Razza Podolica, la seconda giovinezza Razza

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P E R I O D I C O
D E L L A
Z O O T E C N I A
P R O D U T T I VA
Ph. Ada Braghieri
N U M E R O 1 2 • A N N O V I ( n ° 2 ) • AG O S TO 2 0 1 1
Razza Podolica,
la seconda
giovinezza
Dagli allevamenti alla tavola
in un crescendo di gusto,
genuinità, sicurezza... e fantasia.
vendere sfuso il loro vino ad un prezzo minimo: ora, migliorata la qualità e il marketing, vendono ad un prezzo
congruo, favoriti in ciò dall’immagine, dalla comunicazione e dalle politiche del distretto.
In sintesi, si è creata la “cultura” di prodotto, con riflessi su commercializzazione e turismo eno-gastronomico.
Molto valore aggiunto, quindi, ad una risorsa del territorio
e grande opportunità per molti agricoltori. Le aziende
vitivinicole italiane hanno saputo cogliere la grande opportunità che il settore offriva e, con orgoglio, possiamo
oggi vantarci di essere tra i primi produttori al mondo.
Perche non abbracciare le logiche che hanno caratterizzato il vino negli ultimi decenni anche per i prodotti
agro-zootecnici?
Buona lettura.
Nereo Dell’Aventino
Detto
tra noi
Gentili Lettrici e Gentili Lettori,
in questo editoriale riporto alcune riflessioni sul modo
in cui - a mio avviso - evolverà l’alimentazione umana
(food) nel prossimo futuro.
Il settore alimentare è al centro di grandi cambiamenti
e sta effettuando un salto culturale, come confermano
numerose ricerche su scala mondiale.
Nello specifico del settore agro-alimentare, il complesso
fenomeno della globalizzazione garantisce - di fatto - la disponibilità di tutto, in ogni parte del mondo e in
tutte le stagioni e le nostre abitudini alimentari (molto
cibo pre-confezionato e a lunga conservazione) ed il nostro modo di “fare la spesa” (al supermercato, anche per
tutta la settimana), hanno quasi omologato i gusti.
Si stima che a livello mondiale circa un miliardo di persone soffra la fame mentre un altro miliardo è afflitto da
problemi legati all’obesità (dati FAO).
La riscoperta di tradizioni gastronomiche locali, di produzioni tipiche, di razze e coltivazioni autoctone, dei farmer’s market (vendita dei prodotti agricoli direttamente
dal produttore) sta però incrementando la voglia di
“cibo buono e di provenienza certa”.
Credo, quindi, che passeremo da una mentalità
dell’abbondanza ad acquisti consapevoli,
dalla “cultura del mangiare” alla “cultura
del mangiar bene”, passando per la ricerca di sapori che diventeranno di uso quotidiano e per la selezione
dell’italianità dei prodotti (che saranno consumati sempre più in casa).
Ciò sarà possibile grazie anche alla tecnologia utilizzata
dalle industrie del food ed all’elevatissimo livello
di sicurezza raggiunto dal sistema agroalimentare nazionale (nei campi, negli allevamenti,
nelle aziende mangimistiche, nelle fasi di trasformazione
dei prodotti poi presenti sulle nostre tavole).
Gli effetti positivi di tali cambiamenti avranno ripercussioni sui consumi domestici e, sfruttando positivamente
gli effetti della globalizzazione, le nostre eccellenze alimentari potranno essere esportate in
tutto il mondo e con esse l’intero e autentico food Made in Italy.
Abbiamo anche il piacere di riportare in questo numero
un interessante articolo della Prof.ssa Ada Braghieri, del
Dipartimento di Scienze delle Produzioni Animali dell’Università della Basilicata, che ringrazio per la cortesia dimostrata. Questo Dipartimento è da tempo impegnato
a promuovere e a valorizzare la razza Podolica, le cui
produzioni incontrano sempre più le preferenze del pubblico, attestate anche da diverse ricerche di mercato.
In alcuni settori non siamo lontani da un approccio sistematico che leghi prodotto, territorio e cultura: si pensi al
progresso del settore vitivinicolo italiano negli ultimi anni,
a partire dal momento in cui si è capito che esso dovesse
essere compreso e veicolato in modo non disgiunto dal
territorio. Si osservi ad esempio lo sviluppo dei distretti
culturali; i produttori di vino prima si accontentavano di
Amministratore Unico - Dell’Aventino Srl S.U.
P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA
NUMERO 12
ANNO VI (n° 2)
AGOSTO 2011
Primo piano . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag
3
La parola al tecnico . . . . . . . . . Pag
5
L’esperienza positiva . . . . . . . . . Pag
8
Bovini Podolici: il local traina lo sviluppo
Carne bovina: le caratteristiche che ne determinano la qualità
Az. Agr. e Zootecnica F.lli Bellino (Policoro - MT)
Sotto i riflettori ................ Pag 10
Luccitti: accanto al castello, una roccaforte Dell’Aventino!
Ciccone: la forza dell’ottimismo
Diretta Mente .................. Pag 13
Riflessioni e approfondimenti a firma del Direttore
A rigor di legge ............... Pag
Norme e regolamenti
14
In linea con il mercato ....... Pag 15
Cereali, un futuro pieno di incognite
Buone nuove .................. Pag 16
Le ultime novità in casa Dell’Aventino
Noi&Voi ....................... Pag 17
A domanda rispondiamo
Nota bene . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. Pag
Appuntamenti da non perdere
17
Area marketing ............... Pag 18
Le nuove strade per la valorizzazione dei prodotti tipici
Vita d’azienda .................. Pag 19
Filo diretto tra Dell’Aventino e i suoi collaboratori
Editore
Dell’Aventino S.r.l. - S. U.
66022 Fossacesia (CH) - S.P. Pedemontana, 8
Tel. 0872.62.211 r.a. - Fax 0872.62.00.05
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Stampa
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Tiratura
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Primo piano
L’articolo di apertura
Prof.ssa Ada Braghieri
Dipartimento di Scienze
delle Produzioni Animali
Università degli Studi della Basilicata
Bovini Podolici: il local traina lo sviluppo
Dalla loro riscoperta un’opportunità concreta
per risollevare attività economiche e zootecniche in aree marginali
Consolidare il rapporto tra territorio, allevamento e
produzioni locali tipiche è un obiettivo che da anni si
sta cercando di perseguire in Italia ed in particolare nel
meridione. Questo comporta scelte ben precise per le
implicazioni di carattere sociale, economico e ambientale
che da esso derivano. In particolare, l’allevamento di
razze locali come i bovini Podolici, orientato ad una
produzione tradizionale e più qualificata, potrebbe
consentire di ottenere prodotti tipici che possano favorire
la valorizzazione di particolari microeconomie locali. La
salvaguardia delle razze autoctone evita, infatti, la perdita di
specifiche combinazioni geniche, permette di sfruttare le
peculiarità funzionali e produttive degli animali e favorisce
lo sviluppo di attività umane su aree che rischiano la
marginalità.
Il termine “Podolico” etimologicamente deriva dalla
regione della Podolia, vasta pianura fertile dell’Europa
Orientale ubicata in Ucraina, considerata erroneamente
zona di origine delle popolazioni bovine domestiche grigie
dalle grandi corna (Ciani e Giorgetti, 2009). Questi bovini
della sottospecie Bos primigenius taurus sono i diretti
discendenti dell’Uro eurasiatico Bos primigenius primigenius.
In tempi più recenti la Podolica era allevata in tutta l’Italia
meridionale peninsulare e nelle regioni adriatiche. Negli
ultimi decenni la razza ha subito un notevole decremento
demografico e, ad oggi, sono iscritti nel libro genealogico
circa 24.000 soggetti (ANABIC, 2010). Circa la metà del
patrimonio è concentrata in Basilicata, dove questi animali
si sono ben adattati alla macchia mediterranea ed alle
zone interne.
Questa razza, allevata prevalentemente secondo un
sistema pastorale, attualmente è indirizzata alla produzione
di carne ma in passato era utilizzata per il latte e il lavoro;
molti animali vengono tuttora munti per produrre il tipico
“Caciocavallo”.
Al fine di valorizzare il prodotto carne, il bovino Podolico
è stato inserito tra le Cinque Razze Italiane da carne (5R)
e dal novembre 2009 l’APA (Ass.ne Prov.le Allevatori) di
Potenza gestisce le procedure di etichettatura secondo il
disciplinare predisposto dal Consorzio Produttori Carne
Bovina Pregiata delle Razze Italiane (CCBI) (Anabic, 2006).
Il sistema Podolico è basato essenzialmente sull’applicazione
della linea vacca-vitello che consiste nel tenere le nutrici
con i vitelli lattanti al pascolo, consentendo così di lasciare
inalterata la struttura familiare della mandria. Poiché questa
razza ha conservato una marcata stagionalità riproduttiva,
come avviene nelle specie selvatiche e in alcune razze
domestiche poco selezionate, i parti sono concentrati
all’inizio della primavera, quando le caratteristiche quantiqualitative del pascolo sono ottimali, consentendo una
buona produzione lattea e soddisfacenti incrementi
ponderali dei vitelli (Braghieri et al., 2007).
I vitelli vengono tenuti al pascolo con le madri fino a circa
6-8 mesi e successivamente sono trasferiti in un ricovero
provvisto di paddock esterno dove rimangono fino alla
macellazione che avviene a circa 14-16 mesi di età e ad un
peso di 440-460 kg.
