INTRODUZIONE TEORICA SUL MOTO OSCILLATORIO Differenze tra il moto armonico semplice e quello smorzato. Il moto armonico semplice è il moto di un oscillatore nel caso non sia né forzato né smorzato da forze esterne. Tale moto è periodico, in quanto si ripete ad intervalli regolari in maniera identica e può essere descritto attraverso una funzione sinusoidale di ampiezza A costante nel tempo come ad esempio x(t) = A cos(ω0 t + φ), dove x è la posizione in funzione del tempo. I parametri A e φ sono rispettivamente l'ampiezza dell'oscillazione (spostamento massimo rispetto alla posizione di equilibrio) e la fase, che dipendono entrambe dalla posizione e velocità iniziale del moto, ovvero x(0) e v(0). Caratteristica del moto è il periodo dell'oscillazione (ovvero l'intervallo di tempo che il moto impiega per ripetersi) definito come T = 2π/ω0. In stretto rapporto con il periodo è la frequenza di oscillazione, definita come il numero di cicli di oscillazione nell'unità di tempo. La frequenza ed il periodo sono l'una l'inverso dell'altro: f = 1/T . Il moto armonico è strettamente legato al moto circolare uniforme, in quanto rappresenta la proiezione di tale moto su di un qualsiasi diametro della circonferenza. Alle diverse posizioni P1, P2, ..., Pn del punto mobile sulla circonferenza in tempi differenti t1, t2, tn , corrisponderanno le proiezioni sul diametro AB rispettivamente P'1, P'2, ..., P'n la cui distanza dal centro indicheremo con x (vedi Figura 1). Figura 1 1 Nel caso ideale un esempio di oscillatore armonico semplice può essere una massa m attaccata ad una molla di costante elastica k (vedi Figura 2). Figura 2 L'equazione del moto è espressa dalla seconda legge della dinamica F = ma, dove la forza è la forza elastica F = -kx, l'accelerazione è a = dv/dt con v = dx/dt, ovvero a = d2x/dt2. L'equazione del moto diventa quindi m d2x/dt2 + k x = 0 e ha come soluzione la legge oraria del moto armonico semplice x(t) = A cos( ω0 t + φ ). La pulsazione propria dell'oscillazione è ω0 = (k/m)1/2 ed il periodo (ovvero l'inverso della frequenza) sarà T = 2π/ω0 = 2π (m/k)1/2. La forza di richiamo esercitata dalla molla, detta forza elastica perché è la forza che esercita una molla elastica quando viene compressa o allungata rispetto alla sua lunghezza di riposo, sarà: F = m d2x/dt2 = m[ - k/m A cos((k/m)1/2 t + φ)] = - k A cos(ω0 t + φ) = - kx = - mω02 x diretta, come dice il nome, nel verso opposto allo spostamento. Da questa si dimostra che l'accelerazione istantanea di un moto armonico è proporzionale alla distanza x, ovvero a = - ω02 x = - (2π/T)2 x . La velocità e l'accelerazione della massa saranno rispettivamente derivata prima e seconda della legge oraria, ovvero: x(t) = A cos(ω0 t + φ) legge oraria lungo l'asse x derivata prima della legge oraria (v = dx/dt) v(t) = - ω0 A sin(ω0 t + φ) a(t) = - ω0 2 A cos(ω0 t + φ) derivata seconda della legge oraria (a = d2x/dt2) Dall'analisi di questo tipo di moto risulta che la velocità ha intensità variabile nel tempo e l'accelerazione è proporzionale allo spostamento x, in quanto a(t) = - ω0 2 x(t); le variazioni di velocità sono sempre di segno opposto allo spostamento. La massima accelerazione si ha nei punti A e B dove, per un istante, il punto in movimento si arresta prima di invertire il senso del moto e dove la velocità, che subito dopo cambia di segno, per quell'istante è nulla. In questo caso ideale sulla massa agisce esclusivamente la forza elastica che è una forza conservativa è quindi giusto aspettarsi che l'energia meccanica rimanga costante; tuttavia è intuitivo studiare l'evoluzione nel tempo dell'energia meccanica E(t) = ½ m v2(t) + ½ k x2(t) = ½ m ω0 2A2sin2(ω0 t + φ) + ½ k A2cos2(ω0 t + φ) = COSTANTE . La figura seguente ( Figura 3) mostra che l'energia meccanica dell'oscillatore armonico è la somma di due termini oscillanti la cui somma è costante nel tempo; questi due termini oscillano in opposizione di fase (uno è massimo quando l'altro è minimo e viceversa). Ad esempio quando ω0 t + φ = 0 il primo termine, l'energia cinetica, è minimo (il seno vale 0) mentre il secondo, l'energia potenziale, è massimo ( il coseno vale 1); viceversa quando ω0 t + φ = π/2 il primo termine è massimo (sin(π/2) = 1) mentre il secondo è minimo (cos(π/2) = 0). 