tempo il principale modello di fornitura dei servizi pubblici in Francia. Attraverso questo strumento, infatti, l’ente locale delega a un soggetto privato, per una durata determinata, la fornitura di un determinato servizio. La collettività locale mantiene tuttavia il controllo sul servizio, e le relazioni con il partner privato sono organizzate sulla base di un contratto che comporta un capitolato d’oneri che definisce le obbligazioni del prestatore di servizio in termini di soddisfazione dei bisogni dell’utenza. Il contratto di delega del servizio pubblico si basa sulla gestione del servizio, e può prendere la forma di un contratto di concessione, attraverso il quale il gestore realizza gli investimenti necessari e viene retribuito dalle tariffe pagate dai beneficiari del servizio, o di un contratto di affitto, per il quale è la collettività che realizza gli investimenti per costruire impianti e quant’altro occorra per la fornitura del servizio, per poi affittarli alla struttura appaltante che viene retribuita dai canoni sull’uso, o, infine, di un contratto di “regia interessata”, nel quale il prestatore riceve dalla collettività una remunerazione calcolata sulla base delle entrate annue. La delega di servizio pubblico non è obbligatoriamnte sottoposta a procedura di appalti pubblici, specialmente quando questa non riguarda la totalità dell’esecuzione del servizio, come il caso dell’appalto dove la collettività mantiene per se l’onere della realizzazione degli investimenti. Il controllo sulla qualità nel caso della delega di servizo avviene secondo più stadi. In primo luogo, al momento della redazione del testo del bando, che già specifica diversi criteri riguardanti la valutazione qualitativa del servizio. In secondo luogo, una volta che l’impresa viene scelta sulla base della sua offerta, avviene una negoziazione sui termini del contratto di appalto e sugli obiettivi di qualità che vi sono determinati. L’impresa poi deve sottomettere all’autorità locale un rapporto annuale sull’esecuzione del servizio e sulla realizzazione o meno di questi obiettivi precedentemente stabiliti. L’ente locale determina in seguito se gli obiettivi che aveva posto siano stati effettivamente raggiunti dall’impresa e se, in caso contrario, appellarsi a sanzioni penali concordate nel contratto. L’autorità locale ha sempre la possibilità di revocare il contratto di delega, in ragione dell’interesse pubblico. Se il contratto viene revocato per inadempienza del contraente, come ad esempio il mancato raggiungimento degli obiettivi stabiliti in termini di qualità, l’obbligazione di indennizzare l’impresa contraente è ridotta o addirittura eliminata. 1.2 L’appalto pubblico Le autorità locali possono concludere egualmente degli appalti di lavori pubblici o di prestazioni di servizi. Le gare d’appalto possono essere aperte o ristrette, con o senza selezione preliminare delle imprese candidate. Le gare d’appalto da parte di enti locali in Francia sono usate specialmente nel servizo di raccolta rifiuti, molto più frequentemente rispetto alla delega di servizio. La differenza princiapale tra quest’ultima e l’appalto pubblico, è essenzialmente legata alla remunerazione del servizio. Nel caso della delega di servizio l’impresa selezionata è remunerata in parte sostanziale, o direttamente dall’utenza, o dall’ente locale. Nel caso dell’appalto pubblico invece, l’ente locale paga direttamente l’imprese per fornire un servizio. 1.3 L’associazione di Comuni Al fine di sfruttare le economie di scala e di scopo, in Francia i piccoli Comuni sono fortemente incoraggiati ad associarsi per acquistare servizi locali in maniera congiunta. Ci possono essere tre modelli di associazione di enti locali: “a vocazione unica”, “a vocazione multipla” e la “comunità di comuni”. La prima forma di raggruppamento, a vocazione unica, viene creata con lo scopo di acquistare un solo servizio, come ad esempio la fornitura di acqua o la raccolta di rifiuti. La dimensione di queste associazioni a vocazione unica dipende dalla volontà delle autorità locali, nonchè dalle loro dimensioni, dal territorio interessato, dall’opportunità e convenienza economica. Il secondo tipo di associazione o raggruppamento, “a vocazione multipla”, combina l’acquisto collettivo di più servizi allo stesso tempo. Il terzo modello, ancora più particolare, è quello della “comunità di comuni” o anche detto “comunità urbana”, per il quale le autorità pubbliche locali che vi aderiscono devono delegare certe responsabilità alla associazione, come ad esempio il controllo della qualità e il monitoraggio della soddisfazione dell’utenza. 