3
(colore, odore, gusto/flavour, tenerezza). Fra le proprietà
sensoriali, gli intervistati hanno assegnato importanza
primaria al Colore (57%), seguito dalla Tenerezza (53%),
dal Gusto (50%), dalla Marezzatura (22%), dall’Aroma
(4%) e infine dalla Succosità (2%). La priorità attribuita al
colore è nota: spesso il consumatore associa a esso anche
altre caratteristiche quali la freschezza e la tenerezza della
carne (Mancini & Hunt, 2005). Tuttavia, il colore più rosso
spesso riscontrato per la carne di Podolica non costituisce
un deterrente per il 61% dei consumatori del prodotto.
Il 63% degli intervistati, inoltre, attribuisce alla carne di
questa razza un più elevato potere nutrizionale per un
presunto maggiore apporto proteico (93%).
Come è evidente dall’indagine e da un’ampia letteratura
in merito, alla tenerezza viene attribuito un ruolo
fondamentale nell’influenzare l’accettabilità della carne da
parte del consumatore e le sue scelte di acquisto. A tal
proposito, è ormai acquisito che la carne Podolica necessita
di un idoneo periodo di frollatura per poter migliorare
questo parametro (Braghieri et al., 2005). Tuttavia, poiché
questo processo comporta dei costi in termini energetici e
di immobilizzazione di capitali, è fondamentale individuare
il periodo ottimale per contenere le spese e convincere
il trasformatore della opportunità di questa pratica. I
risultati di un test di accettabilità, eseguito su numerosi
consumatori (Braghieri et al. 2009), hanno evidenziato che
un periodo di maturazione di 15 giorni rappresenta un
buon compromesso fra le preferenze del consumatore e
gli interessi del trasformatore. La pratica della frollatura
appare ancora più conveniente se applicata sui singoli
tagli posti sottovuoto piuttosto che sulla carcassa intera
(Braghieri et al., 2007). Nel primo caso, infatti, è richiesto
meno spazio per la conservazione in cella refrigerata
poiché la maturazione è effettuata solo sui tagli pregiati,
con analoghi risultati rispetto a quella praticata in modo
tradizionale.
Nei Paesi economicamente più avanzati, dalla percezione
di “qualità di prodotto” i consumatori sono passati alla
percezione di “qualità di processo produttivo”.
Controllare il processo produttivo significa non solo
poter fornire al consumatore informazioni su come è
stato prodotto ciò che mangia, ma anche essere in grado
di mettere a disposizione informazioni sull’impatto che lo
stesso processo ha sull’ambiente e sugli animali allevati,
consentendo di valutarne la sostenibilità. In questo
contesto, la tipicità del “sistema Podolico” si sostanzia non
solo nel privilegiare sensazioni alla riscoperta di antichi
sapori, ma anche nel garantire l’attuazione di un processo
garante di salubrità e migliori proprietà sensoriali del
prodotto, rispettoso del benessere animale e identificabile
con un impegno a favore del territorio e dell’ambiente.
In quest’ultima fase vengono alimentati secondo diete che
rispettano le caratteristiche dell’animale e che sono in
armonia con la prima fase dell’alimentazione al pascolo; il
finissaggio, inoltre, diventa d’obbligo anche per attribuire
alla carne le caratteristiche meglio gradite dal mercato.
Lo studio sui razionamenti avviene anche in funzione
della veicolazione dei PUFA (acidi grassi polinsaturi,
naturalmente presenti nella carne degli animali che
usufruiscono del pascolo).
Di frequente gli allevatori praticano l’incrocio con tori
di razze da carne per ottenere migliori performance
produttive grazie all’effetto dell’eterosi. Vengono
utilizzati tori di razza Blue-Belga, Charollaise ma più
frequentemente quelli di razza Limousine (Braghieri et al.,
2005). Oltre a maggiori pesi di macellazione, gli incroci
Limousine x Podolica forniscono una carne più tenera ma
con un minore tenore in acidi grassi polinsaturi (Braghieri
et al., 2005).
Il sistema Podolico, in ogni modo, è garanzia
di salvaguardia da qualsiasi forma di
inquinamento e di soddisfacimento delle
fondamentali esigenze fisiologiche ed
etologiche degli animali (Napolitano et al., 2005)
che possono essere estrinsecate durante il pascolamento
con le madri che permette anche un naturale svezzamento
dei vitelli. Salubrità, naturalità e benessere animale sono
attributi in grado di influenzare le aspettative “edoniche”
e l’accettabilità reale del prodotto (senza trascurare per
quest’ultimo aspetto il ruolo rivestito dalle proprietà
sensoriali!). Infatti, se la carne è idonea in termini di
proprietà sensoriali, l’informazione sul benessere animale
e sulle proprietà nutrizionali, permette al consumatore di
migliorare la propria percezione del prodotto e quindi la
sua accettabilità (Braghieri et al., 2009). Tali informazioni,
pertanto, possono essere usate per differenziare e
promuovere un sistema produttivo come quello Podolico,
rispettoso del benessere animale e dell’ambiente. In
particolare, un’indagine al consumo (Braghieri et al., 2009)
ha evidenziato che, per circa l’86% degli intervistati, una
corretta informazione è fondamentale nell’influenzare le
scelte del consumatore di carne. La disponibilità di prodotti
garantiti da marchi di qualità aumenta la predisposizione
all’acquisto (77% dei casi). Per quanto riguarda gli aspetti
maggiormente presi in considerazione al momento
dell’acquisto, quello prioritario è stato l’Origine (93%),
seguito dalle Proprietà sensoriali (81%) e dal Prezzo (50%).
Le proprietà sensoriali per definizione sono quelle che
possono essere percepite per mezzo degli organi di senso
Ada Braghieri
4
La parola
al tecnico
Clotilde Villeri
Il punto di vista
dei professionisti
del settore su un tema
di interesse generale
Laureata in Medicina Veterinaria
presso l’Università di Parma
è Direttore Area Tecnica
Dell’Aventino
Carne bovina: le caratteristiche
che ne determinano la qualità
Sono numerose le caratteristiche che determinano la
qualità della carne: nutrizionali, sanitarie, tecnologiche
e organolettiche. Le caratteristiche organolettiche
o sensoriali sono percepite dal consumatore sia
durante l’acquisto sia durante il consumo e sono
pertanto determinanti nella scelta del prodotto; esse
sono costituite dal colore, dal sapore, dall’odore, dalla
tenerezza, dalla succosità, dalla capacità di trattenere
liquidi e dall’aspetto delle superfici di taglio. Le proprietà
dietetiche sono associate al basso contenuto di grasso
intramuscolare e ad una bassa presenza di acidi grassi
saturi e ad un’alta proporzione di acidi grassi insaturi,
come ad un buon livello di CLA (acido linoleico
coniugato).
valutazione della qualità della stessa e soprattutto il
colore rosso vivo è sinonimo di freschezza. Il colore è
correlato con tutte le altre caratteristiche qualitative
della carne. Esso dipende principalmente dalla presenza
nel muscolo del pigmento mioglobina, in particolare
dalla sua quantità e del suo stato chimico, ma anche da
altri numerosi fattori tra i quali il pH finale della carne.
La mioglobina è una proteina e contiene ferro. A
seconda che il ferro si trovi in forma ridotta o ossidata,
la molecola sarà più o meno in grado di legare ossigeno
originando le diverse forme chimiche della mioglobina
e le relative variazioni cromatiche della carne: in
forma ridotta l’atomo di ferro è in grado di legare
l’ossigeno conferendo alla carne il colore rosso vivo
(ossimioglobina). Al contrario, in forma ossidata, viene
persa la capacità di legare l’ossigeno e la carne assume
1) Il colore
L’aspetto visivo della carne determina un’immediata
5
Numerosi sono i fattori che influenzano il colore della
carne. Elenchiamo brevemente quelli relativi alla fase di
allevamento.
una colorazione porpora, brunastra (metamioglobina).
Responsabile del colore indesiderato che si origina
sulla carne dopo diverso periodo di esposizione all’aria
è pertanto la metamioglobina, la forma ossidata del
pigmento mioglobina. Anche la concentrazione della
mioglobina concorre a determinare il colore della carne
e risulta principalmente influenzata da alcuni fattori
come l’attività specifica del muscolo, la razza e l’età.
FATTORI LEGATI AL SOGGETTO
TIPO GENETICO
I bovini con ipertrofia muscolare sono meno resistenti
allo stress; essi, pertanto, alla macellazione producono
carni con valori elevati di pH finali e dalla colorazione
tendenzialmente scura.
Ad un valore elevato di pH finale, infatti, è maggiore la
capacità del muscolo di trattenere acqua. Il pH della
carne definisce l’attitudine del muscolo a trasformarsi
in carne di buona qualità. Una diminuzione di pH
troppo veloce nelle fasi successive alla macellazione
comporta una diminuita capacità di ritenzione idrica
della carne con alterazioni del colore che si manifesta
con la produzione di carni pallide o PSE (acronimo di
Pale, Soft and Exudative). Nei bovini sono comunque
più frequenti le situazioni in cui il pH finale non
raggiunge i valori ottimali dando origine al fenomeno
delle cosiddette carni strapazzate o DFD (Dark, Firm
and Dry).
SESSO
Le differenze in termini di colore della carne sono
riscontrabili tra vitelloni, manzi e scottone. Molti
ricercatori indicano però che la differenza tra la carne di
vitellone e quella di scottona non sono rilevanti e sono
da ricondurre ad altri fattori come l’età dei soggetti
macellati e i sistemi di allevamento.
