Biblioteca storica

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Le edizioni del Mulino
il Mulino
Primavera/Estate 2007
Novità
Sommario
Le novità e le riproposte del Mulino
in libreria da gennaio a giugno 2007
3
Storica paperbacks
Visitate
il sito del Mulino
4
Biblioteca storica
www.mulino.it
6
Intersezioni
9
Farsi un’idea
12
Storia
15
Filosofia
17
Linguistica e critica letteraria
18
Politica
21
Sociologia
23
Psicologia
25
Economia
28
Diritto
30
Collaborazioni editoriali
Le edizioni del mulino
Il catalogo aggiornato dei volumi
- acquistabili anche on line
in modo veloce, semplice e sicuro le novità in libreria, il primo piano
con gli avvenimenti editoriali più rilevanti e
i percorsi tematici per approfondire la realtà
che cambia: queste sono solo alcune delle molte
sezioni disponibili sul sito del Mulino.
Tra i servizi, Aulaweb è lo spazio
dedicato allo studio universitario,
dove vengono proposti a studenti e docenti
materiali integrativi dei manuali,
Rivisteweb è l’archivio elettronico delle riviste,
dove sono disponibili gli articoli dal 1997 a oggi
delle testate pubblicate.
Infine, per essere informati regolarmente
sulle pubblicazioni del Mulino
è sufficiente iscriversi alle mailing list
per materia, all’indirizzo
www.mulino.it/edizioni/mailing_list/mail_v.php:
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Elenco generale delle novità e
delle riedizioni
si riceverà ogni mese una e-mail che presenta
tutte le novità in uscita.
Storica paperbacks
Dieci titoli per una collana fortunata che
ripropone a prezzi contenuti i maggiori
successi di storia del catalogo Mulino
Fra maggio e giugno sono andati in libreria ben dieci volumi di «Storica
paperbacks», la collana nata due anni fa per riproporre a prezzi contenuti i
titoli di storia di maggiore successo del catalogo Mulino. Il favore che ha riscosso anche questa collana, dopo quello già ottenuto dal rilancio della «Biblioteca storica» rilegata, conferma che il largo pubblico dei lettori appassionati sa di poter trovare al Mulino un nutrito scaffale di grandi letture di storia.
Marcel Pacaut
Monaci e religiosi nel Medioevo
pp. 352, € 12
Ariel Toaff
Il vino e la carne
Una comunità ebraica nel Medioevo
pp. 320, € 12
Norman Daniel
Gli Arabi e l’Europa nel Medio Evo
pp. 488, € 14
Carlo M. Cipolla
Contro un nemico invisibile
Epidemie e strutture sanitarie nell’Italia
del Rinascimento
pp. 352, € 14
Lynn Hunt
La Rivoluzione francese
Politica, cultura, classi sociali
pp. 256, € 12
Marcello Flores
Il genocidio degli armeni
pp. 320 con ill., € 12
Mario Isnenghi
Il mito della Grande Guerra
pp. 456, € 14
Angelo Gatti
Caporetto
Diario di guerra (maggio-dicembre 1917)
pp. 456, € 14
Giorgio Perlasca
L’impostore
Le memorie dello Schindler italiano
pp. 224, € 12
Eric J. Leed
La mente del viaggiatore
Dall’Odissea al turismo globale
pp. 392, € 14
3
Biblioteca storica
Disastroso Novecento: un viaggio in cinque
tappe. Con un intermezzo musicale in compagnia
di Rossini per riprendere fiato
Detratta la bella biografia rossiniana di Vittorio Emiliani, nel suo insieme il set di
novità proposto in questo semestre nella
«Biblioteca storica» potrebbe essere considerato un’articolata ricognizione sui disastri
del secolo che abbiamo alle spalle. Nel
caso, al nuovo libro di Enzo Traverso, A
ferro e fuoco. La guerra civile europea
1914-1945 (pp. 296 con ill., € 23), spetta
il ruolo di introduzione generale a un’epoca di conflitti, di distruzioni e rivoluzioni che
ha messo l’Europa a ferro e fuoco. La
nozione di «guerra civile europea» pare
appropriata a descrivere quella terribile
combinazione di guerra totale, di guerre
civili locali e di genocidi, che ha visto anche
lo scontro fra opposte visioni del mondo.
Traverso descrive i tratti principali della catastrofe europea fra le due guerre, in cui si
ritrovano un misto di violenza arcaica, fredda violenza amministrativa e tecnologia
moderna per annientare il nemico, la brutalizzazione delle popolazioni forzate all’esodo o all’esilio, lo scatenamento emotivo
dei conflitti fra civili all’interno delle società
(Urss, 1917-23; Spagna, 1936-39; Resistenza, 1939-45), l’impero della paura e
della morte nella mente degli uomini. Ma
in contrasto con una recente linea interpretativa che tende a parificare in un’unica
notte totalitaria le ideologie politiche, di
qualunque colore, che hanno caratterizzato
l’epoca, Traverso in quella stagione di guerre civili ne indica alcune che è valso la pena
combattere, riconoscendo che l’Europa
democratica di oggi deve qualcosa a chi ha
lottato per costruirla.
Nel repertorio degli orrori, il primo posto va
indubbiamente allo sterminio nazista degli
ebrei, di cui Antonella Salomoni, con L’Unione Sovietica e la Shoah. Genocidio,
resistenza, rimozione (pp. 368, € 24),
racconta una parte conosciuta poco e
male. Malgrado le sue dimensioni, la
Shoah in Unione Sovietica è rimasta infatti
per lungo tempo l’aspetto meno discusso
dell’annientamento della popolazione
ebraica europea. All’origine di questo relativo silenzio stava non solo la difficoltà di
accedere alla documentazione in mano
sovietica ma anche il rifiuto dell’ideologia
comunista di studiare la Shoah come even-
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to distinto dalla guerra. Oggi infine una
grande quantità di materiali inediti permette di ricostruire dettagliatamente la «soluzione finale» in quel territorio, nonché di
penetrare la complessità e le contraddizioni della politica comunista di fronte alla
Shoah. Il volume mette in luce i principali
elementi dell’olocausto in Urss: l’immediata esecuzione degli «ordini» d’identificazione e di soppressione della popolazione su
base razziale; la natura pubblica ed esemplare del genocidio e la sua funzione; il
successo della propaganda antisemita,
associata a quella antibolscevica, condotta
dai nazisti; il ruolo del collaborazionismo
delle popolazioni locali e il loro coinvolgimento negli eccidi susseguitisi durante il
conflitto.
Una recente storiografia ritiene che l’escalation delle stragi tedesche in Italia sia in
qualche misura connessa all’imbarbarimento della guerra al fronte orientale. In
questo senso, il libro della Salomoni trova
una connessione con quello che lo storico
tedesco Joachim Staron ha dedicato a
Fosse Ardeatine e Marzabotto. Storia
e memoria di due stragi tedesche (pp.
568, € 28). Alle Fosse Ardeatine di Roma,
nel marzo 1944, trecento e più prigionieri
vennero fucilati per rappresaglia dopo l’attentato gappista di via Rasella; a settembre
dello stesso anno nel territorio di Marzabotto, sull’Appennino bolognese, i tedeschi
sterminarono oltre settecento civili nel
corso di un vasto e spietato rastrellamento.
Queste due stragi sono assurte a simbolo
della violenza e della crudeltà nazista, «luoghi della memoria» dell’Italia repubblicana.
Su questi fatti, tanto in Italia quanto in Germania, si è gradualmente costruita l’immagine della guerra tedesca in Italia, si sono
giocate partite politiche e storiografiche, si
sono celebrati o non celebrati processi, si
sono intrecciate polemiche. È quanto ricostruisce Staron, che con grande capacità di
sintesi ripercorre e inquadra non solo i fatti
in sé, ma anche le loro lunghe conseguenze: i processi che hanno avuto luogo in Italia nel dopoguerra e, decennio dopo
decennio, lo svolgersi del dibattito pubblico
nei due paesi.
Uno degli effetti importanti indotti nella sto-
BIBLIOTECA STORICA
riografia dall’attuale, imperante sensibilità umanitaria è stato
l’aver reintrodotto nel novero delle grandi stragi novecentesche i bombardamenti a danno delle popolazioni civili. Se
molto si è scritto di recente sui bombardamenti subiti dalla Germania (e il Mulino nel
2005 ha riscoperto una notevolissima testimonianza diretta sulla distruzione di Amburgo: La fine, di Hans Erich Nossack), sull’Italia
si è fatto ancora poco e Bombardare Roma.
Gli Alleati e la «città aperta» (1940-1944)
(pp. 376 con ill., € 25) di Umberto Gentiloni
Silveri e Maddalena Carli riveste un carattere
quasi pionieristico. Roma subì il primo bombardamento alleato il 19 luglio 1943. Nel
corso dei mesi successivi, fino alla liberazione
del 4 giugno 1944, ce ne sarebbero stati altri
cinquanta. Per l’Urbe, indifesa e illusoriamente convinta del proprio carattere quasi sacro,
fu uno choc inatteso. Il bombardamento di
Roma e l’acceso confronto sull’opportunità di
dichiarare la capitale «città aperta» costituiscono un punto nodale nella Campagna d’Italia,
tanto nelle strategie alleate quanto nel vissuto
degli italiani. A questo nodo, a come giorno
dopo giorno si arrivò al bombardamento e alla
liberazione di Roma è dedicato il libro che,
attraverso un’eccezionale raccolta documentaria e un ricchissimo apparato di immagini,
ricostruisce gli avvenimenti e il dibattito successivo interpretandoli nel più ampio contesto
della seconda guerra mondiale.
L’ultimo titolo novecentesco è Togliatti e
Stalin. Il PCI e la politica estera staliniana negli archivi di Mosca (pp. 416, € 25)
che gli autori, Elena Aga-Rossi e Victor Zaslavsky, ripropongono a dieci anni dalla prima pubblicazione in
una nuova edizione profondamente rivista e ampliata sulla
base di nuova documentazione. Il libro affronta uno dei temi
più spinosi e discussi nella storia dell’Italia repubblicana: il rapporto fra il Pci e l’Urss durante la guerra e il primo dopoguerra, e lo fa sulla base di un’importante documentazione di
parte sovietica; da questa, e soprattutto dai
resoconti degli incontri di Togliatti e degli altri
dirigenti del Pci con l’ambasciatore sovietico a
Roma, emerge un quadro stupefacente dell’allineamento del partito italiano agli obiettivi
della politica estera sovietica.
Una pausa in mezzo ai disastri del Novecento, alla lettera un intermezzo musicale ce lo
regala Vittorio Emiliani con Il furore e il
silenzio. Vite di Gioachino Rossini (pp.
528 con ill., € 29). Quello che ci restituiscono le sue pagine è un Rossini marcatamente
diverso dai ritratti tradizionali. Enfant prodige,
cantante, strumentista, compositore, e però
studioso di Mozart e Haydn. «Impronta tedesca» che gli verrà rimproverata anche da adulto. Gioviale quanto esigente, capace di scatti
sanguigni. Calato da bambino, col padre
musico e la madre soprano, nel mondo
avventuroso delle imprese teatrali. Diffusore
di Haydn e Beethoven, compositore fertilissimo di melodrammi giocosi e tragici, celebre a
21 anni, fra neoclassicismo e romanticismo.
Coi primi, precoci segni di fragilità nervosa
nell’alternarsi di «prime» burrascose, o fredde,
e di trionfi. Acclamato e avversato, protagonista della «Rossini fever» come della «guerre
rossinienne», fra Vienna, Londra e Parigi, dove
rifonda il teatro lirico prima di tacere, amaramente. Nostalgico di Bologna e dei suoi affetti e poi in rotta furente con la città a causa
delle passioni politiche. Che lo inseguono
tutta la vita fra rivoluzioni e restaurazioni, lui, amico di Metternich e insieme cantore della libertà. Genio europeo dalle
molte facce, alcune segrete, qui svelate.
L’identità italiana
I Santi patroni (pp. 192, € 13,50) di Marino
Niola è il nuovo titolo della collana diretta da Ernesto Galli della Loggia «L’identità italiana». Identificare come petroniani i bolognesi o come ambrosiani i milanesi ci dà la misura del legame fondativo che la cittadinanza stringe con il santo
che ne è il simbolo. Santa Maria, san Giovanni, san Giuseppe, san Michele, san
Francesco, sant’Antonio, san Rocco, santa
Rita, san Nicola sono non a caso fra i
toponimi più diffusi, ma anche tra i nomi
di battesimo maggiormente ricorrenti: i
veri poli della geografia, della storia e del
costume italiani. Nei lunghi secoli che hanno
preceduto l’Unità, la Chiesa è stata il solo potere
non straniero che ha rappresentato, soprattutto fra i ceti popolari, il tratto identitario
effettivamente comune, l’unico mondo
universalizzante in una realtà di particolarismi esasperati. Il culto per la Madonna
(il cui patronato è di gran lunga il più diffuso), per i protomartiri cristiani, per i
primi santi vescovi ha finito con il conferire loro il ruolo di taumaturgici «defensor
civitatis», facendone al tempo stesso i
depositari di consuetudini e memoria.
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Intersezioni
Dai ricordi controvoglia di Giampaolo Dossena
alle canzonette di Berselli, dall’etica ai baci, dalle
donne intellettuali e artiste al Medioevo padano
di Fumagalli
In «Intersezioni», collana di punta nella proposta del Mulino destinata al pubblico più
largo dei lettori non specialisti, trova posto
uno scaffale oramai nutrito di piccoli testi
autobiografici: ricordiamo, fra gli ultimi titoli, le memorie di Giuseppe Bonazzi Lampadine socialiste e trappole del capitale, la
bella testimonianza partigiana di Cristoforo
Moscioni Negri Linea gotica, o le Parole di
giorni lontani di Tullio De Mauro. A questo
scaffale si aggiunge oggi il sorprendente
libretto Giampaolo Dossena Mangiare
banane (pp. 128, € 10). Un libro sul filo
della memoria, certo: ma si può ricordare
controvoglia? I suoi frammenti di memoria
vivono in un impasto impossibile di nostalgia e insofferenza, umor nero e cattivo
umore. Dai cassetti, dai libri riaperti a caso,
da un incontro per strada riemerge una filastrocca, una parola, un oggetto, una marca:
vi ricordate la Bioplastina? E l’alkermes? E
dietro si snoda il ricordo, dalla Filotea rilegata con la pelle di una vecchia borsetta
della mamma, alla nonna morta per una
scorpacciata di polenta, dai proclami
radiofonici del duce alla pesca di beneficenza della scuola, alle banane che era
patriottico mangiare ai tempi dell’Impero.
Collezionista pentito, Dossena incolla sulla
pagina, malgré lui, le figurine della sua personale collezione, della sua vita, regalandoci un libro bello e malinconico sul peso e il
piacere della memoria.
Ancora di memoria ci parla poi un importante saggio del filosofo israeliano Avishai
Margalit, L’etica della memoria (pp. 184,
€ 13). Recuperare il passato, rivivere eventi ed emozioni: nella costruzione morale
degli individui così come delle collettività
può essere questo uno dei compiti più
dolorosi. Ma ci sono cose che abbiamo il
dovere di ricordare? Può davvero la memoria condivisa valere a fondare o a rafforzare
il sentimento identitario di una comunità?
Esiste insomma un’etica della memoria?
L’autore si misura con tali interrogativi in
pagine dense di riflessioni colte, ma anche
di spunti di cronaca recente, di testimonianze e di ricordi personali, per giungere
infine ad affermare che un’etica della
memoria è un’etica tanto del ricordo quan-
6
to dell’oblio e del perdono, e che dunque
la questione cruciale, se ci siano cioè cose
che dobbiamo ricordare, ne comporta una
parallela, se ci siano cose che dobbiamo
invece dimenticare.
Anche La natura del bene (pp. 184, €
12) è una riflessione filosofica, e presenta
al lettore italiano Philippa Foot, la pensatrice inglese ora quasi novantenne, che è
indubbiamente da considerare una delle
figure di maggior rilievo nel panorama della
filosofia morale contemporanea, in particolare per la cosiddetta etica delle virtù. «Le
virtù hanno un ruolo necessario nella vita
dell’uomo così come il pungiglione nella
vita delle api»: ma come facciamo a giudicare se qualcosa è «buono» per gli esseri
umani? Per gli organismi viventi in generale, è buono ciò che serve per nutrirsi, vivere e prosperare, vale a dire ciò che serve a
realizzare le potenzialità della specie. Ma
nel caso particolare dell’uomo, questo criterio di giudizio appare inadeguato, perché
non si può concepire l’essere umano in
senso soltanto biologico. Esistono attività di
pensiero e sfere di vita – la capacità di
usare l’immaginazione, di cantare o danzare ad esempio – senza le quali gli esseri
umani potrebbero sopravvivere e riprodursi, ma non potrebbero raggiungere un
pieno sviluppo. Ricollegandosi a una tradizione di pensiero che attraverso Tommaso
d’Aquino risale sino ad Aristotele, Philippa
Foot si interroga su che cosa è giusto e che
cosa è sbagliato, sulla virtù e sul vizio, sulle
basi stesse del giudizio morale.
Dalla filosofia alla letteratura, ma attraverso
la sensibilità del giurista. François Ost in
Mosè, Eschilo, Sofocle. All’origine dell’immaginario giuridico (pp. 248, € 15)
rilegge alcuni grandi archetipi della letteratura interrogandoli sull’origine e sul destino
del diritto. La consegna delle tavole della
legge (Mosè), l’invenzione della giustizia
(l’Orestea di Eschilo), la ribellione della
coscienza (l’Antigone di Sofocle) sono le
principali tappe di un percorso narrativo
che si spinge alle fonti di un immaginario
giuridico ancora tutto da esplorare.
Si avvalgono della letteratura anche James
G. March e Thierry Weil nel loro saggio su
INTERSEZIONI
L’arte della leadership (pp. 128, € 10).
Il tema della leadership è inseparabile da
quello più generale dell’esistenza umana:
tutti siamo infatti chiamati ad affrontare, in
forme e contesti diversi, gli stessi problemi
che impegnano chi ha la responsabilità di
guidare intere organizzazioni: la necessità
di conciliare (o di scegliere tra) vita privata
e doveri professionali, astuzia e trasparenza, estro e affidabilità, diversità e uniformità,
ambiguità e coerenza, gerarchia e familiarità, atteggiamenti «maschili» e «femminili».
L’attitudine a misurarsi con questi dilemmi
non potrà essere oggetto di una «scienza»
più o meno esatta, ma dovrà piuttosto giovarsi della capacità di intuizione e introspezione tipica dell’arte. Sulla leadership si
possono dunque imparare molte più cose
dalla grande letteratura che dagli studi
organizzativi; Shakespeare e Molière, Tolstoj e Cervantes, Goethe e Stendhal,
Dostoevskij e Balzac saranno i nostri coach
e nelle loro pagine troveremo sicura ispirazione, oltre a precetti efficaci per il nostro
lavoro e la nostra vita.
Lorenzo Renzi indaga attorno a un grande
archetipo letterario con Le conseguenze
di un bacio. L’episodio di Francesca
nella «Commedia» di Dante (pp. 312
con ill., € 17). La storia dei due cognati
adulteri, condannati per il loro peccato a
rimanere per sempre avvinti nella bufera
infernale, è entrata a far parte del nostro
immaginario sentimentale, pur appartenendo anche alla storia e alla letteratura. Fra l’erudito e l’ironico, Renzi rilegge i versi danteschi, tratteggiando la figura di Francesca e
ricostruendone la mutevole fortuna presso
i commentatori antichi, i critici moderni e
nelle tante rievocazioni che l’episodio ha
conosciuto, dalla letteratura al teatro, alle
arti figurative. Se per gli antichi la morale
della storia era che «è bene non lasciare
uomini e donne da soli», per i romantici
Francesca è stata una rappresentante eroica dell’amour passion. Oggi invece si vede
spesso in lei una donna colpevole non
tanto di avere tradito il marito quanto,
come Madame Bovary, di aver letto troppi
romanzi.
Un secolo separa Francesca da Rimini da
un’altra donna che avrebbe lasciato una
forte impronta nella cultura del tempo.
Christine de Pizan, nata cento anni tondi
dopo Dante, aveva la sua origine non lontano dalla Rimini di Francesca. Suo padre
era infatti originario di Pizzano, un paese
vicino a Bologna. Lei, nata in Italia ma vis-
suta in Francia, fu sempre Christine de
Pizan. Tra la fine del Trecento e i primi del
secolo successivo, fu la prima donna intellettuale di professione. Un’italiana alla
corte di Francia. Christine de Pizan,
intellettuale e donna (pp. 196 con ill., €
13,50) di Maria Giuseppina Muzzarelli offre
un breve e partecipato ritratto della vita e
dell’opera di questa donna fuori dal comune. Era singolare, a quei tempi, il fatto che
Christine ricevesse dal padre, noto medico
e astrologo, una straordinaria istruzione; più
tardi, rimasta vedova e priva di risorse,
quell’istruzione le consentì di proporsi
come scrittrice di apprezzate opere che lei
stessa produceva e faceva miniare, facendosi in certo senso editrice avanti lettera.
Scrisse opere di storia, di araldica, di poesia,
riflessioni sulla pace, sulla guerra, sulla fortuna ma soprattutto fu oppositrice fiera ed
efficace dei pregiudizi contro le donne. La
sua opera più nota è appunto una difesa
delle donne: La città delle dame. Con i suoi
scritti e la sua vita Christine dimostrò, in
un’epoca misogina, che le capacità delle
donne non erano inferiori a quelle degli
uomini.
Di là dai suoi meriti intrinseci, Christine si
ricorda anche per l’eccezionalità della sua
carriera in un ambito che resterà e in larga
parte resta tuttora maschile. Ancora oggi la
marginalizzazione delle donne nell’arte, ad
esempio, è argomento di contesa, come ci
racconta Maria Antonietta Trasforini con il
suo Nel segno delle artiste. Donne,
professioni d’arte e modernità (pp.
232 con ill., € 15). Nel 1989 per le strade
di New York apparvero grandi manifesti raffiguranti l’odalisca nuda di Ingres con una
maschera di gorilla inferocito sul capo. La
maschera era la firma delle Guerrilla Girls,
un gruppo di artiste anonime, e i manifesti
interpellavano i passanti in questi termini:
«Le donne devono essere nude per entrare al Metropolitan Museum? Meno del 5%
degli artisti nella sezione di arte moderna
sono donne, ma l’85% dei nudi sono femminili». Le gesta delle Guerrilla Girls, ribadite alla Biennale di Venezia del 2005, sono
la punta mediatica di una lunga stagione di
conflitti e denunce sul silenzio e l’invisibilità
delle donne nelle arti. Alla tradizionale
domanda sulla scarsità delle grandi artiste
una storica dell’arte ha risposto ricordando
l’analoga carenza di grandi pianisti jazz
lituani o di grandi tennisti esquimesi. Fuor
di provocazione, si tratta di capire se e
quanto le asimmetrie di genere contribui-
7
INTERSEZIONI
scono a definire ciò che è arte oppure non lo è, chi merita di
essere ricordato oppure dimenticato. Dispiegando un’ampia
quanto inesplorata documentazione, questo volume pionieristico si incarica anche di sconfessare il mito
della creatività minore e accessoria delle
donne.
