ELEMENTI DI ARCHIVISTICA Gli archivi nella storia Definizioni di archivistica Definizioni di archivio Tipologia degli archivi Partizione di un archivio Protocollo Archivio corrente Glossario dei termini più comuni Codice deontologico internazionale degli archivisti Linee di indirizzo comunitarie 1 ARCHIVISTICA GLI ARCHIVI NELLA STORIA1 L'origine degli archivi risale a epoca remota. Da iscrizioni e testimonianze ne risulta già l'esistenza presso Babilonesi, Egizi ed Ebrei. Notizie più precise si hanno sugli archivi greci e romani, ai quali si deve il primo esempio di organizzazione sistematica, su cui si modelleranno le istituzioni successive. In Atene gli atti pubblici erano custoditi dapprima nei templi di Minerva all'Areopago e di Cerere e solo nel sec. IV A.C. si istituì un vero e proprio archivi di Stato nel Metròon, dove i cittadini potevano prendere visione dei documenti ivi conservati. L'istituzione di archivi per uso pubblico diventò frequente nell'età ellenistica. Nella Roma repubblicana i documenti più solenni venivano custoditi nei templi ed erano affidati ai sacerdoti: gli annali dei pontefici venivano custoditi nel tempio di Giunone, i senato-consulti e le leggi nel tempio di Saturno, le tavole relative al censo dei cittadini nelle Aedes nimpharum del Campo di Marte. In seguito i sacerdoti furono sostituiti dai magistrati (censori, questori e prefetti), ma solo nel 78 A.C. fu costruito sul Campidoglio un edificio pubblico destinato ad archivi, il Tabularium, dove venivano custodite le tabulae delle leggi e i documenti dello Stato, ordinati cronologicamente e per materia. In età imperiale gli si affiancarono il Tabularium principis, l'archivi dell'imperatore, e numerosi Gesta municipalia, distribuiti nelle province. Questa imponente organizzazione si sfaldò durante le invasioni barbariche e la maggior parte del materiale depositato negli archivi andò distrutta o dispersa. L'unico esempio di archivi civile nell'alto Medioevo è quello di Aquisgrana, fondato da Carlo Magno, ma solo gli archivi ecclesiastici conservarono da quell'epoca in poi una certa continuità storica. Molta importanza tornarono ad avere gli archivi civili in Italia nell'età comunale, quando ogni comune raccolse i documenti concernenti la cosa pubblica, ordinati rudimentalmente ma già in senso moderno. Con l'avvento delle signorie lo sviluppo degli archivi subì un arresto, trasformandosi spesso da archivi pubblici in segreti. Successivamente, con il consolidamento delle monarchie europee si avviò quel processo di concentrazione degli archivi, dovuto alla natura accentratrice degli Stati, che confluirà nella creazione degli archivi generali. Così nel 1543 fu fondato a Simancas l'archivi della corona di Castiglia e nel 1578 in Inghilterra lo State Papers Office, mentre in Austria solo Maria Teresa nel 1749 riuscì a riunire tutti i documenti dell'impero nello Haus-Hof-und Staatsarchiv di Vienna. Questo criterio di accentramento fu particolarmente favorevole alla storiografia, basata essenzialmente sull'indagine di documenti originali. Il fervore archivistico continuò nel sec. XVIII, quantunque gli archivi subissero gravi danni sia per errati metodi di classificazione sia per scarti inconsulti, dovuti all'indirizzo razionalisticoenciclopedico della cultura, che fece abbandonare il naturale ordinamento cronologico per abbracciare quello per materie, modellato sull'Encyclopédie francese. Dopo le spoliazioni compiute in tutta Europa da Napoleone, nel 1815, con l'affermarsi del principio di provenienza, certi accentramenti si ridussero e molti documenti tornarono alla loro sede originari. Intanto, contemporaneamente all'organizzazione sistematica degli archivi, era sorta una nuova dottrina che si occupava dei problemi concernenti l'ordinamento degli stessi, l'archivistica. 