ISSIA-CNR UOS di Palermo Istituto di Studi sui Sistemi Intelligenti per l’Automazione Via Dante, 12 90141, Palermo (Italy) Tel. +39 091 6113513 Fax. +39 091 6113028 Rapporto Tecnico n. 419 anno 2014 Energie rinnovabili per ambito marino: energy harvesting e MPPT ”Esemplare fuori commercio per il deposito legale agli effetti della Legge 15 aprile 2004, n. 106” Data di creazione Prima distribuzione al pubblico e deposito legale Autori 01 aprile 2014 07 luglio 2014 Angelo Accetta, Graziella Giglia, M.C. Di Piazza, Marcello Pucci, Antonio Sauro, Giuseppe Scordato Gianpaolo Vitale C.F. 80054330586 P.I. 02118311006 Sede legale: via G. Amendola, 122/D-I 70126, Bari (Italy) Tel. +39 080 5929429 Fax. +39 080 5929460 Indice 1 Executive summary in italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 2 Executive summary in inglese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 3 La generazione rinnovabile di energia 3.1 Pannelli fotovoltaici . . . . . . . . . . 3.2 Generatori eolici . . . . . . . . . . . . 3.3 Celle a combustibile . . . . . . . . . . 3.4 Generatori idroelettrici . . . . . . . . 3.5 Inertial Sea Wave Energy Converter . elettrica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 4 L’integrazione delle RES nell’imbarcazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 5 Esempi sperimentali: MPPT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 5.1 Intelligent power conversion system management for photovoltaic generation . . 14 5.2 Growing neural gas (GNG)–based maximum power point tracking for high– performance wind generator with an induction machine . . . . . . . . . . . . . . 18 6 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 A Generatori commerciali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A.1 Pannello fotovoltaico Solbian SP100L . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A.2 Ampair 100 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A.3 Rutland 913 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 23 24 25 Riferimenti Bibliografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 pag. 1/26 1 Executive summary in italiano L’energia elettrica proveniente da sorgenti rinnovabili ha il vantaggio di potere essere generata in situ, ossia anche a bordo di ciascuna imbarcazione, senza richiedere un collegamento con infrastrutture sulla terraferma. Per questo motivo, già allo stato dell’arte, esse sono impiegate su alcune imbarcazioni, sebbene non siano sfruttate al meglio. Le imbarcazioni odierne, infatti, non sono spesso dotate di un sistema elettrico in grado di ospitare agevolmente diversi generatori elettrici che sfruttino le energie rinnovabili. Molto spesso, questi sono utilizzati per mantenere in carica tampone gli accumulatori al piombo e solo in determinati momenti. Mentre si nota un interesse sempre maggiore dei costruttori nel realizzare generatori che possano essere utilizzati in ambito marino, riducendo e.g. la rumorosità dei generatori eolici o producendo pannelli fotovoltaici che possano adattarsi alle forme delle imbarcazioni, non si nota alcun miglioramento affinché detti generatori possano essere armonicamente integrati fra loro e con l’imbarcazione stessa. In questo rapporto tecnico saranno esaminate le principali tipologie di generatori elettrici che sfruttino le energie rinnovabili, alcune in uso, altre ancora in via di sviluppo. Si evidenzieranno le caratteristiche che devono avere per potere essere proficuamente impiegate in ambito marino e saranno mostrate alcune possibili soluzioni commerciali. Sarà dedicata attenzione a futuri obiettivi della ricerca affinché le energie rinnovabili possano costituire una sempre maggiore percentuale dell’energia installata a bordo e saranno mostrati i risultati sperimentali di alcune innovative tecniche di controllo per la massimizzazione della potenza generata. pag. 2/26 2 Executive summary in inglese The electrical energy from renewable sources has the advantage of being able to be generated in situ, i.e. on board of the ship, without requiring a connection with any infrastructure on the mainland. For this reasons, they are already commonly used on some ship, although they are not fully exploited. Nowadays, electrical system on ships don’t permit an easy cooperation between various electrical generator that operate at the same time. These are often used only to keep on trickle charging lead batteries and not for long time. Manufacturers have an increasing interest in producing generators that can be used on ships, e.g. reducing the noise from wind turbines or producing solar panels that can be adapted to the shape of the boat; but no improvement has been made to ensure that such generators can be harmoniously integrated with each other and with the ship itself. In this technical report, we will examine the main types of renewable energy electric generators. Features that they must have in order to be profitably employed in the marine environment will be highlighted and some possible commercial solutions will be shown. Future research goals will be also presented, in order to increase the renewable energy percentage of energy installed on board. Finally, experimental results of some innovative control techniques for maximizing the power generated will be shown and discussed. pag. 3/26 3 La generazione rinnovabile di energia elettrica L’utilizzo di sorgenti di energia rinnovabile (RES, Renewable Energy Source) riscuote un sempre maggiore interesse nella comunità scientifica ed industriale, grazie anche al continuo miglioramento delle tecnologie necessarie affinché queste sorgenti di energia diventino competitive con i più tradizionali combustibili fossili. Inoltre, l’incremento del prezzo dei combustibili fossili e l’attenzione sempre maggiore alle problematiche di compatibilità ambientale spingono verso un maggiore sviluppo delle sorgenti rinnovabili. In ambito marittimo, l’utilizzo delle RES è legato strettamente all’utilizzo della propulsione ibrida, con motore a combustione interna (ICE, Internal Combustion Engine) e motore elettrico, che, per le caratteristiche tipiche delle macchine elettriche, ha dei vantaggi sulla tradizionale propulsione con ICE. Inoltre, l’utilizzo di energie rinnovabili aggiunge un’interessante prospettiva: l’energy harvesting. Le imbarcazioni