2 Figura 3 Considerando per semplicità φ = 0 e osservando che mω02 = k l'espressione dell'energia meccanica diviene: E(t) = ½ k A2sin2(ω0 t) + ½ k A2cos2(ω0 t) = ½ k A2 [sin2(ω0 t) + cos2(ω0 t)] = ½ k A2 = COSTANTE; ovvero l'energia meccanica dell'oscillatore è uguale in ogni istante all'energia potenziale della molla al massimo allungamento o alla massima compressione; posizioni in cui l'energia cinetica è nulla. Poiché k = mω02 e vmax = ω0 A è la velocità massima che l'oscillatore raggiunge alla posizione di riposo della molla: E(t) = ½ k A2 =½ m vmax 2 = COSTANTE ; ovvero l'energia meccanica dell'oscillatore è anche uguale in ogni istante all'energia cinetica della molla nella sua posizione d'equilibrio; posizioni in cui l'energia potenziale della molla stessa è nulla. Figura 4 Se un oscillatore armonico è inizialmente a riposo la sua energia totale è nulla. Affinché esso oscilli deve ricevere dell'energia dall'esterno, ovvero si deve compiere lavoro su di esso in modo che aumenti la sua energia totale. Ad esempio se scostiamo la massa dalla posizione di riposo allungando la molla, compiamo un lavoro contro la forza elastica che aumenta l'energia potenziale 3 del sistema stesso; quando lasciamo andare la massa questa energia rimane all'oscillatore armonico. Al contrario, se fermiamo la massa, o la freniamo, l'energia totale si annulla o diminuisce. Nell'oscillatore lasciato a se stesso, quando agisce solo la forza elastica della molla, l'energia meccanica si conserva ma questa stessa quantità può variare a causa dell'intervento di forze esterne all'oscillatore. E' necessario infatti osservare che nello studio di fenomeni fisici reali i corpi in movimento sono in realtà soggetti a forze smorzanti il moto stesso, come ad esempio l' attrito. Nell'oscillatore armonico semplice non sono considerate le forze d'attrito in quanto tale modello è una semplificazione della realtà, una sua idealizzazione, che è valida se e solo se le forze d'attrito sono trascurabili. Nel caso reale (vedi Figura 5) su di una massa attaccata ad una molla oltre alla forza elastica agiscono delle forze d'attrito; tali forze vengono prese in esame nel modello dell'oscillatore armonico smorzato. Solitamente in questo modello le forze d'attrito vengono considerate come forze d'attrito viscoso direttamente proporzionali alla velocità e di verso ad essa opposto, ovvero Fattrito = - βv (maggiore è β maggiore è l'attrito). Figura 5 L'equazione del moto diviene quindi: md2x/dt2 + βdx/dt + kx = 0 , un'equazione differenziale di secondo grado omogenea la cui soluzione è caratterizzata da tre diversi regimi dovuti al diverso valore che può assumere la forza d'attrito rispetto alla forza elastica. Sostituendo nell’equazione differenziale la soluzione di prova x(t) = A exp(λt) con le sue rispettive derivate si ottiene l'equazione caratteristica associata : −β ± β 2−4mk mλ2 + βλ + k = 0 che ha come soluzioni λ 1,2= . 2m Prima di dare la legge oraria corrispondente ad ogni regime, osserviamo che la forza d'attrito compie un lavoro strettamente negativo per cui l'energia totale dell'oscillatore diminuirà fino ad annullarsi; quindi in un tempo più o meno lungo, a seconda dell'intensità della forza d'attrito, l'oscillatore, se viene perturbato, tornerà nella sua posizione di riposo a causa della dissipazione d'energia. 4 Sottosmorzamento Questo caso si verifica quando β < 2 (mk)1/2, caso in cui lo smorzamento non è particolarmente intenso in quanto la forza di attrito è debole rispetto alla forza elastica; per questo motivo il sistema riesce a compiere qualche oscillazione attorno alla posizione d'equilibrio x = 0. In questo caso le radici dell'equazione caratteristica associata λ1,2 sono complesse (essendo l'argomento della radice negativo); ciò comporta che la soluzione dell'equazione differenziale contenga un termine con esponenziale complesso, il quale rappresenta per l'appunto un termine "oscillante". Si può dimostrare che ponendo ω = [k/m-(β/2m)2]1/2, l'equazione differenziale ha come soluzione la seguente legge oraria: x(t) = A1 exp(- β/2m t) cos(ω t + φ ). Notiamo che questa legge oraria descrive delle oscillazioni di frequenza f = ω/2π la cui ampiezza diminuisce esponenzialmente nel tempo (vedi figura seguente). L'argomento nell'esponenziale è proporzionale al coefficiente d'attrito β quindi maggiore è l'attrito più velocemente decresce l'ampiezza delle oscillazioni. Notiamo anche che nel caso di piccolo smorzamento la pulsazione ω = [k/m-(β/2m)2]1/2 è inferiore alla pulsazione propria ω0 = (k/m)1/2 (la pulsazione alla quale oscillerebbe lo stesso sistema se non fosse smorzato, ovvero se non fosse influenzato dall'attrito viscoso). Questo ha un chiaro significato fisico: la presenza di viscosità rallenta il movimento dell'oscillatore. Solo nel caso in cui β << 2 (mk)1/2 ovvero nel caso in cui si abbia un attrito trascurabile (oscillatore armonico semplice) si ha ω ~ ω0 . Figura 6 Per un oscillatore smorzato, a differenza dell'oscillatore armonico semplice, l'energia meccanica non è più costante ma diminuisce nel tempo in modo esponenziale. 