1 La ricostruzione storica è stata tratta dall’Enciclopedia GEDEA De Agostini 2 DEFINIZIONI DI ARCHIVISTICA Disciplina che tratta degli archivi, ossia della loro natura, organizzazione e conservazione. L'archivistica come scienza ha origine sul finire del sec. XVI e si sviluppa nel secolo seguente con una vasta e dotta letteratura. Oggi gli studi archivistici rivestono un carattere di collaborazione internazionale, promossa dal Comité International des Sciences Historiques, cui si deve l'istituzione della Commission des Archives. Indispensabile all'archivistica è l'ausilio di altre discipline storiche, quali la paleografia, la diplomatica, ecc. Archivistica teorica: natura, ordinamento, metodi di archiviazione. L'ordinamento interno degli atti viene effettuato nelle serie archivistiche previa registrazione e classificazione. L’ordinamento, eseguito secondo vari sistemi (cronologico, alfabetico, decimale, per materie), su cui oggi ha prevalso il metodo storico (cioè il principio di provenienza), viene seguito dalla compilazione di inventari, repertori, regesti e indici. Archivistica speciale o Storia degli Archivi: caratteri e vicende degli Archivi. Archiveconomia: amministrazione esterna degli Archivi. Si occupa sia della costruzione o adattamento delle sedi e della disposizione e arredamento dei locali, sia della sistemazione e manutenzione del materiale. Legislazione archivistica: complesso delle norme giuridiche concernenti la conservazione, il controllo, la consultazione, l'organizzazione e la tutela degli Archivi. 3 ARCHIVIO DEFINIZIONI DI ARCHIVIO Raccolta di atti e documenti pubblici o privati che riguardino un ente politico o amministrativo, un'azienda, un istituto sociale o culturale e anche singole famiglie o persone. Anche il luogo in cui i documenti vengono custoditi. Centro di raccolta, deposito del patrimonio storico e culturale. Insieme di carte disposte con un certo ordine Edificio che le raccoglie Istituto che si occupa della loro conservazione. È l'organizzazione della memoria di un Ente o famiglia (o individuo) in funzione delle sue finalità pratiche È la raccolta ordinata degli atti di un Ente o individuo, costituitisi durante la svolgimento della sua attività e conservata per il conseguimento degli scopi politici, giuridici e culturali di quell'ente o individuo2 I documenti che compongono l'archivio sono pertanto collegati tra loro da un nesso logico e necessario detto vincolo archivistico. 2 Eugenio Casanova, Archivistica, Siena, 1928 4 TIPOLOGIA DEGLI ARCHIVI Archivi pubblici dello Stato degli enti pubblici territoriali Comune Provincia Regione di enti pubblici non statali e non territoriali notarili Gli archivi di Stato sono attualmente organi periferici che dipendono da un ufficio centrale per i beni archivistici del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (legge 29 gennaio 1975, n. 5, e D.P.R. 13 dicembre 1975, n. 805). Le funzioni dell'ufficio centrale per i beni archivistici riguardano la conservazione dei documenti dello Stato italiano e degli Stati italiani preunitari; la vigilanza sugli archivi non statali; la ricerca scientifica del settore e la documentazione. Gli archivi di Stato comprendono tutto il materiale costituito dagli atti che la pubblica amministrazione, gli uffici pubblici e la magistratura hanno redatto nei diversi tempi della loro funzione. A Roma esiste inoltre un archivi centrale, dove è possibile cercare la documentazione riguardante l'attività amministrativa dello Stato dal 1861 a oggi. Presso gli archivi più importanti sono aperte al pubblico scuole di paleografia, diplomatica e archivistica. In linea di principio gli archivi di Stato sono pubblici; esistono però restrizioni per gli atti segreti e per i documenti riguardanti la politica estera e interna dopo il 1877. La pubblicazione di documenti di politica estera dal 1861 al 1943 da parte del Ministero degli Esteri ha attenuato alquanto il rigore delle restrizioni. Gli archivi sono per legge possesso del demanio di Stato, se appartengono allo Stato; delle province e dei comuni se possesso dell'una o dell'altra di queste giurisdizioni. 5 Gli archivi comunali e provinciali sono sottoposti alla regolamentazione della legge comunale e provinciale e comprendono sia gli atti correnti sia quelli di deposito, di cui non è più necessaria l'evidenza. Gli archivi regionali sono sottoposti alla regolamentazione della normativa vigentelegge comunale e provinciale e comprendono sia gli atti correnti sia quelli di deposito, di cui non è più necessaria l'evidenza. 