Infine, la riscoperta di un piccolo libro dimenticato, Storie di Val Padana. Campagne,
foreste e città da Alboino a Cangrande
della Scala (pp. 152, € 11,50), ricorda ai
suoi molti lettori la figura di Vito Fumagalli, nel
decimo anniversario della scomparsa. Pochi
storici hanno avuto, come Fumagalli, il talento
di evocare quasi visivamente il mondo dell’uomo medievale. A partire da una preparazione rigorosa versata in particolare nella storia dell’ambiente e dell’agricoltura, egli sapeva
reimmergere il lettore entro il paesaggio e la
vita comune del Medioevo, raccontando con
grande efficacia il rapporto quotidiano fra
uomo e natura: gli animali, le coltivazioni, i
boschi, i fiumi, le alluvioni, le malattie, e insieme il complesso di sentimenti e atteggiamenti che quel rapporto generava. In questo
volume Fumagalli aveva raccolto alcune delle
sue pagine più dichiaratamente narrative centrate sul Medioevo padano: sull’elemento
predominante delle foreste, innanzitutto, animate da pericoli veri e immaginari, e poi sul
graduale addomesticamento del territorio con
la ripresa dell’agricoltura e dei commerci e la
rinascita delle città. È la Padania di Matilde di
Canossa e di Cangrande della Scala, dei
goliardi e dei monaci, dei contadini e dei
pastori che, in pagine di intensa suggestione,
torna a vivere sotto gli occhi del lettore.
Insieme alle nove novità che abbiamo elencato, per «Intersezioni» vanno segnalate
anche tre riedizioni notevoli.
Orrore metafisico (pp. 128, € 10) di
Leszek Kolakowski è un piccolo classico sul
senso stesso del fare filosofia. Di tutte le questioni che hanno ossessionato per secoli la
filosofia, non ve n’è una che sia stata risolta
con generale soddisfazione: rimangono tutte
controverse quando non invalidate per decreto degli stessi filosofi. E, prima di ogni altra
cosa, l’Essere resta filosoficamente opaco,
mentre tutto – ivi compresa la ricerca dell’Assoluto – tende
verso la propria disintegrazione. Eppure, questa fallimentare
ricerca non è affatto priva di senso. Nel suo argomentare spregiudicato e aforistico, Kolakowski lascia intravedere una via
8
d’uscita: solo accettando questa sfida conoscitiva, è possibile
accedere, se non alla Verità, almeno ad alcuni labili, volatili
frammenti di essa.
Mentre nella «Collezione di testi e di studi»
esce il suo nuovo studio sulla letteratura
medievale (ne parliamo a pagina 17), Piero
Boitani ha rimesso mano, raddoppiandone la
mole, alla sua «autobiografia critica», Sulle
orme di Ulisse (pp. 336, € 17), dove ha
tracciato la storia della propria passione per il
personaggio omerico cui ha dedicato tanta
parte delle sue energie di studioso (e un libro
bellissimo: L’ombra di Ulisse). Già al tempo
delle prime letture infantili e delle tenzoni fra
bambini che con spade di giornali arrotolati
ripetono la guerra di Troia, Boitani tiene per
Ulisse, è Ulisse. Poi le letture della scuola, le
passioni letterarie segretamente contigue
all’Odissea, come Moby Dick e T.S. Eliot, e la
riscoperta di Ulisse nel cuore della letteratura
medievale. Ma al di là della letteratura l’eroe
greco dà corpo a inquietudini reali, alla curiosità dell’ignoto, al bisogno del viaggio e alla
necessità del ritorno. Le vicende di Ulisse, scrive Boitani, «sono disegni entrati nella nostra
carne». Memoria di vita e di letture, di meraviglie e dolori, di peripezie libresche, di viaggi e
incontri predestinati, Sulle orme di Ulisse contiene il racconto sbalordito e felice di una
vicenda umana e intellettuale intimamente
intrecciata alla storia del mito.
È un felice ritorno anche quello di Canzoni.
Storie dell’Italia leggera (pp. 216, € 13)
che Edmondo Berselli ripresenta con l’aggiunta di un capitolo nuovo. Generazioni
sono cresciute e cambiate sentendo sullo
sfondo della loro vita certe canzoni, che
hanno finito per depositarsi nella memoria
collettiva. Il libro di Berselli si occupa di queste canzoni: non però in una dolciastra operazione nostalgia, ma nel tentativo di «far cantare» alcuni momenti della nostra storia. Da
Celentano e Mina al beat dei capelloni, da
Mogol e Battisti a Vasco Rossi e Baglioni, a
Max Pezzali, Berselli racconta atmosfere, climi,
gusti, atteggiamenti, oggetti, «pensieri e parole» dei nostri ultimi decenni; e lo fa con quella sfacciata capacità, che è la sua cifra caratteristica, di cucire insieme alto e basso, finezze
analitiche e ritornelli pop, venerati maestri e giovani paninari.
Riascoltando i versi e le musiche che l’hanno accompagnata,
ritroviamo il suono inconfondibile dell’Italia contemporanea,
della sua storia, del suo costume.
Farsi un’idea
Una collana di poche parole e di molte idee: gira
la boa dei primi dieci anni di vita la collana più
diffusa del Mulino
Nata nel 1997, in dieci anni di vita «Farsi
un’idea» ha pubblicato oltre 140 titoli, costituendo una sorta di enciclopedia componibile sui principali argomenti della politica,
delle istituzioni, dell’economia, della psicologia, delle religioni. Un settore aggiunto di
recente e che ha incontrato un marcato
apprezzamento dei lettori è quello dell’informazione scientifica. A questa linea
appartengono, tra le novità del semestre,
due titoli. La biodiversità (pp. 136, €
8,80) di Marcello Buiatti illustra un aspetto
fondamentale della vita sulla Terra. Senza la
sua straordinaria varietà, cioè senza la biodiversità, la vita scomparirebbe. Nell’immensa comunità naturale di cui facciamo
parte essa infatti consente a tutti i suoi
componenti di modificarsi moltiplicando le
strategie di sopravvivenza per adattarsi alla
mutevolezza dei contesti. Buiatti analizza
dapprima strutture e funzioni della biodiversità – a tutti i livelli tra loro interconnessi e complementari della biosfera – dalle
molecole, agli organismi, alle specie, agli
ecosistemi. Infine, in questa prospettiva
integrata, affronta i rischi e i problemi creati dalla perdita di biodiversità, oggi in via di
drammatica accelerazione sul pianeta terra.
Popolazioni e diversità genetica (pp.
136, € 8,80) di Luciano Terrenato fa il
punto sul tema dell’evoluzione e differenziazione della specie umana. Da un lato
tutti gli uomini appartengono a una sola
specie, dall’altro non esistono due uomini
uguali sulla terra, tanto è grande la variabilità genetica tra individuo e individuo. Unica
fra le specie è la nostra complessa storia
culturale e tra le due evoluzioni, biologica e
culturale, esistono convergenze ma anche
divergenze. Decisivo tra i fattori culturali è
stato il ruolo delle migrazioni che hanno
consentito a Homo sapiens di raggiungere
in circa 2.500 generazioni tutte le terre
emerse, determinando quegli adattamenti
al clima che hanno complicato la ricostruzione delle varie linee di discendenza e
sono all’origine del falso concetto di razza.
Antonio Alberto Semi porta un contributo
rilevante al settore psicologico della collana
con Il narcisismo (pp. 144, € 8,80). Nel
linguaggio comune siamo abituati ad associare al termine narcisismo vanità, esibizio-
ne, megalomania ma anche nevrosi e comportamenti patologici. Ma siamo fuori strada: il narcisismo è una dimensione fondamentale e normale dell’attività psichica, che
ci riguarda tutti e in ogni fase della vita.
Ripercorrendo il mito di Narciso creato da
Ovidio e giungendo fino a Freud e alla
ricerca psicoanalitica attuale, Semi ci fa
capire quanto Narciso sia presente nella
nostra quotidianità – dal mondo della famiglia a quello della politica – e ci influenzi
nella costruzione delle relazioni affettive e
sociali. Ci mostra infine come l’amore di sé
possa anche danneggiarci, ma come sia
necessario per poter stare bene in compagnia degli altri.
Un nutrito gruppo di titoli è dedicato alle
istituzioni e all’economia del nostro paese.
Si inizia da Il sistema politico italiano
(pp. 128, € 8,80) di Carlo Guarnieri, che
descrive il funzionamento e l’evoluzione
del sistema politico italiano secondo una
prospettiva di lungo periodo, dall’Unità a
oggi. I modi in cui è avvenuta l’unificazione
hanno fatto sì che il nuovo stato abbia
dovuto affrontare in breve tempo sfide che
altrove sono state diluite nell’arco di secoli.
Ciò ha lasciato segni evidenti sullo sviluppo
politico successivo, sulle architetture istituzionali e sul loro rendimento, nonché sulla
percezione della loro legittimità. La prospettiva scelta da Guarnieri sottolinea le
radici lontane di molti dei problemi d’oggi e
individua con chiarezza gli elementi di
discontinuità. In particolare gli anni Novanta hanno visto per la prima volta prendere
forma un assetto bipolare competitivo, con
implicazioni potenzialmente positive per
l’intero sistema, anche se la legge elettorale del 2005 rischia di interrompere tale
processo.
Assai tempestiva è la riedizione di un altro
titolo dedicato alla realtà del nostro paese,
La scuola in Italia (pp. 152, € 8,80) di
Marcello Dei. Dopo decenni di immobilismo, negli ultimi anni la scuola italiana è
stata investita da un ciclone di riforme tanto
ambiziose quanto destinate a ricevere un
colpo mortale al cambio di governo. Il
«Riordino dei cicli scolastici» varato nel
2000 da Berlinguer è stato abrogato dal
2003 dalla nuova riforma Moratti, che a
9
FARSI UN’IDEA
sua volta è stata in parte smantellata dal
ministro Fioroni all’inizio del 2007. Dei fa il
punto dell’attuale situazione, dalla scuola
dell’infanzia all’istruzione secondaria superiore; descrive come è cambiata la popolazione scolastica anche sotto la spinta dell’immigrazione; esamina i problemi della
formazione, reclutamento e carriera degli
insegnanti; riporta i più recenti confronti
internazionali sulle competenze linguistiche
e scientifiche degli studenti.
Con La Chiesa in Italia (pp. 140, € 8,80)
Franco Garelli descrive quella che resta tuttora una presenza profondamente radicata
nel tessuto sociale del paese e ben visibile
sulla scena pubblica. Nel dibattito sui valori
è spesso terreno di scontro, ma anche
punto di riferimento non solo per i credenti. Come si spiega tutto questo? E come
sono cambiate, dal dopoguerra a oggi, la
Chiesa e la società italiane? Tre sono gli
snodi attorno ai quali è organizzato il volume: le diverse stagioni del cattolicesimo italiano prima e dopo il Concilio Vaticano II; la
rilevanza della dimensione organizzativa,
fra territorio e personale religioso; la ricchezza dei mondi cattolici che ruotano
attorno all’istituzione ecclesiale, dai gruppi
e movimenti alle manifestazioni della religiosità popolare, ai campi di impegno più
di frontiera.
Riguarda meno l’Italia, ma è utile vederlo a
fianco a quello di Garelli, il libro dedicato da
Massimo Rubboli a I protestanti (pp. 148,
€ 8,80). Oggi i protestanti, con cattolici e
ortodossi, costituiscono una delle tre grandi componenti del cristianesimo mondiale,
eppure sono una realtà poco conosciuta
dagli italiani. Il ricco pluralismo interno che
fin dalle origini caratterizza il mondo protestante spesso disorienta chi lo osserva con
occhi cattolici. Luterani, chiese riformate,
anglicani, metodisti, battisti, pentecostali...
che cosa hanno in comune e che cosa li
distingue? Il volume presenta la storia e i
principi dottrinali fondamentali del protestantesimo mettendone in luce le pulsioni
critiche e riformatrici, l’attivismo in campi
diversi da quello religioso, come l’economia, la politica, il sociale, l’istruzione.
Rientriamo nei problemi della società italiana con Donne al lavoro (pp. 136, €
8,80) di Maria Letizia Pruna. Il libro spiega
come è cambiato il lavoro delle donne e
come sono cambiate le donne che lavorano, le loro aspirazioni professionali, le
aspettative di carriera, e illustra i problemi
che tali cambiamenti pongono all’organiz-
10
zazione del lavoro e della società. Malgrado
i progressi degli ultimi trent’anni, le donne
continuano a muoversi in un mondo del
lavoro che non è ancora pienamente favorevole alla loro presenza, in cui le opportunità restano minori rispetto a quelle degli
uomini, e nettamente diverse tra Nord e
Sud d’Italia.
Riccardo Cesari con Tfr e fondi pensione
(pp. 148, € 8,80) aiuta a orientarsi nel
nuovo mondo della previdenza complementare, rispondendo ad alcune domande
essenziali. In che cosa è consistita la riforma pensionistica che ha preso l’avvio negli
anni Novanta? Era davvero necessaria?
Sono all’orizzonte altri cambiamenti? Come
sarà la nuova pensione? Che cos’è un
fondo pensione? Quali sono i costi e i rendimenti attesi? E soprattutto che fare del
Tfr? Con l’avvertenza che anche non fare
nulla è una scelta, che ha precise e importanti conseguenze.
Una novità e tre riedizioni sono dedicate ad
approfondire le grandi istituzioni dell’economia. Il titolo nuovo è Le multinazionali (pp. 128, € 8,80) di Andrea Goldstein e
Lucia Piscitello. Dalla Compagnia delle
Indie a Microsoft, le multinazionali sono da
sempre protagoniste dell’economia mondiale. Spesso di grandissime dimensioni,
talvolta di formato tascabile, con una lunga
storia nei paesi industrializzati, ma oggi in
crescita anche nelle economie emergenti,
sono in realtà poco conosciute. Il volume ci
spiega perché le imprese scelgono di investire all’estero e con quali effetti sulle economie dei paesi ospiti e su quelle dei paesi
d’origine; analizza poi il ruolo dei governi
nella valorizzazione delle ricadute positive o
nel contrasto delle possibili derive. Si sofferma infine sul caso italiano e sulle ragioni
del suo modesto grado di internazionalizzazione produttiva.
La Borsa (pp. 132, € 8,80) di Francesco
Cesarini e Paolo Gualtieri, ora in versione
aggiornata, spiega la genesi e l’evoluzione
delle Borse, le regole che le governano, le
caratteristiche degli strumenti finanziari, le
tecniche di negoziazione e il ruolo degli
intermediari, chiarendo anche quali precauzioni l’investitore deve adottare sia nella
scelta degli strumenti finanziari sia nella
gestione del proprio portafoglio. Benché sia
talora influenzata da fattori psicologici di
massa o da comportamenti irrazionali, la
Borsa svolge un’importante funzione per
l’economia di un paese: conoscere vantaggi e rischi dei mercati finanziari non è più
FARSI UN’IDEA
cosa che riguardi solo le grandi società e le persone facoltose, ma anche il comune cittadino.
La nuova edizione di Il mercato unico europeo (pp. 144,
€ 8,80) di Roberto Santaniello, che esce nel cinquantesimo
anniversario della firma del Trattato di Roma,
ricapitola la lunga strada che, dall’istituzione
della Comunità economica europea a oggi,
ha portato a un’espansione del commercio
intracomunitario, che è giunto a toccare circa
il 60% di tutti gli scambi della Comunità. Ma
dietro la dimensione economica vi è anche
un grande progetto ideale e Santaniello esamina i passi ancora da compiere per giungere a uno spazio europeo senza frontiere e
accrescere i livelli di sviluppo e occupazione.
Il Wto (pp. 136, € 8,80) di Antonio Parenti,
in una nuova edizione aggiornata, spiega
ruolo e funzionamento di questa organizzazione istituita dodici anni fa per governare e
sviluppare il commercio internazionale. Oltre
a fornire queste informazioni di base, il volume discute costi
e benefici di una politica commerciale aperta e non protezionistica, illustra le richieste che vengono avanzate dai paesi
poveri e dalle Ong, spiega lo stallo del round di Doha. Ne
emerge un quadro che, se vede molti problemi ancora irri-
solti, mostra anche il vittorioso ingresso nei mercati internazionali di alcuni paesi in via di sviluppo e il loro crescente
ruolo nel Wto.
Con Il giornale (pp. 128, € 8,80) Paolo Murialdi racconta gli
ultimi cinquant’anni della storia del giornale, il
mestiere di chi lo scrive, e come si siano trasformati nel tempo sia l’autore sia il prodotto.
Tenendo conto anche degli importanti cambiamenti degli ultimi anni, Murialdi in questa
nuova edizione (che esce purtroppo postuma) fornisce una mappa aggiornata delle
testate italiane distinguendo tra quotidiani di
tendenza, informazione, sportivi ed economico-finanziari.
Ultima riedizione aggiornata, La pubblicità
(pp. 148, € 8,80) di Annamaria Testa presenta le tecniche, le strategie, le regole del
gioco e i velocissimi cambiamenti oggi in atto
nel mondo della pubblicità. Spiega come
nasce una decisione d’acquisto, racconta l’evoluzione storica della pubblicità dagli avvisi del Seicento ai
messaggi online di adesso, ci introduce nei luoghi dove
nascono le campagne pubblicitarie spiegando quali sono –
dagli account ai creativi, ai planner – le figure professionali
coinvolte, e come si progetta un annuncio o uno spot.
Passaggio in India
Anche l’India è vicina. Il suo impetuoso sviluppo ne va facendo un protagonista dell’economia globale, il cui
peso è destinato a crescere rapidamente. È parso dunque opportuno
offrire una serie di testi di informazione di base sul subcontinente, sulla
sua storia, le sue istituzioni, la sua
economia. La Storia dell’India. Dal
Medioevo ai giorni nostri («Universale Paperbacks», pp. 144, €
10,50) di Dietmar Rothermund è, per iniziare, una
breve sintesi dell’evoluzione
storica dell’India dal sesto
secolo a oggi nei suoi tratti
essenziali: dai regni medievali
all’impero moghul, dal colonialismo britannico all’indipendenza. India (pp. 160, €
10,50) di Domenico Amirante,
nuovo titolo della collana «Si
governano così» diretta da Carlo Fusaro, espone invece l’ordinamento istituzionale di questo paese che, con
l’entrata in vigore di una costituzione
democratica nel 1952, si configura
come la democrazia più grande del
mondo, nonostante le contraddizioni
di una società multietnica, plurilinguistica e multireligiosa, e che con la sua
storia dimostra l’universalità dei valori
democratici e la loro applicabilità ai
contesti più disparati e apparentemente incompatibili. Infine L’economia dell’India («Universale Paperbacks», pp. 152, € 11) di JeanJoseph Boillot fa il punto di una situazione economica piena di contraddizioni, dove coesistono povertà di
massa da un lato, sviluppo di grandi
centri terziari a vocazione mondiale
dall’altro. Il prodotto interno lordo dell’India è il quarto al mondo. La sua
popolazione ha superato la
soglia del miliardo e dovrebbe superare quella cinese entro il 2025-30. L’accelerazione della crescita e l’apertura agli scambi faranno
emergere una nuova superpotenza a fianco della Cina? E
quale sarà l’impatto del decollo indiano sull’economia globale?
11
Storia
Una ricca offerta di novità storiche che spazia
dall’antichità a oggi. E la preziosa testimonianza
autobiografica di Gino Giugni
Al di là delle collane «Storica paperbacks»
e «Biblioteca storica», di cui abbiamo parlato nelle pagine iniziali, la produzione storica del Mulino è come sempre cospicua
anche nelle collane non specificamente
storiche, e soprattutto nell’«Universale
Paperbacks», cui appartiene più della metà
dei nuovi titoli di storia che elenchiamo
qui sotto, cominciando appunto da tre
«Paperbacks» di storia antica dedicati uno a
Pompei e gli altri alle due grandi civiltà
parallele che fiorirono in Mesopotamia fra
terzo e primo millennio a.C.: la civiltà assira e quella babilonese. Gli assiri (pp.
168, € 11) di Eva Cancik-Kirschbaum e I
babilonesi (pp. 168, € 11) di Michael
Jursa sono due brevi profili che introducono il lettore a quanto oggi si sa su quegli
imperi favolosi e scomparsi, e arricchiscono quella sorta di enciclopedia del mondo
antico che il Mulino va costruendo nei
«Paperbacks» affiancandosi in particolare a
un titolo di notevole successo sulla Mesopotamia di Barthel Hrouda. Pompei (pp.
144, € 10,50), di Jens-Arne Dickmann, fra
archeologia e storia guida con competenza alla conoscenza della città e dei suoi
edifici, ma anche dei diversi aspetti della
sua vita quotidiana. Sepolta dall’eruzione
del 79 d.C. e riportata in luce a partire dal
1748, Pompei è uno dei siti archeologici
più grandi e visitati al mondo, un’occasione unica per calarsi non tanto nella grande storia, ma nel vivere comune di una
città antica.
Ancora nei «Paperbacks» esce il nuovo
volume di Claudio Azzara Il papato nel
Medioevo (pp. 136, € 10), dopo i due
dedicati alle Invasioni barbariche e all’Italia dei barbari e la sintesi sulle Civiltà del
Medioevo. Il libro offre una sintesi della
vicenda del papato in epoca tardoantica e
medievale, dalla cristianizzazione dell’impero romano al XV secolo, seguendone lo
sviluppo sia all’interno della chiesa cattolica sia in rapporto alla società laica nel suo
complesso. Soffermandosi sulle figure dei
papi più significativi, Azzara illustra il graduale processo attraverso cui si definiscono, in sede teorica e nel concreto, il ruolo
e le prerogative specifiche del pontefice
romano in seno alle istituzioni ecclesiasti-
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che. È poi preso in esame il rapporto che
il papato ebbe con l’altra autorità universale, l’impero, dapprima romano-cristiano e
bizantino e poi occidentale (da Carlo
Magno a Federico II), nel lungo contenzioso per stabilire a chi spettasse la supremazia su tutta la società cristiana. Infine viene
tratteggiata la particolare configurazione
che il papato romano assunse alla fine dell’età medievale, dopo lo scontro con la
nuova realtà politica delle monarchie
nazionali, il conflitto con le tendenze conciliariste all’interno della chiesa e la prima
costituzione di un vero e proprio «stato territoriale» pontificio nel cuore della penisola italiana.
Altro «Paperback» è quello di Hannes Möhring su Saladino (pp. 160, € 10,50).
Saladino, sultano di Egitto e di Siria, che
nel 1187 conquistò Gerusalemme, fu il
più grande avversario dei crociati. A dispetto di una leggendaria figurina Liebig che lo
ha immortalato come «feroce Saladino»,
egli fu considerato il prototipo del «pagano
nobile» e del sovrano illuminato. Il volume
descrive la vita del sultano e l’ascesa che
fece di lui l’uomo più potente del Medio
Oriente, ne illustra il ruolo nelle crociate e
analizza i fondamenti della sua leggenda
così come si è diffusa in Occidente. Per i
suoi tratti cavallereschi fu visto come un
cristiano in pectore, e l’età dell’Illuminismo
ravvisò in lui un rappresentante del proprio
ideale di tolleranza. Ma il vivido profilo che
queste pagine ci offrono dà conto anche
del punto di vista musulmano su Saladino,
ricostruito grazie a un uso approfondito
delle fonti arabe.
Se il feudalesimo è indissolubilmente
legato al Medioevo che lo creò, questa
particolare forma di «istituzione» che determinava i rapporti di potere fra gli uomini,
le forme della proprietà e dell’economia,
appartenne tuttavia ancora a tutta l’età
moderna. Il feudalesimo nell’Europa
moderna («Saggi», pp. 352, € 26) di
Aurelio Musi è dedicato appunto a mettere in luce le caratteristiche del feudalesimo
moderno, la cui evoluzione individua tre
distinte aree europee: una settentrionale
dove era sostanzialmente scomparso, una
mediterranea dove sopravvisse declinan-
STORIA
do fino alla Rivoluzione francese, e una centro-orientale, dalla
Polonia alla Russia, in cui esso era ancora struttura costitutiva
e scomparve solo oltre la metà dell’Ottocento. Il volume
mette a fuoco il feudalesimo moderno nei
suoi aspetti giuridici, politici, sociali ed economici, per chiudere con un’analisi delle trasformazioni subite dalla feudalità nel Settecento e
infine con una panoramica dei tempi e dei
modi della sua abolizione nelle diverse aree
europee.