attualmente esistenti hanno, per loro natura, un’autonomia energetica limitata, essenzialmente legata alla capacità di stoccare e trasportare combustibile fossile. Potendo, invece, estrarre energia dall’ambiente circostante, tramite generatori fotovoltaici, eolici, ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter ), etc., l’autonomia dell’imbarcazione è conseguentemente aumentata e meno vincolata alla disponibilità di carburante. Le possibili applicazioni dell’energy harvesting sono molteplici. • Droni marini. I droni marini sono utilizzati per ricognizioni scientifiche e/o militari in zone dove l’accesso all’uomo è precluso, e.g. fondali marini, per la natura della ricerca. Infatti, devono spesso lavorare in zone soggette a particolari vincoli ambientali o interagire con ecosistemi fragili. Per tale motivo, i droni marini sono quasi sempre dotati di propulsione elettrica, in quanto la possibilità di eliminare le emissioni inquinanti atmosferiche ed acustiche consente di effettuare l’attività di ricerca minimizzando l’impatto sull’ecosistema osservato. Si aggiunga inoltre che, per i droni sottomarini, la propulsione elettrica è di fatto l’unica strada percorribile. Hanno però un’autonomia molto limitata, dato che la maggior parte dello spazio a bordo, già ridotto per esigenze costruttive, è occupato per la maggior parte da apparecchiature di rilevazione e controllo. L’utilizzo di RES a bordo di droni marini consentirebbe dunque di aumentarne considerevolmente l’autonomia di lavoro. • Imbarcazioni turistiche e di servizio. Si tratta di imbarcazioni che trascorrono la maggior parte del tempo ferme in porto, in attesa di essere utilizzate per brevi periodi di tempo, e.g. water taxi, pilotine [1]. I water taxi sono imbarcazioni, tipicamente turistiche, utilizzate per poche ore al giorno, su tragitti per lo più brevi, ma che richiedono una grossa potenza, dovendo coprire le distanze nel minor tempo possibile. Similmente, le pilotine, imbarcazioni che hanno il compito di scortare le navi in uscita dal porto, sono utilizzate per brevissimi periodi, ma devono avere motori di potenza elevata, dovendo tenere l’andatura di navi molto più grandi. È evidente che l’utilizzo di un ICE su queste imbarcazioni richiede un sovradimensionamento spinto, con conseguente abbassamento del rendimento del motore, che lavorerà con cicli di carico molto discontinui. Utilizzando invece un motore ibrido con connessione serie, il ICE potrebbe essere dimensionato per una potenza molto minore di quella del motore elettrico, avendo a disposizione molto tempo per la ricarica delle batterie. Conseguentemente, l’utilizzo di RES a bordo appare pag. 4/26 particolarmente proficuo, potendosi sfruttare i tempi morti per generare energia, anche con sorgenti rinnovabili a basso rendimento. • Imbarcazioni di lusso. In questa tipologia di imbarcazioni, il maggiore comfort che deriva dall’annullare o comunque ridurre fortemente il rumore prodotto dal sistema di propulsione giustifica ampiamente l’aumento di costo conseguente. I motori elettrici consentono inoltre una maggiore manovrabilità, specie in condizioni critiche, come possono essere le manovre all’interno dei porti; questo grazie sia al migliore controllo disponibile sui motori elettrici, sia alla possibilità di utilizzare dei sistemi di propulsione azimutali che, eliminando il timone direzionale, consentono un controllo pressocché assoluto dell’imbarcazione. Inoltre, a bordo di questa tipologia di imbarcazioni sono presenti numerosi carichi elettrici, e.g. lavastoviglie, lavatrice, apparati TV, etc., che incidono notevolmente sul consumo di energia elettrica. L’applicazione delle RES ne consente una prolungata autonomia, potendo soddisfare una consistente percentuale dei fabbisogni elettrici. Infine, la possibilità di svincolare l’alimentazione elettrica dell’imbarcazione dalle infrastrutture portuali constituisce un indubbio valore aggiunto per questo tipo di imbarcazioni. • Imbarcazioni militari. L’utilizzo dei motori elettrici per la propulsione marina permette, se opportunamente controllati, di ridurre le vibrazioni meccaniche, rispetto a quelle prodotte dai motori IC o dalle turbine a gas, solitamente utilizzate nelle navi di grandi dimensioni. Queste vibrazioni meccaniche sono amplificate dallo scafo della nave e producono una firma acustica [2], caratteristica per ogni tipologia di imbarcazione. La firma acustica rende di fatto rintracciabili le imbarcazioni militari, pur non avendo un contatto visivo diretto, dato che il segnale acustico si propaga facilmente attarverso l’acqua. La propulsione elettrica, eliminando a almeno riducendo la firma acustica dell’imbarcazione, ne rende più difficile l’identificazione. Inoltre, le imbarcazioni militari hanno cicli di utilizzo che richiedono bassa potenza per lunghi periodi di tempo, che ben si prestano ad essere soddisfatti con un sistema di propulsione elettrica ausiliario, potendo disporre dell’energia elettrica normalmente utilizzata per il riscaldamento della nave. Le imbarcazioni militari, infine, dispongono di uno spazio a bordo più esteso rispetto alle imbarcazioni precedentemente esaminate; ciò consente di installare un maggior numero di generatori che utilizzino le RES, ottenendo di conseguenza una potenza elettrica installata proporzionalmente maggiore e capace dunque di soddisfare una buona parte delle esigenze di carico di tali imbarcazioni. 