FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 14/11/2014 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 14/11/2014 Il Mattino - Caserta Foglia rieletto presidente 7 14/11/2014 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale APPUNTAMENTI 8 14/11/2014 Il Piccolo di Trieste - Nazionale Farmacie comunali: fasciatoio per neonati e "raccolta punti" 9 13/11/2014 IlFarmacistaOnline.it 06:36 Al via la la Scuola di galenica farmaceutica per il Sud Italia 10 13/11/2014 IlFarmacistaOnline.it 09:43 ELEZIONI ORDINI PROVINCIALI DEI FARMACISTI 11 SANITÀ NAZIONALE 14/11/2014 La Repubblica - Nazionale Ebola, caso sospetto a Firenze: è un volontario 14 14/11/2014 Il Messaggero - Nazionale Arrestato "el gordo" l'assassino del romano trucidato in Colombia 15 14/11/2014 Avvenire - Nazionale L'eutanasia fa irruzione al Bundestag 17 14/11/2014 Avvenire - Nazionale MEDICINA Protesi all'anca a bimba di 17 mesi A Bologna primo caso al mondo 18 14/11/2014 Il Mattino - Nazionale Quel grande giro di affari che vale 140 milioni al mese 19 14/11/2014 Il Mattino - Nazionale Così la gang degli appalti si assicurava le gare «Prendiamo l'ospedale, fai vedere indice e pollice» 20 14/11/2014 Il Mattino - Nazionale Il farmacista amico del Comandante Lauro 21 14/11/2014 Il Mattino - Nazionale Pubbliche coperture e interessi privati 23 14/11/2014 Il Mattino - Nazionale Campania, appalti truccati per la fornitura dei farmaci 24 14/11/2014 Il Venerdi di Repubblica Pillola del giorno dopo, il gemelli sfida la camera 26 14/11/2014 Il Venerdi di Repubblica Obiettivo 120 anni: le nuove promesse dei vecchi farmaci 27 14/11/2014 Il Venerdi di Repubblica l'uomo che usa le staminali contro la cecità 28 14/11/2014 Osservatore Romano Segnali di speranza nella lotta all'eb ola 29 14/11/2014 Corriere della Sera - Sette lo Schindler anti-regime 30 14/11/2014 Corriere della Sera - Sette In bici o in gruppo per capire come si conquista la salute 31 14/11/2014 Internazionale Non invidiate la Germania 33 13/11/2014 Panorama della Sanita Carcinoma della prostata: è il tempo di una nuova prospettiva 38 13/11/2014 Panorama della Sanita Il governo della "specialistica", visto dal territorio 39 VITA IN FARMACIA 14/11/2014 Corriere della Sera - Bergamo In farmacia arriva lo psicologo low cost 43 14/11/2014 La Repubblica - Bologna Zoe, 17 mesi, operata all'anca al Rizzoli l'intervento da record 44 14/11/2014 La Repubblica - Bologna Aperitivi, mostre e shopping serale in via San Felice 45 14/11/2014 La Repubblica - Firenze Allerta Ebola a Careggi antropologo senese ricoverato in isolamento 46 14/11/2014 La Repubblica - Firenze Muore mentre gli fanno la Tac l'ipotesi: shock anafilattico per il liquido di contrasto 48 14/11/2014 La Repubblica - Firenze Rossi sui premi: "Ai dirigenti mai più, per gli impiegati cambiamo sistema" 49 14/11/2014 La Repubblica - Roma Idi, debiti verso un miliardo asta pubblica per salvarlo 51 14/11/2014 La Repubblica - Napoli "Fai mandare al professore un bel cestino di creme solari" 52 14/11/2014 La Repubblica - Napoli Quelle dynasty nella bufera "Qui è scoppiata la bomba" 54 14/11/2014 La Repubblica - Torino Uomo e donna in cardiologia terapie diverse 55 14/11/2014 La Stampa - Torino Fumo fuorilegge in tutti gli ospedali 56 14/11/2014 La Stampa - Alessandria Farmaci da banco gratis a indigenti Una settantina le famiglie assistite 57 14/11/2014 Il Messaggero - Pesaro Staffetta a perdifiato per salvare un bambino 58 14/11/2014 Avvenire - Milano Comune Bimbi malati, presentata la carta dei diritti 59 14/11/2014 Il Gazzettino - Treviso Farmaci come detersivi il paziente sceglie da sè 60 14/11/2014 Il Gazzettino - Udine Favero: «Il farmacista entri nei reparti» 61 14/11/2014 QN - Il Giorno - Milano Affare fatto alla terza asta:venduta la farmacia comunale 62 14/11/2014 Il Mattino - Avellino Medicinali da smaltire, porta a porta nelle farmacie 63 14/11/2014 QN - La Nazione - Firenze In farmacia per aiutare i bambini Anche i medicinali sono un dono 64 14/11/2014 QN - La Nazione - Pisa Assalto armato in farmaciaBandito arraffa 600 euro 65 14/11/2014 Il Garantista - Catanzaro «L'uso dei generici non comporta risparmio alla spesa» 66 PROFESSIONI 14/11/2014 Corriere della Sera - Nazionale «Lavoriamo per proteggere lo sport pulito» 68 14/11/2014 Corriere dello Sport / Stadio Un legge antidoping in Germania pensando anche ai Giochi 2024 69 13/11/2014 Panorama ICON Detox-land 70 13/11/2014 Panorama della Sanita Federico Mambretti nuovo Responsabile della Business Unit che si occupa dei farmaci Biosimilari di Sandoz s.p.a. 74 13/11/2014 Panorama della Sanita Italiani sempre più informati, ma rassegnati al "'fai da te" 75 13/11/2014 Panorama della Sanita Informati ed insoddisfatti: verso una sanità minimale? 77 PERSONAGGI 13/11/2014 WallStreetItalia 17:16 P.A, Mandelli (Fi): ora riflessione su riforma camere commercio 82 IN PRIMO PIANO 5 articoli 14/11/2014 Il Mattino - Caserta Pag. 27 (diffusione:79573, tiratura:108314) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmacisti Foglia rieletto presidente Riconfermato il dottor Ferdinando Foglia alla guida dei farmacisti della provincia di Caserta. Si sono svolte, infatti, le elezioni per il rinnovo del consiglio dell'Ordine per il triennio 2015/2017. Fiducia, dunque, al presidente uscente Foglia e all'intera lista da lui guidata, e composta dai dottori Umberto D'Alia,Vincenzo Bonocore, Rita Bruna Cianci, Francesco Frecentese, Giovanna Natale, Ernesto Panaro, Domenico Pezone, Gennaro Zagaria e come revisori dei conti i dottori Ginafranco De Rosa, Luigi Verrengia, Lanfranco Iodice e Domenico Farinaro. Foglia ha ribadito il suo impegno per l'intera categoria ringraziando vivamente i colleghi che da piu di venti anni ripongono in lui grande fiducia. «C'è molto da operare - dice - non mi stancherò mai di cercare soluzioni al problema occupazionale dei giovani colleghi, occorre inoltre avviare nell'immediato, in vista della ricetta elettronica, una campagna di evoluzione professionale del farmacista che deve reggere il passo di una società sempre piu interattiva. L'Ordine va rivitalizzato e in un periodo di forte crisi come quello di oggi il farmacista deve combattere per una corretta politica sanitaria, perchè la farmacia è, e resta, una risorsa». IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 14/11/2014 7 14/11/2014 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. nazionale Pag. 55 (diffusione:48275, tiratura:63756) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato APPUNTAMENTI L AT I A N O M E S AG N E «La bisbetica domata» questa sera al teatro Comunale L'«Arte degli speziali», una mostra sulla storia della farmacia LATIANO - Si svolgerà oggi, alle ore 18 presso Palazzo Imperiali l'inaugurazione di «L'Arte degli speziali», una mostra sulla storia della farmacia. La mostra, realizzata a cura del dott. Fabio Pierri Pepe in collaborazione con l'Ordine dei Farmacisti di Bari, Brindisi e Taranto, è patrocinata dall'Assessorato alla Cultura. «La location prescelta per questa mostra - si legge in una nota - è quella di Palazzo Imperiali, e potrà essere visitata dal 14 novembre al 14 dicembre. La mostra ha un valore didattico - prosegue la nota - ed attraverso l'esposizione di reperti e oggettistica di settore accompagnerà i visitatori in un percorso storico nel quale si potrà osservare come la figura dello "speziale" si sia evoluta sino al "f a r m a c i s t a" come lo conosciamo oggi tutti noi». Molto ricco il programma della serata inaugurale, prevista per questa sera. Dopo i saluti istituzionali da parte del sindaco De Giorgi e dell'assessore alla Cultura Angelo Gaglione, ci saranno gli interventi del dott. Gabriele Rampino (Presidente Ordine Farmacisti di Brindisi), del dott. Francesco Settembrini (Ordine dei Farmacisti di Taranto), e di Arturo Camerino (Presidente dell'associazione L'Impronta); a seguire proiezione del cortometraggio di Nanni Moretti su una farmacia di NYC; quindi «La farmacia nel cinema» a cura della dott.ssa Roberta Lupoli, farmacista esperta di storia della farmacia; alle 19 «La storia della farmacia attraverso i reperti», del dott. Fabio Pierri Pepe, farmacista e giornalista; le conclusioni sono affidate al dott. Luigi D'Ambrosio (presidente dell'Ordine dei Farmacisti di Bari e vicepresidente Fofi). [Claudio Argentieri] Per la rassegna Rapimenti, oggi alle 21 nel Teatro Comunale di Mesagne, va in scena «La bisbetica domata» il nuovo spettacolo di Factory compagnia transadriatica che sarà presentato in anteprima regionale al solo pubblico del teatro mesagnese. Factory ritorna ad affrontare Shakespeare dopo le felici prove del «Sogno» e di «Romeo e Giulietta», insistendo ancora una volta su una lettura corale e visionaria dove la musica e la rima concorrono a restituire un'opera buffa e comicamente nera. «La bisbetica domata» di William Shakespeare (traduzione e adattamento di Francesco Niccolini, regia di Tonio De Nitto) è una storia che avrebbe potuto essere una favola. Caterina l'inadeguata, la non allineata è la pazza per il villaggio. Dietro di lei, spigolosa ma pura e vera, un mondo di mercimoni, di padri calcolatori, di figlie in vendita, di capricci lontani dall'amore, di burattinai e burattini non destinati a vivere l'amore, ma a contrattualizzarlo. La nostra protagonista non sta a questo gioco e come in una fiaba aspetta, pur non mostrando di volerlo, un liberatore, un nuovo inizio che suo malgrado potrà costarle molto più di quanto immagini. Ed ecco che la commedia si fa favola nera, grottesca. Per la rassegna «Rapimenti», la compagnia Factory ha messo casa nel Teatro comunale di Mesagne per approntare le ultime prove dello spettacolo e presentarlo alla città in anteprima. Ad attendere tutti gli spettatori nel foyer, prima dello spettacolo, un aperitivo con i vini offerti dalla Cantina Sociale Mesagnese. Il sipario per ogni spettacolo è alle ore 21. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 14/11/2014 8 14/11/2014 Il Piccolo di Trieste - Ed. nazionale Pag. 29 (diffusione:44247, tiratura:212000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Farmacie comunali: fasciatoio per neonati e "raccolta punti" Ma anche prove del sangue e Carta d'argento: nuovi servizi delle Politiche sociali per rilanciare i due presidi pubblici Farmacie comunali: fasciatoio per neonati e "raccolta punti" Farmacie comunali: fasciatoio per neonati e "raccolta punti" Ma anche prove del sangue e Carta d'argento: nuovi servizi delle Politiche sociali per rilanciare i due presidi pubblici Adesso in farmacia si possono allattare i neonati e coi parafarmaci si fa la raccolta punti. E c'è pure un fasciatoio per cambiare i pannolini. Non in tutte le farmacie: è l'idea delle due "comunali" che già avevano introdotto la politica degli sconti e altri "optional" che l'assessore alla Politiche sociali, Laura Famulari, allora come oggi ritiene utili a convogliare flusso di persone, «perché fare acquisti e utilizzare le farmacie comunali ha sottolineato anche ieri nella conferenza stampa di presentazione delle novità - risulta alla fine un vantaggio a favore della comunità:finanzia i servizi pubblici e i servizi sociali per il territorio». Ma non c'è solo il primo "angolo allattamento", con fasciatoio. Arrivano, nei presidi "Al cedro" di piazza Oberdan e "Al cammello" di viale XX Settembre, anche il servizio di autoanalisi dei valori ematici, la "fidelity card" e la Carta d'argento. Lo hanno spiegato oltre a Famulari il direttore dell'area Mauro Silla, i responsabili delle farmacie Fabrizio Ongaro e Gabriella Segatti, il presidente dell'Ordine dei farmacisti Marcello Milani, il presidente di Federfarma Vittorio Zamboni. «I nuovi servizi - ha sottolineato con soddisfazione l'assessore Famulari - sono il frutto di un lungo e articolato percorso ideativo e amministrativo, portato avanti con convinzione e dedizione dal Comune per cercare di valorizzare sempre più il ruolo sociale ed economico delle farmacie comunali». Nello specifico, le due farmacie aprono un "angolo allattamento", in appositi spazi, dove le mamme possono allattare in riservatezza e tranquillità, e cambiare i pannolini. Un "servizio di cortesia" appena varato, e già gradito. E ancora un "servizio di autoanalisi" (su controllo e indicazione del medico curante e attraverso uno specifico dispositivo) per colesterolo, trigliceridi e glicemia, che sarà svolto in tempo reale e «a prezzo prezzo standard di mercato». Fa il suo esordio poi la "fidelity card", tessera fedeltà magnetica che, a chi lo desidera, sarà consegnata gratuitamente e consentirà la raccolta punti sugli acquisti dei prodotti parafarmaceutici: «In pratica, tutto ad eccezione dei farmaci e dei prodotti omeopatici». I clienti over 65 e i genitori con figli under 12 riceveranno alla consegna della card un bonus di 50 punti, già utilizzabile come sconto del valore di 10 euro. Infine anche nelle farmacie comunali gli over 65, residenti a Trieste, potranno richiedere la Carta d'argento, tesserina realizzata dal Comune per accedere a una serie di sconti e agevolazioni nelle catene della grande distribuzione, in esercizi commerciali, studi professionali e altro. Le due farmacie già offrono sconti e omaggi periodici, e come tutte hanno il servizio Cup. Diventate comunali dal 1980 e da 3-4 anni passate sotto la gestione dell'Area delle Politiche sociali, le farmacie "Al Cedro" e "Al Cammello" sono state interessate di recente da lavori di riqualificazione dei locali, ha ricordato ancora l'assessore, «grazie all'efficiente intervento dell'ufficio manutenzione, e di decorazione delle vetrine (con l'ultimo allestimento ispirato alla Barcolana, a cura dei ragazzi e degli operatori coinvolti nell'ambito del progetto TriesteLaBora), interventi che - ha concluso Famulari - rendono ora questi spazi sempre più interessanti e accattivanti, per continuare a svolgere un servizio sempre prezioso per la città». IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 14/11/2014 9 13/11/2014 06:36 IlFarmacistaOnline.it Sito Web Si affianca alle sedi già individuate al Nord e al Centro della Penisola. La Scuola opera in collaborazione con la 'Associazione Galenica Futura', dotata di specifico know out e di supporti tecnici e logistici. Verranno offerti annualmente corsi di aggiornamento e formazione a diversi livelli di approfondimento e complessità, sia pratici che tecnici. 13 NOV - Su indicazione della Fofi e con il suo patrocinio, l'Ordine interprovinciale dei farmacisti di Bari e di Barletta-Andria-Trani, la Società italiana farmacisti preparatori (Sifap) e la Fondazione Francesco Cannavò hanno istituito in Puglia la 'Scuola permanente di galenica farmaceutica per il Sud Italia', che si affianca alle sedi già individuate al Nord e al Centro della Penisola. La Scuola opera in collaborazione con la 'Associazione Galenica Futura', dotata di specifico know out e di supporti tecnici e logistici. Verranno offerti annualmente corsi di aggiornamento e formazione a diversi livelli di approfondimento e complessità, sia pratici che tecnici, svolti in forma indipendente l'uno dall'altro e finalizzati a soddisfare le varie esigenze formative dei farmacisti. L'attività didattica e le esercitazioni in laboratorio si svolgeranno in Canosa di Puglia alla via Piano San Giovanni 47, presso la sede concessa in uso della 'Associazione Galenica Futura'. Il primo corso di formazione, dal titolo 'L'allestimento dei medicinali in farmacia: aspetti normativi, tecnici e pratici' si svolgerà il 31 gennaio e il 1° febbraio 2015. Il corso è stato accreditato preso il Ministero della Salute e consente l'acquisizione di 17 crediti formativi Ecm. La procedura di iscrizione sarà resa disponibile sul sito www.fondazioneruggieri.it IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 14/11/2014 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Al via la la Scuola di galenica farmaceutica per il Sud Italia 13/11/2014 09:43 IlFarmacistaOnline.it Sito Web Ecco i nomi dei presidenti che guideranno gli Ordini provinciali dei Farmacisti nel triennio 2015-2017 13 NOV - Province Cognome Nome Presidente Agrigento PACE Maurizio 11-13 ottobre 2014 Confermato Maurizio Pace Alessandria PITTALUGA Marcello 14-16 NOVEMBRE 2014 Ancona CALCATELLI Piero Maria 21-23 NOVEMBRE 2014 Aosta DEVOTI Tiziana Arezzo NOFRI Giovanna 25-27 ottobre 2014 Confermata Giovanna Nofri Ascoli Piceno e Fermo BENIGNI Ido 22-24 NOVEMBRE 2014 Asti PIA Aldo 21-23 NOVEMBRE 2014 Avellino NOVELLINO Ettore 11-13 ottobre 2014 Confermato Ettore Novellino Bari e BAT D'AMBROSIO LETTIERI Luigi 15-17 NOVEMBRE 2014 Belluno SCHIAVINOTTO Manlio 24-26 ottobre 2014 Confermato Manlio Schiavinotto Benevento MANNA Maurizio 29 NOVEMBRE - 1 DICEMBRE 2014 Bergamo LOCATELLI Giorgio 22-24 NOVEMBRE 2014 Bologna MANFREDI Paolo 18-20 ottobre 2014 Confermato Paolo Manfredi Bolzano LIEBL Maximin 3-5 ottobre 2014 Confermato Maximin Liebl Brescia RASTRELLI Francesco 8-10 novembre 2014 Brindisi RAMPINO Gabriele 14 - 16 NOVEMBRE 2014 Cagliari e Medio Campidano DIANA Paolo 25-27 OTTOBRE 2014 Confermato Paolo Diana Caltanissetta IPPOLITO Maria 4-6 ottobre 2014 Eletto il Dr. Valerio Maria Varrica farmacia 0933937520 - cellulare 3334471279 Campobasso RINALDI Michele 15-17 NOVEMBRE 2014 Caserta FOGLIA Ferdinando 8-10 novembre 2014 Catania PUGLISI Giovanni 22-23-24 NOVEMBRE 2014 Catanzaro CORAPI Vitaliano 7-9 NOVEMBRE 2014 Chieti QUINZIO Enrica Como DE FILIPPIS Giuseppe 25-27 ottobre 2014 Confermato Giuseppe De Filippis Cosenza SANTORO Graziano 15-17 novembre 2014 Cremona GUARNERI Angelo 8-10 novembre 2014 Crotone MEGNA Antonio 7-9 NOVEMBRE 2014 Confermato Antonio Megna Cuneo BIANCHI Enrica 11-13 ottobre 2014 Confermata Enrica Bianchi Enna RIZZO Sigismondo Ferrara LUCIANI Livio 22-24 novembre 2014 Firenze CARMAGNINI ANDREA 28-30 NOVEMBRE 2014 Foggia GUERRIERO Armando 29 novembre - 1 dicembre 2014 Forlì e Cesena ALESSANDRINI Ivano Frosinone PANTANO Lucio 8-10 novembre 2014 Confermato Lucio Pantano Genova RIBALDONE Felice 15-17 NOVEMBRE 2014 Gorizia STACUL Roberta 14-16 novembre2014 Grosseto DISCEPOLI Alfredo 22-24 novembre 2014 Imperia NUVOLONI Franco 21-23 NOVEMBRE 2014 Isernia PERCOPO Nicandro 28-30 novembre 2014 L'Aquila PELLACCHI Angela 22-24 novembre 2014 La Spezia USBERTI Pierangelo 15-17 novembre 2014 Latina PENNACCHIO Roberto 26- 28 ottobre 2014 Confermato Roberto Pennacchio Lecce DI TOLLA Domenico 29 novembre - 1 dicembre 2014 Lecco GEROSA Giovanni 25-27 ottobre 2014 Confermato Giovanni Gerosa Livorno ACQUAVIVA Francesco 22-24 NOVEMBRE 2014 Lucca PAGLIANTI Francesca 15-17 novembre 2014 Macerata DIOMEDI Luciano 14-16 NOVEMBRE 2014 Massa Carrara GIARELLI Gino 14-16 novembre 2014 Mantova FORNASA GIUSEPPE 21-23 NOVEMBRE 2014 Matera IMPERATORE Pasquale U. 11-13 ottobre 2014 Confermato Pasquale Imperatore Messina ABATE Antonino 22-24 NOVEMBRE 2014 Milano Lodi Monza e Brianza MANDELLI Andrea 27-29 settembre 2014 Confermato Andrea Mandelli Modena CUOGHI MARCELLA 22-24 novembre 2014 Napoli SANTAGADA Vincenzo 4-6 ottobre 2014 Confermato Vincenzo Santagada Novara Verbano Cusio e Ossola LAPIDARI Cesare 25-27 ottobre 2014 Confermato Cesare Lapidari Nuoro e Ogliastra GARAU Cesare P. 24-26 ottobre 2014 Confermato Cesare Priamo Garau Oristano PICCIAU Gianfranco 25-27 ottobre 2014 Confermato Gianfranco Picciau Padova GUIOTTO Adriano 15-17 novembre 2014 Palermo D'ALESSANDRO Antonino 22-24 NOVEMBRE 2014 Parma MELEGARI Andrea 14-16 novembre 2014 Pavia BRASCHI Roberto 25-27 ottobre 2014 Confermato Roberto Braschi Perugia MENCONI Emma 22-24 novembre 2014 Pesaro Urbino SALVI Romeo 15-17 NOVEMBRE2014 Pescara DE FERRI Fiammetta 8-10 novembre 2014 Piacenza BERTUZZI Carlo 28-30 NOVEMBRE 2014 Pisa MORGANTINI Enrico 7-9 novembre 2014 Pistoia GIACOMELLI Andrea 11-13 ottobre 2014 Confermato Andrea Giacomelli Pordenone MASCHIO Luciano Potenza CORNACCHIONE Magda 8-10 NOVEMBRE 2014 Prato TERCINOD Mario 21-23 NOVEMBRE 2014 Ragusa MASSARI Carmelo 21-23 NOVEMBRE 2014 Ravenna DAL RE Domenico 25-27 ottobre 2014 Confermato Domenico Dal Re Reggio Calabria IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 14/11/2014 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ELEZIONI ORDINI PROVINCIALI DEI FARMACISTI 13/11/2014 09:43 IlFarmacistaOnline.it Sito Web IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 14/11/2014 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CARACCIOLO Antonio Reggio Emilia BERTAZZONI Enrico 8-10 novembre 2014 Rieti SELVI Paolo Rimini MIGNANI Giulio 15-17 NOVEMBRE 2014 Roma CROCE Emilio 5-7 ottobre 2014 Confermato Emilio Croce Rovigo MELLONCELLI Alberto 22-24 NOVEMBE 2014 Salerno DE FRANCESCO Ferdinando 15-17 novembre 2014 Sassari e Olbia-Tempio CADEDDU Roberto 8-10 novembre 2014 Savona ZORGNO Giovanni 11-13 ottobre 2014 Confermato Giovanni Zorgno Siena SAVIGNI Paolo 3-5 ottobre 2014 Confermato Paolo Savigni Siracusa GIBIINO Francesco 7-9 novembre 2014 Sondrio MAZZOCCHI Cesare 16-18 NOVEMBRE 2014 Taranto SETTEMBRINI Francesco 17-19 ottobre 2014 Confermato Francesco Settembrini Teramo DI GIUSEPPE Silvio 15-17 novembre 2014 Terni CIPOLLA Alberto 15-17 NOVEMBRE 2014 Torino GIACCONE Mario 22-24 NOVEMBRE 2014 Trapani GALATIOTO Leonardo 3-5 ottobre 2014 Confermato Leonardo Galatioto Trento BIZZARO Bruno 19-21 ottobre 2014 Confermato Bruno Bizzaro Treviso CAMA Maria Trieste MILANI Marcello 11-13 ottobre 2014 Confermato Marcello Milani Udine FAVERO Michele 2- 4 novembre 2014 Confermato Michele Favero Varese RIGAMONTI Alessandro 8-10 NOVEMBRE 2014 Venezia ZAGO Fiorenzo 8-10 NOVEMBRE 2014 Vercelli e Biella BAGLIANI Carlo 18-20 ottobre 2014 Eletto Piero FURNO Verona POMARI Paolo 25-27 ottobre 2014 Eletto Massimo MARTARI Vibo Valentia DE FINA Massimo 2-4 novembre 2014 Confermato Massimo De Fina Vicenza CRACCO Florindo 810 novembre 2014 Viterbo MENDITTO Salvatore 22-24 NOVEMBRE 2014 SANITÀ NAZIONALE 18 articoli 14/11/2014 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:556325, tiratura:710716) Ebola, caso sospetto a Firenze: è un volontario Procedura d'emergenza per un antropologo in servizio nelle zone colpite dal virus MICHELE BOCCI FIRENZE. Una provetta con il sangue di un paziente ricoverato al policlinico di Careggi a Firenze è arrivata alla mezzanotte di ieri allo Spallanzani di Roma. L'uomo è un antropologo e lavora per una ong. Dieci giorni fa è rientrato in una cittadina della provincia di Siena da uno dei Paesi dove è in corso l'epidemia di Ebola. Ieri ha chiamato il medico perché gli è venuta la febbre, così è scattata la procedura di emergenza e un'ambulanza lo ha portato fino all'ospedale fiorentino, dove è stato messo in isolamento e gli sono stati fatti i prelievi. Questa mattina si conosceranno i risultati delle analisi svolte nel centro della capitale, uno dei due in Italia, insieme al Sacco di Milano, accreditati per fare il test dell'Ebola. Da quando è scoppiata l'epidemia in West Africa, in Italia ci sono stati una quindicina di allarmi, tutti rientrati. Molti di questi non sono stati resi pubblici, quasi sempre si è trattato di casi di malaria, una malattia che ha un esordio simile a quello del virus emorragico. Questa è la prima volta in cui è un italiano a tenere in ansia il sistema sanitario. Del resto il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha più volte sostenuto che con il crescere dell'epidemia e l'aumento di operatori occidentali nei luoghi colpiti diventa sempre più alto il rischio che uno di loro si ammali. L'antropologo toscano ha raccontato di non essere stato a diretto contatto con i malati, cosa che porta ad un certo ottimismo. Ma solo il fatto che sia rientrato da un Paese a rischio dieci giorni fa, cioè da meno di 21 giorni, il tempo di incubazione, e abbia la febbre ha fatto scattare l'allarme, che dalla Regione Toscana è subito arrivato a Roma. Le procedure del ministero prevedono che chi arriva da Sierra Leone, Guinea o Liberia debba dirlo alle autorità sanitarie. Se è un medico o un operatore che è stato a contatto con malati deve essere messo in quarantena. A casa sua se ha indossato le protezioni che evitano il contagio, in ospedale se sospetta dei contatti diretti con i pazienti. Gli altri, come l'antropologo toscano, devono semplicemente tenere informato il proprio medico o l'azienda sanitaria di qualunque problema di salute. È quanto successo ieri. Intanto la Asl di Siena sta lavorando per individuare le persone che sono state in contatto con il paziente. Una misura precauzionale, prima di tutto perché non si ha ancora la certezza del caso, poi perché comunque i malati sono contagiosi solo una volta che si sono manifestati i sintomi, non prima. Alcune ong inviano antropologi per parlare con le popolazioni locali e convincerle a prendere precauzioni per prevenire la malattia. Ad esempio bisogna spiegare che i funerali sono pericolosissimi, perché dopo la morte per Ebola si resta contagiosi per 24 ore e toccare i cadaveri vuol dire rimanere contagiati. Foto: L'OSPEDALE L'ingresso di Careggi, dove è stato ricoverato l'antropologo rientrato dall'Africa SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'ALLARME/ IL TEST SUL SANGUE DELL'UOMO DI RITORNO DALL'AFRICA SPEDITO ALLO SPALLANZANI DI ROMA: OGGI I RISULTATI 14/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 14 (diffusione:210842, tiratura:295190) Marco Rallo e sua moglie uccisi perché si sarebbero rifiutati di aprire la cassaforte. Il killer non era solo: forse 5 i complici L'OMICIDA FERMATO PERCHÉ COINVOLTO IN UN INCIDENTE: NELLA SUA AUTO TROVATI INDUMENTI INSANGUINATI E TRACCE INCONFUTABILI Camilla Mozzetti IL GIALLO ROMA Si erano rifiutati di consegnare a quell'uomo le chiavi della cassaforte. E lui, quell'aguzzino, entrato in casa in piena notte, per tentare di rubare quasi 190mila euro, li ha prima picchiati selvaggiamente e poi torturati fino ad ucciderli. Con i volti lividi, il nastro adesivo a serrare le labbra, i polsi e le caviglie legate da fili di corda, i corpi del manager finanziario, Marco Rallo, 46 anni, e di sua moglie Maria Clara Uribe Zarate, 36 anni, sono stati, infine, gettati in strada da un' auto in corsa. È questa le versione ufficiale che le autorità colombiane hanno diramato sul terribile duplice omicidio avvenuto lo scorso 8 novembre. Il giallo di Medellin giunge a una svolta in tempi rapidissimi. Le autorità, guidate dal generale Jose Angel Guzman Mendoza, a capo della polizia nazionale, hanno fermato mercoledì il presunto omicida. Si tratta di Gustavo Adolfo Vélez Arango, 34 anni. Su di lui pendono le accuse di tortura, duplice omicidio e tentato furto. Le prove a carico di quell' uomo, già noto alle forze dell'ordine, che nei sobborghi della città colombiana viene chiamato "el gordo", il grosso, per via del suo aspetto massiccio, sarebbero incontestabili. LA DINAMICA Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, Vélez si sarebbe introdotto nell'appartamento della coppia al quartiere La Calera El Poblado poco dopo l'una di notte. Svegliati dai rumori, i coniugi avrebbero opposto resistenza, cercando di difendersi senza consegnare a quell'uomo le chiavi della cassaforte, al cui interno sembravano esserci 500 milioni di pesos (grossomodo circa 190mila euro). A quel punto, Vélez ha perso la testa. Uno scatto d'ira e la paura di esser stato scoperto, lo ha spinto alla violenza. Ma in questo le autorità colombiane sostengono che con lui c'erano altre persone, probabilmente cinque complici, tuttavia, non ancora individuati. Subito dopo aver gettato i corpi delle vittime in strada, Vélez, che guidava la Volkswagen intestata a Maria Clara Uribe, è rimasto vittima di un incidente. Una ferita alla testa e il seguente intervento della polizia stradale nonché dei sanitari hanno, poi, confermato l'ipotesi di un suo coinvolgimento nel duplice omicidio, rinvenendo all'interno del veicolo rubato, tracce inconfutabili. Dal nastro adesivo, identico a quello usato per imbavagliare le vittime, a un calzino femminile con macchie di sangue, il compagno di quello ritrovato a un piede della donna. Lo stesso Velez, inoltre, in stato confusionale avrebbe dichiarato di essersi sbarazzato di due cadaveri prima di ritrattare tutto in sede d'udienza preliminare. Attualmente è in stato di fermo presso il carcere di Medellin. LA FAMIGLIA Chiusa ancora nel dolore, la famiglia Rallo è in perenne contatto con il console italiano a Medellin, Nicola Montorsi, che sta sbrigando tutte le pratiche per permettere il rimpatrio di Marco. Rimpatrio previsto non prima della prossima settimana. Ciononostante, proprio la famiglia, originaria di Tripoli ma residente nella Capitale da oltre cinquant'anni e conosciuta da tutti a Roma nord per l'impegno e la presenza costante nella farmacia di via Flaminia vecchia, non nasconde molte perplessità sulla dinamica della tragedia. E soprattutto sull'ingente somma di denaro che Vélez avrebbe cercato di rubare nell'appartamento della coppia. Quasi 200mila euro che Marco Rallo - sostengono i familiari - non avrebbe mai tenuto in casa pur dentro una cassaforte. E che ora sembrano svaniti nel nulla. La vicenda Marco e Maria Clara: brillanti professionisti, da anni sposati Marco Rallo nato a Roma nel 1968, dal 2002 aveva scelto di vivere in Colombia per motivi di lavoro ma anche perché amava quel paese. La moglie, colombiana, Maria Clara, era un brillante avvocato. I loro corpi ritrovati all'alba per le strade di Medellin È l'alba dell'8 novembre a Medellin, quando la coppia viene trovata esanime sul ciglio della strada. Maria Clara Uribe Zarate è stata trovata intorno alle 4.30 del mattino, il marito un paio di ore più tardi. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Arrestato "el gordo" l'assassino del romano trucidato in Colombia 14/11/2014 Il Messaggero - Ed. nazionale Pag. 14 (diffusione:210842, tiratura:295190) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Polsi e caviglie legate, lividi ovunque, avvolti in coperte Torturati, con i polsi e le caviglie legate. Il nastro adesivo a coprire le labbra e i segni delle percosse e lividi sui volti a testimoniare una violenza feroce. Avvolti in alcune coperte: così sono stati ritrovati i due corpi. Foto: Marco Rallo, 46 anni, romano e imprenditore finanziario, e sua moglie, Maria Clara Uribe Zarate, 36 anni, colombiana. Sopra, il presunto omicida 14/11/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:105812, tiratura:151233) L'eutanasia fa irruzione al Bundestag I deputati avviano il dibattito in aula per depenalizzare il suicidio assistito Una nuova legge attesa entro il 2015 La Caritas tedesca: morire con dignità è un'altra cosa FRANCESCO OGNIBENE La partita è tra due concetti: sterbehilfe , eutanasia, e sterben in würde , morire con dignità. Al primo l'immaginario dei tedeschi - e non solo - associa ricordi storici orrendi. Ma molti sospettano che la seconda espressione altro non sia che un travestimento della prima. È su questo che ieri hanno iniziato a discutere i deputati del Bundestag di Berlino, nella giornata che ha segnato l'avvio del «dibattito orientativo» in vista della riforma dell'attuale disciplina sul fine vita. A introdurre il confronto è stato un recente documento intitolato proprio «Morire con dignità» e firmato da esponenti di Cdu, Csu e Spd, nel quale si apre all'introduzione del suicidio assistito sottraendo a conseguenze penali il personale medico che dovesse cooperare. Il documento tedesco sottopone la depenalizzazione del suicidio assistito a sette condizioni: maggiore età e capacità di intendere del paziente, incurabilità del male, stadio terminale, diagnosi confermata da due medici, sofferenza evidente, consenso informato sulle terapie alternative, farmaco letale assunto dal paziente. È su questa base che i deputati ieri hanno aperto un iter che potrebbe portare al varo della legge entro il 2015, considerando che il passaggio al Bundesrat (la Camera dei Länder) è solo consultivo. In un clima che i media tedeschi hanno definito di esemplare rispetto reciproco, 50 deputati hanno preso la parola, spesso portando testimonianze personali. A fine giornata accordo unanime sulla necessità di estendere l'accesso alle cure palliative, ma sull'apertura al suicidio assistito come forma di «morte degna» c'è stata grande divisione, con interventi che hanno fatto registrare libertà di coscienza dagli schieramenti politici. A tutti i deputati è arrivata una preoccupata lettera del presidente di Caritas Germania, monsignor Peter Neher: «Morire con dignità - è la sua riflessione, rilanciata dal Sir - significa fare in modo che si possa morire con dignità, non determinare il tempo della morte. Occorre che la discussione si orienti sul modo in cui le persone gravemente malate e morenti possano essere ben accompagnate, perché ciò che conta è trovare un adeguato trattamento contro il dolore, una buona assistenza e una buona pastorale». Va affrontata «molto sul serio» la «paura»: del dolore, di non essere più padroni di sé, di essere di peso, di restare soli. «Se la revisione sociale del concetto di vita vivibile - conclude Neher - porta a interiorizzare che essere malati equivale a una vita che non vale più la pena di essere vissuta, allora è molto discutibile definire in che misura la decisione sull'eutanasia sia davvero libera» . Foto: I deputati tedeschi Foto: (Epa) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Germania. 14/11/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 20 (diffusione:105812, tiratura:151233) Una protesi all'anca è stata impiantata all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna a una bimba di 17 mesi: è il primo caso nella storia dell'ortopedia internazionale, spiega l'Istituto, di intervento di questo tipo su un paziente non ancora in grado di camminare. Aveva una forma rara di tumore alle ossa. Ora, a 2 anni e mezzo, cammina. La bimba «aveva una forma rara di tumore alle ossa, sviluppatosi nel femore», ha spiegato Marco Manfrini, l'ortopedico che ha seguito la bambina e che coordina il Centro di riferimento specialistico nelle terapie chirurgiche innovative nei sarcomi muscolo-scheletrici dell'età evolutiva. All'obiettivo hanno lavorato l'équipe medica, personale dei laboratori del Rizzoli, con il supporto della Banca dell'Osso. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato MEDICINA Protesi all'anca a bimba di 17 mesi A Bologna primo caso al mondo 14/11/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:79573, tiratura:108314) Quel grande giro di affari che vale 140 milioni al mese Da gennaio scorso ad agosto la spesa sostenuta per i farmaci salita a un miliardo e 178 milioni Distribuzione Negli ospedali non ha nulla a che vedere con le farmacie Il dato Costo medicine per un importo pari al 10% della spesa nazionale Maria Pirro Un miliardo e 178 milioni. Il 10 per cento dell'importo nazionale. A tanto ammonta la spesa per i farmaci sostenutaquest'anno, tragennaioe agosto, in Campania. Il giro d'affari vale circa 140 milioni al mese, e anche di più, si intuiscedalpesodelleinchieste giudiziarie. Accuse al «re delle farmacie» Matachione,furtirecordnegliospedali, medicine contraffatte e vendute all'estero. L'ultimo caso, però, investe ilmercatodelleforniturechehaprocedure sempre più accentrate da So.Re.Sa. S.p.A, la società costituita dalla Regione con l'obiettivo di razionalizzarela spesasanitaria cheoraannuncia una indagine interna. Acquisti e contratti ai raggi X. Il giro d'affari Si comincia dai numeri. Il costo per i farmaci ospedalieri in Campania è di 324milionineiprimiottomesidell'annoedèsuperiorealtettodispesastabilito per la regione, certifica l'Aifa nel suo monitoraggio in base ai dati preliminari del 2014. L'importo nazionale èdi3,66miliardi.Eladistribuzionedei medicinali nelle strutture sanitarie nonhanullaachevederecongliacquistielevenditeinfarmacia.«Sicontano sulle dita delle mani i gruppi che investono nel settore e Massimo Petrone è molto accreditato nell'ambito della fornitura di farmaci negli ospedali, con attività quotate in tutta Italia» dice ilpresidentediFederfarmaNapoli,Michele Di Iorio. I prodotti Quelli ad alto costo sono usati soprattutto in corsia. Ad esempio: la fornitura di albumina umana al centro delle indagini della magistratura, serve per trattarediversepatologie,inparticolareinsufficienzeepaticheemalattieoncologiche. Quando questa proteina nel sangue scende al di sotto dei livelli diguardia,deveesserereintegratacon la somministrazione di prodotti che derivano sempre dalla lavorazione del sangue, per questo detti emoderivati.Quantosipaga?Conunaconcentrazione al 20 per cento, un flacone da 50 millilitri, simile a quello indicato nelle cartedell'indagine penale, da un minimo di 20 a un massimo di 33 euro secondo il monitoraggio dell'Avcp, l'autorità che vigila sui contratti pubblici. Gli ospedali Ciro Verdoliva è direttore dell'ufficio acquisti beni e servizi del Cardarelli. Spiega: «Ogni anno indichiamo il fabbisogno dell'ospedale, calcolato consultando la farmacia e i reparti, e comunichiamo quantità e prodotti alla So.Re.Sa. che provvede a bandire una gara unica. Per i prodotti emoderivati, come l'albumina, spendiamo circa 5 milioni in 12 mesi, tramite la So.Re.Sa.».Daunannoe mezzo,lagara serve a individuare i fornitori e poi sonole singoleaziendecheprovvedonoai contratti. Le procedure «Per tutte le forniture, ospedali e Asl hanno l'obbligo per legge di acquistareibenichenoiaggiudichiamo.Sarebbe una irregolarità procedere con altri criteri»ribadisconoiverticidellasocietàregionale,cheraccontanounepisodio emblematico: «Un'Asl aveva bandito una gara di 240 milioni per un multiservice,fattarevocaredanoiperché non poteva essere espletata senza autorizzazione».A denunciarepossono essere anche le ditte concorrenti che puntano alle forniture. Verifiche, concodegiudiziariee numerosiindagati, sarebbero state avviate anche in un altro ospedale per un bando per l'acquisto di immunoglobuline, che SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I costi 14/11/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 28 (diffusione:79573, tiratura:108314) Così la gang degli appalti si assicurava le gare «Prendiamo l'ospedale, fai vedere indice e pollice» Il deus ex machina è considerato Tagliabue, vertice della Biotest D'Aiuto il suo braccio destro Viviana Lanza A unirli un «patto di fedeltà», un «obiettivo di squadra». Agivano nell'orbita di un «assetto commerciale invisibile sul mercato» ma reso evidente - sostengono gli inquirenti - dal contenuto dei colloqui e degli sms che si scambiavano, degli accordi e delle strategie che attuavano. «Il modo migliore è quello di far vedere indicee pollice»èla tatticasuggerita,escoperta dagli investigatori intercettandoicolloqui.«Dobbiamopigliare questo ospedale...», l'obiettivo di volta prefissato per assicurarsi il controllo delleforniture difarmaci nellestrutture pubbliche. Per farlo, avvicinavano manager e medici ospedalieri, persino - è una delle ipotesi investigative al vaglio - un commissario straordinario Asleiverticidell'enteregionale preposto alla gestione degli approvvigionamenti. Eccolo il profilo della presunta associazione per delinquere, tracciato attraverso i profili di chi l'avrebbe gestita, di chi ne avrebbe fatto parte e chi l'avrebbe in qualche modo favorita.Il deus ex machina è indicato in Giuliano Tagliabue, amministratore unico della società Biotest Italia srl, accusato di aver definito le linee strategiche nel settore delle gare pubbliche ospedaliere e nella gestione delle attività necessarie per le turbative dei pubblici incanti, nonché della diffusione dei farmaci commercializzati dalla Biotest con poteri di comando sull'attuazione di tali linee, di gestione diretta e clientelaredei rapporticon gliaderential sodalizio.Suobraccio destro,Enrico D'Aiuto, responsabile vendite e marketing business Unit Pharma della Biotest, accusato di aver attuato le lineestrategichedirettamenteconcordate con Tagliabue e con l'imprenditore farmaceutico Massimo Petrone. Su orbite più marginali, ruotavano attorno alla presunta associazione altri personaggi sui quali pure si è concentrata l'attenzione investigativa. I loro nomi sono inseriti nel registro di inchiesta e il gip, per loro, non ha ritenuto di applicare provvedimenti di misuracautelare.Traquesti,l'imprenditore Lorenzo Battaglia, titolare di una società che organizza eventi e sospettato di «aver assicurato indebite elargizioni di denaro e altre utilità in favore di medici ospedalieri (rimborsi spese a eventi sportivi, a congressi e così via, come ad esempio le spese per lapresenza alla Maratona di Atene del 31 ottobre 2010 di due medici ospedalieri) in realtà provenienti dai responsabili della Biotest Italia srl ma effettuateattraverso la sua società al fine di occultarnelacausale, ottenerechefosse agevolata o comunque non ostacolatala diffusione dellespecialitàmedicinali commercializzate dalla Biotest». E Francesco Tancredi, in qualità di direttore generale della Soresa, la società regionale per la Sanità della Campania che gestisce l'acquisto e la fornitura di beni e attrezzature per le Asl e le aziende ospedaliere: assieme a Lucia Roncetti, direttore operativo acquisti della Soresa, risulta sotto inchiesta per una procedura a evidenza pubblicaperl'affidamentodella fornituradi albuminaumana, immunoglobina e medicinali per la durata di 18 mesi ad Asl e ospedali campani il cui regolare svolgimento, secondo ipotesi accusatorie in via di accertamento, sarebbestato alteratoin favoredi alcune società farmaceutiche. Indagini anche sul conto di Ernesto Esposito,ex commissariostraordinario dell'Asl Napoli 3 Sud, per una procedura negoziale per l'affidamentodi flaconidi albumina umanaindetta dalla Asldi Castellammare di Stabia nella quale sarebbe stata favorita la farmacia di Petrone. Anche nei suoi confronti il gip ha respinto la richiesta della Procuradi applicare misuracautelare. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I personaggi 14/11/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:79573, tiratura:108314) Il farmacista amico del Comandante Lauro Maria Chiara Aulisio Lo chiamavano il «re dei farmaci», Carmine Petrone, quasi ottant'anni, grinta da vendere e una spiccata propensione per gli affari. Nato in un paesino in provincia di Avellino, il giovane Carmine, a dispetto della sua volontà, si sarebbe dovuto occupare di tutt'altro. Niente pillole, pomate, antibiotici e sciroppi ma leggi, normative e regolamenti con la prospettiva di aprire un elegante studio di notaio magari proprio nel suo luogo di nascita. Papà Raffaele, farmacista, figlio del farmacista Michele, che nel '56 rassicurava i malati con la sua sola presenza, dopo due figli che già seguivano le sue orme, aveva detto basta: giurisprudenza o niente. E legge fu fino a quando, quella giovane matricola - che molti anni dopo il Presidente Giorgio Napolitano avrebbe insignito con il titolo di Cavaliere del Lavoro - non conobbe Fernanda. Chi era? Una aspirante farmacista, manco a dirlo, magra, alta e con gli occhi blu destinata a diventare la signora Petrone. «Non potei fare orecchie da mercante a un così forte richiamo che univa amore e passione al comune interesse per i medicinali», raccontava il Cavaliere in una recente intervista rilasciata a Piero Antonio Toma che «re Carmine» concludeva con gioia parlando della nascita dei suoi tre figli. Eccoli qui gli eredi di una dinastia le cui origini risalgono addirittura al 1898 quando il bisnonno Petrone aprì la prima farmacia in provincia di Avellino: Raffaele, attuale amministratore delegato dell'azienda di famiglia, Pierluigi e Massimo, gemelli, nati nel '70, anche loro impegnatissimi nella gestione dell'attività. Oggi, oltre cento anni dopo e a circa cinquant'anni dalla fondazione dell'azienda, il gruppo è diventato una holding quotata in Borsa (una delle poche in Italia nel settore farmaceutico) che controlla circa trenta società con sedi proprie anche all'estero e vanta una presenza commerciale praticamente globale. Attualmente - come si legge su EHI Journal, il magazine di Euler Hermes per le imprese che crescono - il fatturato raggiunge i 500 milioni di euro, di cui circa quattrocento dalle attività di trading farmaceutico. «In realtà - si legge sulla rivista specializzata - i settori di business in cui l'azienda compete con i colossi stranieri sono tre: la ricerca, la produzione e la strategia commerciale, quindi l'intermediazione e la vendita sui mercati internazionali». Niente male se si considera che l'intermediazione farmaceutica non è l'unico asset della famiglia Petrone che - recita lo slogan - ha fatto della ricerca e dell'innovazione valori chiave per il suo modello d'impresa. Il gruppo infatti ha volato alto investendo anche in altri settori, basti pensare che ormai da anni è uno dei principali produttori europei di anestetici locali, utilizzati soprattutto dai dentisti. Ma c'è dell'altro. Perché i Petrone hanno continuato ad allargare il proprio raggio d'azione puntando sull'assistenza: in Campania l'azienda gestisce nove centri di riabilitazione, con 3mila pazienti al giorno ai quali vengono messe a disposizione le attrezzature e i macchinari più moderni sul mercato. Centri accreditati con il Sistema sanitario nazionale, destinati a pazienti affetti da diverse patologie: dalla paralisi ai problemi del linguaggio, al deficit di comunicazione. Un fiore all'occhiello per i Petrone che, addirittura, si definiscono all'avanguardia in Italia nelle cure contro l'autismo, complici una serie di relazioni con la comunità scientifica internazionale e in particolare con l'Università di Miami. Ma torniamo a Carmine e ai suoi tre figli farmacisti sposati, guarda un po', con altrettante farmaciste. Una dynasty in piena regola che tanto deve all'intuito e alla scaltrezza del suo capostipite a cui quel camice bianco dietro il banco della farmacia andò subito molto stretto. L'occasione per dismetterlo - racconta sempre Carmine a Toma - gli venne quando, abitando a via Crispi di fronte alla bella villa di Achille Lauro, osservava il Comandante che ogni mattina faceva ginnastica. Da qui l'idea di proporgli la fornitura di farmaci e vaccini ai suoi equipaggi delle navi merci che per mesi girovagavano fra porti lontanissimi. Dopo qualche tempo, in maniera assolutamente anomala, le richieste di farmaci diventarono una valanga. Insospettito e preoccupato, Petrone decise di andare di porto in porto a diradare il mistero. Che consisteva nel fatto che, appena scesi a terra, i marittimi si sbarazzavano delle medicine al mercato nero facendoci una bella cresta sopra, un modo SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La storia, la famiglia 14/11/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:79573, tiratura:108314) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato per arrotondare la busta paga. Perché loro e non io? Si chiese subito Carmine Petrone. Detto fatto. E quel commercio in breve tempo diventò una vera e propria forma di import-export che si consolidò nei primi anni '60 e proseguì nel tempo fino a consentire ai Petrone di piazzare farmaci dal Sud Est asiatico al Sud America. E i figli? Raffaele, Pierluigi e Massimo? Perfetta simbiosi con il papà al quale si riserva affetto, stima, rispetto e soprattutto l'ultima parola. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14/11/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 36 (diffusione:79573, tiratura:108314) Gli ordini professionali, in questo caso parliamo dei farmacisti, hanno completamente stravolto la loro funzione istituzionale di presidio della deontologia e della buona formazione degli iscritti e di tutela dei consumatori. Al contrario, sono diventati dei fortini a protezione, di fatto, degli abusi, fino a rappresentare la sponda ben organizzata, il contesto, che copre come un mantello la creazione illegale dei monopoli in materia di forniture di medicinali. Sono gli ordini che chiudono, anzi:sbarrano, le porte al mercato vero (provate ad aprire una farmacia: impossibile), ai giovani che bussano illudendosi di vivere in una società aperta e competitiva (possono fare i dipendenti, ma mai i titolari di farmacie). E sono gli ordini professionali che non alzano un dito per sanzionare i professionisti delle cricche e per salvaguardare un minimo di diritti dei clienti, Stato e privati, che pagano il prezzo altissimo di medicinali venduti con il mercato truccato. Non lo alzano mai quel dito: prima, durante e dopo un'inchiesta della magistratura. Tanto sanno che, passata la bufera dell'indagine, tutto tornerà come prima. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pubbliche coperture e interessi privati 14/11/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:79573, tiratura:108314) Campania, appalti truccati per la fornitura dei farmaci La svolta Disposti dal gip i domiciliari per imprenditori privati esponenti della sanità e manager come Corcione della Sun Holding sanità , sette arresti. Nel mirino Petrone, re del settore Leandro Del Gaudio Doveva abbattere i costi del sistema sanitario campano, chiudere i conti con il passato, garantire trasparenza nella convocazione di gare e nell'assegnazione di appalti. E invece la Soresa- la Società regionale sanità viene travolta da un nuovo scandalo, almeno stando al coinvolgimento di due ex esponenti di vertice nell'ultimoscandalo giudiziario.È ilgipAntonio Cairo a firmare gli arresti domiciliari nei confronti di sette indagati, tra imprenditori privati nel campo farmaceuticoedesponentidellasanità pubblica. Ma andiamo con ordine: finiscono ai domiciliari Lucia Roncetti, ex direttore operativo centralizzazione acquisti della So.Re.Sa spa, in uno scenario in cui risulta indagato anche Francesco Tancredi, ex direttore generale della Soresa, e che vede finire ai domiciliari l'imprenditore farmaceutico Massimo Petrone; il direttore amministrativo dell'aziendaospedaliera della seconda università di Napoli, Pasquale Corcione;GiulianoTagliabue,amministratore unico della Biotest Italia srl; Renato Carelli, direttore vendite della società; Giuliana Rammairone, responsabile dell'Ufficio contratti e appalti dell'azienda ospedaliera della Seconda università; mentre nella seratadi ieri è stata notificatala misuracautelare aidomiciliari ancheaEnrico D'Aiuto, responsabile delle vendite della società Biotest Italia srl. Tutti gli indagati potranno chiarire la propria versione nel corso degli interrogatori di garanzia, mentre il rettore della Sun, Giuseppe Paolisso, intervienesulcoinvolgimento di Corcione:«Fermorestando che attendiamo che la magistratura faccia il suo corso - ha detto Paolisso - e nella certezzacheildirettore Corcione e l'eventualepersonale dell'azienda coinvoltosapràdimostrare la sua estraneità a fatti, tengoasottolineare l'autonomia amministrativa dell'Azienda Ospedaliera Universitaria che dipende, quanto a verifiche e controlli, dalla Regione Campania, senza che l'Università possa in alcun modo intervenire. Le sinergietraAteneo el'azienda Policlinicoriguardano esclusivamentel'obbligo di quest'ultima di garantire livelli assistenziali adeguati secondo quelli che sono gli standard didattici». Inchiesta del pool mani pulite del procuratore aggiunto Alfonso D'Avino, al termine del lavoro svolto dal pm Francesco De Falco (oggi alla Dda di Napoli). Associazione per delinquere, turbativa d'asta e falso, le accuse mosse dalla Procura di Giovanni Colangelo. Stando a quanto emerge dagli accertamenti dei carabinieri del Nas, la società Biotest Italiasrl edalcuni componenti del gruppoimprenditorialeche facapoa Massimo Petrone avevano stretto un «patto di fedeltà» che aveva di mira il controllo illegale delle forniture di prodotti farmaceutici in Campania ed in altre regioni. Uncontributodecisoalleindagini,sottolineail procuratore aggiunto, è giunto dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dalle attività di appostamento e di pedinamento, che hanno di voltain volta documentato i rapporti «collusivi» tra manager privati (uniti in una sorta di holding che avrebbe turbato le regole del mercato) ed esponenti della sanità regionale. Sono quattro le gare di appalto per la fornituradimedicinali sucui si è concentrata l'attenzione degli inquirenti,relative al periodo2009-2010, l'ultima fase della gestione Bassolino: quella per la fornitura di albumina umana, immunoglobulina ed altri medicinali alle Asl e alle Aziende ospedaliere della Campania per 18 mesi, dell'importo di 16 milionie mezzo, aggiudicata alla Eupharmed srl; quella per la fornitura di albumina umana al 20 per cento indetta dall'Azienda ospedalieri Monaldi - Cotugno Cto, per un importo di 180.000 euro, aggiudicata alla Octapharma Italy SPA; poi la fornitura di albumina umana all'Asl Na 3 di Castellammare di Stabia, aggiudicata alla farmacia Massimo Petrone per 235.000 euro; la fornitura di flaconi di albumina umana per un anno aggiudicata dall'Azienda ospedaliera della Seconda università di NapoliallaFarmacia Massimo Petrone per oltre 300.000 euro. Chiara la ricostruzione della Procura di Napoli. Per anni, società separate le une dalle altre avrebbero fatto cartello, riuscendo a strappare appalti per la fornitura di albumina e immonoglobulina. Centinaia le intercettazioni agli atti, parlano a ruota libera alcuni indagati - centrale il ruolo di Massimo Petrone e di Enrico D'Aiuto, dicono gli inquirenti - l'obiettivo SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'inchiesta 14/11/2014 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 2 (diffusione:79573, tiratura:108314) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato è strappare appalti, «conquistare questo o quell'ospedale», elimanare a monte ogni genere di concorrenza. Foto: Le accuse Associazione per delinquere, turbativa d'asta e falso sono le accuse mosse dalla Procura di Napoli dopo l'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino (in foto nella pagina accanto) 14/11/2014 Il Venerdi di Repubblica - N.1391 - 14 novembre 2014 Pag. 48 (diffusione:687955, tiratura:539384) Maria Zegarelli ROMA. Sulla pillola del giorno la Camera, stavolta, senbra decisa a non fermarsi e al Policlinico Gemelli, che ad agosto si è aggiudicato l'appalto per tutti i servizi medici e infermieristici di Montecitorio, dice: «O ci mandano un medico non obiettore oppure lo cerchiamo noi, ma a spese loro» spiega Paolo Fontanelli, uno dei questori che ha seguito il caso delle due deputate alle quali, lo scorso ottobre, è stata negata la prescrizione della pillola del giorno dopo perché il personale del Gemelli pratica l'obiezione di coscienza. Se il Gemelli non provvederà a sue spese, stipulando una convenzione con medici non obiettori, lo farà la Camera, rivolgendosi alla Asl e sottraendo la somma necessaria al capitolato d'appalto previsto. Decisione questa a cui è arrivato il Collegio dei Questori della Camera, al termine di una riunione nel corso della quale si è afrontata la questione spinosissima. Telefonate «molto cordiali» ce ne sono state diverse, negli ultimi giorni, tra Montecitorio e la struttura ospedaliera, ma le posizioni sono chiare: il Policlinico non è in grado di garantire quel servizio. «Per noi la questione è risolta, la Camera dispone di medici che possono fare prescrizione d'urgenza» ha spiegato al Venerdì Nicola Cerbino, responsabile della comunicazione del Gemelli. In realtà le cose non stanno esattamente così: l'unico «esterno» è una dottoressa, ex coordinatrice dei servizi medici, andata in pensione lo scorso agosto, con la quale la Camera ha stipulato una convenzione che scade a fine anno. Dopo il caso delle due deputate costrette a rivolgersi altrove per avere la prescrizione della pillola del giorno dopo, i questori le hanno chiesto di garantire questo servizio, che pure non rientra tra le sue mansioni. Il problema si ripresenterà a gennaio, se non sarà trovata una soluzione prima. Per questo si sta pensando a una convenzione con la Asl, dal momento che il Gemelli, che già lo scorso anno era stato al centro di un'accesa polemica per lo stesso motivo, non sembra intenzionato a rivolgersi a personale esterno malgrado, come insistono alla Camera, sia tenuto a garantire tutte le prestazioni. IMAGOECONOMICA ,ANDREAS SOLARO/AFP/GEtty IMAGES) Foto: Sopra, il policlinico gemelli a Roma. A sinistra, paolo Fontanelli (Pd), questore alla Camera SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pillola del giorno dopo, il gemelli sfida la camera 14/11/2014 Il Venerdi di Repubblica - N.1391 - 14 novembre 2014 Pag. 64 (diffusione:687955, tiratura:539384) Alex saragosa I(presunti) elisir di lunga vita vengono sempre da luoghi misteriosi. E così è anche per l'ultimo, la rapamicina, una molecola estratta da batteri dell'Isola di Pasqua (Rapa Nui), da decenni usata contro il rigetto degli organi trapiantati. Questo farmaco è stato una delle star del Simposio di Geroprotezione tenutosi a Basilea, dove sono stati presentati i trattamenti antinvecchiamento più promettenti. Già nel 2009 fu dimostrato che dando rapamicina a topi di 600 giorni, l'equivalente di 60 anni umani, li si faceva vivere fino a un 14 per cento in più della media. L'efetto è legato all'azione inibitoria del farmaco sulla proteina mTor, regolatrice dell'attività cellulare, azione che fa diminuire respirazione cellulare e produzione di radicali