Le edizioni del Mulino il Mulino Primavera/Estate 2007 Novità Sommario Le novità e le riproposte del Mulino in libreria da gennaio a giugno 2007 3 Storica paperbacks Visitate il sito del Mulino 4 Biblioteca storica www.mulino.it 6 Intersezioni 9 Farsi un’idea 12 Storia 15 Filosofia 17 Linguistica e critica letteraria 18 Politica 21 Sociologia 23 Psicologia 25 Economia 28 Diritto 30 Collaborazioni editoriali Le edizioni del mulino Il catalogo aggiornato dei volumi - acquistabili anche on line in modo veloce, semplice e sicuro le novità in libreria, il primo piano con gli avvenimenti editoriali più rilevanti e i percorsi tematici per approfondire la realtà che cambia: queste sono solo alcune delle molte sezioni disponibili sul sito del Mulino. Tra i servizi, Aulaweb è lo spazio dedicato allo studio universitario, dove vengono proposti a studenti e docenti materiali integrativi dei manuali, Rivisteweb è l’archivio elettronico delle riviste, dove sono disponibili gli articoli dal 1997 a oggi delle testate pubblicate. Infine, per essere informati regolarmente sulle pubblicazioni del Mulino è sufficiente iscriversi alle mailing list per materia, all’indirizzo www.mulino.it/edizioni/mailing_list/mail_v.php: 37 Elenco generale delle novità e delle riedizioni si riceverà ogni mese una e-mail che presenta tutte le novità in uscita. Storica paperbacks Dieci titoli per una collana fortunata che ripropone a prezzi contenuti i maggiori successi di storia del catalogo Mulino Fra maggio e giugno sono andati in libreria ben dieci volumi di «Storica paperbacks», la collana nata due anni fa per riproporre a prezzi contenuti i titoli di storia di maggiore successo del catalogo Mulino. Il favore che ha riscosso anche questa collana, dopo quello già ottenuto dal rilancio della «Biblioteca storica» rilegata, conferma che il largo pubblico dei lettori appassionati sa di poter trovare al Mulino un nutrito scaffale di grandi letture di storia. Marcel Pacaut Monaci e religiosi nel Medioevo pp. 352, € 12 Ariel Toaff Il vino e la carne Una comunità ebraica nel Medioevo pp. 320, € 12 Norman Daniel Gli Arabi e l’Europa nel Medio Evo pp. 488, € 14 Carlo M. Cipolla Contro un nemico invisibile Epidemie e strutture sanitarie nell’Italia del Rinascimento pp. 352, € 14 Lynn Hunt La Rivoluzione francese Politica, cultura, classi sociali pp. 256, € 12 Marcello Flores Il genocidio degli armeni pp. 320 con ill., € 12 Mario Isnenghi Il mito della Grande Guerra pp. 456, € 14 Angelo Gatti Caporetto Diario di guerra (maggio-dicembre 1917) pp. 456, € 14 Giorgio Perlasca L’impostore Le memorie dello Schindler italiano pp. 224, € 12 Eric J. Leed La mente del viaggiatore Dall’Odissea al turismo globale pp. 392, € 14 3 Biblioteca storica Disastroso Novecento: un viaggio in cinque tappe. Con un intermezzo musicale in compagnia di Rossini per riprendere fiato Detratta la bella biografia rossiniana di Vittorio Emiliani, nel suo insieme il set di novità proposto in questo semestre nella «Biblioteca storica» potrebbe essere considerato un’articolata ricognizione sui disastri del secolo che abbiamo alle spalle. Nel caso, al nuovo libro di Enzo Traverso, A ferro e fuoco. La guerra civile europea 1914-1945 (pp. 296 con ill., € 23), spetta il ruolo di introduzione generale a un’epoca di conflitti, di distruzioni e rivoluzioni che ha messo l’Europa a ferro e fuoco. La nozione di «guerra civile europea» pare appropriata a descrivere quella terribile combinazione di guerra totale, di guerre civili locali e di genocidi, che ha visto anche lo scontro fra opposte visioni del mondo. Traverso descrive i tratti principali della catastrofe europea fra le due guerre, in cui si ritrovano un misto di violenza arcaica, fredda violenza amministrativa e tecnologia moderna per annientare il nemico, la brutalizzazione delle popolazioni forzate all’esodo o all’esilio, lo scatenamento emotivo dei conflitti fra civili all’interno delle società (Urss, 1917-23; Spagna, 1936-39; Resistenza, 1939-45), l’impero della paura e della morte nella mente degli uomini. Ma in contrasto con una recente linea interpretativa che tende a parificare in un’unica notte totalitaria le ideologie politiche, di qualunque colore, che hanno caratterizzato l’epoca, Traverso in quella stagione di guerre civili ne indica alcune che è valso la pena combattere, riconoscendo che l’Europa democratica di oggi deve qualcosa a chi ha lottato per costruirla. Nel repertorio degli orrori, il primo posto va indubbiamente allo sterminio nazista degli ebrei, di cui Antonella Salomoni, con L’Unione Sovietica e la Shoah. Genocidio, resistenza, rimozione (pp. 368, € 24), racconta una parte conosciuta poco e male. Malgrado le sue dimensioni, la Shoah in Unione Sovietica è rimasta infatti per lungo tempo l’aspetto meno discusso dell’annientamento della popolazione ebraica europea. All’origine di questo relativo silenzio stava non solo la difficoltà di accedere alla documentazione in mano sovietica ma anche il rifiuto dell’ideologia comunista di studiare la Shoah come even- 4 to distinto dalla guerra. Oggi infine una grande quantità di materiali inediti permette di ricostruire dettagliatamente la «soluzione finale» in quel territorio, nonché di penetrare la complessità e le contraddizioni della politica comunista di fronte alla Shoah. Il volume mette in luce i principali elementi dell’olocausto in Urss: l’immediata esecuzione degli «ordini» d’identificazione e di soppressione della popolazione su base razziale; la natura pubblica ed esemplare del genocidio e la sua funzione; il successo della propaganda antisemita, associata a quella antibolscevica, condotta dai nazisti; il ruolo del collaborazionismo delle popolazioni locali e il loro coinvolgimento negli eccidi susseguitisi durante il conflitto. Una recente storiografia ritiene che l’escalation delle stragi tedesche in Italia sia in qualche misura connessa all’imbarbarimento della guerra al fronte orientale. In questo senso, il libro della Salomoni trova una connessione con quello che lo storico tedesco Joachim Staron ha dedicato a Fosse Ardeatine e Marzabotto. Storia e memoria di due stragi tedesche (pp. 568, € 28). Alle Fosse Ardeatine di Roma, nel marzo 1944, trecento e più prigionieri vennero fucilati per rappresaglia dopo l’attentato gappista di via Rasella; a settembre dello stesso anno nel territorio di Marzabotto, sull’Appennino bolognese, i tedeschi sterminarono oltre settecento civili nel corso di un vasto e spietato rastrellamento. Queste due stragi sono assurte a simbolo della violenza e della crudeltà nazista, «luoghi della memoria» dell’Italia repubblicana. Su questi fatti, tanto in Italia quanto in Germania, si è gradualmente costruita l’immagine della guerra tedesca in Italia, si sono giocate partite politiche e storiografiche, si sono celebrati o non celebrati processi, si sono intrecciate polemiche. È quanto ricostruisce Staron, che con grande capacità di sintesi ripercorre e inquadra non solo i fatti in sé, ma anche le loro lunghe conseguenze: i processi che hanno avuto luogo in Italia nel dopoguerra e, decennio dopo decennio, lo svolgersi del dibattito pubblico nei due paesi. Uno degli effetti importanti indotti nella sto- BIBLIOTECA STORICA riografia dall’attuale, imperante sensibilità umanitaria è stato l’aver reintrodotto nel novero delle grandi stragi novecentesche i bombardamenti a danno delle popolazioni civili. Se molto si è scritto di recente sui bombardamenti subiti dalla Germania (e il Mulino nel 2005 ha riscoperto una notevolissima testimonianza diretta sulla distruzione di Amburgo: La fine, di Hans Erich Nossack), sull’Italia si è fatto ancora poco e Bombardare Roma. Gli Alleati e la «città aperta» (1940-1944) (pp. 376 con ill., € 25) di Umberto Gentiloni Silveri e Maddalena Carli riveste un carattere quasi pionieristico. Roma subì il primo bombardamento alleato il 19 luglio 1943. Nel corso dei mesi successivi, fino alla liberazione del 4 giugno 1944, ce ne sarebbero stati altri cinquanta. Per l’Urbe, indifesa e illusoriamente convinta del proprio carattere quasi sacro, fu uno choc inatteso. Il bombardamento di Roma e l’acceso confronto sull’opportunità di dichiarare la capitale «città aperta» costituiscono un punto nodale nella Campagna d’Italia, tanto nelle strategie alleate quanto nel vissuto degli italiani. A questo nodo, a come giorno dopo giorno si arrivò al bombardamento e alla liberazione di Roma è dedicato il libro che, attraverso un’eccezionale raccolta documentaria e un ricchissimo apparato di immagini, ricostruisce gli avvenimenti e il dibattito successivo interpretandoli nel più ampio contesto della seconda guerra mondiale. L’ultimo titolo novecentesco è Togliatti e Stalin. Il PCI e la politica estera staliniana negli archivi di Mosca (pp. 416, € 25) che gli autori, Elena Aga-Rossi e Victor Zaslavsky, ripropongono a dieci anni dalla prima pubblicazione in una nuova edizione profondamente rivista e ampliata sulla base di nuova documentazione. Il libro affronta uno dei temi più spinosi e discussi nella storia dell’Italia repubblicana: il rapporto fra il Pci e l’Urss durante la guerra e il primo dopoguerra, e lo fa sulla base di un’importante documentazione di parte sovietica; da questa, e soprattutto dai resoconti degli incontri di Togliatti e degli altri dirigenti del Pci con l’ambasciatore sovietico a Roma, emerge un quadro stupefacente dell’allineamento del partito italiano agli obiettivi della politica estera sovietica. Una pausa in mezzo ai disastri del Novecento, alla lettera un intermezzo musicale ce lo regala Vittorio Emiliani con Il furore e il silenzio. Vite di Gioachino Rossini (pp. 528 con ill., € 29). Quello che ci restituiscono le sue pagine è un Rossini marcatamente diverso dai ritratti tradizionali. Enfant prodige, cantante, strumentista, compositore, e però studioso di Mozart e Haydn. «Impronta tedesca» che gli verrà rimproverata anche da adulto. Gioviale quanto esigente, capace di scatti sanguigni. Calato da bambino, col padre musico e la madre soprano, nel mondo avventuroso delle imprese teatrali. Diffusore di Haydn e Beethoven, compositore fertilissimo di melodrammi giocosi e tragici, celebre a 21 anni, fra neoclassicismo e romanticismo. Coi primi, precoci segni di fragilità nervosa nell’alternarsi di «prime» burrascose, o fredde, e di trionfi. Acclamato e avversato, protagonista della «Rossini fever» come della «guerre rossinienne», fra Vienna, Londra e Parigi, dove rifonda il teatro lirico prima di tacere, amaramente. Nostalgico di Bologna e dei suoi affetti e poi in rotta furente con la città a causa delle passioni politiche. Che lo inseguono tutta la vita fra rivoluzioni e restaurazioni, lui, amico di Metternich e insieme cantore della libertà. Genio europeo dalle molte facce, alcune segrete, qui svelate. L’identità italiana I Santi patroni (pp. 192, € 13,50) di Marino Niola è il nuovo titolo della collana diretta da Ernesto Galli della Loggia «L’identità italiana». Identificare come petroniani i bolognesi o come ambrosiani i milanesi ci dà la misura del legame fondativo che la cittadinanza stringe con il santo che ne è il simbolo. Santa Maria, san Giovanni, san Giuseppe, san Michele, san Francesco, sant’Antonio, san Rocco, santa Rita, san Nicola sono non a caso fra i toponimi più diffusi, ma anche tra i nomi di battesimo maggiormente ricorrenti: i veri poli della geografia, della storia e del costume italiani. Nei lunghi secoli che hanno preceduto l’Unità, la Chiesa è stata il solo potere non straniero che ha rappresentato, soprattutto fra i ceti popolari, il tratto identitario effettivamente comune, l’unico mondo universalizzante in una realtà di particolarismi esasperati. Il culto per la Madonna (il cui patronato è di gran lunga il più diffuso), per i protomartiri cristiani, per i primi santi vescovi ha finito con il conferire loro il ruolo di taumaturgici «defensor civitatis», facendone al tempo stesso i depositari di consuetudini e memoria. 5 Intersezioni Dai ricordi controvoglia di Giampaolo Dossena alle canzonette di Berselli, dall’etica ai baci, dalle donne intellettuali e artiste al Medioevo padano di Fumagalli In «Intersezioni», collana di punta nella proposta del Mulino destinata al pubblico più largo dei lettori non specialisti, trova posto uno scaffale oramai nutrito di piccoli testi autobiografici: ricordiamo, fra gli ultimi titoli, le memorie di Giuseppe Bonazzi Lampadine socialiste e trappole del capitale, la bella testimonianza partigiana di Cristoforo Moscioni Negri Linea gotica, o le Parole di giorni lontani di Tullio De Mauro. A questo scaffale si aggiunge oggi il sorprendente libretto Giampaolo Dossena Mangiare banane (pp. 128, € 10). Un libro sul filo della memoria, certo: ma si può ricordare controvoglia? I suoi frammenti di memoria vivono in un impasto impossibile di nostalgia e insofferenza, umor nero e cattivo umore. Dai cassetti, dai libri riaperti a caso, da un incontro per strada riemerge una filastrocca, una parola, un oggetto, una marca: vi ricordate la Bioplastina? E l’alkermes? E dietro si snoda il ricordo, dalla Filotea rilegata con la pelle di una vecchia borsetta della mamma, alla nonna morta per una scorpacciata di polenta, dai proclami radiofonici del duce alla pesca di beneficenza della scuola, alle banane che era patriottico mangiare ai tempi dell’Impero. Collezionista pentito, Dossena incolla sulla pagina, malgré lui, le figurine della sua personale collezione, della sua vita, regalandoci un libro bello e malinconico sul peso e il piacere della memoria. Ancora di memoria ci parla poi un importante saggio del filosofo israeliano Avishai Margalit, L’etica della memoria (pp. 184, € 13). Recuperare il passato, rivivere eventi ed emozioni: nella costruzione morale degli individui così come delle collettività può essere questo uno dei compiti più dolorosi. Ma ci sono cose che abbiamo il dovere di ricordare? Può davvero la memoria condivisa valere a fondare o a rafforzare il sentimento identitario di una comunità? Esiste insomma un’etica della memoria? L’autore si misura con tali interrogativi in pagine dense di riflessioni colte, ma anche di spunti di cronaca recente, di testimonianze e di ricordi personali, per giungere infine ad affermare che un’etica della memoria è un’etica tanto del ricordo quan- 6 to dell’oblio e del perdono, e che dunque la questione cruciale, se ci siano cioè cose che dobbiamo ricordare, ne comporta una parallela, se ci siano cose che dobbiamo invece dimenticare. Anche La natura del bene (pp. 184, € 12) è una riflessione filosofica, e presenta al lettore italiano Philippa Foot, la pensatrice inglese ora quasi novantenne, che è indubbiamente da considerare una delle figure di maggior rilievo nel panorama della filosofia morale contemporanea, in particolare per la cosiddetta etica delle virtù. «Le virtù hanno un ruolo necessario nella vita dell’uomo così come il pungiglione nella vita delle api»: ma come facciamo a giudicare se qualcosa è «buono» per gli esseri umani? Per gli organismi viventi in generale, è buono ciò che serve per nutrirsi, vivere e prosperare, vale a dire ciò che serve a realizzare le potenzialità della specie. Ma nel caso particolare dell’uomo, questo criterio di giudizio appare inadeguato, perché non si può concepire l’essere umano in senso soltanto biologico. Esistono attività di pensiero e sfere di vita – la capacità di usare l’immaginazione, di cantare o danzare ad esempio – senza le quali gli esseri umani potrebbero sopravvivere e riprodursi, ma non potrebbero raggiungere un pieno sviluppo. Ricollegandosi a una tradizione di pensiero che attraverso Tommaso d’Aquino risale sino ad Aristotele, Philippa Foot si interroga su che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, sulla virtù e sul vizio, sulle basi stesse del giudizio morale. Dalla filosofia alla letteratura, ma attraverso la sensibilità del giurista. François Ost in Mosè, Eschilo, Sofocle. All’origine dell’immaginario giuridico (pp. 248, € 15) rilegge alcuni grandi archetipi della letteratura interrogandoli sull’origine e sul destino del diritto. La consegna delle tavole della legge (Mosè), l’invenzione della giustizia (l’Orestea di Eschilo), la ribellione della coscienza (l’Antigone di Sofocle) sono le principali tappe di un percorso narrativo che si spinge alle fonti di un immaginario giuridico ancora tutto da esplorare. Si avvalgono della letteratura anche James G. March e Thierry Weil nel loro saggio su INTERSEZIONI L’arte della leadership (pp. 128, € 10). Il tema della leadership è inseparabile da quello più generale dell’esistenza umana: tutti siamo infatti chiamati ad affrontare, in forme e contesti diversi, gli stessi problemi che impegnano chi ha la responsabilità di guidare intere organizzazioni: la necessità di conciliare (o di scegliere tra) vita privata e doveri professionali, astuzia e trasparenza, estro e affidabilità, diversità e uniformità, ambiguità e coerenza, gerarchia e familiarità, atteggiamenti «maschili» e «femminili». L’attitudine a misurarsi con questi dilemmi non potrà essere oggetto di una «scienza» più o meno esatta, ma dovrà piuttosto giovarsi della capacità di intuizione e introspezione tipica dell’arte. Sulla leadership si possono dunque imparare molte più cose dalla grande letteratura che dagli studi organizzativi; Shakespeare e Molière, Tolstoj e Cervantes, Goethe e Stendhal, Dostoevskij e Balzac saranno i nostri coach e nelle loro pagine troveremo sicura ispirazione, oltre a precetti efficaci per il nostro lavoro e la nostra vita. Lorenzo Renzi indaga attorno a un grande archetipo letterario con Le conseguenze di un bacio. L’episodio di Francesca nella «Commedia» di Dante (pp. 312 con ill., € 17). La storia dei due cognati adulteri, condannati per il loro peccato a rimanere per sempre avvinti nella bufera infernale, è entrata a far parte del nostro immaginario sentimentale, pur appartenendo anche alla storia e alla letteratura. Fra l’erudito e l’ironico, Renzi rilegge i versi danteschi, tratteggiando la figura di Francesca e ricostruendone la mutevole fortuna presso i commentatori antichi, i critici moderni e nelle tante rievocazioni che l’episodio ha conosciuto, dalla letteratura al teatro, alle arti figurative. Se per gli antichi la morale della storia era che «è bene non lasciare uomini e donne da soli», per i romantici Francesca è stata una rappresentante eroica dell’amour passion. Oggi invece si vede spesso in lei una donna colpevole non tanto di avere tradito il marito quanto, come Madame Bovary, di aver letto troppi romanzi. Un secolo separa Francesca da Rimini da un’altra donna che avrebbe lasciato una forte impronta nella cultura del tempo. Christine de Pizan, nata cento anni tondi dopo Dante, aveva la sua origine non lontano dalla Rimini di Francesca. Suo padre era infatti originario di Pizzano, un paese vicino a Bologna. Lei, nata in Italia ma vis- suta in Francia, fu sempre Christine de Pizan. Tra la fine del Trecento e i primi del secolo successivo, fu la prima donna intellettuale di professione. Un’italiana alla corte di Francia. Christine de Pizan, intellettuale e donna (pp. 196 con ill., € 13,50) di Maria Giuseppina Muzzarelli offre un breve e partecipato ritratto della vita e dell’opera di questa donna fuori dal comune. Era singolare, a quei tempi, il fatto che Christine ricevesse dal padre, noto medico e astrologo, una straordinaria istruzione; più tardi, rimasta vedova e priva di risorse, quell’istruzione le consentì di proporsi come scrittrice di apprezzate opere che lei stessa produceva e faceva miniare, facendosi in certo senso editrice avanti lettera. Scrisse opere di storia, di araldica, di poesia, riflessioni sulla pace, sulla guerra, sulla fortuna ma soprattutto fu oppositrice fiera ed efficace dei pregiudizi contro le donne. La sua opera più nota è appunto una difesa delle donne: La città delle dame. Con i suoi scritti e la sua vita Christine dimostrò, in un’epoca misogina, che le capacità delle donne non erano inferiori a quelle degli uomini. Di là dai suoi meriti intrinseci, Christine si ricorda anche per l’eccezionalità della sua carriera in un ambito che resterà e in larga parte resta tuttora maschile. Ancora oggi la marginalizzazione delle donne nell’arte, ad esempio, è argomento di contesa, come ci racconta Maria Antonietta Trasforini con il suo Nel segno delle artiste. Donne, professioni d’arte e modernità (pp. 232 con ill., € 15). Nel 1989 per le strade di New York apparvero grandi manifesti raffiguranti l’odalisca nuda di Ingres con una maschera di gorilla inferocito sul capo. La maschera era la firma delle Guerrilla Girls, un gruppo di artiste anonime, e i manifesti interpellavano i passanti in questi termini: «Le donne devono essere nude per entrare al Metropolitan Museum? Meno del 5% degli artisti nella sezione di arte moderna sono donne, ma l’85% dei nudi sono femminili». Le gesta delle Guerrilla Girls, ribadite alla Biennale di Venezia del 2005, sono la punta mediatica di una lunga stagione di conflitti e denunce sul silenzio e l’invisibilità delle donne nelle arti. Alla tradizionale domanda sulla scarsità delle grandi artiste una storica dell’arte ha risposto ricordando l’analoga carenza di grandi pianisti jazz lituani o di grandi tennisti esquimesi. Fuor di provocazione, si tratta di capire se e quanto le asimmetrie di genere contribui- 7 INTERSEZIONI scono a definire ciò che è arte oppure non lo è, chi merita di essere ricordato oppure dimenticato. Dispiegando un’ampia quanto inesplorata documentazione, questo volume pionieristico si incarica anche di sconfessare il mito della creatività minore e accessoria delle donne. Infine, la riscoperta di un piccolo libro dimenticato, Storie di Val Padana. Campagne, foreste e città da Alboino a Cangrande della Scala (pp. 152, € 11,50), ricorda ai suoi molti lettori la figura di Vito Fumagalli, nel decimo anniversario della scomparsa. Pochi storici hanno avuto, come Fumagalli, il talento di evocare quasi visivamente il mondo dell’uomo medievale. A partire da una preparazione rigorosa versata in particolare nella storia dell’ambiente e dell’agricoltura, egli sapeva reimmergere il lettore entro il paesaggio e la vita comune del Medioevo, raccontando con grande efficacia il rapporto quotidiano fra uomo e natura: gli animali, le coltivazioni, i boschi, i fiumi, le alluvioni, le malattie, e insieme il complesso di sentimenti e atteggiamenti che quel rapporto generava. In questo volume Fumagalli aveva raccolto alcune delle sue pagine più dichiaratamente narrative centrate sul Medioevo padano: sull’elemento predominante delle foreste, innanzitutto, animate da pericoli veri e immaginari, e poi sul graduale addomesticamento del territorio con la ripresa dell’agricoltura e dei commerci e la rinascita delle città. È la Padania di Matilde di Canossa e di Cangrande della Scala, dei goliardi e dei monaci, dei contadini e dei pastori che, in pagine di intensa suggestione, torna a vivere sotto gli occhi del lettore. Insieme alle nove novità che abbiamo elencato, per «Intersezioni» vanno segnalate anche tre riedizioni notevoli. Orrore metafisico (pp. 128, € 10) di Leszek Kolakowski è un piccolo classico sul senso stesso del fare filosofia. Di tutte le questioni che hanno ossessionato per secoli la filosofia, non ve n’è una che sia stata risolta con generale soddisfazione: rimangono tutte controverse quando non invalidate per decreto degli stessi