ETA’
Rappresenta il fattore che maggiormente influenza il
colore della carne: il contenuto di mioglobina aumenta
con l’età. Al crescere dell’età si assiste anche al
cambiamento del colore del grasso che da bianco vira
al giallo.
TEMPERAMENTO
Gli animali con temperamento nervoso sono più
suscettibili allo stress ed è noto che esso può
determinare un colore scuro delle carni.
FATTORI GESTIONALI
TIPOLOGIA DELL’ALLEVAMENTO
Gli animali allevati con sistema intensivo presentano
carni più tenere e meno pigmentate. La maggiore
incidenza di carne scura negli animali allevati con sistema
estensivo deriva da una maggiore età al momento della
macellazione conseguente al tipo di alimentazione, da
una maggiore concentrazione di mioglobina a livello
muscolare dovuta all’intensa attività fisica da essi
esercitata e infine da una maggiore suscettibilità allo
stress a causa della loro limitata abitudine ad interagire
con l’uomo.
LA FASE DI PREMACELLAZIONE
Il digiuno e lo stress pre-macellazione possono
influenzare la qualità della carne.
Per massimizzare le rese e ridurre la quantità di
materiale da smaltire si pratica il digiuno a partire
dal giorno precedente alla macellazione ma ciò può
compromettere la qualità della carne. Il fattore sesso
e il tipo genetico, entrambi correlati al temperamento,
possono influenzare gli effetti del digiuno e la risposta
allo stress ad esso collegato.
Altri aspetti legati a metodologie non corrette e che
causano stress o condizioni che favoriscono nervosismo
negli animali possono determinare alterazioni del
colore della carne, poiché si ha una riduzione delle
riserve tissutali di glicogeno e conseguentemente una
minore attitudine del muscolo a trasformarsi in carne.
Le carni DFD sono caratterizzate da colore brunoviolaceo, tessitura eccessivamente compatta, ritenzione
idrica elevata, superficie asciutta e attaccaticcia, aroma
di scarsa intensità per la ridotta presenza di acido lattico;
tali aspetti le rendono complessivamente poco gradite
al consumatore. Il fenomeno è legato alla riduzione
delle riserve muscolari di glicogeno conseguente ad
eccessivo stress o impropria gestione nutrizionale dei
soggetti pre-macellazione che si riflette in una minore
glicolisi anaerobica post-mortem e in valori di pH finale
pari o superiori a 6,2.
6
Nelle fasi che precedono l’invio dei bovini al macello è
importante applicare tutti quegli accorgimenti in grado
di evitare paura, eccitazione, nervosismo e atteggiamenti
di competizione tra i soggetti. La movimentazione deve
essere pertanto effettuata con tranquillità dando la
possibilità all’animale di potersi muovere facilmente
attraverso percorsi semplici e privi di rischi.
frazione lipidica rappresentano i meccanismi alla base del
prolungamento della “vita commerciale”. Si sottolinea
però che la Vitamina E non previene comunque la
comparsa di carni scure quando l’alterazione di colore
dipende da stress o dall’avanzata età dell’animale al
momento della macellazione.
TRASPORTO E SCARICO DEGLI ANIMALI
AL MACELLO
La fase di trasporto è particolarmente stressante per il
soggetto: la sua durata e l’attesa pre-macellazione sono
i principali fattori responsabili di quell’alterazione delle
carni già descritta, denominata DFD.
L’impiego di sostanze gluconeogenetiche nella fasi
precedenti alla macellazione è una pratica utile ai fini
del miglioramento delle caratteristiche qualitative
della carne, in particolare quando in allevamento sono
presenti bovini dal temperamento nervoso e quindi
soggetti alla rapida riduzione delle riserve di glicogeno
muscolare. Si è osservato che la somministrazione di
500 ml di glicole propilenico prima della macellazione
influenza positivamente il pH finale delle carcasse.
La carne è una fonte importante di proteine, energia,
vitamine e oligolelementi. Esiste un pregiudizio nel suo
consumo perché ritenuta ricca di acidi grassi saturi
che sono associati al rischio di patologie cardiache.
E’, al contrario, ricca di un componente importante
dell’acido linoleico coniugato (CLA). Numerosi studi
indicano come potenziali effetti benefici sulla salute
umana siano favoriti dai coniugati dell’acido linoleico
(anticancerogeno,
antiteratogeno,
antidiabetico,
antiadipogeno e immunomodulante). Nel 1996
l’Accademia Nazionale delle Scienze Americane ha
affermato che il CLA è l’unico acido grasso che ha
mostrato la capacità di inibire l’attività di cancerogenesi
in animali da esperimento. La fonte principale è
rappresentata dai prodotti di origine animale (carne
e latte) ed in particolare quelli dei ruminanti, perché
è proprio nel rumine che si realizza la sintesi di CLA.
I valori più elevati si rilevano quando gli animali sono
alimentati al pascolo. I capi che si nutrono invece
di foraggi essiccati o insilati presentano nel latte e
nelle carni un basso livello di CLA perché durante la
fienagione si ha una fuoriuscita dei liquidi cellulari
e dall’altra la perossidazione dei PUFA (acidi grassi
polinsaturi precursori di CLA) e durante la maturazione
dell’insilato si ha una diminuzione delle sostanze solubili,
substrato utile per la microflora ruminale che trasforma
i PUFA in CLA.
Il consumatore è sempre più orientato ad un consumo
di alimenti con bassi tenori di grassi saturi e con elevati
contenuti di acidi grassi polinsaturi e CLA. Pertanto
potrebbe essere interessante, per la promozione di
carne con particolari fini dietetici, utilizzare durante
il finissaggio razioni nelle quali sono presenti alimenti
ricchi di PUFA con semi di lino e soia.
Il programma alimentare Dell’Aventino prevede per i
vitelloni all’ingrasso (soprattutto per quelli la cui fase
di crescita avviene al pascolo e quella di finissaggio
completata in modo intensivo) un apporto di alimenti
ricchi di acidi grassi polinsaturi e di alimenti definiti
tradizionali come il favino e il pisello fioccati. L’obiettivo
è quello di mantenere le qualità nutrizionali delle carni
acquisite durante il pascolo.
Tale approccio consente di arricchire le carni di un
contenuto salutistico e nel contempo di essere evocativo
di tradizione e naturalità.
FATTORI NUTRIZIONALI
L’alimentazione gioca un ruolo importante nella
definizione delle caratteristiche qualitative della carne;
condiziona le riserve di glicogeno a livello muscolare,
l’età dei bovini alla macellazione o il loro stato di
ingrassamento.
E’ necessario sviluppare un corretto programma di
gestione nutrizionale i cui parametri devono essere
calibrati in relazione alla fase di allevamento, al
management aziendale, al tipo di allevamento, al sesso,
alla razza ed al potenziale genetico degli animali ma
principalmente (e non dimentichiamolo!) alle esigenze
del consumatore.
Due fattori nutrizionali hanno un particolare effetto sul
colore della carne: Ferro e Vitamina E.
La concentrazione di Ferro nella dieta è importante
per ottenere un prodotto finale con caratteristiche
colorimetriche apprezzate e richieste sia dal mercato
che dal consumatore poiché tale elemento è un
componente della mioglobina.
E’ fondamentale conoscere non solo il contenuto
di Ferro della razione ma anche quello dell’acqua di
abbeverata. In estate i bovini possono triplicare il
consumo idrico e l’apporto attraverso l’acqua può
risultare fondamentale.
L’integrazione di Vitamina E nella dieta migliora
invece le caratteristiche qualitative delle carni: riduce
l’essudazione delle stesse ed i processi di irrancidimento
dei lipidi, come da prove di conservazione effettuate in
condizioni simili a quelle di vendita (periodo di 7 e di 14
giorni). La riduzione dell’ossidazione dell’ossimioglobina
(colore rosso vivo) in metamioglobina (colore rosso
scuro) e dei processi di irrancidimento a carico della
Clotilde Villeri
7
Riferim. bibliografico: “L’allevamento del bovino da carne” (M. Paganini, C. Serafini) - Ed. Point Veterinaire Italie
2) Qualità Nutrizionale
L’esperienza
positiva
razza Frisona e di razza Podolica. Angelo e Carmelo, i
due figli di Giuseppe che hanno contribuito a sviluppare
l’azienda ed a portarla agli ottimi livelli attuali, possono
contare anche sull’apporto di Rocco e Giuseppe (figli di
Angelo): il primo si occupa in prevalenza delle attività
aziendali in attesa che Giuseppe finisca gli studi in
Scienze Forestali e offra il suo deciso contributo nelle
attività agronomiche. Proiettati alla “filiera corta” per
ottimizzare gli investimenti nel settore, i Bellino stanno
programmando il futuro con progetti in fase avanzata
come il caseificio aziendale e la macelleria, nei pressi
delle tenute e in una zona fortemente strategica come
la ionica.
Sul piano numerico, circa 80 sono i capi di Podolica (tra
fattrici e manzette), una razza sulla quale l’impresa sta
letteralmente scommettendo. E’ noto che in Italia è
allevata in prevalenza in alcune aree pugliesi e lucane.
I vitelloni - come di tradizione da queste parti - dopo i
primi 5/6 mesi dal parto, terminano la fase del pascolo
e vengono accolti in azienda per l’ingrasso/finissaggio
che durerà 7/8 mesi, seguendo anche le particolari
richieste del mercato non solo locale ma anche di
regioni limitrofe.