liberi. Peccato però che la rapamicina sia anche un immunosoppressore, e favorisca quindi l'insorgere di infezioni e tumori. Ora però Novartis ha pre sentato un suo derivato, l'everolimus, che, pur mantenendo l'azione su mTor, potenzia anche la risposta immunitaria: testato su 218 volontari ha fatto crescere del 20 per cento la produzione di anticorpi dopo la vaccinazione antinuenzale. Un altro insospettato elisir di lunga vita pare sia la metformina, usata dai diabetici per abbassare la glicemia. Uno studio condotto dall'Albert Einstein College di New York, su 180 mila diabetici inglesi seguiti per cinque anni, ha mostrato che quelli che la usavano avevano una mortalità ridotta del 15 per cento ri spetto a un analogo campione di persone non diabetiche. Già è difuso invece l'uso quotidiano, in funzione anti-age, di aspirina e statine, sperando che allunghino la vita a noi umani, come hanno dimostrato di poter fare su animali. «Il punto è però che si interviene un po' a casaccio su una cosa estremamente complessa» dice il professor Giuseppe Paolisso, presidente della Società italiana di geriatria. «Se, come sostiene la teoria più accreditata, l'invecchiamento è il risultato della produzione di radicali liberi da parte della respirazione cellulare, vuol dire che in realtà si invecchia fin dal nostro primo respiro, e che la vita non è che il mantenimento di un delicato equilibrio fra produzione di energia e contenimento dei danni che questo causa. Intervenire su un meccanismo così continuo, complicato e pervasivo con questo o quel farmaco credo che avrà risultati modesti, se non, alla lunga, negativi». Ma sui topi alcuni di questi farmaci hanno funzionato. «Gli uomini hanno un organismo fatto per vivere ottanta o più anni, i topi per appena tre: allungare la loro vita è molto più facile». Forse allora possiamo sperare in interventi più radicali, tipo cellule staminali o organi costruiti in laboratorio. «Certo nei prossimi anni da queste strade verranno soluzioni ai grandi killer degli anziani, malattie cardiovascolari, tumori e demenze. E, una volta diventate comuni, le nuove cure potranno farci progredire ancora nell'allungamento della vita media. Il margine c'è: oggi siamo sugli 80 anni, ma la massima stimata è sui 120». Niente immortalità, quindi. «Anche in presenza di una salute eccezionale, il nostro corpo non pare fatto per durare oltre i 120 anni: per esempio, una recente ricerca olandese indica che le staminali che rigenerano il sangue si esaurirebbero intorno a quel limite. Ma prima di pensare a come riparare i danni dell'età, conviene prevenirli. E in questo basta imparare dai centenari, che invariabilmente sono persone fisicamente attive fino in tarda età e che seguono una dieta parca ed equilibrata». getty Foto: La European veterans Athletic Championship 2014 di Izmir (Turchia) . L'edizione 2015 sarà a Grosseto. Sotto, una cellula nervosa vista al microscopio SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Obiettivo 120 anni: le nuove promesse dei vecchi farmaci 14/11/2014 Il Venerdi di Repubblica - N.1391 - 14 novembre 2014 Pag. 64 (diffusione:687955, tiratura:539384) l'uomo che usa le staminali contro la cecità Giuliano Aluf Robert Lanza (nella foto) , direttore scientifco della compagnia americana Advanced Cell Technology, è considerato dal Time tra le cento persone più infuenti del mondo. È stato il primo a clonare cellule umane adulte, sostituendo, nel nucleo di una cellula, il Dna originario con quello di un donatore. Ora, in uno studio sulla rivista medica The Lancet, Lanza presenta una nuova cura per le malattie degenerative degli occhi. in cosa consiste il suo metodo? « Abbiamo preso cellule staminali embrionali e le abbiamo diferenziate in cellule dell'epitelio pigmentato retinico. Le abbiamo iniettate sotto la retina di 18 pazienti afetti da malattia di Stargardt (la forma più comune di cecità giovanile) e degenerazione maculare (la maggiore causa di cecità nel mondo sviluppato). Per nessuna di queste due malattie esistevano trattamenti. Abbiamo seguito i pazienti per tre anni: in dieci di loro l'acutezza visiva, ossia la capacità di distinguere i dettagli di un oggetto, è migliorata. In sette è rimasta immutata, e solo in un caso è peggiorata. Non c'è stato rigetto, né proliferazione di tumori». Di quanto migliora la vista? «I pazienti migliorati hanno potuto distinguere tre righe in più sulla tabella degli oculisti. Con notevoli miglioramenti nella visione generale e periferica, da vicino e a distanza: abbiamo raddoppiato il loro angolo visivo. Invece i pazienti del gruppo di controllo non sono migliorati». Cosa ci riserva il futuro delle staminali? «Il trattamento della cecità è solo la punta dell'iceberg. Grazie alle staminali pluripotenti potremo avere cellule che producono insulina per curare il diabete, rigenerare il miocardio per i problemi di cuore, ricreare cellule nervose per trattare gli ictus, il Parkinson e l'Alzheimer». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato beautiful mind 14/11/2014 Osservatore Romano Pag. 1 (tiratura:60000) Segnali di speranza nella lotta all'eb ola GINEVRA , 13. Oltre cinquemila morti e 14.000 casi: resta critica la situazione nei Paesi africani colpiti dall'epidemia di ebola, anche se s'intravedono segni di miglioramento o quantomeno di stabilizzazione. Questi i punti centrali dell'ultimo bollettino, diffuso ieri, dall'O rganizzazione mondiale della sanità (Oms). Secondo il documento, il numero dei morti si è attestato, nell'ultimo bilancio, a quota 5160, mentre i casi sono invece 14.098 distribuiti soprattutto nei tre Paesi dove ha avuto origine il contagio (Sierra Leone, Liberia e Guinea) mentre in Mali si contano quattro pazienti, tutti deceduti. Il documento rileva tuttavia qualche segno di speranza. «L'incidenza dei casi non sta aumentando in Guinea e Liberia - si legge nel bollettino dell'Oms mentre c'è un forte aumento in Sierra Leone». Nei tre Paesi più affetti sono stati aperti 19 dei 53 centri di trattamento programmati, mentre 140 team specializzati nelle sepolture in sicurezza sono stati dislocati sul campo. «I campioni da tutti i 53 distretti interessati - ha sottolineato l'Oms - possono essere inviati in un laboratorio entro ventiquattro ore». Che ci sia ancora molto da fare lo conferma anche l'appello di diverse ong britanniche. Nei prossimi mesi, affermano gli esperti, un parto su sette nei Paesi africani colpiti dal virus potrebbe portare alla morte della mamma, fino a 120.000 donne, a causa dei servizi sanitari sopraffatti dall'epidemia e dalla paura, specie per effettuare parti cesarei. Intanto, l'organizzazione internazionale Medici senza frontiere (Msf), sotto l'egida dell'Oms, ha annunciato oggi l'avvio dei primi test di nuovi trattamenti contro il virus in Guinea e Liberia. «In assenza di un trattamento specifico per questa epidemia - si legge in una nota - questi test hanno lo scopo di cercare una terapia efficace». I test saranno controllati dall'università di Oxford, dall'Istituto francese per la salute e la ricerca medica e dall'Istituto di medicina tropicale di Anversa. «Questa - ha detto Annick Antierens, che coordina le prove per Msf - è una partnership internazionale senza precedenti che rappresenta una speranza per i pazienti di ottenere finalmente un vero e proprio trattamento di una malattia che uccide oggi tra il cinquanta e l'ottanta per cento delle persone infettate». Nel frattempo, ieri l'Uganda è stata dichiarata libera dalla febbre emorragica di Marburg, una malattia con sintomi e modalità molto simili all'ebola, che aveva ucciso un medico a Kampala lo scorso 28 settembre. «Da allora non sono stati più registrati casi - ha detto il ministro della Sanità Sarah Achieng Opendi - e questo significa che la diffusione del virus è stata bloccata». Il virus di Marburg si trasmette tramite il contatto con i fluidi corporei e provoca emorragie, febbre alta, vomito e diarrea: gli stessi sintomi dell'eb ola. La febbre di Marburg aveva causato la morte di un radiologo in servizio al Mengo Hospital di Kampala. Dopo il decesso, per 42 giorni, sono state monitorate 197 persone a rischio contagio. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Per l'Oms l'allerta resta alta anche se si registrano miglioramenti 14/11/2014 Corriere della Sera - Sette - N.46 - 14 novembre 2014 Pag. 56 lo Schindler anti-regime È un best-seller il libro sulla storia dell'uomo che salvò una "lista" di nemici di Pinochet Rocco Cotroneo cile Un libro è in testa da mesi nelle vendite in Cile, la vicenda di un oppositore della dittatura militare che negli anni Settanta mise a serio rischio la sua vita per salvare decine di perseguitati. E per una straordinaria coincidenza Jorge Schindler, il protagonista, è omonimo del coraggioso imprenditore tedesco che sottrasse ai lager centinaia di ebrei durante il nazismo. "La lista del Schindler chileno", è il titolo del libro scritto dal giornalista Manuel Salazar, e ripercorre una storia finora poco conosciuta. Dopo il golpe del 1973, Jorge Schindler, militante del partito comunista cileno, perde il lavoro in un ufficio statale a causa delle sue idee ed è tentato di fuggire all'estero per evitare il peggio. Decide invece di restare, dopo che un amico gli propone di aprire in società una farmacia. Dal primo negozio ne sorgeranno altri quattro e Schindler chiama a lavorare nella catena soltanto oppositori ricercati dal regime sotto falso nome. La sua "lista" arrivò a contare cento persone. «Molti di noi non facevano nulla, era appena uno schermo per proteggersi», ha raccontato Alsino Garcia, il quale tuttora dirige una delle farmacie. Da lì passarono anche due poliziotti che erano stati guardie del corpo di Allende, e resistettero con lui durante il bombardamento della Moneda, l'11 settembre del 1973. La rete delle farmacie servì anche per tenere in vita clandestinamente il partito. Gli impiegati di Schindler usavano parrucche, barbe finte e altri sistemi per nascondere la loro identità. Tra loro parlavano con un codice prestabilito. Il trucco funzionò per cinque anni, fino al 1978, quando attorno a Schindler si strinse il cerchio della polizia politica di Pinochet. Appena un paio dei suoi compagni vennero catturati. All'inizio del 1979 Schindler decise di lasciare il Cile per la Germania, dove vive tuttora, a 75 anni, e dirige una agenzia di viaggi. perù Un paese troppo costruito Nei prossimi anni il conflitto tra sviluppo e ambiente potrebbe raggiungere picchi preoccupanti in Perù, in quanto nel Paese andino il 96 per cento delle aree concesse dal governo per varie attività sono abitate. È il risultato di uno studio presentato in vista della cupola COP 20 sui cambiamenti climatici che si svolgerà a Lima in dicembre. Negli ultimi anni la percentuale di territorio nazionale assegnato all'estrazione di gas e petrolio, costruzione di miniere e varie attività agricole è arrivata addirittura al 40 per cento del totale. Quasi ovunque a essere coinvolte sono comunità indigene o piccole comunità contadine, in Amazzonia o sulle Ande. Lo studio segnala che le popolazioni locali sono una "controparte non riconosciuta" negli accordi di concessione e che i conflitti per la terra possono rendere difficile la convenienza economica di queste attività. In Perù il riconoscimento di territori indigeni è lento e difficile: oltre mille comunità hanno presentato richieste per 20 milioni di ettari. La deforestazione illegale preme soprattutto nelle regioni amazzoniche sulle quali esistono rivendicazioni. ecUador il prezzo è giusto (via web) Una norma sulla trasparenza obbligherà i supermercati in Ecuador a pubblicare sulle rispettive pagine web i prezzi dei prodotti in vendita. L'aggiornamento sarà mensile e i consumatori sono incoraggiati a controllare la veridicità dei listini e riportare eventuali abusi. La norma si applica ai prodotti alimentari e quelli per igiene e pulizia. Gli esercenti sono obbligati a ricevere ogni forma di pagamento oltre il contante, con l'obiettivo di trasformare in futuro tutti gli acquisti in forma elettronica. cUba © riproduzione riservata risorge una chiesa cattolica, dopo 55 anni Il governo cubano ha autorizzato la costruzione di una chiesa cattolica per la prima volta dalla Rivoluzione, cioè dopo 55 anni. Verrà finanziata con donazioni di fedeli arrivate da Tampa, in Florida, per sorgere nella città di Sandino, in una regione agricola all'estremo ovest dell'isola. «È la chiara dimostrazione che si è aperta una nuova era, un ulteriore miglioramento dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato», ha spiegato Enrique Lopez Oliva, professore di storia delle religioni all'Università dell'Avana. La chiesa potrà ospitare 200 fedeli. Negli ultimi anni il governo cubano ha ripristinato le festività religiose e permesso la trasmissione delle messe in tv. È caduto anche il divieto di culto per i membri del Partito comunista. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato latinos / 14/11/2014 Corriere della Sera - Sette - N.46 - 14 novembre 2014 Pag. 84 In bici o in gruppo per capire come si conquista la salute Bimbi, giovani e adulti che soffrono di diabete hanno confrontato i loro stili di vita per un anno sul web. Ora un comitato scientifco ha raccolto le testimonianze in un lavoro che offre nuovi spunti alla medicina Stefano Rodi Ci sono cifre, e storie. Sono altrettanto importanti. Il diabete, oltre a essere una sindrome che dipende dal malfunzionamento dell'insulina, l'ormone che controlla il metabolismo del glucosio, è questo: una malattia che riguarda 346 milioni di persone nel mondo, 52 in Europa, 3 in Italia. Prima nel 2006, poi nel 2011, l'Onu l'ha dichiarato «pandemia in grado di minacciare lo sviluppo socioeconomico globale»: nel 2035 potrebbero essere 600 i milioni di persone coinvolte; uno "tsunami" secondo il segretario generale Ban Ki-moon. Nel nostro Paese, ogni ora, tre persone muoiono a causa di questa malattia. Chi ne soffre non può più smettere di curarsi, non tanto e non solo con i farmaci, quanto con lo stile di vita. Naviga a vista ma, se impara a farlo, può andare lontanissimo. Molto più di tanti sani. Gli esempi come sempre insegnano molto, e possono diventare modelli. Come quello di Andrea Pirovano, che corre in bicicletta e ha fondato una squadra Under 23/Elite, categoria che equivale alla Primavera del calcio: da lì arrivano i talenti che poi diventano professionisti. Insomma non è un gioco, si corre per vincere. E ci si allena 7 giorni su 7, 11 mesi all'anno. Nella squadra Fly Cycling Team di Andrea ci sono 11 corridori; oltre a lui altri tre con il diabete. Quanto contanoi ricordi. «Ho scoperto cosa fosse a 17 anni: in un'ora dentro a una stanzetta triste un medico mi ha spiegato come sarebbe cambiata la mia vita». Lui ha fatto solo tre domande: «Cos'è? Come funziona? Posso continuare ad andare in bici?». Gli hanno detto di sì, che il movimento fa bene, forse senza sapere cosa intendeva lui per "andare in bici". Andrea è entrato nella sua prima squadra a 18 anni, nella Marianense FC, dove ha incontrato l'allenatore che adesso è il suo socio a guida del Fly Team. Ha fatto tutti gli esami clinici necessari, poi è andato da un famosissimo medico dello sport che lavorava in zona perché gli frmasse il certifcato di idoneità che gli serviva, e gli spettava. «Mi ha detto: "Per me sarebbe meglio se i diabetici stessero a casa a fare la calza"."Quella la farò quando sarò vecchio" gli ho risposto. "Adesso voglio il mio certifcato per andare a correre"». Fine della conversazione, inizio delle gare in bici, ovviamente seguito da altri medici. Più bravi. Il loro parere è importante, «ma alla fne sono io che devo capire come sto e cosa mi serve». Usa il microinfusore, un piccolo apparecchio che immette insulina nel corpo in continuazione e a dosi regolabili attraverso un catetere, inserito nell'addome che mantiene costante l'insulinemia. Ha dei comandi che consentono di aumentare, se necessario, le dosi. «Io, in corsa, devo essere a circa 170 di glicemia». Conosce la "sua" macchina come un pilota. Va forte e il ciclismo è la sua vita, per ora. Poi si vedrà. L'incontro con quel medico sportivo, quando aveva 17 anni, è uno dei più brutti ricordi della sua vita da malato. Ce ne sono altri belli. E si ripetono spesso. «Quando sono fuori ad allenarmi da solo a volte mi accorgo che ho dietro un altro ciclista che sfrutta la mia scia in modo da fare meno fatica». In gergo si dice "succhiare la ruota". Il problema è che per gli "amatori" resistere dietro ad Andrea, a 50 km all'ora, è un'impresa che può durare una manciata di chilometri. «Quando arriviamo a un semaforo, o a un incrocio, dove rallento, è capitato che chi mi stava dietro riconoscesse la maglia della mia squadra e, col fatone, mi chiedesse: "Ma tu sei uno di quelli con il diabete? Bravissimo, complimenti"». Ecco, questi sono ricordi belli, alla faccia di quel medico della calza. La parte psicologica conta molto, come sempre, come in tutte le malattie, come in tutta la vita del resto. Ma, se ci si ammala da bambini, forse conta di più. Tiziana Buriola, nonostante sua madre soffra di diabete, non ha capito fno in fondo di cosa si trattasse fno a quando si è ammalata anche sua fglia Matilde, a dieci anni. «È come se arrivasse in casa un ospite indesiderato, a pranzo e cena. E anche a colazione. Per sempre». Si impara a convivere con questo convitato di pietra ma non è facile. La quinta elementare è tempo di giochi e, volendo, di compiti, non di buchi nelle dita e di punture di insulina. Piccoli grandi esempi. «Il sospetto che avesse il diabete l'ho avuto un pomeriggio in cui ho visto che ha bevuto mezzo litro d'acqua ma, a casa di mia mamma, le ho misurato i valori con il glucometro e aveva 110. Mi sono SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Medicina Il progetto "5azioni" presentato alla Camera per avviare una campagna di informazione nel 2015 14/11/2014 Corriere della Sera - Sette - N.46 - 14 novembre 2014 Pag. 84 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato messa tranquilla, e ho sbagliato. Venti giorni dopo siamo corsi in ospedale d'urgenza: 569 di glicemia». Fine dei dubbi: diabete di tipo 1 mellito e ospite indesiderato in casa. Poi il tempo passa, quattro anni da quel giorno. Matilde è un tipetto tosto. Ha cominciato a farsi i buchi nel dito da sola già in ospedale, le punture di insulina dopo due mesi. Anche la sorellina più piccola, Agata, che adesso ha otto anni, ha imparato a trattare il diabete come si merita. A volte va da sua mamma e dice: «Guarda che ha 240, ma non dire che te l'ho detto io». Oppure chiede direttamente: «Ma Mati, sei in ipo?». Bambini malati? Non è giusto, non vale. È una vigliaccata, verrebbe da dire. Ma chi l'ha inventata? Eppure è così; è la vita. Anche quella di Giacomo Trapani, che adesso fa il maestro d'infanzia ed è presidente dell'Ada, Associazione diabetici alcamese. Si è ammalato anche lui da bambino, a otto anni, nel 1986. Altri tempi, quelli delle siringhe da bollire, che ai bambini non sono mai piaciute. E lui era diverso da Matilde: se la dava a gambe. «Solo per fare il controllo ci voleva un'ora, se riuscivano a prendermi subito, se no anche di più: bucare il dito, mettere il sangue sulla striscia reattiva, aspettare 10 minuti, inserirla in un apparecchio grosso come una playstation di adesso e attendere». Altro che giochi d'infanzia. «Quello che mancava completamente in quegli anni era un supporto psicologico, non solo per i malati, ma anche per i loro famigliari. Resta molto da fare anche adesso perché una cosa importantissima per affrontare bene questa malattia è che chi ne soffre non deve essere seguito solo dal diabetologo». L'esperienza di Giacomo è maturata sul campo e gli è servita per capire che per seguire i malati e le loro famiglie «ci vuole un team: diabetologo, dietologo o comunque esperto di alimentazione, psicologo, cardiologo e quello che si defnisce un "diabetico guida", cioè un altro malato esperto che conosce questa malattia perché ce l'ha e sa che non si deve mai abbassare la guardia e, a quel punto, si può fare anche una vita normale come faccio io». Quelle di Andrea, Matilde e Giacomo sono solo alcune delle storie che rientrano nel progetto 5azioni (www.5azioni.it), voluto da Sanof, presentato il 12 novembre alla Camera del deputati, che darà vita a una campagna di informazione per tutto il 2015 che parte proprio dalle esperienze e dalle idee dei tanti malati che nel corso dell'ultimo anno hanno partecipato a un apposito dibattito online. Da tutto quel lavoro un comitato scientifco ha preso spunto e ha selezionato 60 progetti dividendoli in cinque sezioni: sport, alimentazione, bambini, maternità e tecnologia. Nicoletta Musacchio è un medico diabetologo che fa parte del comitato scientifco: «È stato fatto un lavoro importante per tante ragioni ma credo che una valga più di tutte: in questo progetto emergono i bisogni veri dei pazienti. Il diabete è una malattia cronica. L'effcacia della cura dipende dal ruolo che assume chi ne soffre, da come la affronta, dal suo stile di vita». Quello della dottoressa Musacchio alla fne è un appello, e questo progetto è fnito alla Camera anche per questo: «I diabetici non devono sentirsi soli, e il sistema sanitario nazionale deve comprendere che attorno a loro serve il lavoro di un team qualifcato». Lo diceva anche Giacomo Trapani. Medici e pazienti, quindi, la pensano allo stesso modo. È un buon punto di partenza. Foto: Una bella coppia Matilde con la mamma Tiziana Buriola, presidente di Insù Agd Pordenone, associazione avviata nel maggio 2012 da un piccolo gruppo di genitori con fgli affetti da diabete mellito tipo 1, e da alcune persone sensibili al problema. Le foto del servizio, scattate da Fabio Boni, fanno parte di una mostra esposta al Chiostro del Bramante a Roma dal 12 novembre. Foto: Maestro e corridori A sinistra, Giacomo Trapani, maestro d'asilo e presidente di Ada, Associazione diabetici alcamese e fondatore del blog maestrogiacomo.it. A destra, Andrea Pirovano (al centro), ciclista fondatore della squadra Fly Cycling Team, con due suoi compagni di squadra: Luca Lucini (a sinistra) e Andrea Pusatori (a destra). Quando uno scopre di avere il diabete non può più smettere di curarsi. In Italia sono tre milioni le persone che soffrono di questa patologia 14/11/2014 Internazionale - N.1077 - 20 novembre 2014 Pag. 42 (tiratura:130000) Non invidiate la Germania Investimenti scarsi, infrastrutture fatiscenti, un sistema scolastico in declino. L'economia tedesca, che per anni è stata presa a modello in tutta Europa, è più fragile di quanto sembri. E troppo dipendente da esportazioni e bassi salari Philippe Legrain, Prospect, Regno Unito Foto di Moises Saman Nel 1999, quando l'euro fu introdotto nei mercati finanziari, la Germania era "il malato d'Europa". L'economia ristagnava sotto il peso delle tasse e dell'eccessiva regolamentazione, mentre quattro milioni di tedeschi erano senza lavoro. Nei primi anni del nuovo millennio il paese arrancava, superato dal dinamismo e dalla crescita del Regno Unito e dell'Europa meridionale. Le cose sono cambiate dopo la crisi finanziaria del 2008. Mentre quasi tutto l'occidente era stato messo in ginocchio da roboanti ma fragili operazioni finanziarie, i tedeschi, famosi per la loro solida e stabile ingegneria industriale, sembravano improvvisamente al sicuro. Mentre gli altri paesi avevano costruito castelli di carta e debiti, la Germania aveva oculatamente risparmiato. Mentre il resto d'Europa sembrava impreparato alla nuova sfida con la Cina, le esportazioni tedesche nel paese asiatico prosperavano. Mentre la disoccupazione raggiungeva tassi record in tutto il vecchio continente, in Germania diminuiva, fino a scendere sotto i livelli precedenti alla crisi. In una fase di esplosione della spesa pubblica, il governo tedesco è riuscito perfino a raggiungere il pareggio di bilancio. Nel 2010, quando nell'eurozona si è diffuso il panico, la Germania era considerata il porto più sicuro: gli investitori erano disposti addirittura a pagare il governo afinché accettasse i loro fondi. Forte del suo status di economia più grande e popolosa d'Europa, oltre che di maggiore esportatrice e creditrice del continente, oggi la Germania sembra avere solo buone carte in mano. Molti la temono, qualcuno la detesta, ma pochi mettono in dubbio il suo primato. Leader politici e analisti di ogni orientamento e colore, da Bill Clinton a Nicolas Sarkozy, si sono messi in fila per tessere le lodi di Berlino. Nel Regno Unito, dove fino a poco tempo fa l'ammirazione per il modello renano era confinata a pochi pensatori di centrosinistra con scarsa inluenza sul vecchio governo laburista (come l'ex direttore dell'Observer Will Hutton), oggi perfino i conservatori più liberisti considerano la Germania una fonte d'ispirazione. Secondo il primo ministro David Cameron, a Londra serve "un approccio germanico alle competenze". Il ministro delle finanze George Osborne ha ricoperto di elogi la Germania in un recente articolo sul Financial Times, scritto a quattro mani con il suo collega tedesco Wolfgang Schäuble. E la strategia economica del leader laburista Ed Miliband sembra consistere soprattutto nell'imitazione del sistema tedesco. Dopo la crisi Evidentemente inebriato da tutte queste lusinghe, un politico tedesco di lungo corso ha detto scherzando che "oggi improvvisamente l'Europa parla tedesco". E nel 2013, dopo essere stata rieletta alla guida del paese, la cancelliera Angela Merkel ha dichiarato: "Quello che abbiamo fatto noi possono farlo tutti". Secondo i sostenitori del modello tedesco il futuro sarà ancora più radioso. Nel loro bestseller del 2012 Fette Jahre. Warum Deutschland eine glänzende Zukunft hat (Gli anni grassi: perché la Germania ha un futuro brillante), Bert Rürup, ex presidente del Consiglio degli esperti economici della Germania, e Dirk Heilmann, giornalista del quotidiano economico Handelsblatt, prevedono che nel 2030 la Germania diventerà il paese di grandi dimensioni più ricco del mondo per reddito pro capite. Ma questa visione della Germania come prima della classe nell'economia mondiale è infondata. L'economia tedesca non va particolarmente bene, e tanto meno può essere un modello per gli altri. Le banche non scoppiano di salute, la crescita della produttività è modesta e gli investimenti sono inadeguati. Tenendo conto dell'inlazione, l'anno scorso i tedeschi hanno guadagnato meno che nel 1999. In pratica il paese ristagna da 14 anni. In termini di pil pro capite corretto per il potere d'acquisto, la Germania è un po' più ricca del Regno Unito, ma meno di altre dodici economie avanzate, tra cui Australia, Austria, Canada, Paesi Bassi, Svezia, Svizzera e Stati Uniti. Dopo la crisi l'andamento dell'economia tedesca è stato meno disastroso di altri (all'inizio del 2014 l'economia francese era leggermente al di sopra dei livelli del 2008 e quella britannica leggermente al di sotto, mentre l'Europa meridionale è sprofondata), ma non si può certo definire travolgente. Rispetto a sei anni fa la SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In copertina 14/11/2014 Internazionale - N.1077 - 20 novembre 2014 Pag. 42 (tiratura:130000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Germania è cresciuta solo del 3,6 per cento, mentre la Svizzera e la Svezia sono cresciute entrambe più del 7 per cento. Perfino gli Stati Uniti, che sono stati l'epicentro della crisi finanziaria, hanno avuto una crescita più o meno della stessa percentuale. Se si osserva la situazione più da lontano, la prospettiva cambia. Dal duemila la Germania ha inseguito la crescita, più che guidarla, e fino al 2013 il pil tedesco è aumentato del 15 per cento, appena l'1,1 per cento all'anno: nella stessa misura della Francia, ma molto meno degli spericolati Regno Unito (21 per cento) e Stati Uniti ( 25 per cento), e perfino dei pigri paesi latini ( 19 per cento in Spagna) e degli irresponsabili irlandesi ( 30 per cento). Tra i 18 paesi dell'eurozona la Germania è al tredicesimo posto in termini di crescita. Una crescita economica sostenuta nasce da una combinazione di investimenti produttivi e aumento della produttività, e sotto entrambi gli aspetti la Germania lascia a desiderare. Dal 2000 al 2013 gli investimenti sono calati dal 22,3 al 17 per cento del pil. Nel Regno Unito sono stati ancora più bassi, ma la Germania è dietro paesi come la Francia, la Spagna e anche l'Italia. Particolarmente modesti sono stati gli investimenti pubblici: appena l'1,6 per cento del pil nel 2013, meno di Italia e Regno Unito (2 per cento) e