1.4 Il quadro legislativo e il buon funzionamento della concorrenza L’evidenziarsi delle debolezze dei dispositivi normativi e regolamentari di fronte allo sviluppo delle convenzioni di delega di servizi pubblici, ha condotto il legislatore francese a intervenire con l’adozione della “legge Sapin” del 1993. Se da un lato infatti le procedure di appalto pubblico sono da tempo inserite in un quadro legisltivo caratterizzato da disposizioni specifiche, dall’altro lato la delega di servizio pubblico solleva dei problemi particolari di “messa in concorrenza”, per risolvere i quali è stata adottata nel 1993 una legge (“legge Sapin”, n°93-122 del 29 gennaio 1993) relativa alla prevenzione della corruzione e alla trasparenza della vita economica e delle procedure pubbliche. Questa legge propone uno strumento flessibile che permette di conciliare obiettivi diversi ma complementari: - l’introduzione di procedure che permettano la selezione dei candidati migliori, secondo le procedure più trasparenti e più rispettose dell’uguaglianza dei candidati potenziali; - il mantenimento del principio di libertà di scelta del soggetto delegatario da parte dell’autorità delegante, e quindi del principio intuitu personae, che resta il contrassegno fondamentale del regime di convenzioni di delega del servizio pubblico. Nonostane la sua flessibilità, la legge del 1993 ha definito delle nuove regole per rimediare alle debolezze precedentemente constatate. Essa impone infatti, tra l’altro, la redazione di un rapporto sui conti e un’analisi della qualità del servizio. La legge obbliga l’autorità delegante a organizzare una vera messa in concorrenza preliminare di tutte le decisoni di attribuzione. Questa obbligazione si traduce per l’autorità locale: nel rispetto delle formalità di pubblicità, nell’organizzazione di una procedura di selezione dei candidati potenziali, e nella definizione dei criteri di attribuzione formalizzati in un bando. In oltre, rispetto a questo regime generale, la legge comprende dei dispositivi specifici per le sole autorità locali, in particolare: - una delibera obbligatoria dell’assemblea locale sul principio di delega, prima dell’avvio di tutta la procedura di selezione del delegatario; l’intervento di una commissione specializzata per l’apertura dei plichi contenenti le offerte dei candidati e l’esame delle loro proposte. Il ruolo di questa commissione specializzata è determinante perchè contribuisce a fare chiarezza sulla scelta della collettività. La commissione esprime un parere circostanziato all’autorità abilitata a firmare la convenzione di delega. Questo parere, anche se non vincolante per l’autorità in questione, si basa su un rapporto che presenta la lista delle imprese ammesse a presentare un’offerta e l’analisi delle loro proposte. Questo rapporto è il risultato di un lavoro di raccolta e analisi delle offerte, e della classificazione delle proposte più interessanti. La scelta del candidato accettato viene effettuata dall’autorità abilitata a firmare la convenzione di delega. Questa scelta non è tuttavia definitva fino a quando l’assemblea locale l’ha ratificata, dopo esser stata informata in maniera esaustiva e completa sulle condizioni di selezione dei candidati e, soprattutto, sui motivi della scelta. La legge del 1993 ha introdotto anche un principio di durata limitata delle convenzioni, lasciando a successive norme la specificazione di tale limite a seconda del settore particolare. Ad esempio, nel settore della raccolta e trattamento dei rifiuti la durata delle convenzioni di delega di servizio non può essere superiore ai 20 anni. La legge prevede inoltre il divieto di inserire clausole contrattuali che non riguardano l’oggetto della convenzione. Come ad esempio clausole per le quali il delegatrio prende a suo onere l’esecuzione di servizi o pagamenti estranei alla convenzione. Il divieto intende prevenire e ridurre i rischi di corruzione. FINLANDIA In Finlandia le aziende statali hanno tradizionalmente giocato un ruolo cruciale nell’economia nazionale del secolo scorso. La proprietà di Stato cominciò all’inizio del ‘900 per soddisfare bisogni economici e socio-politici, e cosi le aziende statali giocarono un ruolo vitale nella fase di industrializzazione e sviluppo dell’economia del paese. Dall’inizio degli anni ’90 è stato avviato un profondo processo di privatizzazione delle aziende statali, come in gran parte dei paesi europei, lasciando lo stato con una partecipazione di minoranza o anche con nessuna partecipazione azionaria. Anche in termini di impiego il settore pubblico ha sempre rappresentato una risorsa occupazionale importante per il paese. Dopo le privatizzazioni degli anni ’90, nel 2003, il settore privato impiegava il 72,2% di lavoratori, lo stato il 6,1% e le municipalità il 21,4%. In Finlandia i 444 comuni hanno un ruolo vitale nel fornire servizi, specie nel settore sociale. 