Si arriva all’età contemporanea con la sesta
novità dei «Paperbacks», Le guerre balcaniche (pp. 208, € 11,50) di Egidio Ivetic. Le
due guerre balcaniche del 1912-1913 sono
comunemente considerate i prodromi della
prima guerra mondiale. Bulgaria, Serbia, Grecia e Montenegro, coalizzate, affrontarono e
vinsero nel 1912 l’impero ottomano in Tracia,
in Macedonia, negli attuali Kosovo e Albania;
i contrasti nella spartizione delle terre macedoni accesero nel 1913 un secondo conflitto,
questa volta tra la Bulgaria e i suoi ex alleati.
L’intera crisi fu accompagnata dal braccio di
ferro diplomatico fra l’Austria-Ungheria e la
Russia imperiale, moltiplicando le rivalità fra le
grandi potenze e accelerando la militarizzazione europea. Il volume ritrae il contesto dei
Balcani tra il 1878 e il 1912 e il complesso
scenario entro cui maturarono i due conflitti.
Le guerre sono descritte nel loro aspetto strategico, nei risvolti diplomatici come pure nell’impatto drammatico che ebbero sulla popolazione civile, in particolare sui musulmani
della Turchia europea. Un’esperienza che
ebbe durature conseguenze sulle relazioni
politiche e culturali fra gli stati balcanici e i cui
segni e ricordi non cessano di pesare sui processi d’integrazione europea della regione.
L’Italia e il confine orientale. 1866-2006
(«Saggi», pp. 404, € 27) di Marina Cattaruzza
ricostruisce la storia di un confine che, nel
corso della storia d’Italia, ha sempre costituito
una zona di frizione e scontro: prima luogo
simbolico dove doveva compiersi l’azione
risorgimentale con il raggiungimento della
piena unificazione del territorio nazionale e
l’affermarsi dell’Italia come grande potenza,
poi confine fra mondi e ideologie negli anni
della guerra fredda. A partire dalla disastrosa
guerra del 1866, che nonostante le sconfitte
portò il Veneto al neonato Regno d’Italia, per arrivare alla situazione attuale, l’autrice segue con puntualità le vicende di questo confine contestato e conteso: lo sviluppo dell’irredentismo, l’intervento nella Grande Guerra, la sistemazione postbellica del territorio sulle ceneri dell’impero austro-ungarico
(con la clamorosa protesta dell’occupazione di Fiume), l’aggressiva politica fascista, la durissima e violenta contesa con la
Jugoslavia, la spartizione del territorio nel dopoguerra sancita
dal trattato di pace del febbraio 1947, il ritorno di Trieste all’Italia nel 1954 dopo anni di governo alleato, da ultimo i lunghi decenni della guerra fredda.
Momento decisivo di questa storia è il trattato di pace del 1947 cui Sara Lorenzini ha
dedicato, nei «Paperbacks», il suo bel profilo
L’Italia e il trattato di pace del 1947 (pp.
232, € 12). Con quel trattato firmato a Parigi
il 10 febbraio 1947, mentre l’Italia era immobile in uno sciopero generale di protesta, con
le bandiere a mezz’asta in segno di lutto,
veniva suggellata la sconfitta del nostro paese
nel secondo conflitto mondiale. Le grandi
potenze – Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran
Bretagna e Francia – avevano punito l’Italia
per l’aggressione fascista, senza tenere conto
della cobelligeranza. La delegazione italiana,
guidata da De Gasperi, era riuscita con grande sforzo a far sentire la propria voce durante
i negoziati ma i suoi interventi non erano
bastati a ottenere miglioramenti significativi.
L’Italia fu costretta fra l’altro a importanti cessioni territoriali lungo i confini occidentali e
orientali, a rinunciare alle colonie e a risarcire
i danni di guerra. Attraverso la storia dei negoziati e la reazione dell’opinione pubblica e del
mondo politico, il volume illustra in modo
puntuale e documentato i significati del trattato per l’Italia e per la sua identità nazionale.
Due notevoli monografie appaiono nel settore
della storia economica. Andrea Colli in Capitalismo famigliare («Saggi», pp. 160, € 13)
propone un’analisi articolata dell’emergere e
del persistere del family business nel corso del
processo di industrializzazione delle economie
contemporanee, insieme a un’indagine dei
fattori che concorrono a plasmarne le molteplici fisionomie nel corso del tempo e in diversi contesti geografici e sociali. Ancora oggi le
imprese controllate e gestite da famiglie sono
una presenza diffusa e mostrano un elevato
grado di efficienza. Nel Novecento l’avvento
della grande impresa integrata ha provocato in
alcuni sistemi economici l’affermazione della
public company e la decisa separazione fra
proprietà e controllo dell’impresa; in altri invece l’incremento nelle dimensioni non solo si è
risolto nel mantenimento di una concentrazione proprietaria nelle mani di singoli o gruppi
famigliari, ma anche in una sorprendente
capacità gestionale.
Divari regionali e intervento pubblico. Per una rilettura dello sviluppo in Italia («Il Mulino/Ricerca», pp. 280, €
22,50) di Emanuele Felice ricostruisce in maniera originale
l’evoluzione dei divari regionali dall’Unità ai nostri giorni, e
analizza le politiche pubbliche che, nelle diverse fasi storiche,
sono state messe in campo per colmarli. Dallo studio emergono almeno due elementi di novità. Il primo concerne la
13
STORIA
definizione e la misura dei divari, che non riguardano solo il
reddito, ma anche lo sviluppo umano e pertanto la qualità
complessiva della vita. A tale scopo vengono presentate
nuove stime regionali non solo del reddito pro-capite ma
anche dell’aspettativa di vita, dell’istruzione e quindi dell’«indice di sviluppo umano», per anni di riferimento dalla fine dell’Ottocento all’inizio di questo secolo. Il secondo consiste nell’offrire un approccio comparato che non si limita all’Italia
meridionale ma si rivolge anche a quelle aree del CentroNord che in alcune fasi sono state oggetto di una legislazione
di sostegno, e che spesso si sono rese protagoniste di straordinari percorsi di sviluppo: le
esperienze riuscite, in qualche caso anche fra
le regioni del Sud, consentono infatti di comprendere meglio, per contrasto, le ragioni dei
fallimenti.
Carlo Tosco affronta con Il paesaggio come
storia («Saggi», pp. 144, € 11,50) un tema
che è oggi al centro delle ricerche internazionali, in grado di coinvolgere discipline e saperi diversi, dall’estetica alla geografia, dalle
scienze ambientali all’architettura. Il libro propone una riflessione sulla dimensione storica
del paesaggio, seguendone gli sviluppi nella
cultura occidentale dalle origini fino ai nostri
giorni. Il concetto nasce nel tardo Medioevo
all’interno delle arti figurative, ma alle soglie
dell’età moderna assume una nuova dimensione scientifica, grazie all’incontro con le
scienze del territorio, con l’archeologia e con
l’antropologia nella cultura francese, inglese e
tedesca. Negli ultimi decenni il paesaggio è
stato oggetto di un’attenzione sempre maggiore ed è entrato nell’agenda politica e legislativa dell’Unione europea: la disamina di
Tosco fa il punto della situazione e chiarisce
che cosa debba essere oggi la storia del paesaggio.
Infine la preziosa testimonianza autobiografica di un protagonista della storia politica e culturale del nostro paese, Gino Giugni. Nelle
pagine di La memoria di un riformista («Forum», pp. 312,
€ 16,50), sollecitato dalle domande di Andrea Ricciardi, Giugni ripercorre le tappe salienti della sua vicenda personale e
professionale nel contesto della storia politica italiana dell’ultimo mezzo secolo: dall’infanzia sotto il fascismo alla Resistenza, agli studi in Italia e negli Stati Uniti, alla lunga attività di studioso di diritto del lavoro, di intellettuale impegnato in politica. Una memoria intessuta di personaggi e di ambienti (come
il Mulino, alla cui attività Giugni ha partecipato fin dagli anni
Cinquanta, o come il Partito socialista nelle cui file ha lunga-
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mente militato), di episodi anche drammatici come l’attentato subito a opera delle Brigate rosse. Ricordi supportati da un
puntuale riscontro, fatto nelle note dal curatore, con la ricca
documentazione inedita dell’archivio personale di Giugni e di
altri fondi documentari. A completare il volume sette interventi tenuti da Giugni in Parlamento, che si connettono strettamente ad alcuni momenti cruciali del racconto.
Insieme alle novità vanno segnalate alcune riedizioni particolarmente significative. In primo luogo La politica internazionale nel Novecento («Le vie della
civiltà», pp. 372, € 22) di Guido Formigoni. La
Storia della politica internazionale nell’età
contemporanea di Formigoni è da tempo il
più diffuso testo in argomento; una sintesi di
vasto respiro, che prende avvio addirittura
dalle premesse medievali e moderne del
sistema delle relazioni internazionali quale si
è sviluppato nell’Otto-Novecento. Di quel
volume (riedito nella sua interezza pochi mesi
fa) Formigoni riprende qui la sola parte novecentesca, che è di fatto quella che oggi incontra maggiore interesse, premettendovi due
cospicui capitoli che tracciano le linee della
storia ottocentesca, rendendo così il volume
pienamente autonomo.
Nella stessa collana è una riedizione rivista e
aggiornata la Storia della Cina (pp. 440, €
23,50) di John A.G. Roberts, che in un volume
di dimensioni relativamente contenute offre
una sintesi storica generale, dalla preistoria a
oggi, di un paese la cui presenza sulla scena
internazionale si sta sempre più rafforzando.
Altro libro di storia internazionale che torna in
libreria con una nuova edizione aggiornata e
aumentata è La decolonizzazione («Universale Paperbacks», pp. 192, € 11,50) di
Raymond F. Betts, che fa il punto su un fenomeno che ha contribuito in modo decisivo a
dare forma al mondo contemporaneo, proponendo un resoconto delle dinamiche
generali – politiche, sociali, economiche ma anche culturali –
che sono alla base della decolonizzazione e delle sue conseguenze.
Da ultimo è stata aggiornata anche la Storia sociale dei
media. Da Gutenberg a Internet («Le vie della civiltà» pp.
472, € 25) di Asa Briggs e Peter Burke, una complessiva storia della comunicazione che parte dall’invenzione della stampa nel Quattrocento. La nuova edizione aggiunge un capitolo
che dà conto dello sviluppo delle nuove tecnologie digitali, di
internet e della globalizzazione.
Filosofia
Nelle novità filosofiche tanta storia della cultura
e delle idee, ma anche un interrogarsi su
identità e problemi d’oggi
La filosofia nelle sue varie incarnazioni,
dalla storia della filosofia alla filosofia politica, all’estetica, è un ambito che vive da
qualche tempo un marcato rilancio nel
catalogo del Mulino, come si può vedere
dal cospicuo elenco di novità qui presentate, che facciamo iniziare dall’ambiziosa
proposta del filosofo tedesco Otfried Höffe
La democrazia nell’era della globalizzazione («Collezione di testi e di studi»,
pp. 384, € 32). Lungi dal riguardare la
sola sfera economica, la globalizzazione
investe con forza la politica, le scienze, l’istruzione, la cultura, l’ambiente. E in ciascuno di questi ambiti suscita domande
che trascendono i confini nazionali. Se il
bisogno di agire si fa globale, occorre
ripensare anche la tradizionale struttura
dei singoli stati sovrani, dei loro ordinamenti giuridici e istituzionali, che solo parzialmente riescono a far fronte ai mutamenti indotti dalla storia. Gli strumenti
stessi della diplomazia classica e del diritto
internazionale, l’organizzazione mondiale
esistente, le Nazioni Unite si dimostrano
insufficienti. Quel che è necessario, secondo Höffe, è un forte ordinamento istituzionale e giuridico globale, che da un lato si
assoggetti alle condizioni della democrazia
liberale e che dall’altro, ferma restando la
legittimità dei singoli stati nazionali, si limiti ad avere un carattere complementare,
vale a dire sussidiario e federale. Nella
visione di Höffe, non uno stato sovranazionale onnipotente, ma una repubblica
mondiale articolata in senso statale, ispirata al sistema dello stato di diritto e compiutamente democratica.
Se Höffe guarda al futuro globalizzato, Pier
Paolo Portinaro fa i conti con il passato
dell’Europa e delle sue istituzioni politiche.
Il labirinto delle istituzioni nella storia europea (pp. 360, € 20), secondo
titolo della serie sull’identità europea diretta da Carlo Galli nelle «Vie della civiltà»,
ricostruisce la genealogia delle forme di
governo che oggi hanno trovato un’originale composizione nell’Unione europea,
mostrandone l’irriducibile complessità: lo
spazio politico dell’Europa è stato plasmato da una molteplicità di progetti imperiali,
da una tradizione repubblicana stratificata,
da un sistema concorrenziale di stati che
spesso si sono trovati a competere per l’egemonia. La fusione tra modello della
polis, modello imperiale e modello statale
non ha mai trovato compiuta attuazione
nel corso della storia europea, tuttavia tale
aspirazione ha impresso la sua impronta
sul processo evolutivo delle istituzioni del
vecchio mondo. A fronte dei diversi scenari che oggi si profilano, il libro fornisce
una mappa dell’immaginario politico europeo e delle sue realizzazioni concrete.
Su un diverso piano, anche Pietro Rossi
affronta L’identità dell’Europa («Le vie
della civiltà», pp. 200, € 14) cercando di
delineare il mutevole rapporto tra le sue
diverse componenti, nonché l’alterno
gioco tra richiamo al passato e distacco dal
passato. Lo fa senza indulgere all’abusato
mito ideologico di presunte «radici» o di
un’«essenza» dell’Europa in grado di assicurarne la permanenza nel tempo. Rossi si
propone, al contrario, di mostrare come
essa sia sempre stata, e sia ancor oggi, il
prodotto di processi molteplici, e come la
sua identità sia venuta configurandosi
diversamente nel corso della sua storia.
Perciò questa identità, lungi dall’essere
qualcosa di stabile, appare destinata a
mutare anche in futuro, così come è mutata, e profondamente, nel corso dei secoli
passati.
Nel campo del pensiero politico è poi da
segnalare il bel profilo che Ilan Greilsammer dedica a Il sionismo («Universale
Paperbacks», pp. 128, € 9,50), movimento culturale e politico di cui vengono ripercorsi la nascita, i protagonisti, gli obiettivi,
le correnti, la storia recente: un movimento che ha lottato per la fondazione e il consolidamento dello stato d’Israele, alimentando in tutti gli ebrei dispersi nel mondo
l’aspirazione secolare a tornare un giorno
nella Terra Promessa.
Per la storia della filosofia vi sono quattro
titoli dedicati ad altrettanti grandi filosofi, a
partire dal profilo che Michael-Thomas
Liske ha dedicato a Leibniz («Le vie della
civiltà», pp. 304, € 19). Impegnato nei
campi più disparati del sapere – filosofia,
scienze, matematica, storia, diritto – Leib-
15
FILOSOFIA
niz ha esercitato un influsso decisivo sulla riflessione successiva. Bertrand Russell lo definì «una delle menti più elevate
di ogni tempo». Con un apprezzabile sforzo di sintesi Liske
mette a fuoco soprattutto il Leibniz filosofo, illustrando e
documentando storicamente le idee leibniziane, ma anche
ricostruendo le questioni teoriche e gli obiettivi scientifici
ad esse sottesi.
Su Hegel («Collezione di testi e di studi», pp. 440, € 30) di
Valerio Verra raccoglie, a cura di Claudio Cesa, una ricca scelta di letture hegeliane di uno dei più autorevoli interpreti del
filosofo tedesco. Muovendosi fra gli approcci più diversi – la
storia delle idee in senso lato, l’analisi lessicale e la ricognizione filologica e lessicografica delle fonti –
l’autore offre un prezioso contributo all’approfondimento di importanti snodi del pensiero di Hegel, dal confronto con la filosofia
antica (Aristotele, Plotino) a quello con i grandi protagonisti della sua epoca (Goethe),
all’indagine sui temi centrali della filosofia
della natura e dell’estetica (arte e vita, poesia
e pittura).
Donatella Di Cesare ha invece consacrato un
denso ritratto a Gadamer («Le vie della
civiltà», pp. 328, € 19,50), una delle figure
che meglio rappresentano, anche sul piano
biografico, la stagione filosofica novecentesca.
Il volume racconta la vita del filosofo di Marburgo e ripercorre tutte le tappe della sua
riflessione, dagli anni della formazione nella
sua città natale a quelli del nazismo e della
guerra a Lipsia, dalla nascita dell’ermeneutica
a Heidelberg fino al suo successo negli Stati
Uniti e nel mondo. La stessa collana ospita
anche il saggio di George Crowder su Isaiah
Berlin (pp. 304, € 19,50), uno dei massimi
filosofi politici contemporanei che, secondo
l’autore, ha costantemente perseguito il progetto di far luce sulle radici concettuali del
totalitarismo novecentesco. La sua analisi si
muove su tre livelli, indagando la distorsione
del concetto di libertà operata da pensatori
come Rousseau, Fichte, Hegel, Marx; la disputa settecentesca fra illuminismo e controilluminismo; il monismo morale. E contro quest’ultimo Berlin rivendica l’importanza del pluralismo dei valori, che a suo giudizio si riconnette a una politica liberale moderata.
Berlin annotava che di un termine enigmatico e proteiforme
come libertà sono state contate più di duecento accezioni
diverse. Che cos’è dunque la libertà? Michela Dall’Aglio Maramotti con I legami della libertà («Forum», pp. 176, € 13,50)
compie un personale viaggio alla ricerca della libertà e prova a
definirla attraverso una serie di concetti che, per accostamento o opposizione, ne tracciano il perimetro. È legandosi a questi concetti che l’idea di libertà trova una sua concretezza. I
sette «legami» della libertà sono la paura, la responsabilità, la
dignità, il distacco, l’amore, l’ubbidienza, la verità. Ognuno di
16
questi legami dà origine a un’approfondita riflessione, che l’autrice compie dialogando con l’opera di un pensatore: dallo psicologo Erich Fromm allo psichiatra Viktor Frankl, dal filosofo
Abraham Heschel al monaco buddista Thich Nhat Hanh, da
Etty Hillesum a Dietrich Bonhoeffer, a Luigi Pareyson.
Ancora in campo storico segnaliamo ben due titoli di Carlo
Augusto Viano: La filosofia italiana del Novecento («Introduzioni», pp. 132, € 9) è un breve, cristallino profilo, attento
anche alle vicende storiche, degli sviluppi filosofici del nostro
paese, dalla pubblicazione dell’Estetica di Croce nel 1902,
attraverso la stagione esistenzialista degli anni Trenta e quella
neoilluminista del dopoguerra, fino alla rinascita dell’etica a
fine secolo. Il secondo libro di Viano s’intitola
Stagioni filosofiche. La filosofia del
Novecento fra Torino e l’Italia («Saggi», pp.
256, € 20) ed è dedicato ad alcuni dei protagonisti della cultura filosofica italiana, e in particolare torinese: da Abbagnano a Bobbio, a
Pareyson. Un bilancio anche severo e controcorrente delle realtà e dei miti (a partire da
quello dei ritardi da recuperare dopo il fascismo) che hanno sostanziato una delle linee
maestre del Novecento filosofico italiano, dall’idealismo, all’esistenzialismo, al neoilluminismo.
Per finire, i nuovi titoli che escono nei «Lessici». Nel «Lessico della politica» diretto da Carlo
Galli appare Teologia politica (pp. 240, €
13) di Merio Scattola. Il legame fra religione e
politica, che sembrava caduto nell’oblio, torna
oggi con forza inducendoci a riflettere sulla
natura del nostro ordine. È possibile un ordine politico del tutto immanente, senza nessun riferimento alla trascendenza? Tale questione centrale, che si riassume nella formula
«teologia politica», costituisce ancor oggi una
delle più potenti forze della storia umana.
Scattola ricostruisce le vicende della teologia
politica soffermandosi sulla sua origine nell’antichità, sullo sviluppo che essa ebbe nel
Medioevo, sulle riprese durante la Riforma e
la Controriforma, sulla sua eliminazione nella
dottrina dello Stato moderno e sulla sua rinascita nella filosofia politica e nel pensiero religioso del Novecento.
Nel «Lessico dell’estetica» diretto da Remo Bodei esce invece
l’Estetica della pittura (pp. 180, € 12) di Andrea Pinotti.
Per secoli la pittura non ha cessato di interrogare la filosofia,
opponendo alla visione disincarnata delle idee praticata dall’occhio dello spirito, la visione concreta di linee e colori, praticata dall’occhio del corpo. Il libro racconta la storia di quell’interrogazione, e le risposte che via via i filosofi hanno cercato nelle loro estetiche, individuando i problemi fondamentali che, dall’antichità ai giorni nostri, sempre di nuovo vengono riproposti: imitazione ed espressione, disegno e colore,
forma e contenuto, figurazione e astrazione.
Linguistica e critica letteraria
Boitani sulle orme della letteratura medievale, Barenghi e Casadei
nel nostro Novecento. E poi tre buoni testi per conoscere la linguistica
e l’italiano
Perennemente in viaggio, come il «suo» Ulisse, attraverso le
letterature e le epoche, dall’antichità della Bibbia e dell’Odissea al moderno di Joyce o Faulkner (con libri come L’ombra
di Ulisse, o Ri-Scritture) nel suo nuovo e
ambizioso saggio Letteratura europea e
Medioevo volgare («Collezione di testi e di
studi», pp. 536, € 35) Piero Boitani torna al
cuore dei suoi studi, il Medioevo, alla ricerca
di una delle radici, o stazioni, di quella grande
e unitaria tradizione che ha costituito la letteratura europea: la letteratura «volgare» fiorita
fra l’XI e il XIV secolo, che ha ereditato modi,
generi e temi da quella latina, li ha consacrati
in nuovi paradigmi, e li ha trasmessi a tutte le
tradizioni nazionali d’Europa.
Dopo il Medioevo, due saggi di Barenghi e
Casadei sottolineano il nuovo impegno che il
Mulino ha cominciato a dedicare alla letteratura contemporanea. Italo Calvino, le linee
e i margini («Saggi», pp. 288, € 23) di Mario
Barenghi conduce un’attenta analisi della produzione di Calvino per individuare, all’interno
di una vocazione plurale e mutevole, le principali direttrici, i temi ricorrenti, le nervature, in
una parola la poetica. Calvino è stato considerato a lungo uno scrittore brillante ma atipico, non rappresentativo dei valori e delle tendenze del panorama letterario nazionale. Successivamente è stato promosso a grande
classico della narrativa del secondo Novecento. Ma se nella sua opera sembra potersi riassumere mezzo secolo della nostra cultura letteraria dal neorealismo allo sperimentalismo,
dalla riscoperta della dimensione fiabesca e
fantastica al ritorno al romanzo, l’aspetto decisivo della sua attività rimane la molteplicità
inquieta degli approcci, delle prospettive,
delle sperimentazioni.
Alberto Casadei in Stile e tradizione nel
romanzo italiano contemporaneo («Saggi», pp. 312, € 25) sonda un territorio ancora
poco definito come quello della narrativa italiana dal 1980 a oggi guidato dai concetti, che
parevano tramontati, di stile e tradizione.
Dopo aver discusso alcune rilevanti questioni
teoriche (la rappresentazione del corpo, il rapporto tra «fiction» e «non fiction», la funzione
etica della narrativa), Casadei passa ad analizzare l’opera di tre autori italiani (Fenoglio, Affinati e Siti) per individuarne i caratteri ricorrenti, per saggiare la
capacità di leggere il presente secondo prospettive di lunga
durata. È nel presente che si devono cercare linee forti, che
impediscano di sottovalutare opere importanti, riconoscibili in
primo luogo attraverso il loro rapporto non banale con la tradizione e la loro cifra stilistica.