L’azienda conta anche 500 pecore e circa 150 vacche
di razza Frisona. Il latte vaccino viene conferito ad un
raccoglitore di zona che provvede a servire i migliori
caseifici dell’area per la realizzazione di formaggi,
fiordilatte, ricotta, scamorze e caciocavalli… tutte
specialità genuinamente locali.
Azienda Agricola
e Zootecnica
F.lli Bellino
di Giuseppe,
Policoro (MT)
Podoliche e filiera corta,
una ricetta innovativa
Tutto è partito dal nonno Giuseppe Bellino, come
succede spesso in questo settore. Faceva l’allevatore
a Nova Siri, era dipendente di un’importante azienda
agricola. Nei primi anni ’70 - abbandonato quel ruolo
che gli stava stretto - fece il salto di qualità con l’acquisto
di un terreno a Policoro che diede il “La” all’attività
che oggi riempie le colonne di questo servizio. Con
entusiasmo da vendere, nel giro di pochi anni, Giuseppe
riuscì a tirar su un’azienda zootecnica con la A maiuscola,
che oggi conta molti capi tra ovini, cavalli, vacche di
Vitelli di podolica al pascolo a Policoro (MT) nella tenuta dei F.lli Bellino.
8
Giuseppe e Angelo Bellino, il Dott. Stefano Albanese (Product Manager Dell’Aventino per i Ruminanti) e Rocco Bellino.
In questo numero di Zoo-Zoom proprio per
l’impegno nella valorizzazione della podolica
viene riportata quale “esperienza positiva” di
allevamento l’azienda Bellino premiata anche
dal crescente apprezzamento che la qualità di
questa carne riscuote.
Da un punto di vista “della tutela”, gli allevatori
della zona purtroppo non si sentono molto
protetti: manca ancora la cultura del “fare
sistema” e di sviluppo e protezione dell’identità
territoriale (Dop, Igp, etc.).
In compenso rappresenta una grande
opportunità il Consorzio delle 5R (razze
bianche pregiate, tra le quali fa parte di diritto
la razza Podolica) che è una garanzia per la
valorizzazione delle produzioni.
Certamente il discorso della “filiera corta” - che
anche quest’azienda sta abbracciando - sarà
ancora una volta un buon modo per essere sul
mercato con profitto e uscire dalla logica della
“sopravvivenza”.
L’azienda Bellino, vuole rimanere fuori dalla
“guerra del prezzo” e in quest’ottica anche
l’investimento sulle podoliche rappresenta un
passo cruciale verso un futuro molto ambizioso.
Da notare che con le podoliche presenti in
Basilicata si riesce a soddisfare solo una parte
di richiesta di tale tipo di carne: risulta chiaro
come in futuro ci possa essere sempre più
spazio d’azione per l’affermazione della cultura
di un prodotto e di un territorio ingiustamente
marginalizzati nel corso del tempo.
Ottima capacità di adattamento ad ambienti
difficili, carne di buona qualità, latte eccellente:
la podolica è una grande risorsa per queste zone
e potrà esserlo sempre più. Per l’Azienda Bellino
- che ne ha “sposato la causa” - i presupposti
per far bene ci sono tutti.
Un primo piano di una podolica nell’azienda dei F.lli Bellino a Policoro e
Rocco Bellino fotografato insieme al Dott. Stefano Albanese.
9
Anche la sig.ra Anna Vicaretti, occasionalmente
presente in negozio per una foto ricordo da riportare
su Zoo-Zoom, tende a rimarcare questo aneddoto a
testimonianza della loro indissolubile fedeltà all’azienda
mangimistica.
Il sig. Sergio è in pensione ma con piacere racconta di
come nel tempo - con molta passione e anche duri
sacrifici - sia stato sviluppato il mercato degli avicoli: “Oggi,
il mercato è un po’ diverso e grazie anche alle giornate di
promozione con la vendita di animali, Rudi riesce a smerciare
anche diverse migliaia di polletti l’anno. La nostra azienda,
inoltre, serve diversi appassionati di cavalli e, nonostante
questa non sia mai stata una zona particolarmente vocata,
viene fatto un bel lavoro anche nel settore dei ruminanti”.
La rivendita odierna è impostata come un “classico”
punto vendita che abbraccia diverse categorie
merceologiche di prodotti, con molto spazio dedicato
anche alla ferramenta.
Rudi, però, guarda avanti e mostra con orgoglio
la costruzione che sarà parte del suo futuro, non
disdegnando i preziosi consigli di Fulvio Polesini
(agente di zona Dell’Aventino) e l’esperienza del
nuovo capoarea Dott. Guido Massimini.
Sotto
i riflettori
Allevatori, rivenditori
e personaggi di successo
alla ribalta
Accanto al castello,
una roccaforte
Dell’Aventino!
A Celano (AQ), l’Emporio
dell’Agricoltura e Ferramenta
“Luccitti” rilancia con una moderna
sede in via di ultimazione
“Benvenuti nella Capitale della Marsica!”.
E’ Rudi Luccitti insieme al papà, il sig.
Sergio, ad accogliere chi scrive. Un po’ di
disorientamento... perché è noto in Abruzzo
come sia la città di Avezzano il punto centrale
della Marsica. Non è mancato il saluto
provocatorio tanto per ribadire la rivalità tra
le due città. Scherzi a parte, Celano è una
gradevole cittadina in provincia de L’Aquila
che ha nel suo imponente castello il cuore
storico e pulsante.
Nel settore agro-zootecnico, invece, da
circa 35 anni è l’Azienda di Rudi Luccitti inizialmente intestata al papà Sergio - il punto
di riferimento per l’attività dell’allevamento
rurale e per gli allevatori locali che si
affidano ai mangimi Dell’Aventino. “Tutti gli
agenti di zona che operano nel territorio, per
anni hanno cercato di convincermi a lasciare la
Dell’Aventino - puntualizza il sig. Sergio - ma
nessuno è mai riuscito nell’intento”.
Rudi Luccitti e suo padre Sergio nel magazzino del loro emporio, fotografati tra Fulvio
Polesini (agente Dell’Aventino) e il Dott. Guido Massimini (capoarea Dell’Aventino).
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è molto comodo da raggiungere; è qui che si svilupperà il
nuovo Emporio Luccitti, una rivendita molto funzionale che
centrerà l’obiettivo di servire ancora meglio i nostri clienti”.
Un investimento di rilievo per una storica attività
di famiglia che si candida a divenire, almeno nel suo
settore, capitale della Marsica.
La sig.ra Anna Vicaretti e il Sig. Sergio alla cassa, in quella che è stata
per anni la loro postazione.
Tutti insieme per una nuova, grande e soprattutto
modernissima rivendita che avrà circa il 50% dello spazio
destinato ai mangimi e al petfood: “Su un’esposizione di
circa 800 mq è in via di ultimazione la nuova rivendita, che
fungerà anche da magazzino. Ci stiamo mettendo dentro
tutta l’anima e stiamo studiando bene anche le moderne
tecniche di merchandising. L’abbiamo voluta di fronte
all’attuale sede perché questo è un posto strategico ed
Il nuovo e moderno punto vendita “Luccitti” in via di ultimazione.
La forza
dell’ottimismo
Dopo il sisma del 6 aprile 2009,
a San Demetrio ne’ Vestini (AQ)
l’azienda Ciccone Gino & Figli
guarda al futuro con la proverbiale
grinta abruzzese
seguito sviluppandosi su un’area di circa 15.000 mq
con un capannone destinato a mulino, uno a deposito/
magazzino e un altro adibito a punto vendita per circa
5.000 mq di superficie coperta.Vengono venduti mangimi
per tutte le specie animali, viene effettuata la lavorazione
e la trasformazione di cereali e viene svolta l’attività di
vendita al dettaglio in un modernissimo emporio orientato
all’agricoltura ed alla zootecnia ma ricco anche di generi
alimentari ed articoli da regalo. Durante la chiacchierata
Siamo in quell’Abruzzo forte e gentile “scosso” poco più di
due anni fa dalla calamità che tutti ricordano. Siamo ospiti
dell’azienda Ciccone fondata dal Sig. Gino, scomparso
purtroppo nel 2002 ma ancora presente nell’intestazione
dell’attività: una testimonianza dello stretto legame con i
figli che sono oggi alla guida dell’azienda.
Gli inizi risalgono agli anni ’60; era proprio il sig. Gino
a svolgere l’attività
di commercio di
cereali e di mangimi
sotto casa, nel
centro del paese,
in un locale di circa
500 mq.
Chiusa la rivendita
nel 2000, l’azienda
si trasferì nella
zona
industriale,
Nel territorio di S. Demetrio ne’ Vestini, non è raro all’inizio
solo in
trovare simili costruzioni, ancor oggi inagibili.
un capannone, in
La famiglia Ciccone davanti al loro moderno punto vendita: Gabriella,
Enzo, la sig.ra Silvana, Silvana ed Adino.