1. Modelli di organizzazione nella gestione di servizi I servizi municipali prevsiti da statuto possono essere forniti in tre modi: a) il comune fornisce direttamente i servizi dall’interno della propria organizzazione; b) i servizi sono forniti in cooperazione con altre municipalità; c) i comuni acquistano i servizi da fornitori esterni, in altre parole da un’ impresa di servizi o da un soggetto del terzo settore. In aggiunta a queste tre soluzioni classiche, una modalità innovativa nella fornitura di servizi è rappresentata dai “buoni di servizio” (“service vouchers”). In questo caso il comune delega la scelta finale sul fornitore di servizio direttaemente all’utente, che riceve un voucher per pagare il servizio distribuito dal fornitore che meglio crede. In realtà, nella pratica, la maggior parte dei servizi, specie quelli sociali, viene fornita ancora direttamente dalla municipalità o in associazione ad altre municipalità. Ciò nonostante negli ultimi anni si è registrato un aumento dell’acquisto di servizi da parte di comuni presso il settore privato, in particolare per quanto riguarda servizi sociali l’aumento della percentuale di servizi acquisiti all’esterno è passata dal 5% del 1993 al 10% del 2000, in termini di percentuale di spesa totale delle municipalità destinate al settore welfare. Questo fenomeno di “messa sul mercato” dei servizi locali può essere realizzato sia nella gestione interna che esterna all’ente locale. Nel caso della realizzazione interna questo può tradursi nell’introdurre un sistema di appalti di servizi o incorporando i servizi e gestendoli come imprese di settore pubblico a responsabilità limitata. Comunque, solo nel caso di privatizzazione esterna al comune, come ad esempio nel caso dei service vouchers si possono offrire dei benefici reali in termini di concorrenza per gli utenti. 1.1 Aziende municipali La liberalizzazione è stata realizzata dalle municipalità in Finlandia, oltre ad altri strumenti, attraverso la riorganizzazione delle funzioni interne all’amministrazione. Le aziende municipali sono lo strumento di organizzazione delle proprie attività secondo i principi commerciali di libero mercato. Il punto di partenza per costituire l’azienda municipale è quello dell’obiettivo di essere remunerativa nelle sue attività attraverso finanziamenti da risorse esterne al budget, per lo più derivanti direttamente dall’utenza. Gli investimenti devono essere coperti da flusso di cassa netto, almeno sul lungo periodo. Un’azienda è normalmente più flessibile nell’organizzazione, più veloce nel processo decisorio e più indipendente nella contabilità rispetto a un’amministrazione comunale. In ogni modo, un’azienda non è un’entità legale indipendente e non è indipendente nella gestione contabile, resta sempre un’unità del settore pubblico all’interno dell’organizzazione municipale. La stessa restrizione sulle procedure viene applicata alle attività, per cui l’obiettivo primario di un’azienda deve essere il servizio prescritto per legge e altre funzioni all’interno dell’autonomia municipale, ma non realizzare profitto. Un’azienda può essere organizzata in modo da includere una cooperazione con altri comuni. In alcune aree, come nei servizi di utilities di acqua e elettricità, la legge prevede la separazione delle attività commerciali. I problemi di neutralità concorrenziale sono estremamente rilevanti nelle aziende municipali. Uno dei motivi che spinge alla creazione di un’azienda municipale è proprio quello della neutralità concorrenziale: poichè un’azienda può operare in un’area dove ci sono fornitori del settore privato, costituire un’azienda municipale vuol dire aumentarne la trasparenza perchè, ad esempio, ne facilita il confronto dei costi tra settore pubblico e privato. D’altra parte, la sua costituzione può creare problemi di concorrenza. Se la linea di gestione di un’azienda è cosí definita, in aggiunta al funzionamento in conformità con le obbligazioni di servizio prescritte e in un ambiente parzialmente protetto dalla concorrenza, l’azienda può anche competere con imprese che operano in settori soggetti a totale libera concorrenza. Infatti, il settore pubblico ha molti vantaggi di “concorrenza artificiale” che i competitori commerciali del settore privato non hanno. Per esempio, un’azienda non paga l’imposta sul reddito e spesso riceve strumenti