3.1 Pannelli fotovoltaici Allo stato dell’arte, molte imbarcazioni, spesso a vela, utilizzano pannelli fotovoltaici per caricare le batterie a bordo durante le soste nei porti o durante la navigazione a vela. Si evidenzia tuttavia come sia la qualità sia la quantità dell’energia elettrica prodotta sia spesso insufficiente [3]. La causa di ciò è però da ricercarsi nella limitata presenza di apparecchi di regolazione DC/DC che permettono un adeguato accoppiamento fra batterie e pannelli. Le caratteristiche che rendono un pannello fotovoltaico particolarmente adatto all’utilizzo marino sono: la leggerezza, la calpestabilità e la resistenza agli agenti atmosferici e alla salsedine. Infatti, a bordo di un’imbarcazione, non sono disponibili grandi superfici piane, che si prestano all’installazione di pannelli fotovoltaici per uso domestico; è preferibile che l’installazione dei pag. 5/26 pannelli fotovoltaici non riduca sensibilmente lo spazio calpestabile a bordo, in quanto, e.g. in caso di manutenzione, deve essere possibile accedere alle aree coperte dai pannelli. I pannelli fotovoltaici possono essere composti da: • silicio monocristallino: per questi pannelli si utilizza silicio puro, esente da difetti, costituito da un singolo cristallo continuo, senza cioè i cosiddetti “bordi di grano”. La struttura atomica del silicio monocristallino è ovviamente rigida e non si presta ad essere modellata su superfici curve. I pannelli fotovoltaici realizzati con questo materiale hanno un rendimento medio che si aggira intorno al 16%-17%. Recentemente, grazie allo sviluppo della tecnologia “back contact” per la realizzazione delle celle solari, il rendimento dei pannelli può aumentare fino al 23%. I wafer di silicio sono trattati con una soluzione caustica per creare una superficie tassellata, composta da milioni di piccole piramidi a base quadrata, capaci di catturare la maggior parte della radiazione solare incidente. I pannelli sono realizzati incapsulando vari wafer, elettricamente connessi fra loro in serie ed in parallelo, fra due strati di etilene vinil acetato e vetro di protezione. Hanno un costo elevato, sia per la qualità del materiale sia perché, essendo il silicio monocristallino prodotto in lingotti cilindrici, hanno una maggiore difficoltà costruttiva. È da notare che alcuni costruttori propongono pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino flessibili, grazie all’utilizzo di un supporto in tecnopolimeri plastici ad elevata resilienza; questi pannelli consentono una curvature con freccia massima del 25%. • Silicio policristallino: allo stato attuale è il materiale maggiormente utilizzato per la costruzione dei pannelli solari; non essendo costituito da un unico cristallo di silicio, i pannelli fotovoltaici ottenuti a partire da questo materiale hanno un rendimento lievemente inferiore (15%-16%), ma le modalità di produzione sono notevolmente semplificate. Inoltre, il silicio policristallino esibisce un migliore comportamento ai bassi valori di incidenza della luce solare, rispetto ai pannelli in silicio monocristallino [3]. • Silicio amorfo: è una forma allotropica, non cristallina, del silicio; a differenza delle forme cristalline, lo si può ottenere per deposizione di un film sottile su di un substrato vetroso o plastico, anziché a partire da lingotti cristallini di silicio. Ha prestazioni elettriche notevolmente peggiori, rispetto alle forme cristalline, ma questo difetto è compensato dalla maggiore semplicità di produzione. Inoltre, consente la produzione di celle solari flessibili, che si possono adattare anche a superfici irregolari, a differenza delle forme cristalline che permettono di realizzare solo pannelli piani. Un recente sviluppo della tecnologia dei pannelli fotovoltaici in silicio amorfo è la cosiddetta tripla giunzione: la singola cella solare è realizzata dalla giunzione di tre sottocelle sovrapposte, ciascuna sensibile ad una delle tre componenti primarie della luce solare (rossa, verde, blu). Questa suddivisione dello spettro luminoso, ed in particolare la capacità di assorbire la luce blu, permettono al pannello fotovoltaico di produrre energia anche con luce diffusa e bassi livelli di insolazione. Il posizionamento dei pannelli solari per uso marino è strettamente legato alla struttura dell’imbarcazione e allo spazio libero. È fondamentale che i pannelli non siano ombreggiati, pena il malfunzionamento degli stessi, e dovrebbero essere orientati verso il sole ad un’angolazione ottimale, stabilita dal costruttore. Ovviamente, su di un’imbarcazione non è sempre possibile soddisfare queste esigenze, esistono tuttavia alcune soluzioni di montaggio attualmente utilizzate che costituiscono un buon compromesso[3]. pag. 6/26 • Coach House: i pannelli montati sul tetto della coach house possono offrire buone prestazioni, anche se, nelle barche a vela, alcuni di loro saranno ombreggiati dalle vele. • Specchio di poppa: solitamente si installa un singolo pannello, con la possibilità di regolare l’angolo d’inclinazione , i cui supporti sono saldati alla ringhiera di poppa. • Arco di poppa: l’arco di poppa, se presente, è libero da ombreggiature e consente l’installazione di un certo numero di pannelli fotovoltaici, in genere due. • Ringhiera di poppa: alcuni pannelli possono essere montati, a mezzo di supporti regolabili, sulle ringhiere di poppa; in questo modo i pannelli non attivi possono essere ripiegati in modo da non occupare spazio. • Multiscafo: nel caso di imbarcazioni multiscafo, la maggiore presenza di superfici piatte rende più semplice l’installazione di pannelli fotovoltaici. È quindi possibile utilizzare il tetto della coach house, solitamente di dimensioni maggiori rispetto ad un’imbarcazione monoscafo, o gli scafi esterni, nel caso di trimarani, che possiedono il vantaggio aggiuntivo di essere in genere liberi da ombreggiature. 3.2 Generatori eolici I generatori eolici sono la seconda RES più utilizzata in ambito marino[3]; ciononostante, bisogna tenere in considerazione alcuni fattori per potere valutare l’effettiva efficacia di questa RES, in genere legati alle rotte che si prevedono per l’imbarcazione. Infatti, alcune zone sono più produttive per la generazione di energia elettrica tramite generatori eolici, e.g. nelle zone caraibiche i generatori eolici possono essere proficuamente utilizzati, mentre nel mar Mediterraneo i pannelli fotovoltaici offrono una maggiore produttività. La navigazione sottovento, inoltre, riduce la produttività, dato che la velocità apparente del vento è ridotta. I generatori, infine, offrono i migliori risultati quando l’imbarcazione è all’ancora, a meno che ovviamente il punto di ancoraggio non sia in un luogo riparato dal vento. Sono attualmente in commercio diversi modelli di generatori eolici per imbarcazioni, dotati solitamente di generatori a magneti permanenti (PMSG, Permanent Magnet Synchronous Generator ), monofasi o trifasi, accoppiati con un raddrizzatore a diodi. Il numero di pale è variabile, da un minimo di due fino ad un massimo di sei pale. In Tabella 1 sono riportati i dati di alcuni fra i modelli più utilizzati. La scelta del luogo di installazione di un generatore eolico dipende