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A San Demetrio ne’ Vestini si lavora e... si sorride: Enzo Ciccone, il dott. Guido Massimini (capoarea Dell’Aventino), Adino Ciccone e Fulvio Polesini (agente Dell’Aventino).
oltre le mere relazioni commerciali. Continua Enzo: “I
capannoni hanno retto al sisma e uno di essi per diversi mesi è
stato anche il nostro alloggio. Il nostro comune ha subito gravi
danni, 250 famiglie (circa 1600 abitanti) sono ospitate nei 5
villaggi realizzati con Moduli Abitativi Provvisori e pian piano
si sta cercando di riportare tutto alla normalità. Va da sé che
anche la zootecnia ha subìto una brusca battuta d’arresto;
diverse coperture di stalle sono cadute e piccoli ricoveri per
l’allevamento rurale sono crollati”. Ciononostante Enzo guarda
avanti con fiducia: “Voglio essere ottimista, questa è la nostra
zona e la nostra vita. Quest’anno, anche grazie alle giornate
promozionali, stiamo lavorando molto bene, soprattutto rispetto
al 2010 che ha risentito di più degli effetti del terremoto. Le
vendite sono incoraggianti ma è problematico incassare a breve;
la situazione è un po’ pesante ma i margini di miglioramento
non mancano”. Fulvio Polesini e il Dott. Guido Massimini,
agente e capoarea Dell’Aventino, visitano periodicamente
il cliente garantendo “sul campo” il miglior servizio. I
piccoli commercianti riforniti con i cereali dai F.lli Ciccone
sono anch’essi clienti Dell’Aventino e la partnership
funziona da anni. Enzo con uno scatto abbandona un
attimo la chiacchierata per prendere un diploma di fedeltà
consegnato al papà…“Ci terrei a che una foto per Zoo-Zoom
fosse scattata con il diploma in mostra!”.
La “Squadra Ciccone” può contare anche su altri
collaboratori: la sig.ra Silvana (moglie di Adino) si occupa
della gestione del punto vendita affiancata da Sonia eVica, la
sig.ra Gabriella (moglie di Enzo) è dottore commercialista
e cura la parte amministrativa coadiuvata dalla sig.ra
Francesca; Sefer, infine, è un valido supporto per le attività
di magazzino. La mamma, la sig.ra Silvana, è in pensione da
anni ma con periodiche “incursioni” non fa mai mancare il
suo supporto morale ai figli imprenditori.
Con una famiglia compatta e con la proverbiale
determinazione degli abruzzesi l’azienda Ciccone dimostra
come la volontà di crescere superi qualsiasi avversità.
che ha generato questo articolo, quasi sottovoce ma
senza patemi d’animo emerge una triste realtà: la casa
paterna è inagibile a causa del disastro del 6 aprile 2009.
Durante l’intervista non è mai venuto fuori un termine dai
sigg.ri Ciccone con riferimento al sisma ed alla tremenda
scia che esso ha lasciato. Si percepisce da ogni singola
parola (mai una fuori posto!) che si pensa solo al futuro, a
lavorare con dignità per recuperare il tempo perso che il
terremoto ha sottratto.
Adino Ciccone abbandona il campo dopo qualche foto:
“mica posso perdere tempo con le fotografie…c’è un camion
da scaricare…qui si pensa a lavorare!”, ma dall’affettuoso
gesto con la mano si capisce che sarà un piacere figurare
su Zoo-Zoom. Enzo, invece, si racconta e ci racconta
l’evoluzione dell’attività e il suo modo di immaginare il
futuro: “La raccolta di cereali, il confezionamento e la loro
trasformazione rappresentano per noi le attività prevalenti,
unitamente alla vendita del mangime. Nostro padre era molto
legato alla famiglia Dell’Aventino e il rapporto si è consolidato
nel tempo con la
seconda generazione”.
Dalle
pagine
di
Zoo-Zoom si legge
spesso della fedeltà
dei clienti all’Azienda
Dell’Aventino
e,
semmai ce ne fosse
ancora
bisogno,
in questo numero
“sotto i riflettori”
sono riportati due
esempi di attività
di business, fondate
Enzo Ciccone con il diploma Dell’Aventi- innanzitutto
sul
no, consegnato anni fa al suo papà in se- rispetto di rapporti
gno di stima e fedeltà.
personali che vanno
12
Diretta
Mente
Antonello Ceccarani
Riflessioni e
approfondimenti
a firma del Direttore
Direttore
Marketing e Vendite
Dell’Aventino
Su la testa!
giusto sottrarre terra e alimenti destinati al bestiame per la
produzione di carburanti ed energia in genere: finiremmo
sicuramente nelle paludi delle eterne discussioni ideologiche
che al momento non ci interessano.
La crisi di liquidità dei nostri allevatori è una diretta
conseguenza di questi fenomeni e genera una spirale
negativa che va necessariamente fermata.
Chi si è illuso della ciclicità della crisi realizza solo ora il
carattere strutturale della stessa e i fenomeni di abbandono
negli allevamenti sono quotidiani.
I mercati, in genere, trovano comunque sempre la forza
di reagire ed ogni imprenditore deve trovare in sé la
forza per uscire dalle secche, ristrutturando le aziende se
c’è dispersione di risorse, gestendo al massimo la qualità
delle proprie produzioni e trovando sbocchi diversificati al
prodotto finale.
Alla politica l’allevatore deve chiedere poche ma sostanziali
cose:
• norme “vere” che tutelino la produzione nazionale
(l’alimentare è l’unico settore rispetto al quale il nostro
provincialismo non ci ha fatto diventare esterofili);
• credito agevolato per le aziende in difficoltà e che hanno
la volontà di investire;
• accordi con la GDO per spazi privilegiati da destinare alle
nostre eccellenze alimentari di derivazione zootecnica;
• forte impegno di comunicazione
a sostegno delle produzioni
nazionali.
La “filiera corta” e tutti gli altri
programmi di riduzione dei costi
di distribuzione sono certamente
interessanti ma non saranno mai
“la soluzione”.
Difficile con il 70% della
popolazione europea dislocata
nelle grandi aree urbane poter
prescindere dall’attività della
Distribuzione
Moderna
o,
comunque, dalla classica filiera
produttore-trasformatoregrossista-dettagliante.
La strada per tornare in ambiti
più sereni è meno in salita di
quanto si creda; importante
è cominciare ad imboccarla e
non piangersi addosso ai primi
accenni di fatica.
Un invito agli allevatori
per rovesciare luoghi comuni
e alzare la voce
Raramente i media si occupano dei problemi legati alla
zootecnia; anzi, se ne parlano, lo fanno prevalentemente
per evidenziarne la parte “sporca”, vale a dire le condizioni
d’allevamento e del benessere animale, i metodi di
macellazione, lo smaltimento dei liquami.
Le quote latte sono state spesso alla ribalta più per interesse
della politica che per il problema in sé.
E’ incomprensibile come un settore che muove cifre vicine
ai 25 miliardi di euro (di cui quasi 7 delle sole aziende
mangimistiche) e occupa con tutta le filiera oltre 300.000
addetti (mangimisti compresi ed esclusi i proprietari di
aziende) sia così incompreso.
Forse è la frammentazione delle aziende che rende la voce
affievolita, forse è il modesto interesse sindacale o forse
ancora il potere economico della Grande Distribuzione che
tende a schiacciare i realizzi degli allevatori.
Di sicuro mai abbiamo conosciuto periodi di depressione così
lunghi con una forbice costi-ricavi la
più stretta degli ultimi 20 anni.
I soli costi alimentari che, a
seconda dei vari comparti della
zootecnia, non superavano la
soglia del 60-65% dei costi totali,
oggi si attestano al 75% con punte
dell’80% per le imprese dotate
di minor potere contrattuale o di
ubicazione in aree disagiate.
La tendenza mondiale allo
sviluppo delle bioenergie spinge di
fatto verso un utilizzo dei prodotti
agricoli diverso da quello storico
legato all’alimentazione umana ed
animale.
La conseguenza pratica di tutto
ciò è un aumento sensibile dei
prezzi agricoli che se da una parte
soddisfa l’agricoltore, dall’altra
pone gli allevatori alle prese con
un aumento dei costi difficile da
sostenere a lungo.
Potremmo discutere una vita se è
Antonello Ceccarani
13
A rigor
di legge
Come essere informati
e districarsi tra norme
e regolamenti
Dott. Antonio De Mattia
Responsabile Amministrativo
Dell’Aventino
Una luce tra tante ombre
è obbligatorio usare modalità di pagamento tracciabili come bonifico
bancario, carta di credito, assegno bancario/postale. Per quest’ultima
modalità è necessario riportare obbligatoriamente fin dalla sua emissione
e con la medesima grafia del compilatore l’indicazione del beneficiario
(nome, cognome e/o ragione sociale) oltre alla clausola di non trasferibilità.
Anche per questo caso, rimandiamo per gli approfondimenti alla lettura
integrale del testo del Decreto.
Antonio De Mattia
Minimi: tasse al 5% per le nuove attività.
Dal 1° gennaio 2012 l’accesso sarà riservato solo a
“piccoli” imprenditori e professionisti che iniziano
nel nuovo anno o hanno aperto dal 2008
In considerazione del fatto che molti clienti hanno figli giovani da avviare
nelle attività di famiglia, che la tassazione spesso è molta elevata e toglie
risorse per lo sviluppo delle piccole aziende e che i giovani tendono a non
dare la giusta importanza al settore agro-zootecnico (pensano cioè che sia
un comparto poco remunerativo tale da lasciare immaginare il loro futuro
in altri settori lavorativi), ci è sembrato doveroso segnalare ai nostri lettori
quanto previsto dalla legge Finanziaria varata dal Governo nel
luglio scorso. In particolare, l’art. 27 del Dl 98/2011 convertito
dalla legge 111/2011, prevede delle fortissime agevolazioni fiscali
per i nuovi giovani imprenditori (Aliquota Irpef forfettaria al 5%
per svariati anni). Data la specificità dei diversi ambiti di applicazione e
considerati alcuni limiti imposti dalla citata normativa, rimandiamo per gli
approfondimenti alla lettura integrale del testo e soprattutto suggeriamo
di interpellare i propri consulenti fiscali per lo studio dei singoli casi.