filosofi. E, prima di ogni altra cosa, l’Essere resta filosoficamente opaco, mentre tutto – ivi compresa la ricerca dell’Assoluto – tende verso la propria disintegrazione. Eppure, questa fallimentare ricerca non è affatto priva di senso. Nel suo argomentare spregiudicato e aforistico, Kolakowski lascia intravedere una via 8 d’uscita: solo accettando questa sfida conoscitiva, è possibile accedere, se non alla Verità, almeno ad alcuni labili, volatili frammenti di essa. Mentre nella «Collezione di testi e di studi» esce il suo nuovo studio sulla letteratura medievale (ne parliamo a pagina 17), Piero Boitani ha rimesso mano, raddoppiandone la mole, alla sua «autobiografia critica», Sulle orme di Ulisse (pp. 336, € 17), dove ha tracciato la storia della propria passione per il personaggio omerico cui ha dedicato tanta parte delle sue energie di studioso (e un libro bellissimo: L’ombra di Ulisse). Già al tempo delle prime letture infantili e delle tenzoni fra bambini che con spade di giornali arrotolati ripetono la guerra di Troia, Boitani tiene per Ulisse, è Ulisse. Poi le letture della scuola, le passioni letterarie segretamente contigue all’Odissea, come Moby Dick e T.S. Eliot, e la riscoperta di Ulisse nel cuore della letteratura medievale. Ma al di là della letteratura l’eroe greco dà corpo a inquietudini reali, alla curiosità dell’ignoto, al bisogno del viaggio e alla necessità del ritorno. Le vicende di Ulisse, scrive Boitani, «sono disegni entrati nella nostra carne». Memoria di vita e di letture, di meraviglie e dolori, di peripezie libresche, di viaggi e incontri predestinati, Sulle orme di Ulisse contiene il racconto sbalordito e felice di una vicenda umana e intellettuale intimamente intrecciata alla storia del mito. È un felice ritorno anche quello di Canzoni. Storie dell’Italia leggera (pp. 216, € 13) che Edmondo Berselli ripresenta con l’aggiunta di un capitolo nuovo. Generazioni sono cresciute e cambiate sentendo sullo sfondo della loro vita certe canzoni, che hanno finito per depositarsi nella memoria collettiva. Il libro di Berselli si occupa di queste canzoni: non però in una dolciastra operazione nostalgia, ma nel tentativo di «far cantare» alcuni momenti della nostra storia. Da Celentano e Mina al beat dei capelloni, da Mogol e Battisti a Vasco Rossi e Baglioni, a Max Pezzali, Berselli racconta atmosfere, climi, gusti, atteggiamenti, oggetti, «pensieri e parole» dei nostri ultimi decenni; e lo fa con quella sfacciata capacità, che è la sua cifra caratteristica, di cucire insieme alto e basso, finezze analitiche e ritornelli pop, venerati maestri e giovani paninari. Riascoltando i versi e le musiche che l’hanno accompagnata, ritroviamo il suono inconfondibile dell’Italia contemporanea, della sua storia, del suo costume. Farsi un’idea Una collana di poche parole e di molte idee: gira la boa dei primi dieci anni di vita la collana più diffusa del Mulino Nata nel 1997, in dieci anni di vita «Farsi un’idea» ha pubblicato oltre 140 titoli, costituendo una sorta di enciclopedia componibile sui principali argomenti della politica, delle istituzioni, dell’economia, della psicologia, delle religioni. Un settore aggiunto di recente e che ha incontrato un marcato apprezzamento dei lettori è quello dell’informazione scientifica. A questa linea appartengono, tra le novità del semestre, due titoli. La biodiversità (pp. 136, € 8,80) di Marcello Buiatti illustra un aspetto fondamentale della vita sulla Terra. Senza la sua straordinaria varietà, cioè senza la biodiversità, la vita scomparirebbe. Nell’immensa comunità naturale di cui facciamo parte essa infatti consente a tutti i suoi componenti di modificarsi moltiplicando le strategie di sopravvivenza per adattarsi alla mutevolezza dei contesti. Buiatti analizza dapprima strutture e funzioni della biodiversità – a tutti i livelli tra loro interconnessi e complementari della biosfera – dalle molecole, agli organismi, alle specie, agli ecosistemi. Infine, in questa prospettiva integrata, affronta i rischi e i problemi creati dalla perdita di biodiversità, oggi in via di drammatica accelerazione sul pianeta terra. Popolazioni e diversità genetica (pp. 136, € 8,80) di Luciano Terrenato fa il punto sul tema dell’evoluzione e differenziazione della specie umana. Da un lato tutti gli uomini appartengono a una sola specie, dall’altro non esistono due uomini uguali sulla terra, tanto è grande la variabilità genetica tra individuo e individuo. Unica fra le specie è la nostra complessa storia culturale e tra le due evoluzioni, biologica e culturale, esistono convergenze ma anche divergenze. Decisivo tra i fattori culturali è stato il ruolo delle migrazioni che hanno consentito a Homo sapiens di raggiungere in circa 2.500 generazioni tutte le terre emerse, determinando quegli adattamenti al clima che hanno complicato la ricostruzione delle varie linee di discendenza e sono all’origine del falso concetto di razza. Antonio Alberto Semi porta un contributo rilevante al settore psicologico della collana con Il narcisismo (pp. 144, € 8,80). Nel linguaggio comune siamo abituati ad associare al termine narcisismo vanità, esibizio- ne, megalomania ma anche nevrosi e comportamenti patologici. Ma siamo fuori strada: il narcisismo è una dimensione fondamentale e normale dell’attività psichica, che ci riguarda tutti e in ogni fase della vita. Ripercorrendo il mito di Narciso creato da Ovidio e giungendo fino a Freud e alla ricerca psicoanalitica attuale, Semi ci fa capire quanto Narciso sia presente nella nostra quotidianità – dal mondo della famiglia a quello della politica – e ci influenzi nella costruzione delle relazioni affettive e sociali. Ci mostra infine come l’amore di sé possa anche danneggiarci, ma come sia necessario per poter stare bene in compagnia degli altri. Un nutrito gruppo di titoli è dedicato alle istituzioni e all’economia del nostro paese. Si inizia da Il sistema politico italiano (pp. 128, € 8,80) di Carlo Guarnieri, che descrive il funzionamento e l’evoluzione del sistema politico italiano secondo una prospettiva di lungo periodo, dall’Unità a oggi. I modi in cui è avvenuta l’unificazione hanno fatto sì che il nuovo stato abbia dovuto affrontare in breve tempo sfide che altrove sono state diluite nell’arco di secoli. Ciò ha lasciato segni evidenti sullo sviluppo politico successivo, sulle architetture istituzionali e sul loro rendimento, nonché sulla percezione della loro legittimità. La prospettiva scelta da Guarnieri sottolinea le radici lontane di molti dei problemi d’oggi e individua con chiarezza gli elementi di discontinuità. In particolare gli anni Novanta hanno visto per la prima volta prendere forma un assetto bipolare competitivo, con implicazioni potenzialmente positive per l’intero sistema, anche se la legge elettorale del 2005 rischia di interrompere tale processo. Assai tempestiva è la riedizione di un altro titolo dedicato alla realtà del nostro paese, La scuola in Italia (pp. 152, € 8,80) di Marcello Dei. Dopo decenni di immobilismo, negli ultimi anni la scuola italiana è stata investita da un ciclone di riforme tanto ambiziose quanto destinate a ricevere un colpo mortale al cambio di governo. Il «Riordino dei cicli scolastici» varato nel 2000 da Berlinguer è stato abrogato dal 2003 dalla nuova riforma Moratti, che a 9 FARSI UN’IDEA sua volta è stata in parte smantellata dal ministro Fioroni all’inizio del 2007. Dei fa il punto dell’attuale situazione, dalla scuola dell’infanzia all’istruzione secondaria superiore; descrive come è cambiata la popolazione scolastica anche sotto la spinta dell’immigrazione; esamina i problemi della formazione, reclutamento e carriera degli insegnanti; riporta i più recenti confronti internazionali sulle competenze linguistiche e scientifiche degli studenti. Con La Chiesa in Italia (pp. 140, € 8,80) Franco Garelli descrive quella che resta tuttora una presenza profondamente radicata nel tessuto sociale del paese e ben visibile sulla scena pubblica. Nel dibattito sui valori è spesso terreno di scontro, ma anche punto di riferimento non solo per i credenti. Come si spiega tutto questo? E come sono cambiate, dal dopoguerra a oggi, la Chiesa e la società italiane? Tre sono gli snodi attorno ai quali è organizzato il volume: le diverse stagioni del cattolicesimo italiano prima e dopo il Concilio Vaticano II; la rilevanza della dimensione organizzativa, fra territorio e personale religioso; la ricchezza dei mondi cattolici che ruotano attorno all’istituzione ecclesiale, dai gruppi e movimenti alle manifestazioni della religiosità popolare, ai campi di impegno più di frontiera. Riguarda meno l’Italia, ma è utile vederlo a fianco a quello di Garelli, il libro dedicato da Massimo Rubboli a I protestanti (pp. 148, € 8,80). Oggi i protestanti, con cattolici e ortodossi, costituiscono una delle tre grandi componenti del cristianesimo mondiale, eppure sono una realtà poco conosciuta dagli italiani. Il ricco pluralismo interno che fin dalle origini caratterizza il mondo protestante spesso disorienta chi lo osserva con occhi cattolici. Luterani, chiese riformate, anglicani, metodisti, battisti, pentecostali... che cosa hanno in comune e che cosa li distingue? Il volume presenta la storia e i principi dottrinali fondamentali del protestantesimo mettendone in luce le pulsioni critiche e riformatrici, l’attivismo in campi diversi da quello religioso, come l’economia, la politica, il sociale, l’istruzione. Rientriamo nei problemi della società italiana con Donne al lavoro (pp. 136, € 8,80) di Maria Letizia Pruna. Il libro spiega come è cambiato il lavoro delle donne e come sono cambiate le donne che lavorano, le loro aspirazioni professionali, le aspettative di carriera, e illustra i problemi che tali cambiamenti pongono all’organiz- 10 zazione del lavoro e della società. Malgrado i progressi degli ultimi trent’anni, le donne continuano a muoversi in un mondo del lavoro che non è ancora pienamente favorevole alla loro presenza, in cui le opportunità restano minori rispetto a quelle degli uomini, e nettamente diverse tra Nord e Sud d’Italia. Riccardo Cesari con Tfr e fondi pensione (pp. 148, € 8,80) aiuta a orientarsi nel nuovo mondo della previdenza complementare, rispondendo ad alcune domande essenziali. In che cosa è consistita la riforma pensionistica che ha preso l’avvio negli anni Novanta? Era davvero necessaria? Sono all’orizzonte altri cambiamenti? Come sarà la nuova pensione? Che cos’è un fondo pensione? Quali sono i costi e i rendimenti attesi? E soprattutto che fare del Tfr? Con l’avvertenza che anche non fare nulla è una scelta, che ha precise e importanti conseguenze. Una novità e tre riedizioni sono dedicate ad approfondire le grandi istituzioni dell’economia. Il titolo nuovo è Le multinazionali (pp. 128, € 8,80) di Andrea Goldstein e Lucia Piscitello. Dalla Compagnia delle Indie a Microsoft, le multinazionali sono da sempre protagoniste dell’economia mondiale. Spesso di grandissime dimensioni, talvolta di formato tascabile, con una lunga storia nei paesi industrializzati, ma oggi in crescita anche nelle economie emergenti, sono in realtà poco conosciute. Il volume ci spiega perché le imprese scelgono di investire all’estero e con quali effetti sulle economie dei paesi ospiti e su quelle dei paesi d’origine; analizza poi il ruolo dei governi nella valorizzazione delle ricadute positive o nel contrasto delle possibili derive. Si sofferma infine sul caso italiano e sulle ragioni del suo modesto grado di internazionalizzazione produttiva. La Borsa (pp. 132, € 8,80) di Francesco Cesarini e Paolo Gualtieri, ora in versione aggiornata, spiega la genesi e l’evoluzione delle Borse, le regole che le governano, le caratteristiche degli strumenti finanziari, le tecniche di negoziazione e il ruolo degli intermediari, chiarendo anche quali precauzioni l’investitore deve adottare sia nella scelta degli strumenti finanziari sia nella gestione del proprio portafoglio. Benché sia talora influenzata da fattori psicologici di massa o da comportamenti irrazionali, la Borsa svolge un’importante funzione per l’economia di un paese: conoscere vantaggi e rischi dei mercati finanziari non è più FARSI UN’IDEA cosa che riguardi solo le grandi società e le persone facoltose, ma anche il comune cittadino. La nuova edizione di Il mercato unico europeo (pp. 144, € 8,80) di Roberto Santaniello, che esce nel cinquantesimo anniversario della firma del Trattato di Roma, ricapitola la lunga strada che, dall’istituzione della Comunità economica europea a oggi, ha portato a un’espansione del commercio intracomunitario, che è giunto a toccare circa il 60% di tutti gli scambi della Comunità. Ma dietro la dimensione economica vi è anche un grande progetto ideale e Santaniello esamina i passi ancora da compiere per giungere a uno spazio europeo senza frontiere e accrescere i livelli di sviluppo e occupazione. Il Wto (pp. 136, € 8,80) di Antonio Parenti, in una nuova edizione aggiornata, spiega ruolo e funzionamento di questa organizzazione istituita dodici anni fa per governare e sviluppare il commercio internazionale. Oltre a fornire queste informazioni di base, il volume discute costi e benefici di una politica commerciale aperta e non protezionistica, illustra le richieste che vengono avanzate dai paesi poveri e dalle Ong, spiega lo stallo del round di Doha. Ne emerge un quadro che, se vede molti problemi ancora irri- solti, mostra anche il vittorioso ingresso nei mercati internazionali di alcuni paesi in via di sviluppo e il loro crescente ruolo nel Wto. Con Il giornale (pp. 128, € 8,80) Paolo Murialdi racconta gli ultimi cinquant’anni della storia del giornale, il mestiere di chi lo scrive, e come si siano trasformati nel tempo sia l’autore sia il prodotto. Tenendo conto anche degli importanti cambiamenti degli ultimi anni, Murialdi in questa nuova edizione (che esce purtroppo postuma) fornisce una mappa aggiornata delle testate italiane distinguendo tra quotidiani di tendenza, informazione, sportivi ed economico-finanziari. Ultima riedizione aggiornata, La pubblicità (pp. 148, € 8,80) di Annamaria Testa presenta le tecniche, le strategie, le regole del gioco e i velocissimi cambiamenti oggi in atto nel mondo della pubblicità. Spiega come nasce una decisione d’acquisto, racconta l’evoluzione storica della pubblicità dagli avvisi del Seicento ai messaggi online di adesso, ci introduce nei luoghi dove nascono le campagne pubblicitarie spiegando quali sono – dagli account ai creativi, ai planner – le figure professionali coinvolte, e come si progetta un annuncio o uno spot. Passaggio in India Anche l’India è vicina. Il suo impetuoso sviluppo ne va facendo un protagonista dell’economia globale, il cui peso è destinato a crescere rapidamente. È parso dunque opportuno offrire una serie di testi di informazione di base sul subcontinente, sulla sua storia, le sue istituzioni, la sua economia. La Storia dell’India. Dal Medioevo ai giorni nostri («Universale Paperbacks», pp. 144, € 10,50) di Dietmar Rothermund è, per iniziare, una breve sintesi dell’evoluzione storica dell’India dal sesto secolo a oggi nei suoi tratti essenziali: dai regni medievali all’impero moghul, dal colonialismo britannico all’indipendenza. India (pp. 160, € 10,50) di Domenico Amirante, nuovo titolo della collana «Si governano così» diretta da Carlo Fusaro, espone invece l’ordinamento istituzionale di questo paese che, con l’entrata in vigore di una costituzione democratica nel 1952, si configura come la democrazia più grande del mondo, nonostante le contraddizioni di una società multietnica, plurilinguistica e multireligiosa, e che con la sua storia dimostra l’universalità dei valori democratici e la loro applicabilità ai contesti più disparati e apparentemente incompatibili. Infine L’economia dell’India («Universale Paperbacks», pp. 152, € 11) di JeanJoseph Boillot fa il punto di una situazione economica piena di contraddizioni, dove coesistono povertà di massa da un lato, sviluppo di grandi centri terziari a vocazione mondiale dall’altro. Il prodotto interno lordo dell’India è il quarto al mondo. La sua popolazione ha superato la soglia del miliardo e dovrebbe superare quella cinese entro il 2025-30. L’accelerazione della crescita e l’apertura agli scambi faranno emergere una nuova superpotenza a fianco della Cina? E quale sarà l’impatto del decollo indiano sull’economia globale? 11 Storia Una ricca offerta di novità storiche che spazia dall’antichità a oggi. E la preziosa testimonianza autobiografica di Gino Giugni Al di là delle collane «Storica paperbacks» e «Biblioteca storica», di cui abbiamo parlato nelle pagine iniziali, la produzione storica del Mulino è come sempre cospicua anche nelle collane non specificamente storiche, e soprattutto nell’«Universale Paperbacks», cui appartiene più della metà dei nuovi titoli di storia che elenchiamo qui sotto, cominciando appunto da tre «Paperbacks» di storia antica dedicati uno a Pompei e gli altri alle due grandi civiltà parallele che fiorirono in Mesopotamia fra terzo e primo millennio a.C.: la civiltà assira e quella babilonese. Gli assiri (pp. 168, € 11) di Eva Cancik-Kirschbaum e I babilonesi (pp. 168, € 11) di Michael Jursa sono due brevi profili che introducono il lettore a quanto oggi si sa su quegli imperi favolosi e scomparsi, e arricchiscono quella sorta di enciclopedia del mondo antico che il Mulino va costruendo nei «Paperbacks» affiancandosi in particolare a un titolo di notevole successo sulla Mesopotamia di Barthel Hrouda. Pompei (pp. 144, € 10,50), di Jens-Arne Dickmann, fra archeologia e storia guida con competenza alla conoscenza della città e dei suoi edifici, ma anche dei diversi aspetti della sua vita quotidiana. Sepolta dall’eruzione del 79 d.C. e riportata in luce a partire dal 1748, Pompei è uno dei siti archeologici più grandi e visitati al mondo, un’occasione unica per calarsi non tanto nella grande storia, ma nel vivere comune di una città antica. Ancora nei «Paperbacks» esce il nuovo volume di Claudio Azzara Il papato nel Medioevo (pp. 136, € 10), dopo i due dedicati alle Invasioni barbariche e all’Italia dei barbari e la sintesi sulle Civiltà del Medioevo. Il libro offre una sintesi della vicenda del papato in epoca tardoantica e medievale, dalla cristianizzazione dell’impero romano al XV secolo, seguendone lo sviluppo sia all’interno della chiesa cattolica sia in rapporto alla società laica nel suo complesso. Soffermandosi sulle figure dei papi più significativi, Azzara illustra il graduale processo attraverso cui si definiscono, in sede teorica e nel concreto, il ruolo e le prerogative specifiche del pontefice romano in seno alle istituzioni ecclesiasti- 12 che. È poi preso in esame il rapporto che il papato ebbe con l’altra autorità universale, l’impero, dapprima romano-cristiano e bizantino e poi occidentale (da Carlo Magno a Federico II), nel lungo contenzioso per stabilire a chi spettasse la supremazia su tutta la società cristiana. Infine viene tratteggiata la particolare configurazione che il papato romano assunse alla fine dell’età medievale, dopo lo scontro con la nuova realtà politica delle monarchie nazionali, il conflitto con le tendenze conciliariste all’interno della chiesa e la prima costituzione di un vero e proprio «stato territoriale» pontificio nel cuore della penisola italiana. Altro «Paperback» è quello di Hannes Möhring su Saladino (pp. 160, € 10,50). Saladino, sultano di Egitto e di Siria, che nel 1187 conquistò Gerusalemme, fu il più grande avversario dei crociati. A dispetto di una leggendaria figurina Liebig che lo ha immortalato come «feroce Saladino», egli fu considerato il prototipo del «pagano nobile» e del sovrano illuminato. Il volume descrive la vita del sultano e l’ascesa che fece di lui l’uomo più potente del Medio Oriente, ne illustra il ruolo nelle crociate e analizza i fondamenti della sua leggenda così come si è diffusa in Occidente. Per i suoi tratti cavallereschi fu visto come un cristiano in pectore, e l’età dell’Illuminismo ravvisò in lui un rappresentante del proprio ideale di tolleranza. Ma il vivido profilo che queste pagine ci offrono dà conto anche del punto di vista musulmano su Saladino, ricostruito grazie a un uso approfondito delle fonti arabe. Se il feudalesimo è indissolubilmente legato al Medioevo che lo creò, questa particolare forma di «istituzione» che determinava i rapporti di potere fra gli uomini, le forme della proprietà e dell’economia, appartenne tuttavia ancora a tutta l’età moderna. Il feudalesimo nell’Europa moderna («Saggi», pp. 352, € 26) di Aurelio Musi è dedicato appunto a mettere in luce le caratteristiche del feudalesimo moderno, la cui evoluzione individua tre distinte aree europee: una settentrionale dove era sostanzialmente scomparso, una mediterranea dove sopravvisse declinan- STORIA do fino alla Rivoluzione francese, e una centro-orientale, dalla Polonia alla Russia, in cui esso era ancora struttura costitutiva e scomparve solo oltre la metà dell’Ottocento. Il volume mette a fuoco il feudalesimo moderno nei suoi aspetti giuridici, politici, sociali ed economici, per chiudere con un’analisi delle trasformazioni subite dalla feudalità nel Settecento e infine con una panoramica dei tempi e dei modi della sua abolizione nelle diverse aree europee. Si arriva all’età contemporanea con la sesta novità dei «Paperbacks», Le guerre balcaniche (pp. 208, € 11,50) di Egidio Ivetic. Le due guerre balcaniche del 1912-1913 sono comunemente considerate i prodromi della prima guerra mondiale. Bulgaria, Serbia, Grecia e Montenegro, coalizzate, affrontarono e vinsero nel 1912 l’impero ottomano in Tracia, in Macedonia, negli attuali Kosovo e Albania; i contrasti nella spartizione delle terre macedoni accesero nel 1913 un secondo conflitto, questa volta tra la Bulgaria e i suoi ex alleati. L’intera crisi fu accompagnata dal braccio di ferro diplomatico fra l’Austria-Ungheria e la Russia imperiale, moltiplicando le rivalità fra le grandi potenze e accelerando la militarizzazione europea. Il volume ritrae il contesto dei Balcani tra il 1878 e il 1912 e il complesso scenario entro cui maturarono i due conflitti. Le guerre sono descritte nel loro aspetto strategico, nei risvolti diplomatici come pure nell’impatto drammatico che ebbero sulla popolazione civile, in particolare sui musulmani della Turchia europea. Un’esperienza che ebbe durature conseguenze sulle relazioni politiche e culturali fra gli stati balcanici e i cui segni e ricordi non cessano di pesare sui processi d’integrazione europea della regione. L’Italia e il confine orientale. 