molto meno di Francia e Svezia (3,3 per cento). Dopo anni di abbandono, le infrastrutture tedesche si stanno deteriorando. Come osserva Sebastian Dullien, del centro studi European council on foreign relations, "i ponti autostradali sono così malridotti che i camion che trasportano carichi pesanti spesso devono deviare per strade secondarie, mentre la rete dei trasporti su acqua è ancora quella di un secolo fa". Nel marzo del 2013 il canale di Kiel, un'arteria fondamentale per il commercio, è stato dichiarato temporaneamente inagibile perché due chiuse erano in pessime condizioni. Nonostante questo, nell'ultima finanziaria la cancelliera Merkel ha tagliato ulteriormente gli investimenti pubblici. Cosa ancora più grave, la Germania è rimasta indietro nella formazione professionale. Il paese spende appena il 5,7 per cento del pil in istruzione e formazione, meno della Francia e di molti altri paesi, compreso il Regno Unito, dove la spesa è del 7,6 per cento. Se all'estero i suoi contratti di apprendistato sono molto ammirati, i giovani tedeschi sono decisamente meno entusiasti: il numero dei nuovi apprendisti è sceso ai livelli minimi dalla riunificazione del 1990 e molti posti disponibili restano vuoti. Per giunta, neanche un quarto della forza lavoro tedesca ha un titolo di studio universitario: la situazione è peggiore che in diversi paesi europei, tra cui Francia, Spagna e Regno Unito. Tra i giovani ci sono meno laureati in Germania (29 per cento) che in Grecia (34 per cento). "Il paese non è stato in grado di investire nel suo sistema universitario pubblico", osserva Adam Posen, presidente del Peterson institute for international economics, un centro studi statunitense. Il primo ateneo tedesco nella graduatoria di Times Higher Education è l'Università Ludwig Maximilian di Monaco, al 46 ° posto. Anche le startup sono bloccate. In Germania avviare un'impresa è più difficile che in Russia o in Senegal, secondo la classifica Doing business della Banca mondiale. Tutte le principali aziende tedesche sono vecchie e tradizionali: non esiste una Google tedesca. Non è un caso che cinquantamila imprenditori tedeschi siano emigrati nella Silicon valley. L'euro e la produttività Investimenti fiacchi, infrastrutture cadenti, un sistema scolastico in declino, mancanza di spirito imprenditoriale: sono tutti indicatori preoccupanti. Ma la prova decisiva della stagnazione tedesca è lo scarso aumento della produttività: appena lo 0,9 per cento all'anno negli ultimi dieci anni, meno del Portogallo. Per essere un modello di riferimento, la Germania ha bisogno di tassi di produttività molto più alti. Quel poco di crescita che la Germania è riuscita a portare a casa è dovuto principalmente alle esportazioni manifatturiere, un settore in cui il paese eccelle: è secondo solo alla Cina. Dal 2000 le esportazioni sono raddoppiate, un risultato che nessun'altra economia europea è riuscita a ottenere. E mentre negli ultimi quindici anni l'attività manifatturiera si è ridotta in quasi tutti i paesi sviluppati, in Germania è cresciuta. Ma il boom delle esportazioni tedesche è meno impressionante di quanto sembri, e una dipendenza così forte dalla manifattura nei prossimi anni potrebbe rivelarsi uno svantaggio. L'andamento delle esportazioni non tiene conto dell'esternalizzazione della produzione in Europa centrale e orientale: le automobili made in Germany contengono oggi molti componenti prodotti in Slovacchia, in Ungheria e altrove. Quando però un'auto viene esportata, il valore totale viene ascritto alla Germania. Il paese è stato anche fortunato. Le sue esportazioni tradizionali - beni capitali, prodotti dell'ingegneria e chimici - sono esattamente quelle di cui aveva bisogno la Cina per la sua vertiginosa 14/11/2014 Internazionale - N.1077 - 20 novembre 2014 Pag. 42 (tiratura:130000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato espansione industriale. Anche l'euro ha costituito un vantaggio enorme. Con un valore molto più basso rispetto a quello che presumibilmente avrebbe il marco, la moneta unica ha stimolato le vendite all'estero, impedendo alla concorrenza di paesi come l'Italia di fare svalutazioni competitive per mettere fuori mercato le imprese tedesche. Fino allo scoppio della crisi l'euro ha anche aperto alla Germania le porte di un mercato in fortissima espansione nel sud dell'Europa, prima che questo venisse colpito dalla recessione. Ora che anche l'economia cinese sta rallentando e si è sganciata dalla crescita alimentata dagli investimenti, la macchina delle esportazioni si è fermata. Dall'inizio della crisi la quota tedesca sulle esportazioni mondiali è scesa dal 9,07 del 2007 all'8,01 per cento del 2013, cioè la percentuale che aveva all'inizio degli anni duemila. Inoltre, il boom delle esportazioni tedesche è avvenuto a spese dei lavoratori. Il ribasso dei salari (cominciato nel 1999 con l'accordo tra governo, imprese e sindacati più che con le riforme del lavoro del 20032005 volute dall'allora cancelliere Gerhard Schröder) e l'assenza di un salario minimo fissato per legge hanno fatto sì che alcuni lavoratori oggi guadagnino la miseria di 4 euro all'ora. Secondo l'Istituto tedesco di ricerca sull'occupazione, circa un quarto della forza lavoro tedesca è pagato meno dei due terzi del salario mediano: si tratta della seconda quota più alta tra i 17 paesi europei per cui sono disponibili dati corrispondenti. Valore aggiunto Il problema non è solo che alcuni lavoratori sono sottopagati, ma che il lavoratore tedesco medio non viene premiato per gli aumenti di produttività: oggi produce il 17,8 per cento in più all'ora rispetto al 1999, ma in proporzione guadagna meno. Alcuni partiti (in particolare i verdi e la sinistra della Linke) denunciano la stagnazione dei salari, ma per molti esponenti del mondo politico ed economico tedesco è un dato positivo, perché il contenimento del costo del lavoro aumenta la competitività delle esportazioni tedesche. Se limitare i salari ha senso dal punto di vista del singolo imprenditore, per l'economia nel suo complesso i salari non sono costi da minimizzare, ma un vantaggio da massimizzare, a patto che siano commisurati alla produttività. Quindi, se i salari bassi sono una necessità quando la produttività è bassa, tenerli al di sotto del livello della produttività è dannoso. Se le retribuzioni vengono mantenute basse artificialmente, i lavoratori hanno meno incentivi a migliorare le loro competenze e le imprese a investire e a puntare su una clientela più ricca. E se la Germania non interverrà, le produzioni che hanno un tasso di competenze, un costo del lavoro e un valore aggiunto più elevati si sposteranno altrove. "La compressione dei salari non è una strategia di crescita vincente per il futuro della Germania o dell'Europa", aferma Posen. Ci sono però dei cambiamenti in vista. Dopo che alle elezioni del 2013 il Partito liberale democratico (ex alleato della cancelliera Merkel) è rimasto escluso dal parlamento, i cristianodemocratici della Cdu (e i loro alleati cristianosociali) hanno formato una grande coalizione con i socialdemocratici dell'Spd. E l'Spd ha preteso l'introduzione di un salario minimo pari a 8,50 euro all'ora (misura che entrerà in vigore dal 2017). Nel 2011 quasi un lavoratore su quattro nell'ex Germania Est e uno su sette nell'ex Germania Ovest hanno guadagnato meno. A livello nazionale hanno preso meno del minimo salariale la metà dei dipendenti di alberghi e ristoranti e un quarto dei lavoratori del commercio al dettaglio. Il salario minimo darà un po' di respiro ai lavoratori sottopagati, ma nulla lascia pensare che gli altri avranno quanto gli spetta, specialmente nel settore manifatturiero. Per un paese come il Regno Unito, dove la manifattura vale il 10 per cento della produzione industriale, l'imponenza del settore manifatturiero può sembrare un punto di forza. Ma è davvero così? Tanto per cominciare non c'è nulla di speciale nel costruire cose. Costruire auto vale forse di più che migliorare la salute delle persone? Produrre lavatrici è più importante che programmare computer? La manifattura ha un peso ancora più rilevante in Repubblica Ceca, Irlanda e Ungheria: le economie di questi paesi sono forse considerate più forti di quella tedesca? La cosa importante non è quello che i lavoratori fanno, ma se producono valore aggiunto o meno. E anche in Germania più del 60 per cento del valore aggiunto viene dai servizi. Purtroppo la produttività in questi settori (dai trasporti alle telecomunicazioni, passando per il commercio al dettaglio e la ristorazione) è spesso bassissima, anche a causa di forti vincoli burocratici. La regolamentazione delle professioni liberali in Germania è la sesta più severa tra quelle dei 27 paesi su cui l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha realizzato uno studio. Per i professionisti, che costituiscono un decimo dell'economia tedesca, ci sono regole che stabiliscono chi può ofrire un certo tipo di servizio, le tarife che si 14/11/2014 Internazionale - N.1077 - 20 novembre 2014 Pag. 42 (tiratura:130000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato possono praticare e i limiti entro i quali si può fare pubblicità. Per fare un esempio, solo chi ha studiato farmacia può aprire una farmacia, e comunque non può mai aprirne più di quattro. E gli altri esercizi commerciali non possono fare concorrenza alle farmacie, neanche sui farmaci senza ricetta. In molte professioni ci sono restrizioni agli investimenti da parte di soggetti esterni. La debolezza del terziario in Germania è particolarmente allarmante perché l'industria difficilmente riuscirà a sfidare le leggi della storia ancora per molto. Com'è successo in passato per l'agricoltura, con il tempo il peso della manifattura sull'economia tende a diminuire: è così perfino in Cina, l'oficina del mondo. I progressi tecnologici permettono di produrre beni di maggiore qualità a un costo più basso, e il miglioramento delle condizioni economiche spinge i consumatori a spendere una percentuale più alta del proprio reddito in servizi (vacanze, sanità, aiuto domestico) anziché in beni materiali. Ecco perché l'eccessiva dipendenza della Germania dall'industria manifatturiera a conti fatti è un elemento di fragilità. Crediti e surplus Se l'economia non si adeguerà, risentirà inevitabilmente di un calo della domanda di beni, soprattutto quando la Cina scalerà posizioni nella catena del valore e le aziende cinesi cominceranno a competere direttamente con i tedeschi nel settore dei beni di alta qualità. Nei campi in cui hanno dovuto confrontarsi con la concorrenza cinese (soprattutto quello della produzione dei pannelli solari), le imprese tedesche hanno avuto dificoltà e hanno invocato misure protezionistiche da parte dell'Unione europea. La Germania, inoltre, è in una posizione particolarmente precaria perché afida a soli quattro settori - auto, macchinari, apparecchi elettronici e prodotti chimici - oltre la metà delle sue esportazioni. Il costo dell'elettricità è più che raddoppiato dal 2000, e un aumento del genere rappresenta una minaccia immediata per i settori che hanno bisogno di molta energia come la chimica. Grazie alla rivoluzione del gas di scisto, le imprese degli Stati Uniti pagano l'elettricità quasi tre volte meno dei loro concorrenti tedeschi, secondo uno studio del colosso dell'ingegneria e dell'elettronica Siemens. In più il governo tedesco sta pensando di rinunciare all'energia nucleare e di sostituirla con energie rinnovabili più costose. Per crescere e avere successo l'economia tedesca dovrà adattarsi. Purtroppo, spesso oggi è sclerotizzata. La forte regolamentazione dei mercati limita la concorrenza e favorisce le aziende consolidate rispetto ai nuovi operatori, e gli interessi dei produttori rispetto a quelli dei consumatori. La riforma del lavoro di Schröder ha contribuito a creare posti di lavoro non qualificati e a reinserire sul mercato i disoccupati di lungo corso, ma non ha reso più lessibile il mercato del lavoro tedesco. E la situazione non sta migliorando: secondo l'Ocse, dal 2007 la Germania ha introdotto meno riforme per favorire la crescita di qualsiasi altro paese avanzato. La conseguenza è che l'economia tedesca è diventata rigida e stagnante. È eficace nel tagliare i costi, ma non sa cambiare rotta. La Germania dovrà inoltre afrontare gravi problemi demografici. Con un'età media di 46 anni, la popolazione tedesca è la più anziana dell'Unione. Se le tendenze attuali saranno confermate, nel 2040 il paese avrà meno abitanti sia del Regno Unito sia della Francia. E a meno di un miracolo produttivo o di un aumento dell'immigrazione, anche l'economia ne risentirà. Un'economia con una popolazione che invecchia, in cui i salari (e quindi la spesa) sono deboli, gli investimenti latitano e il governo non s'indebita genera inevitabilmente un enorme surplus di risparmio, cioè un surplus delle partite correnti. Questo è spesso visto come un indicatore della superiore "competitività" della Germania. Ma se quello tedesco è un modello così vincente perché le imprese straniere non vogliono investire in Germania? Grazie ai suoi surplus la Germania è diventata il maggiore creditore netto d'Europa. Nel 2000 il suo patrimonio all'estero era a malapena in attivo. Alla fine del 2013 la posizione patrimoniale netta verso l'estero ammontava a ben 1.300 miliardi di euro, quasi come quella della Cina. Nell'attuale crisi del debito, la condizione di creditrice netta dà alla Germania un forte peso negoziale. Ma i suoi prestiti all'estero sono stati spesso investiti male. Negli anni dell'espansione finanziaria le grandi banche private tedesche, come la Deutsche Bank e la Commerzbank, e gli istituti di credito pubblici dei land hanno riversato enormi somme su mutui subprime americani di dubbia provenienza, hanno alimentato bolle immobiliari in Spagna e Irlanda, finanziato il boom dei consumi in Portogallo e hanno concesso prestiti in maniera scriteriata al governo greco, che nel frattempo è diventato insolvente. Contrariamente alla leggenda secondo cui i contribuenti tedeschi avrebbero salvato l'Europa meridionale, i loro prestiti ai governi dei paesi mediterranei hanno salvato 14/11/2014 Internazionale - N.1077 - 20 novembre 2014 Pag. 42 (tiratura:130000) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 37 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato soprattutto le banche tedesche e gli investitori che avevano indirizzato male i loro risparmi negli anni precedenti alla crisi. Secondo uno studio dell'istituto tedesco per la ricerca economica (Diw), tra il 2006 e il 2012 la Germania ha perso 600 miliardi di euro, pari al 22 per cento del pil, in attività finanziarie all'estero. Vista la paura che la Germania ha di perdere soldi facendo credito agli stranieri, è assurdo continuare ad accumulare surplus destinati necessariamente a essere investiti all'estero. Quando si scoprirà che i debitori non potranno pagare o non pagheranno - eventualità resa più probabile dal rifiuto di Berlino di contribuire alla crescita europea - la sua colossale esposizione verso l'estero porterà a enormi perdite. I tanto decantati surplus tedeschi delle partite correnti, quindi, sono il sintomo di un'economia malata, non di un'economia forte. La stagnazione dei salari gonfia i profitti delle imprese mentre una spesa asfittica, un settore terziario ingessato e le dificoltà delle startup deprimono gli investimenti, con il risultato che i risparmi vengono sperperati all'estero. Un futuro radioso Das Modell Deutschland , il modello tedesco, va quindi urgentemente rivisto. I lavoratori devono essere ricompensati per il loro lavoro con salari più alti. Per migliorare il tenore di vita a lungo termine, i vertici politici ed economici devono concentrarsi sull'aumento della produttività. Devono investire di più sulla crescita, intervenendo prima di tutto sulle infrastrutture fatiscenti e su un sistema scolastico in declino. Dovrebbero inoltre creare maggiori opportunità d'investimento per le aziende, favorendo la concorrenza nei mercati chiusi e rendendo la vita più semplice a chi vuole aprire un'impresa. E dovrebbero anche essere più accoglienti verso gli immigrati, che saranno fondamentali per arginare il declino demografico tedesco e porteranno nuove idee e un nuovo spirito d'impresa. La Germania eccelle nell'adattare tecnologie già esistenti e nel ridurre i costi, ma deve diventare molto più dinamica e duttile per adeguarsi ai continui cambiamenti tecnologici. Senza queste riforme il futuro del paese non sembra particolarmente radioso. A conti fatti l'aquila tedesca non si è librata così in alto come ci hanno fatto credere. E alla fine dovrà pur scendere a terra. u fas MAGNUM/CONTRASTO , MAGNUM/CONTRASTO Dal duemila i tedeschi hanno inseguito la crescita più che guidarla Da sapere Entrate e spese Rapporto tra saldo di bilancio e pil nei paesi dell'eurozona, %, previsioni per il 2014 Fonte: Der Spiegel Limite del 3 per cento di deficit consentito dal patto di stabilità Cipro Spagna Francia Irlanda Slovenia Portogallo Italia Austria Slovacchia Paesi Bassi Belgio Malta Finlandia Grecia Lettonia Estonia Lussemburgo Germania -5,6 -4,5 -4,3 -3,0 -2,9 -2,6 -4, 4 -4,1 -2,9 -2,6 -2,5 Costruire auto vale forse di più che migliorare la salute delle persone? Da sapere Crescita e occupazione Tasso di disoccupazione, % Variazione del pil, % *previsioni *previsioni Fonte: Commissione europea Eurozona Foto: L'isola di Rugen, in Meclemburgo-Pomerania, aprile 2013 Foto: Il porto di Bremerhaven, aprile 2013 Foto: Nel distretto della Pomerania anteriore-Greifswald, aprile 2013 L'AUTORE Philippe Legrain è un economista britannico. Dal 2011 al 2014 è stato consigliere economico del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 14 Carcinoma della prostata: è il tempo di una nuova prospettiva Approvata anche in Italia la nuova indicazione di abiraterone per il trattamento del carcinoma metastatico della prostata. Il carcinoma prostatico resistente alla castrazione (Crpc) è un carcinoma prostatico in progressione nonostante la terapia ormonale classica. La fase metastatica rappresenta uno stadio ancor più avanzato della malattia, caratterizzato da una cattiva prognosi e mortalità elevata. La sede di metastasi più frequente è l'osso (circa il 90% dei pazienti), con notevoli ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti. Per questi pazienti con malattia metastatica e resistente alla castrazione, non ancora sottoposti alla chemioterapia, è stato recentemente approvato Abiraterone, un farmaco con le seguenti caratteristiche: Farmaco orale; Inno varivi tà farmacologica riconosciuta da Aifa; II primo di una nuova classe di farmaci (inibitori dell'enzima CYP17); Inibitore potente ed altamente selettivo che blocca il testosterone (fattore di crescita delle cellule tumorali) all'interno del tumore ed in ogni sede di produzione. Quindi, la nuova indicazione ottenuta da Abiraterone apre una nuova opportunità terapeutica in pazienti con carcinoma prostatico metastatico, poiché ne rende possibile la somministrazione prima della chemioterapia. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NOTIZIARIO AZIENDE & PERSONE / Janssen T 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 38 Il governo della "specialistica", visto dal territorio Piero Salvadori*, Eleonora Pavone**, Valter Lelli***, Andrea Co lei precedenti articoli pubblicati su questa Rivista, abbiamo visto che il costo pro-capite della "specialistica", intesa come visite presso medici specialisti del Ssn (non in libera professione !) più gli esami diagnostici (ematologici, diagnostica per immagini ecc.) si colloca nel 2013 nella AUSL 11 di Empoli, al secondo posto nella graduatoria dei costi pro-capite con 191 euro a cittadino / anno, dopo i ricoveri ospedalieri (393 euro procapite anno), ma prima della spesa farmaceutica territoriale con 139€/anno. (Vedere Fig. N° 1) Da quanto sopra esposto e per quanto sia intuibile, se non lapalissiano, è il costo in Drg del ricovero (o comunque lo si calcoli) che rappresenta la spesa maggiore ed è qui ovviamente che, se vogliamo, possiamo incidere per dare appropriatezza e razionalità (NON razionalizzazione) al sistema. L'evidenza che sorprende un po' è che al secondo posto, dopo i ricoveri, almeno nella Ausi di Empoli, non si trova più la spesa pro-capite per la farmaceutica territoriale (oggetto negli ultimi 20 anni di attenzioni, provvedimenti e quant'altro...), ma la spesa per gli accertamenti specialistici. Tale evidenza può avere innumerevoli letture e spiegazioni: 1. la spesa per farmaci sul territorio è stata caratterizzata, negli ultimi anni, da un "costante" aumento dei consumi delle terapie croniche (sempre più a basso costo a causa della loro decadenza brevettuale) e da un progressivo aumento dei consumi dei farmaci H o specialistici (Pht) molto costosi, la cui prescrizione è riservata ai Medici Specialisti; 2. La spesa farmaceutica dopo 20 anni di interventi e "governo" è più sotto controllo rispetto alla specialistica, che presenta quindi minori margini di appropriatezza, ma maggiori margini di intervento. Ad esempio non esistono "note" ufficialinazionaliperl'uso della specialistica, così come per la farmaceutica esistono le "Note limitative Aifa" o i Piani Terapeutici; 3.il settore della specialistica si è recentemente evoluto in mezzi sempre più sofisticati (Rmn urtima generazione, Pet, esami ematochimici ormonali, ecc.) e la diminuzione del tasso di ospedalizzazione sposta l'attività diagnostica specialistica sul territorio. Molte altre potrebbero essere le ragioni di tale "sorpasso" (qualche anno fa al secondo posto dopo i ricoveri compariva la farmaceutica), ma prendendo atto di tale evidenza non resta altro da fare che valutare se il "fenomeno" è sotto controllo, chi lo genera e quali possono essere i correttivi da apportare. Intanto a suffragio della tesi esposta al precedente punto N° 1 si può vedere quanto riportato dalla figura N° 2. In essa si mostra sa: fuori controllo; l'incidenza percentuale negli anni Qil numero di ricette per la farmanella spesa farmaceutica territoceutica negli anni tende a salire: riale dei Medici Specialisti, rispetto ai Mmg. Si può notare come, pur rimanendo sempre alta la percentuale di spesa da ascrivere ai Mmg, negli ultimi 5 anni quella a carico degli specialisti è praticamente raddoppiata. Se analizziamo il trend temporale dal 2004 al 2013 relativamente alla spe- D)viceversa, il numero di prescrisa lorda ed al numero di ricette per farmaceutica o richieste per specialistica (figure N° 3 e 4) possiamo notare: A)l'anno 2005 è l'anno del sorpasso, nel quale la spesa in milioni di euro della specialistica, prima inferiore a quella della farmaceutica la sopravanza e la sorpassa; B)il trend degli anni seguenti mostra una farmaceutica in costante diminuzione (sotto controllo?) ed una specialistica in costante ascesegno evidente che non si è verificata una contrazione della assistenza ai cittadini, ma solo una maggiore appropriatezza che ha portato, a seguito delle dovute manovre nazionali e locali, ad una contrazione della spesa, ma ad un aumento delle ricette; zioni per la specialistica negli anni, mostra un effetto un po' altalenante, ma l'aumento della spesa lorda orienta verso un uso sempre più frequente della cosiddetta "diagnostica pesante" (Tac, Rmn, Pet...) che risulta più a carico degli specialisti come attività prescrittiva. Ormai da molti anni nella Ausi di E m p o 1 i (come riportato anche nell'articolo del N° 9, marzo 2014) i Mmg, come da Accordo Collettivo Nazionale, si erano liberamente aggregati in equipes (art 26 Accordo Collettivo Nazionale Medicina Generale). Recentemente sono state costituite le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali). In questi organismi, nati con fini organizzativi, assistenziali eco, si è innestata negli anni l'azione combinata tra farmacisti Ausi, Mmg e Medici di Comunità. I risultati sulla farmaceutica sono stati già ampiamente descritti, ma qui si riportano succintamente precisando come negli SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LAVORO 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 38 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato anni oltre ad una sensibile riduzione della spesa farmaceutica si è assistito ad una riduzione della variabilità prescrittiva dei Mmg, che noi abbiamo interpretato come una misura indiretta dell'aumento della appropriatezza prescrittiva. La variabilità è stata misurata con la deviazione standard della spesa procapite farmaceutica per Mmg, nel campione di Mmg della Ausi, una volta tolti dal computo quelli con numero di scelte minori di 300, che potevano mostrare estrema variabilità dovuta all'esiguo numero di scelte in carico. La fig. N° 5 mostra l'andamento descritto. Se la stessa operazione per i Mmg la facciamo anche per la specialistica, prescritta da essi, notiamo che: 1. la spesa media anziché decrescere aumenta, fino a mostrare un plateau in tempi più recenti 2. la variabilità non si riduce, ma anzi aumenta all'aumentare della spesa media (Vedere Fig. N° 6). Tali evidenze mostrano uno scarso controllo della specialistica, ma mostrano soprattutto che su questo settore c'è da fare un lavoro identico a a quello che ha portato ai risultati riportati nella Fig. N° 4. Una volta evidenziata la necessità di maggior governo della specialistica, possiamo passare ad evidenziare chi sono gli attori - prescrittori di questo fenomeno. Attualmente "scopriamo" che sul territorio la spesa per gli accertamenti specialistici è ripartita equamente tra gli Specialisti Medici 50% ed i Medici di Assistenza Primaria (48% Mmg e 2% i Pediatri di Ubera scelta). Se confrontiamo la spesa per prestazioni specialistiche con il numero di prestazioni prescritte si nota che per ciascuna categoria si evidenzia una "divaricazione" negli anni, con un allontanamento dell'allineamento costo/quantità delle prestazioni richieste, fino ad arrivare per il 2013 a 64% per i Mmg, 34% per gli specialisti ed il "solito" 2% per i Pediatri di libera scelta. Questi ultimi dati dimostrano che i Mmg prescrivono molti accertamenti (64% di tutto il prescritto sul territorio), che però coprono il 50% della spesa. Dall'altro lato i Medici Specialisti prescrivono un numero minore di accertamenti, ma di costo elevato (Vedere Fig. N° 7). Qualcuno potrebbe asserire che questa è la scoperta dell'acqua calda ed in parte lo è, infatti è plausibile che ad esempio uno specialista ortopedico prescriva Tac e/o Rmn, mentre un Mmg una glicemia, azotemia ecc... Queste ultime nel computo del numero degli accertamenti richiesti contano per una unità, ma hanno un valore economico per la comunità di gran lunga minore, rispetto a Tac e Rmn. Dietro questa asserzione quasi ovvia sta però il fatto che, posto che la variabile "accertamenti specialistici" appare scarsamente sotto controllo, pensare di governarla partendo "solo" dalla Medicina Generale, così come è stato fatto per la farmaceutica dimostra la sua inefficienza già in partenza. In più si può notare un comportamento apparentemente "strano" e cioè le incisure presenti in questa figura in corrispondenza dell'anno 2007. Sono dovute a mutamenti di registrazione nel software ed avvalorano quanto detto prima: ad una "caduta" della presenza prescrittiva dei medici specialisti, si associa una maggiore preponderanza della prescrizione dei Mmg. Quasi a sottolineare che in mancanza di un prescrittore certo (o di un induttore) l'attribuzione è effettuata quasi di default al Mmg, inteso sia come curante che come prescrittore. Conclusioni Si potrebbe concludere questo articolo semplicemente dicendo: "c'è da lavorare!". Sì ma "come" e "dove"? Il "come" lo abbiamo esplicitato nell'articolo A&A, Appropriatezza e Audit (Panorama della Sanità N° 9, marzo 2014). Nel senso che se il metodo degli incontri di audit organizzativo per i Mmg (ed i Pdf) ha portato per la farmaceutica, in un lavoro durato oltre 10 anni, ai risultati descritti nella figura N° 5 e meglio esplicitati nell'articolo citato, detto metodo può essere adottato per gli incontri di audit su farmaceutica, ricoveri, specialistica, ecc... da fare però NON solo con i Mmg ma, e soprattutto, con i Medici Specialisti. Il "dove" appunto si sostanzia nel fatto che pur spostandosi, come più volte detto, l'asse assistenziale dall'ospedale al territorio, nella nostra esperienza è pur sempre l'ospedale il luogo che necessita di maggior governo, controllo e condivisione ai fini della appropriatezza. In ultimo infine con la giusta e logica metodica dell'attribuzione del budget al prescrittore (richiedente?) della risorsa, sia essa farmaco, accertamento, ricovero ecc... la figura del Mmg come gate keeper, ordinatore di spesa, manager territoriale, viene ridimensionata a favore del Medico Specialista per il quale come detto si richiede una maggiore attenzione per il lavoro lento, metodico, ma foriero di risultati a lungo termine, per il cammino verso l'appropriatezza e l'uso responsabile delle risorse della comunità in un paese a Servizio Sanitario Pubblico (ancora!). Figura 1 Ricoveri ospedalieri Specialistica (visite spec.che e esami diagn.ci) Farmaceutica Accessi al Pronto Soccorso (senza ricovero) Percentuale spesa farmaceutica MMG VS. Specialista Figura 2 - 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 38 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 14/11/2014 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Confronto spesa farmaceutica territoriale tra MMG e Medici Specialisti -»-«/<, Spela MMG Spesa Specsri Figura 3 - Trend temporale spesa farmaceutica lorda territoriale Vs. spesa specialistica Spesa lorda per accertamenti specialistici Vs spesa farmaceutica AUSL 11 per anno N° ricette per accertamenti specialistici Vs farmaceutica AUSL 11 per auno Figura 4 - Trend numero di ricette farmaceutiche Vs. numero di ricette per esami e visite specialisticheAnni 2006 -201.1 Spesa farmaceutica media AITSL 11 i Figura 5 - Trend della spesa farmaceutica media pesata per età e deviazione standardAnni 1004 - ]I)U Spesa spec.cs media ««.lo pesato MMG Al SI, 11 e Deviazione Standard Figura 6-Trend della spesa specialistica media pesata per età e deviazione standardrescritto» MMG n Specialista Figura 7 - Trend del numero di prescrizioni e relativa spesa: MMG Vs Medici Specialisti. Foto: *Medico, Azienda USL 11 Empoli **Farmacista, AUSL Empoli ***Sistemi Informativi e Tecnologie Informatiche, AUSL Empoli ****borsista, Sistemi Informativi e Tecnologie Informatiche, AUSL Empoli VITA IN FARMACIA 21 articoli 14/11/2014 Corriere della Sera - Bergamo Pag. 6 (diffusione:619980, tiratura:779916) In farmacia arriva lo psicologo low cost Pietro Tosca Non solo medicine nelle farmacie di Treviglio: da oggi è disponibile anche l'aiuto di una psicologa. Un progetto innovativo per la Bergamasca che vede fianco a fianco Comune e privati per combattere il disagio psicologico. Nelle tre sedi di Ygea, le farmacie comunali, e nella farmacia Piccinelli di Patrizia Siliprandi, sarà possibile prenotare un ciclo d'incontri con una psicoterapeuta. L'iniziativa nasce da un'esperienza pilota del 2009 fatta dall'Università del Sacro Cuore di Milano. A Treviglio sarà gestito dalla psicoterapeuta trevigliese Federica Noci che spiega: «Solo una minima parte delle persone affette da disagio psicologico chiede aiuto. Oltre alla difficoltà economica e alla fatica di esporsi, si è frenati dalla paura di perdere la stima sociale o dalla convinzione che di accusare solo un malessere di tipo fisico. La farmacia e il rapporto fiduciario con il farmacista può invece aiutare a superare questi ostacoli». Per facilitare l'accesso a tutte le fasce sociali, le consulenze (in pacchetti di due o tre incontri) avranno un prezzo calmierato tra i 25 euro e 35 euro, un risultato possibile grazie alla disponibilità della psicoterapeuta e alle farmacie che forniscono gratuitamente le sedi. «Gli incontri avranno uno scopo di screening - spiega la Noci - orientando poi le persone verso il servizio più adatto». «Abbiamo sostenuto questo progetto - dice il sindaco Giuseppe Pezzoni - perché, ribaltando la logica dominante, porta un servizio importante vicino alle persone». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: L'iniziativa Il costo per ogni incontro con lo psicologo in farmacia varierà dai 25 ai 35 euro VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato A Treviglio 14/11/2014 La Repubblica - Bologna Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Zoe, 17 mesi, operata all'anca al Rizzoli l'intervento da record ROSARIO DI RAIMONDO ÈNATA con una forma rara di tumore alle ossa. Così, poco tempo fa, a soli 17 mesi di vita, i medici le hanno impiantato una protesi che oggi le consente di camminare. Un intervento ortopedico unico al mondo quello realizzato all'Istituto Rizzoli dal chirurgo Marco Manfrini e dal suo staff. Zoe adesso ha due annie mezzo.E si muove come le bambine della sue età. FIN da piccolissima, la bimba che oggi vive ad Atene e ha commosso un intero ospedale aveva una forma rara di tumore al femore. «Dovevamo prima eliminare la parte dell'osso attaccata dalla malattia e poi sostituirla - spiega Manfrini, che coordina uno specifico Centro nel reparto di clinica ortopedica diretto da Davide Maria Donati - Ma dovevamo capire come, visto che nella letteratura scientifica non ci sono ad oggi casi di impianto di protesi d'anca in pazienti così piccoli, non ancora in grado di camminare». Sono state due le scelte decisive fatte dai medici del Rizzoli. La prima riguarda l'utilizzo di un innesto osseo, cioè tessuto proveniente da un donatore che consente di asportare solo la parte malata, in modo che la restante parte cresca normalmente. La seconda riguarda l'utilizzo della protesi. Quelle a disposizione erano troppo grandi per una bimba di quell'età. Così il prodotto è stato letteralmente modellato e adattato alla gamba in sala operatoria. Questa non è solo la storia di un intervento unico, ma anche un grande gioco di squadra, che ha coinvolto, oltre a Manfrini, il laboratorio di Tecnologia medica diretto da Aldo Toni, l'ingegnere Fulvia Taddei e Pier Maria Fornasari, che dirige la Banca dell'osso. Tutti insieme hanno contribuito a realizzare un modello virtuale della gamba di Zoe. Così, spiega il Rizzoli, è stato possibile «ridurre significativamente i tempi dell'intervento, particolarmente delicato a livello anestesiologico non avendo mai eseguito un'operazione di questo tipo su una paziente così piccola». Oggi Zoe sta bene: «Cammina come tutti gli altri bimbi della sua età». Foto: Il chirurgo Marco Manfrini VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA STORIA 14/11/2014 La Repubblica - Bologna Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Aperitivi, mostre e shopping serale in via San Felice (c. gius.) BURATTINI che fanno capolino tra gli articoli per la casa, conferenze in farmacia, aperitivi in boutique, laboratori e compere fino alle dieci di sera. Debutta stasera il secondo "late shopping" dell'associazione "San Felice parla un'altra lingua", che riunisce le botteghe artigiane più rinomate della via, che si sono già prenotate per l'allargamento dei TDays il fine settimana, sull'esempio di strada Maggiore. Ma obiettivo dell'associazione è anche quello di fare diventare via San Felice il distretto della moda e del design cittadino. Per questo si comincia alle 16 da Tozzi, dove un esperto della Diesel personalizzerà i pantaloni dei clienti accanto a un Campari. Da Crete Piece Unique invece,a partire dalle 19, sfilerà la nuova collezione di tessuti "Pesci sirene e cuori trafitti". Ma il programma è vastissimo. Il negozio di articoli per la casa Maison Madeleine dalle 19.45 si trasformerà in un teatro con "Cecino e il bue", una fiaba di Italo Calvino narrata con pupazzi e musica da Margherita del Teatrino di Mangiafuoco. Finito lo spettacolo, su prenotazione, chi vorrà potrà partecipare al laboratorio di costruzione del calendario dell'Avvento. Nel frattempo alla profumeria Ennio la scrittrice Piera Musolesi presenterà il suo libro "I sogni degli altri", mentre la Reale Farmacia Toschi inaugurerà con "Melanchonia e altri malanni", un ciclo di conferenze sulle malattie degli artisti nella storia e sulle medicine usate per curarli. Stasera alle 20,45 la storica dell'arte Chiara Albonico parlerà de "I Cagionevoli, le droghe prima degli antibiotici e degli antivirali", ingresso gratuito con prenotazione. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato STASERA FINO ALLE 22 14/11/2014 La Repubblica - Firenze Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) Allerta Ebola a Careggi antropologo senese ricoverato in isolamento L'uomo era appena rientrato dall'Africa e ha dato lui l'allarme Subito eseguiti i prelievi: gli esami saranno svolti oggi a Roma MICHELE BOCCI L'OPERATORE di una ong che dieci giorni fa è rientrato da uno dei tre paesi dove è in corso l'epidemia di Ebola è ricoverato in isolamento a Careggi. Vive in un paese della provincia di Siena e ieri ha chiamato il medico per dire che gli era salita la febbre. È così scattato l'allarme contagio e l'uomo è stato trasportato con un'ambulanza all'ospedale fiorentino, visto che nel policlinico senese non è ancora pronta la stanza per l'isolamento. Come prevedono i protocolli del ministero della Salute, gli è stato fatto un prelievo e il campione è stato spedito all'ospedale Spallanzani di Roma, centro di riferimento, insieme al Sacco di Milano, per fare le analisi sull'Ebola. Al momento le sue condizioni cliniche non sono preoccupanti ma si attendono i risultati dalla capitale con una certa apprensione. Da quando è scoppiata l'epidemia in Africa sono stati molti gli allarmi partiti e poi rientrati nel nostro paese. Quasi sempre i pazienti avevano la malaria. L'uomo ricoverato a Firenze è il primo italiano a finire tra i sospetti. Era rientrato in Toscana con un volo che ha fatto scalo Bruxelles 10 giorni fa. L'incubazione della malattia dura 21 giorni e per questo è necessario tenerlo sotto controllo. In Africa ha lavorato come antropologo per una organizzazione non governativa. Careggi è uno dei quattro centri di riferimento regionali per isolare i malati con l'Ebola. L'ANTROPOLOGO che è stato ricoverato ieri a Careggi quando è rientrato dall'Africa non avrebbe dato comunicazioni alle autorità sanitarie. Per questo quando ha chiamato per dire di avere la febbre avrebbe colto tutti di sorpresa. Proprio di recente la Regione aveva rafforzato insieme agli esperti la sua rete di intervento in casi di sospetti malati di Ebola. La macchina quindi si è mossa rapidamente ma è rimasto il dubbio del perché l'operatore non abbia segnalato di essere a rischio quando è rientrato. La procedura prevede che chi rientra da paesi dove è in corso l'epidemia ed ha avuto contatti con i malati debba essere tenuto sotto controllo. Se ha sempre indossato le protezioni può essere messo in quarantena a casa sua, con l'impegno di chiamare la Asl nel caso in cui si presentino dei sintomi influenzali. Se invece quella persona è stata vicino a contagiati e in certi casi non ha preso abbastanza precauzioni l'isolamento va fatto in ospedale. Chi infine non ha avuto contatti diretti deve avvertire solo in caso si presenti la febbre o qualche altro problema di salute simile a quelli di un inizio di influenza. La persona ricoverata rientrerebbe in questa categoria. Ci sono diversi antropologi in Africa con le ong. Si occupano di dialogare con le popolazioni locali, in particolare di spiegare come evitare i contagi. Uno dei temi è quello dei funerali. Chi muore di Ebola resta infettivo per 24 ore, quindi non bisogna fare riti funebri perché si rischia di prendere la malattia. Gli antropologi vanno nei villaggi ha dire tra le altre, anche queste cose. La malattia si trasmette attraverso i fluidi corporei, e non per via aerea. Per questo è necessario stare lontano dai malati perché sono altamente contagiosi. Un'altra cosa difficile da spiegare ai parenti. E gli antropologi lavorano anche con le persone che non credono nell'esistenza della malattia. Di solito restano in Africa un paio di mesi e poi rientrano, per periodi più o meno lunghi, in Occidente. Nelle malattia infettive di Careggi, dove ci sono varie stanze attrezzate per l'isolamento, ieri sera hanno fatto i prelievi sul caso sospetto. Il sangueè stato speditoa Roma in serata ed era atteso allo Spallanzani intorno a mezzanotte. I tecnici del laboratorio si metteranno subito al lavoro, in modo da avere i risultati prima possibile, già in mattinata. Ci vogliono alcune ore per fare i controlli e poi i risultati devono essere verificati. Intanto il dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria di Siena sta lavorando, per precauzione alla ricostruzione dei contatti dell'uomo, dal giorno in cui è rientrato in Toscana. Anche se fosse ammalato, bisogna tener presente che l'Ebola può essere attaccato soltanto da coloro che manifestano i sintomi, quindi nei giorni scorsi l'antropologo non sarebbe stato contagioso. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO /La sanità 14/11/2014 La Repubblica - Firenze Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ma è presto per fare questi ragionamenti, tutti aspettano i risultati di Roma. Foto: I CONTROLLI Le precauzioni nei casi di un'allerta per l'Ebola (in una foto d'archivio) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 47 14/11/2014 La Repubblica - Firenze Pag. 3 (diffusione:556325, tiratura:710716) Muore mentre gli fanno la Tac l'ipotesi: shock anafilattico per il liquido di contrasto Il paziente di 78 anni era stato operato per un tumore ed era andato a Santa Maria Nuova per un controllo Non risultava aver avuto problemi allergici, per cui non aveva fatto profilassi col cortisone (mi.bo.) UN ESAME di routine, che ogni giorno in Toscana viene svolto da centinaia di persone,è stato fatale per un settantottenne fiorentino. L'uomo martedì mattina ha avuto un malore mentre stava facendo una tac a Santa Maria Nuova. Probabilmente si è trattato di una reazione allergica al liquido di contrasto, uno shock anafilattico. Nella radiologia dell'ospedale è subito scattato l'allarme, i medici hanno avviato le manovre di rianimazione per salvarlo. È stato coinvolto anche il pronto soccorso ma è stato tutto inutile, il paziente è deceduto. L'episodio ha lasciato il segno nel personale della radiologia, sempre molto attento quando si tratta di rischi legati all'utilizzo di mezzi di contrasto, che sono noti e descritti dalla letteratura scientifica. A chi si sottopone agli esami che richiedono l'utilizzo di liquido di contrasto normalmente viene chiesto se ha allergie di qualunque tipo. Se necessario viene prescritta una profilassi a base di cortisone da fare nelle ore che precedono l'esame. L'uomo morto l'altro ieri era arrivato a Santa Maria Nuova per fare un controllo riguardo a un problema oncologico. Non aveva avuto problemi di tipo allergico precedentementee dunque non gli sarebbe stata prescritta la profilassi a base di cortisone. L'azienda ha inviato una segnalazione all'Aifa sulla reazione provocata dal mezzo di contrasto, che è un farmaco. Secondo alcuni studi il mezzo di contrasto provoca uno shock mortale ogni 50-100 mila esami. In Toscana si fanno circa 700 mila accertamenti all'anno (tac, risonanze, angiografie e altri) usando questo strumento e l'incidenza del problema è molto meno frequente di quello che dice la letteratura. Sono stati 4, compreso quello dell'altro ieri, infatti i casi negli ultimi 10 anni nella nostra regione. In uno solo il paziente è sopravvissuto. Il liquido di contrasto è un medicinale e anche per questo quello che è successo a Firenze è stato segnalato all'Aifa, agenzia nazionale del farmaco, che rileva tutte le reazioni avverse. Nella stragrande maggioranza dei casi, proprio come gli altri medicinali, non dà alcun problema ai pazienti. Varia ovviamente a seconda delle persone. Talvolta si accusa semplicemente del prurito, più raramente arriva lo shock, un evento sempre difficilissimo da affrontare, anche all'interno di una struttura sanitaria.E martedìa Santa Maria Nuova è successa la cosa peggiore, la reazione più violenta. L'uomo arrivava dall'esterno, doveva fare un esame di controllo per accertare che tutto andasse bene dopo un intervento per tumore. Ai pazienti la radiologia chiede al momento della prenotazione se hanno o hanno avuto asma o allergie, anche semplicemente ai pollini, perché in quel caso bisogna fare la profilassi con il cortisone. Quando arriva il momento dell'esame, a tutti, anche a chi non ha mai avuto problemi allergici, si chiede di avvertire immediatamente se sentono qualcosa di strano (prurito, difficoltà a respirare, mancamenti) quando viene somministrato il liquido per via endovenosa. L'uomo che faceva l'esame l'altro giorno si è sentito male subitoe dopo le prime cureè stato trasferito al pronto soccorso, dove sono stati fatti vari tentativi di rianimarlo. Quando si è capito che non era possibile salvarlo è stata rintracciata la famiglia per spiegare cosa era successo. Non è chiaro se i parenti abbiano fatto un esposto. È probabile che la Asl avvii un audit per ricostruire quello cheè successo, anche se sembra tutto piuttosto chiaro. Non è la prima volta che succede un evento del genere in Toscana. Ci sono precedenti, a Pistoia ma anche a Borgo San Lorenzo. Foto: L'ESAME L'uomo è morto durante una Tac (qui una foto d'archivio) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA STORIA 14/11/2014 La Repubblica - Firenze Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) Rossi sui premi: "Ai dirigenti mai più, per gli impiegati cambiamo sistema" SIMONA POLI PREMI ai dirigenti della Regione? «Mai più». Enrico Rossi si impegna a fare qualcosa che la legge non gli consente di fare: tagliare i compensi aggiuntivi legati al raggiungimento degli obiettivi di produttività dell'alta dirigenza della struttura amministrativa e della sanità. Si parla di cifre che arrivano a 24 e anche a 28 mila euro lordi annui, mica bruscolini. Come aggirerà la norma sui premi di produttività? «Semplicemente rifiutandomi di firmare gli atti necessari perché vengano erogati. Mi denunceranno per abuso d'ufficio, mi porteranno in tribunale, staremo a vedere come andrà a finire. Niente delibere, io non firmo più, questo sistema non è sostenibile e il governo deve cambiarlo. Le Regioni diano l'esempio e poi si faccia lo stesso nei ministeri e nel Parlamento». Il sistema diventa insostenibile quando esce allo scoperto? Repubblica per prima ha pubblicato un'inchiesta martedì 11 novembre sui premi a dirigenti e dipendenti. «Il premio del 20 per cento sulla retribuzione è previsto da una legge nazionale. Ma ogni volta che questi premi vengono pagati le cifre finiscono sui giornali e vengono date in pasto all'opinione pubblica come una sorta di cuccagna che viene distribuita dalla pubblica amministrazione. Per quanto mi riguarda ho buone ragioni per sfidare la legge: sommando i tagli del governo Monti a quelli del governo Renzi la Toscana ha perso oltre 800 milioni. La norma dei premi è stata pensata in una situazione precedente alla crisi e anche il "sentimento sociale" era diverso da quello attuale. Non si può concepire che uno prenda 26 mila euro in più quando nello stesso posto c'è chi ne guadagna 16 mila. Questo è sentito come un'ingiustizia». Ma la "produttività" non riguarda solo i dirigenti. In Regione anche i dipendenti ricevono premi, quasi nessuno ne resta escluso. Saranno davvero tutti così bravi? «Non confonderei i due piani. Per quanto riguarda gli alti dirigenti non ho remore a dire che il sistema dei premi sia diventato uno dei peggiori biglietti da visita per la pubblica amministrazione, uno strumento che ormai contribuisce a screditare ancora di più il ruolo delle istituzioni e mette in imbarazzo persino gli stessi dirigenti. Ma i dipendenti hanno retribuzioni assai più basse,a volte modeste. In questo caso il premio, deciso dai loro superiori, rappresenta in qualche modo una parte del salario, fa parte di un accordo sindacale». Allora è con i sindacati che lei non vuole litigare. «Il sindacato potrebbe ripensare il sistema delle valutazioni e fare un contratto nuovo, la produttività si misura in tanti modi. Ho sempre sostenuto che chi in sanità è assenteista carica del suo lavoro altre persone già molto oberate, questo sì che è grave. Certo lassismo va combattuto e un patto con i sindacati sarebbe il primo passo, sarebbe bene cancellare questa "finzione", il premio fa parte dello stipendio. Per gli alti dirigenti abbiamo cercato di stabilire obiettivi precisi ma capisco che certe somme suscitino una legittima reazione. Non me la sentirei però di toccare le retribuzioni inferiori, i sacrifici partono sempre dall'alto». Finora però il suo invito rivolto ai dirigenti ad autoridursi il premio è caduto nel vuoto. «Avevo scritto a tutti i dirigenti che prendono oltre centomila euro l'anno, è vero. Ma solo alcuni hanno aderito all'appello per un anno. Però chi guadagna queste cifre non dovrebbe ricevere pure un premio così alto, trovo che sia uno scandalo che lo stesso Stato che taglia il salario fino all'80 per cento ai lavoratori in solidarietà con l'altra mano dia un extraa chi già guadagna dai 120 ai 135 mila euro lordi». I direttori generali della sanità non prendono il premio dal 2011. Per loro è già iniziata l'astinenza forzata? «Diciamo che il loro premio è stato sospeso non annullato. Possono pretenderlo, primao poi lo faranno, è loro diritto. Se il comitato di valutazione ritiene che un direttore abbia raggiunto l'obiettivo noi siamo obbligati a pagare il premio». Intanto gli ex consiglieri regionali continuano ad incassare il vitalizio, cumulabile con la pensione. Non è uno altro scandalo? «Bisognerebbe mettere in discussione una legge in modo retroattivo ma sarebbe giustissimo abolire il cumulo. Per fortuna il prossimo consiglio avrà 15 eletti in meno e meno assessori, il VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Regione L'intervista Il governatore dopo gli articoli di Repubblica: "Mi rifiuterò di firmare gli atti, vorrà dire che mi porteranno in tribunale, ma così non è sostenibile" 14/11/2014 La Repubblica - Firenze Pag. 4 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato risparmio è notevole. Poi penso che si dovrebbe mettere fine allo scandalo di quei 33 mila pensionati che ricevono dall'Inps oltre 6 mila euro netti al mese». Le risulta che l'ingegner Gianluca Gavazzi, responsabile unico del progetto dei quattro nuovi ospedali toscani, abbia incassato un premio di 300 mila euro? «C'è una legge che regola il premio anche per questo ruolo e le responsabilità da assumersi in un lavoro così complesso, vorrei sottolinearlo, sono molte. Non so se questi soldi siano tanti o pochi, stiamo attenti a mettere alla gogna ogni cifra che viene spesa nella pubblica amministrazione, non vorrei fare di ogni erba un fascio. Io dico solo che la legge va cambiata e chiedo al governo e al Parlamento di ascoltarmi. Anche i contratti dell'alta dirigenza possono essere modificati in una situazione in cui tutto cambia. Mi rifiuto di firmare altre delibere ma so che così facendo vado incontro a una denuncia. Lo faccio perché sono convinto che i dirigenti pubblici non guadagnino poco in questo paese». Lei quanto guadagna? «Prendo 121 mila euro lordi l'anno, circa mille euro al mese meno rispetto al mio predecessore Claudio Martini. La spending review mi ha spinto a tagliare anche il mio stipendio. Credo di essere ben pagato comunque, anche se molti miei colleghi hanno indennità ben più alte». Nessun premio di produttività è previsto per i presidenti? «Nessuno. Solo le elezioni ogni cinque anni, con o senza primarie. Quella è la valutazione a cui si attengono i politici». L'INCHIESTA "L'APPELLO Avevo scritto a tutti coloro che prendono oltre centomila euro l'anno, ma solo alcuni si sono autoridotti il bonus I SINDACATI Per le retribuzioni più basse potrebbero pensare ad un contratto nuovo, la produttività si calcola in vari modi Foto: LA DENUNCIA DI REPUBBLICA Repubblica Firenze martedì ha dedicato un paginone ai premi che Regione e Comune danno a dirigenti e dipendenti 14/11/2014 La Repubblica - Roma Pag. 9 (diffusione:556325, tiratura:710716) Idi, debiti verso un miliardo asta pubblica per salvarlo Deserta quella di luglio I sindacati: la vendita a pezzi non garantisce occupazione né rilancio CARLO PICOZZA IL GRUPPO Idi torna in mare aperto con il carico dei suoi debiti che navigano, secondo i tre amministratori straordinari, «verso il miliardo». Accantonata per «vizi giuridici», la proposta di concordato preventivo presentata (per conto del Vaticano e della congregazione dei figli dell'Immacolata Concezione), dalla fondazione "Padre Luigi Monti" (fondatore dei concezionisti), ora si guarda a un'altra asta pubblica (il cui bando uscirà a giorni), dopo quella andata deserta nel luglio scorso. Tornano così in vendita, in blocco o a pezzi, i tre centri clinici ("Dermopatico" dell'Immacolata, San Carlo, Villa Paola a Capranica), le due Rsa (a Montefiascone e a Velletri) e l'Idi Farmaceutici (Pomezia). In tutto, mille 500 dipendenti. Una sorta di "spezzatino" sembrava aver già fatto capolino con l'interesse manifestato per il San Carlo dal gruppo Villa Maria dell'imprenditore della sanità privata Ettore Sansavini che gestisce in Italia una trentina tra cliniche e ospedali. Ma anche questa ipotesi sembra azzerata in quanto fondata, più che sull'acquisizione, sull'affitto dell'ospedale (per quindici anni). Ora, l'asta pubblica. Dovrebbe essere una garanzia per tutti. I sindacati però storcono il naso proprio per i rischi dello spezzettamento che non garantisce l'occupazione né un rilancio produttivo del gruppo legato alla sinergia dei centri. Il cardinale Giuseppe Versaldi, commissario pontifico della Congregazione, ha fatto preparare una nuova offerta di acquisto con fondi raccolti sul mercato e garantiti dal patrimonio immobiliare dei concezionisti (al netto di quelli sotto amministrazione straordinaria). «Vedremo», commenta dalla Cgil, Natale Di Cola, «ma dopo i vizi giuridici della prima proposta rilevati dai tre amministratori straordinari, non vorremmo che dietro la pratica di avanzare offerte si nasconda l'intento di far svalutare i centri dell'Idi per acquisirlia prezzi stracciati,a danno dei lavoratori e dei creditori». Perciò la Cgil ha chiesto «un incontro urgente» al cardinale. Intanto i tre commissari hanno messo in vendita, per 700mila euro, il 25 per cento delle quote di proprietà dei concezionisti, del canale televisivo Alphabet, attraverso Elea, la spa del gruppo Idi, che si occupa di «formazione ed eventi». Si sarebbe fatto già avanti l'imprenditore Francesco Becchetti, proprietario di Agon Tv. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO 14/11/2014 La Repubblica - Napoli Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Fai mandare al professore un bel cestino di creme solari" Un sms di Petrone inviato a Tancredi dg della Soresa alla vigilia di una gara I magistrati: "Patto di fedeltà per il controllo illegale delle forniture" DARIO DEL PORTO «FAI mandare al prof Tancredi un bel cestino di creme solari. Mi raccomando per oggi», scriveva Massimo Petrone in un sms inviato a un suo collaboratore. È il 27 luglio del 2010, tre giorni più tardi sarebbe stata indetta da Francesco Tancredi direttore generale della Soresa (la società regionale titolare in esclusiva delle funzioni di acquisto e fornitura alle Asl e alle aziende ospedaliere) una delle quattro gare al centro dell'inchiesta, quella per una fornitura di albumina umana, immunoglobulina e medicina da 16 milioni di euro. La procedura sarà aggiudicata alla Eupharmed srl, una società di proprietà di un'altra azienda partecipata dalla holding Petrone. Non è dato sapere se poi quell'omaggio, peraltro non richiesto dal manager, sia realmente arrivato a destinazione. Dalle intercettazioni dell'inchiesta del Nas condotta dal pm Francesco De Falco con il procuratore aggiunto Alfonso D'Avino emerge, nella interpretazione del giudice Alberto Cairo, «una sorta di consuetudine dei vertici della Soresa di incidere sulla libera concorrenza tra le imprese in gara avviando contatti preliminari al di fuori degli schemi ufficiali». Il gip cita la telefonata dove Tancredi (indagato per turbativa d'asta ma non raggiunto da misura cautelare) parla con il dirigente della società Biotest Enrico D'Aiuto e gli dice: «Sta succedendo un grosso problema con questo fatto del Cardarelli. Quella ditta che fu esclusa perché non aveva l'Aic ora l'ha avuto...Fa dei prezzi più bassi....non è che puoi passare da qua e trattiamo un poco... vediamo se possiamo raggiungere un accordo». IL PATTO DI FEDELTÀ I magistrati configurano un vero e proprio «patto di fedeltà» che avrebbe unito alcuni dirigenti della società Biotest Italia e Massimo Petrone. Obiettivo di questa intesa, secondo gli inquirenti, «il controllo illegale di forniture di prodotti farmaceutici in Campaniae in altre regioni». Le altre gare al centro delle indagini sono quella per una fornitura da 180 mila euro di albumina umana all'Azienda dei Colli, aggiudicata alla Octapharma Italy spa, quella indetta dall'Asl 3 di Castellammare di Stabia, importo finale 235 mila euro, per affidamento flaconi albumina umana aggiudicata alla ditta "Farmacia Massimo Petrone" e la fornitura annua di albumina alla Azienda ospedaliera della Sun aggiudicata alla farmacia Petrone per un importo di 300 mila euro. Il meccanismo, accusa la Procura, funzionava così: i dipendenti della Biotest fornivano il prodotto al gruppo ritenuto riferibile a Petrone. L'imprenditore, a sua volta, intrecciava la rete con i dirigenti e i responsabili delle gare. Una sorta di cartello che, ammette D'Aiuto in una conversazione con Petrone, difficilmente potrebbero accettare i vertici della casa madre tedesca della Biotest, ai quali evidentemente non si poteva spiegare «come funzionano le cose in Campania». «BLINDIAMO IL PREZZO» Secondo la Procura, una delle spie di questo sistema è contenuta nella telefonata del 22 aprile 2010 dove Petrone dice a D'Aiuto: «Ho parlato ora con la Rammairone della Sun e anche Pasquale Corcione, direttore amministrativo... ci faranno una delibera per diecimila pezzi... di albumina... così in questa maniera noi blindiamo il prezzoe la quantità». Un riscontro ai sospetti sugli accordi illeciti viene individuato dai magistrati anche nel messaggio sms che D'Aiuto invia a Petrone il 13 settembre 2010, a margine della gara per il Cotugno, in cui si legge: «T'avevo detto di stare fuori dal Cotugno, speriamo che non hai rovinato il piano». IL CONTATTO CON IL POLITICO Quando gli assetti di potere in Campania cominciano a cambiare, gli indagati si sarebbero mossi per riposizionarsi. Questo almeno è ciò che gli inquirenti desumono da una telefonata del 6 aprile 2010 dove Petrone e D'Aiuto, dopo aver discusso di un incontro al Fatebenefratelli di Roma per una fornitura di albumina, lasciano trasparire, si legge nell'ordinanza del gip Cairo, l'idea «di avvalersi per l'aggiudicazione del contributo di Tancredi in cambio di un aiuto politico per la sua riconferma». Alla ricerca di un contatto politico si sarebbe mosso il padre di Massimo Petrone, Carmine. I MEDICI ALLA MARATONA «Il modo migliore è quello di far vedere indice e pollice», diceva D'Aiuto per indicare, scrive il giudice, «la tecnica per la diffusione dei farmaci commercializzati da Biotest». Un riferimento VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I VERBALI 14/11/2014 La Repubblica - Napoli Pag. 2 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato simbolico alle elargizioni in favore dei medici ospedalieri per ottenere, in cambio, la prescrizione dei medicinali. Agli atti si parla di forniture di Ipad ma anche di un viaggio in Grecia pagato da Biotest, che sostenne le spese di aereo e albergo, ad alcuni medici del Cardarelli diretti il 31 ottobre 2010 alla maratona di Atene. Al viaggio parteciparono in tutto nove persone, fra le quali il responsabile vendite dell'azienda, Renato Carelli. LA DIFESA AL CONTRATTACCO Tutti gli indagati potranno replicare alle accuse nei successivi passaggi del procedimento. La difesa degli arrestati potrà proporre ricorso al Riesame contro l'ordinanza. Il gruppo Petrone esprime solidarietà a Massimo, assistito dall'avvocato Alfonso Furgiuele. Intanto il rettore della Sun, Giuseppe Paolisso, ricorda «l'autonomia amministrativa dell'Azienda ospedaliera universitaria che dipende, quanto a verifichee controlli, dalla Regione Campania, senza che l'Università possa in alcun modo intervenire». Foto: L'INQUIRENTE Il procuratore aggiunto Alfonso D'Avino 14/11/2014 La Repubblica - Napoli Pag. 3 (diffusione:556325, tiratura:710716) Il direttore amministrativo della Sun era in pole position per il Cardarelli Lo scandalo alla vigilia della campagna elettorale alla Regione ALESSIO GEMMA GLI arresti fanno suonare la campana delle nomine. Sono9 le poltrone che scottano nella sanità campana: i direttori da incaricare in ospedali e Asl. L'indagine della Procura scatta quando le commissioni esaminatrici stanno valutando centinaia di profili.E finoa 24 ore fa tra i 128 candidati per il Cardarelli, il più grande ospedale del Mezzogiorno, in pole position c'era Pasquale Corcione, direttore amministrativo della Sun finito ieri ai domiciliari. «È scoppiata la bomba», sussurra un alto dirigente dell'Asl 1 (dove risulta indagato l'attuale direttore Ernesto Esposito). Perché è la vigilia della campagna elettorale alla Regione. Perché la sanità è sempre il settore che assorbe i due terzi del bilancio regionale. Perché dietro i nomi di chi, secondo i magistrati, avrebbe quando era direttore amministrativo dell'Asl 1. Tutti assolti in appello, a luglio, perché ritenuti «non responsabili» di incassi doppi che per le aziende però ci sono stati. E devono essere ancora recuperati del tutto dall'Asl. Fratello del presidente della società italiana di chirurgia, Corcione è finito anche nel processo per truffa sui lavori per l'Ospedale del Mare. E nelle scorse settimane ha ricevuto un invito a dedurre della Corte dei conti per i fitti dell'Asl 1 non riscossi o al di sotto dei valori di mercato. Ma nel mirino dei pm ora finisce soprattutto l'impero economico del gruppo Petrone, farmacie e centri di riabilitazione per 4 mila pazienti solo nell'Asl 1. Da via Manzoni a Fuorigrotta. Agli arresti c'è Massimo Petrone, figlio del capostipite, Carmine, presidente e fondatore del gruppo. È la stessa famiglia che da Napoli era andata in soccorso a maggio del candidato sindaco di Follonica: Daniele Baldi, all'epoca direttore amministrativo dell'Asl 1. Di fatto, i Petrone sponsorizzavano la corsa del manager responsabile dei conti dell'Asl di cui erano fornitori e creditori. Baldi le elezioni le ha perse. Dall'Asl si è dimesso solo pochi giorni prima del ballottaggio. stretto un «patto di fedeltà per il controllo illegale dei prodotti farmaceutici», ci sono le storie giudiziarie che hanno partorito una montagna di8 miliardi di euro: il debito per il quale la salute pubblica in Campania è stata commissariata. I carabinieri hanno bussato in primis alle porte della Soresa, la società di proprietà di Palazzo Santa Lucia, nata nel 2003 proprio per ripianare il deficit: indagato l'ex direttore generale Francesco Tancredi, ai domiciliari il direttore degli acquisti Lucia Roncetti. È solo l'ultimo atto di avvisi di garanzia e perquisizioni eseguite in 10 anni negli uffici al centro direzionale: dagli accertamenti sulle cartolarizzazioni dei crediti vantate dai fornitori agli appalti per l'informatizzazione delle ricette. Sempre le stesse ipotesi di reato: associazione a delinquere, turbativa d'asta, abuso d'ufficio. C'è un fiume di denaro che scorre dalle casse pubblichee finisce nelle tasche dei privati. Che, quando non «si spartiscono il mercato», come si legge nell'ordinanza di ieri, rischiano di incassare due volte. È l'inchiesta della Corte dei conti sui doppi pagamenti dell'Asl 1: sul banco degli imputati, tra gli altri, accanto all'ex assessore alla sanità Angelo Montemarano, proprio Corcione, PER SAPERNE DI PIÙ www.giustizia.it www.soresa.it Foto: ARRESTATI Da sinistra, Pasquale Corcione e Massimo Petrone VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quelle dynasty nella bufera "Qui è scoppiata la bomba" 14/11/2014 La Repubblica - Torino Pag. 11 (diffusione:556325, tiratura:710716) Uomo e donna in cardiologia terapie diverse «LA NUOVE frontiere in medicina: la medicina di genere in cardiologia» è il titolo del IV congresso regionale della Medicina di genere che si svolge oggi all'ospedale Molinette (dalle 8,15 alle 18,30 nell'aula magna). Durante la giornata medici e esperti a livello nazionale, come Fiorenzo Gaita (nella foto) e Sebastiano Marra, si confronteranno con l'obiettivo di valutare se, tenuto conto delle linee guida internazionali, possa essere suggerita una strategia di prevenzione diversificata tra uomo e donna, un iter diagnostico e delle indicazioni sul trattamento farmacologico e chirurgico differenziati in base al genere. Il convegno nasce dal progetto "Women Friendship e Medicina di Genere" coordinato dalla dottoressa Angela Ianni Palarchio e dal lavoro del comitato unico di garanzia delle Molinette che fin dal 2008 si è occupato di questi temi, per altro inseriti all'interno delle linee guida del Piano socio sanitario regionale. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INCONTRO/1 14/11/2014 La Stampa - Torino Pag. 43 (diffusione:309253, tiratura:418328) Fumo fuorilegge in tutti gli ospedali elisa barberis Stop al fumo in ospedale. Presto non si potranno più accendere sigarette entro il perimetro delle 14 strutture che hanno aderito al progetto della Rete Oncologica Piemontese. Aiutare chi intende smettere di fumare e proteggere coloro che involontariamente ne sono esposti: le buone pratiche di prevenzione della salute cominciano prima di tutto all'interno dei presidi sanitari che un anno fa hanno unito le forze per contrastare un fenomeno responsabile del 10% delle morti in tutto il mondo. Di ospedali «smoke free» si parla al decimo Congresso della Società Italiana di Tabaccologia che si apre oggi nell'auditorium della Banca Popolare di Novara, in piazza San Carlo 196. Negli ospedali un gruppo di medici monitorerà l'abitudine al tabagismo dei dipendenti e li aiuterà a trovare gli strumenti per smettere. «Il divieto di fumo sarà esteso non solo ai balconi e alle zone di passaggio, ma anche a tutti agli spazi aperti antistanti le strutture», spiega il direttore della Rete oncologica piemontese, Oscar Bertetto. «I medici che fumano sono più del 40%, e oltre a danneggiare la propria salute sono un esempio poco virtuoso per i pazienti». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il progetto 14/11/2014 La Stampa - Alessandria Pag. 43 (diffusione:309253, tiratura:418328) Farmaci da banco gratis a indigenti Una settantina le famiglie assistite «Farmaci gratis agli indigenti». La giunta novese ha deciso di rinnovare il progetto sociale lanciato lo scorso anno con ottimi riscontri, in aiuto alle fasce deboli della cittadinanza. Il programma era stato promosso dall'allora consigliere Francesco Sofio, poi approvato dal Consiglio comunale, dall'assessore alle Politiche sociali Felicia Broda (oggi vice sindaco), appoggiato da 8 farmacie, da Intesa San Paolo e dal gruppo di volontariato vincenziano Ignis Ardens che coordina tutt'oggi le assegnazioni agli aventi diritto delle tessere prepagate. «Il programma "Farmaci gratis agli indigenti" raccoglie oggi una settantina di utenti - spiega l'assessore al volontariato, Stefano Gabriele -. Si tratta di persone che non hanno lavoro o che comunque hanno un reddito molto basso e necessitano di farmaci da banco. Per questioni di bilancio il Comune verserà ancora 5 mila euro che al momento non è possibile aumentare ma che soddisfano l'attuale fabbisogno, almeno per i primissimi mesi del 2015. Si aggiungeranno poi altri 5 mila euro, dopodiché la situazione sarà valutata e monitorata. Diciamo che per adesso abbiamo messo a disposizione un contributo, ma eventuali suggerimenti potranno essere forniti direttamente dalla San Vincenzo». Il progetto «Farmaci gratis agli indigenti» è un contributo riservato alle famiglie non abbienti e non di una copertura totale all'acquisto di farmaci. Sulla base di studi eseguiti in collaborazione con il Gruppo vincenziano e l'assessorato alle Politiche sociali, si presume che i beneficiari dovrebbero essere soltanto a Novi circa 60 -80 (questo è almeno il numero giornaliero di coloro che usufruiscono della mensa di via Ovada) e pertanto il numero è stato pienamente soddisfatto. La copertura finanziaria prevede però fino a 150 soggetti. Ciascuno può beneficiare di una tessera messa a disposizione da banca Intesa San Paolo, con una ricarica di 30 euro. Poiché oggi gli aventi diritto sono in numero minore rispetto a quanto preventivato, nel caso un utente avesse necessità di altri farmaci, per esempio nella situazione di una famiglia numerosa, potrà accedere a una ulteriore ricarica. La carta prepagata, pur funzionando come un bancomat, in anonimato, non è tale. Per cui la presentazione degli scontrini della farmacia è sempre assolutamente necessaria per dimostrare che i fondi stanziati non siano stati spesi per voci diverse da quanto è stato deciso. [G. FO.] VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NOVI. RIPARTE IL PROGETTO AVVIATO LO SCORSO ANNO 14/11/2014 Il Messaggero - Pesaro Pag. 41 (diffusione:210842, tiratura:295190) LIETO FINE Le pattuglie della polizia stradale hanno bruciato l'asfalto tra Roma e Fano, percorrendo la distanza in nemmeno tre ore, per consegnare il farmaco salvavita necessario a un bambino ricoverato nella pediatria dell'ospedale Santa Croce. Ora il piccoletto sta meglio e si può tirare un sospiro di sollievo dopo che le sue condizioni di salute erano repentinamente peggiorate in modo preoccupante. Un successo che ha coronato il lavoro di squadra fatto da diverse istituzioni, iniziato con l'intervento della direzione medica: intorno alle 13.30 di lunedì scorso è stata informata dalla farmacia ospedaliera che c'era l'esigenza di un farmaco salvavita per un bambino ricoverato nella struttura fanese dell'Azienda Marche Nord. "Il farmaco - spiega una nota della direzione sanitaria all'ospedale Santa Croce di Fano - non era disponibile in alcun ospedale marchigiano nell'elevato quantitativo richiesto a causa dell'improvviso aggravarsi del piccolo. Si è subito chiesto l'intervento della Prefettura, che ha attivato i canali di ricerca più celeri. Dopo pochi minuti la stessa Prefettura ha organizzato una staffetta della Polstrada. La prima di due pattuglie si è quindi diretta a Fano da Roma, sede del magazzino in cui era presente il farmaco salvavita, che in meno di tre ore è stato consegnato alla farmacia ospedaliera del Santa Croce". La direzione medica è stata informata a intervalli regolari dalla polizia stradale di Pesaro sulla posizione del farmaco e sui conseguenti tempi previsti per la consegna. "Tutto è andato a buon fine - ribadisce la direzione sanitaria del Santa Croce - e il farmaco è stato somministrato in tempo utile. L'episodio rappresenta un grandissimo esempio di collaborazione e integrazione fra l'ospedale e la Prefettura, che ha saputo in modo magistrale provvedere al coordinamento degli interventi di immediato soccorso: hanno permesso di fronteggiare una situazione di assoluta emergenza". "L'Azienda Ospedaliera Marche Nord - conclude la nota - intende ringraziare di cuore tutti coloro i quali abbiano contribuito al compimento di questa importantissima missione, che ha consentito di tutelare la vita di un giovane paziente". O.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Staffetta a perdifiato per salvare un bambino 14/11/2014 Avvenire - Milano Pag. 1 (diffusione:105812, tiratura:151233) Bambini prima che pazienti. Piccoli che hanno bisogno di cure, ma anche di essere accolti, seguiti, accuditi come se il confine tra la cameretta di casa e la stanza dell'ospedale non ci fosse. Oggi c'è uno strumento in più, a sancire questo diritto di essere bambini, anche all'interno di un ospedale: la Carta dei Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza rispetto alla Salute, presentata ieri a Palazzo Marino, stabilisce, infatti, i dieci punti irrinunciabili, i dieci diritti, appunto, da rispettare quando un minore si trova a vivere un momento così delicato della propria vita e per fare in modo che questa esperienza non diventi ancora più gravosa. «La carta sancisce i punti fermi e irrinunciabili da adottare nel rispetto dei piccoli pazienti e per questo chiediamo che venga adottata da tutti gli ospedali milanesi» dichiara Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali. I dieci punti contenuti nella Carta hanno come finalità la tutela globale dei piccoli pazienti, sia sul piano psicologico che su quello della qualità della cura e riguardano il diritto alla promozione della salute, alla nutrizione a al benessere, il diritto all'accesso ai servizi e a una assistenza globale, alla qualità e ad ambienti idonei di cura. La Carta non dimentica anche il diritto al gioco e all'istruzione, importanti per i giovani pazienti esattamente come la possibilità di non essere separati dai propri familiari o dal proprio medico, figure che rappresentano punti di riferimento fondamentali in un'esperienza traumatica. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Comune Bimbi malati, presentata la carta dei diritti 14/11/2014 Il Gazzettino - Treviso Pag. 6 (diffusione:86966, tiratura:114104) Farmaci come detersivi il paziente sceglie da sè Ai trevigiani piace curarsi da soli. Vanno dal medico, lo ascoltano e si mettono in tasca la ricetta. Ma poi fanno un pò di testa loro: rivedono le dosi a piacimento oppure seguono i consigli di vicini di casa, parenti e amici. «La metà dei pazienti - rivela l'Usl 9 - non segue correttamente la terapia». Il 10%, inoltre, non assume proprio i medicinali. E un altro 10% nemmeno li compera. La preoccupazione più grande riguarda gli antibiotici. «Prendere antibiotici senza seguire la terapia è in primis poco efficace. Ma non solo - spiega il direttore sanitario, Michele Tessarin - così facendo, infatti, si va a selezionare dei germi resistenti che in seguito si fatica a debellare». «Il farmaco non è un bene che può essere utilizzato come un detersivo. Non c'è pubblicità che tenga - aggiunge Francesco Rocco, responsabile dei poliambulatori dell'azienda sanitaria - c'è una questione di salute personale, ma anche di salute collettiva. A farne le spese sono i soggetti più deboli». Avere a disposizione degli antibiotici non è troppo complesso. «Spesso si usano quelli avanzati dalla volta precedente, quando non è stata completata la vecchia terapia. Così si va a commettere un doppio errore - è l'esempio portato da Lorenzo Mina, già presidente dell'Ordine dei farmacisti - mentre in altri casi i farmaci vengono scambiati addirittura tra parenti e vicini di casa. Per non parlare della possibilità di acquistarli in internet». Molte volte nelle case si formano dei veri e propri magazzini di medicinali. Del tutto ingiustificati. Oltre agli antibiotici, in cima alla lista dei medicinali prescritti più di sovente e assunti un pò come capita ci sono quelli contro il colesterolo, contro l'ipertensione, gli antidepressivi e gli antidolorifici. Un elenco che vale da solo buona parte dei 48 milioni che ogni anno l'Usl destina alla spesa farmaceutica. Oltre alla salute, insomma, ci sono in ballo anche i conti. «La metà di chi ha una patologia cronica non è aderente alla terapia spiega Tessarin - sopra i 50 anni di età, ogni 100 pazienti sono 40 quelli che lo fanno per scelta, saltando volontariamente alcune dosi o autoriducendosi il dosaggio. E trenta sospendono la terapia autonomamente». Il tutto a fronte di una distribuzione dei farmaci generici (brevetto scaduto) che stenta a decollare: il 64% dei pazienti non accetta il cambio di uno di marca con uno senza logo. Proprio per dare una raddrizzata a questi numeri l'Usl di Treviso ha lanciato una campagna dal titolo che è tutto un programma: «Usiamo bene i farmaci: è tutta salute». Si partirà con due convegni: il 18 novembre al collegio Pio X di Treviso e il 21 al collegio Brandolini di Oderzo. Poi l'informazione entrerà anche nelle scuole. E fin dentro alle case di tutti i trevigiani. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 60 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Mauro Favaro 14/11/2014 Il Gazzettino - Udine Pag. 4 (diffusione:86966, tiratura:114104) Favero: «Il farmacista entri nei reparti» Confermato alla guida dell'Ordine dei farmacisti della provincia di Udine il presidente Michele Favero per il triennio 2015-2017; rinnovati il Consiglio direttivo e il Collegio dei Revisori dei Conti. La nuova composizione si è configurata dopo le votazioni del 2, 3 e 4 novembre e l'assegnazione delle cariche svoltasi nella seduta del Consiglio del 7 novembre. Nella missione di questo mandato elettorale, naturalmente, al primo posto la difesa della salute dei cittadini: «Continueremo ad impegnarci - dichiara il Presidente Favero - affinché il sistema delle farmacie di comunità sia sempre più efficace, efficiente e sicuro, consapevoli che oggi i bisogni di salute del cittadino-paziente risultano sempre più complessi e quindi è necessario che sul territorio funzioni una rete integrata di tutte le professioni sanitarie capace di considerare la persona e la famiglia nel suo insieme e di assicurare l'indispensabile continuità assistenziale». La richiesta formulata dal presidente è che il farmacista ospedaliero sia messo in grado di fare di più: «Stiamo chiedendo che possa entrare nei reparti e diventi consulente del medico». Ciò comporterebbe benefici calcolabili e sicuri, in quanto questa figura professionale consente - attraverso l'attenzione all'appropriatezza prescrittiva dei farmaci, al rischio clinico, al monitoraggio sui farmaci, alle loro interazioni, oltre alla corretta allocazione e gestione delle risorse nel campo del farmaco - di ridurre addirittura del 70 per cento gli errori clinici riguardanti prescrizione, somministrazione, preparazione e monitoraggio. Si tratta di dati relativi alle prime esperienze italiane condotte a Torino e Palermo. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ORDINE Il presidente confermato 14/11/2014 QN - Il Giorno - Milano Pag. 6 (diffusione:69063, tiratura:107480) Affare fatto alla terza asta:venduta la farmacia comunale CORMANO L'ASTA, questa volta, non va deserta e l'unica farmacia comunale di Cormano viene venduta ai privati. Dopo i due tentativi a novembre e dicembre del 2011 senza offerte, al terzo la «cessione di titolarità» ha avuto un esito positivo. Un farmacista di Lissone ha acquistato la farmacia di via Gramsci 44, nel quartiere di Molinazzo. Il prezzo di vendita è stato di 1,2 milioni. Nei prossimi giorni saranno completate le ultime procedure e già da dicembre il nuovo proprietario potrà essere operativo. Lavoreranno con la nuova proprietà anche i due dipendenti, che avevano contratti a tempo indeterminato. Dopo tre anni si conclude questo percorso di alienazione: per la prima asta pubblica, comunque, il prezzo era di 2 milioni di euro. Nel corso del 2012, il Comune aveva chiuso anche la parafarmacia di via Cantinotti. In un periodo di pesanti e continui tagli governativi agli enti locali, la vendita consentirà al Municipio di rimpinguare le casse, anche se «ci sono leggi dell'Unione Europea che invitano gli enti locali a non essere proprietari di esercizi commerciali con la vendita di prodotti - come precisano dal palazzo di piazza Scurati - E le farmacie sono tra questi». INFINE, la farmacia era uno dei rami dell'Azienda Municipale della Farmacia comunale con sede sempre in via Gramsci: l'altro è, invece, rappresentato dai trasporti delle persone disabili e in difficoltà. Anche per questi servizi sociali si prospetta un nuovo futuro all'interno dell'Azienda speciale consortile «Insieme per il sociale» (Ipis), costituita dai Comuni di Bresso, Cinisello Balsamo, Cormano e Cusano Milanino. Questa azienda, nata all'inizio del 2014, si occupa dei Centri diurni dei disabili presenti a Cusano e a Cinisello. Giuseppe Nava Image: 20141114/foto/1122.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 62 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CORMANO INCASSO DI 1,2 MILIONI DI EURO 14/11/2014 Il Mattino - Avellino Pag. 33 (diffusione:79573, tiratura:108314) Antonella Palma Solofra. Conferimento di medicinali scaduti: arriva il porta a porta nelle farmacie. Si apprestano dunque a scomparire su strada i contenitori che servono per il deposito dei farmaci non più utilizzabili. Con il servizio di raccolta dei rifiuti porta a porta l'amministrazione comunale punta a definire gli ultimi aspetti dello smaltimento eliminando anche per le pile esauste. Intanto nei prossimi giorni le farmacie saranno dotati di appositi recipienti forniti da IrpiniAmbiente, che dovranno essere custoditi all'interno della struttura commerciale, evitando ogni dispersione dei medicinali scaduti nell'ambiente e per tutelare l'igiene pubblica, oltre alla pubblica e privata incolumità. Il ritiro dei contenitori dei medicinali scaduti, su disposizione del Comune, sarà eseguito sempre da IrpiniAmbiente gestore della raccolta, del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani sul territorio conciario. I cittadini dovranno procedere al conferimento dei medicinali scaduti, privi di confezione, recandosi presso le farmacie del territorio. Le due farmacie presenti nel centro saranno dotate di contenitori monouso custoditi all'interno delle attività e la raccolta sarà quindicinale. «L'amministrazione comunale - spiegano il sindaco Michele Vignola e la delegata all'ambiente Maria Luisa Guacci - nell'ottica del miglioramento dell'igiene urbana, della vivibilità e salute pubblica ha deciso di procedere al ritiro su strada dei contenitori per i medicinali scaduti dotando le farmacie del servizio. L'intento è ottimizzare la raccolta per rendere più pulito il territorio e dare un servizio ai cittadini con una raccolta porta a porta». Inoltre nel prossimo consiglio comunale, convocato in prima seduta per il 21 novembre, saranno previste delle modifiche al regolamento di gestione dei rifiuti urbani e applicate sanzioni a partire da 500 euro per abbandono illecito di rifiuti su strada». © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Medicinali da smaltire, porta a porta nelle farmacie 14/11/2014 QN - La Nazione - Firenze Pag. 17 (diffusione:136993, tiratura:176177) Iniziativa benefica nella giornata mondiale dei diritti dell'infanzia UN APPUNTAMENTO da non perdere quello di In farmacia per i bambini' che la Fondazione Francesca Rava - Nph Italia Onlus ha organizzato per il 20 novembre, giornata mondiale dei diritti dell'infanzia. Questa importante Fondazione, che si occupa dell'infanzia in condizioni di disagio in Italia e nel mondo, ha dato vita infatti, con il patrocinio del Consiglio dei Ministri, ad una preziosa iniziativa solidale che vedrà coinvolte diciotto farmacie di Firenze e provincia, sessantadue in tutta la Toscana, e tantissime altre in tutta Italia (l'elenco completo è sul sito www.nphitalia.org). QUI I VOLONTARI della Fondazione saranno presenti a fianco dei farmacisti per distribuire la Carta dei diritti dei bambini e invitare i clienti ad acquistare e donare farmaci da banco a uso pediatrico o alimenti per l'infanzia e altri prodotti baby care (come termometri, pannolini, biberon) destinati a tre case famiglia e enti fiorentini (Centro aiuto alla vita di Firenze Maria Cristina Ogier, Istituto Figlie del Divino Zelo e Associazione progetto Sant'Agostino), quindici in Toscana. UN MODO per ricordarci che non solo nel mondo sono ancora milioni i bambini che muoiono ogni anno perché malati o malnutriti, ma che anche sul nostro territorio a tantissimi bambini mancano i farmaci necessari a curarsi. L'INIZIATIVA patrocinata da Regione e Comune ha ricevuto l'elogio dell'assessore al Welfare Sara Funaro, intervenuta ieri alla presentazione della seconda edizione della manifestazione, insieme alla farmacista Emanuela Ambreck, al presidente Federfarma Firenze, Marco Nocentini Mungai e a Sara Nuzzaci. Partner istituzionali di In farmacia per i bambini', realizzata da Kpmg col sostegno di Mellin e Solgar con Martina Colombari testimonial, sono Federfarma e Cosmofarma. «Sono grata ai nostri partner e a tutti coloro che doneranno un aiuto concreto a tanti bambini e famiglie colpiti da povertà sanitaria» ha detto la presidente Mariavittoria Rava. «SARANNO circa ottocento le farmacie coinvolte in tutt'Italia ha detto Sara Nuzzaci, partner Kpmg - e parte della raccolta sarà devoluta all'unico ospedale pediatrico di Haiti, l'Nph Saint Damien». Tutte le farmacie aderenti all'iniziativa sono disponibili chiamando lo 0254122917 o visitando il nostro sito www.lanazione.it. Maurizio Costanzo Image: 20141114/foto/299.