6 Gli archivi notarili sono distinti in distrettuali e mandamentali, raccolgono gli atti ricevuti dai notai del relativo distretto notarile e le copie degli atti del locale ufficio del registro, dopo dieci anni dalla loro registrazione. Gli altri archivi di enti pubblici non statali e non territoriali, sono sottoposti alla sopraintendenza della circoscrizione archivistica cui appartengono Archivi privati familiari ecclesiastici di associazioni private partiti sindacati banche e imprese Gli archivi ecclesiastici, provenienti cioè da enti ecclesiastici comprendono: l'archivi pontificio vaticano, che raccoglie i documenti della Chiesa, gli archivi metropolitani o arcivescovili, gli archivi diocesani o vescovili, gli archivi parrocchiali, ecc. Gli archivi privati sono sottoposti alla sopraintendenza della circoscrizione archivistica cui appartengono. Archivi vivi o aperti: pubblici e privati appartenenti cioè ad amministrazioni, enti o persone ancora in vita e quindi suscettibili di aumenti e di trasformazioni Archivi morti o chiusi: pubblici e privati che hanno cessato le loro funzioni o la loro esistenza (es. Archivi IPAB). 7 PARTIZIONE DI UN ARCHIVIO Archivio corrente: atti relativi ad affari in corso di trattazione Archivio di deposito: atti relativi a pratiche esaurite da meno di 40 anni. Gli atti sono conservati per un periodo di tempo predeterminato secondo la loro tipologia, trascorso il quale vengono versati in un archivio generale o inviati al macero. Archivio storico: atti relativi a pratiche esaurite da più di 40 anni. 8 PROTOCOLLO Protocollazione (o registratura): è la registrazione annuale in ordine numerico progressivo di tutte le carte, memorie e provvedimenti in arrivo ed in partenza. Protocollo 3: è il registro che fa fede dell'esistenza del documento. Registro di protocollo Elementi principali: n. d'ordine data della registrazione oggetto n. allegati • (partenza): destinatario • (arrivo): mittente data e n. delle carte in arrivo Elementi accessori: n. antecedente n. susseguente classificazione annotazioni Avvertenza - Qualora non risultino tra di loro concatenati i quattro elementi principali (n° progressivo / estremo cronologico / mittente o destinatario / oggetto), la registrazione non può fornire garanzie giuridiche ed il protocollo diviene un semplice strumento di attestazione. L'uso della cosiddetta risposta "a fronte" non consente di ricollegare con modalità certa il numero progressivo, già assegnato alla nota di arrivo, all'estremo cronologico della spedizione; siffatta registrazione, quindi, non può essere ritenuta giuridicamente rilevante, né può costituire prova privilegiata giudiziale. La materia è disciplinata dalla Circolare del Ministero dell'Interno, 1 marzo 1897, n. 17100-2. 3 Cassazione penale, sez. V, 6 ottobre 1987, Riv. pen. 1988, 863; "Il registro di protocollo tenuto da un pubblico ufficio, il quale fa fede della data di ricevimento ovvero di spedizione di atti privati o della pubblica amministrazione, ha natura di atto pubblico". Consiglio di Stato, 1993, I, 838; Foro amm., 1993, 1494 e Giust. civ., 1993,I, 3120: "Il protocollo delle pubbliche amministrazioni è un atto pubblico di fede privilegiata [...]" 9 ARCHIVIO CORRENTE Classificazione: è l'operazione preposta all'archiviazione Titolario: quadro di classificazione ovvero schema preordinato per la classificazione degli atti e dei documenti di archivio, per lo più suddiviso in titoli (o categorie), classi, rubriche (o fascicoli), in base al quale i documenti dell'archivio corrente vengono raggruppati secondo un ordine logico. Scarto (o selezione conservativa): eliminazione delle carte di valore marginale, prive di efficacia giuridica, amministrativa, tecnica e culturale. Operazione da effettuare entro il 40° anno: prima del passaggio dei documenti all'Archivio storico, ossia alla Sezione separata. Lo scarto rappresenta il momento qualificante nella selezione dei documenti da destinare alla conservazione permanente. Massimario di conservazione e scarto: schema preordinato della tipologia degli atti con l'indicazione del periodo di conservazione di ogni categoria o tipologia di tali atti, indicante i documenti eliminabili attraverso la procedura di scarto, prevista dalla legge. 