Punti di forza e di debolezza del Sistema statistico nazionale Maria Luisa Ratiglia Credo di potermi considerare a ragione una testimone privilegiata, avendo operato per oltre un decennio in posizioni chiave nella Segreteria centrale del Sistema statistico nazionale (Sistan), costituita nell’ambito dell’Istat a seguito del decreto legislativo n. 322/89, con la funzione di assicurare lo sviluppo del Sistema nel suo insieme e provvedere alla predisposizione e al monitoraggio del Programma statistico nazionale nonché alla realizzazione della Relazione annuale che il Presidente del Consiglio dei ministri illustra al Parlamento sull’attività dell’Istituto e degli altri soggetti del Sistan e sullo stato di attuazione del Programma statistico nazionale. Tenterò quindi di dare un contributo alla evidenziazione delle realizzazioni e problematiche legate agli aspetti operativi dell’attuazione del 322 istitutivo del Sistan e di alcuni orientamenti evolutivi che, a mio avviso, è auspicabile dovrebbero essere tenuti presenti da chi si appresta ad affrontare una riflessione sull’attuale normativa. I - Perché viene emanato il d. lgs. 322 Prima della nascita del 322, l’organizzazione statistica nel Paese si configura come una piramide che ha il suo vertice nell’Istat e nelle sue crescenti sezioni orizzontali una serie di uffici (regionali, provinciali e comunali) che sono chiamati allo svolgimento di compiti meramente esecutivi e dettagliatamente indicati dal centro. A tali uffici manca qualunque forma di autonomia decisionale nel campo della statistica pubblica per la quale è responsabile unico l’Istituto centrale di statistica. Specificamente prima della riforma, alla produzione statistica dell’Istat si affianca certamente una non trascurabile produzione statistica di altri organismi riferita ad ambiti territoriali diversi, da quello nazionale a quello locale, che spesso non rispetta i concetti, le definizioni e le classificazioni sui quali si basa la produzione dell’Istat. Non è raro, per esempio, il caso di rilevazioni sugli stessi fenomeni eseguite contemporaneamente da enti diversi, a volte con definizioni differenti, che producono dati contrastanti con la conseguente confusione nell’interpretazione dei risultati da parte degli utilizzatori. Da qui la necessità avvertita dai responsabili della statistica pubblica e da molti studiosi che, dopo vari tentativi, riescono a richiamare l’attenzione degli organi di Governo per la riforma della statistica ufficiale. In base ai principi ed ai criteri direttivi contenuti nella delega di cui all’art. 24 della legge 23 agosto 1988, n.400 viene emanato il decreto legislativo 322/89. Nasce una nuova organizzazione della statistica ufficiale non affidata più al solo Istat, ma ad una molteplicità di enti ed organismi pubblici con competenze settoriali e territoriali specifiche, che devono operare con una forte integrazione nei piani di attività e negli strumenti metodologici. Si realizza un importante riordinamento della statistica ufficiale e si introduce una sorta di sistema policentrico, nel senso che le diverse componenti del Sistema statistico nazionale si trovano tutte in posizione di equiordinazione; in tale assetto l’Istat si pone come titolare della funzione di coordinamento della statistica pubblica. Il citato decreto (art. 17) prevede la costituzione del Comitato di indirizzo e coordinamento dell’informazione statistica (Comstat) per l’esercizio delle funzioni direttive dell’Istat nei confronti degli uffici di statistica costituiti ai sensi dell’art. 3. Il Comitato emana direttive vincolanti per i predetti uffici, nonché atti di indirizzo e delibera, su proposta del Presidente, il Programma statistico nazionale. Nella nuova disciplina della statistica ufficiale, quindi, ci sono importanti novità nell’organizzazione e nella responsabilità di soggetti che devono operare in una logica di sistema e non più come organismi separati. Cambia il fine istituzionale della statistica pubblica non intesa più come informazione per l’attività di governo ma come informazione per il Paese, nel senso di mettere a disposizione dell’intera collettività le informazioni statistiche utili ai suoi bisogni di conoscenza. Ed è questo l’enorme risultato, fino a poco tempo fa impensabile, conseguito in questi 15 anni dall’emanazione del decreto: avvicinando alla statistica le diverse realtà amministrative del Paese e i cittadini-utenti che con queste entrano in contatto, la statistica è andata sempre più configurandosi come bene pubblico non solo nel senso di bene utile per i pubblici poteri (c.d. conoscere per decidere) ma anche per l’intera collettività. 