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 64 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato In farmacia per aiutare i bambini Anche i medicinali sono un dono 14/11/2014 QN - La Nazione - Pisa Pag. 14 (diffusione:136993, tiratura:176177) Assalto armato in farmaciaBandito arraffa 600 euro Poi è fuggito su una moto guidata dal complice FEDERICO CORTESI di FEDERICO CORTESI ASSALTO armato alla farmacia comunale numero 2 a Titignano, sulla Tosco Romagnola tra Pisa e e Cascina all'ora di pranzo. L'ha messa a segno un uomo, italiano, con il volto travisato da casco e passamontagna che pistola - potrebbe essere stata un'arma-giocattolo senza il tappo rosso - alla mano ha minacciato gli impiegati facendosi consegnare l'intero incasso della mattinata - circa 600 euro in contanti - , prima di allontanarsi con un complice in sella a un grosso scooter o una motocicletta. Su quest'ultimo punto infatti le testimonianze divergono e i militari della Stazione dei carabinieri di Navacchio e loro colleghi del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Pontedera, che indagano sull'episodio, stanno controllando le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza del negozio e quelle della zona. La rapina è stata commessa intorno alle 13.30 e il bandito ha agito con lucidità, riuscendo a impossessarsi del bottino in pochi istanti. All'esterno della farmacia è invece rimasto il complice a fare da palo, poi i due si sono allontanati senza lasciare tracce. NON è la prima volta che la farmacia comunale numero 2 a Titignano subisce una rapina. Accadde circa quattro anni e mezzo fa a opera di un bandito solitario che venne ben presto identificato e arrestato. Quando i suoi genitori si videro arrivare in casa gli agenti della Mobile per una perquisizione, rimasero sconvolti: il loro figlio, proprio lui, un ragazzo di buona famiglia, era appena stato arrestato in flagranza per la rapina alla farmacia di Titignano. Non solo: su di lui, anche il sospetto di altre cinque rapine, quelle compiute nel 2009 ai primi di febbraio in quattro farmacie e in una jeanseria. Colpi messi a segno, probabilmente, per comprarsi la droga (altro particolare che probabilmente i genitori non conoscevano) nel cui vortice era finito da poco tempo, dopo aver perso il lavoro e dopo la separazione dalla moglie. C.E. , oggi 39enne, pisano, residente a Marina, mise a segno l'ultimo colpo il 19 marzo Sono le 18.30 e nella farmacia di Titignano sulla Tosco-romagnola entra un giovane con il casco in testa e la sciarpa legata intorno al collo. Ha in mano una pistola scacciacani con la quale minaccia le tre farmaciste presenti. L'arma ha il tappino rosso, le donne se ne accorgono,ma lui è alto e robusto e fa paura: si fa consegnare 250 euro e scappa a bordo di uno scooter. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 65 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato TITIGNANO RAPINA SULLA TOSCO-ROMAGNOLA 14/11/2014 Il Garantista - Catanzaro Pag. 7 «L'uso dei generici non comporta risparmio alla spesa» Anche a Catanzaro i farmaci non griffati vengono consumati di meno: è il cittadino a risparmiare, non la Regione «Per essere chiari, se lei viene in farmacia a comprare un farmaco griffato, la differenza la paga lei non il Servizio Sanitario Regionale. Tra Aulin e mesulide la differenza di costo la paga lei e non il Ssr. Quindi se c'è un risparmio, è per il cittadino e non per la Regione». Vincenzo De Filippo, presidente calabrese di Federfarma, l'associazione che rappresenta i titolari di farmacia, fa esempi concreti per meglio spiegare quanto già diffuso attraverso una nota: «A un recente convegno organizzato da Assogenerici nella nostra Regione si è avuto conferma che in Calabria i farmaci generici si usano meno che in altre Regioni. Secondo gli organizzatori dell'incontro, un maggior uso di generici farebbe risparmiare il Servizio Sanitario Regionale. È vero che in Calabria la spesa e i consumi di farmaci generici sono più bassi che in altre Regioni. È altrettanto vero, però, che in Calabria l'incidenza della spesa per l'intera categoria dei farmaci a brevetto scaduto, che comprende sia quelli di marca che i generici, è perfettamente in linea con la media nazionale. Per il Servizio Sanitario Regionale, dal punto di vista economico, è indifferente se il cittadino prende il farmaco di marca o il generico perché l'importo sostenuto dalla Regione è lo stesso. Se il cittadino vuole un farmaco più costoso o se il medico ha indicato sulla ricetta la non sostituibilità da parte del farmacista del farmaco prescritto, il cittadino deve pagare la differenza tra prezzo di rimborso e prezzo del farmaco. Non è vero quindi- si legge nella nota di Federfarma - che un maggior ricorso ai generici farebbe risparmiare il Servizio Sanitario Regionale. È vero invece che un più ampio utilizzo dei generici farebbe risparmiare i cittadini che, in molti casi, non si fidano dei farmaci generici a seguito delle tante polemiche, spesso strumentali, sulla loro efficacia. Piuttosto che diffondere messaggi fuorvianti su risparmi inesistenti, sarebbe quindi necessario unire gli sforzi di tutti gli attori del sistema, per garantire un sempre più attento monitoraggio delle terapie, prevedendo un sistema di presa in carico dei pazienti cronici da parte delle farmacie in sinergia con i medici di medicina generale, in modo da garantire un uso corretto e appropriato dei farmaci». «La presa in carico è uno strumento - ricorda De Filippo - che abbiamo sperimentato con la presa in carico dei tossicodipendenti che utilizzavano un farmaco particolare che si chiama suboxone con due farmacie nella provincia di Catanzaro che dispensavano per nome e per conto dell'Asp il medicinale. Il progetto era andato benissimo, presentato anche alla Bocconi di Milano, poi l'abbiamo perso per strada, la politica è quella che è. I farmaci innovativi, si sa, sono costosi. Dovrebbero essere resi disponibili tramite le farmacie, agevolando i cittadini e garantendo la massima trasparenza su spesa e consumi grazie al monitoraggio assicurato dalle farmacie stesse. Le patologie croniche potrebbero essere prese in carico tranquillamente, con un generale miglioramento dell'assistenza territoriale». Il presidente calabrese di Federfarma, Vincenzo De Filippo DI R AFFAELE N ISTICÒ VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 14/11/2014 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FEDERFARMA PROFESSIONI 6 articoli 14/11/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 57 (diffusione:619980, tiratura:779916) «Lavoriamo per proteggere lo sport pulito» r.s. È stato inaugurato a Brighton il primo centro specializzato di ricerche antidoping della federazione internazionale di medicina dello sport. «Un importante punto di arrivo e non un traguardo finale» per il professor Fabio Pigozzi, a capo della federazione e che sarà nominato in questo weekend a Parigi membro del Foundation Board, massimo organo della Wada. «Il nostro obiettivo - spiega Pigozzi - è la protezione dell'atleta che punti all'incremento della performance senza ricorrere a sostanze dopanti. Questo è un principio alla base della politica antidoping del Cio, riaffermato anche la settimana scorsa dal presidente Bach». È in atto una collaborazione più attiva che in passato col Cio e la Wada ? «Certamente, come testimoniato dalla presenza alla cerimonia inaugurale del professor Ugur Erdener, membro del comitato esecutivo, e del dottor Olivier Rabin, direttore scientifico della Wada, con cui collaboriamo dal 2008». A che punto è la lotta al doping? «L'antidoping attualmente si basa sulle migliori tecnologie per individuare farmaci ancora difficili da rilevare, come Epo e ormone della crescita. Il centro di Brighton si concentrerà anche sullo studio della "memoria muscolare", che ci permetterà di individuare un utilizzo pregresso di farmaci come gli anabolizzanti anche anni dopo la conclusione delle pratiche illecite». Si parla di «cambiamenti rivoluzionari», con l'istituzione di un'agenzia indipendente dal Coni. «Usare il termine rivoluzione in ambito scientifico è sempre difficile. In Italia si può cambiare ma senza d imenticare che da noi la lotta al doping non parte da zero». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Presidente Il professor Fabio Pigozzi PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 68 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pigozzi, lotta al doping 14/11/2014 Corriere dello Sport / Stadio Pag. 23 (diffusione:225643, tiratura:370651) Un legge antidoping in Germania pensando anche ai Giochi 2024 enzo Piergianni BERLINO - Per reprimere il doping non bastano più le squalifiche sportive, occorre la pena del carcere : questo il cardine della nuova legge antidoping preparata dal governo della cancelliera Angela Merkel, che sarà approvata dal Parlamento entro la prossima primavera. La Germania ha deciso di fare sul serio nella convin zione generale che lo sport è un bene collettivo la cui integrità va protetta come la salute degli atleti. Le disposizioni vigenti rientrano nella legge in materia di farmaci e non consentono azioni penali contro gli atleti. La nuova legge, redatta dal ministero federale della Giustizia punisce anche solo il possesso di prodotti dopanti e stabilisce la reclusione fino a tre anni per gli atleti dopati e fino a dieci anni per medici e altri procacciatori di sostanze proibite. "Questa legge è una pietra miliare nella lotta al doping", ha sottolineato il ministro Heiko Maas. Il raggio d'azione della legge, secondo gli esperti, comprende circa settemila atleti tedeschi e prende di mira anche quelli stranieri che partecipano a competi zioni in Germania. Di fatto, la polizia giudiziaria potrà entrare negli stadi su ordine delle procure, senza per questo ostacolare l'attività istituzionale della Nada (agenzia nazionale antido ping). Il legislatore prevede una proficua cooperazione con le autorità sportive. Il governo ritiene che la nuova legge raorzerà la candida tura tedesca per l'Olimpiade estiva del 2024, dal momento che in Francia, che candiderà Parigi, e in Italia, che è pronta a mettere in campo Roma, il doping è già da tempo un reato penale a tutti gli eetti. PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 69 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato l'iNiZiatiVa 13/11/2014 Panorama ICON - N.18 - novembre 2014 Pag. 203 Detox-land Impazzire a Malibù, cercando di non morire come Philip Seymour Hqffman. Ovvero, come avere un "rehabber"per amico. E continuare a godersi la vita. PERSINO SHERLOCK HQLMES AVEVA UN PRQBLEMINQ CON LA COCA. E IL DR. WATSON ERA (ANCHE) IL SUO RIABILITATORE PERSONALE. Rex Weiner E' una fredda giornata d'inverno, e sto bevendo in compagnia del coach di sobrietà Badass (Bastardo, in italiano, ndr) in un locale del Greenwich Village che si chiama French Roast - solo caffè, beninteso, perché le labbra di Badass non sfiorano un goccio di torcibudella da quattordici anni. È appena arrivato da un incontro di gruppo nel seminterrato di una chiesa qui vicino, dove una celebre star del cinema (Badass non mi dirà esattamente chi è nel rispetto deH'"Anonimi" che contrassegna il nome del gruppo) si è alzata e ha confessato la sua peggiore paura: ancora un bicchiere, e la sua battaglia contro l'alcolismo sarà perduta. Nella stanza aleggiava come uno spettro il nome Philip Seymour Hoffman, un'altra famosa stella del cine ma che viveva nel Village e che, fino a pochi mesi fa, frequentava le stesse riunioni. Ora Hoffman è morto, e Badass, il cui vero nome è J.T. Morgan, mi dice che la "comunità di recupero" è nel panico. «Se questo tizio, con una grande carriera e tre splendidi bambini, è riuscito a ricascarci dopo ventitré anni», dice Badass, gli occhi fissi nell'abisso della sua tazza di caffè, «chiunque può ricadérci». Nel disperato tentativo di non morire come Philip Seymour Hoffman - solo, riverso sul pavimento con un ago conficcato nel braccio -, chiunque soffra di una dipendenza da alcol e droghe le sta provando tutte pur di restare pulito. Per i più ricchi e famosi, questo include soggiorni di 3090 giorni in lussuosi centri di riabilitazione che godono di climi più miti, come quelli di Malibù, e che arrivano a costare persino 90mila dollari al mese; o la scelta di assumere antagonisti degli oppiacei tramite capsule a rilascio graduale impiantate chirurgicamente sottopelle; o ancora di ingaggiare un coach di sobrietà come Badass che li tenga alla larga da droghe e alcolici. Ma quello che funziona per uno non è detto che funzioni per tutti: l'unico dato certo è che il business dei centri di recupero negli Stati Uniti frutta tonnellate di dollari e, secondo alcuni, è marcio di avidità, truffe e corruzione. Nel frattempo è in corso un macabro giro di scommesse: chi sarà il prossimo a cadere? I primi a venire in mente sono i due eterni disastri hollywoodiani, Lindsay Lohan e Charlie Sheen. Le avventure della Lohan alle prese con la riabilitazione da alcol e droghe sono ormai leggendarie. Quando non passa il tempo in prigione o a girare flop come il suo ultimo film, The Canyons, l'attrice si ricovera in lussuose strutture di recupero come Wonderland a Laurei Canyon, Promises a Malibù, Cirque Lodge Treatment a Orem, Utah (tutti centri da 4050mila dollari al mese e più), nonché il Betty Ford a Palm Springs (relativamente un affare: soltanto 26mila dollari al mese). Ha abbandonato uno dei centri perché era vietato fumare. Eppure, contro ogni pronostico, lo scorso luglio Lohan è riuscita a superare il suo ventisettesimo compleanno ed è comparsa, viva e in ottima forma, in un carneo nella puntata di debutto del Tonight Show di Jimmy Fallon, il 17 febbraio. Ma il primato, a quarantotto anni suonati, spetta a Charlie Sheen, un bicchiere in mano e un dito medio alzato all'intero concetto di AA e riabilitazioni varie. «Mi sono detto: dovrei seguire i consigli di chi? Di un gruppo di saccentoni che fino a poco tempo fa facevano i barboni per strada?», ha dichiarato Fanno scorso al Guardian la star di Due uomini e mezzo e Anger Management. «Ho un problema col programma degli Alcolisti Anonimi, amico. È stato scritto da gente ubriaca fradicia cent'anni fa, e un mucchio di cose non si applicano più agli standard e alle realtà attuali. Tipo: "Oh, ma il linguaggio è molto importante". Ma chiudete il becco!». Il padre di Charlie, l'attore Martin Sheen - uscito vittorioso dalla sua battaglia con l'alcol - ha detto a un giornalista a proposito del figlio: «Se avesse il cancro, come lo cureremmo? La dipendenza è una malattia paragonabile a una forma di cancro. E devi dar prova di un'identica dose di preoccupazione e amore, e di determinazione a sostenere tuo figlio». A Sheen senior, un crociato delle terapie contro le dipendenze, viene attribuito il merito di aver ricoverato Ben Affleck nel 2001 presso il centro Promises di Malibù, per il problema di alcolismo del giovane attore. Celebri talenti che prendono il volo sulle ali di alcol e droghe per poi schiantarsi miseramente PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 70 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato UOMINI E LUOGHI 13/11/2014 Panorama ICON - N.18 - novembre 2014 Pag. 203 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 71 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato sono ormai storia vecchia. John Belushi, Janis Joplin, Billie Holiday e Charlie Parker sono solo alcuni degli esempi da non seguire; per il resto, mitizziamo le ossessioni da eroina di William Burroughs e della Beat Generation, il fumatore d'oppio Jean Cocteau e il suo egualmente strafatto predecessore Lord Byron. L'alta società dell'Età d'Oro di fine Ottocento si riuniva in stazioni termali di lusso a Baden-Baden, Marienbad e Vichy, in un'epoca in cui "fare una cura termale" era un eufemismo per liberarsi di una fastidiosa dipendenza da laudano o dai fumi dell'alcol. Persino Sherlock Holmes aveva un problemino con la coca (Dr. Watson era il suo coach di sobrietà). Per non parlare dello storico passato di alcolismo dell'America intera, un'ubriachezza di massa talmente dannosa per la salute pubblica e un tale intralcio allo sviluppo industriale che, nel 1920, il Congresso trasformò in legge un emendamento parlamentare, vietando Falcol per un intero decennio - e l'intera nazione sta ancora smaltendo i postumi della sbornia. La novità, oggi, sono le cause, le cure e i costi. La maggior parte delle tossicodipendenze del ventunesimo secolo può essere fatta risalire a medici troppo munifici nel prescrivere farmaci potenti ottenibili solo tramite ricetta, inclusi antidolorifici come l'Oxycontin, un oppiaceo che da dipendenza. I pazienti che ne fanno uso stanno passando poco a poco alla più economica eroina. L'equivalente europeo è lo Skenan, stando al dottor Mario Blaise del parigino Hópital Marmottan. Prescritto ai malati di cancro allo stadio terminale, lo Skenan viene venduto per strada accanto all'eroina afgana e alla coca colombiana. I tossici clochard così come i pubblicitari di grido con dipendenza da farmaci, si iscrivono al programma del Marmottan per una disintossicazione tramite ricovero e una riabilitazione da esterni, con prestazioni mediche del tutto gratuite, come stabilito dal suo fondatore, il defunto dottor Claude Olievenstein. Quelli che si possono permettere un ambiente più confortevole, come l'animatore Tv Jean-Lue Delarue, preferiscono darsi una raddrizzata presso l'elegante La Metairie in Svizzera, in cui la terapia di gruppo basata sui "12 passi", il metodo seguito anche nei centri dall'Alcolisti Anonimi, viene praticata secondo "Le modèle Minnesota". La maggior parte degli americani si può permettere a stento una cura «iperfarmacologica e sottoassicurata», per dirla con le parole di un esperto di trattamenti delle tossicodipendenze. Ma persino così, negli Stati Uniti le spese stanziate per il trattamento di abuso di sostanze stupefacenti arrivano a 24 miliardi di dollari annui, più dell'uno per cento dell'intera spesa per l'assistenza sanitaria, stando a quanto ha dichiarato la Substance Abuse and Mental Health Services Administration del governo. La ricetta Obama garantisce uno screening per l'abuso di alcol e droghe, ma la disintossicazione da alcolici e le crisi di astinenza di solito vengono sperimentate in prigione o nelle sale del pronto soccorso. Nel frattempo star del cinema, icone del rock, atleti professionisti, magnati dei software e manager di hedge fund miliardari hanno trasformato Malibù nella Mecca della disintossicazione. Basta digitare su Google le parole "Centri di recupero a Malibù", e nel raggio di 15 miglia quadrate saltano fuori almeno una decina di strutture in cui i ricconi possono rimettersi in forma con classe. «A Malibù è diventato un business da 100 milioni di dollari», ha dichiarato con amarezza il sindaco della città, Joan Harris. La sua preoccupazione scaturisce dalle lamentele dei residenti dell'esclusiva area del lungomare, furibondi per l'improvvisa profusione di ville adibite a cliniche di lusso e centri per "una vita di sobrietà" (la star di Friends Matthew Perry ha trasformato la sua casa in uno di questi), con ingorghi sulle strette strade del canyon e ambulanze che sfrecciano a sirene spiegate accanto alla spiaggia. Un cittadino di nome Ray Cano, perito immobiliare, lo scorso anno ha riferito al consiglio comunale di aver trovato davanti a casa sua «un uomo nudo che vagava senza meta. Aveva parecchie lacerazioni, sanguinava ed era chiaramente disorientato». Cano ha dato all'uomo una coperta e un paio di pantaloncini, e lo stava riaccompagnando al Passages, il centro di riabilitazione in fondo alla strada, quando gli è venuto in soccorso il vicesceriffo della contea di Los Angeles. I funzionari municipali stanno ingaggiando diverse battaglie legali contro i centri di recupero. In una notifica inoltrata di recente al Department of Alcohol and Drug Programs della California, il procuratore cittadino di Malibù, Christi Hogin, ha riportato gli estremi di una denuncia contro Passages presentata dall'amministrazione comunale nel 2007, in cui il centro veniva accusato di fornire false informazioni allo Stato pur di espandere illegalmente la struttura. Secondo la denuncia, Passages aveva infatti ottenuto la licenza per l'utilizzo di diverse pensioni e di ville con piscina come centri di riabilitazione, violando la legge cittadina. A 13/11/2014 Panorama ICON - N.18 - novembre 2014 Pag. 203 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 72 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato volte le cure offerte dai centri di Malibù riescono davvero a cambiare la vita di qualcuno. Ma nel caso di molti pazienti privilegiati, la sregolatezza che appare legittimata dal fatto di possedere troppi soldi li riconduce su una brutta china un istante dopo aver messo piede fuori dalla porta. Un'infermiera professionale che ha lavorato per tre anni al Promises, uno dei centri più accreditati, mi ha raccontato: «La gente che ci va è per la maggior parte una manica di stronzi, che beva o prenda droghe oppure no». L'attitudine, mi assicura la mia amica infermiera, imperversa da ambo le parti. I membri dello staff dei centri di recupero, che spesso vi lavorano per pagare i costi della propria disintossicazione, danno vita a un sistema sociale strutturato su due livelli, in cui lo scontento della capricciosa élite verso il personale adibito a rimettere in ordine i suoi pasticci tende a creare una certa tensione. Ma quel che è peggio, in alcune strutture lo staff ha maltratto o persino aggredito tìsicamente i pazienti. Un avvocato di Beverly Hills, che preferisce restare anonimo, mi ha detto di aver querelato uno dei più rinomati centri di Malibù presso il quale una sua cliente si era sottoposta a una disintossicazione. Mentre era sotto sedativi, la donna si era accorta che un membro dello staff era entrato nella sua stanza e le stava carezzando i seni. Se n'era andata subito e aveva fatto causa alla struttura. In realtà la percentuale di riuscita vantata da ciascun centro non può essere verificata, e gli esperti si interrogano su quale sia il setting terapeutico più efficace, se un ambiente spartano o una spa di lusso. Ma i più ricchi e famosi sembrano concordare almeno su un punto: se stai soffrendo le pene dell'inferno per liberarti da alcol e droghe, perché non farlo in un clima caldo e in una confortevole camera singola, avvolti in lenzuola di cotone egiziano 600 te, con tanto di Jacuzzi, massaggi e vista sulla spiaggia? Bruce P., un influente avvocato newyorkese, mi ha raccontato di essere rimasto deluso dal centro Cliffside Malibù, che confina con Zuma Beach. «Sembrano più preoccupati di giustificare i costi stratosferici del soggiorno che non di portare avanti una riabilitazione a lungo termine», ha detto Bruce. «Sì, la struttura è un hotel a 6 stelle, ma lo staff medico non ci mette nessun entusiasmo. Fanno solo il loro lavoro. 11 programma è insulso. Dicono di tener conto dei bisogni individuali di ciascuno, ma a volte questo si traduce in negligenza. Gli incontri che si tenevano nei pressi della struttura, basati sui 12 Passi, sono stati molto utili, ma solo grazie ai partecipanti. Nel complesso, al Cliffside non sono riusciti a innescare in me nessun processo di autoguarigione». Alla fine Bruce P. ha ottenuto risultati migliori al Serenity Malibu, un centro di riabilitazione lì vicino, che sul sito web assicura «un rifugio lussuoso e sereno in cui concentrarsi nella costruzione di solide fondamenta per una nuova vita di sobrietà, passo dopo passo». La piscina con vista sull'oceano e la vasca idromassaggio non sembrano male. Paul Williams, attore e autore di canzoni con una nomination all'Oscar che si presenta come un alcolista in recupero, mi ha raccontato: «Se levi tutti i fronzoli dei centri di lusso, o di qualsiasi centro, quello che ti aiuta davvero sono la disintossicazione farmacologica e l'ingresso nella comunità di recupero». Williams, il cui prossimo libro, scritto assieme a Tracey Jackson, riporta il titolo Gratitude and Trust: Recovery Is Not Just far Addicts (Gratitudine e Fiducia. La riabilitazione non è solo per i tossici), è convinto che una cura definitiva non sia realizzabile. «L'alcolismo è una condanna a vita, ma se raggiungi una fase di remissione puoi tirare avanti abbastanza bene». «Dipende tutto dall'assistenza post-disintossi cazione», afferma Jay Leviti, redattore di TheFix. com, un sito che pubblica recensioni sui vari centri di recupero, corredandole di un sistema di punteggio a stelline, a seconda del livello di cure e confort. Ed è qui che entra in gioco Badass. Per un minimo di quattro settimane, e un totale di 4000 dollari più spese, Badass starà al tuo fianco 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Nelle sue foto promozionali, il cinquantasettenne coach di sobrietà si presenta come un Tarzan a torso nudo con tanto di coda di cavallo. Abita a casa tua, ti accompagna in ufficio, ti fa fare esercizio fisico in palestra o al parco e passa con te tutto il resto del tempo, tenendoti alla larga da alcol e droghe e da compagnie che indulgono alle stesse tentazioni. Uno dei suoi clienti, un affermato dirigente d'azienda oltre la cinquantina, soffriva di alcolismo e di dipendenza da farmaci. Quando ha cominciato ad avere temporanee amnesie e altri momenti di black-out della sua vita frenetica, l'uomo si è ricoverato al Passages. Il Passages offre molte terapie innovative, come l'equitazione («ippoterapia») ed escursioni costiere a bordo del suo yacht privato per vedere i delfini e i leoni marini («oceanoterapia»), ma i fondatori del centro - Chris e Pax Prentiss, rispettivamente padre e figlio - non credono nel modello proposto 13/11/2014 Panorama ICON - N.18 - novembre 2014 Pag. 203 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 73 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dagli AA. Al contrario, per lo sgomento di molti esperti clinici e membri della "comunità di recupero", assicurano la totale guarigione dalla dipendenza. Mei Gibson, David Hasselhoff, Andy Dick, Natasha Lyonne e Stephen Baldwin sono solo alcune delle celebrità promosse al Passages - il quale vanta due bar che servono solo centrifughe e succhi di frutta, una biblioteca, una cucina professionale e dodici stanze singole, ciascuna con la sua vasca di marmo. C'è anche una sala con l'home cinema a disposizione dei clienti. Di ritorno nell'assolata Los Angeles.ho telefonato al Passages per chiedere se potevo visitare la struttura e parlare con Chris o Pax Prentiss, ma Zachary Urbina, portavoce della compagnia, è stato categorico. «Oh, no!», ha esclamato all'altro capo del filo. «Ci siamo già scottati». Mi ha accusato di voler «rimaneggiare la solita vecchia storia». La storia a cui si riferiva erano in realtà diversi servizi divulgati dai media, in cui il Passages veniva definito un'operazione fumosa, interessata più a fare quattrini che a curare davvero le tossicodipendenze. TheFix.com da al Passages due stelle. «Scherzosamente ribattezzata "Le porte del paradiso della riabilitazione"», recita la recensione, «questa struttura a gestione familiare è uno dei centri più costosi (e discussi) del Paese... Offre discrezione e terapie deluxe per tossicodipendenti facoltosi e un copioso elenco di nomi di spicco. Lo stilista Mare Jacobs, entrato al Passages parecchi anni fa, ha attribuito al centro il merito della sua rinascita sobria e adrenalinica. La villa, del valore di ventitré milioni di dollari, sorge su un terreno di quattro ettari su una scogliera che domina il Pacifico e ha al suo interno una palestra ultramoderna e una fontana con carpe koi». Badass mi riferisce che il suo cliente dirigente aziendale è rimasto pulito dopo il soggiorno al Passages e durante i trenta giorni in sua compagnia, ma che dopo non si sono più sentiti. «Temo che ci sia ricaduto», dice. Tra gli altri clienti di Badass c'è stata una professionista della fashion industry di Manhattan, una ragazza di bell'aspetto di circa venticinque anni affidata dalla facoltosa famiglia a un centro di recupero di Malibù per un problema di alcolismo. Dopo essersi disintossicata con l'aiuto di Xanax, Wellbutrin e Klonopin, il suo soggiorno sulla West Coast è terminato, e i genitori hanno contattato un'agenzia affinchè le procurasse una "sobria compagnia" per scortarla durante il volo a casa. Spesso, mi racconta Badass, la gente esce dai centri di recupero come il Betty Ford a Palm Springs o il Sierra Tucson in Arizona e prende un aereo per tornarsene a Chicago o a Minneapolis, solo per soccombere alla tentazione, non appena la hostess passa loro accanto con il carrello dei liquori». Badass fu incaricato dall'agenzia di stare incollato alla fashionista durante il suo reinserimento a New York, dato che la ragazza aveva rifiutato la solita cura post-disintossicazione: terapia di gruppo e test delle urine eseguiti regolarmente. Per un mese il coach visse con lei nel suo splendido loft a Soho, accompagnandola ogni giorno in ufficio. In smoking e con la donna al braccio, di vent'anni più giovane di lui, andò al balletto e all'opera. Stava al suo fianco durante le cene con gli amici nei