10 GLOSSARIO DEI TERMINI PIÙ COMUNI Documento - Testimonianza scritta di un fatto di natura giuridica, compilata con l'osservanza di determinate forme che conferiscono al documento pubblica fede e forza di prova. Faldone, busta, cartella - Unità di consistenza, ossia il contenitore nel quale vengono raccolti e conservati i fascicoli o i documenti sciolti. Fascicolo - Unità archivistica costituita da documenti relativi a un determinato affare, collocati in ordine cronologico. Costituisce l'unità di base, indivisibile di un archivio. Talora comprende documenti relativi ad affari diversi o a questioni di carattere generale. Può essere articolato in sottofascicoli. Ordinamento - Complesso delle operazioni necessarie per dare un'organizzazione sistematica alle unità archivistiche sulla base di un principio teorico. Dalla metà del secolo scorso si è affermato il metodo storico, basato sul rispetto del principio di provenienza. Inventario - Strumento di ricerca; descrive in maniera analitica o sommaria tutte le unità archivistiche che compongono un fondo. Registro - Unità archivistica costituita da più fogli rilegati insieme. Serie archivistica - Ciascun raggruppamento di documenti con caratteristiche omogenee, all'interno di un fondo archivistico. Può essere articolata in sottoserie. Versamento - Operazione mediante la quale un ufficio trasferisce periodicamente la propria documentazione, non più occorrente alla trattazione degli affari, nell'Archivio storico (o Sezione separata), previe operazioni di scarto. La legge prevede che debbano essere versati i documenti relativi agli affari esauriti da oltre un quarantennio. Il termine è adottato anche per il passaggio di documenti dall'archivio corrente all'archivio di deposito. Vincolo archivistico - Nesso che collega in maniera logica e necessaria i documenti che compongono l’archivio. 11 CODICE DEONTOLOGICO Codice internazionale di deontologia degli archivisti 4 Prefazione 01. Un codice di deontologia degli archivisti ha lo scopo di fornire alla professione regole di condotta di alto livello. Dovrebbe inoltre sensibilizzare al rispetto di tali regole i nuovi membri della professione, ricordare agli archivisti più esperti le loro responsabilità professionali ed ispirare al pubblico fiducia nella professione. 02. Il termine "archivista", nel senso utilizzato in questo testo, si applica a tutti coloro la cui responsabilità è di controllare, prendere in gestione, trattare, conservare, restaurare e amministrare gli archivi. 03. Gli organismi datori di lavoro e le istituzioni archivistiche sono incoraggiati ad adottare programmi generali e pratiche quotidiane che consentano l’applicazione di questo codice. 04. Questo codice è destinato a fornire un orientamento etico alla condotta dei membri della professione e non a fornire soluzioni specifiche a particolari problemi. 05. Ogni articolo è accompagnato da un commento che sviluppa e illustra il principio enunciato; articoli e commenti formano un tutt’uno e insieme costituiscono il testo del codice di deontologia. 06. L’applicazione del codice dipende dalla buona volontà delle istituzioni archivistiche e delle associazioni professionali. Essa può prendere la forma di uno sforzo educativo e della messa a punto di procedure per suggerire orientamenti in casi di dubbio, esaminare comportamenti contrari alla deontologia e, quando sia opportuno, applicare sanzioni. Testo 1. Gli archivisti tutelano l’integrità degli archivi e in tal modo garantiscono che questi continuino ad essere affidabile testimonianza del passato. Il primo dovere degli archivisti è di mantenere l’integrità dei documenti affidati alla loro sorveglianza o custodia. Nel compimento di tale dovere essi devono tener conto dei diritti e interessi legittimi, pur talora contraddittori, dei loro datori di lavoro, dei proprietari, delle persone citate nei documenti e degli utenti, sia per quanto riguarda il passato che il presente e il futuro. L’obiettività e l’imparzialità degli archivisti danno la misura della loro professionalità 4 Il Codice internazionale di deontologia degli archivisti è stato approvato dall’Assemblea Generale del Consiglio Internazionale degli Archivisti a Pechino, il 6 settembre 1996. Traduzione italiana di Marco Carassi 12 Gli archivisti resistono ad ogni pressione, da qualunque parte provenga, diretta a manipolare le testimonianze come a dissimulare o deformare i fatti. 