principalmente dalla disponibilità dell’imbarcazione. Principalmente sono installati nello specchio di poppa, in modo tale che le pale del generatore siano ben distanti dalla zone dell’imbarcazione destinata all’equipaggio. Lo svantaggio principale consiste nel dover rafforzare gli agganci del generatore anche alla ringhiera di poppa, considerando che durante il normale funzionamento, specie con vento veloce, il generatore produce fastidiose vibrazioni che possono lederne la stabilità. Dette vibrazioni si propagano però attraverso la ringhiera di poppa e possono diminuire il comfort acustico dell’equipaggio. Una soluzione comunemente impiegata consiste nel rinforzare gli agganci con anelli di gomma che ammortizzano il propagarsi delle vibrazioni. Alcuni costruttori, inoltre, adottano particolari profili per le pale, in modo da attenuarne la rumorosità e incrementarne la resistenza alle vibrazioni. pag. 7/26 Tabella 1: Dati di targa di alcuni generatori eolici per imbarcazioni[3] model Aerogen 3 Rutlan 910 LVM 50 Ampair 100 Fourwind III Windbugger 3.3 output current (A) 1 2 3 6 10 2 3 5 6 8 0,5 1 2 7 1 3 5,5 4 7 12 4 8 13 wind speed (nodi) 10 13 18 25 35 15 18 27 35 45 7 11 24 34 10 15 25 10 15 25 10 15 25 Celle a combustibile Le celle a combustibile (FCS, Fuel Cell Systems) sono dispositivi elettrochimici che convertono l’energia chimica di un carburante gassoso in energia elettrica e che possono essere utilizzate come una potenziale alternativa alle sorgenti di energia statiche e portatili. Esse costituiscono un’efficace alternativa ai ICE e riducendo la dipendenza dai combustibili fossili; hanno perciò profonde ripercussioni in materia di protezione dell’ambiente[4]. I FCS hanno subito in questi ultimi anni un intenso sviluppo, condotto parallelamente da diversi produttori, in special modo per quanto riguarda le celle a combustibile con Membrana a Elettrolita Polimerico, anche detta Membrana a Scambio protonico, (PEM, Polymeric Electrolyte Membrane o Proton Exchange Membrane) che sono considerate da molti in uno stadio di sviluppo più avanzato per quanto riguarda le applicazioni di trazione elettrica. Le celle a combustibile di tipo PEM hanno un’alta densità di potenza, un elettrolita solido, una maggiore durata della cella, nonché bassa corrosione. Hanno inoltre un’efficienza maggiore, se paragonate ai motori a combustione interna; infatti, una cella a combustibile ha un rendimento del 40% circa, mentre un motore Diesel ha un rendimento massimo del 25%. Stante questi risultati, è possibile immaginare un promettente sviluppo nel campo della generazione modulare di energia e della propulsione con energia elettrica. L’utilizzo dell’idrogeno puro come combustibile permette di eliminare le emissioni locali di gas di scarico, con evidenti vantaggi, pag. 8/26 specie per la circolazione in zone protette. La cella a combustibile consiste di un elettrolita posto fra due elettrodi. L’elettrolita ha particolari proprietà che consentono il passaggio di ioni positivi di idrogeno, mentre gli elettroni sono bloccati. L’idrogeno gassoso passa attraverso un elettrodo, l’anodo, e, mediante l’aiuto di un catalizzatore, è separato in elettroni e protoni, secondo la seguente reazione chimica[4]: 2H2 → 4H + + 4e− I protoni attraversano la membrana, fino a raggiungere l’altro elettrodo, il catodo, mentre gli elettroni scorrono in un circuito esterno, creando una corrente elettrica. Infine, i protoni e gli elettroni si combinano con l’ossigeno che scorre attraverso il catodo, per produrre acqua: O2 + 4H + + 4e− → 2H2 0 per cui si ha in definitiva che: 2H2 + O2 → 2H2 O + energia La tensione prodotta da una cella ha un valore compreso fra 0 e 1 V , a seconda del punto di lavoro e del carico elettrico collegato; il valore tipico della tensione erogata varia fra 0,5 e 0, 8 V [5]. Per ottenere valori maggiori di tensione è necessario collegare in serie più celle, per cui la tensione totale è pari al prodotto della tensione media per il numero di celle. Come tutti gli apparecchi elettrici, anche le celle a combustibile hanno delle resistenze parassite, a causa delle quali una quota parte della potenza generata è dissipata in calore. Allo stato attuale, la vita media delle celle a combustibile è limitata; e.g. il sistema sperimentale NexaTM Power Module ha una durata utile limitata a 1500 ore[6]. Più in generale, la vita massima di una cella a combustibile è oggigiorno inferiore a 5000 ore, ma tale valore è profondamente influenzato dalle condizioni di funzionamento della cella stessa; per questo motivo, una cella a combustibile sottoposta a cicli di funzionamento reali avrà una vita utile probabilmente inferiore. 3.4 Generatori idroelettrici L’impiego di generatori idroelettrici a bordo di un’imbarcazione può presentarsi sotto diversi aspetti: • alternatore “classico”: in perfetta analogia alla controparte terrestre, una soluzione comunemente accettata nelle barche a vela è l’installazione di un alternatore collegato all’albero di propulsione. Tale scelta consente la generazione di energia elettrica sia aggiungendo un ulteriore carico meccanico al ICE di propulsione, sia, durante la navigazione a vela, sfruttando l’azione della corrente sull’elica. In entrambi i casi, la generazione di energia elettrica avviene a scapito di un rallentamento dell’imbarcazione, stimata fino a mezzo nodo per le imbarcazioni a vela più leggere. La possibilità di utilizzare tale tipo di generazione dipende, infine, da quanto tempo può essere dedicato alla navigazione a vela. • sistemi turbina-generatore: questi sistemi si presentano in due varianti, trainate e sommerse. I sistemi trainati sono dotati di un alternatore per basse velocità, meccanicamente collegato tramite una fune ad una turbina idraulica, trainata fuoribordo dall’imbarcazione. Il sistema converte parte dell’energia meccanica del sistema di propulsione in pag. 9/26 energia elettrica, a spese ovviamente della velocità dell’imbarcazione (fino a mezzo nodo di rallentamento). I maggiori problemi che derivano dall’utilizzo di questi sistemi sono l’inefficenza alle alte velocità, in quanto la turbina tende a rimbalzare sull’acqua se la velocità di trascinamento è superiore a 6 nodi, e il rischio che possa essere scambiata come preda da alcuni esemplari della fauna marina. Il primo problema può essere parzialmente risolto zavorrando la turbina, aumentando la lunghezza del traino o incrementando il diametro della fune. Nella variante sommersa, l’alternatore e la turbina sono collegati sullo stesso albero, quindi collegati all’estremità di un palo che ne consente il posizionamento subacqueo. L’alternatore deve essere tale da consentire il funzionamento in immersione ed il sistema deve essere dunque a tenuta stagna. Il corpo dell’alternatore è solitamente immerso in olio isolante, per contrastare la pressione esterna. 