5 Smorzamento critico Quando β = 2 (mk)1/2 si dimostrare che la legge oraria è: x(t) = (A1 + A2 t ) exp(- β/2m t ). Le costanti A1 e A2 si determinano imponendo le condizioni iniziali x(0) = A e v(0) = 0 ovvero imponendo che nell'istante t = 0 il sistema si trova nella posizione di elongazione A con velocità nulla. Figura 7 Il sistema, sebbene sia in grado di dare inizio ad un'oscillazione, la vede smorzarsi prima del suo completamento (ovvero prima che il punto passi per la posizione di equilibrio). Inoltre la posizione di riposo viene raggiunta nel minor tempo possibile. Sovrasmorzamento Consideriamo adesso il caso in cui la forza di attrito è forte rispetto alla forza elastica, ovvero quando β > 2 (mk)1/2. In tal caso si può dimostrare che la soluzione dell'equazione differenziale del moto coincide con la seguente legge oraria: x(t) = A1 exp(-|λ1|t ) + A2 exp(-|λ2|t ). Le costanti A1 e A2 si determinano imponendo che la soluzione soddisfi le condizioni iniziali x(0) = A e v(0) = 0, ovvero che all'istante di tempo t = 0 il punto si trovi nella posizione di elongazione A con velocità nulla. Figura 8 Dal punto di vista fisico questa soluzione indica che lo smorzamento viscoso è tanto alto da impedire qualunque oscillazione del punto attorno alla posizione di equilibrio x = 0. 6 Ricapitolando nel caso in cui si effettui un esperimento in cui l'attrito non rappresenti una forza trascurabile il fenomeno fisico viene descritto attraverso il moto armonico smorzato. Lo smorzamento nel caso β = 2 (mk)1/2 viene detto smorzamento critico perché rappresenta un valore di transizione tra smorzamento debole β < 2 (mk)1/2 e smorzamento forte β > 2 (mk)1/2. Lo smorzamento debole viene anche detto smorzamento sottocritico, e quello forte smorzamento sovracritico; oppure si può dire semplicemente che un oscillatore è sottosmorzato, critico oppure sovrasmorzato. Lo smorzamento critico (come mostrato nella figura seguente) è caratterizzato dalla proprietà che l'oscillatore raggiunge la posizione d'equilibrio nel tempo più breve rispetto a tutti gli altri smorzamenti, in quanto il coefficiente d'attrito ha proprio il valore minimo necessario per riportare il sistema all'equilibrio senza oscillare. Figura 9 Un esperimento che ci permetterà di analizzare i diversi regimi di smorzamento sarà il circuito elettrico RLC, formato da un resistore (R), da un induttore (L) e da un condensatore (C) collegati in serie. A differenza della massa legata ad una molla l'equazione differenziale non deriverà più dalla seconda legge di Newton ma dalla seconda legge di Kirchhoff riguardante le differenze di potenziale elettrico: ∆VR + ∆VL + ∆VC = 0; dove ∆VR= Ri è la differenza di potenziale ai capi della resistenza R, ∆VL= L di/dt è la differenza di potenziale ai capi della induttanza L, ∆VC= q/C è la differenza di potenziale ai capi del condensatore di capacità C Dato che la corrente elettrica i(t) è la derivata prima rispetto al tempo della carica elettrica q(t), ovvero i = dq/dt, la seconda legge di Kirchhoff diventa: L d2q/dt2 + R dq/dt + q/C = 0 anche essa un'equazione differenziale di secondo grado omogenea la cui soluzione ha tre diversi regimi a seconda del valore della resistenza elettrica R. 7 Tra i due diversi oscillatori, quello meccanico e quello elettromagnetico, si possono evidenziare le seguenti analogie: Oscillatore meccanico Oscillatore elettromagnetico equazione differenziale di secondo grado omogenea derivante dalla seconda legge di Newton equazione differenziale di secondo grado omogenea derivante dalla seconda legge di Kirchhoff m d2x/dt2 + β dx/dt + kx = 0 L d2q/dt2 + R dq/dt + q/C = 0 x(t) posizione q(t) carica β coefficiente d'attrito R resistenza m massa L induttanza k costante elastica 1/C inverso della capacità ω0 = k/m pulsazione propria ω0 = 1/LC pulsazione propria ω = [k/m-(β/2m)2]1/2 pulsazione del moto sottosmorzato ω = [1/LC-(R/2L)2]1/2 pulsazione del moto sottosmorzato fattori di sovrasmorzamento λ1,2 = -β/2m ± [(β/2m)2 – (k/m)2 ]1/2 fattori di sovrasmorzamento λ1,2 = -R/2L ± [(R/2L)2 – (1/LC)2 ]1/2 Ecco un riepilogo dei tre diversi regimi con i corrispondenti range d'applicazione e leggi orarie: Sottosmorzamento SmorzamentoCritico Sovrasmorzamento Oscillatore meccanico Oscillatore elettromagnetico β < 2(mk)1/2 R < 2(L/C)1/2 x(t) =A1 exp(- β/2m t) cos(ω t + φ ) q(t) =A1 exp(- R/2L t) cos(ω t + φ ) β = 2(mk)1/2 R = 2(L/C)1/2 x(t) = (A1 + A2 t ) exp(- β/2m t ) q(t) = (A1 + A2 t ) exp(- R/2L t ) β > 2(mk)1/2 R > 2(L/C)1/2 x(t) = A1 exp(-|λ1 |t ) + A2 exp(-|λ2|t ) q(t) = A1 exp(-|λ1 |t ) + A2 exp(-|λ2|t ) 8 ESPERIMENTO SULLE OSCILLAZIONI MECCANICHE Obiettivo : dato un carrello vincolato a muoversi mediante delle molle su di una superficie piana verificare il diverso smorzamento che si ottiene senza e con un freno magnetico ad esso applicato a diverse distanze dalla rotaia. Strumenti e materiali da utilizzare : Rotaia graduata con carrello 9 Freno magnetico (MAGNETIC DAMPING) con calamite Masse e molle Figura 10 Bilancia con sensibilità 0,1g Interfaccia Explorer GLX con sensore di posizione Figura 11 10 Software da utilizzare : Data Studio Wolfram Mathematica 7.0 per l’acquisizione dei dati sperimentali dall’interfaccia per l’analisi dei dati sperimentali Figura 12 ESPERIMENTO Descrizione dell'esperimento 11 1. Posizionate sul banco da lavoro la rotaia graduata, il carrello, il freno magnetico con tre calamite (fate attenzione all'attrazione che c'è tra le calamite!), le molle, le masse, la bilancia e l'interfaccia Explorer GLX. 2. Prima di procedere nell'attuazione dell'esperimento, misurate con la bilancia la massa delle molle e quella del carrello verificando che la massa delle molle puo' essere trascurata in quanto mmolla1 + mmolla2 << mcarrello . 3. Dopo aver posizionato il carrello sulla rotaia (garantitevi che non ci sia pendenza!) collegatelo agli estremi della rotaia con due molle di costante elastica uguale. 4. Misurate la posizione del carrello A0. 5. Collegate Explorer GLX al PC posizionando il sensore in modo che possa rilevare la posizione del carrello, ovvero posizionate il sensore all’inizio della rotaia e fissate sopra il carrello un oggetto rilevabile dal sensore (nella foto un bicchiere di plastica). Figura 13 Acquisizione e salvataggio dei dati 1. Create sul Desktop una nuova cartella rinominandola col nome Rotaia seguito dalla vostra classe (es. Rotaia 5C, oppure Rotaia 5L-1). 12 2. Aprite il file Oscillazioni meccaniche presente sul Desktop e realizzato mediante il programma Data Studio. 3. Controllate che la frequenza di campionamento con cui il sensore rileverà la posizione del carrello sia 40 Hz cliccando su Imposta ==> omino che corre ==> Frequenza di campionamento: 40 Hz. Figura 14 4. Contemporaneamente all'azionamento manuale dell'esperimento, per il salvataggio dei dati, è necessario premere Avvio: in questo modo durante il moto del carrello sulla rotaia il sensore rivelerà la sua posizione in funzione del tempo visualizzando tali dati in un grafico. 5. Prima di avviare l'esperimento misurate la distanza dalla posizione di riposo A 1, distanza da cui lascerete andare il carrello sotto l'azione della forza elastica e della forza d'attrito. 6. Dopo aver avviato l'acquisizione dei dati aspettate che il carrello raggiunga la sua posizione d'equilibrio. 7. Per terminare l'acquisizione dei dati premete Arresta. 8. Adattate meglio gli assi ai dati cliccando sul grafico il tasto destro del mouse e selezionando Ridimensiona. 9. Salvate il grafico riguardante la posizione selezionando Visualizza ==> Esporta immagine ==> Salva in: Desktop ==> Rotaia 5C ==> Nome file: posizione1 ==> Salva. 13 Figura 15 10. Salvate nello stesso modo il grafico della velocità nominandolo velocità1. 11. Salvate i valori acquisiti dall'esperimento riguardanti la posizione, selezionando Visualizza ==> Esporta dati ==> Cerca in: Desktop ==> Rotaia 5C ==> Nome file: posizione1.txt. 12. Utilizzando gli stessi comandi per i dati riguardanti la velocità realizzate il file velocità1.txt. 13. Dopo aver verificato di aver effettuato una corretta acquisizione del materiale chiudete il programma. A questo punto realizzate i files che utilizzerete per l'analisi dell'esperimento mediante Wolfram Mathematica 7.0 facendo attenzione che tale programma richiede un testo contenente esclusivamente numeri separati da punti senza alcuna intestazione. 1. Aprite il file appena creato posizione1.txt cancellate ogni intestazione facendo attenzione a non lasciar alcun spazio prima della colonna dati; selezionate Modifica ==> Sostituisci... ==> Trova: ; ==>Sostituisci con: . ==> Sostituisci tutto. 2. Prima di chiudere il file così ottenuto salvatelo selezionando File ==> Salva con Nome... ==> Nome file: posizione1MAT.txt. 3. Effettuate la stessa cosa con il file velocità1.txt realizzando il file velocità1MAT.txt. Salvare il materiale all'interno della cartella Rotaia 5C in una sottocartella da nominare Esperimento1. 