1866-2006 («Saggi», pp. 404, € 27) di Marina Cattaruzza ricostruisce la storia di un confine che, nel corso della storia d’Italia, ha sempre costituito una zona di frizione e scontro: prima luogo simbolico dove doveva compiersi l’azione risorgimentale con il raggiungimento della piena unificazione del territorio nazionale e l’affermarsi dell’Italia come grande potenza, poi confine fra mondi e ideologie negli anni della guerra fredda. A partire dalla disastrosa guerra del 1866, che nonostante le sconfitte portò il Veneto al neonato Regno d’Italia, per arrivare alla situazione attuale, l’autrice segue con puntualità le vicende di questo confine contestato e conteso: lo sviluppo dell’irredentismo, l’intervento nella Grande Guerra, la sistemazione postbellica del territorio sulle ceneri dell’impero austro-ungarico (con la clamorosa protesta dell’occupazione di Fiume), l’aggressiva politica fascista, la durissima e violenta contesa con la Jugoslavia, la spartizione del territorio nel dopoguerra sancita dal trattato di pace del febbraio 1947, il ritorno di Trieste all’Italia nel 1954 dopo anni di governo alleato, da ultimo i lunghi decenni della guerra fredda. Momento decisivo di questa storia è il trattato di pace del 1947 cui Sara Lorenzini ha dedicato, nei «Paperbacks», il suo bel profilo L’Italia e il trattato di pace del 1947 (pp. 232, € 12). Con quel trattato firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, mentre l’Italia era immobile in uno sciopero generale di protesta, con le bandiere a mezz’asta in segno di lutto, veniva suggellata la sconfitta del nostro paese nel secondo conflitto mondiale. Le grandi potenze – Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia – avevano punito l’Italia per l’aggressione fascista, senza tenere conto della cobelligeranza. La delegazione italiana, guidata da De Gasperi, era riuscita con grande sforzo a far sentire la propria voce durante i negoziati ma i suoi interventi non erano bastati a ottenere miglioramenti significativi. L’Italia fu costretta fra l’altro a importanti cessioni territoriali lungo i confini occidentali e orientali, a rinunciare alle colonie e a risarcire i danni di guerra. Attraverso la storia dei negoziati e la reazione dell’opinione pubblica e del mondo politico, il volume illustra in modo puntuale e documentato i significati del trattato per l’Italia e per la sua identità nazionale. Due notevoli monografie appaiono nel settore della storia economica. Andrea Colli in Capitalismo famigliare («Saggi», pp. 160, € 13) propone un’analisi articolata dell’emergere e del persistere del family business nel corso del processo di industrializzazione delle economie contemporanee, insieme a un’indagine dei fattori che concorrono a plasmarne le molteplici fisionomie nel corso del tempo e in diversi contesti geografici e sociali. Ancora oggi le imprese controllate e gestite da famiglie sono una presenza diffusa e mostrano un elevato grado di efficienza. Nel Novecento l’avvento della grande impresa integrata ha provocato in alcuni sistemi economici l’affermazione della public company e la decisa separazione fra proprietà e controllo dell’impresa; in altri invece l’incremento nelle dimensioni non solo si è risolto nel mantenimento di una concentrazione proprietaria nelle mani di singoli o gruppi famigliari, ma anche in una sorprendente capacità gestionale. Divari regionali e intervento pubblico. Per una rilettura dello sviluppo in Italia («Il Mulino/Ricerca», pp. 280, € 22,50) di Emanuele Felice ricostruisce in maniera originale l’evoluzione dei divari regionali dall’Unità ai nostri giorni, e analizza le politiche pubbliche che, nelle diverse fasi storiche, sono state messe in campo per colmarli. Dallo studio emergono almeno due elementi di novità. Il primo concerne la 13 STORIA definizione e la misura dei divari, che non riguardano solo il reddito, ma anche lo sviluppo umano e pertanto la qualità complessiva della vita. A tale scopo vengono presentate nuove stime regionali non solo del reddito pro-capite ma anche dell’aspettativa di vita, dell’istruzione e quindi dell’«indice di sviluppo umano», per anni di riferimento dalla fine dell’Ottocento all’inizio di questo secolo. Il secondo consiste nell’offrire un approccio comparato che non si limita all’Italia meridionale ma si rivolge anche a quelle aree del CentroNord che in alcune fasi sono state oggetto di una legislazione di sostegno, e che spesso si sono rese protagoniste di straordinari percorsi di sviluppo: le esperienze riuscite, in qualche caso anche fra le regioni del Sud, consentono infatti di comprendere meglio, per contrasto, le ragioni dei fallimenti. Carlo Tosco affronta con Il paesaggio come storia («Saggi», pp. 144, € 11,50) un tema che è oggi al centro delle ricerche internazionali, in grado di coinvolgere discipline e saperi diversi, dall’estetica alla geografia, dalle scienze ambientali all’architettura. Il libro propone una riflessione sulla dimensione storica del paesaggio, seguendone gli sviluppi nella cultura occidentale dalle origini fino ai nostri giorni. Il concetto nasce nel tardo Medioevo all’interno delle arti figurative, ma alle soglie dell’età moderna assume una nuova dimensione scientifica, grazie all’incontro con le scienze del territorio, con l’archeologia e con l’antropologia nella cultura francese, inglese e tedesca. Negli ultimi decenni il paesaggio è stato oggetto di un’attenzione sempre maggiore ed è entrato nell’agenda politica e legislativa dell’Unione europea: la disamina di Tosco fa il punto della situazione e chiarisce che cosa debba essere oggi la storia del paesaggio. Infine la preziosa testimonianza autobiografica di un protagonista della storia politica e culturale del nostro paese, Gino Giugni. Nelle pagine di La memoria di un riformista («Forum», pp. 312, € 16,50), sollecitato dalle domande di Andrea Ricciardi, Giugni ripercorre le tappe salienti della sua vicenda personale e professionale nel contesto della storia politica italiana dell’ultimo mezzo secolo: dall’infanzia sotto il fascismo alla Resistenza, agli studi in Italia e negli Stati Uniti, alla lunga attività di studioso di diritto del lavoro, di intellettuale impegnato in politica. Una memoria intessuta di personaggi e di ambienti (come il Mulino, alla cui attività Giugni ha partecipato fin dagli anni Cinquanta, o come il Partito socialista nelle cui file ha lunga- 14 mente militato), di episodi anche drammatici come l’attentato subito a opera delle Brigate rosse. Ricordi supportati da un puntuale riscontro, fatto nelle note dal curatore, con la ricca documentazione inedita dell’archivio personale di Giugni e di altri fondi documentari. A completare il volume sette interventi tenuti da Giugni in Parlamento, che si connettono strettamente ad alcuni momenti cruciali del racconto. Insieme alle novità vanno segnalate alcune riedizioni particolarmente significative. In primo luogo La politica internazionale nel Novecento («Le vie della civiltà», pp. 372, € 22) di Guido Formigoni. La Storia della politica internazionale nell’età contemporanea di Formigoni è da tempo il più diffuso testo in argomento; una sintesi di vasto respiro, che prende avvio addirittura dalle premesse medievali e moderne del sistema delle relazioni internazionali quale si è sviluppato nell’Otto-Novecento. Di quel volume (riedito nella sua interezza pochi mesi fa) Formigoni riprende qui la sola parte novecentesca, che è di fatto quella che oggi incontra maggiore interesse, premettendovi due cospicui capitoli che tracciano le linee della storia ottocentesca, rendendo così il volume pienamente autonomo. Nella stessa collana è una riedizione rivista e aggiornata la Storia della Cina (pp. 440, € 23,50) di John A.G. Roberts, che in un volume di dimensioni relativamente contenute offre una sintesi storica generale, dalla preistoria a oggi, di un paese la cui presenza sulla scena internazionale si sta sempre più rafforzando. Altro libro di storia internazionale che torna in libreria con una nuova edizione aggiornata e aumentata è La decolonizzazione («Universale Paperbacks», pp. 192, € 11,50) di Raymond F. Betts, che fa il punto su un fenomeno che ha contribuito in modo decisivo a dare forma al mondo contemporaneo, proponendo un resoconto delle dinamiche generali – politiche, sociali, economiche ma anche culturali – che sono alla base della decolonizzazione e delle sue conseguenze. Da ultimo è stata aggiornata anche la Storia sociale dei media. Da Gutenberg a Internet («Le vie della civiltà» pp. 472, € 25) di Asa Briggs e Peter Burke, una complessiva storia della comunicazione che parte dall’invenzione della stampa nel Quattrocento. La nuova edizione aggiunge un capitolo che dà conto dello sviluppo delle nuove tecnologie digitali, di internet e della globalizzazione. Filosofia Nelle novità filosofiche tanta storia della cultura e delle idee, ma anche un interrogarsi su identità e problemi d’oggi La filosofia nelle sue varie incarnazioni, dalla storia della filosofia alla filosofia politica, all’estetica, è un ambito che vive da qualche tempo un marcato rilancio nel catalogo del Mulino, come si può vedere dal cospicuo elenco di novità qui presentate, che facciamo iniziare dall’ambiziosa proposta del filosofo tedesco Otfried Höffe La democrazia nell’era della globalizzazione («Collezione di testi e di studi», pp. 384, € 32). Lungi dal riguardare la sola sfera economica, la globalizzazione investe con forza la politica, le scienze, l’istruzione, la cultura, l’ambiente. E in ciascuno di questi ambiti suscita domande che trascendono i confini nazionali. Se il bisogno di agire si fa globale, occorre ripensare anche la tradizionale struttura dei singoli stati sovrani, dei loro ordinamenti giuridici e istituzionali, che solo parzialmente riescono a far fronte ai mutamenti indotti dalla storia. Gli strumenti stessi della diplomazia classica e del diritto internazionale, l’organizzazione mondiale esistente, le Nazioni Unite si dimostrano insufficienti. Quel che è necessario, secondo Höffe, è un forte ordinamento istituzionale e giuridico globale, che da un lato si assoggetti alle condizioni della democrazia liberale e che dall’altro, ferma restando la legittimità dei singoli stati nazionali, si limiti ad avere un carattere complementare, vale a dire sussidiario e federale. Nella visione di Höffe, non uno stato sovranazionale onnipotente, ma una repubblica mondiale articolata in senso statale, ispirata al sistema dello stato di diritto e compiutamente democratica. Se Höffe guarda al futuro globalizzato, Pier Paolo Portinaro fa i conti con il passato dell’Europa e delle sue istituzioni politiche. Il labirinto delle istituzioni nella storia europea (pp. 360, € 20), secondo titolo della serie sull’identità europea diretta da Carlo Galli nelle «Vie della civiltà», ricostruisce la genealogia delle forme di governo che oggi hanno trovato un’originale composizione nell’Unione europea, mostrandone l’irriducibile complessità: lo spazio politico dell’Europa è stato plasmato da una molteplicità di progetti imperiali, da una tradizione repubblicana stratificata, da un sistema concorrenziale di stati che spesso si sono trovati a competere per l’egemonia. La fusione tra modello della polis, modello imperiale e modello statale non ha mai trovato compiuta attuazione nel corso della storia europea, tuttavia tale aspirazione ha impresso la sua impronta sul processo evolutivo delle istituzioni del vecchio mondo. A fronte dei diversi scenari che oggi si profilano, il libro fornisce una mappa dell’immaginario politico europeo e delle sue realizzazioni concrete. Su un diverso piano, anche Pietro Rossi affronta L’identità dell’Europa («Le vie della civiltà», pp. 200, € 14) cercando di delineare il mutevole rapporto tra le sue diverse componenti, nonché l’alterno gioco tra richiamo al passato e distacco dal passato. Lo fa senza indulgere all’abusato mito ideologico di presunte «radici» o di un’«essenza» dell’Europa in grado di assicurarne la permanenza nel tempo. Rossi si propone, al contrario, di mostrare come essa sia sempre stata, e sia ancor oggi, il prodotto di processi molteplici, e come la sua identità sia venuta configurandosi diversamente nel corso della sua storia. Perciò questa identità, lungi dall’essere qualcosa di stabile, appare destinata a mutare anche in futuro, così come è mutata, e profondamente, nel corso dei secoli passati. Nel campo del pensiero politico è poi da segnalare il bel profilo che Ilan Greilsammer dedica a Il sionismo («Universale Paperbacks», pp. 128, € 9,50), movimento culturale e politico di cui vengono ripercorsi la nascita, i protagonisti, gli obiettivi, le correnti, la storia recente: un movimento che ha lottato per la fondazione e il consolidamento dello stato d’Israele, alimentando in tutti gli ebrei dispersi nel mondo l’aspirazione secolare a tornare un giorno nella Terra Promessa. Per la storia della filosofia vi sono quattro titoli dedicati ad altrettanti grandi filosofi, a partire dal profilo che Michael-Thomas Liske ha dedicato a Leibniz («Le vie della civiltà», pp. 304, € 19). Impegnato nei campi più disparati del sapere – filosofia, scienze, matematica, storia, diritto – Leib- 15 FILOSOFIA niz ha esercitato un influsso decisivo sulla riflessione successiva. Bertrand Russell lo definì «una delle menti più elevate di ogni tempo». Con un apprezzabile sforzo di sintesi Liske mette a fuoco soprattutto il Leibniz filosofo, illustrando e documentando storicamente le idee leibniziane, ma anche ricostruendo le questioni teoriche e gli obiettivi scientifici ad esse sottesi. Su Hegel («Collezione di testi e di studi», pp. 440, € 30) di Valerio Verra raccoglie, a cura di Claudio Cesa, una ricca scelta di letture hegeliane di uno dei più autorevoli interpreti del filosofo tedesco. Muovendosi fra gli approcci più diversi – la storia delle idee in senso lato, l’analisi lessicale e la ricognizione filologica e lessicografica delle fonti – l’autore offre un prezioso contributo all’approfondimento di importanti snodi del pensiero di Hegel, dal confronto con la filosofia antica (Aristotele, Plotino) a quello con i grandi protagonisti della sua epoca (Goethe), all’indagine sui temi centrali della filosofia della natura e dell’estetica (arte e vita, poesia e pittura). Donatella Di Cesare ha invece consacrato un denso ritratto a Gadamer («Le vie della civiltà», pp. 328, € 19,50), una delle figure che meglio rappresentano, anche sul piano biografico, la stagione filosofica novecentesca. Il volume racconta la vita del filosofo di Marburgo e ripercorre tutte le tappe della sua riflessione, dagli anni della formazione nella sua città natale a quelli del nazismo e della guerra a Lipsia, dalla nascita dell’ermeneutica a Heidelberg fino al suo successo negli Stati Uniti e nel mondo. La stessa collana ospita anche il saggio di George Crowder su Isaiah Berlin (pp. 304, € 19,50), uno dei massimi filosofi politici contemporanei che, secondo l’autore, ha costantemente perseguito il progetto di far luce sulle radici concettuali del totalitarismo novecentesco. La sua analisi si muove su tre livelli, indagando la distorsione del concetto di libertà operata da pensatori come Rousseau, Fichte, Hegel, Marx; la disputa settecentesca fra illuminismo e controilluminismo; il monismo morale. E contro quest’ultimo Berlin rivendica l’importanza del pluralismo dei valori, che a suo giudizio si riconnette a una politica liberale moderata. Berlin annotava che di un termine enigmatico e proteiforme come libertà sono state contate più di duecento accezioni diverse. Che cos’è dunque la libertà? Michela Dall’Aglio Maramotti con I legami della libertà («Forum», pp. 176, € 13,50) compie un personale viaggio alla ricerca della libertà e prova a definirla attraverso una serie di concetti che, per accostamento o opposizione, ne tracciano il perimetro. È legandosi a questi concetti che l’idea di libertà trova una sua concretezza. I sette «legami» della libertà sono la paura, la responsabilità, la dignità, il distacco, l’amore, l’ubbidienza, la verità. Ognuno di 16 questi legami dà origine a un’approfondita riflessione, che l’autrice compie dialogando con l’opera di un pensatore: dallo psicologo Erich Fromm allo psichiatra Viktor Frankl, dal filosofo Abraham Heschel al monaco buddista Thich Nhat Hanh, da Etty Hillesum a Dietrich Bonhoeffer, a Luigi Pareyson. Ancora in campo storico segnaliamo ben due titoli di Carlo Augusto Viano: La filosofia italiana del Novecento («Introduzioni», pp. 132, € 9) è un breve, cristallino profilo, attento anche alle vicende storiche, degli sviluppi filosofici del nostro paese, dalla pubblicazione dell’Estetica di Croce nel 1902, attraverso la stagione esistenzialista degli anni Trenta e quella neoilluminista del dopoguerra, fino alla rinascita dell’etica a fine secolo. Il secondo libro di Viano s’intitola Stagioni filosofiche. La filosofia del Novecento fra Torino e l’Italia («Saggi», pp. 256, € 20) ed è dedicato ad alcuni dei protagonisti della cultura filosofica italiana, e in particolare torinese: da Abbagnano a Bobbio, a Pareyson. Un bilancio anche severo e controcorrente delle realtà e dei miti (a partire da quello dei ritardi da recuperare dopo il fascismo) che hanno sostanziato una delle linee maestre del Novecento filosofico italiano, dall’idealismo, all’esistenzialismo, al neoilluminismo. Per finire, i nuovi titoli che escono nei «Lessici». Nel «Lessico della politica» diretto da Carlo Galli appare Teologia politica (pp. 240, € 13) di Merio Scattola. Il legame fra religione e politica, che sembrava caduto nell’oblio, torna oggi con forza inducendoci a riflettere sulla natura del nostro ordine. È possibile un ordine politico del tutto immanente, senza nessun riferimento alla trascendenza? Tale questione centrale, che si riassume nella formula «teologia politica», costituisce ancor oggi una delle più potenti forze della storia umana. Scattola ricostruisce le vicende della teologia politica soffermandosi sulla sua origine nell’antichità, sullo sviluppo che essa ebbe nel Medioevo, sulle riprese durante la Riforma e la Controriforma, sulla sua eliminazione nella dottrina dello Stato moderno e sulla sua rinascita nella filosofia politica e nel pensiero religioso del Novecento. Nel «Lessico dell’estetica» diretto da Remo Bodei esce invece l’Estetica della pittura (pp. 180, € 12) di Andrea Pinotti. Per secoli la pittura non ha cessato di interrogare la filosofia, opponendo alla visione disincarnata delle idee praticata dall’occhio dello spirito, la visione concreta di linee e colori, praticata dall’occhio del corpo. Il libro racconta la storia di quell’interrogazione, e le risposte che via via i filosofi hanno cercato nelle loro estetiche, individuando i problemi fondamentali che, dall’antichità ai giorni nostri, sempre di nuovo vengono riproposti: imitazione ed espressione, disegno e colore, forma e contenuto, figurazione e astrazione. Linguistica e critica letteraria Boitani sulle orme della letteratura medievale, Barenghi e Casadei nel nostro Novecento. E poi tre buoni testi per conoscere la linguistica e l’italiano Perennemente in viaggio, come il «suo» Ulisse, attraverso le letterature e le epoche, dall’antichità della Bibbia e dell’Odissea al moderno di Joyce o Faulkner (con libri come L’ombra di Ulisse, o Ri-Scritture) nel suo nuovo e ambizioso saggio Letteratura europea e Medioevo volgare («Collezione di testi e di studi», pp. 536, € 35) Piero Boitani torna al cuore dei suoi studi, il Medioevo, alla ricerca di una delle radici, o stazioni, di quella grande e unitaria tradizione che ha costituito la letteratura europea: la letteratura «volgare» fiorita fra l’XI e il XIV secolo, che ha ereditato modi, generi e temi da quella latina, li ha consacrati in nuovi paradigmi, e li ha trasmessi a tutte le tradizioni nazionali d’Europa. Dopo il Medioevo, due saggi di Barenghi e Casadei sottolineano il nuovo impegno che il Mulino ha cominciato a dedicare alla letteratura contemporanea. Italo Calvino, le linee e i margini («Saggi», pp. 288, € 23) di Mario Barenghi conduce un’attenta analisi della produzione di Calvino per individuare, all’interno di una vocazione plurale e mutevole, le principali direttrici, i temi ricorrenti, le nervature, in una parola la poetica. Calvino è stato considerato a lungo uno scrittore brillante ma atipico, non rappresentativo dei valori e delle tendenze del panorama letterario nazionale. Successivamente è stato promosso a grande classico della narrativa del secondo Novecento. Ma se nella sua opera sembra potersi riassumere mezzo secolo della nostra cultura letteraria dal neorealismo allo sperimentalismo, dalla riscoperta della dimensione fiabesca e fantastica al ritorno al romanzo, l’aspetto decisivo della sua attività rimane la molteplicità inquieta degli approcci, delle prospettive, delle sperimentazioni. Alberto Casadei in Stile e tradizione nel romanzo italiano contemporaneo («Saggi», pp. 312, € 25) sonda un territorio ancora poco definito come quello della narrativa italiana dal 1980 a oggi guidato dai concetti, che parevano tramontati, di stile e tradizione. Dopo aver discusso alcune rilevanti questioni teoriche (la rappresentazione del corpo, il rapporto tra «fiction» e «non fiction», la funzione etica della narrativa), Casadei passa ad analizzare l’opera di tre autori italiani (Fenoglio, Affinati e Siti) per individuarne i caratteri ricorrenti, per saggiare la capacità di leggere il presente secondo prospettive di lunga durata. È nel presente che si devono cercare linee forti, che impediscano di sottovalutare opere importanti, riconoscibili in primo luogo attraverso il loro rapporto non banale con la tradizione e la loro cifra stilistica. Dalla letteratura alla lingua, per parlare di italiano. Nell’odierno «villaggio globale», fatto di parola, immagine, suono, evoluzione tecnologica, che ne è dell’italiano? Quali sono le strategie linguistiche che la comunicazione multimediale adotta nel parlato e nello scritto? L’italiano nella società della comunicazione («Universale Paperbacks», pp. 216, € 12) di Giuseppe Antonelli si sofferma sugli usi dell’italiano che nel periodo recente hanno conosciuto la loro prima diffusione (attraverso Internet e la telefonia cellulare) o un significativo rinnovamento (come la lingua dei politici nella cosiddetta seconda Repubblica). Ma gli spunti sono molteplici: dal «cybertesto» dei videogiochi alla «lingua ipermedia» della nuova narrativa, dal gergo giovanile a quello aziendale, dalla lingua della pubblicità a quella dei fumetti e della fiction televisiva. Un frastagliato panorama dell’italiano contemporaneo, che l’autore delinea senza trascurare il confronto tra i fenomeni attuali e la storia (anche remota) della nostra lingua. Sempre sull’italiano esce la nuova edizione ampliata e aggiornata di un testo recente ma già molto diffuso, L’italiano contemporaneo («Itinerari», pp. 272, € 16) di Paolo D’Achille, che presenta l’italiano di oggi ai vari livelli di analisi linguistica, dalla fonetica e fonologia alla morfologia flessiva e lessicale, dalla sintassi al lessico (compreso il settore dell’onomastica, in genere trascurato nelle trattazioni generali). Sono affrontati tra l’altro alcuni aspetti di carattere variazionale particolarmente significativi, con capitoli dedicati al parlato, allo scritto, al trasmesso, e con approfondimenti sul linguaggio giovanile, sulle varietà regionali e sulla lingua dei semicolti. Infine La linguistica. In pratica («Itinerari», pp. 264, € 17) di Edoardo Lombardi Vallauri illustra le nozioni di base della linguistica, presentandone di pari passo l’utilità nei vari campi di applicazione. La materia è organizzata non tanto secondo i tradizionali livelli di analisi, quanto secondo gli ambiti dell’agire umano nei quali conoscere la linguistica rappresenta un vantaggio. L’esposizione chiara e articolata, che si avvale di numerose esemplificazioni, ne fa uno strumento ottimale per chi si avvicina allo studio del linguaggio e della comunicazione. 