2 sem322 A fronte di statistiche prodotte con definizioni, nomenclature e standard differenti e duplicazioni di indagini e sprechi di risorse, il Sistan – nel cui ambito l’Istituto nazionale di statistica svolge compiti di indirizzo e coordinamento riconosciuti e ribaditi dalla legge n. 400/88 (art. 24, comma 1, lettera c) e dal d.lgs.322/89, entrambi già citatiha contribuito a creare meccanismi di cooperazione, tra tutti i produttori di statistiche, mirati a perseguire i principi ispiratori del 322: unità di indirizzo, omogeneità organizzativa e razionalizzazione dei flussi informativi a livello centrale e locale (art. 1, comma 1). • Unità di indirizzo vuol dire predisposizione delle nomenclature e metodologie di base per la classificazione e la rilevazione dei fenomeni di carattere demografico, economico e sociale: nomenclature e metodologie vincolanti per gli enti e organismi facenti parte del Sistan. Assicurare tale risultato è uno dei compiti strategici dell’Istat, insieme a quello della promozione e dello sviluppo informatico a fini statistici degli archivi gestionali e delle raccolte di dati amministrativi. • Per la razionalizzazione dei flussi informativi a livello centrale e locale, possiamo dire senz’altro che, a livello centrale, è avvenuta ed avviene attraverso l’attuazione del Programma statistico nazionale (Psn), che si avvale dei Circoli di qualità e, comunque, si riflette in parte sulla razionalizzazione dei flussi informativi a livello locale, per quelle rilevazioni ed elaborazioni che producono dati statistici con dettaglio locale. Invece, molto ancora resta da fare per la razionalizzazione dei flussi informativi a livello locale (utilizzo di dati statistici esistenti di provenienza Psn, valorizzazione dei dati amministrativi/gestionali a fini statistici, rilevazioni ad hoc) che si realizza, tra l’altro, attraverso i sistemi informativi statistici locali e in qualche caso si è realizzata grazie all’attività dei gruppi di lavoro presso le Prefetture - Uffici territoriali del Governo (Utg). Si precisa, infatti, che essi dovevano, a seguito della direttiva n. 5 del Comstat, svolgere compiti di consulenza e supporto tecnico e sviluppare sinergie tra le diverse componenti del Sistan, ma le aspettative in tal senso sono state disattese in quanto ciò si è realizzato soltanto in alcune Province. • In merito alla omogeneità organizzativa, occorre evidenziare che non risulta ancora sviluppata in tutte le sue implicazioni. 3 sem322 Un evidente punto di debolezza dell’intero Sistema va identificato, indubbiamente, nella circostanza che si è dovuta attuare la riforma, prevista dal decreto legislativo 322, senza risorse specificamente destinate a tal fine, cioè come è la stessa legge a dire, senza oneri a carico dello Stato. Ciò nonostante, e pur in presenza di molte difficoltà di carattere organizzativo, tecnico e culturale, la progressiva attuazione del decreto ha consentito di conseguire rilevanti obiettivi in ordine all’edificazione del Sistema statistico nazionale che, oltre all’Istat ed ai tre enti ed organismi di informazione statistica (Isfol, Inea, Isae), comprende 3.543 uffici di statistica come si evince dal prospetto che segue (situazione al 31.12.2003). ____________________________________________________________________ SOGGETTI INTERESSATI Uffici di statistica ____________________________________________________________________ Amministrazioni centrali dello Stato e Aziende autonome 17 Amministrazioni ed enti pubblici e unioncamere regionali 23 Regioni e province autonome 21 Prefetture - Utg 98 Province 72 Camere di commercio 102 Comuni 3.210 Totale 3.543 ______________________________________________________________ E’ opportuno, peraltro, avvertire che i dati sopra riportati si riferiscono, specialmente per la realtà comunale, esclusivamente agli uffici costituiti con apposita delibera, anche se poi a tale determinazione formale, corrispondente alla mera osservanza della legge, non sempre ha fatto seguito l’attribuzione agli uffici di cui trattasi delle necessarie risorse umane e tecnologiche. E’ pur vero che in moltissimi casi, pur non essendo formalizzata la costituzione dell’Ufficio di statistica, i Comuni svolgono di fatto una corretta attività statistica. In particolare, la totalità delle amministrazioni centrali e degli enti, nonché delle camere di commercio, ha costituito l’ufficio di statistica in tempi relativamente brevi, anche se le amministrazioni centrali, a causa dei ripetuti cambiamenti dell’assetto organizzativo, chiaramente hanno avuto non pochi problemi derivanti dalla mancata continuità degli interlocutori chiamati a gestire l’ufficio e a interloquire con le altre componenti del Sistema. Per le regioni e province autonome, a fronte di un avvio promettente, che ha fatto registrare una viva sensibilità politica nei confronti della statistica, si è dovuto constatare un notevole ritardo nel completamento della rete, dato che 4 sem322 soltanto nel 2001 le ultime due