14 A questo punto ripetere l'esperimento aggiungendo al carrello il freno magnetico (MAGNETIC DAMPING) con tre calamite. Per prima cosa , dopo aver misurato il suo peso, ponetelo a una distanza dalla rotaia di circa 5mm e osservate cosa succede. Figura 16 A questo punto disponete il freno a una distanza dalla rotaia di circa 1mm e realizzate all'interno della vostra cartella come avete fatto precedentemente i diversi files che racchiuderete tutti nella sottocartella che nominerete Esperimento2. 15 Analisi dei dati Per analizzare i vostri dati sperimentali usate dei programmi realizzati con Wolfram Mathematica 7.0 racchiusi all'interno della cartella Applet. La prima cosa da fare sarà specificare nel programma che utilizzerete il file dei dati che volete analizzare, file da voi precedentemente creato in formato .txt contenente esclusivamente numeri separati da punti e senza alcuna intestazione. Aprite il programma MotoOscillatorio e cercate di sovrapporre il più possibile la curva rossa teorica, che potete modificare cambiando i valori dei diversi parametri, con la curva blu dei vostri dati sperimentali relativi alla posizione. 1. Aprite Wolfram Mathematica 7.0 e selezionate File ==> Open... ==> Desktop ==> Applet ==> MotoOscillatorio ==> Apri ==> Enable Dynamic. Figura 17 Vi comparirà la precedente scherma in cui a posto di (*PERCORSO* ) e (*NOME*) specificate le proprietà del vostro file dei dati. 1. Cliccate con il tasto destro del mouse sul file che volete analizzare e selezionate Proprietà, vi comparirà la seguente schermata: Figura 18 copiate, come indicato, il testo contenuto in Percorso: ... e nascondete l'immagine. 16 2. Nel programma a posto di (*PERCORSO* ) incollate il titolo precedentemente copiato e allo stesso modo fate per il nome del file. Avviate il programma premendo sulla tastiera del vostro PC contemporaneamente Schift e Invio dopo aver posizionato il cursore alla fine del testo del programma. Dopo aver ottenuto una buona sovrapposizione delle due curve annotate i valori dei diversi parametri. Ora aprite come precedentemente nel punto 1 il programma Energy contenuto nella cartella Applet, con il quale analizzerete contemporaneamente i dati della posizione e della velocità. Come effettuato nei punti 1,2 e 3 specificate il file dei dati della posizione e della velocità che dovrà analizzare e avviatelo. 1. Dopo aver specificato nel programma i files da analizzare (punti 1,2 e 3 precedenti) avviatelo. 2. Verificate osservando i grafici che x(t) e v(t) sono sfasati di 90° (quando la posizione è massima la velocità è minima e viceversa). 3. Analizzate il grafico dell'energia meccanica: EM(t) = ½ m v2(t) + ½ k x2(t), verificando che diminuisce esponenzialmente nel tempo. 4. Salvate i valori ottenuti dal fit. 5. Salvate il programma nominandolo Energia1. Effettuate le stesse analisi con i dati sperimentali del secondo esperimento utilizzando i programmi MotoOscillatorio (le proprietà del file potete impostarle anche dopo aver avviato il programma!), Energy, salvando i valori dei parametri e il programma riguardante l'energia nominandolo Energia2. Approfondimento: come verifica scaricate un applet che simula il moto di una massa attaccata ad una molla dal seguente sito: http://www.ba.infn.it/~palano/chimica/book/it/Chap_2/sec_19/armonic.html. 17 MODULO PER LA RACCOLTA DATI Oscillatore meccanico Figura 19 Carrello legato a due molle Kmolla1 = Kmolla2 = 3,4 N/m costante elastica teorica di ogni singola molla seconda legge di Newton ma = - kmolla1 x - kmolla2x - βv = - kx – βv k = kmolla1 + kmolla2 ma + βv + kx = 0 d2x/dt2 + β/m dx/dt + ω0 2 x = 0 equazione differenziale lineare del II ordine a coefficienti costanti con ω0 2 = K/m Sostituendo la soluzione di prova x(t) = A exp(λt) con le sue rispettive derivate nell’equazione differenziale si ottiene l' equazione caratteristica associata: λ2 + β/m λ + ω0 2 = 0 che ha come soluzione λ1,2= -β/2m ± [(β/2m)2 - ω0 2]1/2 . Nel caso in cui si abbia una “piccola” forza di attrito: • β < 2(mk)1/2 → 2 soluzioni complesse → moto sottosmorzato la legge oraria è x(t) =A0 + A1 exp(- β/2m t) cos(ω t + Ф ) dove ω = [ω0 2 - (β/2m)2 ]1/2 è la pulsazione del moto. 18 ESPERIMENTO La massa delle molle può essere trascurata in quanto mcarrello = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . ) g mmolla1 = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . ) g mmolla2 = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . ) g mmolla1 + mmolla2 = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . )g mmolla1 + mmolla2 << mcarrello K= Kmolla1 + Kmolla2 ≈ . . . . . . . . N/m costante elastica del sistema ω < ωo pulsazione propria ωo = [(Kmolla1 + Kmolla2)/ mcarrello]1/2 ≈ . . . . . . . . rad/s A0= ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . ) cm posizione d'equilibrio del carrello A1= ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . ) cm ampiezza d'oscillazione iniziale mfreno = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . )g 19 ANALISI dei DATI SPERIMENTALI Valori dei diversi parametri ottenuti nell'analisi del PRIMO ESPERIMENTO mediante l'uso dei corrispondenti programmi. m = mcarrello ≈ . . . . . . . . g MotoOscillatorio : 0<t< . . . . . . . . s scala temporale A0 ≈ . . . . . . . . cm posizione d'equilibrio del carrello A1 ≈ . . . . . . . . cm ampiezza d'oscillazione f ≈ . . . . . . . . . Hz frequenza ==> ω = 2πf ≈ . . . . . . . . rad/s < ω0 Ф ≈ . . . . . . . . gradi sfasamento C1= β /2m ≈ . . . . . . . . 