collaterali per le sue attività commerciali direttamente dalla municipalità. Dopo tutto, il fatto che una municipalità è in pratica responsabile degli obblighi dell’impresa, la rende incline a rafforzare la sua posizione strategica rispetto ai competitori del settore privato. Ciò nonostante, le aziende municipali stanno diventando un modello sempre più diffuso per organizzare le funzioni a livello locale. Esse implicano chiari problemi di concorrenza come è stato evidenziato in precedenza, e, a differenza delle aziende di stato (Legge sulle aziende di stato, 2003), non sono sottomesse ad alcuna specifica legge sulle aziende municipali, ma solo alla Legge sugli Enti Locali e alla Legge sugli appalti pubblici (1992). 1.2 Società municipale a responsabilità limitata Una società municipale a responsabilità limitata, è una società sotto l’autorità del comune che non si differenzia, per quanto riguarda la legislazione vigente, dalle società e responsabilità limitata del settore privato. Comunque, lo statuto di una tale società spesso specifica che si tratta di una società non-profit, cosi che i suoi obiettivi sono chiaramente diversi da quelli delle società del settore privato. Per il codice civile, una società a responsabilità limitata è un soggetto legale separato dalla municipalità, a differenza delle aziende municipali. Può essere semmai registrata con personalità giuridica perchè le attività commerciali non sono abbastanza indipendenti sotto l’amministrazione municipale. La costituzione in personalità giuridica può essere anche utilizzata come forma di joint venture tra più comuni. In Finlandia ci sono circa 1500 società municipali a responsabilità limitata. La maggior parte di queste sono enti municipali per l’edilizia abitativa. I comuni sono anche coinvolti in società del genere attive nella promozione del turismo e nelle società di sviluppo regionali. Le autorità municipali per la distribuzione dell’energia e dell’acqua hanno anch’esse acquisito personalità giuridica. Le attività delle società municipali a responsabilità limitata sono considerate preferibili quanto più esse sono soggete a concorrenza. La posizione concorrenziale delle società municipali diventa cosí più trasparente rispetto alle società del settore privato. Riguardo la neutralità concorrenziale, cosi come per le aziende di stato, la posizione strategica della società rispetto al settore privato è rafforzata quando una municipalità è azionaria nella società. Quando un comune acquista servizi da una società a responsabilità limitata di cui detiene il controllo, interamente o parzialmente, il problema che emerge è se può procedere senza una offerta d’appalto. Una società che vende sul mercato più del 20% dei suoi prodotti, è considerata una società che effettua attività commerciali, e secondo la Legge sugli appalti pubblici, un ente locale può acquistare da tale società solo attraverso una offerta d’appalto. 2. Il quadro normativo: gli appalti pubblici Nell’approvvigionamento di servizi, le municipalità e gli altri enti pubblici devono attenersi alla Legge sugli appalti pubblici del 1992 (1505/92) e ai decreti e regolamenti da essa derivanti. La legge del 1992 intende promuovere la concorrenza e assicurare un trattamento equo e imparziale delle offerte di tutti i competitori. La normativa non impedisce un’organizzazione pubblica o un’azienda da essa detenuta a partecipare a una gara d’appalto insieme a imprese del settore privato. Comunque, la comparabilità di offerte negli appalti pubblici esige che ogni sussidio finanziario da parte dell’organizzazione acquirente venga aggiunta al prezzo dell’offerta della società che ne beneficia. La normativa non prevede però in questo caso che altri finanziamenti pubblici che l’organizzazione pubblica ha assegnato vengano presi in considerazione. In questo modo la normativa in Finalndia, e l’attività dell’Authority per la concorrenza, mira a: - assicurare condizioni di procedura eque per enti del settore pubblico, dei competitori non-profit del terzo settore e delle società private; - assicurare chiarezza e non discriminazione nelle procedure di appalto di servizi, specialmente con riferimento ai nuovi tipi di partenariato (PPP) e alle reti; - eliminare gli effetti dei sussidi pubblici; - tenere in considerazione il punto di vista dell’utenza; - offire opportunità per dinamiche di mercato. GRAN BRETAGNA 1. Introduzione In molti paesi europei il dibattito intorno le privatizzazioni è stato spostato dal più ristretto campo riguardante la vendita delle aziende di stato a una più ampia considerazione sulle organizzazioni del settore