regioni sono giunte alla determinazione di costituire l’ufficio. Problemi tutt’altro che irrilevanti ha posto, poi, la costituzione degli uffici presso le prefetture e le province. Premesso che per queste ultime risultano ancora inadempienti 30 amministrazioni, occorre comunque evidenziare che sia per le province che per le prefetture l’adeguamento alla normativa è risultato in molti casi puramente formale, conside rati i limiti di funzionalità derivanti dall’approntamento di strutture che, anziché essere dedicate esclusivamente alla funzione statistica, presentano un carattere polifunzionale, per di più non orientato in prevalenza allo svolgimento della funzione statistica, così come previsto dalla direttiva n. 1 del Comstat. Peraltro, le indicazioni contenute in questa direttiva sono state disattese anche a livello comunale; infatti, presso queste amministrazioni non solo l’ufficio di statistica è stato costituito limitatamente a circa 3.200 comuni (39,6% rispetto agli oltre 8.100, pur se essi coprono una popolazione che rappresenta oltre il 66% di quella nazionale, come da prospetto), ma gran parte degli uffici di statistica presso i piccoli comuni sono tuttora in difficoltà per svolgere la propria attività in quanto non adeguatamente strutturati. Comuni in complesso e con ufficio di statistica per classi di ampiezza demografica – Situazione al 31 dicembre 2003 CLASSI DI AMPIEZZA DEMOGRAFICA Fino a 5.000 COMUNI IN COMPLESSO COMUNI CON UFFICIO DI STATISTICA (a) N. Popolazione N. Popolazione 5.826 10.593.226 2.009 4.025.067 5 TASSI DI COPERTURA (%) Comuni Popolazione 34,5 38,0 sem322 Da 5.001 – 10.000 1.154 8.088.930 512 3.615.175 44,4 44,7 Da 10.001 - 20.000 649 8.870.605 343 4.696.908 52,9 52,9 Da 20.001 - 65.000 385 12.950.912 263 9.221.446 68,3 71,2 Da 65.001 – 100.000 44 3.500.819 41 3.283.605 93,2 93,8 Oltre 100.000 43 13.316.578 42 13.215.269 97,7 99,2 8.101 57.321.070 3.210 38.057.470 39,6 66,4 Italia (a) Inclusi quelli con ufficio di statistica in forma associata. Nella consapevolezza di tali difficoltà a dar vita ad uffici idonei a sviluppare un’azione statistica efficace, l’Istat ed il Comstat, raccogliendo le sollecitazioni provenienti anche dal legislatore nazionale e mirate a favorire la collaborazione tra gli enti locali (v. da ultimo, T.U. n. 267/00), hanno dedicato particolare attenzione allo sviluppo di uffici di statistica in forma associata (circ. n. 3/Sistan). A fronte di una prima tiepida risposta da parte dei comuni, si è ritenuto, anche facendo leva su realtà consolidate come le comunità montane, di sviluppare ulteriormente l’azione a sostegno della statistica locale attraverso l’assegnazione di un contributo una tantum a progetti (presentati dalle comunità montane e dalle associazioni di comuni) aventi come obiettivo la creazione di uffici di statistica in forma associata (delibera del maggio 2002). L’attribuzione di risorse dedicate ha subito avuto come effetto un incremento nella partecipazione al Sistan delle realtà amministrative di cui si tratta. La mancata costituzione di uffici di statistica in un numero così rilevante di comuni fa ritenere che non fosse realistica l’aspettativa del legislatore, considerati gli oneri che comporta la costituzione di una struttura dedicata all’ufficio di statistica, generalmente non sopportabili dai modesti bilanci dei comuni inadempienti. In generale, comunque, preoccupa la constatazione che molti degli uffici costituiti, oltre a non essere dotati di adeguate strutture, non hanno una collocazione organizzativa conforme a quanto indicato nelle direttive emanate dal Comstat; dove “collocazione organizzativa” va inteso come sinonimo di autonomia funzionale, nel senso che l’ufficio deve avere funzioni organicamente distinte da quelle degli altri servizi, ciò che esige una costituzione dell’ufficio stesso come settore a se’ stante, separato dagli altri. E’ auspicabile che eventuali modifiche normative, oltre a far chiarezza sulla questione, individuino in maniera esplicita quali sono i compiti degli uffici di statistica in rapporto alle 6 sem322 esigenze delle amministrazioni di appartenenza, tenendo conto anche di quanto per essi previsto in talune normative particolari (L. n.144/99, d.lgs. n.286/99, d.lgs. n.267/2000 ecc.). L’attuale formulazione dell’articolo 6 del 322/1989, infatti, ingenera l’equivoco che l’ufficio di statistica operi essenzialmente in funzione del Sistan, segnatamente per la realizzazione del Psn. • Un progresso notevole rispetto al passato è stato fatto nell’ambito dell’interscambio dei dati tra le diverse componenti del Sistan, che possono usufruire di un trattamento privilegiato, fermo restando naturalmente il rispetto del segreto statistico e della protezione della privacy successivamente riformulato dalla 675/1996 e successive modifiche e