1/s coefficiente di smorzamento ==> β ≈ . . . . . . . . kg/s < 2(mk)1/2 ≈ . . . . . . . . kg/s Energy: A0 ≈ . . . . . . . . cm posizione d'equilibrio del carrello A1 ≈ . . . . . . . . cm ampiezza d'oscillazione β/2m ≈ . . . . . . . 1/s coefficiente di smorzamento Ф ≈ . . . . . . . . gradi sfasamento f ≈ . . . . . . . . . Hz frequenza 20 Valori dei diversi parametri ottenuti nell'analisi del SECONDO ESPERIMENTO mediante l'uso dei corrispondenti programmi. m = mcarrello + mfreno ≈ . . . . . . . . g MotoOscillatorio : 0<t< . . . . . . . . s scala temporale A0 ≈ . . . . . . . . cm posizione d'equilibrio del carrello A1 ≈ . . . . . . . . cm ampiezza d'oscillazione f ≈ . . . . . . . . . Hz frequenza ==> ω = 2πf ≈ . . . . . . . . rad/s < ω0 Ф ≈ . . . . . . . . gradi fase C1= β /2m ≈ . . . . . . . . 1/s coefficiente di smorzamento ==> β ≈ . . . . . . . . kg/s < 2(mk)1/2 ≈ . . . . . . . . kg/s Energy: A0 ≈ . . . . . . . . cm posizione d'equilibrio del carrello A1 ≈ . . . . . . . . cm ampiezza d'oscillazione β/2m ≈ . . . . . . . . 1/s coefficiente di smorzamento Ф ≈ . . . . . . . . gradi fase f ≈ . . . . . . . . . Hz frequenza 21 ESPERIMENTO SULLE OSCILLAZIONI ELETTROMAGNETICHE Obiettivo : dato un circuito RLC alimentato in corrente continua, verificare lo smorzamento sottocritico, critico e sovracritico variando la resistenza mediante l’utilizzo di un potenziometro. Strumenti e Materiali Generatore di funzione (Function generator GFG-8210 ) Oscilloscopio (Digital storage oscilloscope 60 MHz-1GS a/s ) Cavi cavi BNC (50Ω), cavo USB Circuito RLC (Pasco) L = 8,2 mH C = 10 nF Figura 20 22 Potenziometro (0-10 KΩ ) Tester Figura 21 Software Programma DSO3000 per l’acquisizione dei dati sperimentali dall’interfaccia Wolfram Mathematica 7.0 per l’analisi dei dati sperimentali Origin 8 per l'analisi dei dati sperimentali Figura 22 23 ESPERIMENTO Descrizione dell'esperimento 1. Posizionate sul banco da lavoro il generatore di funzione, l'oscilloscopio, i cavi di alimentazione, i cavi BNC, il circuito RLC, il potenziometro e il tester; 2. Collegate il generatore di funzione (OUTPUT TTL/CMOS), attraverso un cavo BNC-BNC, all’oscilloscopio (EXIT TRIG) impostando così un trigger esterno all’oscilloscopio che lo sincronizza con il generatore di funzione in modo da visualizzare un segnale stabile. Sul generatore di funzione impostate una frequenza di 600 Hz e un segnale di tipo onda quadra, inserite un collettore a T sul generatore (OUTPUT 50 Ω) e collegate, attraverso un cavo BNC-BNC, una delle due uscite al CH1 dell’oscilloscopio per controllare il segnale d'uscita. A questo punto utilizzando un cavo BNC con MORSETTI collegate l'altra uscita del collettore a T al circuito connettendo il morsetto nero al condensatore e quello rosso al potenziometro utilizzando un cavo elettrico. Collegate con un altro cavo elettrico il potenziometro all'induttore. Prelevate il segnale d'uscita sul condensatore collegando al CH2 dell’oscilloscopio un ultimo cavo BNC con MORSETTI, facendo attenzione a connettere il morsetto nero insieme a quello del generatore (vedi figura seguente). Figura 23 Figura 24 3. Mediante il potenziometro variate il valore della resistenza analizzando cosa succede all'aumentare di tale grandezza. 24 Acquisizione e salvataggio dei dati 1. Create sul Desktop una nuova cartella rinominandola col nome CircuitoRLC seguito dalla vostra classe (es. CircuitoRLC 5C, oppure CircuitoRLC 5L-1). 2. Scollegate il potenziometro dal circuito e impostate una resistenza R1 = 240 Ohm, misurandola con il tester. 3. Ricollegate il potenziometro al circuito, visualizzate sull'oscilloscopio uno smorzamento sottocritico e centrate il segnale sul monitor (vedi figura 25). 4. Interfacciate l’oscilloscopio col PC attraverso il cavo USB e aprite il programma DSO3000 facendo doppio click sulla rispettiva icona presente sul desktop. Figura 25 5. Selezionate Tools ==> Connect to oscilloscope ==> Refresh al fine di acquisire il grafico dall’oscilloscopio. 