3.5 Inertial Sea Wave Energy Converter L’Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC) è un dispositivo in grado di convertire, tramite fenomeni giroscopici, l’energia meccanica del moto ondoso in energia elettrica. Il dispositivo è ancora in una fase sperimentale ed un prototipo è stato realizzato e verificato in condizioni di laboratorio presso il Dipartimento di Idraulica del Politecnico di Torino [7]. Il dispositivo ISWEC è composto da un galleggiante monolitico al cui interno opera un generatore elettrico giroscopio. Il giroscopio è costituito da un volano e da una sospensione che permette sia la rotazione φ del volano attorno al suo asse (moto detto di rotazione propria) sia la precessione attorno a un asse orizzontale ortogonale a φ. Allineando il sistema verso la direzione dell’onda, sull’asse di precessione si genera una coppia giroscopica nata dalla combinazione del moto di beccheggio del galleggiante δ e dalla velocità del giroscopio φ. Ponendo un generatore elettrico sull’asse è possibile utilizzare la coppia giroscopica per produrre energia. Figura 1: Schema costruttivo dell’ISWEC L’architettura dell’ISWEC presenta la caratteristica di avere tutte le parti in movimento relativo e necessarie alla generazione di potenza contenute all’interno dello scafo e quindi protette dall’acqua e dall’atmosfera salina. Questo, unito ad altri vantaggi, quali lo scafo monolitico maggiormente resistente alle condizioni marine estreme e l’economico ancoraggio al fondale, fanno del dispositivo ISWEC un sistema avente i presupposti per un’elevata durata ed economicità di esercizio. pag. 10/26 Un prototipo in scala 1:45 è stato progettato e realizzato presso il Politecnico di Torino ed è stato provato a secco su un banco di simulazione d’onda per valutarne le prestazioni. Il sistema, durante i test, è stato in grado di assorbire 2,22 W a fronte dell’onda nominale a 1 Hz e 2◦ di ampiezza di beccheggio del galleggiante. È evidente che il sistema è ancora in una fase embrionale di sperimentazione, ma la stadio di avanzamento è sufficiente per potere intravedere una proficua applicazione dell’ISWEC nell’ambito dell’energy harvesting per le imbarcazioni. pag. 11/26 4 L’integrazione delle RES nell’imbarcazione La tendenza attuale per l’utilizzo delle RES in ambito marino è di considerare l’energia elettrica generata come un saltuario appoggio per la ricarica delle batterie, da utilizzare quindi solo saltuariamente. Inoltre, raramente un’imbarcazione utilizza contemporaneamente più sorgenti di quelle sopra elencate. Le ragioni di ciò sono da ricercarsi nella difficoltà di coordinare i flussi di energia provenienti da diverse sorgenti e nella mancanza di un’adeguata tecnologia per la gestione delle RES. I prodotti che si trovano usualmente in commercio non sono quasi mai dotati di un’elettronica di controllo, e questo impedisce di sfruttarli correttamente ed estrarre tutta l’energia elettrica disponibile. In Figura 2 è riportato lo schema di principio proposto per una completa integrazione delle RES; la propulsione dell’imbarcazione è esclusivamente elettrica e l’energia elettrica necessaria al funzionamento dei motori elettrici, nonché della strumentazione di bordo, proviene sia da fonti rinnovabili sia, tramite un gruppo elettrogeno, da combustibili fossili. mechanical energy C, ω ICE electrical energy mechanical energy 3φ DC 3φ Iabc , Vabc IDC , VDC Iabc , Vabc 3φ PMSG AC DC DC AC C, ω 3φ PMSM DC DC from RES, storage Figura 2: Schema di principio dell’imbarcazione elettrica La presenza di un DC link consente una più semplice integrazione delle varie RES all’interno dell’imbarcazione: l’energia prodotta, anziché essere utilizzata esclusivamente per la carica delle batterie, può essere utilizzata anche per l’alimentazione dei motori di propulsione e dei servizi di bordo; il vantaggio immediatamente conseguente è che le RES possono essere sfruttate senza soluzione di continuità, invece di limitarne l’utilizzo a certi periodi, che possono non essere quelli più favorevoli. L’utilizzo di un motore elettrico per la propulsione, oltre a comportare innegabili vantaggi pag. 12/26 in termini di manovrabilità, consente di utilizzare la stessa macchina anche per la rigenerazione di energia secondo le modalità esposte nella Sezione 3.4. La disponibilità di eliche a pale regolabili elettronicamente consente di poter modificare il profilo dell’elica a seconda delle esigenze: generazione elettrica o propulsione. Tuttavia, la reale integrazione delle RES nelle imbarcazioni può essere ottenuta solo implementando un adeguato controllo delle stesse; infatti, come è già stato accennato nelle Sezioni precedenti, i generatori che sfruttano le RES si trovano spesso a dovere gestire potenze elettriche molto basse, ed è dunque evidente che senza un adeguato controllo il rischio di predere tutta l’energia disponibile è tutt’altro che remoto. A tale proposito, i generatori eolici costituiscono un valido esempio; spesso i costruttori pongono infatti l’accento sulla potenza massima generata, che però viene raggiunta solo con venti di 25-30 nodi, una condizione che raramente è raggiunta nel bacino mediterraneo, mentre con valori di velocità del vento più ridotti la potenza generata è drasticamente inferiore, spesso nulla a causa delle perdite per effetto Joule. Un adeguato controllo del punto di massima potenza (MPPT, Maximum Power Point Tracking), sebbene non possa aumentare magicamente la potenza disponibile, può assicurare lo sfruttamento di tutta l’energia che la RES può erogare in quel determinato istante. Nella Sezione seguente sono riportati alcuni esempi sperimentali ([8], [9]) dell’applicazione del controllo MPPT sia ai pannelli fotovoltaici sia ai generatori eolici, per confermare come questa