2. Gli archivisti trattano, selezionano e conservano gli archivi nel loro contesto storico, giuridico e amministrativo, rispettando quindi il principio di provenienza, tutelando e rendendo evidenti le interrelazioni originarie dei documenti. Gli archivisti operano in conformità con i principi e le pratiche della professione generalmente accettati. Gli archivisti svolgono i loro doveri e funzioni coerentemente con i principi archivistici con riferimento alla creazione, gestione e scelta della destinazione degli archivi correnti e di deposito, ivi compresi i documenti elettronici e multimediali, la selezione e l’acquisizione dei documenti in vista della loro archiviazione definitiva, alla salvaguardia, conservazione e restauro degli archivi di cui hanno la responsabilità e all’ordinamento, alla descrizione, alla pubblicazione e alla migliore accessibilità dei documenti. Gli archivisti selezionano i documenti con imparzialità, fondando il loro giudizio su una profonda conoscenza delle esigenze amministrative e delle politiche di acquisizione. I documenti scelti per la conservazione sono da essi ordinati e descritti conformemente ai principi archivistici (in particolare il principio di provenienza e il principio dell’ordinamento originario) e alle norme generalmente riconosciute, e ciò quanto più rapidamente consentono le risorse. Gli archivisti debbono acquisire documenti in conformità con gli obiettivi e le risorse delle istituzioni per la quali lavorano. Essi non cercano o non accettano acquisizioni quando queste possano mettere in pericolo l’integrità e la sicurezza dei documenti; essi cooperano affinché i documenti siano conservati nelle istituzioni più appropriate. Gli archivisti cooperano al rimpatrio e alla ricollocazione di archivi che si trovino fuori della loro giusta situazione. 3. Gli archivisti tutelano l’autenticità dei documenti durante le operazioni di trattamento, conservazione e utilizzazione. Essi operano in modo che il valore archivistico dei documenti, compresi quelli elettronici e multimediali, non sia diminuito nel corso dei lavori di selezione, ordinamento e descrizione, di conservazione ed utilizzazione. Essi conservano traccia scritta dei lavori di acquisizione, trattamento e restauro dei documenti. Se debbono procedere a campionamenti, essi fondano le loro decisioni su metodi e criteri attentamente stabiliti. La sostituzione degli originali con altri supporti può essere decisa solo dopo averne considerato il valore legale, intrinseco e informativo. Quando documenti esclusi dalla consultazione siano stati estratti temporaneamente da un fascicolo, ne informano il ricercatore. 4. Gli archivisti devono garantire la costante accessibilità e intelligibilità dei documenti d’archivio. Gli archivisti debbono selezionare i documenti da conservare o da distruggere considerando prioritaria la necessità di salvaguardare la testimonianza essenziale dell’attività della persona o dell’istituzione che ha prodotto o accumulato i documenti, e inoltre tenendo conto che le esigenze della ricerca mutano nel tempo. Gli archivisti debbono essere coscienti che l’acquisizione di documenti di dubbia origine, anche se di grande interesse, può incoraggiare un illecito commercio. Essi collaborano con i colleghi e con i servizi competenti a identificare e perseguire in giudizio le persone sospettate di furto di documenti d’archivio. 5. Gli archivisti documentano le loro attività di trattamento del materiale archivistico e sono pronti a darne giustificazione. Gli archivisti promuovono buone pratiche di gestione in tutte le fasi di vita dei documenti e cooperano con i creatori di questi nel controllo dei nuovi formati e delle procedure di trattamento dei dati. 13 Gli archivisti non sono interessati unicamente ad acquisire documenti esistenti, ma fanno sì che anche nei sistemi di informazione e archiviazione elettronica siano incorporate fin dall’origine procedure destinate alla salvaguardia di documenti di valore permanente. Gli archivisti, quando trattano con i servizi versanti o con i proprietari dei documenti, perseguono eque soluzioni basate sui seguenti criteri, quando applicabili: autorizzazioni di versamento, di donazione o di vendita; accordi finanziari; programmi di ordinamento e inventariazione; diritti di riproduzione e condizioni di consultazione. Gli archivisti conservano traccia scritta delle acquisizioni dei documenti, della loro conservazione e trattamento. 