integrazioni, accorpate da ultimo nel decreto legislativo n. 196/2003 comprendente, come è noto, anche il Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi statistici e di ricerca scientifica effettuati nell'ambito del Sistema statistico nazionale (d’ora in poi Codice deontologico). II – Programma statistico nazionale Il decreto legislativo n. 322/1989 attribuisce al Sistema statistico nazionale il compito di fornire l’informazione statistica ufficiale al Paese e agli organismi internazionali e contestualmente affida all’Istat il non piccolo ruolo di assicurare il funzionamento del Sistema e la realizzazione delle finalità che ne hanno determinato la creazione. Sono ufficiali le statistiche fornite dai soggetti appartenenti al Sistema statistico nazionale: sia quelle incluse nel Programma statistico nazionale che assumono una rilevanza di interesse pubblico (art.13) per l’intera collettività, sia quelle al di fuori del Psn purché validate da un ufficio di statistica del Sistan. Può perciò considerarsi ufficiale anche una statistica avente un rilievo conoscitivo secondario, come quella di una pubblica amministrazione su una parte della propria attività, purché provenga da un soggetto inserito nel Sistan. In entrambi i casi, il carattere di ufficialità è subordinato al rispetto delle regole stabilite dall’Istat nella sua funzione di coordinamento dell’attività di produzione statistica. Il documento di programmazione si è gradualmente trasformato da semplice inventario delle attività autonomamente sviluppate dai pochi soggetti che inizialmente partecipavano al Programma, in effettivo strumento per la definizione 7 sem322 degli obiettivi da perseguire e delle attività da sviluppare dal Sistema nel triennio di riferimento. La 1a edizione del programma (triennio 1992-1994) prevedeva l’esecuzione di 515 progetti: 392 affidati all’Istat e 123 a 15 amministrazioni centrali; il Psn 2005-2007 (in corso di approvazione) ne prevede 1.099 (v. prospetto). Lavori programmati nel Psn 2005-2007 Istat Altri (50 soggetti) Totale Rilevazioni Elaborazioni Studi progettuali Totale 225 247 472 193 255 448 133 46 179 551 548 1.099 L’importanza che il Psn riveste, quale strumento di regolazione della produzione statistica di interesse pubblico realizzata dal Sistan, è resa evidente sia dalla complessità della procedura richiesta per la sua formalizzazione sia dalla peculiarità degli strumenti giuridici previsti per assicurarne la realizzazione e la verifica dello stato di attuazione. Punto di partenza è la definizione, da parte del Comstat, delle linee strategiche e degli obiettivi prioritari che dovranno orientare l’attività statistica del Sistema nel triennio al quale il Programma si riferisce, ovviamente tenendo conto di quelli che sono gli elementi del contesto politico, socio-economico, scientifico e tecnologico che possono impattare sull’attività statistica, come innovazioni nelle normative nazionali e comunitarie, turbolenze socio-economiche, progresso scientifico e tecnologico. I contenuti del documento di programmazione hanno subito una costante e continua evoluzione, fino ad assumere l’attuale connotazione. Per ciascun settore di interesse, il documento illustra lo stato di realizzazione dei precedenti programmi, delinea lo scenario entro cui si svilupperà l’attività statistica nel triennio di riferimento, individua gli obiettivi realisticamente perseguibili e definisce i progetti che saranno portati avanti dai vari soggetti che collaboreranno al programma. Importanti risultati sono stati conseguiti, con riferimento alla fase di monitoraggio del Psn. Infatti, in occasione della definizione del piano annuale di attuazione del Programma, è stata avviata la raccolta delle informazioni sul calendario mensile 8 sem322 della diffusione di tutti i progetti previsti per l’anno di riferimento del piano, mentre con l’accertamento dello stato di realizzazione del Psn al 31 dicembre di ogni anno è stata avviata la raccolta degli indirizzi web presso i quali possono essere rinvenuti i risultati della produzione statistica di tutti i progetti realizzati nell’anno: sia il calendario della diffusione che gli indirizzi web sono disponibili sul sito del Sistan. L’accesso da un unico punto (il sito www.sistan.it) risulta sicuro ausilio all’utenza, che vede avviato a soluzione il difficile problema del reperimento di informazioni finora non sempre facilmente raggiungibili. In attuazione della normativa sulla privacy, il documento di programmazione dedica un’attenzione particolare al trattamento dei dati personali. Vengono evidenziate le rilevazioni e le elaborazioni che trattano i dati personali sensibili e/o giudiziari, la natura dei dati trattati e le modalità del trattamento. Pertanto, dal Psn 2005-2007 viene riportato un estratto di tutte le schede identificative dei