Dalla letteratura alla lingua, per parlare di italiano. Nell’odierno «villaggio globale», fatto di
parola, immagine, suono, evoluzione tecnologica, che ne è dell’italiano? Quali sono le strategie linguistiche che la comunicazione multimediale adotta nel parlato e nello scritto? L’italiano nella società della comunicazione («Universale Paperbacks», pp. 216, € 12)
di Giuseppe Antonelli si sofferma sugli usi
dell’italiano che nel periodo recente hanno
conosciuto la loro prima diffusione (attraverso
Internet e la telefonia cellulare) o un significativo rinnovamento (come la lingua dei politici
nella cosiddetta seconda Repubblica). Ma gli
spunti sono molteplici: dal «cybertesto» dei
videogiochi alla «lingua ipermedia» della
nuova narrativa, dal gergo giovanile a quello
aziendale, dalla lingua della pubblicità a quella dei fumetti e della fiction televisiva. Un frastagliato panorama dell’italiano contemporaneo, che l’autore delinea senza trascurare il
confronto tra i fenomeni attuali e la storia
(anche remota) della nostra lingua.
Sempre sull’italiano esce la nuova edizione
ampliata e aggiornata di un testo recente ma
già molto diffuso, L’italiano contemporaneo («Itinerari», pp. 272, € 16) di Paolo D’Achille, che presenta l’italiano di oggi ai vari
livelli di analisi linguistica, dalla fonetica e fonologia alla morfologia flessiva e lessicale, dalla
sintassi al lessico (compreso il settore dell’onomastica, in genere trascurato nelle trattazioni generali). Sono affrontati tra l’altro alcuni
aspetti di carattere variazionale particolarmente significativi, con capitoli dedicati al parlato,
allo scritto, al trasmesso, e con approfondimenti sul linguaggio giovanile, sulle varietà
regionali e sulla lingua dei semicolti.
Infine La linguistica. In pratica («Itinerari»,
pp. 264, € 17) di Edoardo Lombardi Vallauri
illustra le nozioni di base della linguistica, presentandone di pari passo l’utilità nei vari campi
di applicazione. La materia è organizzata non
tanto secondo i tradizionali livelli di analisi,
quanto secondo gli ambiti dell’agire umano
nei quali conoscere la linguistica rappresenta
un vantaggio. L’esposizione chiara e articolata, che si avvale di
numerose esemplificazioni, ne fa uno strumento ottimale per
chi si avvicina allo studio del linguaggio e della comunicazione.
17
Politica
Proposte, ricerche, strumenti per capire i
problemi della politica: un filo rosso che qualifica
da sempre il lavoro editoriale del Mulino
L’attenzione alla politica, sia nella sua
dimensione di scienza sia nella sua
dimensione concreta, è un filo rosso presente da sempre nel lavoro editoriale del
Mulino. Le novità del semestre sono un
buon esempio di questo lavoro, in particolare per quanto riguarda l’analisi dei problemi contemporanei. E nessun dubbio
che uno dei problemi più attuali, in Italia
ma non solo, sia quello della riforma pensionistica. Più indietro, nelle pagine della
collana «Farsi un’idea», abbiamo già parlato del libretto su Tfr e fondi pensione di
Riccardo Cesari. Ma nella collana «Contemporanea» escono ben due interventi in
tema. Vincitori e perdenti. Come cambiano le pensioni in Italia e in Europa
(pp. 240, € 14) di David Natali è un libro
per capire gli interessi in gioco e le mosse
dei protagonisti, siano essi partiti, sindacati, gruppi di pressione; una guida per
orientarsi nella selva oscura delle nuove
pensioni. In alcuni paesi europei, tra cui il
nostro, la spesa pubblica pensionistica arriva a sfiorare il 15% dell’intera ricchezza
prodotta annualmente. Ciò basta a designare la previdenza come tassello fondamentale dei rapporti tra stato, mercato,
società civile, famiglia e individuo. Ma, più
direttamente, per ciascuno di noi le pensioni sono una voce decisiva nel bilancio
di un’intera vita di lavoro. Le riforme previdenziali non producono mai risultati omogenei: c’è sempre qualcuno chiamato a
sopportarne maggiormente i costi, mentre
altri ne ricavano soprattutto vantaggi. Chi
sono questi «contribuenti netti» e «beneficiari netti» delle riforme che stanno cambiando il volto dei sistemi pensionistici in
Italia e in Europa? Quali categorie sociali si
nascondono dietro le asettiche definizioni
degli studiosi? Come districarsi nel ginepraio di pilastri e porzioni, importi forfettari e compensativi, prestazioni contributive
e retributive, sistemi a ripartizione e a capitalizzazione, Tfr e super bonus? Con Il
gioco delle pensioni: rien ne va plus?
(pp. 128, € 9,50), a sei anni dal loro saggio su Le pensioni. Il pilastro mancante,
Giuliano Amato e Mauro Marè tornano
con appassionato impegno civile a sostenere, alla vigilia di riforme decisive, la
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necessità di un sistema pensionistico
complementare a capitalizzazione, l’unico
che non fa gravare sulle generazioni future il costo di qualsiasi aggiustamento o
politica irresponsabile. Non resta molto
tempo: ci stiamo avvicinando al «rien ne va
plus» del gioco delle pensioni, nel quale,
tra dieci anni, non solo non sarà più possibile puntare, ma nemmeno giocare.
Garantire oggi, inscrivendoli in norme,
diritti formali non implica purtroppo che la
solidarietà intergenerazionale sarà assicurata. Se vi saranno ancora risorse finanziarie, dopo che le «giocate» dell’attuale
generazione saranno giunte all’incasso, lo
scambio fra generazioni potrà continuare;
ma se si ridurranno, come molto plausibilmente accadrà, cosa ne sarà di quei diritti
e di quei patti? La profonda mutazione
demografica che ci porta verso una società
con molti anziani e pochi giovani mina alla
base i sistemi pensionistici a ripartizione
attivati negli anni Sessanta, quelli cioè che
sono basati sull’equilibrio del rapporto tra
lavoratori attivi e pensionati e che scaricano il costo delle pensioni sulle generazioni successive. Sono sistemi che hanno
richiesto implicitamente la definizione di
un contratto sociale tra generazioni, i cui
termini però sono sempre stati scritti dai
beneficiari. E quando i governi hanno tentato di ridistribuire più equamente i costi
hanno spesso incontrato difficoltà e ferme
opposizioni, sì da vanificare gli sforzi fatti.
Sempre in «Contemporanea», Roberto
Cartocci propone le sue Mappe del
tesoro. Atlante del capitale sociale in
Italia (pp. 168, € 12,50), un contributo di
prima mano alla conoscenza concreta del
nostro paese. Dove risultano più ricche e
intense le relazioni, libere e disinteressate,
che legano tra loro i cittadini di una comunità? In altre parole che tratti presenta l’attuale geografia delle virtù civiche degli italiani? Le mappe delle 103 province italiane che Cartocci presenta forniscono un
quadro aggiornato, e non privo di sorprese, della distribuzione del capitale sociale.
Ne emerge sì una frattura fondamentale
lungo i confini meridionali di Toscana, Marche e Umbria, ma anche differenze altrettanto interessanti all’interno delle due
POLITICA
grandi ripartizioni. Al Sud sono poverissime di capitale sociale la Campania e la
Calabria, mentre in una situazione migliore si trovano alcune zone della Puglia,
della Basilicata e della Sicilia, ma soprattutto la Sardegna. Al Nord, d’altra parte,
minori riserve di capitale sociale si registrano in numerose aree del Veneto, della
Lombardia e del Piemonte. Un mosaico
per certi versi inatteso: Sassari supera Belluno, Verona, Padova e Brescia; Oristano fa
meglio di Asti, Torino e Novara; Cagliari
precede Sondrio, Como, Vicenza, Treviso e
Milano; Matera viene prima di Varese;
Nuoro e Ragusa staccano Roma. Un panorama assai contrastato, che Cartocci pone
puntualmente a confronto con le differenze di reddito e con la distribuzione degli
elettori delle due coalizioni.
Gli italiani e la politica («Studi e ricerche», pp. 336, € 26), a cura di Marco
Maraffi, è un’altra documentata ricognizione del paese nei suoi rapporti con la politica. Prima i consumi diffusi, la scolarizzazione e le comunicazioni di massa, poi la
globalizzazione, la deindustrializzazione e
l’immigrazione, insieme alla fine della
guerra fredda e alla crisi della Prima repubblica, hanno cambiato profondamente,
negli ultimi decenni, il rapporto degli italiani con la politica. Fra i tratti salienti di questa trasformazione troviamo il venir meno
delle subculture «bianca» e «rossa», la
decrescente incidenza delle caratteristiche
socio-demografiche (genere, età, istruzione, occupazione spiegano ormai ben poco
degli atteggiamenti e dei comportamenti
politici), il declino delle posizioni di centro
a vantaggio di quelle di destra e di centrodestra, la domanda di leadership e il ruolo
decisivo che ne deriva per la televisione.
Delineando il ritratto dell’odierno civis italicus, di cui vengono illustrati i valori e il
grado di consapevolezza relativamente alla
cosa pubblica, il volume ci aiuta a capire
meglio tali trasformazioni e il modo in cui
i cittadini entrano in contatto con la sfera
politica.
E fra le trasformazioni della politica negli
ultimi anni sta indubbiamente un’avanzata
massiccia dell’antipolitica, ovvero il discorso di leader che si oppongono a un establishment politico tacciato di immobilismo, inettitudine e corruzione. È un discorso diffuso in modo così rilevante che sembra ormai rientrare nella normalità della
democrazia. L’antipolitica al governo.
De Gaulle, Reagan, Berlusconi («Con-
temporanea», pp. 256, € 14) di Donatella
Campus si chiede se l’antipolitica sia solo
un efficace esercizio di demagogia o
possa invece diventare un vero e proprio
strumento di governo, al servizio di un progetto capace di trasformare il sistema politico. Fondamentale, da questo punto di
vista, è la capacità di utilizzare i mass
media, e in particolare la televisione, come
tribuna da cui suscitare nei cittadini l’identificazione con una leadership forte e incisiva. Il confronto fra tre leader – De Gaulle, Reagan e Berlusconi – che, presentatisi
come outsider, hanno poi ricoperto le
massime cariche di governo e lasciato una
traccia profonda nella vicenda politica dei
rispettivi paesi, permette non solo di comprendere meglio il fenomeno dell’antipolitica, ma anche di tracciare un bilancio inedito del percorso politico di Silvio Berlusconi e della sua, vera o presunta, eccezionalità.
Strumenti della democrazia («Prismi»,
pp. 224, € 18), a cura di Gianfranco
Pasquino, esamina gli strumenti utilizzati
per perfezionare il funzionamento dei
sistemi democratici, che sono stati diversi
a seconda delle epoche e dei luoghi. Nel
volume sono considerati quelli che, nella
fase presente, risultano maggiormente
idonei a rendere la democrazia non soltanto più completa e diffusa, ma anche
più e meglio partecipata. Tali strumenti
sono esaminati e discussi sulla base di
quattro criteri: la capacità di suscitare interesse per la politica, di produrre informazione, di consentire partecipazione, di
favorire e accrescere il potere decisionale
dei cittadini e, in particolare, il loro senso
di efficacia (vale a dire la convinzione di
«contare»).
Riforme istituzionali e rappresentanza politica nelle Regioni italiane («Il
Mulino/Ricerca», pp. 296, € 22,50), a cura
di Alessandro Chiaramonte e Giovanni
Tarli Barbieri, traccia un accurato bilancio
dell’intensa stagione riformatrice che da
alcuni anni va trasformando l’assetto politico-istituzionale delle regioni italiane, in
particolare dopo l’approvazione della
legge costituzionale 1/1999, che ha conferito alle regioni un’autonoma potestà
statutaria e di intervento in materia elettorale. L’ultima legislatura regionale, conclusasi con le elezioni del 2005, è stata dunque «costituente» per quelle regioni che
hanno introdotto un nuovo statuto e/o
una nuova legge elettorale. Al di là degli
19
POLITICA
esiti le regioni sono adesso più autonome di quanto non fossero nel definire le modalità di funzionamento dei propri organi rappresentativi.
Le strategie internazionali delle città. Dieci metropoli a
confronto («Prismi», pp. 200, € 16,50), a cura di Ernesto
d’Albergo e Christian Lefèvre, presenta i risultati di una ricerca comparativa, cui hanno partecipato scienziati della politica, sociologi,
geografi economici, storici ed urbanisti, in
merito all’azione internazionale delle grandi
città. Gli stati nazionali sono stati considerati a
lungo i protagonisti in un’arena internazionale
in cui non era previsto alcun ruolo per le città.
Tuttavia, il capitalismo contemporaneo e le
trasformazioni della governance globale
hanno reso i territori urbani snodi fondamentali degli scambi economici mondiali e nuovi
protagonisti dei processi politici, nell’Unione
europea e non solo. Governare grandi città
non significa più quindi solo gestire servizi per
il benessere dei cittadini ma anche sviluppare
azioni e strategie di portata internazionale. Ma
in che modo e con quali specifiche finalità? Il
volume analizza le strategie internazionali di
dieci città (Amsterdam, Birmingham, Budapest, Madrid, Manchester, Montréal, Parigi,
Roma, Vilnius e Zurigo), mettendo a fuoco i
fattori che ne spiegano le convergenze e le
differenze.
Alleati ma rivali. Teoria delle alleanze e
politica estera settecentesca («Il Mulino/Ricerca», pp. 392, € 29) di Marco Cesa è
un cospicuo studio di relazioni internazionali
che, analizzando la situazione del Settecento
europeo, porta l’attenzione su un aspetto
della teoria delle alleanze cui per il solito si
dedica scarsa attenzione. La maggior parte degli studiosi
tende infatti a vedere negli alleati semplicemente stati che
collaborano in vista di un fine condiviso e pone l’accento sugli
aspetti cooperativi delle alleanze e sulla loro dimensione
«esterna»: fare fronte a un nemico comune. Dalla lettura della
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storia diplomatica, tuttavia, si ricavano ben altri spunti. Gli
alleati sono spesso divisi da forti elementi di rivalità e si impegnano di frequente in manovre ambigue e complesse, condizionandosi e controllandosi a vicenda, limitando così la reciproca libertà di movimento. Esiste, insomma, una dimensione «interna» delle alleanze tanto importante
quanto l’altra, se non persino di più. Se tali
aspetti possono essere colti anche nelle
alleanze contemporanee – a cominciare dalla
Nato – la scelta di Cesa cade sull’Europa settecentesca. È questo un periodo in cui il gioco
diplomatico è particolarmente vivace, e in cui
l’assenza di conflitti ideologici e una gestione
estremamente centralizzata della politica
estera consentono di mettere a fuoco alcune
dinamiche degli allineamenti basate prevalentemente sul potere e sull’interesse.
L’Africa. Gli stati, la politica, i conflitti
(«Universale Paperbacks», pp. 240, € 12,50)
di Giovanni Carbone è la seconda edizione
aggiornata di un testo che, uscito solo due
anni fa, ha conosciuto un immediato e largo
successo a riprova del diffuso desiderio di
informazione su un continente pressoché
rimosso, di cui sappiamo pochissimo, che si
impone alla nostra attenzione soltanto in
occasione di avvenimenti «estremi». Ripercorrendo i maggiori snodi politici che ne hanno
delineato il volto contemporaneo, Carbone
presenta i tratti principali e le dinamiche più
comuni dei sistemi politici del continente africano, in riferimento al più ampio contesto
sociale, culturale ed economico. Ne emerge
una vicenda che si caratterizza per la pesante
eredità del colonialismo, la forte concentrazione e personalizzazione del potere, una
competizione politica segnata da aspre connotazioni etniche,
una diffusa corruzione e reiterate violenze. Un quadro che tuttavia ha visto anche, in tempi recenti, una precaria riduzione
dei conflitti armati e importanti seppure incerti tentativi di
democratizzazione.
Sociologia
Istruzione, lavoro, popolazione sono i temi al
centro di una proposta articolata, che si apre
però con due maestri della sociologia
contemporanea, Lepsius e Becker
La sociologia non è, quantitativamente, la
disciplina dominante nella produzione
attuale, ma certo è ed è sempre stata pars
magna del profilo culturale del Mulino,
grazie a un’attenta scelta di ricerche empiriche ma anche alla proposta di grandi e
riconosciuti maestri della disciplina quali,
fra le novità di questo 2007, M. Rainer
Lepsius e Howard S. Becker. Il significato delle istituzioni («Collezione di testi e
di studi», pp. 448, € 33) presenta al lettore italiano M. Rainer Lepsius. Figura di
primo piano – al pari di Dahrendorf, Luhmann, Habermas, Beck – della sociologia
tedesca recente, Lepsius si distingue come
intellettuale di respiro europeo, per il retroterra culturale e per i temi affrontati. Al
centro della sua analisi: l’avvento della dittatura hitleriana in un paese dell’Occidente sviluppato, che rivela la fallacia dell’ottimismo modernizzatore e le «potenzialità
autodistruttive di una società moderna»; la
divisione e la riunificazione della Germania, con la ex Ddr incamminata forse verso
un destino simile a quello del Mezzogiorno italiano; il declino dello stato nazionale
e la costruzione istituzionale dell’Unione
europea. Curato da Alessandro Cavalli,
questo volume che raccoglie i saggi più
significativi di Lepsius, scritti nell’arco di
quasi quarant’anni, consentirà l’accesso a
un pensiero di non comune rigore e di
grande rilevanza per la riflessione sulla
realtà dell’Europa contemporanea.
Di Howard S. Becker, già presente nel
catalogo del Mulino con una rilevante
monografia su I mondi dell’arte edita nel
2004, esce il nuovo libro I trucchi del
mestiere. Come fare ricerca sociale
(«Saggi», pp. 304, € 23), un testo decisamente originale, che mette a frutto l’esperienza personale dell’autore come prisma
attraverso il quale mostrare i «trucchi» dello
scienziato sociale alle prese con la ricerca
empirica. Trucchi intesi come dispositivi
capaci di illustrare le diverse questioni
attorno a cui sono costruiti altrettanti capitoli del volume: di che genere sono le
nostre rappresentazioni della realtà sociale? come conciliare lo studio di un caso
particolare e la necessità di generalizzazio-
ne? dove cercare i concetti per organizzare i dati? di quali risorse logiche dispongono le scienze sociali? Non un prontuario di
metodologia, dunque, ma un arsenale di
idee su come condurre una ricerca; non
un ciclo di lezioni, ma una trama di conversazioni sugli ingredienti che i sociologi
impastano nel loro lavoro e sulle possibili
ricette alternative. Con un filo conduttore:
l’idea che l’indagine sociologica è anche
(soprattutto) esercizio di immaginazione.
Su un diverso piano, il manuale di Alberto
Marradi Metodologia delle scienze
sociali («Manuali», pp. 280, € 22), curato
da Rita Pavsic e Maria Concetta Pitrone,
frutto di un’esperienza pluridecennale di
insegnamento e ricerca, copre un intero
corso di metodologia delle scienze sociali
fornendo sia gli strumenti fondamentali
per padroneggiare la disciplina, sia numerosi spunti di approfondimento per quanti
siano interessati ad arricchire il proprio
bagaglio culturale al di là della preparazione di base.
In Globalizzazione e istruzione («Saggi», pp. 296, € 22,50) Antonio Cobalti
discute i processi di trasformazione che
vanno sotto il nome di globalizzazione e le
contemporanee trasformazioni dei sistemi
scolastici nazionali, nei quali sono stati portati alla ribalta concetti quali «competizione
tra scuole», «buoni scuola», «capitalismo
accademico», «privatizzazione scolastica».
Ma in che modo i due versanti del mutamento in corso – globalizzazione e istruzione – sono collegati fra loro? Secondo
Cobalti la risposta è da ricercare in un
insieme potente di idee, riconducibili al
cosiddetto neoliberismo, che hanno plasmato i processi di globalizzazione economica, di trasformazione dello stato e di
riforma dei sistemi scolastici. L’influenza di
tali idee è rafforzata da alcune istituzioni
internazionali, come l’Organizzazione
mondiale del commercio e la Banca mondiale, che ne sono diventate gli alfieri,
anche in campo educativo.
Studiare le pratiche lavorative («Itinerari», pp. 232, € 16,50) di Attila Bruni e Silvia Gherardi è un manuale che fornisce gli
strumenti utili a comprendere il lavoro
21
SOCIOLOGIA
come insieme di pratiche ancorate in contesti specifici (i luoghi di lavoro, siano essi fisici o virtuali), che comportano la collaborazione tra agenti umani e non umani (nuove tecnologie
della comunicazione, ambienti tecnologicamente «densi»). Il
modello di analisi proposto consente di interpretare il lavoro
come pratica mediata da corpo, tecnologia, linguaggio e regole. Tale quadro interpretativo viene illustrato con riferimento a
numerosi esempi tratti da ricerche sul campo. Un modo innovativo di studiare le pratiche lavorative, portando anche un
contributo interessante al rinnovamento in atto nelle discipline sociali e in particolare nella sociologia del lavoro.
Ancora in tema di lavoro esce la nuova edizione aggiornata del saggio di Massimo Paci
Nuovi lavori, nuovo welfare. Sicurezza e
libertà nella società attiva («Contemporanea», pp. 272, € 14). Delle grandi trasformazioni che hanno investito il mondo del lavoro
e messo in crisi il tradizionale sistema di welfare si danno spesso letture solo negative:
precarizzazione del lavoro, ridotta protezione
sociale, insicurezza diffusa. Paci analizza le
correnti profonde che plasmano la società
contemporanea sotto la potente spinta del
processo di individualizzazione, per metterne
in luce i possibili esiti positivi. Se è vero che
nell’organizzazione gerarchica della grande
fabbrica, nella famiglia tradizionale fondata
sulla dipendenza di genere e di età, nello
stato sociale centralizzato e categoriale erano
presenti elementi di illibertà non più sostenibili dalle nuove generazioni, le aspirazioni di
autonomia e di libertà che connotano i progetti di vita degli uomini e delle donne d’oggi
non vanno abbandonati interamente alle politiche neoliberiste. Sono necessarie nuove
forme di protezione e di organizzazione sociale, dal riconoscimento di attività lavorative (di
cura, di formazione, di volontariato) esterne al
mercato al riallineamento dei tempi di vita e
di lavoro, dal prolungamento della vita attiva a
una diversa articolazione del sistema pensionistico e di assistenza, alla ricerca di un nuovo
equilibrio istituzionale fra le due insopprimibili esigenze di
sicurezza sociale e libertà dei cittadini.
Il Rapporto sulla popolazione. L’Italia all’inizio del XXI
secolo («Universale Paperbacks», pp. 176, € 11,50) promosso dal Gruppo di coordinamento per la demografia della
Società italiana di statistica e curato da Giuseppe Gesano, Fausta Ongaro e Alessandro Rosina, a partire da un’ampia mole
di dati illustra la complessità delle dinamiche demografiche
della società italiana contemporanea, della quale delinea un
ritratto preciso e aggiornatissimo. L’Italia è uno dei paesi dove
si fanno meno figli al mondo, dove questi vivono più a lungo
con i genitori, dove maggiori sono la longevità e l’invecchiamento della popolazione. Un peso così elevato degli anziani
22
(attualmente una persona su cinque), del tutto inedito nella
storia dell’umanità, costituisce una sfida completamente
nuova per le società moderne, con conseguenze economiche
e sociali che noi ci troveremo ad affrontare in prima linea. Sta
cambiando rapidamente anche la famiglia: le coppie di fatto,
le nascite extra-nuziali, l’instabilità coniugale – fenomeni
moderatamente presenti nel nostro paese fino a pochi anni
addietro – sono ora in crescita esponenziale. Anche l’immigrazione, che sembrava toccarci solo marginalmente fino a
dieci anni fa, sta conoscendo una fase di grande effervescenza: per quanto la presenza di stranieri sia più bassa rispetto ad
altri paesi occidentali, oggi i suoi tassi di crescita sono da noi tra i più elevati in Europa.