metodologia di controllo possa incrementare le prestazioni dei generatori a RES. pag. 13/26 5 5.1 Esempi sperimentali: MPPT Intelligent power conversion system management for photovoltaic generation Il sistema di controllo del MPPT proposto si basa sulla stima on-line del valore di radianza solare ottenuta tramite una rete neurale Growing Neural Gas (GNG). Il sistema fotovoltaico è composto da un convertitore boost DC/DC, che effettua lo MPPT, e da un raddrizzatore monofase attivo, controllato tramite un algoritmo VOC per la connessione alla rete. Ogni componente del sistema è controllato in coordinazione con gli altri, in accordo ad una strategia generale. Il sistema fotovoltaico è stato verificato sperimentalmente in laboratorio. La sorgente fotovoltaica è stata simulata a mezzo di un convertitore di potenza, in grado di riprodurre tutte le condizioni operative di un pannello fotovoltaico commerciale, inclusa l’ombreggiatura parziale. Il confronto fra l’approccio proposto e la tecnica classica di Perturba e Osserva (P&O), effetuato su di un profilo di radianza solare reale, ha mostrato un incremento della potenza generata del 13%. Inoltre, lo MPPT basato sulla GNG ha dimostrato di essere un controllo più robusto del P&O nelle condizioni di ombreggiatura parziale. Lo svantaggio principale derivante dall’utilizzo della GNG è la necessità di conoscere un set di caratteristiche del pannello fotovoltaico, basato su di un modello matematico o dei dati empirici, per l’addestramento della rete neurale. L’emulatore fotovoltaico Il sistema fotovoltaico emulato consiste di due stringhe in parallelo, costituita ciascuna da sei moduli collegati in serie. L’emulatore riproduce le caratteristiche I − V del generatore reale, secondo una logica modulare: la caratteristica elettrica globale del sistema è ottenuta come somma delle caratteristiche dei singoli moduli, tenendo conto del valore di irraggiamento solare su ciascuno di essi. In questo modo si può tenere conto sia di condizioni di ombreggiatura parziale, sia di condizioni di illuminamento uniforme. L’emulatore è stato realizzato con un convertitore buck DC/DC, con frequenza di switching costante, controllato in modo da avere conduzione continua e ripple sulla tensione in uscita prefissato. Il riferimento di tensione è quello ottenuto tramite il modello analitico modulare del sistema fotovoltaico. Il convertitore boost Il convertitore boost DC/DC connette l’emulatore del pannello fotovoltaico con il raddrizzatore monofase, per l’immissione in rete dell’energia. Anche in questo caso, il dimensionamento del convertitore è stato effettuato imponendo la conduzione continua e fissando il limite superiore del ripple della tensione di uscita. La variabile di controllo del convertitore è la tensione in ingresso: supponendo che il raddrizzatore attivo sia in grado di mantenere costante la tensione del DC link, è possibile controllare la tensione in ingresso al convertitore boost, e quindi la tensione in uscita al pannello fotovoltaico, in modo da imporre il punto di lavoro al MPP. MPPT GNG-based La rete neurale GNG si comporta come fosse un solarimetro virtuale, stimando sulla base dei parametri elettrici disponibili quale sia il valore di radiazione solare che incide sul pannello e potendo cosı̀ ottenere la tensione in uscita dal pannello corrispondente al MPP. La rete neurale GNG è una rete non supervisionata che aggiunge man mano nuovi pag. 14/26 neuroni ad una struttura inizialmente piccola; in questo modo, la topologia della rete ha una dimensione che dipende dai dati in ingresso e può variare localmente. Conoscendo il modello analitico del pannello fotovoltaico, o in alternativa sulla base di dati misurati sperimentalmente, è possibile far si ché la GNG apprenda la funzione VP V = f (IP V , G), essendo VP V la tensione in uscita dal pannello fotovoltaico, IP V la corrente in uscita e G il valore di radiazione solare incidente. Terminata la fase di apprendimento, in cui la rete aggiunge neuroni fino a ricoprire ottimamente i dati in ingresso, è possibile utilizzare la fase di produzione della GNG, in cui si ottiene G = f (IP V , VP V ). Risultati sperimentali Il sistema è stato verificato sperimentalmente con una variazione di irraggiamento solare da un valore iniziale G0 = 550 W/m2 , particolarmente critico per il boost converter per il basso valore di tensione in unscita dal pannello, ad un valore finale G1 = 850 W/m2 . Il controllo è stato in grado di impostare correttamente il punto di funzionamento al MPP; è stato inoltre effettuato un confronto con une metodologia di controllo P&O per verificare l’incremento di prestazioni del sistema. Figura 3: Andamento dell’irraggiamento solare G stimato In Figura 3 è riportato l’andamento dell’irraggiamento stimato dalla GNG, mentre in Figura 4 sono riportati i corrispondenti andamenti delle grandezze elettriche del pannello fotovoltaico: si può notare, com’era atteso, un aumento della corrente in uscita ed una diminuzione della tensione. È evidente dalla Figura 3 che il transitorio dovuto alla variazione di irraggiamento solare, che deve essere stimata dalla GNG, ha una durata circa pari a 5 s; questa durata, che in generale potrebbe essere considerata eccessiva, è pari al tempo necessario alla convergenze dell’algoritmo di controllo del DC/DC boost, e dipende principalmente dalla capacità di disaccoppiamento fra il boost converter e il pannello fotovoltaico, non dalla rete neurale. Tale capacità è necessaria per filtrare le variazioni di corrente e tensione generate dal boost converter e, come conseguenza, la risposta in tensione del pannello è notevolmente più lenta della risposta in corrente. pag. 15/26 Figura 4: Grandezze elettriche in uscita dal pannello fotovoltaico Il controllo MPPT GNG-based è stato inoltre confrontato con una metodologia più classica di P&O. Per semplicità è stato utilizzato un algoritmo MPPT a passo fisso; dato che il boost converter DC/DC è controllato a catena chiusa nella tensione in ingresso VP V , l’algoritmo P&O genera delle variazioni nella tensione di riferimento ∆VP V,ref per valutare le corrispondenti variazioni di potenza in uscita ∆PP V e trovare il MPP. Il passo fisso, ossia il valore di ∆VP V,ref , è stato scelto in modo da ottenere un buon compromesso fra velocità di