Identikit del provvedimento
01 I LA DISPOSIZIONE
Il comma 4 dell’art. 2 del d.l. 138/2011 (la manovra di Ferragosto) modifica
in più punti l’articolo 49 del D. l. 231/2007 (la normativa antiriciclaggio)
e stabilisce che il divieto di trasferimento di denaro contante e di titoli al
portatore tra soggetti diversi scatti quando l’importo del trasferimento è
pari o superiore a 2.500 €uro. Soglia dimezzata rispetto alla precedente
di 5mila.
02 I QUANDO SCATTA
La norma è già in vigore, poichè il dimezzamento della soglia è scattato
con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto 138/2011 lo scorso
13 agosto.
03 I LE SANZIONI
La sanzione amministrativa non cambia. Per i soggetti che trasferiscono
somme superiori all’importo e per coloro che le accettano resta compresa
tra l’1 ed il 40% delle somme trasferite (in contanti o con assegni).
04 I LIBRETTI DI DEPOSITO
Il loro saldo non potrà ora superare i 2.499 €uro, se si vuole mantenere la
forma “al portatore”. Per detenere somme pari o superiori ai 2.500 €uro
si dovrà dare al libretto un nome.
Manovra di Ferragosto:
misure antiriciclaggio e
antievasione
Limitazione dell’uso di contante al di sotto di 2.500 €uro
Tra le principali novità previste dalla manovra finanziaria 2011 (con il
D.L. n° 138 del 13/08/2011) segnaliamo la modifica al limite per
la tracciabilità dei pagamenti che passa da 5.000 €uro a
2.500 €uro. In estrema sintesi ciò comporta che per i pagamenti al
di sopra di 2.500 €uro scatti il divieto del saldo in contanti
per cui la transazione dovrà essere tracciabile, ovvero
effettuata con pagamento a mezzo bonifico bancario
o assegno (non trasferibile). Più in dettaglio, con il suddetto D.L.
entrato in vigore il giorno stesso, è stato ulteriormente ridotto il limite
della tracciabilità delle operazioni di trasferimento di denaro tra soggetti
diversi (precedentemente fissato ad €uro 5.000). Di conseguenza,
potrà essere utilizzato denaro contante per operazioni
di acquisto da altri soggetti economici (negozianti,
rivenditori, etc.) solo al di sotto del limite di €uro 2.500
per singola operazione. Precisiamo che oggi l’importo limite di €uro
2.500 è riferito alla somma complessiva dell’operazione unitaria (come
già puntualizzato dal D.L. n° 78 del 31.05.2010 quando il limite era di
€uro 5.000!): pertanto è vietato anche suddividere “artificiosamente” un
unico importo ad es. di €uro 3.000 (valore dell’operazione d’acquisto) in
3 pagamenti in contanti di €uro 1.000 ciascuno, fatta salva la prassi della
rateazione commerciale.
La riduzione del trasferimento contante tra privati da 5.000 a 2.500
€uro ha un evidente doppio scopo: antiriciclaggio e antievasione.
Pertanto, per un’operazione che comporti una spesa uguale o superiore a
2.500 €uro, al fine di non incorrere in sanzioni amministrative pecuniarie,
Le limitazioni
01 I CONTANTE
Vietato il trasferimento di denaro contante per somme uguali o superiori a
2.500 €uro, se non avvengono tramite intermediari finanziari.
02 I ASSEGNI
Per tutte le forme di assegno (bancario, postale e circolare) l’emissione
per somme uguali o superiori a 2.500 €uro può avvenire a condizione
che l’assegno rechi indicato il beneficiario e riporti in modo esplicito la
condizione di “non trasferibilità”. Gli assegni a “me medesimo” si possono
emettere anche per somme uguali o superiori alla suddetta soglia solo
se l’assegno è presentato all’incasso dall’emittente a un intermediario
finanziario.
03 I LIBRETTI BANCARI E POSTALI DI DEPOSITO AL PORTATORE
Quelli esistenti alla data di entrata in vigore del decreto con un importo di
saldo pari o superiore a 2.500 €uro dovranno essere estinti definitivamente
ovvero il loro saldo dovrà essere ridotto alla predetta soglia entro il 30
settembre 2011.
04 I DECORRENZA
La nuova soglia opera per le operazioni e per i titoli emessi dal 13 agosto
2011 - data di entrata in vigore del D. l. 138/2011.
Fonte: Il Sole 24 Ore
14
In linea
con il
mercato
Rubrica dedicata al mercato
delle materie prime, con un
breve accenno alla situazione dei prezzi dei principali
prodotti della trasformazione
zootecnica
Dott. Andrea Garzilli
Dipartimento Acquisti,
Produzione e Logistica
Dell’Aventino
Cereali, un futuro
pieno di incognite
cinesi e dell’aumento degli impieghi industriali. L’effetto
finale di questo sbilanciamento tra produzioni e consumi
porterebbe le scorte di fine campagna a circa 116 mln di
tons che equivale ad una copertura media di un mese e
mezzo inferiore a quella già critica dell’attuale campagna.
Sono ancora molte le incertezze sulla “piega” che prenderà
il mercato dei cereali nella campagna 2011/2012, in
attesa che le recenti aspettative sui raccolti vengano
effettivamente confermate.
Non più tardi di qualche mese fa, i prezzi di tutti i cereali
sui mercati internazionali avevano toccato livelli record
(in particolare grano e mais) per una situazione climatica
che si presentava particolarmente critica nei principali
Paesi produttori; vi erano, inoltre, forti timori per i riflessi
negativi sulla nuova campagna.
In particolare in Europa persisteva una siccità che
rischiava di compromettere gli imminenti raccolti di grano
e orzo mentre negli USA le insistenti e continue piogge
ostacolavano le semine del mais, della soia e del grano
primaverile.
In un contesto simile, i fondi - dopo una fase riflessiva avevano intravisto terreno fertile per ritornare di nuovo
all’acquisto e i mercati avevano ripreso la loro corsa al
rialzo trascinati soprattutto dal mais, cereale che secondo
le stime dell’USDA presentava scorte a livello mondiale
particolarmente critiche: 121 mln di tons (-21% rispetto
alla campagna precedente).
Nel mese di giugno, però, in prossimità dei nuovi raccolti,
i mercati internazionali hanno registrato una sensibile
correzione al ribasso non solo per un miglioramento
delle condizioni climatiche ma soprattutto per l’annuncio
ufficiale della fine dell’embargo russo a partire dal mese
di luglio.
Secondo le ultime previsioni di autorevoli analisti, il
raccolto mondiale 2011 dovrebbe attestarsi su livelli
migliori rispetto alle aspettative di qualche mese fa.
Il frumento, nel suo complesso, si presenta con una
previsione produttiva che recupera 18 mln di tons
raggiungendo un quantitativo di oltre 660 mln (+ 2,7%).
Considerando le scorte iniziali di 186 mln si arriverebbe
ad una offerta totale di 852 mln. I consumi sono stimati
in crescita anche per effetto di una maggior richiesta per
impieghi foraggeri e si dovrebbero attestare a circa 670
mln di tons. L’area del Mar Nero sarà quella che più di
altre contribuirà a sostenere le esportazioni, con la Russia
che - dopo l’embargo della scorsa campagna - tornerà a
svolgere un ruolo di primo piano tra i Paesi esportatori.
In Europa si prevede una lieve contrazione produttiva di
circa il 3%: 132 mln contro 136 della stagione scorsa. In
Cina non si prevedono scostamenti particolari rispetto
all’anno precedente con un quantitativo che dovrebbe
attestarsi a 115 mln di tons. Decisamente migliori le
previsioni per il raccolto indiano che dovrebbe migliorare
del 4% portandosi a circa 85 mln. Gli USA infine
accuseranno una lieve flessione: circa 57 mln contro i 60
della precedente campagna.
Per il comparto soia gli analisti prevedono un raccolto
mondiale leggermente inferiore alla campagna precedente
a seguito soprattutto di un ridimensionamento delle
semine negli USA.
Viene stimato un quantitativo di 261 mln rispetto ai 264
della precedente campagna, risultato che non dovrebbe
intaccare di molto le scorte della campagna in corso.
Questo lo scenario che si prospetta per la nuova
campagna.
In definitiva per mais e grano proseguirà il calo delle
scorte con consumi che saranno superiori alle produzioni
attese. La volatilità dei mercati, quindi, continuerà ad
essere una costante anche per i prossimi anni, alimentata
dai continui cambiamenti climatici e dalla speculazione
finanziaria. La fragilità del contesto economico mondiale,
che fatica ad uscire fuori da una crisi che dura ormai da
anni, potrebbe però in parte attenuare la forte tensione
che ha interessato i prezzi dei cereali durante tutta la
campagna appena conclusa.
La produzione di mais è proiettata a stabilire il
record storico di circa 870 mln di tons anche se sul
raccolto americano, che si trova nella fase delicata
dell’impollinazione, permane qualche incertezza dovuta
al fattore clima che per il momento non è particolarmente
favorevole.
Anche volendo prendere per buona questa stima, il raccolto
comunque non basterebbe a soddisfare il fabbisogno
mondiale in previsione di consumi che vengono stimati in
circa 880 mln di tons.