E in specifico sull’immigrazione Corrado
Bonifazi propone una nuova edizione aggiornata del suo L’immigrazione straniera in
Italia («Studi e ricerche», pp. 272, € 21), che
illustra puntualmente il fenomeno dell’immigrazione straniera in Italia dal punto di vista
sia statistico sia interpretativo, fornendo gli
elementi di informazione e riflessione indispensabili per affrontarne la realtà senza pregiudizi o strumentalizzazioni. Viene così delineato il quadro complessivo del problema
nei suoi molteplici aspetti: i fattori che innescano gli spostamenti di popolazione; dimensioni, provenienza e destinazione dei flussi
d’immigrazione; rapporti degli immigrati con
il mercato del lavoro; atteggiamenti e opinioni degli italiani verso l’immigrazione; conseguenze demografiche del fenomeno; politica
migratoria e stato complessivo dell’inserimento nella nostra società (presenze nella
scuola, situazione abitativa e comportamenti
devianti).
Infine, proprio mentre il Parlamento si appresta a discutere un disegno di legge che regola, per la prima volta in Italia, i diritti e doveri
delle unioni di fatto, comprese quelle omosessuali, così come è già avvenuto in molti
altri paesi europei, torna in libreria in una
nuova edizione la ricerca di Marzio Barbagli e
Asher Colombo Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in
Italia («Contemporanea», pp. 368, € 18). Il volume mette in
luce quanto i comportamenti degli «omosessuali moderni»
siano diversi dagli stereotipi che circolano in alcuni strati, sia
pure sempre più ristretti, di popolazione. Il «coming out», la
diffusione dei luoghi pubblici di incontro, l’elaborazione politico-culturale segnalano la nascita di una specifica identità
omosessuale che chiede riconoscimenti e diritti. La nuova
edizione, oltre ad aggiornare al 2007 i dati relativi all’opinione pubblica e ai frequentatori e iscritti ai vari club omosessuali, aggiunge un nuovo capitolo che fa il punto sulla legislazione nei vari paesi europei e sul numero di unioni civili e
di divorzi tra gay e tra lesbiche.
Psicologia
Nel settore della psicologia, il forte rilancio
della collana «Aspetti della psicologia», rivolta
al mondo della professione psicologica, è la
novità più marcata
Il Mulino ha creato, nel corso ormai di alcuni decenni, un notevole catalogo di psicologia. In questo lavoro, la parte preponderante è sempre stata dedicata al mondo
universitario, anche se col tempo e in particolare negli ultimissimi anni è cresciuta
l’attenzione non solo per il lettore non specialista, che trova vari titoli d’interesse nelle
collane «Farsi un’idea» e «Universale Paperbacks», ma anche per il mondo della professione psicologica, cui è in particolare
dedicata la collana «Aspetti della psicologia». Questa professione ha acquisito una
sempre maggiore varietà di specializzazioni e di campi di intervento e necessita di
un costante aggiornamento e approfondimento. «Aspetti della psicologia» cerca di
rispondere a questo bisogno, fornendo
nuovi strumenti di interpretazione e di
intervento sia in ambito clinico-psicoterapeutico, sia in ambito della psicologia
sociale applicata, e della psicologia dello
sviluppo. A riprova del rafforzato impegno
in questa direzione, sono ben cinque i
nuovi titoli degli «Aspetti» che presentiamo
in questo semestre. Le Relazioni affettive. I sentimenti nel conflitto e nella
mediazione (pp. 248, € 16,50), di Ritagrazia Ardone e Claudia Chiarolanza, è un
testo rivolto a tutti i professionisti della
mediazione famigliare (consulenti, psicoterapeuti di coppia, operatori psicosociali,
ecc.) che, a diverso titolo, si trovano coinvolti nel campo delle relazioni di coppia e,
non ultimo, nel campo dell’affidamento
congiunto. Cosa accade nel momento in
cui si entra in un lungo circolo vizioso di
disaccordi con il proprio partner? Quali
sono le dinamiche che intervengono non
solo a livello di coppia, ma anche, come
genitori, con i propri figli? Le autrici affrontano il tema della gestione dei conflitti di
coppia e genitoriali per approdare all’intervento di mediazione famigliare. Con
ampio ricorso a casi concreti, vengono
descritti gli elementi di base dei conflitti,
con una particolare attenzione alla dimensione emotiva, per poi considerare le strategie di intervento e il processo stesso di
mediazione. Utile per tutti i professionisti
dell’infanzia è Il lutto infantile. La per-
dita di un genitore nei primi anni di
vita (pp. 176, € 14), di Alicia F. Lieberman, Nancy C. Compton, Patricia Van Horn
e Chandra Ghosh Ippen, che espone in
modo chiaro e diretto un insieme di linee
guida che presiedono al trattamento di
bambini vittime di un lutto traumatico precoce. Vengono illustrate le reazioni alla perdita, le complicazioni che possono emergere nel processo di elaborazione del lutto,
gli approcci di valutazione, gli interventi clinici. Attraverso alcuni casi sono esemplificate le risposte dei piccoli alla morte del
genitore e le strategie che psicologi e famigliari possono mettere in atto per assicurare ai bambini uno sviluppo adeguato, pur
nel contesto di una situazione così problematica. Linguaggio e sordità. Gesti,
segni e parole nello sviluppo e nell’educazione (pp. 304, € 20), di Maria Cristina Caselli, Simonetta Maragna e Virginia
Volterra, fornisce gli strumenti per comprendere basi e meccanismi della comunicazione nell’ambito della sordità, e costituisce un ausilio prezioso sia per chi è
coinvolto nell’insegnamento della Lingua
dei Segni Italiana (LIS), sia per chi, a diverso titolo (operatori, insegnanti, responsabili di servizi sociali ecc.), si occupa dei temi
relativi all’apprendimento e all’uso del linguaggio in rapporto alla sordità. Le discipline psicologiche negli ultimi anni hanno
dedicato una crescente attenzione alla formazione nei luoghi di lavoro, offrendo un
significativo contributo in termini di ricerca
scientifica e applicazioni. Il testo di Franco
Fraccaroli Apprendimento e formazione nelle organizzazioni. Una prospettiva psicologica (pp. 288, € 20) descrive i processi della formazione e dell’acquisizione delle competenze nelle organizzazioni analizzandone le componenti:
apprendimento nei contesti di lavoro;
motivazione alla formazione; analisi dei
bisogni, progettazione, realizzazione e
gestione degli interventi formativi; formazione dei team; apprendimento organizzativo. Quinta e ultima novità degli «Aspetti»,
Valutare la motivazione. Strumenti
per l’analisi dei processi motivazionali (pp. 208, € 16) di Falko Rheinberg è
23
PSICOLOGIA
dedicato a un costrutto fra i più importanti e utilizzati in psicologia. Che cosa è la motivazione? Di quante e quali motivazioni si può parlare? Chi o che cosa può dare motivazione?
Esistono deficit motivazionali specifici, diagnosticabili e su cui è possibile intervenire? Si può
misurare la motivazione? In che modo possono essere colti gli stimoli o i bisogni che motivano il nostro agire? Il volume illustra gli strumenti con cui valutare la motivazione partendo dalla prospettiva secondo cui motivazione
e calo di motivazione possono essere collocati a diversi livelli: dalla mancanza di interesse
per l’attività alla convinzione di non farcela,
dalla ridotta perseveranza all’idea che la situazione non possa essere modificata dal proprio
comportamento.
L’attaccamento disorganizzato. Gli effetti
dei traumi e delle separazioni («Prismi»,
pp. 408, € 32), a cura di Judith Solomon e
Carol George, è dedicato a un costrutto che,
all’interno delle classificazioni della teoria dell’attaccamento, si è rivelato di grande portata
conoscitiva, suscitando notevole interesse sia
nella comunità scientifica sia nel mondo della
pratica clinica. Ne è stata particolarmente
apprezzata la capacità di fornire da un lato una
spiegazione teorica, dall’altro le linee guida di
trattamento dei disturbi dovuti a relazioni traumatiche con le figure di cura. Il volume, che
presenta una serie di contributi dei maggiori
studiosi in questo ambito di ricerca, offre un
quadro completo e approfondito dell’attaccamento disorganizzato, di cui vengono illustrate
la natura, l’eziologia, le conseguenze sociali e
cognitive, le ricadute sui bambini (anche su
gruppi «atipici») e le applicazioni cliniche.
Frutto del lungo lavoro di ricerca di uno dei
più importanti studiosi della materia, L’intelligenza («Saggi», pp. 240, € 18,50) di Cesare Cornoldi conduce il lettore in una delle
aree più affascinanti e sfuggenti della psicologia. Cos’è l’intelligenza? Come si misura?
Intelligenti si nasce o si diventa? Cornoldi presenta un’approfondita e articolata analisi delle
diverse teorie sull’intelligenza e sulla sua
misurazione, delle sue basi biologiche e del
ruolo di esperienza ed educazione, e illustra
poi come gli sviluppi recenti della psicologia
cognitiva possano aiutare a sviluppare una nuova visione dell’intelligenza, basata sui concetti di memoria di lavoro e metacognizione. Su un piano più divulgativo Anna T. Cianciolo e
Robert J. Sternberg con la loro Breve storia dell’intelligenza («Universale Paperbacks», pp. 224, € 12) spiegano natura, caratteristiche, origine del concetto di intelligenza e illu-
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strano le molteplici prospettive adottate per studiarla (psicologia, sociologia, antropologia, filosofia), discutendo le implicazioni di ciascuna per la misurazione e per l’accrescimento
dell’intelligenza. Infine esaminano metodi e
orientamenti impiegati per studiare i geni e
l’intelligenza, nonché le complesse cause delle differenze razziali, etniche e sessuali che
emergono in alcuni test di abilità intellettive.
Altro argomento seducente, complesso e in
gran parte ancora misterioso è quello delle
emozioni cui è dedicata la Breve storia
delle emozioni («Universale Paperbacks»,
pp. 232, € 13) di Keith Oatley. La complessità delle emozioni dipende essenzialmente
dal fatto che esse, congiuntamente, hanno
profonde radici neurobiologiche nel nostro
organismo, sono un’esperienza soggettiva
dotata di importanti significati in connessione
con i propri interessi e scopi, hanno una
valenza sociale nelle relazioni con gli altri e
sono definite dalla cultura di appartenenza.
Aspetti che interagiscono fra loro e s’influenzano a vicenda, con la conseguenza che le
emozioni costituiscono esperienze multiformi,
anche conflittuali e ambigue, che attraversano
tutto il nostro organismo. Il volume offre un
panorama dettagliato del vasto continente
delle emozioni in una prospettiva storica e
descrive le diverse strategie che sono state
elaborate per regolarle e gestirle.
Infine due testi per l’università. L’Introduzione alla psicologia della comunicazione
(«Manuali», pp. 296, € 22), a cura di Rino
Rumiati e Lorella Lotto, delinea il panorama
della psicologia della comunicazione nelle
sue diverse componenti, mettendo in luce i
meccanismi propriamente psicologici e le
strategie cognitive alla base del processo
comunicativo «per sé» e nei diversi contesti
comunicativi, evidenziando i fattori o le condizioni che contribuiscono in varia misura a rendere la comunicazione efficace e funzionale.
Il volume si articola in due parti, una teorica e
una applicativa. Sono così illustrati i modelli
interpretativi classici e contemporanei che
spiegano i processi comunicativi e sono
descritte le applicazioni della psicologia della
comunicazione nei diversi ambiti della vita
sociale (organizzazioni, salute, marketing, pubblicità, media,
ecc.). La persuasione («Itinerari», pp. 208, € 14) di Nicoletta Cavazza, di cui esce una nuova edizione, offre una panoramica completa e aggiornata sul tema, presentando gli ultimi
modelli teorici, i filoni di ricerca sia tradizionali sia recenti e gli
strumenti per valutare l’efficacia dei messaggi persuasivi.
Economia
Fare i conti con la povertà, fare i conti alla
povertà: un tema prioritario apre con tre titoli le
novità di economia
La povertà è un tema che negli ultimi anni
ha guadagnato sempre più spazio nel
dibattito economico. Quanto mai opportuno allora aprire le pagine di economia con
tre rilevanti opere in argomento, cominciando da Partha Dasgupta, una delle più
autorevoli voci dell’economia contemporanea, ospite d’onore qualche settimana fa
al Festival dell’economia di Trento. Nella
sua lunga carriera di studioso Dasgupta ha
analizzato una pluralità di temi connessi
allo sviluppo economico: dalla misura del
benessere all’utilizzo delle risorse ambientali, dalle cause profonde della povertà al
ruolo del capitale sociale, dalla contabilità
ambientale ai fondamenti economici della
ricerca scientifica e tecnologica. Tutti questi temi si ritrovano ora in Povertà, ambiente e società. Il ruolo del capitale
naturale e del capitale sociale nello
sviluppo economico («Saggi», pp. 336,
€ 25), unificati da una medesima prospettiva: lo sviluppo economico è un processo che deve essere indagato tenendo
conto di diversi aspetti, quali la dimensione economica e sociale, la cultura e le istituzioni, la dimensione ambientale, i diritti e
la partecipazione politica. Nell’approfondire le interazioni fra uomo, ambiente naturale e istituzioni formali e informali,
Dasgupta mette in luce quei meccanismi
ancora poco esplorati che generano trappole della povertà, ovvero situazioni in cui
povertà, sottonutrizione, degrado della
dotazione di risorse naturali locali e alti
tassi di fertilità interagiscono in una spirale
in cui ciascun fattore è sia causa sia conseguenza degli altri. Mentre ragiona sulla
persistenza della povertà estrema,
Dasgupta indica le linee per progettare
nuove strategie di crescita.
Segnalato da amazon come il migliore
libro di business dell’anno, La fortuna
alla base della piramide. Sconfiggere
la povertà e realizzare profitti («Economia e management», pp. 296, € 22) di
C.K. Prahalad intende mostrare che le
potenzialità del mercato sono dove meno
ce l’aspetteremmo: alla base della piramide della ricchezza. Mentre la battaglia è al
vertice, dove la concorrenza per assicurarsi i 75 milioni di persone con un potere
d’acquisto superiore ai ventimila dollari è
feroce, un’enorme quota di mercato è
ancora da conquistare. Esistono miliardi di
persone povere che hanno un’immensa
capacità imprenditoriale e potere d’acquisto, seppur singolarmente limitato. Questo
volume ci invita a ribaltare le nozioni preconcette: si può imparare a soddisfare i
bisogni di questa fascia di consumatori e
contemporaneamente aiutare i più poveri
del mondo a uscire dalla loro condizione.
Sarebbe dunque il profitto la chiave per
sconfiggere la povertà? Una teoria tutt’altro
che infondata, come dimostrano le numerose success stories documentate nel
libro.
Povertà, di che cosa? Risorse, opportunità, capacità («Saggi», pp. 216, €
17,50) di Flavio Delbono e Diego Lanzi
affronta il problema di identificare i poveri
e misurare la povertà. Si parla ormai di
povertà multidimensionale: la deprivazione
viene riferita a una molteplicità di dimensioni della vita importanti per la realizzazione individuale. Secondo questa impostazione l’obiettivo di eliminare la povertà si
connette con altri quali l’eliminazione delle
diseguaglianze di genere e il sostegno all’istruzione primaria. Rispondere all’interrogativo posto dal libro consente allora di declinare le forme di povertà in diversi spazi di
valutazione (dalle risorse alle libertà) e di
apprezzare al meglio come la diversità
umana imponga politiche differenziate di
fuoriuscita dalla povertà.
Nella serie ormai classica dei «Grandi economisti contemporanei» esce, a cura di
Ignazio Visco, Macroeconomia, econometria e politica economica («Collezione di testi e di studi», pp. 552, € 40) di
Lawrence R. Klein, Nobel per l’economia
nel 1980. Nessun altro economista, era
detto nelle motivazioni del premio, ha
avuto «così tanti seguaci e un’influenza
così grande» sulla ricerca empirica in economia. In effetti, il modo in cui oggi si fa
ricerca applicata, si formulano previsioni, si
discute di politica economica deve moltissimo a Klein e questo volume intende
appunto illustrare la portata e l’impatto del
suo lavoro.
Il volume di Alberto Quadrio Curzio
25
ECONOMIA
Economisti ed economia. Per un’Italia
europea: paradigmi tra il XVIII e il XX
secolo («Saggi», pp. 404, € 29) rivisita sia
figure di economisti – come Beccaria,
Verri, Cattaneo, Einaudi, Vanoni, Saraceno,
Vito, Demaria e Fuà –, sia il ruolo di enti
(come l’Istituto Lombardo-Accademia di
Scienze e Lettere e la Società Italiana degli
Economisti) e di imprese (come la Società
Edison, fondata da Giuseppe Colombo)
che in diversi periodi hanno svolto un
ruolo innovativo. L’autore ritiene che l’analisi di questo passato possa dare un contributo a un paradigma economico-politico
di grande attualità, dove istituzioni, società,
mercato si bilanciano e si valorizzano
avendo sullo sfondo un’Italia con intonazione europeista e con un riconosciuto
ruolo della cultura. Così, lungo tre secoli,
l’autore arriva selettivamente al presente
rivisitando personalità ed enti che ancora
tramandano insegnamenti a un’Italia poco
incline a capire e a valorizzare la propria
identità e i propri meriti storici.
Liberalismo e politica economica
(«Collezione di testi e di studi», pp. 320, €
25) di Costantino Bresciani Turroni ripubblica Il programma economico-sociale del
liberalismo, pubblicato nel 1945. La notorietà e il prestigio del personaggio, la sua
estraneità al fascismo, la chiarezza espositiva, facevano di Bresciani un candidato
ideale alla stesura del programma economico e sociale di un partito liberale che,
sia pure ridimensionato, intendeva ricoprire un ruolo di rilievo nell’Italia postbellica.
Il testo di Bresciani viene riproposto unitamente a una selezione di capitoli della
Introduzione alla politica economica, che
secondo l’opinione dello stesso economista permettono di approfondire e dare
maggior contenuto teorico ai principi
esposti nel Programma. I nove capitoli
dell’Introduzione presentati evidenziano
bene i tratti caratterizzanti del pensiero di
Bresciani così come il suo approccio metodologico per l’elaborazione di una teoria
della politica economica.
Per l’economia italiana, segnaliamo anzitutto la proposta di Walter Santagata La
fabbrica della cultura. Ritrovare la
creatività per aiutare lo sviluppo del
paese («Contemporanea», pp. 152, €
10). L’arte conviene, ci dice Santagata: dai
monumenti ai musei, alla musica, al paesaggio, alla gastronomia, alle industrie culturali e creative, la cultura è un capitale
che può produrre reddito e posti di lavoro.
26
In quanto tale va valorizzata con politiche
appropriate, che si preoccupino della sua
conservazione e produzione. Tuttavia i due
modelli non sono di pari importanza: il
valore aggiunto della produzione sovrasta
di gran lunga quello della conservazione e
del consumo. Santagata mostra come
risorse e attenzioni andrebbero dedicate
alla catena di produzione del valore del
bene d’arte. Riqualificando questo settore
strategico attraverso la formazione e valorizzazione di artisti e mestieri creativi si alimenta il mercato del lavoro e lo sviluppo
di tutto il sistema Italia. E accorte politiche
culturali orientate in tal senso potranno
contribuire a far raggiungere al nostro
paese una posizione di spicco nella
società globale della conoscenza, dell’innovazione e della creatività.
La finanza pubblica italiana è un
appuntamento annuale ormai atteso dagli
studiosi di economia pubblica per fare il
punto sulle politiche adottate in Italia. Il
Rapporto 2007 («Studi e ricerche», pp.
360, € 27), curato da Maria Cecilia Guerra
e Alberto Zanardi, è come di consueto articolato in due parti. La prima è dedicata al
monitoraggio delle politiche pubbliche
adottate nel corso del 2006: agli ambiti
d’intervento posti annualmente sotto
osservazione (conti pubblici, fisco, previdenza e assistenza, sanità, federalismo
fiscale, public utilities) viene quest’anno
affiancato quello relativo alle politiche per
la casa. La seconda parte è dedicata all’approfondimento del ruolo dell’Unione europea nel rimuovere le distorsioni al funzionamento concorrenziale dei mercati, esaminato nella sua interazione con le politiche fiscali dei singoli stati, con particolare
attenzione alle problematiche degli aiuti di
stato e dell’armonizzazione fiscale. Altro
appuntamento fisso è la nuova edizione
aggiornata di I tributi nell’economia italiana («Itinerari», pp. 256, € 17) di Paolo
Bosi e Maria Cecilia Guerra, che dopo
un’ampia introduzione sull’evoluzione del
sistema tributario italiano fornisce una chiara e accurata esposizione delle imposte
esistenti nel nostro paese, interpretate alla
luce dei principi dell’efficienza e dell’equità.
Il volume curato da Fabio Pammolli, Carlo
Cambini e Andrea Giannaccari, Politiche
di liberalizzazione e concorrenza in
Italia. Proposte di riforma e linee di
intervento settoriali («Prismi», pp. 440,
€ 32), suggerisce linee di intervento tese
a facilitare l’accesso al mercato, la pluralità
ECONOMIA
degli operatori, il grado di competitività dell’economia italiana
e il benessere dei consumatori. L’avvio della XV legislatura ha
testimoniato una rinnovata attenzione verso i processi di liberalizzazione dei mercati, interrotti in Italia dalla
fine degli anni Novanta. Le misure recentemente adottate sono finalizzate a promuovere, attraverso l’iniezione di competitività, quel
recupero di efficienza che le istituzioni comunitarie e i maggiori analisti indicano quale
strumento per incentivare la crescita economica. Ma il consolidamento di rendite (più o
meno estese) di posizione suggerisce di intervenire sulle variabili strutturali in numerosi
comparti, attuando un più esteso programma
di politica industriale capace di favorire l’affermazione di assetti realmente competitivi.
L’esercito degli invisibili. Aspetti economici dell’immigrazione clandestina
(«Studi e ricerche», pp. 160, € 14), di Maria
Concetta Chiuri, Nicola Coniglio e Giovanni
Ferri, affronta con gli strumenti dell’analisi
economica, e avvalendosi di indagini originali
svolte sul campo in Italia, il tema scottante
dell’immigrazione clandestina. Alla pressione
migratoria i governi hanno risposto con politiche sempre più restrittive, che hanno prodotto una riduzione del numero dei regolari e un
aumento dei clandestini. Gli autori discutono
le politiche migratorie che potrebbero ridurre
l’entità degli irregolari e accrescere così il
potenziale contributo economico dei migranti
ai paesi ospitanti e a quelli d’origine.
Altro tema di grande attualità per l’economia
italiana è quello studiato da Elisabetta Cicigoi
e Paolo Fabbri in Mercato delle emissioni
ad effetto serra. Istituzioni ed imprese
protagoniste dello sviluppo sostenibile
(«Il Mulino/Ricerca», pp. 160, € 14). Le
espressioni «protocollo di Kyoto» e «quote di
CO2» oggi vengono usate sempre più di frequente. Resta da chiarire tuttavia che cosa
siano effettivamente tali quote per il nostro
ordinamento giuridico e quale sia il loro
impatto sul sistema economico. Il volume
intende fare il punto su tali questioni. Oltre al
protocollo di Kyoto, vengono presi in esame i
meccanismi di assegnazione delle quote e il
loro impatto sui rapporti fra la pubblica amministrazione e le aziende private. La normativa
sull’«emission trading» ha comportato la nascita di un nuovo
bene giuridico e, con esso, di un nuovo valore economico
aziendale. Ed è proprio di questo nuovo bene che devono
tener conto i soggetti coinvolti, sia a livello pubblico sia a livello privato, quando attuano le loro scelte strategiche. Le imprese che operano nel mercato unico dell’Unione europea non
rientrano più nell’ambito del vecchio sistema della tassazione
delle fonti di energia, ma devono affrontare la sfida di incorporare, fra i vincoli produttivi, il tema della sostenibilità.