17 Politica Proposte, ricerche, strumenti per capire i problemi della politica: un filo rosso che qualifica da sempre il lavoro editoriale del Mulino L’attenzione alla politica, sia nella sua dimensione di scienza sia nella sua dimensione concreta, è un filo rosso presente da sempre nel lavoro editoriale del Mulino. Le novità del semestre sono un buon esempio di questo lavoro, in particolare per quanto riguarda l’analisi dei problemi contemporanei. E nessun dubbio che uno dei problemi più attuali, in Italia ma non solo, sia quello della riforma pensionistica. Più indietro, nelle pagine della collana «Farsi un’idea», abbiamo già parlato del libretto su Tfr e fondi pensione di Riccardo Cesari. Ma nella collana «Contemporanea» escono ben due interventi in tema. Vincitori e perdenti. Come cambiano le pensioni in Italia e in Europa (pp. 240, € 14) di David Natali è un libro per capire gli interessi in gioco e le mosse dei protagonisti, siano essi partiti, sindacati, gruppi di pressione; una guida per orientarsi nella selva oscura delle nuove pensioni. In alcuni paesi europei, tra cui il nostro, la spesa pubblica pensionistica arriva a sfiorare il 15% dell’intera ricchezza prodotta annualmente. Ciò basta a designare la previdenza come tassello fondamentale dei rapporti tra stato, mercato, società civile, famiglia e individuo. Ma, più direttamente, per ciascuno di noi le pensioni sono una voce decisiva nel bilancio di un’intera vita di lavoro. Le riforme previdenziali non producono mai risultati omogenei: c’è sempre qualcuno chiamato a sopportarne maggiormente i costi, mentre altri ne ricavano soprattutto vantaggi. Chi sono questi «contribuenti netti» e «beneficiari netti» delle riforme che stanno cambiando il volto dei sistemi pensionistici in Italia e in Europa? Quali categorie sociali si nascondono dietro le asettiche definizioni degli studiosi? Come districarsi nel ginepraio di pilastri e porzioni, importi forfettari e compensativi, prestazioni contributive e retributive, sistemi a ripartizione e a capitalizzazione, Tfr e super bonus? Con Il gioco delle pensioni: rien ne va plus? (pp. 128, € 9,50), a sei anni dal loro saggio su Le pensioni. Il pilastro mancante, Giuliano Amato e Mauro Marè tornano con appassionato impegno civile a sostenere, alla vigilia di riforme decisive, la 18 necessità di un sistema pensionistico complementare a capitalizzazione, l’unico che non fa gravare sulle generazioni future il costo di qualsiasi aggiustamento o politica irresponsabile. Non resta molto tempo: ci stiamo avvicinando al «rien ne va plus» del gioco delle pensioni, nel quale, tra dieci anni, non solo non sarà più possibile puntare, ma nemmeno giocare. Garantire oggi, inscrivendoli in norme, diritti formali non implica purtroppo che la solidarietà intergenerazionale sarà assicurata. Se vi saranno ancora risorse finanziarie, dopo che le «giocate» dell’attuale generazione saranno giunte all’incasso, lo scambio fra generazioni potrà continuare; ma se si ridurranno, come molto plausibilmente accadrà, cosa ne sarà di quei diritti e di quei patti? La profonda mutazione demografica che ci porta verso una società con molti anziani e pochi giovani mina alla base i sistemi pensionistici a ripartizione attivati negli anni Sessanta, quelli cioè che sono basati sull’equilibrio del rapporto tra lavoratori attivi e pensionati e che scaricano il costo delle pensioni sulle generazioni successive. Sono sistemi che hanno richiesto implicitamente la definizione di un contratto sociale tra generazioni, i cui termini però sono sempre stati scritti dai beneficiari. E quando i governi hanno tentato di ridistribuire più equamente i costi hanno spesso incontrato difficoltà e ferme opposizioni, sì da vanificare gli sforzi fatti. Sempre in «Contemporanea», Roberto Cartocci propone le sue Mappe del tesoro. Atlante del capitale sociale in Italia (pp. 168, € 12,50), un contributo di prima mano alla conoscenza concreta del nostro paese. Dove risultano più ricche e intense le relazioni, libere e disinteressate, che legano tra loro i cittadini di una comunità? In altre parole che tratti presenta l’attuale geografia delle virtù civiche degli italiani? Le mappe delle 103 province italiane che Cartocci presenta forniscono un quadro aggiornato, e non privo di sorprese, della distribuzione del capitale sociale. Ne emerge sì una frattura fondamentale lungo i confini meridionali di Toscana, Marche e Umbria, ma anche differenze altrettanto interessanti all’interno delle due POLITICA grandi ripartizioni. Al Sud sono poverissime di capitale sociale la Campania e la Calabria, mentre in una situazione migliore si trovano alcune zone della Puglia, della Basilicata e della Sicilia, ma soprattutto la Sardegna. Al Nord, d’altra parte, minori riserve di capitale sociale si registrano in numerose aree del Veneto, della Lombardia e del Piemonte. Un mosaico per certi versi inatteso: Sassari supera Belluno, Verona, Padova e Brescia; Oristano fa meglio di Asti, Torino e Novara; Cagliari precede Sondrio, Como, Vicenza, Treviso e Milano; Matera viene prima di Varese; Nuoro e Ragusa staccano Roma. Un panorama assai contrastato, che Cartocci pone puntualmente a confronto con le differenze di reddito e con la distribuzione degli elettori delle due coalizioni. Gli italiani e la politica («Studi e ricerche», pp. 336, € 26), a cura di Marco Maraffi, è un’altra documentata ricognizione del paese nei suoi rapporti con la politica. Prima i consumi diffusi, la scolarizzazione e le comunicazioni di massa, poi la globalizzazione, la deindustrializzazione e l’immigrazione, insieme alla fine della guerra fredda e alla crisi della Prima repubblica, hanno cambiato profondamente, negli ultimi decenni, il rapporto degli italiani con la politica. Fra i tratti salienti di questa trasformazione troviamo il venir meno delle subculture «bianca» e «rossa», la decrescente incidenza delle caratteristiche socio-demografiche (genere, età, istruzione, occupazione spiegano ormai ben poco degli atteggiamenti e dei comportamenti politici), il declino delle posizioni di centro a vantaggio di quelle di destra e di centrodestra, la domanda di leadership e il ruolo decisivo che ne deriva per la televisione. Delineando il ritratto dell’odierno civis italicus, di cui vengono illustrati i valori e il grado di consapevolezza relativamente alla cosa pubblica, il volume ci aiuta a capire meglio tali trasformazioni e il modo in cui i cittadini entrano in contatto con la sfera politica. E fra le trasformazioni della politica negli ultimi anni sta indubbiamente un’avanzata massiccia dell’antipolitica, ovvero il discorso di leader che si oppongono a un establishment politico tacciato di immobilismo, inettitudine e corruzione. È un discorso diffuso in modo così rilevante che sembra ormai rientrare nella normalità della democrazia. L’antipolitica al governo. De Gaulle, Reagan, Berlusconi («Con- temporanea», pp. 256, € 14) di Donatella Campus si chiede se l’antipolitica sia solo un efficace esercizio di demagogia o possa invece diventare un vero e proprio strumento di governo, al servizio di un progetto capace di trasformare il sistema politico. Fondamentale, da questo punto di vista, è la capacità di utilizzare i mass media, e in particolare la televisione, come tribuna da cui suscitare nei cittadini l’identificazione con una leadership forte e incisiva. Il confronto fra tre leader – De Gaulle, Reagan e Berlusconi – che, presentatisi come outsider, hanno poi ricoperto le massime cariche di governo e lasciato una traccia profonda nella vicenda politica dei rispettivi paesi, permette non solo di comprendere meglio il fenomeno dell’antipolitica, ma anche di tracciare un bilancio inedito del percorso politico di Silvio Berlusconi e della sua, vera o presunta, eccezionalità. Strumenti della democrazia («Prismi», pp. 224, € 18), a cura di Gianfranco Pasquino, esamina gli strumenti utilizzati per perfezionare il funzionamento dei sistemi democratici, che sono stati diversi a seconda delle epoche e dei luoghi. Nel volume sono considerati quelli che, nella fase presente, risultano maggiormente idonei a rendere la democrazia non soltanto più completa e diffusa, ma anche più e meglio partecipata. Tali strumenti sono esaminati e discussi sulla base di quattro criteri: la capacità di suscitare interesse per la politica, di produrre informazione, di consentire partecipazione, di favorire e accrescere il potere decisionale dei cittadini e, in particolare, il loro senso di efficacia (vale a dire la convinzione di «contare»). Riforme istituzionali e rappresentanza politica nelle Regioni italiane («Il Mulino/Ricerca», pp. 296, € 22,50), a cura di Alessandro Chiaramonte e Giovanni Tarli Barbieri, traccia un accurato bilancio dell’intensa stagione riformatrice che da alcuni anni va trasformando l’assetto politico-istituzionale delle regioni italiane, in particolare dopo l’approvazione della legge costituzionale 1/1999, che ha conferito alle regioni un’autonoma potestà statutaria e di intervento in materia elettorale. L’ultima legislatura regionale, conclusasi con le elezioni del 2005, è stata dunque «costituente» per quelle regioni che hanno introdotto un nuovo statuto e/o una nuova legge elettorale. Al di là degli 19 POLITICA esiti le regioni sono adesso più autonome di quanto non fossero nel definire le modalità di funzionamento dei propri organi rappresentativi. Le strategie internazionali delle città. Dieci metropoli a confronto («Prismi», pp. 200, € 16,50), a cura di Ernesto d’Albergo e Christian Lefèvre, presenta i risultati di una ricerca comparativa, cui hanno partecipato scienziati della politica, sociologi, geografi economici, storici ed urbanisti, in merito all’azione internazionale delle grandi città. Gli stati nazionali sono stati considerati a lungo i protagonisti in un’arena internazionale in cui non era previsto alcun ruolo per le città. Tuttavia, il capitalismo contemporaneo e le trasformazioni della governance globale hanno reso i territori urbani snodi fondamentali degli scambi economici mondiali e nuovi protagonisti dei processi politici, nell’Unione europea e non solo. Governare grandi città non significa più quindi solo gestire servizi per il benessere dei cittadini ma anche sviluppare azioni e strategie di portata internazionale. Ma in che modo e con quali specifiche finalità? Il volume analizza le strategie internazionali di dieci città (Amsterdam, Birmingham, Budapest, Madrid, Manchester, Montréal, Parigi, Roma, Vilnius e Zurigo), mettendo a fuoco i fattori che ne spiegano le convergenze e le differenze. Alleati ma rivali. Teoria delle alleanze e politica estera settecentesca («Il Mulino/Ricerca», pp. 392, € 29) di Marco Cesa è un cospicuo studio di relazioni internazionali che, analizzando la situazione del Settecento europeo, porta l’attenzione su un aspetto della teoria delle alleanze cui per il solito si dedica scarsa attenzione. La maggior parte degli studiosi tende infatti a vedere negli alleati semplicemente stati che collaborano in vista di un fine condiviso e pone l’accento sugli aspetti cooperativi delle alleanze e sulla loro dimensione «esterna»: fare fronte a un nemico comune. Dalla lettura della 20 storia diplomatica, tuttavia, si ricavano ben altri spunti. Gli alleati sono spesso divisi da forti elementi di rivalità e si impegnano di frequente in manovre ambigue e complesse, condizionandosi e controllandosi a vicenda, limitando così la reciproca libertà di movimento. Esiste, insomma, una dimensione «interna» delle alleanze tanto importante quanto l’altra, se non persino di più. Se tali aspetti possono essere colti anche nelle alleanze contemporanee – a cominciare dalla Nato – la scelta di Cesa cade sull’Europa settecentesca. È questo un periodo in cui il gioco diplomatico è particolarmente vivace, e in cui l’assenza di conflitti ideologici e una gestione estremamente centralizzata della politica estera consentono di mettere a fuoco alcune dinamiche degli allineamenti basate prevalentemente sul potere e sull’interesse. L’Africa. Gli stati, la politica, i conflitti («Universale Paperbacks», pp. 240, € 12,50) di Giovanni Carbone è la seconda edizione aggiornata di un testo che, uscito solo due anni fa, ha conosciuto un immediato e largo successo a riprova del diffuso desiderio di informazione su un continente pressoché rimosso, di cui sappiamo pochissimo, che si impone alla nostra attenzione soltanto in occasione di avvenimenti «estremi». Ripercorrendo i maggiori snodi politici che ne hanno delineato il volto contemporaneo, Carbone presenta i tratti principali e le dinamiche più comuni dei sistemi politici del continente africano, in riferimento al più ampio contesto sociale, culturale ed economico. Ne emerge una vicenda che si caratterizza per la pesante eredità del colonialismo, la forte concentrazione e personalizzazione del potere, una competizione politica segnata da aspre connotazioni etniche, una diffusa corruzione e reiterate violenze. Un quadro che tuttavia ha visto anche, in tempi recenti, una precaria riduzione dei conflitti armati e importanti seppure incerti tentativi di democratizzazione. Sociologia Istruzione, lavoro, popolazione sono i temi al centro di una proposta articolata, che si apre però con due maestri della sociologia contemporanea, Lepsius e Becker La sociologia non è, quantitativamente, la disciplina dominante nella produzione attuale, ma certo è ed è sempre stata pars magna del profilo culturale del Mulino, grazie a un’attenta scelta di ricerche empiriche ma anche alla proposta di grandi e riconosciuti maestri della disciplina quali, fra le novità di questo 2007, M. Rainer Lepsius e Howard S. Becker. Il significato delle istituzioni («Collezione di testi e di studi», pp. 448, € 33) presenta al lettore italiano M. Rainer Lepsius. Figura di primo piano – al pari di Dahrendorf, Luhmann, Habermas, Beck – della sociologia tedesca recente, Lepsius si distingue come intellettuale di respiro europeo, per il retroterra culturale e per i temi affrontati. Al centro della sua analisi: l’avvento della dittatura hitleriana in un paese dell’Occidente sviluppato, che rivela la fallacia dell’ottimismo modernizzatore e le «potenzialità autodistruttive di una società moderna»; la divisione e la riunificazione della Germania, con la ex Ddr incamminata forse verso un destino simile a quello del Mezzogiorno italiano; il declino dello stato nazionale e la costruzione istituzionale dell’Unione europea. Curato da Alessandro Cavalli, questo volume che raccoglie i saggi più significativi di Lepsius, scritti nell’arco di quasi quarant’anni, consentirà l’accesso a un pensiero di non comune rigore e di grande rilevanza per la riflessione sulla realtà dell’Europa contemporanea. Di Howard S. Becker, già presente nel catalogo del Mulino con una rilevante monografia su I mondi dell’arte edita nel 2004, esce il nuovo libro I trucchi del mestiere. Come fare ricerca sociale («Saggi», pp. 304, € 23), un testo decisamente originale, che mette a frutto l’esperienza personale dell’autore come prisma attraverso il quale mostrare i «trucchi» dello scienziato sociale alle prese con la ricerca empirica. Trucchi intesi come dispositivi capaci di illustrare le diverse questioni attorno a cui sono costruiti altrettanti capitoli del volume: di che genere sono le nostre rappresentazioni della realtà sociale? come conciliare lo studio di un caso particolare e la necessità di generalizzazio- ne? dove cercare i concetti per organizzare i dati? di quali risorse logiche dispongono le scienze sociali? Non un prontuario di metodologia, dunque, ma un arsenale di idee su come condurre una ricerca; non un ciclo di lezioni, ma una trama di conversazioni sugli ingredienti che i sociologi impastano nel loro lavoro e sulle possibili ricette alternative. Con un filo conduttore: l’idea che l’indagine sociologica è anche (soprattutto) esercizio di immaginazione. Su un diverso piano, il manuale di Alberto Marradi Metodologia delle scienze sociali («Manuali», pp. 280, € 22), curato da Rita Pavsic e Maria Concetta Pitrone, frutto di un’esperienza pluridecennale di insegnamento e ricerca, copre un intero corso di metodologia delle scienze sociali fornendo sia gli strumenti fondamentali per padroneggiare la disciplina, sia numerosi spunti di approfondimento per quanti siano interessati ad arricchire il proprio bagaglio culturale al di là della preparazione di base. In Globalizzazione e istruzione («Saggi», pp. 296, € 22,50) Antonio Cobalti discute i processi di trasformazione che vanno sotto il nome di globalizzazione e le contemporanee trasformazioni dei sistemi scolastici nazionali, nei quali sono stati portati alla ribalta concetti quali «competizione tra scuole», «buoni scuola», «capitalismo accademico», «privatizzazione scolastica». Ma in che modo i due versanti del mutamento in corso – globalizzazione e istruzione – sono collegati fra loro? Secondo Cobalti la risposta è da ricercare in un insieme potente di idee, riconducibili al cosiddetto neoliberismo, che hanno plasmato i processi di globalizzazione economica, di trasformazione dello stato e di riforma dei sistemi scolastici. L’influenza di tali idee è rafforzata da alcune istituzioni internazionali, come l’Organizzazione mondiale del commercio e la Banca mondiale, che ne sono diventate gli alfieri, anche in campo educativo. Studiare le pratiche lavorative («Itinerari», pp. 232, € 16,50) di Attila Bruni e Silvia Gherardi è un manuale che fornisce gli strumenti utili a comprendere il lavoro 21 SOCIOLOGIA come insieme di pratiche ancorate in contesti specifici (i luoghi di lavoro, siano essi fisici o virtuali), che comportano la collaborazione tra agenti umani e non umani (nuove tecnologie della comunicazione, ambienti tecnologicamente «densi»). Il modello di analisi proposto consente di interpretare il lavoro come pratica mediata da corpo, tecnologia, linguaggio e regole. Tale quadro interpretativo viene illustrato con riferimento a numerosi esempi tratti da ricerche sul campo. Un modo innovativo di studiare le pratiche lavorative, portando anche un contributo interessante al rinnovamento in atto nelle discipline sociali e in particolare nella sociologia del lavoro. Ancora in tema di lavoro esce la nuova edizione aggiornata del saggio di Massimo Paci Nuovi lavori, nuovo welfare. Sicurezza e libertà nella società attiva («Contemporanea», pp. 272, € 14). Delle grandi trasformazioni che hanno investito il mondo del lavoro e messo in crisi il tradizionale sistema di welfare si danno spesso letture solo negative: precarizzazione del lavoro, ridotta protezione sociale, insicurezza diffusa. Paci analizza le correnti profonde che plasmano la società contemporanea sotto la potente spinta del processo di individualizzazione, per metterne in luce i possibili esiti positivi. Se è vero che nell’organizzazione gerarchica della grande fabbrica, nella famiglia tradizionale fondata sulla dipendenza di genere e di età, nello stato sociale centralizzato e categoriale erano presenti elementi di illibertà non più sostenibili dalle nuove generazioni, le aspirazioni di autonomia e di libertà che connotano i progetti di vita degli uomini e delle donne d’oggi non vanno abbandonati interamente alle politiche neoliberiste. Sono necessarie nuove forme di protezione e di organizzazione sociale, dal riconoscimento di attività lavorative (di cura, di formazione, di volontariato) esterne al mercato al riallineamento dei tempi di vita e di lavoro, dal prolungamento della vita attiva a una diversa articolazione del sistema pensionistico e di assistenza, alla ricerca di un nuovo equilibrio istituzionale fra le due insopprimibili esigenze di sicurezza sociale e libertà dei cittadini. Il Rapporto sulla popolazione. L’Italia all’inizio del XXI secolo («Universale Paperbacks», pp. 176, € 11,50) promosso dal Gruppo di coordinamento per la demografia della Società italiana di statistica e curato da Giuseppe Gesano, Fausta Ongaro e Alessandro Rosina, a partire da un’ampia mole di dati illustra la complessità delle dinamiche demografiche della società italiana contemporanea, della quale delinea un ritratto preciso e aggiornatissimo. L’Italia è uno dei paesi dove si fanno meno figli al mondo, dove questi vivono più a lungo con i genitori, dove maggiori sono la longevità e l’invecchiamento della popolazione. Un peso così elevato degli anziani 22 (attualmente una persona su cinque), del tutto inedito nella storia dell’umanità, costituisce una sfida completamente nuova per le società moderne, con conseguenze economiche e sociali che noi ci troveremo ad affrontare in prima linea. Sta cambiando rapidamente anche la famiglia: le coppie di fatto, le nascite extra-nuziali, l’instabilità coniugale – fenomeni moderatamente presenti nel nostro paese fino a pochi anni addietro – sono ora in crescita esponenziale. Anche l’immigrazione, che sembrava toccarci solo marginalmente fino a dieci anni fa, sta conoscendo una fase di grande effervescenza: per quanto la presenza di stranieri sia più bassa rispetto ad altri paesi occidentali, oggi i suoi tassi di crescita sono da noi tra i più elevati in Europa. E in specifico sull’immigrazione Corrado Bonifazi propone una nuova edizione aggiornata del suo L’immigrazione straniera in Italia («Studi e ricerche», pp. 272, € 21), che illustra puntualmente il fenomeno dell’immigrazione straniera in Italia dal punto di vista sia statistico sia interpretativo, fornendo gli elementi di informazione e riflessione indispensabili per affrontarne la realtà senza pregiudizi o strumentalizzazioni. Viene così delineato il quadro complessivo del problema nei suoi molteplici aspetti: i fattori che innescano gli spostamenti di popolazione; dimensioni, provenienza e destinazione dei flussi d’immigrazione; rapporti degli immigrati con il mercato del lavoro; atteggiamenti e opinioni degli italiani verso l’immigrazione; conseguenze demografiche del fenomeno; politica migratoria e stato complessivo dell’inserimento nella nostra società (presenze nella scuola, situazione abitativa e comportamenti devianti). Infine, proprio mentre il Parlamento si appresta a discutere un disegno di legge che regola, per la prima volta in Italia, i diritti e doveri delle unioni di fatto, comprese quelle omosessuali, così come è già avvenuto in molti altri paesi europei, torna in libreria in una nuova edizione la ricerca di Marzio Barbagli e Asher Colombo Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia («Contemporanea», pp. 368, € 18). Il volume mette in luce quanto i comportamenti degli «omosessuali moderni» siano diversi dagli stereotipi che circolano in alcuni strati, sia pure sempre più ristretti, di popolazione. Il «coming out», la diffusione dei luoghi pubblici di incontro, l’elaborazione politico-culturale segnalano la nascita di una specifica identità omosessuale che chiede riconoscimenti e diritti. La nuova edizione, oltre ad aggiornare al 2007 i dati relativi all’opinione pubblica e ai frequentatori e iscritti ai vari club omosessuali, aggiunge un nuovo capitolo che fa il punto sulla legislazione nei vari paesi europei e sul numero di unioni civili e di divorzi tra gay e tra lesbiche. Psicologia Nel settore della psicologia, il forte rilancio della collana «Aspetti della psicologia», rivolta al mondo della professione psicologica, è la novità più marcata Il Mulino ha creato, nel corso ormai di alcuni decenni, un notevole catalogo di psicologia. In questo lavoro, la parte preponderante è sempre stata dedicata al mondo universitario, anche se col tempo e in particolare negli ultimissimi anni è cresciuta