progetti nel cui ambito vengono trattati i dati personali e, inoltre, vengono indicate anche le variabili che possono essere diffuse in forma disaggregata, ai sensi dell’articolo 4, comma 2 del codice deontologico. Come già accennato, all’inizio dell’attivazione del Sistema statistico nazionale il Psn ha rappresentato per numerose edizioni, essenzialmente un inventario della produzione statistica che i diversi enti del Sistan a valenza nazionale decidevano autonomamente di realizzare. Il Progetto di razionalizzazione del Psn vede l’avvento dei “circoli di qualità” che hanno segnato una svolta importante nella pianificazione dell’attività statistica ufficiale nel Psn. I circoli di qualità, organismi consultivi di cui si avvale l'Istat per l’approntamento e il monitoraggio del Programma statistico nazionale e che, a partire dal Psn 2003-2005, hanno assunto la connotazione di gruppi di lavoro permanenti, si pongono i seguenti obiettivi: - eliminazione di attività ridondanti, duplicate o di scarso valore metodologico o conoscitivo eventualmente presenti nel Programma; - definizione, per ciascun settore, di un quadro di riferimento entro cui debbono collocarsi le future iniziative; - individuazione di lavori, nelle sue tre tipologie, per colmare i vuoti conoscitivi esistenti. 9 sem322 In quanto sede di confronto sistematico tra soggetti produttori e soggetti utilizzatori di informazioni statistiche, nell’ambito dei circoli si realizza una forte razionalizzazione del processo di programmazione dell'attività statistica nei singoli settori del Psn. Nella maggior parte dei settori del Psn, essi * svolgono in maniera eccellente il loro ruolo, come anche la Commissione per la garanzia dell’informazione statistica ha evidenziato più volte nei pareri espressi sul programma. Nei casi in cui questo ancora non accade, le ragioni sono riconducibili essenzialmente ad una non sufficientemente diffusa cultura sistemica tra gli attori che animano le attività dei circoli. Un ruolo diverso dei circoli di qualità è difficilmente ipotizzabile. E’ invece auspicabile che l’Istat e gli altri enti del Sistan possano destinare risorse pregiate al loro superamento, dotandosi di una robusta struttura di programmazione collocata in una posizione organizzativa di prestigio, con poteri decisori e anche di gestione delle eventuali risorse che in futuro potrebbero essere specificamente destinate allo sviluppo della statistica ufficiale. Fin dalle prime edizioni del Psn è risultata evidente l’impossibilità per l’Istat di approntare un programma i cui contenuti potessero riflettere compiutamente il disposto dell’art. 13 del decreto 322/1989, vale a dire tutta la produzione statistica di interesse pubblico del Sistema. Innanzitutto, per l’indisponibilità di risorse da parte dell’Istat da destinare annualmente ad una operazione che avrebbe dovuto coinvolgere capillarmente tutti i soggetti del Sistema (comunque, dell’ordine di alcune migliaia); in secondo luogo, perché i tempi lunghi richiesti per la predisposizione ed approvazione del programma costringevano (e tuttora costringono) ad avviare le attività di programmazione con largo anticipo rispetto all’inizio del triennio di riferimento, cioè in epoca in cui i programmi di attività dei soggetti interessati sono ben lungi dall’essere neppure abbozzati. E’ nota la decisione del Comstat del 13 novembre 1996, con la quale sono state definite la tipologia delle attività oggetto di programmazione e la nozione di “interesse pubblico” da considerare ai fini dell’accoglimento di un progetto nel programma. In particolare, il Comstat ha deciso che il Psn accoglie la produzione statistica di interesse pubblico generale che riveste, cioè, interesse per l’intera * Per la predisposizione del Psn 2005-2007, i circoli di qualità, costituiti per ciascuno dei 25 settori di interesse, hanno tenuto 59 riunioni, per un totale di 815 giornate/persona, delle quali 61 di soggetti non Sistan. 10 sem322 collettività nazionale o per sue componenti significative, mentre la produzione statistica di interesse locale è accolta occasionalmente quando trattasi di lavori prototipali oppure di rilevazioni che comportano obbligo di risposta da parte di soggetti privati, le cui informazioni non sono altrimenti reperibili. Tornando sulla lunga durata delle operazioni di predisposizione del Psn, va notato che essa è influenzata da due ordini di considerazioni, riferite essenzialmente a quanto disposto in materia dall’articolo 13 del decreto 322/1989. La prima considerazione riguarda la natura del documento di programmazione: non si tratta, infatti, soltanto di un atto di indirizzo programmatico (come lascerebbe supporre il riferimento ad un arco temporale di tre anni, previsto dal citato articolo 13), ma anche di un vero e proprio piano operativo, che individua