Questa stima tiene conto dell’aumento delle importazioni
Andrea Garzilli
15
Buone
nuove
Uno sguardo attento
alle ultime novità
firmate Dell’Aventino
Graziano Di Costanzo
Oltre vent’anni di esperienza
lavorativa alle spalle,
prima nella GDO e poi
nel comparto agro-zootecnico.
Dallo scorso agosto è
Area Manager Dell’Aventino
nel Lazio
Nel Lazio...
avanti tutta!
Tale attenzione non può che costituire linfa vitale per
lo sviluppo del nostro comparto.
La mia esperienza in questo settore è maturata
all’interno di una grossa realtà distributiva nel settore
dell’agro-zootecnia, con lo svolgimento quotidiano di
un’azione capillare sul territorio; ciò ha consentito che
io completassi il mio profilo professionale orientato
alla vendita, alla gestione di una rete commerciale ed
alla costruzione di un ottimo rapporto con la clientela.
Oggi, particolarmente entusiasta del clima aziendale
e del modo in cui sono stato accolto, spero di dare il
mio contributo al “progetto Dell’Aventino” che prevede
il raggiungimento di traguardi molto prestigiosi tra
i quali il completo successo del marchio nell’intero
Lazio.
L’Azienda opera da anni con professionalità nella mia
regione ma alcune zone sono ancora da presidiare
a dovere; tali aree dovranno ben presto dare il loro
contributo per l’affermazione di quel ruolo di spicco
che la Dell’Aventino Mangimi recita già in altri territori
del centro-sud Italia.
Continuare il buon lavoro svolto in questi ultimi anni
da chi mi ha preceduto nella mia stessa mansione
sarà anche il mio imperativo categorico.
La squadra degli agenti e dei tecnici con la quale
condividerò il mio lavoro quotidiano è molto vivace
ed ha già dimostrato in questi anni le sue enormi
potenzialità.
Sono sicuro che nuovi ed incoraggianti risultati non
tarderanno ad arrivare.
L’entusiasmo di Graziano Di Costanzo,
nuovo area manager Dell’Aventino per
il Lazio, che inizia la sua avventura con
obiettivi già molto chiari
E’ un grande piacere avere l’opportunità di potermi
presentare dalle pagine di Zoo-Zoom, una rivista che
avevo avuto modo di apprezzare anche prima del mio
ingresso in Dell’Aventino.
Vengo da un’esperienza maturata nel comparto
zootecnico dal ’97 ad oggi (sia a livello di rivendite
che di allevamenti) ed ho avuto modo di operare in
questo settore comprendendone tutte le difficoltà e le
opportunità.
In precedenza, ho ricoperto un ruolo amministrativo
in una primaria insegna della Grande Distribuzione
Organizzata italiana.
Il Lazio, regione nella quale sono nato e nella quale
vivo da sempre, è storicamente una zona dalle
ottime potenzialità zootecniche, anche nel segmento
dell’allevamento “rurale”.
Mia intenzione, infatti, è quella di svolgere un buon
lavoro nell’ambito delle rivendite agrarie, per fidelizzare
sempre più i Clienti all’Azienda - fidelizzazione a 360°
- ad una realtà che può fornire un’ottima risposta per
l’alimentazione di tutte le specie animali.
Contestualmente non trascurerò il mondo
dell’allevamento intensivo, specialmente nel settore dei
ruminanti nel quale è oramai nota a tutti la leadership
recitata dall’Azienda. Nel settore “latte”, presterò molta
attenzione ai comparti ovino e bufalino che offrono
ancora buoni margini d’intervento.
La crescente attenzione ai prodotti tipici si affianca
alla rinnovata considerazione del territorio d’origine; ad
esempio si noti l’importanza assunta negli anni dalla
manifestazione fieristica della Valle dell’Amaseno (alla
quale Dell’Aventino è sempre presente!) dedicata alla
valorizzazione delle specialità locali.
Graziano Di Costanzo
capoarea Lazio fornisce una
La presentazione del nuovo
ziare colui che ha ricoperto
valida occasione per ringra
ni e che più volte i lettori
questo ruolo negli ultimi an
squale Marinotti.
hanno visto su Zoo-Zoom: Pa
i modi cordiali e per la
Per il suo operato, per i suo
dimostrata, un sentito
sua professionalità sempre
rio per una felice stagione
ringraziamento unito all’augu
da pensionato.
Team
16
tino
oom e tutto il Dell’Aven
La redazione di ZooZ
Noi&Voi
Volete saperne di più su un argomento che vi sta a cuore? Intendete soddisfare una curiosità?
Inviateci i vostri quesiti per e-mail all’indirizzo [email protected] oppure per posta a
Redazione Zoo-Zoom c/o Dell’Aventino Srl S. U., S.P. Pedemontana 8, 66022 Fossacesia (CH).
Esperti e studiosi del settore saranno lieti di rispondervi dalle colonne di questa rubrica.
A domanda
rispondiamo
Risponde
il dott. Fabrizio Di Fonzo,
Medico Veterinario
Area Tecnica Dell’Aventino
D. “Nell’ambito della vostra gamma per avicoli, posso trovare
un prodotto “completo” che mi garantisca un allevamento
simile a quello “rurale” di una volta?”
Leo R. (PZ) - Cliente Dell’Aventino
volta”. Si tratta di un prodotto di qualità per un’alimentazione
non pensata per massimizzare le rese ma che tiene conto
dei comportamenti tipici e del benessere dell’animale che
“razzola” in libertà. Con esso vengono rispettate le esigenze
nutrizionali dei soggetti nei vari stadi fisiologici.
R. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione dei consumatori
nei confronti della salubrità e della qualità degli alimenti ma
anche verso forme di produzione che rispettino l’ambiente
ed il benessere animale. A livello europeo sono state emanate
direttive per la protezione degli animali e linee guida per il loro
corretto allevamento e trasporto. Si sta diffondendo il concetto
del “fai da te” coincidente con il “sano e genuino”. C’è anche un
ritorno alla vendita diretta: in ogni città italiana vi sono mercati
contadini con prodotti freschi e locali. Molti consumatori
saltano la catena della grande distribuzione e cercano cibi con
il sapore di un tempo e a “Km Ø”. La mancanza di un rapporto
diretto con la campagna, il non sapere più coltivare la verdura
o allevare un pollo, sta cambiando il modo di relazionarsi con
il cibo. La domanda che spesso ricorre a tavola è la seguente:
“Come è stato prodotto il cibo che stiamo mangiando?”.
AVICOMPLET è un mangime completo che si presenta
con cereali in grani, realizzato con semplici materie prime
quali il mais spezzato, la farina di soia, il frumento ed
il sorgo “a vista”, teso a
riscoprire l’alimentazione
che veniva praticata
tradizionalmente
nell’aia.
Modalità
di vendita
20kg
L’Azienda Dell’Aventino, da sempre attenta alle nuove e diverse
esigenze di mercato, ha ideato AVICOMPLET, alimento
destinato ad avicoli in libertà da allevare secondo i canoni “di una
Da considerare che...
I polli di razze a lento accrescimento utilizzano tutto lo spazio esterno a loro disposizione; il razzolamento secondo il loro istinto naturale e
il loro benessere generale ne migliorano lo stato di salute e, di conseguenza, la qualità della carne.
Le principali sostanze che risultano presenti nella carne di un animale con queste caratteristiche sono:
• i carotenoidi (riducono i radicali liberi e sono elementi di difesa dalle malattie cardiovascolari);
• i polifenoli (hanno un’azione protettiva dallo stress ossidativo che è causa di degenerazione dei tessuti);
• la Vitamina E (ha effetti benefici sulla salute umana, è un potente antiossidante naturale che svolge anche una positiva funzione a livello immunitario);
• i PUFA - acidi grassi polinsaturi - della serie omega-3 (hanno effetti benefici sulla salute umana e sono generalmente carenti nelle diete
occidentali, ricche invece di omega-6).
Dal punto di vista qualitativo la carne di pollo ha un elevato valore biologico dovuto all’abbondanza di aminoacidi essenziali; è più
facilmente digeribile, ha un minor contenuto di sostanze grasse ed una maggior leggerezza rispetto alle carni rosse; viene pertanto indicata
nelle diete ipocaloriche e nelle convalescenze. Il minor contenuto di colesterolo (rispetto alle carni rosse) e una buona composizione di acidi
grassi insaturi fanno sì che molti consumatori preferiscano ancora alimentarsi con polli provenienti da questo tipo di allevamento, quello
rurale, che trasferisce alla carne i sapori tipici “di una volta”.
Nota
bene
OTTOBRE/NOVEMBRE 2011
In ogni numero
i principali appuntamenti
del periodo per essere
sempre aggiornati
e al passo con i tempi
• 66A FIERA INT. del BOVINO DA LATTE
Q ualy food - S alone S alute A nimale
in contemporanea a:
ITALPIG - 15° Salone della Suinicoltura Italiana
EXPOCASEARIA - Tecnologie per la produzione e
distribuzione del latte e derivati
Quartiere Fieristico - Cremona, 27/30 ottobre
• ZOOTECSUD Fiera Nazionale della Zootecnia
Quartiere Fieristico - Foggia, 18-20 novembre
Manifestazioni e date sono desunte, al momento della stampa di questo numero di Zoo-Zoom, da siti internet e da materiale diffuso dalle singole organizzazioni.