l’attenzione non solo per il lettore non specialista, che trova vari titoli d’interesse nelle collane «Farsi un’idea» e «Universale Paperbacks», ma anche per il mondo della professione psicologica, cui è in particolare dedicata la collana «Aspetti della psicologia». Questa professione ha acquisito una sempre maggiore varietà di specializzazioni e di campi di intervento e necessita di un costante aggiornamento e approfondimento. «Aspetti della psicologia» cerca di rispondere a questo bisogno, fornendo nuovi strumenti di interpretazione e di intervento sia in ambito clinico-psicoterapeutico, sia in ambito della psicologia sociale applicata, e della psicologia dello sviluppo. A riprova del rafforzato impegno in questa direzione, sono ben cinque i nuovi titoli degli «Aspetti» che presentiamo in questo semestre. Le Relazioni affettive. I sentimenti nel conflitto e nella mediazione (pp. 248, € 16,50), di Ritagrazia Ardone e Claudia Chiarolanza, è un testo rivolto a tutti i professionisti della mediazione famigliare (consulenti, psicoterapeuti di coppia, operatori psicosociali, ecc.) che, a diverso titolo, si trovano coinvolti nel campo delle relazioni di coppia e, non ultimo, nel campo dell’affidamento congiunto. Cosa accade nel momento in cui si entra in un lungo circolo vizioso di disaccordi con il proprio partner? Quali sono le dinamiche che intervengono non solo a livello di coppia, ma anche, come genitori, con i propri figli? Le autrici affrontano il tema della gestione dei conflitti di coppia e genitoriali per approdare all’intervento di mediazione famigliare. Con ampio ricorso a casi concreti, vengono descritti gli elementi di base dei conflitti, con una particolare attenzione alla dimensione emotiva, per poi considerare le strategie di intervento e il processo stesso di mediazione. Utile per tutti i professionisti dell’infanzia è Il lutto infantile. La per- dita di un genitore nei primi anni di vita (pp. 176, € 14), di Alicia F. Lieberman, Nancy C. Compton, Patricia Van Horn e Chandra Ghosh Ippen, che espone in modo chiaro e diretto un insieme di linee guida che presiedono al trattamento di bambini vittime di un lutto traumatico precoce. Vengono illustrate le reazioni alla perdita, le complicazioni che possono emergere nel processo di elaborazione del lutto, gli approcci di valutazione, gli interventi clinici. Attraverso alcuni casi sono esemplificate le risposte dei piccoli alla morte del genitore e le strategie che psicologi e famigliari possono mettere in atto per assicurare ai bambini uno sviluppo adeguato, pur nel contesto di una situazione così problematica. Linguaggio e sordità. Gesti, segni e parole nello sviluppo e nell’educazione (pp. 304, € 20), di Maria Cristina Caselli, Simonetta Maragna e Virginia Volterra, fornisce gli strumenti per comprendere basi e meccanismi della comunicazione nell’ambito della sordità, e costituisce un ausilio prezioso sia per chi è coinvolto nell’insegnamento della Lingua dei Segni Italiana (LIS), sia per chi, a diverso titolo (operatori, insegnanti, responsabili di servizi sociali ecc.), si occupa dei temi relativi all’apprendimento e all’uso del linguaggio in rapporto alla sordità. Le discipline psicologiche negli ultimi anni hanno dedicato una crescente attenzione alla formazione nei luoghi di lavoro, offrendo un significativo contributo in termini di ricerca scientifica e applicazioni. Il testo di Franco Fraccaroli Apprendimento e formazione nelle organizzazioni. Una prospettiva psicologica (pp. 288, € 20) descrive i processi della formazione e dell’acquisizione delle competenze nelle organizzazioni analizzandone le componenti: apprendimento nei contesti di lavoro; motivazione alla formazione; analisi dei bisogni, progettazione, realizzazione e gestione degli interventi formativi; formazione dei team; apprendimento organizzativo. Quinta e ultima novità degli «Aspetti», Valutare la motivazione. Strumenti per l’analisi dei processi motivazionali (pp. 208, € 16) di Falko Rheinberg è 23 PSICOLOGIA dedicato a un costrutto fra i più importanti e utilizzati in psicologia. Che cosa è la motivazione? Di quante e quali motivazioni si può parlare? Chi o che cosa può dare motivazione? Esistono deficit motivazionali specifici, diagnosticabili e su cui è possibile intervenire? Si può misurare la motivazione? In che modo possono essere colti gli stimoli o i bisogni che motivano il nostro agire? Il volume illustra gli strumenti con cui valutare la motivazione partendo dalla prospettiva secondo cui motivazione e calo di motivazione possono essere collocati a diversi livelli: dalla mancanza di interesse per l’attività alla convinzione di non farcela, dalla ridotta perseveranza all’idea che la situazione non possa essere modificata dal proprio comportamento. L’attaccamento disorganizzato. Gli effetti dei traumi e delle separazioni («Prismi», pp. 408, € 32), a cura di Judith Solomon e Carol George, è dedicato a un costrutto che, all’interno delle classificazioni della teoria dell’attaccamento, si è rivelato di grande portata conoscitiva, suscitando notevole interesse sia nella comunità scientifica sia nel mondo della pratica clinica. Ne è stata particolarmente apprezzata la capacità di fornire da un lato una spiegazione teorica, dall’altro le linee guida di trattamento dei disturbi dovuti a relazioni traumatiche con le figure di cura. Il volume, che presenta una serie di contributi dei maggiori studiosi in questo ambito di ricerca, offre un quadro completo e approfondito dell’attaccamento disorganizzato, di cui vengono illustrate la natura, l’eziologia, le conseguenze sociali e cognitive, le ricadute sui bambini (anche su gruppi «atipici») e le applicazioni cliniche. Frutto del lungo lavoro di ricerca di uno dei più importanti studiosi della materia, L’intelligenza («Saggi», pp. 240, € 18,50) di Cesare Cornoldi conduce il lettore in una delle aree più affascinanti e sfuggenti della psicologia. Cos’è l’intelligenza? Come si misura? Intelligenti si nasce o si diventa? Cornoldi presenta un’approfondita e articolata analisi delle diverse teorie sull’intelligenza e sulla sua misurazione, delle sue basi biologiche e del ruolo di esperienza ed educazione, e illustra poi come gli sviluppi recenti della psicologia cognitiva possano aiutare a sviluppare una nuova visione dell’intelligenza, basata sui concetti di memoria di lavoro e metacognizione. Su un piano più divulgativo Anna T. Cianciolo e Robert J. Sternberg con la loro Breve storia dell’intelligenza («Universale Paperbacks», pp. 224, € 12) spiegano natura, caratteristiche, origine del concetto di intelligenza e illu- 24 strano le molteplici prospettive adottate per studiarla (psicologia, sociologia, antropologia, filosofia), discutendo le implicazioni di ciascuna per la misurazione e per l’accrescimento dell’intelligenza. Infine esaminano metodi e orientamenti impiegati per studiare i geni e l’intelligenza, nonché le complesse cause delle differenze razziali, etniche e sessuali che emergono in alcuni test di abilità intellettive. Altro argomento seducente, complesso e in gran parte ancora misterioso è quello delle emozioni cui è dedicata la Breve storia delle emozioni («Universale Paperbacks», pp. 232, € 13) di Keith Oatley. La complessità delle emozioni dipende essenzialmente dal fatto che esse, congiuntamente, hanno profonde radici neurobiologiche nel nostro organismo, sono un’esperienza soggettiva dotata di importanti significati in connessione con i propri interessi e scopi, hanno una valenza sociale nelle relazioni con gli altri e sono definite dalla cultura di appartenenza. Aspetti che interagiscono fra loro e s’influenzano a vicenda, con la conseguenza che le emozioni costituiscono esperienze multiformi, anche conflittuali e ambigue, che attraversano tutto il nostro organismo. Il volume offre un panorama dettagliato del vasto continente delle emozioni in una prospettiva storica e descrive le diverse strategie che sono state elaborate per regolarle e gestirle. Infine due testi per l’università. L’Introduzione alla psicologia della comunicazione («Manuali», pp. 296, € 22), a cura di Rino Rumiati e Lorella Lotto, delinea il panorama della psicologia della comunicazione nelle sue diverse componenti, mettendo in luce i meccanismi propriamente psicologici e le strategie cognitive alla base del processo comunicativo «per sé» e nei diversi contesti comunicativi, evidenziando i fattori o le condizioni che contribuiscono in varia misura a rendere la comunicazione efficace e funzionale. Il volume si articola in due parti, una teorica e una applicativa. Sono così illustrati i modelli interpretativi classici e contemporanei che spiegano i processi comunicativi e sono descritte le applicazioni della psicologia della comunicazione nei diversi ambiti della vita sociale (organizzazioni, salute, marketing, pubblicità, media, ecc.). La persuasione («Itinerari», pp. 208, € 14) di Nicoletta Cavazza, di cui esce una nuova edizione, offre una panoramica completa e aggiornata sul tema, presentando gli ultimi modelli teorici, i filoni di ricerca sia tradizionali sia recenti e gli strumenti per valutare l’efficacia dei messaggi persuasivi. Economia Fare i conti con la povertà, fare i conti alla povertà: un tema prioritario apre con tre titoli le novità di economia La povertà è un tema che negli ultimi anni ha guadagnato sempre più spazio nel dibattito economico. Quanto mai opportuno allora aprire le pagine di economia con tre rilevanti opere in argomento, cominciando da Partha Dasgupta, una delle più autorevoli voci dell’economia contemporanea, ospite d’onore qualche settimana fa al Festival dell’economia di Trento. Nella sua lunga carriera di studioso Dasgupta ha analizzato una pluralità di temi connessi allo sviluppo economico: dalla misura del benessere all’utilizzo delle risorse ambientali, dalle cause profonde della povertà al ruolo del capitale sociale, dalla contabilità ambientale ai fondamenti economici della ricerca scientifica e tecnologica. Tutti questi temi si ritrovano ora in Povertà, ambiente e società. Il ruolo del capitale naturale e del capitale sociale nello sviluppo economico («Saggi», pp. 336, € 25), unificati da una medesima prospettiva: lo sviluppo economico è un processo che deve essere indagato tenendo conto di diversi aspetti, quali la dimensione economica e sociale, la cultura e le istituzioni, la dimensione ambientale, i diritti e la partecipazione politica. Nell’approfondire le interazioni fra uomo, ambiente naturale e istituzioni formali e informali, Dasgupta mette in luce quei meccanismi ancora poco esplorati che generano trappole della povertà, ovvero situazioni in cui povertà, sottonutrizione, degrado della dotazione di risorse naturali locali e alti tassi di fertilità interagiscono in una spirale in cui ciascun fattore è sia causa sia conseguenza degli altri. Mentre ragiona sulla persistenza della povertà estrema, Dasgupta indica le linee per progettare nuove strategie di crescita. Segnalato da amazon come il migliore libro di business dell’anno, La fortuna alla base della piramide. Sconfiggere la povertà e realizzare profitti («Economia e management», pp. 296, € 22) di C.K. Prahalad intende mostrare che le potenzialità del mercato sono dove meno ce l’aspetteremmo: alla base della piramide della ricchezza. Mentre la battaglia è al vertice, dove la concorrenza per assicurarsi i 75 milioni di persone con un potere d’acquisto superiore ai ventimila dollari è feroce, un’enorme quota di mercato è ancora da conquistare. Esistono miliardi di persone povere che hanno un’immensa capacità imprenditoriale e potere d’acquisto, seppur singolarmente limitato. Questo volume ci invita a ribaltare le nozioni preconcette: si può imparare a soddisfare i bisogni di questa fascia di consumatori e contemporaneamente aiutare i più poveri del mondo a uscire dalla loro condizione. Sarebbe dunque il profitto la chiave per sconfiggere la povertà? Una teoria tutt’altro che infondata, come dimostrano le numerose success stories documentate nel libro. Povertà, di che cosa? Risorse, opportunità, capacità («Saggi», pp. 216, € 17,50) di Flavio Delbono e Diego Lanzi affronta il problema di identificare i poveri e misurare la povertà. Si parla ormai di povertà multidimensionale: la deprivazione viene riferita a una molteplicità di dimensioni della vita importanti per la realizzazione individuale. Secondo questa impostazione l’obiettivo di eliminare la povertà si connette con altri quali l’eliminazione delle diseguaglianze di genere e il sostegno all’istruzione primaria. Rispondere all’interrogativo posto dal libro consente allora di declinare le forme di povertà in diversi spazi di valutazione (dalle risorse alle libertà) e di apprezzare al meglio come la diversità umana imponga politiche differenziate di fuoriuscita dalla povertà. Nella serie ormai classica dei «Grandi economisti contemporanei» esce, a cura di Ignazio Visco, Macroeconomia, econometria e politica economica («Collezione di testi e di studi», pp. 552, € 40) di Lawrence R. Klein, Nobel per l’economia nel 1980. Nessun altro economista, era detto nelle motivazioni del premio, ha avuto «così tanti seguaci e un’influenza così grande» sulla ricerca empirica in economia. In effetti, il modo in cui oggi si fa ricerca applicata, si formulano previsioni, si discute di politica economica deve moltissimo a Klein e questo volume intende appunto illustrare la portata e l’impatto del suo lavoro. Il volume di Alberto Quadrio Curzio 25 ECONOMIA Economisti ed economia. Per un’Italia europea: paradigmi tra il XVIII e il XX secolo («Saggi», pp. 404, € 29) rivisita sia figure di economisti – come Beccaria, Verri, Cattaneo, Einaudi, Vanoni, Saraceno, Vito, Demaria e Fuà –, sia il ruolo di enti (come l’Istituto Lombardo-Accademia di Scienze e Lettere e la Società Italiana degli Economisti) e di imprese (come la Società Edison, fondata da Giuseppe Colombo) che in diversi periodi hanno svolto un ruolo innovativo. L’autore ritiene che l’analisi di questo passato possa dare un contributo a un paradigma economico-politico di grande attualità, dove istituzioni, società, mercato si bilanciano e si valorizzano avendo sullo sfondo un’Italia con intonazione europeista e con un riconosciuto ruolo della cultura. Così, lungo tre secoli, l’autore arriva selettivamente al presente rivisitando personalità ed enti che ancora tramandano insegnamenti a un’Italia poco incline a capire e a valorizzare la propria identità e i propri meriti storici. Liberalismo e politica economica («Collezione di testi e di studi», pp. 320, € 25) di Costantino Bresciani Turroni ripubblica Il programma economico-sociale del liberalismo, pubblicato nel 1945. La notorietà e il prestigio del personaggio, la sua estraneità al fascismo, la chiarezza espositiva, facevano di Bresciani un candidato ideale alla stesura del programma economico e sociale di un partito liberale che, sia pure ridimensionato, intendeva ricoprire un ruolo di rilievo nell’Italia postbellica. Il testo di Bresciani viene riproposto unitamente a una selezione di capitoli della Introduzione alla politica economica, che secondo l’opinione dello stesso economista permettono di approfondire e dare maggior contenuto teorico ai principi esposti nel Programma. I nove capitoli dell’Introduzione presentati evidenziano bene i tratti caratterizzanti del pensiero di Bresciani così come il suo approccio metodologico per l’elaborazione di una teoria della politica economica. Per l’economia italiana, segnaliamo anzitutto la proposta di Walter Santagata La fabbrica della cultura. Ritrovare la creatività per aiutare lo sviluppo del paese («Contemporanea», pp. 152, € 10). L’arte conviene, ci dice Santagata: dai monumenti ai musei, alla musica, al paesaggio, alla gastronomia, alle industrie culturali e creative, la cultura è un capitale che può produrre reddito e posti di lavoro. 26 In quanto tale va valorizzata con politiche appropriate, che si preoccupino della sua conservazione e produzione. Tuttavia i due modelli non sono di pari importanza: il valore aggiunto della produzione sovrasta di gran lunga quello della conservazione e del consumo. Santagata mostra come risorse e attenzioni andrebbero dedicate alla catena di produzione del valore del bene d’arte. Riqualificando questo settore strategico attraverso la formazione e valorizzazione di artisti e mestieri creativi si alimenta il mercato del lavoro e lo sviluppo di tutto il sistema Italia. E accorte politiche culturali orientate in tal senso potranno contribuire a far raggiungere al nostro paese una posizione di spicco nella società globale della conoscenza, dell’innovazione e della creatività. La finanza pubblica italiana è un appuntamento annuale ormai atteso dagli studiosi di economia pubblica per fare il punto sulle politiche adottate in Italia. Il Rapporto 2007 («Studi e ricerche», pp. 360, € 27), curato da Maria Cecilia Guerra e Alberto Zanardi, è come di consueto articolato in due parti. La prima è dedicata al monitoraggio delle politiche pubbliche adottate nel corso del 2006: agli ambiti d’intervento posti annualmente sotto osservazione (conti pubblici, fisco, previdenza e assistenza, sanità, federalismo fiscale, public utilities) viene quest’anno affiancato quello relativo alle politiche per la casa. La seconda parte è dedicata all’approfondimento del ruolo dell’Unione europea nel rimuovere le distorsioni al funzionamento concorrenziale dei mercati, esaminato nella sua interazione con le politiche fiscali dei singoli stati, con particolare attenzione alle problematiche degli aiuti di stato e dell’armonizzazione fiscale. Altro appuntamento fisso è la nuova edizione aggiornata di I tributi nell’economia italiana («Itinerari», pp. 256, € 17) di Paolo Bosi e Maria Cecilia Guerra, che dopo un’ampia introduzione sull’evoluzione del sistema tributario italiano fornisce una chiara e accurata esposizione delle imposte esistenti nel nostro paese, interpretate alla luce dei principi dell’efficienza e dell’equità. Il volume curato da Fabio Pammolli, Carlo Cambini e Andrea Giannaccari, Politiche di liberalizzazione e concorrenza in Italia. Proposte di riforma e linee di intervento settoriali («Prismi», pp. 440, € 32), suggerisce linee di intervento tese a facilitare l’accesso al mercato, la pluralità ECONOMIA degli operatori, il grado di competitività dell’economia italiana e il benessere dei consumatori. L’avvio della XV legislatura ha testimoniato una rinnovata attenzione verso i processi di liberalizzazione dei mercati, interrotti in Italia dalla fine degli anni Novanta. Le misure recentemente adottate sono finalizzate a promuovere, attraverso l’iniezione di competitività, quel recupero di efficienza che le istituzioni comunitarie e i maggiori analisti indicano quale strumento per incentivare la crescita economica. Ma il consolidamento di rendite (più o meno estese) di posizione suggerisce di intervenire sulle variabili strutturali in numerosi comparti, attuando un più esteso programma di politica industriale capace di favorire l’affermazione di assetti realmente competitivi. L’esercito degli invisibili. Aspetti economici dell’immigrazione clandestina («Studi e ricerche», pp. 160, € 14), di Maria Concetta Chiuri, Nicola Coniglio e Giovanni Ferri, affronta con gli strumenti dell’analisi economica, e avvalendosi di indagini originali svolte sul campo in Italia, il tema scottante dell’immigrazione clandestina. Alla pressione migratoria i governi hanno risposto con politiche sempre più restrittive, che hanno prodotto una riduzione del numero dei regolari e un aumento dei clandestini. Gli autori discutono le politiche migratorie che potrebbero ridurre l’entità degli irregolari e accrescere così il potenziale contributo economico dei migranti ai paesi ospitanti e a quelli d’origine. Altro tema di grande attualità per l’economia italiana è quello studiato da Elisabetta Cicigoi e Paolo Fabbri in Mercato delle emissioni ad effetto serra. Istituzioni ed imprese protagoniste dello sviluppo sostenibile («Il Mulino/Ricerca», pp. 160, € 14). Le espressioni «protocollo di Kyoto» e «quote di CO2» oggi vengono usate sempre più di frequente. Resta da chiarire tuttavia che cosa siano effettivamente tali quote per il nostro ordinamento giuridico e quale sia il loro impatto sul sistema economico. Il volume intende fare il punto su tali questioni. Oltre al protocollo di Kyoto, vengono presi in esame i meccanismi di assegnazione delle quote e il loro impatto sui rapporti fra la pubblica amministrazione e le aziende private. La normativa sull’«emission trading» ha comportato la nascita di un nuovo bene giuridico e, con esso, di un nuovo valore economico aziendale. Ed è proprio di questo nuovo bene che devono tener conto i soggetti coinvolti, sia a livello pubblico sia a livello privato, quando attuano le loro scelte strategiche. Le imprese che operano nel mercato unico dell’Unione europea non rientrano più nell’ambito del vecchio sistema della tassazione delle fonti di energia, ma devono affrontare la sfida di incorporare, fra i vincoli produttivi, il tema della sostenibilità. All’economia dell’impresa, infine, sono dedicate tre importanti uscite. Piercarlo Ravazzi, Mario Calderini, Paolo Neirotti, Emilio Paolucci e Laura Rondi con L’impresa. Teoria, organizzazione, strategia, tecniche economiche e contabili («Strumenti», pp. 496, € 32) propongono un testo di impostazione originale, frutto della collaborazione di economisti industriali ed economisti aziendali. Il manuale coniuga il metodo aziendale, focalizzato sulla complessità del sistema impresa, con quello economico, volto alla costruzione di schemi sintetici di analisi per comprendere il comportamento di soggetti i cui interessi gravitano intorno all’impresa. Dopo aver illustrato nella prima parte questioni più generali relative alla natura e al comportamento dell’impresa e aver descritto i tratti caratterizzanti della sua vita, nella seconda parte gli autori approfondiscono temi tecnici e operativi, dalla contabilità generale e industriale all’analisi di bilancio. Economia e gestione delle imprese («Manuali», pp. 520, € 32), a cura di Andrea Lipparini, presenta l’apparato teorico e gli strumenti analitici per approfondire, in chiave strategica e organizzativa, le aree funzionali rilevanti dell’impresa e per comprendere l’impatto esercitato su di esse dai mutamenti intervenuti, negli ultimi anni, nelle regole e nelle dinamiche competitive. L’evoluzione e la diffusione delle tecnologie informatiche, la globalizzazione e l’affermarsi di nuovi attori e assetti organizzativi sono alcune delle importanti realtà che rendono urgente l’adozione di nuovi supporti teorici concretamente applicabili. A tal fine, il volume adotta un approccio interfunzionale e tratta tematiche di tipo trasversale quali, ad esempio, lo sviluppo di innovazione, la valorizzazione del capitale umano, il controllo strategico della gestione di impresa. Piani finanziari e valore d’impresa («Economia e management», pp. 392, € 29) di Renato Santini fornisce a imprenditori, manager e professionisti gli elementi di base per poter sviluppare proprie analisi di sostenibilità finanziaria e di valore sul futuro dell’azienda, anche alla luce delle numerose novità (quali Basilea 2) in termini di informativa tra l’impresa e il mondo esterno. I sistemi di pianificazione e controllo delle piccole medie imprese nel nostro paese sono spesso inadatti per riprodurre adeguatamente le prospettive di crescita a medio termine delle aziende e del settore in cui esse operano. Finanziatori, investitori e lo stesso management sono spesso costretti a prendere decisioni sulla base di informazioni storiche, per lo più provenienti dai bilanci d’esercizio o dall’analisi fondamentale che ne discende, quando invece avrebbero bisogno di informazioni prospettiche. 