in dettaglio tutte le rilevazioni statistiche da condurre nel triennio di riferimento. Il che rende estremamente complessa ed onerosa la fase di approntamento del documento da parte dell’Istat. L’altro ordine di considerazione è legato al pletorico numero di organismi che, come è noto, a vario titolo intervengono nella procedura di approvazione del Psn dopo che il documento, predisposto dalla Segreteria centrale del Sistan, viene deliberato dal Comstat. Affinché il Psn possa assumere il ruolo di documento programmatorio di tutta la produzione statistica di interesse pubblico, appare pertanto necessario un adeguamento del decreto 322/1989 che incida sia sulla natura del documento di programmazione, sia sulle procedure di approvazione. Così operando il documento potrà essere prodotto in tempi brevi, a ridosso dell’inizio del periodo di riferimento e sintonizzato sui tempi in cui la maggior parte dei soggetti interessati è in grado di definire la propria produzione statistica per il periodo di riferimento. La possibilità per l’Istat di gestire un eventuale programma così concepito è ancora una volta dipendente dalle risorse che l’Istituto vuole e può destinare a tale innovazione. III - Nuove norme dopo il d. lgs. 322 Lo scenario istituzionale, economico e sociale nel cui contesto era stato progettato il decreto legislativo 322/1989 ha subito ovviamente dopo l’emanazione dello stesso decreto profonde trasformazioni, che hanno avuto un forte impatto sull’attività del Sistema statistico nazionale. Vale la pena ricordare quelle che più hanno inciso sul Sistema. 11 sem322 • I processi di privatizzazione di importanti soggetti pubblici del Sistan (Ferrovie dello Stato, Enel, Poste italiane, Enasarco), la soppressione e l’accorpamento di altri (Ministero dell’agricoltura, Ministero del turismo e dello spettacolo, Ministero delle partecipazioni statali, Enpas, Inadel, i nuovi ministeri dell’attuale legislatura ecc.) hanno posto rilevanti problemi, che hanno richiesto anche l’adozione di provvedimenti ad hoc in via legislativa. • L’articolo 8, comma 2 della legge n. 681/1996 ha stabilito le premesse affinché la statistica ufficiale possa perseguire efficacemente il duplice obiettivo della riduzione dei costi della produzione statistica e degli oneri per i rispondenti attraverso una più diffusa utilizzazione degli archivi amministrativi. La norma citata prevede infatti che “l’ufficio di statistica presso le amministrazioni centrali concorda con l’Istat eventuali modifiche o nuove impostazioni della modulistica utilizzata dall’amministrazione di appartenenza anche per fini statistici”. Si deve constatare che la norma non ha ancora trovato un’applicazione generalizzata. • In particolare, con la legge n. 125/1998 si è inteso attrarre nel Sistan anche soggetti privati che svolgono funzioni di interesse pubblico o che si configurano come essenziali per il raggiungimento degli obiettivi del Sistema. La norma ha consentito di ricondurre nel Sistema i quattro soggetti citati* e di acquisire anche la partecipazione di altri soggetti privati (tra cui la fondazione “Istituto Guglielmo Tagliacarne”), con prospettive di ulteriori acquisizioni. • Ricadute fortissime ha avuto la legislazione sulla protezione dei dati personali, introdotta con la legge 675/1996 e successive modifiche e integrazioni e accorpata da ultimo nel decreto legislativo n. 196/2003 (comprendente, come già detto, anche il codice deontologico che regola i trattamenti statistici in ambito Sistan). Ciò ha comportato: - l’introduzione di sostanziali modifiche alla procedura di acquisizione delle proposte di partecipazione al Psn (allo scopo di garantire la liceità dei trattamenti statistici previsti dal programma); - l’evidenziazione nel Psn delle variabili che possono essere diffuse in forma disaggregata, ove ciò risulti necessario per soddisfare particolari esigenze anche di carattere comunitario e internazionale, (art. 4, comma 2 del Codice deontologico); Ferrovie dello Stato spa, Fondazione Enasarco, Poste italiane spa, Gestore della rete di trasmissione nazionale spa. * 12 sem322 - l’emanazione della direttiva n. 9 del Comstat del 20 aprile 2004 “Criteri e modalità per la comunicazione dei dati personali nell’ambito del Sistema statistico nazionale”, che ridefinisce i criteri e le modalità per la comunicazione dei dati tra i soggetti del Sistan (art. 8 del citato codice). L’applicazione delle citate disposizioni sulla protezione della privacy ha rappresentato un momento importante per la riscoperta del ruolo degli uffici di statistica, già delineato dall’art. 6 del decreto 322/1989: quello, cioè, di essere in definitiva i veri responsabili tecnico-scientifici di tutte le fasi dei trattamenti statistici previsti nel Psn per la propria amministrazione o ai quali essi (o altri uffici) sono