All’economia dell’impresa, infine, sono dedicate tre importanti uscite. Piercarlo Ravazzi, Mario Calderini, Paolo Neirotti, Emilio Paolucci e Laura Rondi con L’impresa. Teoria, organizzazione, strategia, tecniche economiche
e contabili («Strumenti», pp. 496, € 32)
propongono un testo di impostazione originale, frutto della collaborazione di economisti
industriali ed economisti aziendali. Il manuale coniuga il metodo aziendale, focalizzato
sulla complessità del sistema impresa, con
quello economico, volto alla costruzione di
schemi sintetici di analisi per comprendere il
comportamento di soggetti i cui interessi gravitano intorno all’impresa. Dopo aver illustrato nella prima parte questioni più generali
relative alla natura e al comportamento dell’impresa e aver descritto i tratti caratterizzanti della sua vita, nella seconda parte gli autori
approfondiscono temi tecnici e operativi,
dalla contabilità generale e industriale all’analisi di bilancio. Economia e gestione delle
imprese («Manuali», pp. 520, € 32), a cura
di Andrea Lipparini, presenta l’apparato teorico e gli strumenti analitici per approfondire, in
chiave strategica e organizzativa, le aree funzionali rilevanti dell’impresa e per comprendere l’impatto esercitato su di esse dai mutamenti intervenuti, negli ultimi anni, nelle
regole e nelle dinamiche competitive. L’evoluzione e la diffusione delle tecnologie informatiche, la globalizzazione e l’affermarsi di
nuovi attori e assetti organizzativi sono alcune
delle importanti realtà che rendono urgente
l’adozione di nuovi supporti teorici concretamente applicabili. A tal fine, il volume adotta
un approccio interfunzionale e tratta tematiche di tipo trasversale quali, ad esempio, lo
sviluppo di innovazione, la valorizzazione del
capitale umano, il controllo strategico della
gestione di impresa. Piani finanziari e
valore d’impresa («Economia e management», pp. 392, € 29) di Renato Santini
fornisce a imprenditori, manager e professionisti gli elementi di base per poter sviluppare
proprie analisi di sostenibilità finanziaria e
di valore sul futuro dell’azienda, anche alla
luce delle numerose novità (quali Basilea 2)
in termini di informativa tra l’impresa e il
mondo esterno. I sistemi di pianificazione e
controllo delle piccole medie imprese nel nostro paese sono
spesso inadatti per riprodurre adeguatamente le prospettive
di crescita a medio termine delle aziende e del settore in cui
esse operano. Finanziatori, investitori e lo stesso management sono spesso costretti a prendere decisioni sulla base
di informazioni storiche, per lo più provenienti dai bilanci
d’esercizio o dall’analisi fondamentale che ne discende,
quando invece avrebbero bisogno di informazioni prospettiche.
27
Diritto
Otto proposte di una produzione giuridica a
molte facce
La pagina del diritto si apre con un importante contributo alla riflessione sui fondamenti stessi del diritto in una dimensione
globale. Antesignano della comparazione
giuridica e da sempre studioso attento alle
forme «mute» del diritto, Rodolfo Sacco
propone in Antropologia giuridica.
Contributo ad una macrostoria del
diritto («Collezione di testi e di studi», pp.
368, € 29) un connubio fra le due discipline, reso oggi indispensabile dalle problematiche sollevate dal multiculturalismo,
dalla globalizzazione e dalle spinte all’unificazione internazionale del diritto. La sua
esplorazione tocca le norme, la loro legittimazione, la loro collocazione accanto ai
fondamentali fenomeni della fedeltà, della
subalternazione, del sapere umano, della
visione del soprannaturale. Il diritto, come
lo conosciamo nelle società occidentali, è
un sistema concettuale di cui il giurista è
l’interprete: una funzione che egli svolge
concentrandosi sulle forme verbalizzate
(leggi, decreti, sentenze, direttive) riconducibili a un potere statuale e politico, capace di garantire il rispetto della norma giuridica. Presso altre culture troviamo invece
forme di diritto tradizionale-consuetudinario e fenomeni normativi latenti, posti al di
fuori delle istanze statuali, non verbalizzati
e non verbalizzabili. Di qui l’interesse per il
giurista di adottare uno sguardo antropologico, il solo che può metterlo in condizione di misurarsi con modelli non occidentali, finora esclusi dalla sua attenzione.
Sentieri interrotti della legalità. La
decostruzione del diritto amministrativo («Saggi», pp. 192, € 17) di Fabio
Merusi è un lucido e provocatorio saggio
che si interroga sullo stato del principio di
legalità nella vita del nostro ordinamento.
L’autore individua alcuni attentati a quel
principio, in particolare nel rapporto fra
potere legislativo e potere esecutivo, dove
il primo tende a sostituirsi al secondo. Un
esempio: costretto a privatizzare sempre
per rispettare i patti di stabilità, il Parlamento cerca di non perdere la presa su
organizzazioni che, almeno formalmente,
ha privatizzato (è il caso delle fondazioni),
inventandosi il «diritto privato speciale»,
una sorta di riserva di potere ancora pubblico, nascosto sotto apparenti rinvii all’au-
28
tonomia privata. Ulteriori attacchi alla legalità amministrativa, e perciò alla garanzia
del cittadino, vengono ormai da più parti:
oltre che dal legislatore, dagli interpreti che
teorizzano improponibili sistemi alternativi
o che dissimulano dietro teorie più «avanzate» la ricomparsa di poteri liberi, e perciò
arbitrari, e anche da qualche giudice (con
particolare frequenza quello penale), che
anziché ergersi a custode della legalità
preferisce sostituirla con una sua legalità
alternativa.
Le regole dell’onestà. Etica, politica,
amministrazione («Saggi», pp. 216, €
17,50) di Bernardo Giorgio Mattarella tratta dei doveri di quattro o cinque milioni di
persone: tutti coloro che, in Italia, svolgono
a vario titolo – in virtù di un rapporto di
impiego, di un mandato politico, di una
nomina o di un’attività professionale –
funzioni nell’interesse della collettività. Si
succedono a ritmo incalzante inchieste
giornalistiche e giudiziarie aventi per
oggetto casi di mala-amministrazione: dai
concorsi truccati ai fascicoli dispersi nei tribunali, agli sprechi di risorse pubbliche, a
pratiche tangentizie. Nel 2005 il costo
della corruzione in Italia è stato calcolato
pari a 70 miliardi di euro (2,5% del Pil) e
spesso l’amministrazione pubblica ne è
stato il luogo privilegiato, in modo particolare nella gestione di beni e servizi condivisa con privati. Sebbene la vita quotidiana
delle istituzioni fornisca molti ammirevoli
esempi di correttezza, le regole di comportamento dei politici e degli impiegati
risultano complessivamente inadeguate,
ambigue e lacunose, mentre i controlli
sulla loro applicazione sporadici e inefficaci. Dopo aver esaminato i possibili rimedi
preventivi alla corruzione e le più significative esperienze straniere e internazionali,
Mattarella considera, sotto il profilo dell’etica pubblica, varie categorie di funzionari:
i politici, con i loro conflitti di interessi; gli
impiegati, con i loro codici di comportamento; i magistrati e, più in generale, gli
organi di garanzia; ed anche i privati che
svolgono funzioni pubbliche.
La Repubblica delle autonomie nella
giurisprudenza costituzionale. Regioni ed enti locali dopo la riforma del
Titolo V («Prismi», pp. 336, € 20), a cura
DIRITTO
di Alessandra Pioggia e Luciano Vandelli, fornisce un’analisi sistematica ed aggiornata della giurisprudenza costituzionale dopo la riforma del titolo V della Costituzione, volta a saggiare i
nuovi rapporti che intercorrono fra i diversi livelli di governo. Esperti di vari settori, dalla sanità all’ambiente, dal lavoro alla concorrenza,
dal governo del territorio all’autonomia finanziaria, si sono confrontati sui problemi di attuazione e hanno elaborato una visione d’assieme dei nuovi equilibri delineati dalla Corte.
La libera circolazione dei lavoratori nell’Unione europea. Principi e tendenze
(«Studi e ricerche», pp. 256, € 20) di Stefano
Giubboni e Giovanni Orlandini individua i
principi regolativi e le linee di tendenza della
disciplina in materia, sia rispetto alla disciplina
del rapporto di lavoro, sia rispetto ai profili
relativi alla sicurezza sociale. Gli autori analizzano sia la forma classica di libertà di circolazione dei lavoratori europei che si svolge ai
sensi dell’art. 39 del Trattato di Roma (e che
garantisce la parità di trattamento coi lavoratori dello Stato membro ospitante), sia quelle
forme di mobilità transnazionale che risultano
attratte dai principi in tema di prestazione dei
servizi. Tali forme di mobilità, sempre più diffuse oggi, pongono anche questioni regolative potenzialmente in contrasto con quelle
tipiche della libera circolazione classica. Questioni all’origine delle controversie che hanno
caratterizzato il travagliato processo di approvazione della «Direttiva Bolkestein» sul mercato interno dei servizi.
Al diritto dell’economia si riferiscono due
notevoli contributi. Le crisi di impresa fra
diritto ed economia. Le procedure di
insolvenza («Studi e ricerche», pp. 376, €
27,50) di Lorenzo Stanghellini affronta, come
dice il sottitolo, le procedure d’insolvenza. L’attività d’impresa nasce e prospera grazie al
debito e al differenziale fra il costo del capitale e il profitto atteso. Il debito, inusuale per il
consumatore, è del tutto fisiologico per l’imprenditore. L’insolvenza è uno dei possibili
esiti dell’attività d’impresa, il risultato sfavorevole di una scommessa che, tuttavia, il sistema incoraggia. Per tale eventualità tutte le
legislazioni moderne prevedono speciali procedure, dette procedure d’insolvenza. A cosa
mirano in concreto e a cosa dovrebbero mirare? Devono tutelare solo gli interessi dei creditori o anche gli
interessi di una comunità più vasta di soggetti? Come sono
strutturate? Avvalendosi di un’ampia letteratura italiana e inter-
nazionale, Stanghellini analizza la normativa italiana sulla procedura d’insolvenza – così come riformata a seguito del caso
Parmalat, nel 2004-2006 – e affronta i vari temi connessi alle
crisi d’impresa, da quelle piccole a quelle
delle grandi società quotate: l’attitudine al
rischio degli imprenditori e le reazioni dei
finanziatori, le responsabilità degli amministratori, il rapporto fra interessi dei creditori e interessi dei lavoratori, le procedure di ristrutturazione e il fallimento, il concordato preventivo
e fallimentare, la revocatoria e le tecniche per
la conservazione dell’impresa in crisi (esercizio provvisorio e conferimento in una nuova
società) e infine gli accordi stragiudiziali.
Le programmazioni economiche. L’intervento pubblico tra piani e regole («Il Mulino/Ricerca», pp. 256, € 21) di Nicoletta Rangone delinea l’evoluzione delle programmazioni economiche e del dibattito che le ha
riguardate: sottolinea l’importanza cruciale
che esse conservano in quasi tutti i settori in
cui i pubblici poteri condizionano le attività
economiche; ne ricostruisce la struttura giuridica sul piano delle tecniche di intervento,
delle garanzie procedurali e processuali, dei
raccordi fra programmazioni e pianificazioni
del territorio; definisce le condizioni di coerenza con il diritto sovranazionale e globale.
Ne emergono le profonde trasformazioni che
hanno progressivamente interessato le programmazioni economiche, i loro pregi e limiti, le esigenze di riforma.
Infine, è una nuova edizione completamente
rifatta quella approntata da Renzo Costi per
L’ordinamento bancario («Strumenti», pp.
872, € 45). Gli ultimi anni hanno visto succedersi profondi e consistenti cambiamenti
dell’ordinamento bancario e finanziario, e il
manuale non solo registra tutte le novità intervenute, ma è il primo a esaminare organicamente le nuove disposizioni di vigilanza emanate dalla Banca d’Italia il 28 dicembre 2006
per dare attuazione alle regole fissate dall’Accordo di Basilea 2. Costi descrive gli effetti
che l’applicazione dei nuovi principi contabili
internazionali Ias/Ifrs determina sui bilanci
bancari e sulla comunicazione finanziaria di
impresa; analizza la struttura proprietaria, l’organizzazione e le competenze della Banca
d’Italia alla stregua della riforma del 2006;
conduce un’approfondita e aggiornata disamina delle fondazioni bancarie e fornisce un quadro completo della vicenda
storica del sistema bancario italiano.
29
Collaborazioni editoriali
In questa sezione sono elencate le novità
delle collane edite in associazione con
centri e istituzioni di ricerca. Diciotto
innanzitutto sono i titoli nei Percorsi, che
presentiamo a partire dai due volumi
sulla massoneria curati da Fulvio Conti
sulla scia del sua fortunata Storia della
massoneria italiana: La massoneria a
Firenze. Dall’età dei Lumi al secondo
Novecento (pp. 544 con ill., € 37) e La
massoneria a Livorno. Dal Settecento alla Repubblica (pp. 592 con ill., €
38). A Firenze fra il 1731 e il 1732 vide la
luce quella che è considerata la prima
loggia massonica italiana. Da allora, con
alterne vicende, le logge liberomuratorie
hanno rappresentato un tratto caratterizzante della vita sociale e politica fiorentina. E ancora oggi Firenze può essere ritenuta la città italiana con la più alta presenza massonica. Il volume racconta questa lunga storia, muovendo dal crepuscolo della Firenze medicea per spingersi
fino al secondo dopoguerra nella Firenze
di La Pira. Anche a Livorno le prime logge
massoniche furono fondate verso il 1730
per iniziativa della comunità mercantile
inglese. Sopravvissuta alle persecuzioni
della Restaurazione, la massoneria livornese tornò a rifiorire dopo l’Unità, quando
in una città di neppure centomila abitanti
furono attive decine di logge, in cui transitarono i maggiori esponenti delle forze
politiche locali. Molti massoni livornesi
furono tra gli iniziali fiancheggiatori del
movimento fascista, da cui si distaccarono dopo la marcia su Roma. Proprio per i
connotati popolari e democratici della
locale trama associativa massonica, la
repressione fascista fu poi particolarmente spietata e lasciò ben poco spazio per
una presenza liberomuratoria organizzata,
che poté riprendere soltanto dopo la liberazione.
Per le strade del mondo. Laiche e
religiose fra Otto e Novecento (pp.
456, € 33), a cura di Stefania Bartoloni,
studia l’impegno delle donne nella beneficenza cattolica e nella filantropia laica
allargando poi l’indagine alle congregazioni religiose femminili che, impegnate
spesso sullo stesso terreno delle associazioni laiche, hanno inevitabilmente finito
per relazionarsi più o meno direttamente
a esse.
Torino oltre la crisi. Una «business
community» tra Otto e Novecento
(pp. 320, € 22) di Ivan Balbo è uno studio originale che indaga come Torino alla
fine dell’Ottocento riesca a uscire rapidamente da una profonda crisi economica.
Il volume adotta un approccio centrato
30
sulla business community, intesa come
l’insieme delle imprese e degli imprenditori uniti da relazioni sociali ed economiche. Emerge il ritratto di una città capace
di risollevarsi grazie a un nucleo di banchieri privati, a una rete di cotonieri protestanti per lo più svizzeri, e a un tessuto
di boite, di piccole imprese meccaniche
che per alcuni versi compongono un
distretto.
Stato e infanzia nell’Italia contemporanea. Origini, sviluppo e fine dell’Onmi 1925-1975 (pp. 400 con ill., €
28), a cura di Michela Minesso, ricostruisce la storia dell’Opera nazionale per la
protezione della Maternità e dell’Infanzia
nel quadro dello sviluppo delle politiche
sociali italiane in favore dei minori nel
corso del Novecento. Il periodo preso in
esame va dall’età liberale, e giolittiana in
specie, al 1975, anno in cui l’Onmi cessò
di esistere e le sue competenze passarono agli enti locali. A una prima parte di
ricostruzione storica generale segue una
seconda parte nella quale sono prese in
esame fasi specifiche dell’attività dell’Onmi in alcune città.
Il volume curato da Ornella De Rosa e
Donato Verrastro Appunti di viaggio.
L’emigrazione italiana tra attualità e
memoria (pp. 512, € 25) affronta un
aspetto dei più rilevanti nella nostra storia
recente. L’Italia, come è noto, è uno dei
paesi che più hanno contribuito al fenomeno migratorio: tra la fine dell’Ottocento e la fine del Novecento sono espatriati circa 26 milioni di italiani. Analizzando il
fenomeno con lente storica e sociologica,
il volume coglie le motivazioni che spingono a scegliere una meta piuttosto che
un’altra, le traversie incontrate nel viaggio,
le specifiche difficoltà di inserimento degli
italiani, gli espedienti per riuscire ad affermarsi, le differenze tra le diverse regioni.
Il miracolo economico italiano
(1958-1963) (pp. 312, € 24), a cura di
Antonio Cardini, è centrato su una fase
cruciale nello sviluppo del nostro paese.
L’inserimento dell’Italia nel contesto dell’economia europea e internazionale,
derivante dalla scelta occidentale compiuta nel 1948, trascinò la penisola in una
gigantesca crescita produttiva, che si
associò non solo alla costituzione di una
vera e propria economia industriale, ma
anche a una profondissima trasformazione sociale. Il miracolo economico ebbe
conseguenze sociali di portata millenaria,
con la fine dell’Italia rurale e una modificazione degli assetti socio-economici risalenti al Medioevo e alla rifeudalizzazione
dell’età moderna.
L’Europa di carta. Stampa e opinione
pubblica in Europa nel 2006 (pp. 280,
€ 21), a cura di Paolo Pombeni, è il bilancio annuale del monitoraggio su quanto
la stampa europea scrive in tema di Unione, portato avanti dal bolognese Centro
studi per il progetto europeo. Nel volume,
che si affianca alle analisi quindicinali e
trimestrali disponibili online (www.europressresearch.eu), sono valutati e riassunti i grandi temi legati al progetto europeo che nel corso del 2006 hanno occupato le pagine dei più importanti quotidiani di Italia, Francia, Germania, Gran
Bretagna, Spagna, Austria e Belgio: il Trattato costituzionale, le politiche sociali e di
integrazione, le ondate migratorie, la questione della sicurezza interna e della politica estera comune, le relazioni transatlantiche, gli intrecci fra prospettive nazionali e integrazioni sovranazionali nel
campo dell’economia e della finanza.
Unione europea: governance e regolamentazione (pp. 304, € 23), a cura di
Francesco Passarelli, contiene una serie di
interessanti riflessioni sulle forme di
governance che si vanno affermando nel
nuovo scenario dell’Ue. La prima parte
del volume analizza il tema del decision
making europeo e i contenuti della Strategia di Lisbona, cercando di comparare i
risultati finora conseguiti dai vari paesi e
fornendo indicazioni di governance per i
prossimi anni. La seconda parte entra
invece nel cuore dei due settori vitali per
l’economia italiana ed europea – finanza
e telecomunicazioni – per i quali l’armonizzazione e la liberalizzazione sono
ancora da completare.
Gli studi raccolti in Paesaggi europei
del Neoclassicismo (pp. 352, € 25), a
cura di Giulia Cantarutti e Stefano Ferrari,
presentano analisi e interpretazioni di una
nuova visione del Neoclassicismo nelle
COLLABORAZIONI EDITORIALI
diverse prospettive europee, fra letteratura e arte figurativa, mitologia greco-romana e mitologia iperborea, iconologia e
politica, oltre i confini delle vicende nazionali. Tesi, proposte, interrogativi, memorie
dell’antico e modernità si illuminano a
vicenda, creando un affresco affascinante
di storia delle idee.
Il nuovo volume di Riccardo Campa s’intitola Ontem. L’elegia del Brasile (pp.
1.152, € 50) ed è un itinerario all’interno
della storia brasiliana e soprattutto dell’immagine del Brasile, dal primo tempo
della scoperta e colonizzazione a oggi. La
visione elegiaca di un paese dalle dimensioni continentali si coniuga con la congestione istituzionale, preludio della disamina positivistica e liberale, che dall’Europa
si espande nell’area americana, nell’intento di coinvolgerla nei sommovimenti
ideologici del cosiddetto secolo breve. Il
processo di trasformazione dell’economia
agro-pecuaria nell’economia industriale si
esplica con una serie di accorgimenti
strutturali, che conferiscono un particolare
rilievo alla configurazione plurietnica e
monolinguistica del paese. Il Brasile,
responsabile peraltro delle sorti ecologiche del pianeta, affronta le sfide della
modernità idealmente armonizzando l’Africa, l’Europa e l’Oriente.
In un momento in cui l’economia appare
sempre più dominata dalle logiche della
globalizzazione, si va rafforzando l’attenzione sui sistemi produttivi locali formati
da numerose piccole imprese. Dietro
questo apparente paradosso si scorge il
desiderio dei territori di governare il proprio sviluppo attraverso forme di imprenditorialità diffusa, capaci di dare vita a
modelli competitivi di successo a livello
mondiale senza rinunciare ai legami forti
con le risorse, le culture e le comunità
locali. Si tratta di un cammino difficile sia
per chi, come l’America Latina, lo sta intraprendendo per la prima volta, sia per chi,
come l’Italia, può contare su un’esperienza già storicamente consolidata come
quella dei distretti industriali. Piccole
imprese e distretti industriali. Politiche per lo sviluppo in Italia e in
America Latina (pp. 360, € 27), a cura
di Fabio Antoldi, focalizza la ricerca su
queste due diverse realtà, mettendone in
luce somiglianze e differenze e proponendo anche casi di intervento pubblico a
sostegno dello sviluppo di tali sistemi. La
prima parte analizza la realtà attuale dei
distretti industriali italiani; nella seconda
parte sono presentati alcuni casi di intervento a sostegno dello sviluppo di sistemi
produttivi in Messico, Brasile e Argentina.
Ancora lo sviluppo locale è il filo che percorre il volume di Sebastiano Brusco
Distretti industriali e sviluppo locale.
Una raccolta di saggi (1990-2002)
(pp. 488, € 32). Analisi della struttura
industriale italiana e confronti fra sistemi
produttivi, il nesso tra formazione, competenze e capacità concorrenziale, il significato dei servizi reali, la piccola impresa e
l’ideologia della sinistra, la politica di sviluppo, nuovi indirizzi per una teoria dei
distretti industriali. Sono gli argomenti dei
contributi raccolti, scritti tra il 1990 e il
2002, nei quali il pensiero di Brusco risalta in tutta la sua lucidità e si ripropone
come la lezione di un grande maestro.
Un tema emergente in economia è quello del microcredito, che consiste nell’erogazione di prestiti di basso ammontare,
concessi senza vincoli di garanzia, e svolge da diversi anni un ruolo fondamentale
non solo nei paesi poveri, ma dovunque
vi siano persone prive di possibilità. La
particolarità del microcredito deriva dalle
sue finalità, dalla sua missione, e richiede
una specificità nell’operare delle istituzioni che lo esercitano: le relazioni istituzionali con il contesto socio-economico; la
scelta del target; il processo creditizio; il
pricing; la struttura organizzativa; le fonti
di finanziamento e la sostenibilità finanziaria. Nel volume curato da Daniele Ciravegna e Andrea Limone Otto modi di
dire microcredito (pp. 384, € 30), otto
istituzioni esercenti il microcredito in otto
paesi diversi (Argentina, Bolivia, Francia,
Irlanda, Italia, Portogallo, Regno Unito,
Stati Uniti) presentano e dibattono fra di
loro finalità e modo di operare in contesti
economici e sociali differenti.
Dopo MIRROR, un modello di lavoro nell’economia della conoscenza (2005)
Sergio Galbiati, Giuseppe Giaccardi e
Marina Perego studiano il ruolo del capi-
tale umano nel mercato internazionale
dei semiconduttori vissuto dall’Italia.