27 Diritto Otto proposte di una produzione giuridica a molte facce La pagina del diritto si apre con un importante contributo alla riflessione sui fondamenti stessi del diritto in una dimensione globale. Antesignano della comparazione giuridica e da sempre studioso attento alle forme «mute» del diritto, Rodolfo Sacco propone in Antropologia giuridica. Contributo ad una macrostoria del diritto («Collezione di testi e di studi», pp. 368, € 29) un connubio fra le due discipline, reso oggi indispensabile dalle problematiche sollevate dal multiculturalismo, dalla globalizzazione e dalle spinte all’unificazione internazionale del diritto. La sua esplorazione tocca le norme, la loro legittimazione, la loro collocazione accanto ai fondamentali fenomeni della fedeltà, della subalternazione, del sapere umano, della visione del soprannaturale. Il diritto, come lo conosciamo nelle società occidentali, è un sistema concettuale di cui il giurista è l’interprete: una funzione che egli svolge concentrandosi sulle forme verbalizzate (leggi, decreti, sentenze, direttive) riconducibili a un potere statuale e politico, capace di garantire il rispetto della norma giuridica. Presso altre culture troviamo invece forme di diritto tradizionale-consuetudinario e fenomeni normativi latenti, posti al di fuori delle istanze statuali, non verbalizzati e non verbalizzabili. Di qui l’interesse per il giurista di adottare uno sguardo antropologico, il solo che può metterlo in condizione di misurarsi con modelli non occidentali, finora esclusi dalla sua attenzione. Sentieri interrotti della legalità. La decostruzione del diritto amministrativo («Saggi», pp. 192, € 17) di Fabio Merusi è un lucido e provocatorio saggio che si interroga sullo stato del principio di legalità nella vita del nostro ordinamento. L’autore individua alcuni attentati a quel principio, in particolare nel rapporto fra potere legislativo e potere esecutivo, dove il primo tende a sostituirsi al secondo. Un esempio: costretto a privatizzare sempre per rispettare i patti di stabilità, il Parlamento cerca di non perdere la presa su organizzazioni che, almeno formalmente, ha privatizzato (è il caso delle fondazioni), inventandosi il «diritto privato speciale», una sorta di riserva di potere ancora pubblico, nascosto sotto apparenti rinvii all’au- 28 tonomia privata. Ulteriori attacchi alla legalità amministrativa, e perciò alla garanzia del cittadino, vengono ormai da più parti: oltre che dal legislatore, dagli interpreti che teorizzano improponibili sistemi alternativi o che dissimulano dietro teorie più «avanzate» la ricomparsa di poteri liberi, e perciò arbitrari, e anche da qualche giudice (con particolare frequenza quello penale), che anziché ergersi a custode della legalità preferisce sostituirla con una sua legalità alternativa. Le regole dell’onestà. Etica, politica, amministrazione («Saggi», pp. 216, € 17,50) di Bernardo Giorgio Mattarella tratta dei doveri di quattro o cinque milioni di persone: tutti coloro che, in Italia, svolgono a vario titolo – in virtù di un rapporto di impiego, di un mandato politico, di una nomina o di un’attività professionale – funzioni nell’interesse della collettività. Si succedono a ritmo incalzante inchieste giornalistiche e giudiziarie aventi per oggetto casi di mala-amministrazione: dai concorsi truccati ai fascicoli dispersi nei tribunali, agli sprechi di risorse pubbliche, a pratiche tangentizie. Nel 2005 il costo della corruzione in Italia è stato calcolato pari a 70 miliardi di euro (2,5% del Pil) e spesso l’amministrazione pubblica ne è stato il luogo privilegiato, in modo particolare nella gestione di beni e servizi condivisa con privati. Sebbene la vita quotidiana delle istituzioni fornisca molti ammirevoli esempi di correttezza, le regole di comportamento dei politici e degli impiegati risultano complessivamente inadeguate, ambigue e lacunose, mentre i controlli sulla loro applicazione sporadici e inefficaci. Dopo aver esaminato i possibili rimedi preventivi alla corruzione e le più significative esperienze straniere e internazionali, Mattarella considera, sotto il profilo dell’etica pubblica, varie categorie di funzionari: i politici, con i loro conflitti di interessi; gli impiegati, con i loro codici di comportamento; i magistrati e, più in generale, gli organi di garanzia; ed anche i privati che svolgono funzioni pubbliche. La Repubblica delle autonomie nella giurisprudenza costituzionale. Regioni ed enti locali dopo la riforma del Titolo V («Prismi», pp. 336, € 20), a cura DIRITTO di Alessandra Pioggia e Luciano Vandelli, fornisce un’analisi sistematica ed aggiornata della giurisprudenza costituzionale dopo la riforma del titolo V della Costituzione, volta a saggiare i nuovi rapporti che intercorrono fra i diversi livelli di governo. Esperti di vari settori, dalla sanità all’ambiente, dal lavoro alla concorrenza, dal governo del territorio all’autonomia finanziaria, si sono confrontati sui problemi di attuazione e hanno elaborato una visione d’assieme dei nuovi equilibri delineati dalla Corte. La libera circolazione dei lavoratori nell’Unione europea. Principi e tendenze («Studi e ricerche», pp. 256, € 20) di Stefano Giubboni e Giovanni Orlandini individua i principi regolativi e le linee di tendenza della disciplina in materia, sia rispetto alla disciplina del rapporto di lavoro, sia rispetto ai profili relativi alla sicurezza sociale. Gli autori analizzano sia la forma classica di libertà di circolazione dei lavoratori europei che si svolge ai sensi dell’art. 39 del Trattato di Roma (e che garantisce la parità di trattamento coi lavoratori dello Stato membro ospitante), sia quelle forme di mobilità transnazionale che risultano attratte dai principi in tema di prestazione dei servizi. Tali forme di mobilità, sempre più diffuse oggi, pongono anche questioni regolative potenzialmente in contrasto con quelle tipiche della libera circolazione classica. Questioni all’origine delle controversie che hanno caratterizzato il travagliato processo di approvazione della «Direttiva Bolkestein» sul mercato interno dei servizi. Al diritto dell’economia si riferiscono due notevoli contributi. Le crisi di impresa fra diritto ed economia. Le procedure di insolvenza («Studi e ricerche», pp. 376, € 27,50) di Lorenzo Stanghellini affronta, come dice il sottitolo, le procedure d’insolvenza. L’attività d’impresa nasce e prospera grazie al debito e al differenziale fra il costo del capitale e il profitto atteso. Il debito, inusuale per il consumatore, è del tutto fisiologico per l’imprenditore. L’insolvenza è uno dei possibili esiti dell’attività d’impresa, il risultato sfavorevole di una scommessa che, tuttavia, il sistema incoraggia. Per tale eventualità tutte le legislazioni moderne prevedono speciali procedure, dette procedure d’insolvenza. A cosa mirano in concreto e a cosa dovrebbero mirare? Devono tutelare solo gli interessi dei creditori o anche gli interessi di una comunità più vasta di soggetti? Come sono strutturate? Avvalendosi di un’ampia letteratura italiana e inter- nazionale, Stanghellini analizza la normativa italiana sulla procedura d’insolvenza – così come riformata a seguito del caso Parmalat, nel 2004-2006 – e affronta i vari temi connessi alle crisi d’impresa, da quelle piccole a quelle delle grandi società quotate: l’attitudine al rischio degli imprenditori e le reazioni dei finanziatori, le responsabilità degli amministratori, il rapporto fra interessi dei creditori e interessi dei lavoratori, le procedure di ristrutturazione e il fallimento, il concordato preventivo e fallimentare, la revocatoria e le tecniche per la conservazione dell’impresa in crisi (esercizio provvisorio e conferimento in una nuova società) e infine gli accordi stragiudiziali. Le programmazioni economiche. L’intervento pubblico tra piani e regole («Il Mulino/Ricerca», pp. 256, € 21) di Nicoletta Rangone delinea l’evoluzione delle programmazioni economiche e del dibattito che le ha riguardate: sottolinea l’importanza cruciale che esse conservano in quasi tutti i settori in cui i pubblici poteri condizionano le attività economiche; ne ricostruisce la struttura giuridica sul piano delle tecniche di intervento, delle garanzie procedurali e processuali, dei raccordi fra programmazioni e pianificazioni del territorio; definisce le condizioni di coerenza con il diritto sovranazionale e globale. Ne emergono le profonde trasformazioni che hanno progressivamente interessato le programmazioni economiche, i loro pregi e limiti, le esigenze di riforma. Infine, è una nuova edizione completamente rifatta quella approntata da Renzo Costi per L’ordinamento bancario («Strumenti», pp. 872, € 45). Gli ultimi anni hanno visto succedersi profondi e consistenti cambiamenti dell’ordinamento bancario e finanziario, e il manuale non solo registra tutte le novità intervenute, ma è il primo a esaminare organicamente le nuove disposizioni di vigilanza emanate dalla Banca d’Italia il 28 dicembre 2006 per dare attuazione alle regole fissate dall’Accordo di Basilea 2. Costi descrive gli effetti che l’applicazione dei nuovi principi contabili internazionali Ias/Ifrs determina sui bilanci bancari e sulla comunicazione finanziaria di impresa; analizza la struttura proprietaria, l’organizzazione e le competenze della Banca d’Italia alla stregua della riforma del 2006; conduce un’approfondita e aggiornata disamina delle fondazioni bancarie e fornisce un quadro completo della vicenda storica del sistema bancario italiano. 29 Collaborazioni editoriali In questa sezione sono elencate le novità delle collane edite in associazione con centri e istituzioni di ricerca. Diciotto innanzitutto sono i titoli nei Percorsi, che presentiamo a partire dai due volumi sulla massoneria curati da Fulvio Conti sulla scia del sua fortunata Storia della massoneria italiana: La massoneria a Firenze. Dall’età dei Lumi al secondo Novecento (pp. 544 con ill., € 37) e La massoneria a Livorno. Dal Settecento alla Repubblica (pp. 592 con ill., € 38). A Firenze fra il 1731 e il 1732 vide la luce quella che è considerata la prima loggia massonica italiana. Da allora, con alterne vicende, le logge liberomuratorie hanno rappresentato un tratto caratterizzante della vita sociale e politica fiorentina. E ancora oggi Firenze può essere ritenuta la città italiana con la più alta presenza massonica. Il volume racconta questa lunga storia, muovendo dal crepuscolo della Firenze medicea per spingersi fino al secondo dopoguerra nella Firenze di La Pira. Anche a Livorno le prime logge massoniche furono fondate verso il 1730 per iniziativa della comunità mercantile inglese. Sopravvissuta alle persecuzioni della Restaurazione, la massoneria livornese tornò a rifiorire dopo l’Unità, quando in una città di neppure centomila abitanti furono attive decine di logge, in cui transitarono i maggiori esponenti delle forze politiche locali. Molti massoni livornesi furono tra gli iniziali fiancheggiatori del movimento fascista, da cui si distaccarono dopo la marcia su Roma. Proprio per i connotati popolari e democratici della locale trama associativa massonica, la repressione fascista fu poi particolarmente spietata e lasciò ben poco spazio per una presenza liberomuratoria organizzata, che poté riprendere soltanto dopo la liberazione. Per le strade del mondo. Laiche e religiose fra Otto e Novecento (pp. 456, € 33), a cura di Stefania Bartoloni, studia l’impegno delle donne nella beneficenza cattolica e nella filantropia laica allargando poi l’indagine alle congregazioni religiose femminili che, impegnate spesso sullo stesso terreno delle associazioni laiche, hanno inevitabilmente finito per relazionarsi più o meno direttamente a esse. Torino oltre la crisi. Una «business community» tra Otto e Novecento (pp. 320, € 22) di Ivan Balbo è uno studio originale che indaga come Torino alla fine dell’Ottocento riesca a uscire rapidamente da una profonda crisi economica. Il volume adotta un approccio centrato 30 sulla business community, intesa come l’insieme delle imprese e degli imprenditori uniti da relazioni sociali ed economiche. Emerge il ritratto di una città capace di risollevarsi grazie a un nucleo di banchieri privati, a una rete di cotonieri protestanti per lo più svizzeri, e a un tessuto di boite, di piccole imprese meccaniche che per alcuni versi compongono un distretto. Stato e infanzia nell’Italia contemporanea. Origini, sviluppo e fine dell’Onmi 1925-1975 (pp. 400 con ill., € 28), a cura di Michela Minesso, ricostruisce la storia dell’Opera nazionale per la protezione della Maternità e dell’Infanzia nel quadro dello sviluppo delle politiche sociali italiane in favore dei minori nel corso del Novecento. Il periodo preso in esame va dall’età liberale, e giolittiana in specie, al 1975, anno in cui l’Onmi cessò di esistere e le sue competenze passarono agli enti locali. A una prima parte di ricostruzione storica generale segue una seconda parte nella quale sono prese in esame fasi specifiche dell’attività dell’Onmi in alcune città. Il volume curato da Ornella De Rosa e Donato Verrastro Appunti di viaggio. L’emigrazione italiana tra attualità e memoria (pp. 512, € 25) affronta un aspetto dei più rilevanti nella nostra storia recente. L’Italia, come è noto, è uno dei paesi che più hanno contribuito al fenomeno migratorio: tra la fine dell’Ottocento e la fine del Novecento sono espatriati circa 26 milioni di italiani. Analizzando il fenomeno con lente storica e sociologica, il volume coglie le motivazioni che spingono a scegliere una meta piuttosto che un’altra, le traversie incontrate nel viaggio, le specifiche difficoltà di inserimento degli italiani, gli espedienti per riuscire ad affermarsi, le differenze tra le diverse regioni. Il miracolo economico italiano (1958-1963) (pp. 312, € 24), a cura di Antonio Cardini, è centrato su una fase cruciale nello sviluppo del nostro paese. L’inserimento dell’Italia nel contesto dell’economia europea e internazionale, derivante dalla scelta occidentale compiuta nel 1948, trascinò la penisola in una gigantesca crescita produttiva, che si associò non solo alla costituzione di una vera e propria economia industriale, ma anche a una profondissima trasformazione sociale. Il miracolo economico ebbe conseguenze sociali di portata millenaria, con la fine dell’Italia rurale e una modificazione degli assetti socio-economici risalenti al Medioevo e alla rifeudalizzazione dell’età moderna. L’Europa di carta. Stampa e opinione pubblica in Europa nel 2006 (pp. 280, € 21), a cura di Paolo Pombeni, è il bilancio annuale del monitoraggio su quanto la stampa europea scrive in tema di Unione, portato avanti dal bolognese Centro studi per il progetto europeo. Nel volume, che si affianca alle analisi quindicinali e trimestrali disponibili online (www.europressresearch.eu), sono valutati e riassunti i grandi temi legati al progetto europeo che nel corso del 2006 hanno occupato le pagine dei più importanti quotidiani di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Austria e Belgio: il Trattato costituzionale, le politiche sociali e di integrazione, le ondate migratorie, la questione della sicurezza interna e della politica estera comune, le relazioni transatlantiche, gli intrecci fra prospettive nazionali e integrazioni sovranazionali nel campo dell’economia e della finanza. Unione europea: governance e regolamentazione (pp. 304, € 23), a cura di Francesco Passarelli, contiene una serie di interessanti riflessioni sulle forme di governance che si vanno affermando nel nuovo scenario dell’Ue. La prima parte del volume analizza il tema del decision making europeo e i contenuti della Strategia di Lisbona, cercando di comparare i risultati finora conseguiti dai vari paesi e fornendo indicazioni di governance per i prossimi anni. La seconda parte entra invece nel cuore dei due settori vitali per l’economia italiana ed europea – finanza e telecomunicazioni – per i quali l’armonizzazione e la liberalizzazione sono ancora da completare. Gli studi raccolti in Paesaggi europei del Neoclassicismo (pp. 352, € 25), a cura di Giulia Cantarutti e Stefano Ferrari, presentano analisi e interpretazioni di una nuova visione del Neoclassicismo nelle COLLABORAZIONI EDITORIALI diverse prospettive europee, fra letteratura e arte figurativa, mitologia greco-romana e mitologia iperborea, iconologia e politica, oltre i confini delle vicende nazionali. Tesi, proposte, interrogativi, memorie dell’antico e modernità si illuminano a vicenda, creando un affresco affascinante di storia delle idee. Il nuovo volume di Riccardo Campa s’intitola Ontem. L’elegia del Brasile (pp. 1.152, € 50) ed è un itinerario all’interno della storia brasiliana e soprattutto dell’immagine del Brasile, dal primo tempo della scoperta e colonizzazione a oggi. La visione elegiaca di un paese dalle dimensioni continentali si coniuga con la congestione istituzionale, preludio della disamina positivistica e liberale, che dall’Europa si espande nell’area americana, nell’intento di coinvolgerla nei sommovimenti ideologici del cosiddetto secolo breve. Il processo di trasformazione dell’economia agro-pecuaria nell’economia industriale si esplica con una serie di accorgimenti strutturali, che conferiscono un particolare rilievo alla configurazione plurietnica e monolinguistica del paese. Il Brasile, responsabile peraltro delle sorti ecologiche del pianeta, affronta le sfide della modernità idealmente armonizzando l’Africa, l’Europa e l’Oriente. In un momento in cui l’economia appare sempre più dominata dalle logiche della globalizzazione, si va rafforzando l’attenzione sui sistemi produttivi locali formati da numerose piccole imprese. Dietro questo apparente paradosso si scorge il desiderio dei territori di governare il proprio sviluppo attraverso forme di imprenditorialità diffusa, capaci di dare vita a modelli competitivi di successo a livello mondiale senza rinunciare ai legami forti con le risorse, le culture e le comunità locali. Si tratta di un cammino difficile sia per chi, come l’America Latina, lo sta intraprendendo per la prima volta, sia per chi, come l’Italia, può contare su un’esperienza già storicamente consolidata come quella dei distretti industriali. Piccole imprese e distretti industriali. Politiche per lo sviluppo in Italia e in America Latina (pp. 360, € 27), a cura di Fabio Antoldi, focalizza la ricerca su queste due diverse realtà, mettendone in luce somiglianze e differenze e proponendo anche casi di intervento pubblico a sostegno dello sviluppo di tali sistemi. La prima parte analizza la realtà attuale dei distretti industriali italiani; nella seconda parte sono presentati alcuni casi di intervento a sostegno dello sviluppo di sistemi produttivi in Messico, Brasile e Argentina. Ancora lo sviluppo locale è il filo che percorre il volume di Sebastiano Brusco Distretti industriali e sviluppo locale. Una raccolta di saggi (1990-2002) (pp. 488, € 32). Analisi della struttura industriale italiana e confronti fra sistemi produttivi, il nesso tra formazione, competenze e capacità concorrenziale, il significato dei servizi reali, la piccola impresa e l’ideologia della sinistra, la politica di sviluppo, nuovi indirizzi per una teoria dei distretti industriali. Sono gli argomenti dei contributi raccolti, scritti tra il 1990 e il 2002, nei quali il pensiero di Brusco risalta in tutta la sua lucidità e si ripropone come la lezione di un grande maestro. Un tema emergente in economia è quello del microcredito, che consiste nell’erogazione di prestiti di basso ammontare, concessi senza vincoli di garanzia, e svolge da diversi anni un ruolo fondamentale non solo nei paesi poveri, ma dovunque vi siano persone prive di possibilità. La particolarità del microcredito deriva dalle sue finalità, dalla sua missione, e richiede una specificità nell’operare delle istituzioni che lo esercitano: le relazioni istituzionali con il contesto socio-economico; la scelta del target; il processo creditizio; il pricing; la struttura organizzativa; le fonti di finanziamento e la sostenibilità finanziaria. Nel volume curato da Daniele Ciravegna e Andrea Limone Otto modi di dire microcredito (pp. 384, € 30), otto istituzioni esercenti il microcredito in otto paesi diversi (Argentina, Bolivia, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo, Regno Unito, Stati Uniti) presentano e dibattono fra di loro finalità e modo di operare in contesti economici e sociali differenti. Dopo MIRROR, un modello di lavoro nell’economia della conoscenza (2005) Sergio Galbiati, Giuseppe Giaccardi e Marina Perego studiano il ruolo del capi- tale umano nel mercato internazionale dei semiconduttori vissuto dall’Italia. IMAGINE, la sfida del capitale umano nell’economia della conoscenza (pp. 224, € 19) documenta il caso di studio sul capitale umano di Micron Technology Italia, il confronto con gli stakeholder esterni, i risultati pratici ottenuti dall’impresa, le proposte di lavoro rispetto alle esigenze strategiche riconosciute come indispensabili per «crescere insieme con un territorio che vuole crescere». La città logistica (pp. 400 con ill., € 30), a cura di Enrico Musso, Claudia Burlando e Hilda Ghiara, affronta le politiche della logistica urbana, che riguardano la circolazione dei veicoli privati, i servizi di trasporto pubblico, la mobilità delle merci, il contesto territoriale e infrastrutturale. Ma gli obiettivi della logistica si perseguono anche con strumenti non trasportistici, come la pianificazione territoriale, gli orari della città, l’uso della telematica. Il buon funzionamento di tutti i settori d’intervento è indispensabile affinché la logistica urbana dia luogo a maggiore accessibilità anziché a incrementi di costi ambientali e/o fiscali. La Conferenza Stato-regioni, di cui fanno parte il ministro per gli affari regionali e i presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, è stata istituita nel 1983 allo scopo di creare uno strumento di collaborazione tra governo e regioni. Guido Carpani in La Conferenza Stato-Regioni. Competenze e modalità di funzionamento dall’istituzione ad oggi (pp. 336, € 24) ne riepiloga la storia, l’implementazione delle competenze, ne spiega le modalità di funzionamento e traccia le linee di un possibile percorso evolutivo. Infine I servizi agli studenti nell’atti- 31 COLLABORAZIONI EDITORIALI vità gestionale dell’università. Strumenti ed esperienze a confronto (pp. 264, € 20), a cura di Giuseppe Catalano e Enrico Periti, raccoglie, nella prima parte, un confronto di riflessioni metodologiche relative ai settori del sistema universitario su cui l’evoluzione dei servizi si è manifestata con particolare incisività. La seconda parte, invece, si focalizza sulle testimonianze ed esperienze dirette che alcuni atenei (Firenze, Messina, Palermo, SISSA di Trieste, Politecnico di Milano e Università della Calabria) hanno affrontato nel seguire le nuove dinamiche in atto, quali e-learning, orientamento, tutorato, mobilità internazionale, rapporti con