6. Gli archivisti promuovono il massimo possibile accesso agli archivi e forniscono imparzialmente assistenza a tutti gli utenti. Gli archivisti producono, per la totalità dei fondi di cui sono responsabili, gli strumenti di ricerca generali e particolari che risultano opportuni. Essi debbono fornire assistenza imparzialmente a tutti gli utenti ed utilizzare le risorse disponibili per fornire una serie equilibrata di prestazioni. Gli archivisti rispondono con cortesia, e con lo scopo di essere effettivamente utili, a tutte le richieste ragionevoli concernenti i documenti a loro affidati, e incoraggiano l’utilizzazione di questi nella massima misura possibile compatibilmente con le esigenze istituzionali, la salvaguardia dei documenti, i vincoli normativi, i diritti degli individui e gli accordi con i donatori. Essi spiegano ai richiedenti i motivi delle restrizioni e le applicano con equità. Gli archivisti scoraggiano le limitazioni non ragionevoli di accesso e di utilizzazione dei documenti, ma possono accettare o suggerire restrizioni chiaramente definite e di durata limitata quando queste sono la condizione di un’acquisizione. Essi osservano fedelmente e applicano con imparzialità tutti gli accordi stabiliti al momento dell’acquisizione, ma, nell’interesse della liberalizzazione dell’accesso ai documenti, possono rinegoziare le clausole quando le circostanze cambiano. 7. Gli archivisti cercano il giusto equilibrio, nel quadro della legislazione in vigore, tra il diritto all’informazione e il rispetto della riservatezza. Gli archivisti operano in modo che la riservatezza delle persone e delle istituzioni, nonché la sicurezza nazionale, siano tutelate senza distruzione di informazioni, specialmente nel caso degli archivi informatici ove la cancellazione di dati e l’aggiornamento sostitutivo sono prassi diffuse. Gli archivisti rispettano la riservatezza degli individui che hanno partecipato alla creazione o che sono oggetto dei documenti, specialmente di coloro che non sono stati consultati sull’uso o sulla sorte dei documenti. 8. Gli archivisti corrispondono alla fiducia in essi riposta perseguendo il pubblico interesse ed evitando di utilizzare la propria posizione per avvantaggiare scorrettamente sé od altri. Gli archivisti devono astenersi da ogni attività che possa pregiudicare la loro integrità professionale, la loro obiettività e imparzialità. Gli archivisti non traggono dalla loro attività vantaggi economici, personali o di altra natura, a detrimento delle istituzioni, degli utenti e dei colleghi. Gli archivisti non collezionano personalmente documenti originali né partecipano ad alcun commercio di documenti. Essi si astengono da attività che potrebbero creare nell’opinione pubblica l’apparenza di un conflitto di interessi. Gli archivisti possono utilizzare per scopi personali di ricerca e pubblicazione i fondi archivistici delle loro istituzioni, purché tali lavori si svolgano su un piede di parità rispetto agli altri utenti dei medesimi fondi. Essi non rivelano né utilizzano le informazioni che hanno ottenuto a seguito del loro lavoro sui fondi d’archivio il cui accesso è limitato. Essi non debbono consentire ai propri interessi personali di ricerca e pubblicazione di interferire con il corretto svolgimento dei compiti professionali e amministrativi per i quali sono assunti. 14 Utilizzando i fondi archivistici affidati alle istituzioni per le quali essi lavorano, gli archivisti non devono sfruttare la loro conoscenza di informazioni acquisite da altri ricercatori e non ancora pubblicate, senza aver anticipatamente avvertito gli interessati dell’uso che gli archivisti stessi intendono fare di tali informazioni. Gli archivisti possono recensire e commentare i lavori pubblicati su campi vicini ai loro interessi di ricerca, ivi compresi i lavori basati sui documenti dei quali essi hanno la custodia. Gli archivisti non devono permettere a persone esterne alla professione di interferire nei loro lavori e nell’adempimento dei loro doveri. 9. Gli archivisti perseguono un’alta qualità professionale aggiornando sistematicamente e continuamente le loro conoscenze e condividendo i risultati delle loro ricerche e della loro esperienza. Gli archivisti devono sviluppare la loro competenza professionale e le loro conoscenze tecniche, contribuire ai progressi dell’archivistica e assicurarsi che le persone il cui lavoro e la cui formazione essi sovrintendono siano preparare a svolgere in maniera competente le rispettive funzioni. 10. Gli archivisti promuovono la salvaguardia e l’uso del patrimonio archivistico del mondo intero, cooperando a tal fine con i membri della propria e di altre professioni. Gli archivisti cercano di favorire la collaborazione e di evitare i conflitti con i colleghi, risolvendo le difficoltà con l’incoraggiamento a rispettare le regole archivistiche e i principi deontologici. Gli archivisti cooperano con i rappresentanti delle professioni parallele in spirito di rispetto e di comprensione reciproca. 