6. Selezionate su DSO Controller Show Virtual Panel per controllare l’oscilloscopio direttamente dal programma e realizzate un corretto settaggio della scala dei tempi, cliccando su Horizzontal ==> Offset < >. 7. Cliccate su Esport per salvare il grafico all'interno della vostra cartella e nominatelo R1. 8. Esportate il file dei dati selezionando Data 0 ==> Refresh e salvatelo anch'esso all'interno della vostra cartella cliccando Export, nominandolo R1= … Ohm e selezionando il formato EXCEL . 9. Verificate di aver effettuato una corretta acquisizione del materiale. 10. Chiudete il programma. 25 Per analizzare i vostri dati sperimentali usate dei programmi realizzati con Wolfram Mathematica 7.0 facendo attenzione che tale programma richiede un testo contenente esclusivamente numeri separati da punti senza alcuna intestazione. 1. Aprite il file appena creato R1= … Ohm, selezionate per i vostri dati sperimentali un adeguato formato numerico; copiate la colonna dei tempi, aprite Origin 8 e incollatela nella colonna X. Fate la stessa cosa con i dati del voltaggio nella colonna Y. 2. Per effettuare una verifica della giusta importazione dei dati graficarli semplicemente selezionate entrambe le colonne con il tasto sinistro del mouse, cliccare su Plot ==> Line==> Line (cliccando 2 volte il tasto sinistro del mouse sul disegno vi usciranno delle proprietà grafiche che potrete modificare a vostro piacimento). 3. Cancellare tutti i dati precedenti al massimo valore della tensione, selezionate la colonna dei tempi, cliccate il tasto destro del mouse ==> Set Coulomn Values... ==> Col(A) - ..primo valore temporale.. ==> OK; in modo che avrete il valori di tensione massima a partire da t =0. 4. Annotate i valori della tensione massima e minima facendo anche attenzione alla scala temporale. 5. Salvate a questo punto il lavoro cliccando File ==> Save Project As... ==>Save in: ... ==>Nome file: R1. 6. Dopo aver selezionate il Book, in alto a sinistra cliccate su File ==> Export ==> ASCII ==> Salva in : Desktop ==> selezionate la vostra cartella ==> Nome del file: R1.txt. ==>OK. 7. Chiudete Origin. 8. Aprite il file R1.txt e cancellate ogni intestazione facendo attenzione a non lasciar alcun spazio prima della colonna dati; a questo punto selezionate Modifica ==> Sostituisci... ==> Trova: ; ==>Sostituisci con: . ==> Sostituisci tutto. 9. Prima di chiudere il file così ottenuto salvatelo selezionando File => Salva con nome => Nome file: R1MAT.txt. In questo modo avrete preparato il file di dati che potrete analizzare con Wolfram Mathematica 7.0. Salvare il materiale all'interno della vostra cartella CircuitoRLC 5C in una sottocartella da nominare Oscillazione1. Ripetere l'esperimento impostando come valore della resistenza R2 ≈ 1750 Ohm che corrisponde alla condizione di smorzamento critico. Come in precedenza salvate il materiale all'interno della vostra cartella CircuitoRLC 5C in una sottocartella da nominare Oscillazione2 Ripetere l'esperimento impostando come valore della resistenza R3 ≈ 4000 Ohm che corrisponde alla condizione di sovrasmorzamento. Come in precedenza salvate il materiale all'interno della vostra cartella CircuitoRLC 5C in una sottocartella da nominare Oscillazione3 26 Analisi dei dati Aprite il programma MotoOscillatorio per graficare la curva del potenziale misurato ai capi del condensatore. Dopo aver specificato il file dei dati che volete analizzare cercate di sovrapporre il più possibile la curva teorica rossa, che potete modificare variando i valori dei diversi parametri, con la curva blu dei dati sperimentali. Infine, dopo aver ottenuto una buona sovrapposizione delle due curve, annotate i valori dei diversi parametri. Aprite il programma EnergyR1, specificate le proprietà del vostro file e lanciatelo. Salvate i valori dei diversi parametri ottenuti dal fit e analizzate bene ciò che accade alle diverse energie. Utilizzando il programma MotoOscillatorio effettuate la stessa analisi, con i dati sperimentali del secondo e terzo esperimento salvando i diversi valori dei parametri. Approfondimento: come verifica consultate la seguente applet, scaricata dal sito http://www.walter-fendt.de/ph14i/osccirc_i.htm che simula il circuito oscillante RLC (serie) Figura 26 All'apertura del sito vi comparirà la pagina precedente; impostate un valore per la capacità e uno per l'induttanza e dopo aver calcolato la corrispondente resistenza “critica”: RCRITICA = 2(L/C)1/2 ≈ . . . . . . . . Ω, impostate un valore minore per la resistenza e cliccando Avanti otterrete la simulazione desiderata. Per fare considerazioni energetiche impostate Energia. Premendo il tasto