migliori ristoranti della città - un bel pezzo d'uomo che la sua cliente spacciava spesso come il suo "bodyguard". Spesso si arrabbiava con lui. «Ero un'intrusione», racconta. «Ma era quello il mio ruolo. Ed ero lì per ricordarle soltanto che era... un'alcolizzata». Badass sorride. «Sono bravo con le donne». E dopo aver seguito i suoi clienti per un mese come fosse la loro ombra, assicurandosi che svolgano quotidianamente esercizio fisico e offrendo loro discussioni terapeutiche, il programma del coach di sobrietà Badass prescrive incontri di supporto settimanali per un anno. Non ha più saputo nulla della fashionista. «Temo che ci sia ricascata pure lei», mi confida. Ma dei nove clienti con cui ha lavorato finora, gli altri sette rappresentano tutte storie a lieto fine, stando a quanto racconta. Tra questi figurano un atleta professionista nella Major League (Badass viaggiava sull'aereo privato della squadra e aveva sempre un posto fantastico a tutte le partite) e il direttore generale di un'azienda, uscito completamente ripulito dalle droghe in un centro di lusso della East Coast - The Dunes, che sorge in una vasta tenuta degli eleganti Hamptons, a due ore da Manhattan. «Ci sentiamo una volta a settimana», racconta Badass. «È una terapia che dura tutta la vita. Non si finisce mai». Eppure, ammette lanciando uno sguardo spassionato alle strade gelide della città, preferirebbe stare a Malibù. Chissà se Charlie Sheen ha bisogno di un coach di sobrietà? * Foto: Illustrazioni_ Tom Haugomat Traduzione_ Silvia Montis 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 14 Federico Mambretti nuovo Responsabile della Business Unit che si occupa dei farmaci Biosimilari di Sandoz s.p.a. Federico Mambretti è il nuovo Responsabile della Business Unit Biopharmaceuticals, Oncoinjectables, Hospital Growth Franchises di San doz s.p.a., società del Gruppo Novartis, leader nello sviluppo, nella produzione e nella distribuzione di farmaci equivalenti e biosimilari. Le attività della Business Unit si rivolgono alle aree dei farmaci Biosimilari, Iniettivi-Oncologici ed a tutti i farmaci equivalenti Sandoz commercializzati sul canale ospedaliero. Federico Mambretti è entrato a far parte di Sandoz International nel 2012 come Director Global Strategie Planning, basato nell'HeadQuarter della società in Germania, occupandosi di pianificazione e sviluppo strategico del business e progettualità legate alla crescita, all'efficienza ed alla produttività. Federico Mambretti succederà a Dario Scapola, che ha assunto il ruolo di Amministratore Delegato della filiale Portoghese di Sandoz dal 1 settembre 2014. PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 74 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NOTIZIARIO AZIENDE & PERSONE / SANDOZ 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 17 Italiani sempre più informati, ma rassegnati al "'fai da te" II 70% si ritiene informato, ma il 55% teme la confusione. Il 49% giudica inadeguati i servizi sanitari della propria regione e la percentuale sale al 72% al Sud. Colpa delle liste d'attesa, per il 64%. Per il 45% il ticket è una tassa iniqua e per il 35% i farmaci garantiti dal Ssn sono insufficienti Peggioramento del Servizio sanitario nazionale e Paese spaccato È molto diffusa la percezione che la qualità dell'assistenza sanitaria pubblica si vada riducendo, con punte di grave malcontento nelle regioni meridionali. Il 49% degli italiani giudica inadeguati i servizi sanitari offerti dalla propria regione, ma la percentuale si riduce significativamente al Nord-Est (27,5%) e aumenta nettamente al Sud (72%). Seppure la maggioranza degli italiani ritiene che il Servizio sanitario della propria regione sia rimasto uguale negli ultimi due anni, in particolare al Nord-Est (70%), il 38,5% rileva un peggioramento, e ad avere questa opinione sono soprattutto i residenti del Mezzogiorno (46%). È quanto emerge dal Monitor Biomedico 2014, l'indagine condotta periodicamente dal Censis nell'ambito del Forum per la Ricerca Biomedica, presentata lo scorso 27 ottobre a Roma, che fa il punto sulle questioni chiave della sanità italiana. L'aspetto che pesa più negativamente nel rapporto con le strutture sanitarie pubbliche è la lunghezza delle liste d'attesa: è l'opinione del 64% degli italiani. Negativo è anche il giudizio sulla chiusura dei piccoli ospedali: il 67% si dichiara contrario, perché costituiscono un presidio importante (44%). Cresce la quota di coloro che reputano negativa l'attribuzione di maggiori responsabilità alle regioni (il 36% di oggi contro il 30,5% del 2012). L'impatto della crisi e l'aumento del «fai da te» A causa della crisi, nell'ultimo anno il 53% degli italiani si è rassegnato a sopportare tempi di attesa più lunghi per effettuare analisi, visite e cure mediche nelle strutture pubbliche. Ed è aumentato il «fai da te»: il 48% si è rivolto direttamente al privato per effettuare analisi, visite e cure a causa delle liste d'attesa, il 35% si è rivolto al privato per ricevere prestazioni di migliore qualità, e due terzi degli italiani hanno sostenuto spese di tasca propria, in particolare per il ticket sui farmaci (66%) e sulle visite specialistiche (45,5%), o per le prestazioni odontoiatriche private (45,5%). Le malattie che fanno paura e l'importanza della prevenzione Le malattie che fanno più paura sono i tumori (63%), seguiti dalle patologie che provocano la non autosufficienza (31%), quelle cardiovascolari (28%) e quelle neurologiche (26%). Anche a questo proposito aumentano le forme di autoregolazione: per mantenersi in buona salute, il 44% della popolazione dichiara di seguire una dieta sana e il 19,5% vorrebbe farlo, ma non ci riesce. La prevenzione coinvolge una parte consistente di italiani: il 43% effettua controlli medici una o due volte all'anno, mentre il 14% li effettua ancora più spesso. L'informazione sulla salute corre sul web Più del 70% degli italiani si ritiene molto o abbastanza informato sulla salute, ma cresce la quota di coloro che temono il rischio della confusione causata dalle troppe informazioni (il 54,5% contro il 41% del 2012). Il medico di base rimane la fonte di informazione più SEGUE DA PAGINA 17 consultata dagli italiani (7 seguito dallo specialista (27%). Ma cresce il ruolo dei media. La percentuale di italiani che almeno qualche volta traducono in comportamenti le informazioni sulla salute acquisite da tv, radio, giornali, internet è passata dal 30% del 2012 al 48% del 2014. Si tratta più frequentemente dell'acquisto di integratori e vitamine (35%) o farmaci (25%), ma anche di modifiche al proprio stile di vita (26%). A utilizzare internet come fonte di informazione sanitaria è ormai il 42% egli italiani. Di questi, il 78% usa il web per informarsi su patologie specifiche, il 29% per trovare informazioni su medici e strutture a cui rivolgersi, il 25% per prenotare visite, esami o comunicare tramite email con il proprio medico. Il rapporto medico-paziente tra obbedienza e empowerment Gli italiani hanno fiducia nei medici, ma l'aderenza alle prescrizioni da parte dei pazienti varia a seconda della gravita della patologia. Nel caso di malattie gravi, nel 90% dei casi le prescrizioni del medico vengono seguite scrupóTosamente neile dosi e nella durata. Se la malattia è meno grave, invece, aumentano l'empowerment, le decisioni soggettive e l'autogestione: la percentuale di coloro che rispettano alla lettera le indicazioni del medico scende al 57%. Il rapporto con i farmaci: grande fiducia, ma critiche al ticket e alla copertura pubblica PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 75 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PRIMO PIANO / I principali risultati del Monitor Biomedico 2014, realizzato dal Censis nell'ambito delle attività del Forum per la Ricerca Biomedica 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 17 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 76 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gli italiani attribuiscono ai farmaci un ruolo importante sia nella lotta alle malattie (per il 37% la finalità principale delle medicine è proprio quella di guarire dalle patologie), sia rispetto alla gestione delle cronicità, visto che il 21% ritiene che i Tarmaci abbiano un ruolo importante nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti e nel garantire la possibilità di convivere a lungo con le malattie croniche. Per il 15,5% i farmaci devono svolgere una funzione di prevenzione delle malattie e per il 7% devono sconfiggere per sempre le patologie mortali. Il giudizio sul livello di copertura farmaceutica garantito dal Servizio sanitario , nazionale è in prevalenza positivo, ma aumentano coloro che reputano insufficienti i farmaci garantiti dal Ssn: il 35% oggi contro il 31% del 2012. Il ticket è una tassa iniqua per il 45% degli italiani, uno strumento inutile per il 22% e solo il 33% ritiene che sia uno strumento utile per limitare l'acquisto di farmaci. Il 42% degli italiani ha comprato più frequentemente i farmaci generici rispetto a quelli con marchio commerciale nell'ultimo anno, ma il 45% dichiara di preferire il farmaco di marca 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 18 Informati ed insoddisfatti: verso una sanità minimale? 1. Il monitoraggio del rapporto degli italiani con la salute ed i servizi sanitari I risultati del Monitor Biomedico 2014, indagine condotta periodicamente dal Censis e dal Forum per la Ricerca Biomedica, consentono di fare il punto su alcune questioni chiave dell'attuale situazione della sanità in Italia, dando voce alle opinioni ed agli atteggiamenti degli italiani nei confronti della salute e della prevenzione, dell'informazione sanitaria e del rapporto medicopaziente. L'indagine, realizzata su un campione nazionale 1.000 individui adulti, rappresentativo per ripartizione geografica, ha analizzato anche l'evoluzione dei comportamenti sanitari nel contesto della crisi economica che il paese sta attraversando. 2. La concezione della salute e la rilevanza della prevenzione La concezione della salute rappresenta una sorta di sfondo culturale in cui si inscrivono i comportamenti e le scelte degli italiani in campo sanitario e molti degli aspetti che l'hanno caratterizzata in questi anni rimangono confermati nel nuovo Monitor, anche se non mancano sfumature ed accentuazioni peculiari. Infatti, oltre il 90% della popolazione non giudica pessimo il proprio stato di salute e la concezione della salute al momento prevalente ribadisce l'importanza degli stili di vita tra i fattori che favoriscono la buona salute, che rimangono quelli indicati con più frequenza (38,1%) anche se negli anni acquistano un peso sempre maggiore le condizioni ambientali (29,0%), insieme ad elementi sempre minori tari come i fattori eredi tari (9,2%) e la fortuna (8,2%) (tab. 1). Le maggiori paure rimangono poi legate alla malattia più temuta, i tumori (62,6%), anche se in seconda istanza sono citate le malattie che provocano non autosufficienza (30,7%), immediatamente seguite da quelle cardio-vascolari (28,3%) e da quelle neurologiche (26,3%). In linea con questo quadro, appare confermato l'interesse degli italiani per la prevenzione basata sugli stili di vita. Per mantenersi in buona salute poco più della metà del campione pratica attività fisica e, tra coloro che la praticano, il 28,6% lo fa più di una volta a settimana, il 16,1% una volta a settimana, il 6,2% meno frequentemente. All'aumeritato del livello di istruzione della popolazione aumenta anche la frequenza con cui si pratica attività fisica e più in generale l'interesse per i comportamenti preventivi. Infatti, anche rispetto all'alimentazione, se è vero che la porzione più ampia della popolazione (43,6%) dichiara di seguire una dieta sana, tra i più istruiti la quota sale al 55%, mentre, in percentuali prossime al 20%, i rispondenti indicano di non attribuire importanza al cibo e di provare, seppur non riuscendoci, a seguire una dieta sana. Più ridotte sono le quote di chi indica di mangiare ciò che più gli piace. Anche la prevenzione sanitaria coinvolge una parte consistente di italiani (43,1%) che indicano effettuare controlli sanitari circa 1-2 volte l'anno e si tratta della frequenza più indicata, il 14,0% li effettua più volte durante l'anno, mentre con percentuali che superano di poco il 20% i rispondenti effettuano controlli sanitari 1-2 volte ogni 2 anni e con una minore frequenza (fig. 3). 3. La grande diffusione dell'informazione sulla salute I dati del 2014 testimoniano di una ripresa di interesse da parte degli italiani per i temi della salute che spiega anche la ricerca e l'accesso all'informazione sanitaria attraverso più fonti. Rispetto al 2012 aumenta la percentuale di intervistati che si giudica molto e abbastanza informata sui temi di salute (59,7% nel 2012 e 70,9% nel 2014), e si tratta in particolare dei rispondenti più istruiti (fig. 4). Aumentano anche le percentuali di chi indica di prestare attenzione quando si parla di salute sia in ogni caso (42,6%) che solo quando si parla di qualcosa che possa riguardarlo da vicino (39,1%). Il medico, il MMG in particolare e in secondo luogo il medico specialista, rappresenta la fonte strategica dell'informazione sanitaria: i due professionisti sono indicati come fonti più consultate per acquisire informazioni sulla salute rispettivamente dal 73,3% e dal 27,0% (tab. 3). Ma anche il ruolo dei media appare rilevante: rispetto al 2012 è in aumento anche la frequenza con cui i rispondenti traducono almeno qualche volta in comportamenti le informazioni sulla salute acquisite sui mass media (30% circa nel 2012 e 48% circa nel 2014). Si tratta più frequentemente di acquistare integratori, vitamine (35,2%), farmaci (24,9%) ma anche di modifiche al proprio stile di vita (26,4%). Internet si conferma una fonte strategica di informazione sanitaria, con il 41,7% del campione che afferma di utilizzare internet per questioni sanitarie e con un uso prevalente PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 77 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato PRIMO PIANO / Sintesi Monitor Biomedico 2014 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 18 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 78 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato relativo all'informazione sanitaria. Inoltre quote maggioritarie del campione utilizzano internet per verificare o approfondire le indicazioni del medico. Tuttavia l'accesso crescente all'in formazione sanitaria non ne elimitroppe informazioni sulla salute rina alcuni aspetti problematici, lega- schiano di confondere chi non è ti proprio alla pluralità di fonti e esperto (rispettivamente 41,3% e dati disponibili: aumenta rispetto al 54,5%). E dunque per migliorare 2012 la quota di chi è convinto che l'informazione sui servizi e le strutture sanitarie, il 57,3% pensa che i medici di medicina generale dovrebbero avere la responsabilità di dare informazioni circostanziate ai pazienti e guidarli verso le strutture più adatte, il 42,6% che gli Uffici Relazioni con il Pubblico (Urp) e gli sportelli delle Asl dovrebbero offrire informazioni più precise ed articolate (tab. 5) 4. Il rapporto medico paziente e la compliance L'atteggiamento degli italiani nei confronti del medico rimane dunque improntato su una grande fiducia che si rinviene anche nelle modalità di relazione: per la metà del campione quando si ha un problema di salute medico e paziente devono collaborare nel prendere una decisione, per il 28,5% è il medico che deve decidere quale sia la cura più giusta e solo per il 20,6% è il paziente che deve decidere se mettere in atto o meno le indicazioni fornite dal professionista. Tuttavia, in relazione all'aspetto centrale dell'aderenza alle prescrizioni, i comportamenti dei pazienti variano in modo consistente a seconda del livello di gravita della patologia. Nel caso malattia grave, nel 90% circa dei casi le prescrizioni del medico sono seguite fedelmente, nella durata e nelle dosi. Se la malattia è meno grave è invece il 57,2% ad indicare di seguire perfettamente le indicazioni del medico e più ampie sono le scelte soggettive rispetto alle dosi, alla durata della terapia ed allo stesso acquisto dei farmaci. La motivazione più frequentemente indicata per motivare la scelta di non seguire le prescrizioni del medico è la pigrizia, la non curanza (44,5%). 5. L'impatto della crisi Nell'ultimo anno a causa della crisi economica, il 53,4% si è rassegnato a sostenere tempi di attesa più lunghi per effettuare analisi, visite, cure in strutture pubbliche, il 48% circa ha invece deciso di rivolgersi direttamente al privato a cause delle liste d'attesa nel pubblico, il 35,2% per ricevere prestazioni di migliore qualità. Il 42,2% per far fronte alla crisi ha scelto di usare più intensamente farmaci generici rispetto a quelli con marchio (fig. 11). Il 65,3% ha speso di tasca propria per ottenere alcuni servizi sani tari, in particolare per pagare il ticket sui farmaci (65,8%), sulle visite specialistiche (45,5%), per pagare interamente prestazioni odontoiatriche private (45,5%) e anche per pagare farmaci senza ricetta, visite specialistiche private e prestazioni diagnostiche private (fig. 12). 6. Il rapporto con i farmaci Gli italiani attribuiscono al farmaco un ruolo importante sia nella lotta alle malattie, per il 36,7% la finalità principale dei farmaci è quella di guarire le malattie, che rispetto alla gestione della cronicità. Infatti il 20,9% circa ritiene che i farmaci abbiano un ruolo importante nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti e nel garantire la possibilità di convivere a lungo con le malattie croniche. Meno richiamati sono altri aspetti: per il 15,5% i farmaci devono svolgere una funzione di prevenzione delle malattie, per il 7,4% sconfiggere le malattie mortali. A fronte di un giudizio in prevalenza positivo sul livello di copertura farmaceutica garantito dal SSN rispetto al fine generale di tutela della salute, emergono posizioni critiche sul ticket, giudicato uno strumento inutile dal 22% circa degli intervistati, una percentuale che negli ultimi due anni è lievemente cresciuta, a cui si associa la percentuale più ampia dei rispondenti (pari al 44,7% ) che definisce il ticket una tassa iniqua. Solo 1 su 3 ritiene che sia uno strumento utile per limitare l'acquisto di farmaci (fig. 14). Rispetto al 2012 è aumentata la percentuale di rispondenti che giudica i farmaci garantiti dal Servizio sanitario nazionale insufficienti per coprire le esigenze di tutela della salute (passando dal 30,8% al 35,2% nel 2014). Infine, l'uso del generico appare ormai diffuso tra la maggioranza della popolazione. 7. La percezione di un peggioramento del SSN Appare diffusa la percezione che si vada riducendo la qualità dell'assistenza sanitaria della propria regione, con punte di grave malcontento nelle regioni meridionali, a fronte di un giudizio che appare sostanzialmente positivo tra gli abitanti del NordEst. Infatti, quasi la metà dei rispondenti (49,2%) giudica inadeguati i servizi sanitari della propria regione, una percentuale che si riduce notevolmente considerando le opinioni dei residenti nel Nord Est (27,5%) e che aumenta in modo consistente quando sono chiamati in causa gli abitanti del Sud e Isole (72,2%) (fig. 16). Seppure la maggioranza degli intervistati ritiene che il Servizio Sanitario della propria regione sia rimasto uguale, in particolare a Nord Est (70% circa), il 38,5% ritiene che sia peggiorato e ad 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 18 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 79 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato avere questa opinione sono in particolare i rispondenti del Sud e Isole (46,1%). A considerarlo migliorato è solo il 5,5%, una quota che a Nord-Ovest e a Nord-Est si approssima al 9%. Inoltre, dal confronto con il 2012 risulta più ampia la percentuale di rispondenti che ritengono il Servizio Sanitario della propria regione peggiorato, mentre si riducono le quote di chi lo reputa inalterato o migliorato (figg. 17). L'aspetto che più pesa negativamente nel rapporto con le strutture sanitarie è la lunghezza delle liste d'attesa (64,1%). La motivazione a cui più frequentemente gli intervistati riconducono questo aspetto è l'utilizzo, per un numero ridotto di ore, delle strutture, dei macchinari e del personale sanitario (33,1%), un'opinione che tende ad essere meno diffusa passando dal Nord al Sud della penisola. E' più diffusa al Centro e al Sud, invece, l'opinione secondo cui i medici prescrivono troppe visite o troppi esami diagnostici (in media 26,7%). Il 24,5%. ritiene che l'eccessiva lunghezza delle liste d'attesa possa incentivare il ricorso all'intramoenia, mentre la percentuale più ridotta e pari al 15,7% attribuisce la responsabilità ai pazienti per la loro eccessiva propensione al ricorso alle cure sanitarie. Rispetto alle opinioni sul federalismo sanitario, di cui il Monitor segue da anni l'evoluzione, si segnala una importante variazione nei giudizi: solo il 44% circa giudica positiva l'attribuzione alle Regioni di maggiori responsabilità in materia di sanità: per il 19% è un fatto positivo perché ha creato una sanità più vicina alle esigenze delle popolazioni locali, per il 15,5% perché ha contribuito a determinare maggiori responsabilità tra i soggetti della sanità e nel 10% circa dei casi circa perché rispecchia l'attuale situazione di differenziazione nella sanità di varie regioni. Il 36% circa si esprime invece in senso contrario, principalmente perché giudica accentuate le disparità territoriali (17,8%), in particolare i rispondenti del Sud e Isole (28,0%). Il 20,0% dei rispondenti non ha invece un'opinione. Nel 2012, invece, le opinioni favorevoli al federalismo, nonostante un calo nel tempo, risultavano maggioritarie (57,3%) (tab. 9). Infine, rispetto alle politiche di razionalizzazione dell'offerta e della spesa, emerge un giudizio negativo sull'annosa questioospedali: oltre il 66% si dichiara contrario, principalmente perché costituiscono comunque un presidio territoriale (43,8%), secondariamente perché verrebbe esercitata una pressione eccessiva sui grandi ospedali (22,7%). Il 33% circa è invece favorevole alla chiusura dei piccoli ospedali perché potrebbero essere utilizzati per rispondere a bisogni diversi (20,1%) e perché sono giudicate strutture poco attrezzate e poco frequentate (13,2%,).Totale Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014 Le abitudini, i! modo di vita di una persona (alimentazione, attività fisica, filmo, stress) Le condizioni dell'ambiente in cui si vive La Fortuna I Fattori ereditar! 1 Progressi della medicina I Programmi di prevenzione, igiene e tutela dell'ambiente (contro l'inquinamento, la sofisticazione dei cibi, l'avvelenamento dell'acqua) Tabella 1 -1 fattori che favoriscono la buona salute, per condizione di salute {vai. %), Circa 1-2 «Ite fanne • Meno dì 1-2 VDI« ogni due snn .:; Diverse vote durante l'anno 16 7 20 4 Circa l"^ v Figura 3 - Frequenza con la quale gli intervistati effettuano controlli di tipo sanitario (analisi cliniche, visite mediche di controllo) per monitorare lo stato di salute, per titolo di studio (vai. %) Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014• Poco e per nulla •• Molto e abbastanza Figura 4 - Definizione del proprio livello di informazione sui temi della salute, anni 2012 e 2014 (vai. %) Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014 Medico di medicina generale Familiari, parenti, amici, vicini. colleghi di lavoro Farmacista Medico specialista Televisione Radio Pubblicazioni, riviste specializzate Quotidiani con inserti salute Associazioni dei pazienti Internet Altro I! totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte Tabella 3 - Le fonti dalle quali i rispondenti hanno acquisito la maggior parte delle conoscenze sulla salute, per titolo di studio (vai. %)Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014 Realizzare e pubblicare anche su Internet indicatori e graduatorie sulia attività, la qualità e gli esiti delle cure certificati dal Ministero o da una Agenzia qualificata (Rating degli ospedali migliori, dei professionisti più bravi, ecc.) Realizzare graduatorie sui servìzi e la loro qualità basate sui giudìzi dei pazienti 1 medici di medicina generale dovrebbero avere la responsabilità dì dare informazioni circostanziate ai pazienti e guidarli verso le strutture più adatte Attraverso internet dovrebbero essere reperibili informazioni precise, sicure e certificate su servizi e strutture Gli Uffici Relazioni con il Pubblico (Urp) e gli sportelli delle Asl dovrebbero offrire informazioni più precise ed articolate Altro 13/11/2014 Panorama della Sanita - N.41 - 3 novembre 2014 Pag. 18 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 14/11/2014 80 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Tabella 5 -Che cosa si dovrebbe fare per migliorare l'informazionesui servizi e le strutture sanitarie, per titolo di studio (vai. %) Figura 14- Valutazione del ticket suifarmaci,pertitolo di studioso/. %) • Uro strumento nutlle, non incide sul consu-no del tarmaci • Ura tassa inique Uro strumento necessario per limitare l'acquisto di tarmaci Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014 Figura 12 - Intervistati o membri del nucleo familiare che indicano di aver dovuto spendere di tasca propria per ottenere alcuni servizi sanitari, per condizione di salute (vai. %) Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014 Figura 11 - Situazioni verificatesi nell'ultimo anno a causa della crisi economica (val.%) Rassegnarsi a sostenere tempi di attesa più lunghi per effettuare analisi, visite, cure In strutture pubbliche o convenzionate Rivolgersi al privato per effettuare analisi, visite e cure a causa delle liste di attesa Cominciare ad usare o usare più intensamente tarmaci generici rispetto a quelli a marchio che costano di più Rivolgersi al privato per effettuare analisi, visite e cure per ricevere prestazioni di migliore qualità Ridurre l'acquisto di farmacl pagati direttamente di tasca propria Rinunciare, in tutto o in parte, al supporto di una badante per sé o una persona cara che si assiste Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014 Figura 16-Giudizio sull'adeguatezza dei servizi sanitari della propria regione, per area geografica (vai. %) • inaci eguati Adegusti Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014 Figura 17 - Giudizio sulla performance del Servizio Sanitario della propria regione negli ultimi due anni, per area geografica (vai. %) Migliorato > Peggiorato Rimasto uguale Fonte: indagine Fbm-Censis, 2014 Tabella 9-Opinioni sull'attribuzione alle Regioni di maggiori responsabilità ne della chiusura dei piccoli in materia di sanità, per area geografica (vai. '. Fonte: indagine Kbm-Censis, 2014 Un fatto positivo, perche ha creato una sanità più vicina alle esigenze delle popolazioni locali Un fatto positivo perché ha reso più responsabili i vari soggetti della sanità (operatori, amministratori ecc.) Un fatto positivo perché rispecchia l'attuale situazione di differenziazione nella sanità di varie regioni Un fatto negativo, perché è cresciuta la burocrazìa Un fatto negativo, perché in alcune regioni i costi a carico dei cittadini sono eccessivi Un fatto negativo, perché si sono accentuate disparità territoriali Non so PERSONAGGI 1 articolo 13/11/2014 17:16 WallStreetItalia Sito Web Roma, 13 nov. (askanews) - "La richiesta di soppressione dell'articolo 9 del Ddl di riforma della P.A. da parte della Commissione Bilancio del Senato, offre all'esecutivo l'opportunità di rivedere la riforma delle Camere di Commercio. Speriamo che non se la faccia sfuggire". Lo dichiara, in una nota, il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli, membro della Commissione Bilancio, che poi sottolinea: "Così come è stata concepita, la riforma non serve a razionalizzare ma piuttosto a smantellare il sistema camerale". "Le Camere di Commercio - prosegue - offrono un supporto irrinunciabile per tantissime imprese; metterle in difficoltà per il 'gusto' demagogico di far vedere che qualcosa si taglia non è quello che serve. Tanto più visto che su altri tagli, quelli attesi sulla spesa pubblica improduttiva, il governo si è fatto trovare impreparato. Dunque, riformare e risparmiare va bene, distruggere un elemento di sviluppo no". PERSONAGGI - Rassegna Stampa 14/11/2014 82 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato P.A, Mandelli (Fi): ora riflessione su riforma camere commercio