le regioni, delocalizzazione della didattica in poli. Nella serie dedicata ai Discorsi parlamentari che il Senato della Repubblica affida alle edizioni del Mulino appare il volume che raccoglie i discorsi più significativi di Francesco A. De Cataldo (pp. 560, € 39, con CD-Rom allegato), selezionati e presentati da Giorgio Spangher. Brillante penalista, dirigente della gioventù liberale di Bari, De Cataldo fu eletto alla Camera nelle liste del partito radicale dal 1978 al 1983, e nel 1983 come indipendente nelle liste del partito socialista al Senato, dove restò fino al 1987. Nei suoi interventi De Cataldo affrontò alcuni temi allora particolarmente dibattuti e cari al partito radicale come la lotta al terrorismo, la riforma delle istituzioni, i problemi della giustizia, la questione morale e la questione meridionale. L’Istituto italiano per gli studi storici in questo semestre, oltre al volume XXI/2005 (pp. 298, € 31) degli Annali, presenta tre volumi. Il primo pubblica, per le cure di Alberto Cavaglion e Sandro Gerbi, gli Scritti novecenteschi (pp. 228, € 24) di Piero Treves e ci restituisce 32 un Treves che alla storia contemporanea ha dedicato importanti lavori, dove l’autobiografia s’intreccia con l’analisi della cultura politica e letteraria. Le origini del socialismo in Italia ripercorse attraverso la memoria di Claudio Treves o Alessandro Levi; la questione dell’antifascismo e il ruolo degli intellettuali in esilio; la cultura universitaria italiana e il magistero di Gaetano De Sanctis; la storia e la storiografia sul fascismo nell’opera di Renzo De Felice; il rapporto fra «antifascisti ebrei» e «antifascismo ebraico» sono alcuni dei temi affrontati in questo volume, che ruota intorno a due lunghi contributi dedicati all’editore modenese A.F. Formiggini e allo storico e americanista Antonello Gerbi. Il secondo titolo è Il senso dell’etica. Kant e la costruzione di una teoria morale (pp. 358, € 35) di Stefano Bacin, che per la prima volta esamina e ricostruisce in maniera sistematica l’intero percorso della riflessione di Kant sui problemi dell’etica filosofica, dai primi scritti in proposito alla Metafisica dei costumi del 1797. Il filo conduttore è costituito anzitutto dalla necessità di una teoria dell’azione morale e dalle diverse soluzioni trovate da Kant a questo problema. Parallelamente vengono analizzati e discussi i suoi tentativi di costruire un’etica nuova su quella base. Terzo titolo dell’Istituto napoletano, Il concetto di materiale musicale in Th.W. Adorno (pp. 220, € 23) di Sara Zurletti dimostra come la riflessione adorniana sulla musica nasca rapportandosi principalmente alla tonalità e alla tradizione classicoromantica, a partire dalla quale si costituisce la categoria di «materiale musicale». Tale nozione è protagonista di una dialettica storica che traduce nello specifico musicale il concetto adorniano di Aufklärung. La seconda parte è dedicata a Beethoven, che nell’estetica adorniana assolve al ruolo di paradigma unico e non più riproducibile. La terza parte si occupa della riflessione di Adorno sul Novecento: Schönberg, Stravinsky, Mahler e la scuola seriale sono qui altrettante reazioni all’usura della tonalità. All’interno delle diverse iniziative editoriali realizzate dal Mulino con l’Istituto trentino di cultura sono da segnalare in questo semestre sei nuovi titoli. Nelle «Monografie» appare il saggio di Marina Garbellotti Le risorse dei poveri. Carità e tutela della salute nel principato vescovile di Trento in età moderna (pp. 440, € 29), affresco di un sistema assistenziale periferico di cui analizza le caratteristiche, proponendosi di capire se e come in queste zone si riuscisse a rispondere alle molteplici esigenze di ordine sociale, caritativo e sanitario; di esaminare l’attività caritativa e le cure sanitarie praticate dalle strutture assistenziali; di ricostruire i dispositivi assistenziali che si svilupparono in villaggi che contavano poche centinaia di abitanti, dove non esisteva alcun ospedale. Poi quattro nuove uscite nei «Quaderni». Europa in costruzione. La forza delle identità, la ricerca di unità (secoli IXXIII) (pp. 504, € 32), a cura di Giorgio Cracco, Jacques Le Goff, Hagen Keller e Gherardo Ortalli, raccoglie una serie di densi contributi sulle radici dell’Europa nell’alto Medioevo, un’epoca segnata da migrazioni e invasioni di popoli, da incroci incessanti di etnie, di culture, di religioni. Come fu possibile che l’Europa nascesse e prendesse forma da queste mescolanze? Il volume intende fornire un contributo di analisi esplorando, per i secoli dell’Europa in costruzione, il ruolo forte delle diversità e insieme la ricerca dell’unità, anzi di un’identità. I tribunali del matrimonio (secoli XV-XVIII) (pp. 864, € 44), a cura di Silvana Seidel Menchi e Diego Quaglioni, conclude la serie dei quattro volumi dedicati ai «Processi matrimoniali degli archivi ecclesiastici italiani» e costituisce la realizzazione più importante di questo progetto di ricerca. Il volume presenta innanzitutto i risultati dell’esplorazione sistematica e della schedatura informatica di quasi cinquemila processi matrimoniali degli archivi ecclesiastici di Venezia, Verona, Feltre, Trento e Napoli dal 1420 al 1803. Un altro aspetto rilevante del volume è il confronto fra i tribunali cattolici e i tribunali protestanti, per la prima volta messo in atto nella storiografia europea. Anche le comunità ebraiche presenti in Italia entrano nell’ot- COLLABORAZIONI EDITORIALI tica del volume, costituendo un altro importante termine comparatistico. Maria Arcangela Biondini (16411712) e il monastero delle Serve di Maria di Arco. Una fondatrice e un archivio (pp. 356, € 24), a cura di Giorgio Butterini, Cecilia Nubola e Adriana Valerio, fornisce un primo contributo alla comprensione dal punto di vista storico, teologico, letterario, psicanalitico della vita e dell’opera di Maria Arcangela Biondini, figura carismatica all’interno del panorama religioso e sociale della seconda metà del XVII secolo. Con La cultura all’ombra del muro. Relazioni culturali tra Italia e DDR (1949-1989) (pp. 480, € 30), di Magda Martini, la storia della DDR viene proposta in un’analisi che attraversa un quarantennio di relazioni con l’Italia e la sua cultura, affrontando temi topici come la propaganda, il dissenso, la censura e il ruolo della Stasi. Da ultimo nella serie dei «Contributi» esce Operare la resistenza. Suppliche, gravamina e rivolte in Europa (secoli XV-XIX) (pp. 240, € 18), a cura di Cecilia Nubola e Andreas Wurgler. Rapporto sulle economie del Mediterraneo. Edizione 2007 (pp. 256, € 20), a cura di Paolo Malanima, è il terzo rapporto annuale elaborato dall’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del Cnr, che si propone di presentare un quadro complessivo su tutti i paesi del Mediterraneo. I capitoli analizzano i principali indicatori economici – popolazione, prodotto, conti pubblici, energia, livelli di vita – e forniscono i dati statistici più importanti e aggiornati su questo universo composito in continua trasformazione. Perché l’Europa? Rapporto 2007 sull’integrazione europea (pp. 288, € 21), a cura di José Luis Rhi-Sausi e Giuseppe Vacca, è il secondo rapporto annuale che Istituto Gramsci e CeSPI dedicano allo stato dell’Unione europea. La sezione monografica del Rapporto ha l’obiettivo di indagare le ragioni attuali per fare l’Europa. La seconda sezione è divisa in rubriche: sugli sviluppi istituzionali, l’Unione allargata e l’economia mondiale, la costruzione dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, la Politica estera e di difesa. Sempre l’Istituto Gramsci avvia l’annuario Studi gramsciani nel mondo (pp. 352, € 24,50), curato da Giuseppe Vacca e Giancarlo Schirru, che nella sua prima uscita comprende gli anni 2000-2005. Questa pubblicazione è dedicata a raccogliere i migliori scritti di studiosi di tutto il mondo dedicati a Gramsci o ispirati dal suo pensiero. Tra gli argomenti dei saggi: la riflessione sul linguaggio, la teologia, il rapporto tra diritto ed economia, la teoria della politica e delle relazioni internazionali, l’applicazione di categorie gramsciane a singoli casi nazionali (come la lotta contro l’apartheid in Sud Africa o il processo di pace in Medio Oriente) e l’esame della diffusione del pensiero di Gramsci in aree culturali emergenti come il mondo arabo-islamico. XX secolo è una collana di storiografia e storia del pensiero politico che si avvia per iniziativa del Centro di studi sulla storia e il pensiero politico del Novecento diretta da Alberto De Bernardi e Carlo Galli. Due sono i titoli di partenza. Il fascismo e i contadini (pp. 296, € 14) di Georges Canguilhem è un piccolo saggio apparso anonimo nel 1935, le cui analisi risultano ancora di un’attualità sorprendente. Riflettendo sulla questione agraria e sul pericolo della fascistizzazione delle masse contadine, Canguilhem, che parteciperà in prima persona alla resistenza, descrive il fascismo come nuova tecnica politica che mira a normalizzare tutti gli aspetti dell’esistenza umana compresi quelli vitali e biologici. Con questo testo giovanile, per la prima volta pubblicato in Italia in un’attenta edizione a cura di Michele Cammelli, si svela la vocazione propriamente politica della filosofia di Canguilhem. Terrorismo e società. Il pubblico dibattito sul terrorismo in Italia e in Germania negli anni Settanta (pp. 296, € 22) di Marica Tolomelli si addentra negli anni di piombo per una duplice via: una rigorosa ricostruzione di contesto e di eventi, e una complessiva rivisitazione del pubblico dibattito che essi provocarono. L’analisi delle fonti italiane e tedesche disegna analogie e differenze della lotta armata clandestina nei due paesi. Analogie nelle finalità e nelle forme d’azione, differenze nel terreno d’origine, nel radicamento sociale, nella dimensione politica. Ma del tutto simile è l’angoscia che due giovani democrazie provarono di fronte a una sfida la cui posta era alta. Fonti e studi sul federalismo e sull’integrazione europea è una collana pubblicata con il Centro di ricerca sull’integrazione europea (Crie) dell’Università di Siena. Vi compaiono tre nuovi titoli, due dei quali dedicati a figure di primo piano del federalismo italiano. Un federalista giacobino. Ernesto Rossi pioniere degli Stati Uniti d’Europa (pp. 688 con ill., € 46) di Antonella Braga, partendo da una vasta documentazione inedita, ripercorre l’evoluzione del pensiero federalista di Ernesto Rossi (autore con Spinelli e Colorni del famoso Manifesto di Ventotene nel 1941) e della sua azione al servizio del Movimento federalista europeo con particolare attenzione agli anni della prigionia, del confino e dell’esilio in Svizzera, mettendo in rilievo come il suo contributo all’affermazione del federalismo sia stato, sino alla caduta della Ced (1954), almeno pari a quello di Spinelli. Cinzia Rognoni Vercelli con Luciano Bolis dall’Italia all’Europa (pp. 536 con ill., € 35) rende omaggio a un «piccolo maestro» del federalismo. Antifascista sin dagli anni Trenta, eroe della Resistenza nelle file di Giustizia e Libertà al fianco di Ferruccio Parri, impareggiabile esempio d’impegno civile e politico nel dopoguerra, Bolis dedicò poi tutta la sua vita alla militanza federalista. L’Europa e le città. La questione urbana nel processo di integrazione europea (19571999) (pp. 400, € 27) di Laura Grazi analizza l’attenzione dedicata dalle istituzioni comunitarie alle città, individuate sia 33 COLLABORAZIONI EDITORIALI come elemento virtuale di rafforzamento dell’integrazione europea, sia come luogo nel quale raggiungere e veicolare quegli obiettivi di coesione, crescita e diffusione del benessere stabiliti sin dai Trattati di Roma. Le azioni della Comunità/Unione europea per le città hanno rappresentato l’esito di un lungo dibattito, avviato negli anni Sessanta, che ha portato alla realizzazione dei progetti pilota e dell’iniziativa URBAN negli anni Novanta. L’analisi della costruzione europea attraverso la lente inedita della questione urbana mette in luce uno dei canali attraverso i quali le istanze di democratizzazione si sono affermate nella Cee/Ue. Prosegue, per iniziativa del Centro studi sul federalismo e della Fondazione Europea Luciano Bolis, la pubblicazione delle Opere di Mario Albertini curate da Nicoletta Mosconi. Il terzo volume di Tutti gli scritti è dedicato agli anni 1958-1961 (pp. 960, € 60). Gli scritti raccolti riguardano il consolidarsi della svolta strategica del Movimento federalista europeo dopo la caduta della Ced, attraverso la mobilitazione popolare con lo strumento del Congresso del popolo europeo. Era necessario proseguire nella formazione di un gruppo di militanti agguerrito e preparato culturalmente e a questo fine in quegli anni Albertini elaborò alcuni dei suoi scritti più innovativi sulla politica, sul Risorgimento, sulla nascita degli Stati Uniti d’America e sullo Stato nazionale. Nelle Ricerche e studi dell’Istituto Carlo Cattaneo esce il volume curato da Piergiorgio Corbetta e Giancarlo Gasperoni I sondaggi politici nelle democrazie contemporanee (pp. 200, € 17). Il tema è di indubbia attualità: i sondaggi su argomenti politici ed elettorali svolgono un ruolo centrale nei regimi democratici e i risultati dei sondaggi godono di una visibilità mediatica sempre più marcata. Gli attori politici se ne servono per impostare le loro strategie di comunicazione e per tentare di influire sull’opinione pubblica (o persino di manipolarla). Gli istituti di ricerca danno vita a un mercato concorrenziale, con il rischio di impoverire la qualità dei sondaggi pur di abbassarne i costi. Gli utenti di queste inchieste difficilmente posseggono le competenze metodologiche per valutarle criticamente. Questo volume esamina il contesto politico, comunicativo, imprenditoriale, deontologico e normativo entro cui si effettuano sondaggi in alcune democrazie (Austria, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti) e cerca di individuare strumenti per garantire la qualità 34 dei dati e la correttezza delle interpretazioni. Il primo titolo della Collana della Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali, curato da Luciano Guerzoni, è dedicato a Le politiche di sostegno alle famiglie con figli. Il contesto e le proposte (pp. 380, € 27). Il volume analizza l’attuale situazione italiana ponendola in comparazione europea e formulando puntuali proposte per la riforma delle politiche familiari, in ambito nazionale e locale, con riferimento sia ai servizi sia ai trasferimenti monetari. Lo scenario che emerge evidenzia la criticità delle condizioni di vita di una parte consistente delle famiglie italiane. Le proposte presentate assumono a riferimento comune il tema delle politiche di sostegno alle famiglie con figli minori, quale possibile punto d’avvio di una «riforma di sistema» delle politiche sociali in ambito familiare. La Guida ai paesi dell’Europa centrale orientale e balcanica. Annuario politico-economico 2006 (pp. 384, € 25), curata quest’anno da Luisa Chiodi e Francesco Privitera, è una pubblicazione del Centro per l’Europa centro-orientale e balcanica che esce al Mulino dal 1999. È un’opera di consultazione essenziale, redatta dai maggiori esperti del settore. Oltre a una serie di saggi incentrati sulle dinamiche socio-culturali in atto, la Guida contiene anche 22 schede-paese, che forniscono un quadro politico, economico e delle relazioni internazionali, e una cronologia degli eventi più importanti. Con onesto amore di degradazione. Romanzi sperimentali e d’avanguardia nel secondo Novecento italiano (pp. 248, € 20) di Luigi Weber è il nuovo titolo ospitato nella Collana del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Bologna. Il volume indaga una vicenda eversiva – quella del romanzo sperimentale e d’avanguardia – che ha percorso il ventesimo secolo per poi esaurirsi. In sede romanzesca, il nichilismo dell’avanguardia si incarnò essenzialmente nel Gruppo 63, di cui il libro ripercorre l’esperienza nel dibattito critico e nelle scritture, in rapporto all’école du regard, al Gruppo 47, alla narrativa anglo-americana. Alla ricostruzione circostanziata di un campo letterario in trasformazione, in cui giocarono un ruolo cruciale le riviste, gli editor e i traduttori, fanno seguito alcune puntuali letture, volte all’individuazione dell’influsso di Beckett romanziere su Manganelli e Malerba, Lucentini e Celati, Sanguineti e Spatola, Balestrini e Porta. Scorciatoie, collana del Dipartimento di Lingue e letterature straniere dell’Università di Bologna, annovera un nuovo titolo curato da Giulia Cantarutti: Le ellissi della lingua. Da Moritz a Canetti (pp. 200, € 14,20). Sette autori tedeschi dall’Illuminismo a oggi – Moritz, Knigge, Schopenhauer, Ebner-Eschenbach, Döblin, Benjamin, Canetti – vengono presentati come maestri di forme della scrittura scorciata, dai confini aperti a continui passaggi e incroci fra generi letterari diversi. Nella collana Storie di imprese vede la luce Jolly Hotels. Il percorso strategico di una grande impresa famigliare (1949-2006) (pp. 480, € 37) di Maurizio Rispoli e Sara Mella, sessant’anni di storia della catena alberghiera fondata da Gaetano Marzotto. Gli autori adottano un approccio storico-economico-gestionale. Ogni capitolo si apre con due paragrafi riguardanti l’evoluzione dell’ambiente economico, sociale e politico rilevante per l’impresa, e lo sviluppo dell’industria alberghiera. Gli altri paragrafi contengono elementi di analisi della Jolly Hotels sia quando si cerca di definire l’arena competitiva entro la quale si è trovata e si trova a operare, sia quando l’attenzione è spostata sui processi interni aventi per oggetto l’organizing, lo sviluppo della struttura produttiva, l’organizzazione della produzione, la gestione delle risorse umane, il marketing, la finanza aziendale, l’evoluzione della compagine sociale e del consiglio di amministrazione con le ricadute in termini di governance aziendale. La collana del Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale Storia e studi cooperativi propone due titoli. Tito Menzani con il suo La cooperazione in Emilia-Romagna. Dalla Resistenza alla svolta degli anni settanta (pp. 448, € 32) COLLABORAZIONI EDITORIALI compie la sua indagine su un periodo che per la cooperazione è denso di occasioni, in un susseguirsi di dibattiti intellettuali, provvedimenti organizzativi, lotte politiche, investimenti economici, e scelte strategiche. In quarant’anni, la cooperazione ha interpretato e subìto una serie di maturazioni e stravolgimenti, che ne hanno riformulato cultura e organizzazione, nel rispetto dei valori fondanti, ma alla ricerca di un rinnovato modello che ha costituito la base dell’odierno modo di fare cooperazione. L’altro nuovo titolo della collana affronta un aspetto essenziale dell’impresa cooperativa, quell’Utilità distintiva che essa intende manifestare rispetto all’impresa for profit. Ma come si fa a valutarla? In pratica si tratta di misurare quali vantaggi abbiano avuto i soci, sia in termini di liquidazione dei prodotti conferiti, sia in termini di remunerazione del proprio risparmio qualora abbiano finanziato la cooperativa mediante l’istituto del prestito sociale. L’Utilità distintiva misurata (pp. 168, € 18, con DVD allegato) di Marco Zuppiroli e Gianluca Vecchio, che parte da uno studio incentrato sulle cooperative agroalimentari, mette in luce che la tradizionale analisi di bilancio può non evidenziare pienamente (e talora addirittura distorcere) la dimensione dei risultati effettivamente conseguiti dalle imprese cooperative e propone un nuovo modello di analisi, che permette di misurare sia la dimensione della nuova ricchezza creata dall’impresa cooperativa, sia la sua distribuzione discrezionale tra gli stakeholder, e può contribuire a modificare positivamente il rating della cooperativa e il rapporto con gli istituti di credito. I mercati finanziari è una collana di studi economici e giuridici promossa da Banca Intesa. Vi appare in questo semestre I fondi chiusi di private equity nell’esperienza italiana. Aspetti economici e giuridici (pp. 272, € 21) di Anna Gervasoni e Alessandra Bechi, un volume che analizza da diversi punti di vista i fondi chiusi di private equity in generale, e in particolare quelli italiani. Esaminato il ruolo positivo svolto da questi strumenti a favore dello sviluppo del sistema economicoimprenditoriale, le autrici approfondiscono le metodologie di strutturazione di un fondo di private equity, sia in linea teorica sia attraverso le esperienze maturate nei principali paesi europei, con una particolare attenzione per la struttura giuridica del fondo chiuso di diritto italiano. Vengono poi forniti i principali dati sulla diffusione di questi strumenti nel mercato nazionale. Dal punto di vista dei rendimenti, i fondi chiusi italiani hanno realizzato performance molto elevate. La tesi di fondo è che questi fondi sembrerebbero essere già oggi degli strumenti utili a rispondere alle principali esigenze di crescita delle imprese nel contesto nazionale. Valorizzare un’economia forte. L’Italia e il ruolo della sussidiarietà (pp. 424, € 31), a cura di Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis, che esce nella collana della Fondazione Edison, si ispira al paradigma concettuale e operativo della sussidiarietà liberale. Nel suo ambito si punta ad attribuire al mercato un ruolo importante collocandolo fra le caratteristiche tipiche dell’economia privata di impresa di un paese sviluppato com’è il nostro. Ma da un altro lato non si svalutano le politiche pubbliche, che non devono però avere quella impostazione statalsindacal-dirigista che spesso ha connotato l’Italia. Nella sussidiarietà liberale anche la società, quale espressione di aggregazioni comunitarie, territoriali, associative, ha un notevole ruolo. Su questo sfondo, il volume si suddivide in tre parti: la prima spiega come la struttura industriale e manifatturiera italiana si caratterizza nel contesto europeo e internazionale per aspetti di comunità territoriali; la seconda spiega la mancanza delle complementarità a causa delle distorsioni della spesa pubblica italiana, i meriti e i limiti delle privatizzazioni, la situazione dei laboratori della ricerca scientifico-tecnologica; e nella terza C. Longo, M. Deaglio e A. Quadrio Curzio traggono delle conclusioni sulla sussidiarietà liberale. Nella collana Ambiente e sviluppo della Fondazione Eni Enrico Mattei si segnala Etica d’impresa e valori di giustizia (pp. 120, € 10) di Giulio Sapelli. L’impresa non è una monade: è un attore eco- nomico, e insieme sociale, politico, istituzionale, storico. E dunque si pone (oggi, con speciale urgenza) la questione dell’etica di impresa, come impegno morale collettivo dell’organizzazione-impresa: come «morale di sostegno» a un mercato che da solo non può reggersi. Etica dell’impresa, nei suoi rapporti con la comunità e con l’ambiente in cui vive e opera; etica nell’impresa, sotto il profilo della responsabilità verso le persone che in essa trascorrono la vita. Recuperando il tema a una riflessione dichiaratamente filosofica, Sapelli non teme di parlare di «giustizia», ritornando ai concetti antichi della giustizia distributiva e della giustizia commutativa, che mira a ricostruire, fra gli uomini, un’eguaglianza. E offrendo riflessioni nuove sulla giustizia riparatrice, quella che anche nell’impresa può, nel risolvere i