convergenza (∆VP V,ref maggiore) e piccole oscillazioni attorno al MPP (∆VP V,ref minore). Entrambi gli algoritmi sono stati verificati sulla base di un profilo giornaliero, misurato a Palermo fra le 8.30 e le 15.30, di illuminamento solare. (a) potenza generata (b) energia generata Figura 5: Confronto tra GNG e P&O In Figura 5 sono riportati gli andamenti della potenza e dell’energia elettrica prodotti: si pag. 16/26 può notare come la potenza elettrica generata con il controllo GNG sia sempre superiore a quella ottenuta con sistema controllato tramite P&O, e che ciò si traduca in un incremento del 13% nell’energia generata all fine del ciclo produttivo. Figura 6: Caratteristica elettrica con ombreggiatura parziale Un altro beneficio che il controllo GNG-based offre rispetto al controllo P&O è la corretta gestione dell’ombreggiatura parziale del pannello. In Figura 6 è riportata la caratteristica elettrica del pannello in esame nel caso in cui vi siano due moduli irradiati con un valore Ga = 650 W/m2 , due moduli con irradiamento Gb = 850 W/m2 ed i restanti due moduli con Gc = 1050 W/m2 ; nella stessa Figura è anche riportata la caratteristica con irradiamento uniforme e pari a Gc . Si può notare come la caratteristica con ombreggiatura mostri 2 massimi locali (punti b, d) ed un massimo assoluto (punto f ). Sono stati scelti diversi punti di partenza di lavoro del sistema (punti a, c, g) e sono stati ottenuti i seguenti risultati: l’algoritmo di controllo GNG-based riesce correttamente ad identificare il MPP a prescindere da quale sia il punto di lavoro di partenza del sistema, ed il punto d lavoro finale risulta essere il punto e. Al contrario l’algoritmo P&O riesce ad identificare il MPP solo se il punto di partenza è il punto g, in tutti gli altri casi non riesce ad indentificare il MPP e la potenza erogata è conseguentemente minore. Il sistema di controllo, composto dalla rete neurale GNG, dal controllo fuzzy del boost converter, e dal controllo VOC del raddrizzatore attivo sono stati implementati su di una scheda FPGA EP3C25F324C8 Cyclone III, il cui costo si aggira sui 150$. È una piattaforma abbastanza comune, che si adatta molto bene all’utilizzo della GNG, dato che consente di realizzare reti combinatorie in cui i calcoli sono svolti in parallelo. Rappresenta inoltre lo stato dell’arte per l’implementazione degli algoritmi P&O. Consente infine di aggiornare l’algoritmo, laddove soluzioni basata su circuiti analogico-digitali, sebbene più economiche, non consentono un facile aggiornamento del sistema. É comunque da notare come il costo della scheda sia una frazione del costo dell’impianto fotovoltaico, e comunque in linea con i regolatori di tensione pag. 17/26 che devono essere necessariamente acquistati per l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici in ambito marino. 5.2 Growing neural gas (GNG)–based maximum power point tracking for high–performance wind generator with an induction machine Il controllo MPPT GNG-based può essere utilizzato con profitto anche per il controllo dei generatori eolici asincroni. La rete neurale può essere addestrata in modo che i neuroni ricoprano la superficie dei punti di coppia corrispondenti a valori di vento e velocità di rotazione, ottenendo dunque la funzione T = f (vw , ωr ). La rete neurale in fase di produzione consente di invertire questa funzione, trasformandosi in un anemometro virtuale e stimando dunque la velocità del vento sulla base della velocità di rotazione e della coppia motrice applicata al generatore asincrono. Sulla base di questa informazione, si impone il riferimento di velocità di rotazione ottimale corrispondente al MPP. L’algoritmo di controllo GNG-based è stato verificato sperimentalmente, grazie all’utilizzo di una turbina eolica emulata tramite un motore sincrono a magneti permanenti, con una configurazione back-to-back, per l’immissione in rete dell’energia elettrica prodotta, e confrontato con un algoritmo di controllo P&O. Il raddrizzatore lato macchina La turbina eolica genera una coppia motrice che varia rapidamente, in funzione della velocità del vento; per questo motivo, è opportuno adottare uno schema di controllo orientato al flusso (FOC, Field Oriented Control ) nel sistema di riferimento del flusso di rotore, in modo da garantire elevate prestazioni dinamiche del generatore. Il raddrizzatore lato macchina permette dunque il controllo separato delle correnti secondo i due assi del sistema di riferimento, in modo da poter controllare separatmente flusso e velocità di rotazione del generatore; in particolare, sono presenti due anelli di controllo (corrente e tensione), per ciascuna grandezza controllata. L’inverter lato rete Il controllo dell’inverter lato rete è realizzato con tecniche orientate alla tensione (VOC, Voltage Oriented Control ); questa tecnica, parallelamente alla metodologia FOC, consente in controllo separato dei flussi di energia attiva e reattiva. La variabile di controllo è la tensione del DC-link, impostata ad un valore costante, che fornisce il riferimento di corrente secondo l’asse diretto, mentre il riferimento di corrente secondo l’asse in quadratura è imposto a zero, in modo da annullare lo scambio di energia reattiva con la rete. L’emulatore della turbina eolica Per la verifica sperimentale dell’algoritmo di controllo, è stato utilizzato un emulatore di turbina eolica; detto emulatore è stato realizzato con un motore sincrono a magneti permanenti (PMSM, Permanent Magnet Synchronous Motor ), controllato in coppia con un algoritmo FOC. Dati i parametri costruttivi della turbina eolica, la coppia Tw che deve essere erogata dal PMSM è ottenuta come: Tw = Pm ρR3 2 = Cw (λ, β) v ωw 2 w pag. 18/26 essendo Pm la potenza meccanica erogata dalla turbina, ωw la velocità di rotazione, λ è il rapporto di velocità di pala, β è l’angolo di pala, ρ è la densità dell’aria, R è il raggio della turbina ed infine vw è la velocità del vento. Risultati sperimentali Il controllo GNG-based è stato verificato con un test composto da rapide variazioni della velocità del vento; sono state scelte variazioneı̀i rapide in quanto consentono di verificare la bontà dell’algoritmo in condizioni più gravose, essendo normalmente le variazioni di velocità del vento molto più graduali. In Figura 7 sono riportati