privato coinvolte nella fornitura di servizi pubblici. In Gran Bretagna l’evoluzione normativa sui servizi locali e sulle regole di esternalizzazione dei servizi è stata decisamente più spinta, per cercare di assecondare il più diffuso utilizzo del contracting out e del partenariato pubblico privato (PPP), che hanno messo in discussione e trasformato le tradizionali nozioni del ruolo del governo come datore di lavoro e fornitore di servizi. Un esempio evidente di questo cambiamento è offerto proprio dal partenariato. Il suo sviluppo nell’approccio dell’offerta dei servizi pubblici è in parte la risposta alla crescente convinzione, in Gran Bretagna più che altrove, che le economie nazionali sempre più affrontano un’incapacità quasi implicita a finanziare la fornitura di servizi pubblici efficienti e di qualità. 2. I modelli organizzativi In Gran Bretagna la fornitura dei servizi pubblici locali è divisa tra il County Council (l’equivalente delle regioni in Italia) e il District Council (l’equivalente delle province in Italia). I County Council sono generalmente responsabili per la pianificazione strategica, le autostrade, il traffico, i servizi sociali, l’educazione, le biblioteche, i servizi anti incendi, la protezione del consumatore e lo smaltimento dei rifiuti. I District Council sono responsabili, tra l’altro, per la pianificazione locale, la politica degli alloggi, la protezione dell’ambiente, i cimiteri e i servizi annessi, gestione dei parchi e dei servizi per il tempo libero, turismo, mercati e fiere, pulizia delle strade, e raccolta dei rifiuti. Secondo la riforma sugli enti locali recentemente approvata (Local Government Act del 1999), di cui si parlerà più avanti rispetto alle principali novità introdotte, i servizi possono essere forniti dagli enti locali direttamente, da un contraente privato, o in partenariato pubblicoprivato(PPP). - Servizio fornito direttamente dall’ente locale (in-house or direct service organisation) Appalto a imprese privati (contracting-out) attraverso appalti pubblici PPP La scelta del modello organizzativo dipende ovviamente dal tipo di servizio. In Gran Bretagna generalmente i servizi ancora forniti direttamente dal governo locale (in-house) sono i servizi con una bassa resa economica per la quale non vi è una margine di profitto, come ad esempio molti servizi sociali, e, a volte, i servizi di trasporto pubblico locale. Mentre per tutti gli altri servizi, dal mantenimento del verde pubblico alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, dal mantenimento delle strade alla promozione del turismo, ecc., vengono utilizzate le altre due forme di gestione dei servizi, in partenariato pubblico-privato e in appalto esterno a imprese private. In particolare il PPP negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo notevole grazie all’incoraggiamento da parte del governo centrale che ha creato un Fondo speciale (Private Finance Initiative – PFI-) per sviluppare servizi locali necessari e finanziare progetti al di fuori dei principali programmi di investimenti strutturali. I settori dove sono più frequentemente utilizzati i PPP finanziati dal Fondo sono lo sviluppo/ristrutturazione urbana, l’energia alternativa, il turismo e i servizi per il tempo libero, il settore nautico e l’IT (tecnologie dell’informazione). Il Fondo ha l’obiettivo quindi di incoraggiare l’autorità locale a diventare un attore sempre più coinvolto nello sviluppo di nuove forme di organizzazione commerciale con il settore privato. Il Fondo assegna sovvenzioni per sostenere alcuni dei costi per costituire la PPP, come ad esempio preparare il business plan, fare degli studi di fattibilità, ecc. Il carattere innovativo e la capacità di generare sinergie più ampie tra autorità locali e settore privato nel fornire un determinato servizio sono elementi distintivi per l’assegnazione della sovvenzione. 3. Il quadro normativo Negli ultimi due decenni in Gran Bretagna la riforma sui servizi pubblici ha offerto un cambiamento notevole di approcci e soluzioni offerte. In Gran Bretagna le leggi sugli Enti Locali del 1988 e del 1992 (Local Government Acts) contengono dei requisiti ai quali le autorità locali devono attenersi per esternalizzare certi servizi con procedura di appalto, processo noto come Compulsory Competitive Tendering (CCT) - gara competitiva obbligatoria -. Un’autorità locale può realizzare la propria organizzazione diretta di servizio - direct service organisation – (DSO) per competere con contraenti privati. La legge sul Compulsory Competitive Tendering impone che i contratti di esternalizzazione abbiano una durata limitata, a