chiamati a collaborare: responsabili quindi delle metodologie adottate e in definitiva garanti della qualità dell’informazione statistica ufficiale. • Numerose iniziative in sede regionale hanno portato alla istituzione di sistemi statistici regionali (Sistar) e, in un caso, provinciali (pr ovincia autonoma di Bolzano). Anche se tali iniziative sono ispirate da obiettivi comuni largamente condivisibili, qualche perplessità suscitano le modalità di realizzazione dei Sistar, per quanto attiene ai soggetti partecipanti, nonché alla struttura, ai contenuti e ai periodi di riferimento dei programmi statistici regionali, sui quali non sembrano esserci orientamenti uniformi. Appare di primaria importanza che i protagonisti si facciano promotori di idonee iniziative di standardizzazione e di armonizzazione con il Sistema statistico nazionale, per evitare ridondanze e duplicazioni di attività e produzioni statistiche non comparabili e difficilmente integrabili. IV – Iniziative di sostegno alla statistica ufficiale Nonostante l’esiguità delle risorse che l’Istat ha potuto finora dedicare allo svolgimento delle funzioni di indirizzo e coordinamento del Sistema, oltre l’imponente e strategica attività relativa al Programma statistico nazionale, molto è stato fatto, come in parte già evidenziato. In sintonia con le linee strategiche dettate dal Comstat, nonché in attuazione di alcuni compiti previsti dall’art. 15 del d.lgs n.322/89, numerose sono le iniziative progettate e realizzate dall’Istat, mirate a fare sistema, alla diffusione della cultura statistica, all’assistenza tecnica e formazione per gli addetti agli uffici di statistica, alla circolazione delle informazioni tra gli addetti ai lavori, alla valorizzazione dell’informazione statistica, nonché al miglioramento della gestione informatizzata del Psn. 13 sem322 • Notevole impegno ha richiesto l’assistenza tecnica agli uffici di statistica delle diverse componenti del Sistema. A tal fine e tenendo conto delle forti potenzialità di produzione di dati di interesse locale, l’Istat ha attribuito ai suoi Uffici regionali, prima del 322 semplici uffici di corrispondenza, compiti di maggiore responsabilità per quanto riguarda l’indirizzo e l’assistenza tecnica agli organi locali del Sistan, la promozione di iniziative sul territorio (seminari, convegni, percorsi formativ i ecc.), nonché l’analisi, ricerca e integrazione delle fonti statistiche locali, rendendoli così interfaccia istituzionale per gli enti territoriali del Sistema. In tal modo si è assicurata e si assicura una forte collaborazione con gli Enti del Sistan finalizzata alla realizzazione di una più significativa attività di coordinamento tecnico-scientifico sia per i processi di produzione della statistica ufficiale che per le iniziative di diffusione dell’informazione statistica. • Sono stati realizzati molti e diversificati strumenti di divulgazione, si segnalano alcuni realizzati dalla Segreteria centrale del Sistan. Tra di essi, fondamentali i Codici della statistica ufficiale, che dal 1996 rappresentano un mezzo rilevante di ausilio per lo svolgimento delle funzioni istituzionali di tutte le componenti del Sistema. La collana si compone di quattro volumi che raccolgono e sistematizzano i provvedimenti normativi emanati nel settore a livello nazionale e comunitario. Del primo volume, in particolare, relativo all’organizzazione della statistica nazionale, si sono rese necessarie tre edizioni e un’Appendice per la continua evoluzione normativa del settore. Il Catalogo Sistan che, a cadenza biennale dal 1994 raccoglie la produzione editoriale statistica degli uffici ed enti del Sistema statistico nazionale, ha raggiunto un’ampia diffusione ed è divenuto uno strumento di consultazione utile per gli addetti ai lavori e non solo. Nel 1996, con la nascita del Giornale del Sistan, si realizza anche una prima mappa del Sistema stesso e dei suoi referenti a cui fa seguito la pubblicazione del volume Il Sistan: gli uffici, gli indirizzi, le persone. Gli sviluppi della rete web e la crescente diffusione di collegamenti telematici hanno consentito di accelerare la divulgazione in tempo reale delle informazioni ma non si può sottacere che ancora oggi il supporto cartaceo rappresenta uno strumento indispensabile per i soggetti più deboli del Sistema, come ad esempio i piccoli comuni. 