15 16 LINEE DI INDIRIZZO COMUNITARIE Risoluzione del Consiglio e dei ministri della cultura riuniti in sede di Consiglio, del 14 novembre 1991, sull'organizzazione degli archivi5 IL CONSIGLIO DELLE COMUNITÀ EUROPEE E I MINISTRI DELLA CULTURA RIUNITI IN SEDE DI CONSIGLIO, considerata la duplice funzione svolta dagli archivi in quanto base per l'assunzione di decisioni nel settore pubblico e in quanto componente essenziale del patrimonio culturale di una nazione; vista l'accresciuta connessione tra i singoli Stati membri e tra gli Stati membri e la Comunità in materia di archivi pubblici e considerata la legislazione che rende accessibili al pubblico gli archivi storici della Comunità;6 tenendo presente che il patrimonio archivistico europeo rappresenta una risorsa indispensabile per la compilazione della storia dell'Europa o di una singola nazione; considerando che la possibilità di disporre di archivi ordinati e accessibili contribuisce notevolmente a garantire il funzionamento democratico della nostra società; considerando che un'adeguata politica in materia di archivi ed un'efficiente gestione dei medesimi costituiscono i presupposti per la necessaria accessibilità, INVITA la Commissione: • a costituire un gruppo di esperti nominati su proposta degli Stati membri, con l'incarico di esaminare in quale misura sia opportuno intensificare il coordinamento in ambito comunitario per quanto attiene alla politica e alla prassi in materia di archivi, • a trasmettere al Consiglio, prima della fine del 1992, una relazione sull'andamento dei lavori elaborata dal Gruppo. Conclusioni del Consiglio del 17 giugno 1994, per una maggiore cooperazione nel settore degli archivi7 Il Consiglio ritiene gli archivi un elemento significativo del patrimonio culturale di importanza europea di cui all'articolo 128 del trattato che istituisce la Comunità europea. L'utilizzazione degli archivi può contribuire allo scopo, anch'esso previsto dall'articolo 128, di migliorare la conoscenza della cultura e della storia dei popoli europei. Esso prende atto con interesse della relazione sugli archivi trasmessa dalla Commissione, elaborata da un gruppo di esperti a seguito della loro risoluzione del 14 novembre 1991 sull'organizzazione degli archivi. 5 Gazzetta ufficiale n. C 314 del 05/12/1991 (91/C 314/02) Regolamento (CEE, Euratom) n. 354/83 del Consiglio, del 1o febbraio 1983; decisione n. 359/83/CECA della Commissione, dell'8 febbraio 1983 (GU n. L 43 del 15. 2. 1983). 7 Gazzetta ufficiale n. C 235 del 23/08/1994 (94/C 235/03) 6 17 Sulla scorta di tale relazione essa conviene che nel settore degli archivi è opportuna una maggiore cooperazione a livello comunitario. Il Consiglio invita la Commissione a includere gli archivi nella comunicazione sul patrimonio culturale della Comunità che si è impegnata ad elaborare, mentre prende atto con interesse delle azioni che, fra le azioni prospettate nella relazione, mirano a: • allestire un forum pluridisciplinare in ambito comunitario sui problemi della gestione, dell'archiviazione e del recupero dei dati leggibili dalla macchina (DLM), invitando le amministrazioni pubbliche e i servizi degli archivi nazionali nonché gli esponenti dell'industria e della ricerca a parteciparvi; • promuovere, d'intesa con gli Stati membri, scambi di studenti e di archivisti attraverso i programmi d'azione comunitari in materia di istruzione e di formazione professionale, o con altri mezzi; • approntare e incoraggiare la pubblicazione di una guida pratica in tutte le lingue ufficiali della Comunità delle procedure e delle altre disposizioni vigenti negli Stati membri e nelle istituzioni per quanto attiene all'accesso degli utenti ai loro archivi; • approntare e incoraggiare la divulgazione di idonee pubblicazioni tecniche ai fini della diffusione delle ricerche effettuate e dei loro eventuali risultati in materia di preservazione e ripristino dei documenti e di altro materiale d'archivio; • incoraggiare la pubblicazione di informazioni sul contenuto degli archivi, anche mediante tecnologie diverse. Per esaminare questi punti la Commissione potrebbe avvalersi dell'assistenza tecnica degli Stati membri nonché della competenza di organizzazioni non governative come il consiglio internazionale degli archivi. 18