LE OPERE DELLA CARNE E I FRUTTI DELLO SPIRITO

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LE OPERE DELLA CARNE E I FRUTTI DELLO SPIRITO
Fratelli, cammi nate secondo lo Spi rit o e non sarete portati a soddisfare il
desiderio della carne… Sono ben not e l e opere della carne: fornicazione, impur ità,
dissolutezza, idolatria, stregonerie, inim i ci zi e, discordia, gelosia, dissensi, divisioni,
fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi
preavviso: chi le compie non erediterà i l regno di Dio.
Il fru tt o dello S pir ito invece è amore, gioia , pace, magnanimità, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza, dom inio di sé. Quell i c he sono di Cristo Gesù hanno crocifis so
la carne co n le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spir ito,
camminiamo anche secondo lo Spiri to. ( Ga lati 5, 16.19-25)
C’è una particolare legge de llo stile orientale, detta dell’“inclusione”: qua ndo
si vuole defini re i l perimetro di un br ano, lo si inizia e lo si conclude con la ste ssa
frase. È ciò che accade nel testo paolino ch e la liturgia della solennità di Pentecoste ci
propone, traendolo dalla Lettera ai Gala ti (5 , 16 -25), testo che noi abbiamo citato in forma
abbreviata. In fat ti , il brano si apre con l’appello: «Camminate secondo lo Spirito» e finisce
ripetendo: «Cammi niamo secondo lo Spirit o». Ben sappiamo che il “cammino” è il simbo lo
della vita.
Ecco, all ora, due modelli antite tici di esistenza, quello secondo lo Spirito di
Dio e quello che si basa sulla “carne” che nel linguaggio di san Paolo designa il principio
del peccato. La “via” l uminosa e libe ra d ello Spirito si contrappone al “desiderio” cu p o
e schiavizzan te del vi zio e del male. Diamo , allora, uno sguardo a questi due mode lli di
vita che l’A post olo concretizza attraverso una duplice lista di vizi e di virtù, sulla scia
della tr adizion e filosofica greca, soprat tut to stoica, che aveva già elaborato simili catalog h i
etici.
È, pe rò, signi fi cativo notare pr ima la denominazione generale usata da Paolo. I
vizi sono defin it i «opere della carne», per ché n ascono dall’azione del peccatore, mentre le
virtù sono «frutti dello Spirito», perché sbocciano dall’uomo che ha in sé la grazia efficace
dello Spir ito di D io. È per questo che Pao lo co nsidererà sempre le opere buone non come
un m erito da accampare nei confronti di Dio, ma come il frutto che deve necessariame n te
maturare dalla grazia di vina in noi accolta. Per comprendere questa visione basti pensa re
alla madre che non diventa tale per alcuni at ti di affetto che compie nei confronti della su a
creatura, ma, propri o perché è madre, n on pu ò che donare la sua opera e il suo amo re
al figlio.
Quindici sono, invece, gli atteggia ment i immorali “carnali”. Essi si raggruppa no
tra lor o. Ecco la tril ogia sessuale della f or nicazione, dell’impurità e della dissolutezza , a
cui seguono due vizi di indole “religiosa ”, cioè l’idolatria e la magia, che non escludeva no
tra l’altro una componente sessuale, dato che comportavano spesso la prostituzione sacra
(così accadeva nel culto della dea Afr odite e di Cibele). Ben sette elementi hanno di mira
i disor dini nelle relazioni interpersona li e so no il segno anche delle tensioni nelle ste sse
comunità cristi ane: ini micizie, discord ia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie. S i
conclude col peccat o di gola, nei suoi t ip ici eccessi, cioè nelle ubriachezze e nelle orge,
caratteristiche del mondo contempora ne o gr eco-romano.
Ma, di f ronte a questi bassifond i della mo rale, Paolo apre ai suoi lettori l’orizzonte
luminoso dello S pirito che genera nel cu or e e nella vita dei fedeli nove virtù, il cui co rteo
è articolato in forma ternaria. Ecco la pr ima t riade, aperta dall’amore e seguita dalla gioia
e dalla pace. S ubentrano poi la magnanimit à, la benevolenza e la bontà, che ricalca n o
la precedente t rilogia per quanto riguar da il rapporto col prossimo. Infine, la fedeltà, la
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mitezza e il dominio di sé, che sono virt ù d i indole personale. È su questa triplice triade che
deve modellarsi i l nostro “cammino seco nd o lo Spirito”, ossia la nostra nuova esistenza di
redenti da Cristo.
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