IMAGINE, la sfida del capitale
umano nell’economia della conoscenza (pp. 224, € 19) documenta il
caso di studio sul capitale umano di
Micron Technology Italia, il confronto con
gli stakeholder esterni, i risultati pratici
ottenuti dall’impresa, le proposte di lavoro rispetto alle esigenze strategiche riconosciute come indispensabili per «crescere insieme con un territorio che vuole crescere».
La città logistica (pp. 400 con ill., €
30), a cura di Enrico Musso, Claudia Burlando e Hilda Ghiara, affronta le politiche
della logistica urbana, che riguardano la
circolazione dei veicoli privati, i servizi di
trasporto pubblico, la mobilità delle merci,
il contesto territoriale e infrastrutturale. Ma
gli obiettivi della logistica si perseguono
anche con strumenti non trasportistici,
come la pianificazione territoriale, gli orari
della città, l’uso della telematica. Il buon
funzionamento di tutti i settori d’intervento è indispensabile affinché la logistica
urbana dia luogo a maggiore accessibilità
anziché a incrementi di costi ambientali
e/o fiscali.
La Conferenza Stato-regioni, di cui fanno
parte il ministro per gli affari regionali e i
presidenti delle regioni e delle province
autonome di Trento e Bolzano, è stata
istituita nel 1983 allo scopo di creare uno
strumento di collaborazione tra governo e
regioni. Guido Carpani in La Conferenza
Stato-Regioni. Competenze e modalità di funzionamento dall’istituzione
ad oggi (pp. 336, € 24) ne riepiloga la
storia, l’implementazione delle competenze, ne spiega le modalità di funzionamento e traccia le linee di un possibile
percorso evolutivo.
Infine I servizi agli studenti nell’atti-
31
COLLABORAZIONI EDITORIALI
vità gestionale dell’università. Strumenti ed esperienze a confronto (pp.
264, € 20), a cura di Giuseppe Catalano
e Enrico Periti, raccoglie, nella prima
parte, un confronto di riflessioni metodologiche relative ai settori del sistema universitario su cui l’evoluzione dei servizi si
è manifestata con particolare incisività. La
seconda parte, invece, si focalizza sulle
testimonianze ed esperienze dirette che
alcuni atenei (Firenze, Messina, Palermo,
SISSA di Trieste, Politecnico di Milano e
Università della Calabria) hanno affrontato nel seguire le nuove dinamiche in atto,
quali e-learning, orientamento, tutorato,
mobilità internazionale, rapporti con le
regioni, delocalizzazione della didattica in
poli.
Nella serie dedicata ai Discorsi parlamentari che il Senato della Repubblica
affida alle edizioni del Mulino appare il
volume che raccoglie i discorsi più significativi di Francesco A. De Cataldo (pp.
560, € 39, con CD-Rom allegato), selezionati e presentati da Giorgio Spangher.
Brillante penalista, dirigente della gioventù liberale di Bari, De Cataldo fu eletto alla Camera nelle liste del partito radicale dal 1978 al 1983, e nel 1983 come
indipendente nelle liste del partito socialista al Senato, dove restò fino al 1987.
Nei suoi interventi De Cataldo affrontò
alcuni temi allora particolarmente dibattuti e cari al partito radicale come la lotta al
terrorismo, la riforma delle istituzioni, i
problemi della giustizia, la questione
morale e la questione meridionale.
L’Istituto italiano per gli studi storici in
questo semestre, oltre al volume
XXI/2005 (pp. 298, € 31) degli Annali,
presenta tre volumi. Il primo pubblica, per
le cure di Alberto Cavaglion e Sandro
Gerbi, gli Scritti novecenteschi (pp.
228, € 24) di Piero Treves e ci restituisce
32
un Treves che alla storia contemporanea
ha dedicato importanti lavori, dove l’autobiografia s’intreccia con l’analisi della cultura politica e letteraria. Le origini del
socialismo in Italia ripercorse attraverso la
memoria di Claudio Treves o Alessandro
Levi; la questione dell’antifascismo e il
ruolo degli intellettuali in esilio; la cultura
universitaria italiana e il magistero di Gaetano De Sanctis; la storia e la storiografia
sul fascismo nell’opera di Renzo De Felice; il rapporto fra «antifascisti ebrei» e
«antifascismo ebraico» sono alcuni dei
temi affrontati in questo volume, che
ruota intorno a due lunghi contributi dedicati all’editore modenese A.F. Formiggini
e allo storico e americanista Antonello
Gerbi. Il secondo titolo è Il senso dell’etica. Kant e la costruzione di una
teoria morale (pp. 358, € 35) di Stefano Bacin, che per la prima volta esamina
e ricostruisce in maniera sistematica l’intero percorso della riflessione di Kant sui
problemi dell’etica filosofica, dai primi
scritti in proposito alla Metafisica dei
costumi del 1797. Il filo conduttore è
costituito anzitutto dalla necessità di una
teoria dell’azione morale e dalle diverse
soluzioni trovate da Kant a questo problema. Parallelamente vengono analizzati e
discussi i suoi tentativi di costruire un’etica nuova su quella base. Terzo titolo dell’Istituto napoletano, Il concetto di
materiale musicale in Th.W. Adorno
(pp. 220, € 23) di Sara Zurletti dimostra
come la riflessione adorniana sulla musica nasca rapportandosi principalmente
alla tonalità e alla tradizione classicoromantica, a partire dalla quale si costituisce la categoria di «materiale musicale».
Tale nozione è protagonista di una dialettica storica che traduce nello specifico
musicale il concetto adorniano di Aufklärung. La seconda parte è dedicata a
Beethoven, che nell’estetica adorniana
assolve al ruolo di paradigma unico e non
più riproducibile. La terza parte si occupa
della riflessione di Adorno sul Novecento:
Schönberg, Stravinsky, Mahler e la scuola
seriale sono qui altrettante reazioni all’usura della tonalità.
All’interno delle diverse iniziative editoriali realizzate dal Mulino con l’Istituto trentino di cultura sono da segnalare in questo semestre sei nuovi titoli. Nelle «Monografie» appare il saggio di Marina Garbellotti Le risorse dei poveri. Carità e
tutela della salute nel principato
vescovile di Trento in età moderna
(pp. 440, € 29), affresco di un sistema
assistenziale periferico di cui analizza le
caratteristiche, proponendosi di capire se
e come in queste zone si riuscisse a
rispondere alle molteplici esigenze di
ordine sociale, caritativo e sanitario; di
esaminare l’attività caritativa e le cure
sanitarie praticate dalle strutture assistenziali; di ricostruire i dispositivi assistenziali
che si svilupparono in villaggi che contavano poche centinaia di abitanti, dove
non esisteva alcun ospedale.
Poi quattro nuove uscite nei «Quaderni».
Europa in costruzione. La forza delle
identità, la ricerca di unità (secoli IXXIII) (pp. 504, € 32), a cura di Giorgio
Cracco, Jacques Le Goff, Hagen Keller e
Gherardo Ortalli, raccoglie una serie di
densi contributi sulle radici dell’Europa
nell’alto Medioevo, un’epoca segnata da
migrazioni e invasioni di popoli, da incroci incessanti di etnie, di culture, di religioni. Come fu possibile che l’Europa
nascesse e prendesse forma da queste
mescolanze? Il volume intende fornire un
contributo di analisi esplorando, per i
secoli dell’Europa in costruzione, il ruolo
forte delle diversità e insieme la ricerca
dell’unità, anzi di un’identità. I tribunali
del matrimonio (secoli XV-XVIII) (pp.
864, € 44), a cura di Silvana Seidel Menchi e Diego Quaglioni, conclude la serie
dei quattro volumi dedicati ai «Processi
matrimoniali degli archivi ecclesiastici italiani» e costituisce la realizzazione più
importante di questo progetto di ricerca. Il
volume presenta innanzitutto i risultati
dell’esplorazione sistematica e della schedatura informatica di quasi cinquemila
processi matrimoniali degli archivi ecclesiastici di Venezia, Verona, Feltre, Trento e
Napoli dal 1420 al 1803. Un altro aspetto rilevante del volume è il confronto fra i
tribunali cattolici e i tribunali protestanti,
per la prima volta messo in atto nella storiografia europea. Anche le comunità
ebraiche presenti in Italia entrano nell’ot-
COLLABORAZIONI EDITORIALI
tica del volume, costituendo un altro
importante termine comparatistico.
Maria Arcangela Biondini (16411712) e il monastero delle Serve di
Maria di Arco. Una fondatrice e un
archivio (pp. 356, € 24), a cura di Giorgio Butterini, Cecilia Nubola e Adriana
Valerio, fornisce un primo contributo alla
comprensione dal punto di vista storico,
teologico, letterario, psicanalitico della vita
e dell’opera di Maria Arcangela Biondini,
figura carismatica all’interno del panorama religioso e sociale della seconda metà
del XVII secolo. Con La cultura all’ombra del muro. Relazioni culturali tra
Italia e DDR (1949-1989) (pp. 480, €
30), di Magda Martini, la storia della DDR
viene proposta in un’analisi che attraversa
un quarantennio di relazioni con l’Italia e
la sua cultura, affrontando temi topici
come la propaganda, il dissenso, la censura e il ruolo della Stasi.
Da ultimo nella serie dei «Contributi» esce
Operare la resistenza. Suppliche,
gravamina e rivolte in Europa (secoli
XV-XIX) (pp. 240, € 18), a cura di Cecilia Nubola e Andreas Wurgler.
Rapporto sulle economie del Mediterraneo. Edizione 2007 (pp. 256, €
20), a cura di Paolo Malanima, è il terzo
rapporto annuale elaborato dall’Istituto
di Studi sulle Società del Mediterraneo
del Cnr, che si propone di presentare un
quadro complessivo su tutti i paesi del
Mediterraneo. I capitoli analizzano i principali indicatori economici – popolazione,
prodotto, conti pubblici, energia, livelli di
vita – e forniscono i dati statistici più
importanti e aggiornati su questo universo composito in continua trasformazione.
Perché l’Europa? Rapporto 2007 sull’integrazione europea (pp. 288, €
21), a cura di José Luis Rhi-Sausi e Giuseppe Vacca, è il secondo rapporto
annuale che Istituto Gramsci e CeSPI
dedicano allo stato dell’Unione europea.
La sezione monografica del Rapporto ha
l’obiettivo di indagare le ragioni attuali per
fare l’Europa. La seconda sezione è divisa
in rubriche: sugli sviluppi istituzionali, l’Unione allargata e l’economia mondiale, la
costruzione dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, la Politica estera e di
difesa.
Sempre l’Istituto Gramsci avvia l’annuario Studi gramsciani nel mondo (pp.
352, € 24,50), curato da Giuseppe Vacca
e Giancarlo Schirru, che nella sua prima
uscita comprende gli anni 2000-2005.
Questa pubblicazione è dedicata a raccogliere i migliori scritti di studiosi di tutto il
mondo dedicati a Gramsci o ispirati dal
suo pensiero. Tra gli argomenti dei saggi:
la riflessione sul linguaggio, la teologia, il
rapporto tra diritto ed economia, la teoria
della politica e delle relazioni internazionali, l’applicazione di categorie gramsciane a singoli casi nazionali (come la lotta
contro l’apartheid in Sud Africa o il processo di pace in Medio Oriente) e l’esame della diffusione del pensiero di Gramsci in aree culturali emergenti come il
mondo arabo-islamico.
XX secolo è una collana di storiografia e
storia del pensiero politico che si avvia
per iniziativa del Centro di studi sulla storia e il pensiero politico del Novecento
diretta da Alberto De Bernardi e Carlo
Galli. Due sono i titoli di partenza. Il
fascismo e i contadini (pp. 296, € 14)
di Georges Canguilhem è un piccolo saggio apparso anonimo nel 1935, le cui
analisi risultano ancora di un’attualità sorprendente. Riflettendo sulla questione
agraria e sul pericolo della fascistizzazione
delle masse contadine, Canguilhem, che
parteciperà in prima persona alla resistenza, descrive il fascismo come nuova
tecnica politica che mira a normalizzare
tutti gli aspetti dell’esistenza umana compresi quelli vitali e biologici. Con questo
testo giovanile, per la prima volta pubblicato in Italia in un’attenta edizione a cura
di Michele Cammelli, si svela la vocazione
propriamente politica della filosofia di
Canguilhem. Terrorismo e società. Il
pubblico dibattito sul terrorismo in
Italia e in Germania negli anni Settanta (pp. 296, € 22) di Marica Tolomelli
si addentra negli anni di piombo per una
duplice via: una rigorosa ricostruzione di
contesto e di eventi, e una complessiva
rivisitazione del pubblico dibattito che
essi provocarono. L’analisi delle fonti italiane e tedesche disegna analogie e differenze della lotta armata clandestina nei
due paesi. Analogie nelle finalità e nelle
forme d’azione, differenze nel terreno
d’origine, nel radicamento sociale, nella
dimensione politica. Ma del tutto simile è
l’angoscia che due giovani democrazie
provarono di fronte a una sfida la cui
posta era alta.
Fonti e studi sul federalismo e sull’integrazione europea è una collana pubblicata con il Centro di ricerca sull’integrazione europea (Crie) dell’Università di
Siena. Vi compaiono tre nuovi titoli, due
dei quali dedicati a figure di primo piano
del federalismo italiano. Un federalista
giacobino. Ernesto Rossi pioniere
degli Stati Uniti d’Europa (pp. 688
con ill., € 46) di Antonella Braga, partendo da una vasta documentazione inedita,
ripercorre l’evoluzione del pensiero federalista di Ernesto Rossi (autore con Spinelli e Colorni del famoso Manifesto di
Ventotene nel 1941) e della sua azione
al servizio del Movimento federalista
europeo con particolare attenzione agli
anni della prigionia, del confino e dell’esilio in Svizzera, mettendo in rilievo come il
suo contributo all’affermazione del federalismo sia stato, sino alla caduta della
Ced (1954), almeno pari a quello di Spinelli. Cinzia Rognoni Vercelli con Luciano
Bolis dall’Italia all’Europa (pp. 536
con ill., € 35) rende omaggio a un «piccolo maestro» del federalismo. Antifascista sin dagli anni Trenta, eroe della Resistenza nelle file di Giustizia e Libertà al
fianco di Ferruccio Parri, impareggiabile
esempio d’impegno civile e politico nel
dopoguerra, Bolis dedicò poi tutta la sua
vita alla militanza federalista. L’Europa e
le città. La questione urbana nel processo di integrazione europea (19571999) (pp. 400, € 27) di Laura Grazi
analizza l’attenzione dedicata dalle istituzioni comunitarie alle città, individuate sia
33
COLLABORAZIONI EDITORIALI
come elemento virtuale di rafforzamento
dell’integrazione europea, sia come luogo
nel quale raggiungere e veicolare quegli
obiettivi di coesione, crescita e diffusione
del benessere stabiliti sin dai Trattati di
Roma. Le azioni della Comunità/Unione
europea per le città hanno rappresentato
l’esito di un lungo dibattito, avviato negli
anni Sessanta, che ha portato alla realizzazione dei progetti pilota e dell’iniziativa
URBAN negli anni Novanta. L’analisi della
costruzione europea attraverso la lente
inedita della questione urbana mette in
luce uno dei canali attraverso i quali le
istanze di democratizzazione si sono
affermate nella Cee/Ue.
Prosegue, per iniziativa del Centro studi
sul federalismo e della Fondazione Europea Luciano Bolis, la pubblicazione delle
Opere di Mario Albertini curate da Nicoletta Mosconi. Il terzo volume di Tutti gli
scritti è dedicato agli anni 1958-1961
(pp. 960, € 60). Gli scritti raccolti riguardano il consolidarsi della svolta strategica
del Movimento federalista europeo dopo
la caduta della Ced, attraverso la mobilitazione popolare con lo strumento del Congresso del popolo europeo. Era necessario proseguire nella formazione di un
gruppo di militanti agguerrito e preparato
culturalmente e a questo fine in quegli
anni Albertini elaborò alcuni dei suoi scritti più innovativi sulla politica, sul Risorgimento, sulla nascita degli Stati Uniti d’America e sullo Stato nazionale.
Nelle Ricerche e studi dell’Istituto
Carlo Cattaneo esce il volume curato da
Piergiorgio Corbetta e Giancarlo Gasperoni I sondaggi politici nelle democrazie contemporanee (pp. 200, € 17). Il
tema è di indubbia attualità: i sondaggi su
argomenti politici ed elettorali svolgono
un ruolo centrale nei regimi democratici
e i risultati dei sondaggi godono di una
visibilità mediatica sempre più marcata.
Gli attori politici se ne servono per impostare le loro strategie di comunicazione e
per tentare di influire sull’opinione pubblica (o persino di manipolarla). Gli istituti di ricerca danno vita a un mercato concorrenziale, con il rischio di impoverire la
qualità dei sondaggi pur di abbassarne i
costi. Gli utenti di queste inchieste difficilmente posseggono le competenze
metodologiche per valutarle criticamente.
Questo volume esamina il contesto politico, comunicativo, imprenditoriale, deontologico e normativo entro cui si effettuano sondaggi in alcune democrazie
(Austria, Francia, Germania, Italia, Regno
Unito, Spagna, Stati Uniti) e cerca di individuare strumenti per garantire la qualità
34
dei dati e la correttezza delle interpretazioni.
Il primo titolo della Collana della Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi
sociali, curato da Luciano Guerzoni, è
dedicato a Le politiche di sostegno alle famiglie con figli. Il contesto e le
proposte (pp. 380, € 27). Il volume analizza l’attuale situazione italiana ponendola in comparazione europea e formulando
puntuali proposte per la riforma delle politiche familiari, in ambito nazionale e locale, con riferimento sia ai servizi sia ai trasferimenti monetari. Lo scenario che
emerge evidenzia la criticità delle condizioni di vita di una parte consistente delle
famiglie italiane. Le proposte presentate
assumono a riferimento comune il tema
delle politiche di sostegno alle famiglie
con figli minori, quale possibile punto
d’avvio di una «riforma di sistema» delle
politiche sociali in ambito familiare.
La Guida ai paesi dell’Europa centrale orientale e balcanica. Annuario
politico-economico 2006 (pp. 384, €
25), curata quest’anno da Luisa Chiodi e
Francesco Privitera, è una pubblicazione
del Centro per l’Europa centro-orientale e balcanica che esce al Mulino dal
1999. È un’opera di consultazione essenziale, redatta dai maggiori esperti del settore. Oltre a una serie di saggi incentrati
sulle dinamiche socio-culturali in atto, la
Guida contiene anche 22 schede-paese,
che forniscono un quadro politico, economico e delle relazioni internazionali, e una
cronologia degli eventi più importanti.
Con onesto amore di degradazione.
Romanzi sperimentali e d’avanguardia nel secondo Novecento italiano
(pp. 248, € 20) di Luigi Weber è il nuovo
titolo ospitato nella Collana del Dipartimento di Italianistica dell’Università di
Bologna. Il volume indaga una vicenda
eversiva – quella del romanzo sperimentale e d’avanguardia – che ha percorso il
ventesimo secolo per poi esaurirsi. In
sede romanzesca, il nichilismo dell’avanguardia si incarnò essenzialmente nel
Gruppo 63, di cui il libro ripercorre l’esperienza nel dibattito critico e nelle scritture, in rapporto all’école du regard, al
Gruppo 47, alla narrativa anglo-americana. Alla ricostruzione circostanziata di un
campo letterario in trasformazione, in cui
giocarono un ruolo cruciale le riviste, gli
editor e i traduttori, fanno seguito alcune
puntuali letture, volte all’individuazione
dell’influsso di Beckett romanziere su
Manganelli e Malerba, Lucentini e Celati,
Sanguineti e Spatola, Balestrini e Porta.
Scorciatoie, collana del Dipartimento di
Lingue e letterature straniere dell’Università
di Bologna, annovera un nuovo titolo curato da Giulia Cantarutti: Le ellissi della
lingua. Da Moritz a Canetti (pp. 200, €
14,20). Sette autori tedeschi dall’Illuminismo a oggi – Moritz, Knigge, Schopenhauer, Ebner-Eschenbach, Döblin,
Benjamin, Canetti – vengono presentati
come maestri di forme della scrittura scorciata, dai confini aperti a continui passaggi
e incroci fra generi letterari diversi.
Nella collana Storie di imprese vede la
luce Jolly Hotels. Il percorso strategico di una grande impresa famigliare
(1949-2006) (pp. 480, € 37) di Maurizio Rispoli e Sara Mella, sessant’anni di
storia della catena alberghiera fondata da
Gaetano Marzotto. Gli autori adottano un
approccio storico-economico-gestionale.
Ogni capitolo si apre con due paragrafi
riguardanti l’evoluzione dell’ambiente
economico, sociale e politico rilevante per
l’impresa, e lo sviluppo dell’industria
alberghiera. Gli altri paragrafi contengono
elementi di analisi della Jolly Hotels sia
quando si cerca di definire l’arena competitiva entro la quale si è trovata e si
trova a operare, sia quando l’attenzione è
spostata sui processi interni aventi per
oggetto l’organizing, lo sviluppo della
struttura produttiva, l’organizzazione della
produzione, la gestione delle risorse
umane, il marketing, la finanza aziendale,
l’evoluzione della compagine sociale e
del consiglio di amministrazione con le
ricadute in termini di governance aziendale.
La collana del Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l’economia sociale Storia e studi cooperativi
propone due titoli. Tito Menzani con il
suo La cooperazione in Emilia-Romagna. Dalla Resistenza alla svolta
degli anni settanta (pp. 448, € 32)
COLLABORAZIONI EDITORIALI
compie la sua indagine su un periodo
che per la cooperazione è denso di occasioni, in un susseguirsi di dibattiti intellettuali, provvedimenti organizzativi, lotte
politiche, investimenti economici, e scelte
strategiche. In quarant’anni, la cooperazione ha interpretato e subìto una serie di
maturazioni e stravolgimenti, che ne
hanno riformulato cultura e organizzazione, nel rispetto dei valori fondanti, ma alla
ricerca di un rinnovato modello che ha
costituito la base dell’odierno modo di
fare cooperazione.
L’altro nuovo titolo della collana affronta
un aspetto essenziale dell’impresa cooperativa, quell’Utilità distintiva che essa
intende manifestare rispetto all’impresa
for profit. Ma come si fa a valutarla? In
pratica si tratta di misurare quali vantaggi
abbiano avuto i soci, sia in termini di liquidazione dei prodotti conferiti, sia in termini di remunerazione del proprio risparmio
qualora abbiano finanziato la cooperativa
mediante l’istituto del prestito sociale.
L’Utilità distintiva misurata (pp. 168,
€ 18, con DVD allegato) di Marco Zuppiroli e Gianluca Vecchio, che parte da uno
studio incentrato sulle cooperative agroalimentari, mette in luce che la tradizionale analisi di bilancio può non evidenziare
pienamente (e talora addirittura distorcere) la dimensione dei risultati effettivamente conseguiti dalle imprese cooperative e propone un nuovo modello di analisi, che permette di misurare sia la
dimensione della nuova ricchezza creata
dall’impresa cooperativa, sia la sua distribuzione discrezionale tra gli stakeholder,
e può contribuire a modificare positivamente il rating della cooperativa e il rapporto con gli istituti di credito.
I mercati finanziari è una collana di studi
economici e giuridici promossa da Banca
Intesa. Vi appare in questo semestre I
fondi chiusi di private equity nell’esperienza italiana. Aspetti economici
e giuridici (pp. 272, € 21) di Anna Gervasoni e Alessandra Bechi, un volume che
analizza da diversi punti di vista i fondi
chiusi di private equity in generale, e in
particolare quelli italiani. Esaminato il ruolo
positivo svolto da questi strumenti a favore dello sviluppo del sistema economicoimprenditoriale, le autrici approfondiscono
le metodologie di strutturazione di un
fondo di private equity, sia in linea teorica
sia attraverso le esperienze maturate nei
principali paesi europei, con una particolare attenzione per la struttura giuridica del
fondo chiuso di diritto italiano. Vengono
poi forniti i principali dati sulla diffusione di
questi strumenti nel mercato nazionale.