seconda dei servizi, di solito compresa tra i cinque e i sette anni. Inoltre, il CCT riconosce come principio base per aggiudicare un contratto di servizio quello dell’offerta minore, a meno che l’ente locale non possa dimostrare una valida ragione per giustificare la scelta diversa effettuata sulla base di altri criteri. Il Local Government Act del 1988 introduce anche il concetto di “comportamento anticoncorrenziale”. Nel decidere l’assegnazione di un contratto, l’autorità locale non deve agire in modo da avere l’effetto, o intenzionale o che possano avere l’effetto di limitare, distorcere o impedire la concorrenza. L’onere di dimostrare come le offerte di appalto siano state strutturate per evitare un tale effetto sulla concorrenza ricade sulle autorità locali. Per esempio, le autorità locali sono inviate a consultare il settore privato su come vengono presentati i contratti. Secondo il Local Government Planning and Land Act (1980) e il Local Government Act (1988) il Segretario di Stato dispone dei poteri per agire contro le autorità locali che non si attengono alle regole del CCT. Per esempio, una notifica può essere comunicata all’autorità locale chiedendo di precisare le proprie azioni in seguito a una assegnazione di servizio o lavoro a una DSO considerata non corretta. In questo caso può pervenire un’indicazione di ritirare all’autorità il potere di procedere al lavoro appaltato o imporre delle condizioni per il suo coinvolgimento. I reclami possono essere presentati da contraenti sia privati che pubblici, sindacati, o consiglieri dell’opposizione, o, altrimenti, il Segretario di Stato può agire di propria iniziativa. I reclami possono basarsi su fatti come l’aver accettao un’offerta di una DSO quando questa non era la più bassa, o possono riguardare condizioni di contratto e procedure di appalto, o controversie sulle risorse del contraente, sui motivi dell’esclusione dalla lista delle offerte ricevute, o infine sulla compilazione e struttura del bando di gara. Inoltre, notifiche o indicazioni possono essere comunicate quando una DSO non riesce a centrare i suoi obiettivi finanziari. Questo per assicurare che esse preparino delle offerte realistiche, che si conformino a queste nel caso di aggiudicazione dell’appalto, e offrire una situazione di efficienza (“soldi ben spesi”) al cittadino. Il fatto che una struttura interna al governo locale non riesca a raggiungere gli obiettivi finanziari non significa necessariamente che ci debbano essere dei problemi di concorrenza, ma può rappresentare comunque un indicatore utile alla valutazione complessiva della procedura. Negli anni, e in vista di una più ampia riforma lanciata a partire dal 2000 (Local Government Act del 1999) che ha introdotto il concetto di Best Value, certi criteri del CCT sono stati resi più flessibili e certi servizi sono stati esentati. Cosí, piuttosto del criterio base dell’offerta minore per assegnare contratti esterni, gli enti locali sono tenuti a fornire delle prove su come sono pervenuti alla scelta e decisione in maniera trasparente e su come sia stata fatta una valutazione ponderata in base a considerazioni di prezzo e qualità allo stesso tempo. In un certo senso queste modifiche successive ai criteri del CCT tendevano a preparare l’introduzione del concetto di Best Value che sarebbe stato introdotto solo alcuni anni più tardi. Oggi gli enti locali in Gran Bretagna stabiliscono le loro priorità e obiettivi strategici all’interno di un quadro politico e normativo che include: - Best value: gli enti locali hanno un obbligo a spendere denaro pubblico con saggezza e fare in modo di assicurare continui miglioramenti dei loro servizi in termini economici, di efficienza e di rendimento; il best value è un concetto che spiega bene l’idea che non è detto che il più economico sia necessariamente il servizio migliore; il best value è il primo obiettivo stabilito per legge per tutte le amministrazioni pubbliche centrali e locali in materia di appalti di servizi. - Community well-being: promuovere il benessere economico, sociale e ambientale delle comunità; - Sustainability: la sostenibilità è un obiettivo chiave da perseguire attraverso le gare d’appalto; salute e sicurezza sono responsabilità legali a cui l’ente pubblico non può prescindere. Questa riforma e i principi da essa introdotta riguarderanno anche lo stabilire e rendere pubblici gli obiettivi e i risultati del monitoraggio sulla qualità, con un quadro di audit esterno e la possibilità dell’intervento del governo centrale qualora un consiglio locale non stia adempiendo a tali obbligazioni in modo significativo.