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Area
marketing
Gianluca Ricciuti
Laureato in Architettura
è Responsabile
della Comunicazione e
del Marketing Operativo
in Dell’Aventino
Studi, analisi, ricerche
e consigli per puntare
sempre più in alto
Le nuove strade
per la valorizzazione
dei prodotti tipici
uno scenario molto competitivo e ricco di catene francesi!),
suggeriamo ai nostri clienti di “guardare” a questo qualificato
mercato. Sono richiesti elevati standard qualitativi, spesso
produzioni distintive e politiche commerciali appropriate
ma tali aspetti, soprattutto per le aziende più strutturate,
potrebbe rappresentare indiscutibilmente un’interessante
area di business.
Gli italiani, anche quest’anno, hanno sfruttato le vacanze
estive per rifornirsi di formaggi, carni ed altre specialità
contadine direttamente dai produttori.
Il fenomeno - secondo Coldiretti - cresce ogni anno e i
prodotti vengono offerti da oltre 63.000 imprese agricole
attraverso spacci aziendali, chioschi, bancarelle, sagre,
“farmer’s market”, soprattutto nelle località di villeggiatura.
E’ il bello della filiera corta: si compra da chi produce
e con l’occasione si può conoscere oltre al prodotto, la
sua storia, le tradizioni e la cultura del luogo d’origine; il
consumatore italiano (ma anche il turista estero) ha così la
consapevolezza di comprare cibi sani, spesso guardando in
faccia direttamente chi li produce; nuovi stili di vita, quindi, e
modelli di consumo più sostenibili. Indagini sul consumatore
dicono che il livello di soddisfazione dopo l’acquisto è alto e
il passaparola alimenta questo tipo di mercato.
Oltre ad una grande opportunità per tante imprese agrozootecniche, è un’occasione per acquisire credito nei
confronti di altre forme distributive leader nel nostro Paese.
Un’emergente forma di
commercializzazione (di
nicchia ma con importanti
risvolti di mercato!), è invece
rappresentata dai siti web
specializzati
nella
vendita di prodotti
tipici dal valore aggiunto.
Alcuni portali (denominati
marketplace) mirano a riunire
gruppi d’acquisto e piccoli produttori. Si tratta di siti web
nei quali essi si incontrano senza l’intermediazione propria
della filiera lunga della distribuzione. In questo particolare
canale, trovano spazio soprattutto i prodotti tipici, quelli
equo-solidali e quelli che tutelano la biodiversità. Il
guadagno/risparmio è notevole sia in termini economici per
i consumatori (circa il 30% in meno) che per l’ambiente
(diminuiscono le emissioni di CO2 prodotte nei tragitti
delle merci). La maggior parte dei produttori spesso
inserisce solo pochi dati essenziali (talvolta questo servizio
è gratuito!), altri invece sono dotati di schede prodotto e
foto; chi intende comprare può farlo direttamente sul sito,
riempiendo virtualmente il proprio carrello della spesa e
calcolando il prezzo, che in genere varia a seconda delle
quantità. Una volta definito il listino, c’è solo da mettersi
d’accordo per le modalità di consegna e di pagamento. Il
servizio offerto costa al produttore pochi €uro l’anno.
Sono tanti - ad esempio - i progetti di catene della Grande
Distribuzione Organizzata sulle produzioni tipiche:
marchi come Terre d’Italia, Sapori & Dintorni, I Sapori delle
Regioni, Piaceri Italiani e Fior Fiore erano la sola risposta
per questo tipo di offerta. Oggi si comprende che la
valorizzazione dei veri “tipici” del territorio in GDO passa
anche attraverso l’esaltazione dei piccoli produttori, con
spazi a loro destinati all’interno di grandi punti vendita.
Oggi viene studiato un consumatore frettoloso che
acquista i prodotti ad alto contenuto di servizio (4a
gamma, monoporzioni, etc.) ma c’è invece un altro tipo
di consumatore che è attento anche nei luoghi della
distribuzione moderna ad un acquisto più consapevole.
Diverse catene italiane, ad esempio, hanno già destinato
spazi dedicati, nei quali i prodotti tipici e la loro
storia vengono presentati da personale competente e
preparato che indirizza verso un acquisto consapevole e
“sensorialmente” elevato.
E’ - in modo moderno - la riproposizione della spesa nel
mercato rionale, alla presenza di “consulenti” ai quali viene
affidato il ruolo che una volta era del salumiere o del
pizzicagnolo.
Considerato il primato della GDO (che commercializza
circa il 60% di carni preparate e di formaggi Dop e Igp in
Per concludere, segnaliamo lo sviluppo di veri e propri
punti d’incontro orientati al “tipico”.
Non quindi la semplice relegazione dei prodotti in un
angolo di un punto vendita ma la creazione “ad hoc” di
spazi d’esperienza e di ristorazione qualificata, nei quali la
degustazione e la vendita vengono guidate.
Nuove opportunità di visibilità per i “tipici” - quindi - e
la presenza dei prodotti in un contesto culturalmente
molto elevato, qualificante, con aree dedicate, con esperti
dell’agroalimentare che orientano il consumatore abituale
e il turista di passaggio, i quali potranno continuare in un
secondo tempo la loro “esperienza d’acquisto” anche via
internet.
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Gianluca Ricciuti
Vita d’azienda
Il vecchio sistema di essiccazione prevedeva che il vapore
transitasse all’interno di uno scambiatore, che venisse “soffiata” aria verso quest’ultimo e che essa si riscaldasse raggiungendo temperature nell’ordine dei 120°C. Per ottenere tali
alte temperature, però, era necessario fornire molta energia
termica con conseguenti notevoli emissioni di CO2.
Il nuovo impianto, invece, lavora con un sistema denominato
“a iniezione diretta in vena d’aria” e prevede l’immissione
diretta di aria calda ottenuta direttamente dai bruciatori. Si
generano così emissioni in quantità molto ridotta rispetto al
precedente impianto.
Filo diretto tra Dell’Aventino ed i suoi
collaboratori
In questo contesto, ci piace rimarcare il ruolo degli addetti
al reparto fiaccatura. Parliamo di due figure storiche dell’azienda: Donato Bosco e Corrado Luciani che anche durante
il passaggio dal vecchio al nuovo impianto non hanno fatto
mancare il loro prezioso apporto.
Nel “Percorso Verde” Dell’Aventino
è facile incontrare nuovi impianti e
risorse umane... con i fiocchi!
Da tempo le tematiche ambientali fanno parte dei programmi di sviluppo dell’Azienda Dell’Aventino; la formalizzazione di un “Percorso Verde” ufficializza un
atteggiamento aziendale mirato al rispetto dell’ecosistema. Significativi traguardi sono già stati raggiunti con il
progetto GripFix (colla sui sacchi e conseguente riduzione dei film avvolgi-pallet) e con la stampa delle informazioni direttamente sui sacchi (soppressione dell’uso dei cartellini adesivi sulle
confezioni e conseguente riduzione di
bobine in plastica e
anime in cartone).
PERCORSO VERDE
Donato Bosco (a sinistra) e Corrado Luciani (a destra) “scortano” Michele Andreoli (Resp. di Produzione).
Donato Bosco, in azienda dal 1983, porta con sé anche l’insegnamento maturato nel primo mangimificio Dell’Aventino
che aveva sede a Paglieta. Ovviamente parliamo di impianti
di una generazione che appartiene ormai al passato ma il
know-how acquisito sul prodotto finito rappresenta un’eredità preziosissima.
Corrado Luciani - in Dell’Aventino da circa vent’anni - ha
avuto fin dall’inizio del suo incarico il compito di seguire l’impianto di fioccatura.
Entrambi molto disponibili ed affidabili, svolgono anche assistenza durante il carico “rinfusa” e supportano all’occorrenza
anche il reparto “insacco”. La loro pluriennale esperienza è
sempre molto utile anche nell’ambito della valutazione degli
aspetti produttivi propriamente legati alla salubrità del prodotto. Oggi, di fatto, con le modifiche apportate all’impianto
dei fioccati, l’Azienda continua ad offrire un prodotto finale al
top, ai massimi livelli di mercato come è sempre stato.
Dai primi di gennaio 2011 è entrato definitivamente in funzione il nuovo impianto per la produzione dei fioccati. In
questo articolo ci piace evidenziare le innovazioni rispetto al
precedente impianto che hanno apportato migliorie - oltre
naturalmente che sul prodotto finito - nell’ambito della riduzione delle emissioni in atmosfera.
Michele Andreoli
Veduta d’insieme del nuovo impianto per la produzione dei fioccati.
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SINERGIA ADV.
Grazie a noi.
Vi farete un manzo così.
Certificato n. 024
Alimentati da una grande passione.
La vostra fiducia come punto fermo. La massima qualità come regola.
I Mangimi Dell’Aventino nascono dalla ricerca continua per garantire
il miglior nutrimento ai vostri animali, che si traduce in prodotti che
portano la bontà in tavola. I mangimi per Bovini da carne delle
linee Svezzamento-Accrescimento, Ingrasso e Ingrasso
con Fiocchi, sono studiati per tutte le fasi dell’allevamento e sono
rigorosamente controllati. La formulazione equilibrata consente
di ottenere le migliori prestazioni da un punto di vista zootecnico
ed ottime produzioni come tradizione vuole.
Per noi una soddisfazione, per voi una certezza.
P E R I O D I C O D E L L A Z O O T E C N I A P R O D U T T I VA
Dell’Aventino S.r.l. S. U.
66022 Fossacesia (CH) S.P. Pedemontana, 8
Tel. 0872.62.211 r.a. Fax 0872.62.00.05
[email protected] [email protected]
www.dellaventino.it
C/1076/2008
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