conflitti, tendere alla «vita buona». Innovazione e management in sanità è un’iniziativa del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e si apre con Rischio clinico e sicurezza del paziente. Modelli e soluzioni nel contesto internazionale (pp. 288, € 22), a cura di Sabina Nuti, Riccardo Tartaglia e Francesco Niccolai, un volume che si propone di contribuire al dibattito attraverso un’analisi condotta sul campo in diverse realtà nazionali: Stati Uniti, Regno Unito, Danimarca, Germania, Francia. Rendere il sistema sanitario più affidabile e sicuro è una sfida con la quale è ormai necessario confrontarsi, analizzando le criticità che emergono nell’assistenza ai pazienti, discutendo e migliorando le pratiche cliniche, comprendendo gli errori latenti e attivi che si celano dietro un evento avverso. Tutto ciò implica un profondo cambiamento culturale. Nella collana Storia dell’Avvocatura in Italia promossa dal Consiglio nazionale 35 COLLABORAZIONI EDITORIALI forense Antonella Meniconi presenta La «maschia avvocatura». Istituzioni e professione forense in epoca fascista (1922-1943) (pp. 384, € 30), una documentata ricostruzione delle vicende istituzionali dell’avvocatura fascista. L’autrice punta lo sguardo sul funzionamento concreto degli organismi di governo della professione: gli Ordini, i Sindacati, il Consiglio superiore forense, il Ministero della giustizia. Dal suo esame emerge che il regime cercò tenacemente di condizionare e inquadrare nei suoi ranghi l’avvocatura, riducendola alla propria misura totalitaria, ma vi riuscì solo in parte, perché la tradizione, i codici di comportamento, lo stile e i modelli della professione resistettero, forse anche soltanto per semplice inerzia, alla trasformazione imposta dall’alto. Daimon è un annuario di diritto comparato delle religioni di cui è ora uscito il volume 6/2006 (pp. 320, € 32). La parte centrale dell’annuario è dedicata a «Il testo sacro nei diritti religiosi», con testi di C. Luzzati, A. Padoa-Schioppa, F. Cranmer e T. Heffer, D. R. Davis Jr., C. B. Preston, A. Ahmed An-Na’im. L’annuario propone inoltre un saggio di E. Dieni su «Finzioni e sotterfugi nei diritti delle religioni del Libro», e approfondimenti sull’Islam nell’assetto costituzionale del nuovo Afghanistan (A. Deledda, M. Papa) e le confraternite nei diritti religiosi (M. Jasonni). Nelle collane dell’Istituto per le scienze religiose di Bologna escono due nuovi titoli. «La Chiesa è una» di A.S. Chomjakov. Edizione documentariointerpretativa (pp. 376, € 27) di Antonella Cavazza è dedicato a un classico dell’ecclesiologia ortodossa. Le origini di La Chiesa è una, che ha avuto fortuna soprattutto in Occidente, sono state sinora poco studiate. Antonella Cavazza ha effettuato un’indagine di tipo storico-filologico che l’ha portata a stabilire come, quando e perché Chomjakov (18041860), capofila del movimento slavofilo russo, ha composto La Chiesa è una. Il culmine della ricerca è rappresentato dall’edizione documentario-interpretativa dell’opera. Il testo russo, emendato da guasti e da interventi di varia natura, è alla base della traduzione italiana che apre il volume; esso è seguito in appendice da uno studio sulla tradizione manoscritta e a stampa di La Chiesa è una e da due apparati critici, in cui si dà ragione delle 36 scelte filologiche alla base dell’edizione. Il giovane Dossetti. Gli anni della formazione 1913-1939 (pp. 256, € 18,50) di Enrico Galavotti apporta un rilevante contributo alla biografia dossettiana illuminando, grazie a fonti e testimonianze autobiografiche inedite, il periodo della sua formazione giovanile. Nei primi decenni di vita Dossetti vive esperienze, stringe relazioni e compie letture che saranno determinanti nel resto della sua ricca esistenza. Ripercorrendo la formazione dossettiana Galavotti mette in luce le tante dimensioni che in essa hanno influito: l’ambiente famigliare; le figure di riferimento nella chiesa e nella società reggiana così come nella Facoltà di giurisprudenza di Bologna e all’Università Cattolica di Milano. Santa Sede e politica nel Novecento è una collana di studi dedicati alle relazioni tra la chiesa cattolica e gli stati nel Novecento, promossa dall’Associazione Agostino Casaroli. Vi compaiono due titoli. Il primo, curato da Gianni La Bella, è dedicato a Pedro Arrupe. Un uomo per gli altri (pp. 1.088, € 55). Preposito generale dei Gesuiti dal 1965 al 1983, Arrupe è stato l’artefice del rinnovamento conciliare della Compagnia di Gesù. Il suo operato al vertice dell’ordine è stato spesso al centro di contrastanti giudizi e di opposte valutazioni. I contributi e le ricerche raccolte nel volume, avvalendosi di nuove fonti archivistiche in larga parte inedite, hanno liberato la storia del generalato di padre Arrupe da quella sorta di rimozione che lo ha accompagnato soprattutto dopo la sua morte, collocandolo nella complessità delle vicende storiche, culturali e religiose del suo tempo. Il secondo volume, L’Ostpolitik della Santa Sede. Un dialogo lungo e faticoso (pp. 430, € 32) di Giovanni Barberini, offre una ricostruzione sistematica del periodo della Ostpolitik vaticana, che sotto il governo di Paolo VI ha dato vita a una coraggiosa politica di dialogo fra la Chiesa e i paesi comunisti. Ne emerge la dimensione eccezionale di Casaroli quale negoziatore vaticano e autorevolissimo protagonista. Il volume si chiude con riflessioni sul pontificato di Giovanni Paolo II e il suo operato per la riunificazione del continente europeo. Rime sacre tra Cinquecento e Seicento (pp. 264, € 20), a cura di Maria Luisa Doglio e Carlo Delcorno, segue nella Collana di studi della Fondazione Michele Pellegrino il volume sulle Rime sacre dal Petrarca al Tasso e presenta, con indagini originali e penetranti, figure sin qui rimaste in ombra, come Ferrante Carafa, cantore della vittoria di Lepanto, e Angelo Grillo; icone come il topos delle lacrime e del pianto nell’età del Tasso; antologie di rime sacre che nel primo Seicento fiorentino disegnano una suggestiva rappresentazione di san Francesco come «nuovo Prometeo cristiano»; la severa riforma neoclassica nella poetica sacra, nel progetto e nell’opera di Urbano VIII e del circolo barberiniano; la poesia biblica di Loreto Mattei con la meditazione sui limiti della parola umana dinanzi al mistero della Parola divina. Da ultimo, fuori collana esce il volume di Caritas Italiana, a cura di Mauro Magatti, La città abbandonata. Dove sono e come cambiano le periferie italiane (pp 528, € 30, con CD-Rom allegato), che presenta i risultati di una ricerca, durata due anni, in dieci quartieri di altrettante città italiane – Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Catania, Palermo – con l’intento di cogliere non solo i problemi ma anche le risorse presenti. Per far questo, i ricercatori hanno percorso a piedi le strade, sono entrati nelle case e si sono calati nella vita quotidiana di chi troppo spesso si sente abbandonato. Ne esce un quadro inedito e ricco, che tiene insieme l’esperienza umana di chi abita nei quartieri sensibili e le trasformazioni strutturali che stanno cambiando le nostre città. Novità gennaio-giugno Enzo Traverso, A FERRO E FUOCO. LA GUERRA CIVILE EUROPEA 1914-1945, 11847-9, PP. 296 CON ILL., 2007 L’identità italiana € 23,00 Marino Niola, I SANTI Storica Paperbacks Carlo M. Cipolla, CONTRO € 14,00 Massimo Paci, NUOVI LAVORI, NUOVO WELFARE. SICUREZZA E LIBERTÀ NELLA SOCIETÀ ATTIVA, 11581-2, PP. 272, € 14,00, N. ED. Walter Santagata, LA FABBRICA DELLA CULTURA. RITROVARE LA CREATIVITÀ PER AIUTARE LO SVILUPPO DEL PAESE, 11854-7, PP. 152, € 10,00 Giampaolo Dossena, MANGIARE PP. 128, € 10,00 PP. 192, UN NEMICO INVISIBILE. EPIDEMIE E STRUTTURE SANITARIE NELL’ITALIA DEL RINASCIMENTO, 11851-6, PP. 352, € 14,00, N. ED. Norman Daniel, GLI ARABI E L’EUROPA NEL MEDIO EVO, 11849-3, PP. 488, € 14,00, N. ED. Marcello Flores, IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI, 11853- 0, PP. 320 CON ILL., € 12,00, N. ED. Angelo Gatti, CAPORETTO. DIARIO DI GUERRA (MAGGIODICEMBRE 1917), 11857-8, PP. 456, € 14,00, N. ED. Lynn Hunt, LA RIVOLUZIONE FRANCESE. POLITICA, CULTURA, CLASSI SOCIALI, 11852-3, PP. 256, € 12,00, N. ED. Mario Isnenghi, IL MITO DELLA GRANDE GUERRA, 11855-4, PP. 456, € 14,00, N. ED. Eric J. Leed, LA MENTE DEL VIAGGIATORE. DALL’ODISSEA AL TURISMO GLOBALE, 11859-2, PP. 392, € 14,00, N. ED. Marcel Pacaut, MONACI E RELIGIOSI NEL MEDIOEVO, 11848-6, PP. 352, € 12,00, N. ED. PP. € 12,00, N. ED. BANANE, 11870-7, PP. 180 CON ILL., € 12,00 Lessico della politica Merio Scattola, TEOLOGIA POLITICA, 11867-7, PP. 240, € 13,00 Si governano così Domenico Amirante, INDIA, 11606-2, € 10,50 Marcello Buiatti, LA € 8,80 N. ED. € 19,50 € 19,50 Guido Formigoni, LA POLITICA INTERNAZIONALE NEL NOVECENTO, 11868-4, PP. 372, € 22,00, N. ED. Michael-Thomas Liske, LEIBNIZ, 11406-8, PP. 304, € 19,00 Pier Paolo Portinaro, IL LABIRINTO DELLE ISTITUZIONI NELLA STORIA EUROPEA, 11083-1, PP. 360, € 20,00 John A.G. Roberts, STORIA DELLA CINA, 11621-5, PP. 440, € 23,50, N. ED. Pietro Rossi, L’IDENTITÀ 200, € 14,00 DELL’EUROPA, 11617-8, PP. 5, PP. 312 CON ILL., € 17,00 Giuseppe Antonelli, L’ITALIANO NELLA SOCIETÀ DELLA COMUNICAZIONE, 11376-4, PP. 216, € 12,00 Claudio Azzara, IL PAPATO NEL MEDIOEVO, 11367-2, 136, € 10,00 Raymond F. Betts, LA PP. 192, € 11,50, N. ED. DECOLONIZZAZIONE, Jean-Joseph Boillot, L’ECONOMIA 9, PP. 152, € 11,00 Biblioteca storica Elena Aga-Rossi, Victor Zaslavsky, TOGLIATTI E STALIN. IL PCI E LA POLITICA ESTERA STALINIANA NEGLI ARCHIVI DI MOSCA, 11869-1, PP. 416, € 25,00, N. ED. Vittorio Emiliani, IL FURORE E IL SILENZIO. VITE DI GIOACHINO ROSSINI, 11616-1, PP. 528 CON ILL., € 29,00 Umberto Gentiloni Silveri, Maddalena Carli, BOMBARDARE ROMA. GLI ALLEATI E LA «CITTÀ APERTA» (1940-1944), 11546-1, PP. 376 CON ILL., € 25,00 Antonella Salomoni, L’UNIONE SOVIETICA E LA SHOAH. GENOCIDIO, RESISTENZA, RIMOZIONE, 11087-9, PP. 368, € 24,00 Joachim Staron, FOSSE ARDEATINE E MARZABOTTO. STORIA E MEMORIA DI DUE STRAGI TEDESCHE, 11518-8, PP. 568, € 28,00 Eva Cancik-Kirschbaum, GLI 168, € 11,00 10510-3, DELL’INDIA, Ilan Greilsammer, IL € 9,50 ASSIRI, 11466-2, PP. SIONISMO, 11653-6, PP. 128, Gruppo di coordinamento per la demografia della Società Italiana di Statistica, RAPPORTO SULLA POPOLAZIONE. L’ITALIA ALL’INIZIO DEL XXI SECOLO, 11828-8, PP. 176, € 11,50 Egidio Ivetic, LE 208, € 11,50 5, PP. 128, € 8,80 Paolo Murialdi, IL € 8,80, N. ED. GUERRE BALCANICHE, GIORNALE, 11524-9, PP. 128, Antonio Parenti, IL WTO, 11801-1, PP. 136, € 8,80, N. ED. Maria Letizia Pruna, DONNE AL LAVORO, 11523-2, PP. 136, € 8,80 Massimo Rubboli, I PROTESTANTI, 11643-7, PP. 148, Roberto Santaniello, IL MERCATO UNICO EUROPEO, Antonio Alberto Semi, IL NARCISISMO, 144, € 8,80 11645-1, PP. Luciano Terrenato, POPOLAZIONI E DIVERSITÀ GENETICA, 11640-6, PP. 136, € 8,80 Annamaria Testa, LA PUBBLICITÀ, 11862-2, PP. 148, € 8,80, N. ED. 11636- Giovanni Carbone, L’AFRICA. GLI STATI, LA POLITICA, I CONFLITTI, 11902-5, PP. 240, € 12,50, N. ED. Anna T. Cianciolo, Robert J. Sternberg, BREVE STORIA DELL’INTELLIGENZA, 10972-9, PP. 224, € 12,00 Jens-Arne Dickmann, POMPEI, 11651-2, PP. 144, € 10,50 Andrea Goldstein, Lucia Piscitello, LE MULTINAZIONALI, 11649-9, PP. 128, € 8,80 Carlo Guarnieri, IL SISTEMA POLITICO ITALIANO, 11522- 11833-2, PP. 144, € 8,80, N. ED. Universale Paperbacks il Mulino PP. Franco Garelli, LA CHIESA IN ITALIA, 11642-0, PP. 140, € 8,80 € 15,00 232 CON ILL., € 15,00 136, Marcello Dei, LA SCUOLA IN ITALIA, 11800-4, PP. 152, € 8,80 PP. PP. 11556-0, PP. 132, € 8,80 N. ED. 328, Maria Antonietta Trasforini, NEL SEGNO DELLE ARTISTE. DONNE, PROFESSIONI D’ARTE E MODERNITÀ, 11609-3, 11639-0, Francesco Cesarini, Paolo Gualtieri, LA BORSA, PP. Lorenzo Renzi, LE CONSEGUENZE DI UN BACIO. L’EPISODIO DI FRANCESCA NELLA «COMMEDIA» DI DANTE, 11874- BIODIVERSITÀ, 148, € 8,80 Asa Briggs, Peter Burke, STORIA SOCIALE DEI MEDIA. DA GUTENBERG A INTERNET, 11618-5, PP. 472, € 25,00, Donatella Di Cesare, GADAMER, 11476-1, 184, € 13,00 160, Riccardo Cesari, TFR E FONDI PENSIONE, 11909-4, PP. Le vie della civiltà Vito Fumagalli, STORIE DI VAL PADANA. CAMPAGNE, FORESTE E CITTÀ DA ALBOINO A CANGRANDE DELLA SCALA, Maria Giuseppina Muzzarelli, UN’ITALIANA ALLA CORTE DI FRANCIA. CHRISTINE DE PIZAN, INTELLETTUALE E DONNA, 11871-4, PP. 196 CON ILL., € 13,50 François Ost, MOSÈ, ESCHILO, SOFOCLE. ALL’ORIGINE DELL’IMMAGINARIO GIURIDICO, 11610-9, PP. 248, PP. Farsi un’idea € 8,80, N. ED. 128, € 10,00, N. ED. 160, Andrea Pinotti, ESTETICA DELLA PITTURA, 11866-0, PP. 304, James G. March, Thierry Weil, L’ARTE DELLA LEADERSHIP, 11515-7, PP. 128, € 10,00 Avishai Margalit, L’ETICA DELLA MEMORIA, 11381-8, PP. PP. Lessico dell’estetica PP. Leszek Kolakowski, ORRORE METAFISICO, 11413-6, PP. PACE DEL 232, € 13,00 George Crowder, ISAIAH BERLIN, 11519-5, 11608-6, PP. 152, € 11,50 152, Keith Oatley, BREVE STORIA DELLE EMOZIONI, 11634-5, Philippa Foot, LA NATURA DEL BENE, 11412-9, PP. 184, € 12,00 PP. 224, Ariel Toaff, IL VINO E LA CARNE. UNA COMUNITÀ EBRAICA NEL MEDIOEVO, 11850-9, PP. 320, € 12,00, N. ED. Edmondo Berselli, CANZONI. STORIE DELL’ITALIA LEGGERA, 11831-8, PP. 216, € 13,00, N. ED. Piero Boitani, SULLE ORME DI ULISSE, 11510-2, PP. 336, € 17,00, N. ED. 11611-6, Giorgio Perlasca, L’IMPOSTORE, 11903-2, Intersezioni 11468-6, Dietmar Rothermund, STORIA DELL’INDIA. DAL MEDIOEVO AI GIORNI NOSTRI, 11613-0, PP. 152, € 10,50 Giuliano Amato, Mauro Marè, IL GIOCO DELLE PENSIONI: RIEN NE VA PLUS?, 11841-7, PP. 128, € 9,50 Marzio Barbagli, Asher Colombo, OMOSESSUALI MODERNI. GAY E LESBICHE IN ITALIA, 11861-5, PP. 368, Donatella Campus, L’ANTIPOLITICA AL GOVERNO. DE GAULLE, REAGAN, BERLUSCONI,11513-3, PP. 256, € 14,00 Roberto Cartocci, MAPPE DEL TESORO. ATLANTE DEL CAPITALE SOCIALE IN ITALIA, 11860-8, PP. 168, € 12,50 David Natali, VINCITORI E PERDENTI. COME CAMBIANO LE PENSIONI IN ITALIA E IN EUROPA, 11607-9, PP. 240, BABILONESI, € 10,50 Contemporanea € 18,00, N. ED. € 11,00 Sara Lorenzini, L’ITALIA E IL TRATTATO DI 1947, 11521-8, PP. 232, € 12,00 Hannes Möhring, SALADINO, 11652-9, PATRONI, € 13,50 Michael Jursa, I 11373-3, PP. Collezione di testi e di studi Piero Boitani, LETTERATURA EUROPEA E MEDIOEVO VOLGARE, 11829-5, PP. 536, € 35,00 Costantino Bresciani Turroni, LIBERALISMO E POLITICA ECONOMICA, 11384-9, PP. 320, € 25,00 Otfried Höffe, LA DEMOCRAZIA NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE, 11528-7, PP. 384, € 32,00 Lawrence R. Klein, MACROECONOMIA, ECONOMETRIA E POLITICA ECONOMICA, 11059-6, PP. 552, € 40,00 M. Rainer Lepsius, IL SIGNIFICATO DELLE ISTITUZIONI, 11395-5, PP. 448, € 33,00 Rodolfo Sacco, ANTROPOLOGIA GIURIDICA. CONTRIBUTO AD UNA MACROSTORIA DEL DIRITTO, 11620-8, PP. 368, € 29,00 Valerio Verra, SU HEGEL, 11619-2, PP. 440, € 30,00 37 Saggi Forum Itinerari Mario Barenghi, ITALO CALVINO, LE LINEE E I MARGINI, Paolo Bosi, M. Cecilia Guerra, I TRIBUTI NELL’ECONOMIA ITALIANA. OTTAVA EDIZIONE 2007, 11654-3, PP. 256, Howard S. Becker, I TRUCCHI DEL MESTIERE. COME FARE Michela Dall’Aglio Maramotti, I LEGAMI DELLA LIBERTÀ, 11623-9, PP. 176, € 13,50 Gino Giugni, LA MEMORIA DI UN RIFORMISTA, 11527-0, RICERCA SOCIALE, PP. Attila Bruni, Silvia Gherardi, STUDIARE LE PRATICHE LAVORATIVE, 11627-7, PP. 232, € 16,50 Nicoletta Cavazza, LA PERSUASIONE, 11543-0, PP. 11846-2, PP. 288, € 23,00 11397-9, PP. 304, € 23,00 Alberto Casadei, STILE E TRADIZIONE NEL ROMANZO ITALIANO CONTEMPORANEO, 11875-2, PP. 312, € 25,00 Marina Cattaruzza, L’ITALIA E IL CONFINE ORIENTALE. 1866-2006, 11394-8, PP. 404, € 27,00 Antonio Cobalti, GLOBALIZZAZIONE E ISTRUZIONE, 11283-5, PP. 296, € 22,50 Andrea Colli, CAPITALISMO 160, € 13,00 FAMIGLIARE, 11529-4, Cesare Cornoldi, L’INTELLIGENZA, 11530-0, € 18,50 PP. PP. 240, Partha Dasgupta, POVERTÀ, AMBIENTE E SOCIETÀ. IL RUOLO DEL CAPITALE NATURALE E DEL CAPITALE SOCIALE NELLO SVILUPPO ECONOMICO, 11280-4, PP. 336, € 25,00 Flavio Delbono, Diego Lanzi, POVERTÀ, DI CHE COSA? RISORSE, OPPORTUNITÀ, CAPACITÀ, 11626-0, PP. 216, € 17,50 Bernardo Giorgio Mattarella, LE REGOLE DELL’ONESTÀ. ETICA, POLITICA, AMMINISTRAZIONE, 11824-0, PP. 216, € 17,50 Fabio Merusi, SENTIERI INTERROTTI DELLA LEGALITÀ. LA DECOSTRUZIONE DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO, 11547-8, PP. 192, € 17,00 Aurelio Musi, IL FEUDALESIMO NELL’EUROPA MODERNA, 11865-3, PP. 352, € 26,00 Alberto Quadrio Curzio, ECONOMISTI ED ECONOMIA. PER UN’ITALIA EUROPEA: PARADIGMI TRA IL XVIII E IL XX SECOLO, 11531-7, PP. 404, € 29,00 Carlo Tosco, IL PAESAGGIO COME STORIA, 11472-3, PP. 144, € 11,50 Carlo Augusto Viano, STAGIONI FILOSOFICHE. LA FILOSOFIA DEL NOVECENTO FRA TORINO E L’ITALIA, 11625-3, PP. 256, € 20,00 Studi e ricerche Corrado Bonifazi, L’IMMIGRAZIONE STRANIERA IN ITALIA, 11614-7, PP. 272, € 21,00, N. ED. Maria Concetta Chiuri, Nicola Coniglio, Giovanni Ferri, L’ESERCITO DEGLI INVISIBILI. ASPETTI ECONOMICI DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, 11532-4, PP. 160, 312, € 16,50 208, € 14,00, N. ED. Prismi Ernesto d’Albergo, Christian Lefèvre (a cura di), LE STRATEGIE INTERNAZIONALI DELLE CITTÀ. DIECI METROPOLI A CONFRONTO, 11633-8, PP. 200, € 16,50 Fabio Pammolli, Carlo Cambini, Andrea Giannaccari (a cura di), POLITICHE DI LIBERALIZZAZIONE E CONCORRENZA IN ITALIA. PROPOSTE DI RIFORMA E LINEE DI INTERVENTO SETTORIALI, 11883-7, PP. 440, € 32,00 Gianfranco Pasquino (a cura di), STRUMENTI DELLA DEMOCRAZIA, 11631-4, PP. 224, € 18,00 Alessandra Pioggia, Luciano Vandelli (a cura di), LA REPUBBLICA DELLE AUTONOMIE NELLA GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE. REGIONI ED ENTI LOCALI DOPO LA RIFORMA DEL TITOLO V, 11536-2, PP. 336, € 20,00 Judith Solomon, Carol George (a cura di), L’ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO. GLI EFFETTI DEI TRAUMI E DELLE SEPARAZIONI, 11537-9, PP. 408, € 32,00 Ritagrazia Ardone, Claudia Chiarolanza, LE RELAZIONI AFFETTIVE. I SENTIMENTI NEL CONFLITTO E NELLA MEDIAZIONE, 11827-1, PP. 248, € 16,50 Maria Cristina Caselli, Simonetta Maragna, Virginia Volterra, LINGUAGGIO E SORDITÀ. GESTI, SEGNI E PAROLE NELLO SVILUPPO E NELL’EDUCAZIONE, 11540-9, PP. 304, € 20,00 Franco Fraccaroli, APPRENDIMENTO E NELLE ORGANIZZAZIONI. UNA PROSPETTIVA 11630-7, PP. 288, € 20,00 3, PP. 360, € 27,00, N. ED. FORMAZIONE PSICOLOGICA, Alicia F. Lieberman, Nancy C. Compton, Patricia Van Horn, Chandra Ghosh Ippen, IL LUTTO INFANTILE. LA PERDITA DI UN GENITORE NEI PRIMI ANNI DI VITA, 11112-8, PP. 176, € 14,00 Falko Rheinberg, VALUTARE LA MOTIVAZIONE. STRUMENTI PER L’ANALISI DEI PROCESSI MOTIVAZIONALI, 11541- 6, PP. 208, € 16,00 € 29,00 Alessandro Chiaramonte, Giovanni Tarli Barbieri (a cura di), RIFORME ISTITUZIONALI E RAPPRESENTANZA POLITICA NELLE REGIONI ITALIANE, 11533-1, PP. 296, € 22,50 Elisabetta Cicigoi, Paolo Fabbri, MERCATO DELLE EMISSIONI AD EFFETTO SERRA. ISTITUZIONI ED IMPRESE PROTAGONISTE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE, 11881-3, PP. 160, € 14,00 Emanuele Felice, DIVARI REGIONALI E INTERVENTO PUBBLICO. PER UNA RILETTURA DELLO SVILUPPO IN ITALIA, 11882-0, PP. 280, € 22,50 Nicoletta Rangone, LE PROGRAMMAZIONI ECONOMICHE. L’INTERVENTO PUBBLICO TRA PIANI E REGOLE, 115355, PP. 256, € 21,00 38 Percorsi Fabio Antoldi (a cura di), PICCOLE IMPRESE E DISTRETTI INDUSTRIALI. POLITICHE PER LO SVILUPPO IN ITALIA E IN AMERICA LATINA, 11457-0, PP. 360, € 27,00 Stefania Bartoloni (a cura di), PER LE STRADE DEL MONDO. LAICHE E RELIGIOSE FRA OTTO E NOVECENTO, 11431-0, PP. 456, € 33,00 Ivan Balbo, TORINO OLTRE LA CRISI. UNA «BUSINESS COMMUNITY» TRA OTTO E NOVECENTO, 11438-9, PP. 320, € 22,00 9, PP. 488, € 32,00 Riccardo Campa, ONTEM. L’ELEGIA 11580-5, PP. 1.152, € 50,00 DEL BRASILE, Giulia Cantarutti, Stefano Ferrari (a cura di), PAESAGGI EUROPEI DEL NEOCLASSICISMO, 11507-2, PP. 352 CON ILL., € 25,00 Antonio Cardini (a cura di), IL MIRACOLO ECONOMICO ITALIANO (1958-1963), 11480-8, PP. 312, € 24,00 Guido Carpani, LA CONFERENZA STATO-REGIONI. 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GLI ANNI DELLA 1913-1939, 11505-8, PP. 256, € 18,50 FORMAZIONE Santa Sede e politica nel Novecento Giovanni Barberini, L’OSTPOLITIK DELLA SANTA SEDE. UN DIALOGO LUNGO E FATICOSO, 11976-6, PP. 448, € 35,00 Gianni La Bella (a cura di), PEDRO ARRUPE. UN UOMO PER GLI ALTRI, 11506-5, PP. 1.088, € 55,00 Collana di studi della Fondazione Michele Pellegrino Maria Luisa Doglio, Carlo Delcorno (a cura di), RIME SACRE TRA CINQUECENTO E SEICENTO, 11812-7, PP. Storie di imprese Maurizio Rispoli, Sara Mella, JOLLY HOTELS. IL PERCORSO STRATEGICO DI UNA GRANDE IMPRESA FAMIGLIARE (1949-2006), 11495-2, PP. 480, € 37,00 688 CON ILL., € 46,00 Laura Grazi, L’EUROPA E LE CITTÀ. LA QUESTIONE URBANA NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA (19571999), 11497-6, PP. 400, € 27,00 Cinzia Rognoni Vercelli, LUCIANO BOLIS DALL’ITALIA ALL’EUROPA, 08094-3, PP. 536 CON ILL., € 35,00 Anna Gervasoni, Alessandra Bechi, I FONDI CHIUSI DI PRIVATE EQUITY NELL’ESPERIENZA ITALIANA. ASPETTI ECONOMICI E GIURIDICI, 11500-3, PP. 272, € 21,00 Pubblicazioni dell’Istituto per le scienze religiose – Bologna QUADERNI ISIG N. 68, 10902-6, PP. 864, € 44,00 Georges Canguilhem, IL I mercati finanziari. Collana di studi economici e giuridici Giuseppe Vacca, Giancarlo Schirru (a cura di), STUDI GRAMSCIANI NEL MONDO 2000-2005, 11822-6, 6, PP. 240, € 18,00 Silvana Seidel Menchi, Diego Quaglioni (a cura di), I TRIBUNALI DEL MATRIMONIO (SECOLI XV-XVIII), Alberto Quadrio Curzio, Marco Fortis (a cura di), VALORIZZARE UN’ECONOMIA FORTE. L’ITALIA E IL RUOLO DELLA SUSSIDIARIETÀ, 11501-0, PP. 424, € 31,00 Nicola Falcitelli, Tommaso Langiano (a cura di), LA REMUNERAZIONE DELLE ATTIVITÀ SANITARIE. CARATTERISTICHE ATTUALI E IPOTESI EVOLUTIVE, 11493-8, PP. 264, € 22,30 11444-0, PP. 356, € 24,00 € 32,00 Collana della Fondazione Edison Storia e studi cooperativi. Collana del Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale Tito Menzani, LA COOPERAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA. DALLA RESISTENZA ALLA SVOLTA DEGLI ANNI SETTANTA, 264, € 20,00 Daimon. Annuario di diritto comparato delle religioni AA.VV., DAIMON. ANNUARIO DI DIRITTO COMPARATO DELLE RELIGIONI 6/2006, 11562-1, PP. 320, € 32,00 Storia dell’Avvocatura in Italia Antonella Meniconi, LA «MASCHIA AVVOCATURA». ISTITUZIONI E PROFESSIONE FORENSE IN EPOCA FASCISTA 11451-8, PP. 448, € 32,00 (1922-1943), 11488-4, PP. 384, € 30,00 DVD ALLEGATO Fuori collana Marco Zuppiroli, Gianluca Vecchio, L’UTILITÀ DISTINTIVA MISURATA, 11502-7, PP. 168, € 18,00 CON Caritas Italiana, LA CITTÀ ABBANDONATA. DOVE SONO E COME CAMBIANO LE PERIFERIE ITALIANE, a cura di Mauro Ambiente e sviluppo. Collana della Fondazione Eni Enrico Mattei Giulio Sapelli, ETICA D’IMPRESA 11441-9, PP. 120, € 10,00 E VALORI DI GIUSTIZIA, Magatti, 11908-7, PP. 528, € 30,00, CON CD-ROM ALLEGATO MATERIALE PER LA DIDATTICA SUL SITO http://www.mulino.it/aulaweb 39 Tutti i libri e le riviste del Mulino sono in www.mulino.it Società editrice il Mulino Strada Maggiore, 37 40125 Bologna (Italy) tel. 051 256011 - fax 051 256041 e-mail: [email protected] www.mulino.it conto corrente postale n. 15932403 Promozione vendite in libreria Promedi S.r.l. Strada Maggiore, 63 40125 Bologna tel. 051 344375 - fax 051 344496 Distribuzione per l’Italia Messaggerie Libri S.p.a. Direzione: Via G. Verdi, 8 20090 Assago (MI) tel. 02 457741 Tariffa Pagata P.D.I. Autorizzazione DRT/DCB/BO/PDI/3927/2003 valida dal 31/12/2003 Stampa: Officine grafiche Calderini (BO) ISBN 978-88-15-12013-7