gli andamenti della velocità del vento reale (emulato) e stimato dalla rete GNG: si può osservare come la velocità del vento stimat riesca a seguire in maniera ottimale l’andamento emulato della velocità del vento. Figura 7: Velocità del vento reale e stimata In Figura 8 sono riportate le caratteristiche meccaniche statiche del generatore asincrono per diversi valori di velocità del vento, insieme con la curva che descrive il luogo dei MPPs. In rosso è tracciato anche il luogo dinamico dei punti di lavoro del sistema, dimostrando come l’algoritmo GNG sia in grado di identificare il MPP anche per piccole variazioni di velocità del vento. Anche in questo caso è stato effettuato un confronto con la tecnica MPPT P&O: le variazioni esaminate dall’algoritmo sono quelle di potenza attiva scambiate con la rete; il passo dell’algoritmo è stato scelto fisso e pari ad un valore che costituisce un buon compromesso fra velocità di convergenza e oscillazioni del punto di lavoro attorno il MPP. I due algoritmi MPPT sono stati verificati con il medesimo profilo di velocità del vento, di durata pari a 24 ore, sperimentalmente misurato a Palermo. In Figura 9 sono riportati gli andamenti di potenza attiva e reattiva e l’energia prodotta con le due metodologie di controllo. I risultati mostrano un incremento dell’energia generata pari al 20%, utilizzando il controllo GNG (8, 5 kW h) rispetto all’energia generata con l’algoritmo P&O (7, 06 kW h). Come ulteriore parametro di confronto, si noti come il controllo GNG permette di pag. 19/26 Figura 8: Caratteristica meccanica del generatore eolico Figura 9: Confronto tra GNG e P&O pag. 20/26 sfruttare, in media giornaliera, il 16% della potenza nominale del generatore, mentre l’algoritmo P&O sfrutta solo il 13% della potenza nominale della macchina; infatti, il controllo P&O , rispetto al controllo GNG che sfrutta una conoscenza a priori della turbina, ha una velocità di convergenza al MPP minore. pag. 21/26 6 Conclusioni L’utilizzo delle RES a bordo delle imbarcazioni, sebbene attualmente in uso, è una pratica limitata all’uso sporadico come mero supporto alla ricarica degli accumulatori al piombo solitamente presenti a bordo. La carenza di tecnologia nei prodotti commerciali disponibili al pubblico e l’utilizzo predominante dei ICE per la propulsione sono fra la cause di ciò. È tuttavia possibile, ed anzi auspicabile, un maggiore utilizzo delle RES nelle imbarcazioni, purché si rimettano in discussione le consolidate tecniche costruttive delle imbarcazioni, pensando dunque a design che rendano più efficaci e più semplici le installazioni dei generatori elettrici, ed utilizzando l’energia elettrica come fonte primaria di energia, preferendo i combustibili fossili come soluzione di backup. La realizzazione di uno stadio di trasmissione di energia elettrica in corrente continua (DClink) è infatti necessario per permettere la coesistenza contemporanea di diverse RES. Tecniche avanzate di controllo, come il MPPT, possono essere impiegate per massimizzare l’energia prelevata dalle fonti rinnovabili e quindi minimizzare il consumo di combustibile tradizionale. I risultati sperimentali hanno infatti mostrato come queste tecnologie avanzate di controllo possano generare un consistente aumento dell’energie elettrica generata rispetto ai dispositivi normalmente presenti in commercio, dotati di algoritmi di controllo obsoleti o del tutto carenti di un sistema di controllo. Infine, è opportuno notare come i dispositivi di generazione elettrica da RES attualmente in commercio non siano dotati in nessun caso di apparati di coordinazione: il funzionamento contemporaneo di più sorgenti di energia elettrica e la conseguente gestione dei flussi di energia deve essere regolato da appositi algoritmi di controllo al fine, e.g., di mantenere costante la tensione del DC-link, il corretto livello di carica degli accumulatori al piombo, il soddisfacimento del carico al momento presente e quanti altri vincoli possano essere identificati nel normale funzionamento dell’imbarcazione. pag. 22/26 A Generatori commerciali Di seguito sono riportati i dati di alcuni generatori RES commerciali. A.1 Pannello fotovoltaico Solbian SP100L Pannello fotovoltaico realizzato in silicio monocristallino, inglobato in polimeri plastici ad alta resistenza. Offre un rendimento pari all 22,5%, flessibilità, calpestabilità ed un peso pari a circa 1/6 dei pannelli tradizionali, data l’assenza del vetro di protezione. Sono comunque molto resistenti alla corrosione marina e sono specificatamente pensati per l’installazione sulle imbarcazioni. Genera una potenza di picco pari a 02 W con una tensione nominale di 18 V . Il pannello riportato in Figura 10 ha dimensioni 1110 × 550 × 2 mm, per un peso di 1, 5 kg. (a) schema costruttivo (b) aspetto reale Figura 10: Pannello fotovoltaico SP100L pag. 23/26 A.2 Ampair 100 Genera fino a 100 W a 12 V o 24 V . Il cavallo di battaglia Ampair, conosciuto dai navigatori di tutti i mari e testato in migliaia di installazioni e continuamente migliorato fin dal 1973. Silenziosissimo grazie alla turbina con 6 pale bilanciate; è costruito in alluminio e acciaio, con guarnizioni a tenuta stagna e vernici marine. Opera ininterrottamente per anni in condizioni estreme, fino a -30 ◦ C. Per il completamento dell’impianto, occorre un regolatore di carica disponibile con una o tre uscite. Il montaggio avviene su un palo inox, alto circa 2, 5 m, da adattare in funzione della struttura della barca su cui viene montato. Viene fornito anche un braccio per il montaggio sull’albero di mezzana e uno stelo corto per il montaggio su spoiler. (a) schema costruttivo (b) diagramma di potenza Figura 11: Generatore eolico Ampair 100 pag. 24/26 A.3 Rutland 913 Genera fino a 250 W a 12 V o 24 V . Generatore Eolico di semplice applicazione su palo. Costruito con materiali resistenti ad alta affidabilità, anche sui mari. Inizia a rendere con una velocità del vento di appena 2, 2 m/s. Dispone di protezione automatica in prolungate condizioni di vento forte, un unico modo di adattare le efficienti lame piane. (a) schema costruttivo (b) diagramma di potenza Figura 12: Generatore eolico Rutland 913 pag. 25/26 Riferimenti bibliografici [1] McKesson C.B. and Risley T.P. 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