14 sem322 • La formazione, anche se con modalità alterne, è stata affidata alla Segreteria centrale del Sistan che ha rappresentato il punto di snodo e l’interfaccia tra Istat e soggetti del Sistema, con un investimento strategico nella funzione cooperativa dell’Istat. A ridosso dell’istituzione del Sistema, gli investimenti formativi sono stati tesi a sensibilizzare amministratori e responsabili degli uffici sul nuovo scenario normativo determinatosi e sulla missione e il ruolo della statistica ufficiale; come pure attenzione è stata posta per migliorare le abilità informatiche che rappresentavano, e rappresentano, uno strumento importante al servizio degli operatori statistici. Successivamente (1998), a distanza di circa un decennio dal 322/89, veniva effettuata una ricognizione delle esigenze formative dei soggetti del Sistema che ha evidenziato la necessità di contemperare le esigenze di prima alfabetizzazione, sempre necessarie dato il turn over continuo negli uffici, con le priorità di controllo e valutazione delle politiche, introdotte negli ultimi anni dai cambiamenti istituzionali. Si può senz’altro affermare che le risorse che Istat ha investito in questi 15 anni dall’istituzione del Sistema hanno contribuito, da un lato a consolidare una fisionomia autorevole dello statistico ufficiale e dall’altro a rafforzare negli addetti la consapevolezza di essere parte di una rete. • Un cospicuo salto di qualità è stato fatto nel settore della comunicazione: oltre al Giornale del Sistan, che dal 1996 è il periodico quadrimestrale del Sistema, grazie ad Internet è decollata una nuova fase nella comunicazione. Strategica è stata l’ideazione del sito www.sistan.it, dedicato alle novità che interessano il Sistema e che ha offerto un’occasione di valorizzazione anche ai lavori dei soggetti più deboli, non presenti o meno visibili sulla rete. La soglia raggiunta di oltre 100.000 visite l’anno testimonia la sua funzione di riferimento all’utenza per orientarsi nel mondo complesso e variegato della statistica ufficiale. L’esplosione delle visite al sito si è verificata grazie al debutto della rubrica news on line, aggiornata con periodicità settimanale e con link mirati, e di una newsletter mensile che raggiunge oltre 4000 destinatari. • Ai fini della valorizzazione dell’informazione statistica a livello locale, utilizzando ed integrando tra loro dati di diverse fonti organizzate pubbliche e private, sono stati realizzati numerosi progetti. 15 sem322 Così nell’ottica della realizzazione di un sistema informativo per i comuni, da un primo step con la realizzazione del manuale “Linee guida per pubblicazioni statistiche dei comuni”, manuale tecnico-metodologico utile per la realizzazione di opuscoli e/o annuari statistici (è on line sul sito www.sistan.it), si è giunti al progetto Servizio informativo statistico comunale.Tavole (presentato in occasione della Settima Conferenza nazionale di statistica), che si pone l’obiettivo di approntare una base informativa di dati a dettaglio comunale provenienti da fonti diverse (comune, Istat e altri enti Sistan, soggetti non Sistan). E’ previsto il rilascio entro il 2005 a tutti i comuni di piccola e media dimensione, con priorità assoluta a quelli con ufficio di statistica. Una breve riflessione finale Per concludere, si richiama quanto già evidenziato precedentemente: a oltre 15 anni dalla sua istituzione, si deve constatare che il reale motivo della incompleta realizzazione degli obiettivi della riforma attuata con il 322 è la mancata previsione di specifiche risorse destinate allo sviluppo del Sistema statistico nazionale. Come è noto, infatti, il decreto 322/1989 ha previsto che il Sistema debba funzionare a costo zero. L’indagine, condotta su indicazione del Cipe, per stimare il costo di realizzazione dei progetti previsti per il 2005 nel Psn 2005-2007 ha reso manifesto che, ad esclusione dell’Istat e degli altri tre Enti di informazione statistica, i lavori previsti nel Psn consistono generalmente nella mera evidenziazione della disponibilità di informazioni aggregate derivanti dal trattamento di dati personali effettuato per finalità amministrativo-gestionali. Poiché tali informazioni verrebbero ugualmente prodotte anche se non fossero previste come lavori nel Psn, in quanto implicite o necessarie per l’attività istituzionale di ciascun soggetto titolare, il costo di produzione delle stesse, avente natura di costo aggiuntivo gravante sul soggetto titolare per le ulteriori attività da sviluppare a seguito del loro inserimento nel Psn, è praticamente nullo. Tale constatazione, se da un lato conferma che l’abbattimento del costo della statistica pubblica è necessariamente legato ad un ampio uso dei dati amministrativi, per altro verso evidenzia che nessuno sviluppo della qualità dell’informazione statistica di tale fonte è possibile senza adeguate risorse destinate al finanziamento di attività statistiche “ad hoc”. 16 sem322 E’ pertanto auspicabile che la richiesta del Presidente dell’Istat mirata a prevedere, nel bilancio dello Stato, un apposito fondo di riserva di almeno 30 milioni di euro per la statistica pubblica, da erogare agli enti del Sistema statistico nazionale sulla base della presentazione di specifici programmi, trovi accoglimento. 17 sem322