Dal punto di vista dei rendimenti, i fondi
chiusi italiani hanno realizzato performance molto elevate. La tesi di fondo è che
questi fondi sembrerebbero essere già
oggi degli strumenti utili a rispondere alle
principali esigenze di crescita delle imprese nel contesto nazionale.
Valorizzare un’economia forte. L’Italia e il ruolo della sussidiarietà (pp.
424, € 31), a cura di Alberto Quadrio
Curzio e Marco Fortis, che esce nella collana della Fondazione Edison, si ispira al
paradigma concettuale e operativo della
sussidiarietà liberale. Nel suo ambito si
punta ad attribuire al mercato un ruolo
importante collocandolo fra le caratteristiche tipiche dell’economia privata di
impresa di un paese sviluppato com’è il
nostro. Ma da un altro lato non si svalutano le politiche pubbliche, che non devono però avere quella impostazione statalsindacal-dirigista che spesso ha connotato l’Italia. Nella sussidiarietà liberale anche
la società, quale espressione di aggregazioni comunitarie, territoriali, associative,
ha un notevole ruolo. Su questo sfondo,
il volume si suddivide in tre parti: la prima
spiega come la struttura industriale e
manifatturiera italiana si caratterizza nel
contesto europeo e internazionale per
aspetti di comunità territoriali; la seconda
spiega la mancanza delle complementarità a causa delle distorsioni della spesa
pubblica italiana, i meriti e i limiti delle privatizzazioni, la situazione dei laboratori
della ricerca scientifico-tecnologica; e
nella terza C. Longo, M. Deaglio e A. Quadrio Curzio traggono delle conclusioni
sulla sussidiarietà liberale.
Nella collana Ambiente e sviluppo della
Fondazione Eni Enrico Mattei si segnala
Etica d’impresa e valori di giustizia
(pp. 120, € 10) di Giulio Sapelli. L’impresa non è una monade: è un attore eco-
nomico, e insieme sociale, politico, istituzionale, storico. E dunque si pone (oggi,
con speciale urgenza) la questione dell’etica di impresa, come impegno morale
collettivo dell’organizzazione-impresa:
come «morale di sostegno» a un mercato
che da solo non può reggersi. Etica dell’impresa, nei suoi rapporti con la comunità e con l’ambiente in cui vive e opera;
etica nell’impresa, sotto il profilo della
responsabilità verso le persone che in
essa trascorrono la vita. Recuperando il
tema a una riflessione dichiaratamente
filosofica, Sapelli non teme di parlare di
«giustizia», ritornando ai concetti antichi
della giustizia distributiva e della giustizia
commutativa, che mira a ricostruire, fra gli
uomini, un’eguaglianza. E offrendo riflessioni nuove sulla giustizia riparatrice, quella che anche nell’impresa può, nel risolvere i conflitti, tendere alla «vita buona».
Innovazione e management in sanità è
un’iniziativa del Laboratorio Management
e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna
di Pisa e si apre con Rischio clinico e
sicurezza del paziente. Modelli e
soluzioni nel contesto internazionale
(pp. 288, € 22), a cura di Sabina Nuti,
Riccardo Tartaglia e Francesco Niccolai, un
volume che si propone di contribuire al
dibattito attraverso un’analisi condotta sul
campo in diverse realtà nazionali: Stati
Uniti, Regno Unito, Danimarca, Germania,
Francia. Rendere il sistema sanitario più
affidabile e sicuro è una sfida con la quale
è ormai necessario confrontarsi, analizzando le criticità che emergono nell’assistenza ai pazienti, discutendo e migliorando le pratiche cliniche, comprendendo
gli errori latenti e attivi che si celano dietro un evento avverso. Tutto ciò implica
un profondo cambiamento culturale.
Nella collana Storia dell’Avvocatura in
Italia promossa dal Consiglio nazionale
35
COLLABORAZIONI EDITORIALI
forense Antonella Meniconi presenta La
«maschia avvocatura». Istituzioni e
professione forense in epoca fascista (1922-1943) (pp. 384, € 30), una
documentata ricostruzione delle vicende
istituzionali dell’avvocatura fascista. L’autrice punta lo sguardo sul funzionamento
concreto degli organismi di governo della
professione: gli Ordini, i Sindacati, il Consiglio superiore forense, il Ministero della
giustizia. Dal suo esame emerge che il
regime cercò tenacemente di condizionare e inquadrare nei suoi ranghi l’avvocatura, riducendola alla propria misura totalitaria, ma vi riuscì solo in parte, perché la tradizione, i codici di comportamento, lo stile
e i modelli della professione resistettero,
forse anche soltanto per semplice inerzia,
alla trasformazione imposta dall’alto.
Daimon è un annuario di diritto comparato delle religioni di cui è ora uscito il
volume 6/2006 (pp. 320, € 32). La parte
centrale dell’annuario è dedicata a «Il testo
sacro nei diritti religiosi», con testi di C.
Luzzati, A. Padoa-Schioppa, F. Cranmer e
T. Heffer, D. R. Davis Jr., C. B. Preston, A.
Ahmed An-Na’im. L’annuario propone
inoltre un saggio di E. Dieni su «Finzioni e
sotterfugi nei diritti delle religioni del
Libro», e approfondimenti sull’Islam nell’assetto costituzionale del nuovo Afghanistan (A. Deledda, M. Papa) e le confraternite nei diritti religiosi (M. Jasonni).
Nelle collane dell’Istituto per le scienze
religiose di Bologna escono due nuovi
titoli. «La Chiesa è una» di A.S.
Chomjakov. Edizione documentariointerpretativa (pp. 376, € 27) di Antonella Cavazza è dedicato a un classico
dell’ecclesiologia ortodossa. Le origini di
La Chiesa è una, che ha avuto fortuna
soprattutto in Occidente, sono state sinora poco studiate. Antonella Cavazza ha
effettuato un’indagine di tipo storico-filologico che l’ha portata a stabilire come,
quando e perché Chomjakov (18041860), capofila del movimento slavofilo
russo, ha composto La Chiesa è una. Il
culmine della ricerca è rappresentato dall’edizione documentario-interpretativa
dell’opera. Il testo russo, emendato da
guasti e da interventi di varia natura, è alla
base della traduzione italiana che apre il
volume; esso è seguito in appendice da
uno studio sulla tradizione manoscritta e
a stampa di La Chiesa è una e da due
apparati critici, in cui si dà ragione delle
36
scelte filologiche alla base dell’edizione. Il
giovane Dossetti. Gli anni della formazione 1913-1939 (pp. 256, €
18,50) di Enrico Galavotti apporta un rilevante contributo alla biografia dossettiana
illuminando, grazie a fonti e testimonianze autobiografiche inedite, il periodo della
sua formazione giovanile. Nei primi
decenni di vita Dossetti vive esperienze,
stringe relazioni e compie letture che
saranno determinanti nel resto della sua
ricca esistenza. Ripercorrendo la formazione dossettiana Galavotti mette in luce
le tante dimensioni che in essa hanno
influito: l’ambiente famigliare; le figure di
riferimento nella chiesa e nella società
reggiana così come nella Facoltà di giurisprudenza di Bologna e all’Università Cattolica di Milano.
Santa Sede e politica nel Novecento è
una collana di studi dedicati alle relazioni
tra la chiesa cattolica e gli stati nel Novecento, promossa dall’Associazione Agostino Casaroli. Vi compaiono due titoli. Il
primo, curato da Gianni La Bella, è dedicato a Pedro Arrupe. Un uomo per gli
altri (pp. 1.088, € 55). Preposito generale dei Gesuiti dal 1965 al 1983, Arrupe
è stato l’artefice del rinnovamento conciliare della Compagnia di Gesù. Il suo operato al vertice dell’ordine è stato spesso al
centro di contrastanti giudizi e di opposte
valutazioni. I contributi e le ricerche raccolte nel volume, avvalendosi di nuove
fonti archivistiche in larga parte inedite,
hanno liberato la storia del generalato di
padre Arrupe da quella sorta di rimozione
che lo ha accompagnato soprattutto
dopo la sua morte, collocandolo nella
complessità delle vicende storiche, culturali e religiose del suo tempo. Il secondo
volume, L’Ostpolitik della Santa Sede.
Un dialogo lungo e faticoso (pp. 430,
€ 32) di Giovanni Barberini, offre una
ricostruzione sistematica del periodo
della Ostpolitik vaticana, che sotto il
governo di Paolo VI ha dato vita a una
coraggiosa politica di dialogo fra la Chiesa
e i paesi comunisti. Ne emerge la dimensione eccezionale di Casaroli quale negoziatore vaticano e autorevolissimo protagonista. Il volume si chiude con riflessioni
sul pontificato di Giovanni Paolo II e il suo
operato per la riunificazione del continente europeo.
Rime sacre tra Cinquecento e Seicento (pp. 264, € 20), a cura di Maria
Luisa Doglio e Carlo Delcorno, segue
nella Collana di studi della Fondazione
Michele Pellegrino il volume sulle Rime
sacre dal Petrarca al Tasso e presenta,
con indagini originali e penetranti, figure
sin qui rimaste in ombra, come Ferrante
Carafa, cantore della vittoria di Lepanto, e
Angelo Grillo; icone come il topos delle
lacrime e del pianto nell’età del Tasso;
antologie di rime sacre che nel primo Seicento fiorentino disegnano una suggestiva rappresentazione di san Francesco
come «nuovo Prometeo cristiano»; la
severa riforma neoclassica nella poetica
sacra, nel progetto e nell’opera di Urbano
VIII e del circolo barberiniano; la poesia
biblica di Loreto Mattei con la meditazione sui limiti della parola umana dinanzi al
mistero della Parola divina.
Da ultimo, fuori collana esce il volume di
Caritas Italiana, a cura di Mauro Magatti,
La città abbandonata. Dove sono e
come cambiano le periferie italiane
(pp 528, € 30, con CD-Rom allegato),
che presenta i risultati di una ricerca,
durata due anni, in dieci quartieri di altrettante città italiane – Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari,
Catania, Palermo – con l’intento di cogliere non solo i problemi ma anche le risorse presenti. Per far questo, i ricercatori
hanno percorso a piedi le strade, sono
entrati nelle case e si sono calati nella vita
quotidiana di chi troppo spesso si sente
abbandonato. Ne esce un quadro inedito
e ricco, che tiene insieme l’esperienza
umana di chi abita nei quartieri sensibili e
le trasformazioni strutturali che stanno
cambiando le nostre città.
Novità
gennaio-giugno
Enzo Traverso, A FERRO E FUOCO. LA GUERRA CIVILE
EUROPEA 1914-1945, 11847-9, PP. 296 CON ILL.,
2007
L’identità italiana
€ 23,00
Marino Niola, I SANTI
Storica Paperbacks
Carlo M. Cipolla, CONTRO
€ 14,00
Massimo Paci, NUOVI
LAVORI, NUOVO WELFARE. SICUREZZA E LIBERTÀ NELLA SOCIETÀ ATTIVA, 11581-2, PP. 272,
€ 14,00, N. ED.
Walter Santagata, LA FABBRICA DELLA CULTURA. RITROVARE LA CREATIVITÀ PER AIUTARE LO SVILUPPO DEL PAESE,
11854-7, PP. 152, € 10,00
Giampaolo Dossena, MANGIARE
PP.
128, € 10,00
PP.
192,
UN NEMICO INVISIBILE. EPIDEMIE E STRUTTURE SANITARIE NELL’ITALIA DEL RINASCIMENTO, 11851-6, PP. 352, € 14,00, N. ED.
Norman Daniel, GLI ARABI E L’EUROPA NEL MEDIO
EVO, 11849-3, PP. 488, € 14,00, N. ED.
Marcello Flores, IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI, 11853-
0, PP. 320 CON ILL., € 12,00, N. ED.
Angelo Gatti, CAPORETTO. DIARIO DI GUERRA (MAGGIODICEMBRE 1917), 11857-8, PP. 456, € 14,00, N. ED.
Lynn Hunt, LA RIVOLUZIONE FRANCESE. POLITICA, CULTURA, CLASSI SOCIALI, 11852-3, PP. 256, € 12,00, N. ED.
Mario Isnenghi, IL MITO DELLA GRANDE GUERRA,
11855-4, PP. 456, € 14,00, N. ED.
Eric J. Leed, LA MENTE DEL VIAGGIATORE. DALL’ODISSEA
AL TURISMO GLOBALE, 11859-2, PP. 392, € 14,00, N. ED.
Marcel Pacaut, MONACI E RELIGIOSI NEL MEDIOEVO,
11848-6, PP. 352, € 12,00, N. ED.
PP.
€ 12,00, N. ED.
BANANE,
11870-7,
PP.
180 CON ILL., € 12,00
Lessico della politica
Merio Scattola, TEOLOGIA POLITICA, 11867-7, PP. 240,
€ 13,00
Si governano così
Domenico Amirante, INDIA, 11606-2,
€ 10,50
Marcello Buiatti, LA
€ 8,80
N. ED.
€ 19,50
€ 19,50
Guido Formigoni, LA POLITICA INTERNAZIONALE NEL
NOVECENTO, 11868-4, PP. 372, € 22,00, N. ED.
Michael-Thomas Liske, LEIBNIZ, 11406-8, PP. 304,
€ 19,00
Pier Paolo Portinaro, IL LABIRINTO DELLE ISTITUZIONI
NELLA STORIA EUROPEA, 11083-1, PP. 360, € 20,00
John A.G. Roberts, STORIA DELLA CINA, 11621-5, PP.
440, € 23,50, N. ED.
Pietro Rossi, L’IDENTITÀ
200, € 14,00
DELL’EUROPA,
11617-8,
PP.
5, PP. 312 CON ILL., € 17,00
Giuseppe Antonelli, L’ITALIANO NELLA SOCIETÀ DELLA
COMUNICAZIONE, 11376-4, PP. 216, € 12,00
Claudio Azzara, IL PAPATO NEL MEDIOEVO, 11367-2,
136, € 10,00
Raymond F. Betts, LA
PP.
192, € 11,50, N. ED.
DECOLONIZZAZIONE,
Jean-Joseph Boillot, L’ECONOMIA
9, PP. 152, € 11,00
Biblioteca storica
Elena Aga-Rossi, Victor Zaslavsky, TOGLIATTI E STALIN. IL PCI E LA POLITICA ESTERA STALINIANA NEGLI ARCHIVI DI MOSCA, 11869-1, PP. 416, € 25,00, N. ED.
Vittorio Emiliani, IL FURORE E IL SILENZIO. VITE DI GIOACHINO ROSSINI, 11616-1, PP. 528 CON ILL., € 29,00
Umberto Gentiloni Silveri, Maddalena Carli,
BOMBARDARE ROMA. GLI ALLEATI E LA «CITTÀ APERTA»
(1940-1944), 11546-1, PP. 376 CON ILL., € 25,00
Antonella Salomoni, L’UNIONE SOVIETICA E LA SHOAH.
GENOCIDIO, RESISTENZA, RIMOZIONE, 11087-9, PP. 368,
€ 24,00
Joachim Staron, FOSSE ARDEATINE E MARZABOTTO.
STORIA E MEMORIA DI DUE STRAGI TEDESCHE, 11518-8, PP.
568, € 28,00
Eva Cancik-Kirschbaum, GLI
168, € 11,00
10510-3,
DELL’INDIA,
Ilan Greilsammer, IL
€ 9,50
ASSIRI,
11466-2,
PP.
SIONISMO,
11653-6,
PP.
128,
Gruppo di coordinamento per la demografia
della Società Italiana di Statistica, RAPPORTO SULLA
POPOLAZIONE. L’ITALIA ALL’INIZIO DEL XXI SECOLO,
11828-8, PP. 176, € 11,50
Egidio Ivetic, LE
208, € 11,50
5, PP. 128, € 8,80
Paolo Murialdi, IL
€ 8,80, N. ED.
GUERRE BALCANICHE,
GIORNALE,
11524-9,
PP.
128,
Antonio Parenti, IL WTO, 11801-1, PP. 136, € 8,80,
N. ED.
Maria Letizia Pruna, DONNE AL LAVORO, 11523-2, PP.
136, € 8,80
Massimo Rubboli, I
PROTESTANTI,
11643-7,
PP.
148,
Roberto Santaniello, IL
MERCATO UNICO EUROPEO,
Antonio Alberto Semi, IL
NARCISISMO,
144, € 8,80
11645-1,
PP.
Luciano Terrenato, POPOLAZIONI E DIVERSITÀ GENETICA, 11640-6, PP. 136, € 8,80
Annamaria Testa, LA PUBBLICITÀ, 11862-2, PP. 148,
€ 8,80, N. ED.
11636-
Giovanni Carbone, L’AFRICA. GLI STATI, LA POLITICA, I
CONFLITTI, 11902-5, PP. 240, € 12,50, N. ED.
Anna T. Cianciolo, Robert J. Sternberg, BREVE STORIA DELL’INTELLIGENZA, 10972-9, PP. 224, € 12,00
Jens-Arne Dickmann, POMPEI, 11651-2, PP. 144,
€ 10,50
Andrea Goldstein, Lucia Piscitello, LE MULTINAZIONALI, 11649-9, PP. 128, € 8,80
Carlo Guarnieri, IL SISTEMA POLITICO ITALIANO, 11522-
11833-2, PP. 144, € 8,80, N. ED.
Universale Paperbacks il Mulino
PP.
Franco Garelli, LA CHIESA IN ITALIA, 11642-0, PP. 140,
€ 8,80
€ 15,00
232 CON ILL., € 15,00
136,
Marcello Dei, LA SCUOLA IN ITALIA, 11800-4, PP. 152,
€ 8,80
PP.
PP.
11556-0, PP. 132, € 8,80 N. ED.
328,
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1866-2006, 11394-8, PP. 404, € 27,00
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AMBIENTE E SOCIETÀ. IL
RUOLO DEL CAPITALE NATURALE E DEL CAPITALE SOCIALE
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Flavio Delbono, Diego Lanzi, POVERTÀ, DI CHE COSA?
RISORSE, OPPORTUNITÀ, CAPACITÀ, 11626-0, PP. 216,
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Bernardo Giorgio Mattarella, LE REGOLE DELL’ONESTÀ. ETICA, POLITICA, AMMINISTRAZIONE, 11824-0, PP.
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Fabio Merusi, SENTIERI INTERROTTI DELLA LEGALITÀ. LA
DECOSTRUZIONE DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO, 11547-8,
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192, € 17,00
Aurelio Musi, IL
FEUDALESIMO NELL’EUROPA MODERNA,
11865-3, PP. 352, € 26,00
Alberto Quadrio Curzio, ECONOMISTI ED ECONOMIA.
PER UN’ITALIA EUROPEA: PARADIGMI TRA IL XVIII E IL XX
SECOLO, 11531-7, PP. 404, € 29,00
Carlo Tosco, IL PAESAGGIO COME STORIA, 11472-3, PP.
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Studi e ricerche
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Maria Concetta Chiuri, Nicola Coniglio, Giovanni
Ferri, L’ESERCITO DEGLI INVISIBILI. ASPETTI ECONOMICI DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, 11532-4, PP. 160,
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208, € 14,00, N. ED.
Prismi
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LE STRATEGIE INTERNAZIONALI DELLE CITTÀ. DIECI METROPOLI A CONFRONTO, 11633-8, PP. 200, € 16,50
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CONCORRENZA IN ITALIA. PROPOSTE DI RIFORMA E LINEE DI
INTERVENTO SETTORIALI, 11883-7, PP. 440, € 32,00
Gianfranco Pasquino (a cura di), STRUMENTI DELLA
DEMOCRAZIA, 11631-4, PP. 224, € 18,00
Alessandra Pioggia, Luciano Vandelli (a cura di),
LA REPUBBLICA DELLE AUTONOMIE NELLA GIURISPRUDENZA
COSTITUZIONALE. REGIONI ED ENTI LOCALI DOPO LA RIFORMA DEL TITOLO V, 11536-2, PP. 336, € 20,00
Judith Solomon, Carol George (a cura di), L’ATTACCAMENTO DISORGANIZZATO. GLI EFFETTI DEI TRAUMI E
DELLE SEPARAZIONI, 11537-9, PP. 408, € 32,00
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MEDIAZIONE, 11827-1, PP. 248, € 16,50
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AMERICA LATINA, 11457-0, PP. 360, € 27,00
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MONDO. LAICHE E RELIGIOSE FRA OTTO E NOVECENTO,
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COMMUNITY» TRA OTTO E NOVECENTO, 11438-9, PP. 320,
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BRASILE,
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Antonio Cardini (a cura di), IL MIRACOLO ECONOMICO ITALIANO (1958-1963), 11480-8, PP. 312, € 24,00
Guido Carpani, LA CONFERENZA STATO-REGIONI. COMPETENZE E MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO DALL’ISTITUZIONE
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SERVIZI AGLI STUDENTI NELL’ATTIVITÀ GESTIONALE DELL’UNIVERSITÀ. STRUMENTI ED ESPERIENZE A CONFRONTO, 114921, PP. 264, € 20,00
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(a cura di), MARIA ARCANGELA BIONDINI (1641-1712)
E IL MONASTERO DELLE SERVE DI MARIA DI ARCO. UNA
FONDATRICE E UN ARCHIVIO, QUADERNI ISIG N. 70,
Paolo Malanima (a cura di), RAPPORTO SULLE ECONOMIE DEL MEDITERRANEO. EDIZIONE 2007, 11899-8,
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Gherardo Ortalli (a cura di), EUROPA IN COSTRUZIONE. LA FORZA DELLE IDENTITÀ, LA RICERCA DI UNITÀ (SECOLI IX-XIII), QUADERNI ISIG N. 69, 10906-4, PP. 504,
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sanitaria. Collana della Fondazione
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Alberto Quadrio Curzio, Marco Fortis (a cura di),
VALORIZZARE UN’ECONOMIA FORTE. L’ITALIA E IL RUOLO
DELLA SUSSIDIARIETÀ, 11501-0, PP. 424, € 31,00
Nicola Falcitelli, Tommaso Langiano (a cura di), LA
REMUNERAZIONE DELLE ATTIVITÀ SANITARIE. CARATTERISTICHE
ATTUALI E IPOTESI EVOLUTIVE, 11493-8, PP. 264, € 22,30
11444-0, PP. 356, € 24,00
€ 32,00
Collana della Fondazione Edison
Storia e studi cooperativi.
Collana del Centro italiano
di documentazione sulla
cooperazione e l’economia sociale
Tito Menzani, LA COOPERAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA.
DALLA RESISTENZA ALLA SVOLTA DEGLI ANNI SETTANTA,
264, € 20,00
Daimon. Annuario di diritto
comparato delle religioni
AA.VV., DAIMON. ANNUARIO DI DIRITTO COMPARATO DELLE
RELIGIONI 6/2006, 11562-1, PP. 320, € 32,00
Storia dell’Avvocatura in Italia
Antonella Meniconi, LA «MASCHIA AVVOCATURA». ISTITUZIONI E PROFESSIONE FORENSE IN EPOCA FASCISTA
11451-8, PP. 448, € 32,00
(1922-1943), 11488-4, PP. 384, € 30,00
DVD ALLEGATO
Fuori collana
Marco Zuppiroli, Gianluca Vecchio, L’UTILITÀ
DISTINTIVA MISURATA, 11502-7, PP. 168, € 18,00 CON
Caritas Italiana, LA
CITTÀ ABBANDONATA. DOVE SONO E
COME CAMBIANO LE PERIFERIE ITALIANE, a cura di Mauro
Ambiente e sviluppo. Collana della
Fondazione Eni Enrico Mattei
Giulio Sapelli, ETICA D’IMPRESA
11441-9, PP. 120, € 10,00
E VALORI DI GIUSTIZIA,
Magatti, 11908-7, PP. 528, € 30,00, CON CD-ROM ALLEGATO
MATERIALE PER LA DIDATTICA SUL SITO
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