Reset variate il valore della resistenza prendendo così in esame le oscillazioni che si hanno nel circuito nei tre diversi casi. 27 MODULO PER LA RACCOLTA DATI Oscillatore elettromagnetico Figura 27 Circuito RLC in serie L = 8,2 mH induttanza C = 10nF capacità seconda legge di Kirchhoff ∆VL + ∆VR + ∆VC = 0 L di/dt + Ri + q/C = 0 d2q/dt2 + R/L dq/dt + ω0 2 q = 0 equazione differenziale lineare del II ordine a coefficienti costanti con ω0 2 = 1/LC Sostituendo la soluzione di prova q(t) = A exp(λt) con le sue rispettive derivate nell’equazione differenziale si ottiene l' equazione caratteristica associata λ2 + R/L λ + ω0 2 = 0 che ha come soluzione λ1,2= -R/2L ± [(R/2L)2 - ω0 2 ]1/2 • • • R < 2(L/C)1/2 → 2 soluzioni complesse → moto sottosmorzato R = 2(L/C)1/2 → 2 soluzioni reali coincidenti → smorzamento critico R > 2(L/C)1/2 → 2 soluzioni reali distinte → moto sovrasmorzato 28 Sottosmorzamento R1 = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . )Ω Figura 28 Oscillazioni elettromagnetiche sottosmorzate q(t) = a1 exp(- R1/2L t) cos(ω t + Ф ) con ω = [ω0 2 - γ 2 ]1/2 pulsazione del moto ω0 = (1/LC)1/2 ≈ . . . . . . . . rad/s γ = R1/2L ≈ . . . . . . . . 1/s (fattore di sottosmorzamento) ω = [ω0 2 - γ 2 ]1/2 ≈ . . . . . . . . rad/s < ω0 pulsazione sottosmorzamento < pulsazione propria del sistema Sullo schermo dell'oscilloscopio misurate il valore massimo e minimo della tensione misurata ai capi del condensatore: Vmax = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . )Volt = q(0) /C = a1 /C = A1 Vmin = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . )Volt 29 con Ф = 0 Smorzamento Critico R2TEORICA = 2(L/C)1/2 ≈ . . . . . . . . Ω R2 = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . ) Ω Figura 29 Oscillazioni elettromagnetiche smorzate in modo critico q(t) = (a1 + a2 t ) exp(- R2/2L t ) γ = R2/2L ≈ . . . . . . . . 1/s (fattore critico) Sullo schermo dell'oscilloscopio misurate il massimo valore della tensione misurata ai capi del condensatore: Vmax = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . )Volt = q(0) /C = a1/C = A1 30 Sovrasmorzamento R3 = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . ) Ω Figura 30 Oscillazioni elettromagnetiche sovrasmorzate q(t) = a1 exp(-λ1 t) + a2 exp(-λ2 t) con λ1,2 = –R3/2L ± [(R3/2L)2 – ω0 2 ]1/2 fattori di sovrasmorzamento γ = R3/2L ≈ . . . . . . . . 1/s λ1,2 = – γ ± [ γ 2 - ω0 2 ]1/2 ≈ . . . . . . . . 1/s (fattori di sovrasmorzamento) Sullo schermo dell'oscilloscopio misurate il massimo valore della tensione prelevata ai capi del condensatore: Vmax = ( . . . . . . . . ± . . . . . . . . )Volt = q(0) /C = (a1 + a2)/C = A1 + A2 31 ANALISI dei DATI SPERIMENTALI Valori dei diversi parametri ottenuti nell'analisi del PRIMO ESPERIMENTO mediante l'uso dei corrispondenti programmi. R1 ≈ . . . . . . . . Ω < 2(L/C)1/2 OriginGraph : 0<t< . . . . . . . . s scala temporale Vmax ≈ . . . . . . . . Volt Vmin ≈ . . . . . . . . Volt MotoOscillatorio : Moto sottosmorzato 0<t< . . . . . . . . s scala temporale A0 ≈ . . . . . . . . Volt A1 ≈ . . . . . . . . Volt ampiezza d'oscillazione f ≈ . . . . . . . . . Hz frequenza d'oscillazione ==> ω = 2πf ≈ . . . . . . . . rad/s Ф ≈ 0 gradi fase C1 ≈ . . . . . . . kg/s fattore di sottosmorzamento C1TEORICO = γ = R1/2L ≈ . . . . . . . 1/s EnergyR1: a0 ≈ . . . . . . . . Volt a1 ≈ . . . . . . . . Volt ampiezza d'oscillazione R/2L ≈ . . . . . . kg/s coefficiente di smorzamento Ф ≈ . . . . . . . . gradi fase f ≈ . . . . . . . . . Hz frequenza Valori dei diversi parametri ottenuti nell'analisi del SECONDO ESPERIMENTO mediante l'uso dei corrispondenti programmi. R2TEORICA = 2(L/C)1/2 ≈ . . . . . . . . Ω R2 ≈ . . . . . . . . Ω 32 OriginGraph : 0<t< . . . . . . . . s scala temporale Vmax ≈ . . . . . . . . Volt MotoOscillatorio : Moto smorzato critico 0<t< . . . . . . . . s scala temporale A1 ≈ . . . . . . . . Volt ampiezza d'oscillazione A2 ≈ . . . . . . . . Volt ampiezza d'oscillazione C1 ≈ . . . . . . . 1/s fattore critico C1TEORICO = γ = R2/2L ≈ . . . . . . . 1/s Valori dei diversi parametri ottenuti nell'analisi del TERZO ESPERIMENTO mediante l'uso dei corrispondenti programmi. R3 ≈ . . . . . . . . Ω > 2(L/C)1/2 OriginGraph : 0<t< . . . . . . . . s scala temporale Vmax ≈ . . . . . . . . Volt MotoOscillatorio : Moto sovrasmorzato 0<t< . . . . . . . . s scala temporale A1 ≈ . . . . . . . . Volt ampiezza d'oscillazione A2 ≈ . . . . . . . . Volt ampiezza d'oscillazione C1 ≈ . . . . . . . kg/s fattori di sovrasmorzamento C2 ≈ . . . . . . . kg/s C1TEORICO = λ1 = – γ + [ γ 2 - ω0 2 ]1/2 ≈ . . . . . . . kg/s C2TEORICO = λ2 = – γ – [ γ 2 - ω0 2 ]1/2 ≈ . . . . . . . kg/s 33