ITINERARIO - SULLE TRACCE DI GIACOMO PUCCINI

ITINERARIO - SULLE TRACCE DI GIACOMO PUCCINI
Di Tiziana La Monica
Durata dell’itinerario: 1 giorno
Tipo di itinerario: naturalistico
(Partenza da Viareggio – Chiatri – Massaciuccoli – Oasi Lipu – Pranzo in mezzo al lago presso il
ristorante Menotti – Gita con il battello sul lago di Massaciuccoli – Torre del Lago – Rientro con il
battello a Massaciuccoli – Spostamento a Viareggio e conclusione del tour)
Itinerario consigliato per piccoli gruppi (ca 20/30 pax)
Mezzo di trasporto: pullman piccolo
Il 22 dicembre 1858 Giacomo Puccini nasceva a Lucca, quinto di nove figli ed ultimo discendente di
una singolare dinastia che, in un arco temporale di un secolo e mezzo, aveva dominato la vita
musicale lucchese. Il nostro itinerario ci porta a scoprire un territorio tra Lucca e la Versilia dove
possiamo trovare molti luoghi dove il compositore trascorse la sua giovinezza e trasse ispirazione
per le sue opere musicali.
Chiatri è una piccola frazione sulle colline lucchesi, al confine con il Comune di Massarosa che si
affaccia sul litorale versiliese. La villa di Chiatri fu la prima casa di proprietà di Giacomo Puccini. Nel
1898, dopo i successi di Manon Lescaut e La Bohème, poté acquistare la vecchia villa dei
Samminiati, situata in una posizione stupenda: da qui la vista sul lago di Massaciuccoli e l’area
circostante è straordinaria. Così la descriveva lo stesso Puccini:
“Di lassù si scorge un incanto: la costa, da Livorno a Spezia; l’Arno ed il Serchio; la Corsica, in
tempo chiaro, le isole di Gorgona e Capraia, ed anche la macchia di San Rossore, Migliarino e la
macchia lucchese dei Borboni”.
Ma Puccini fu attratto anche dalla straordinaria quiete, dalla pace e dalla semplicità della vita di
Chiatri, allora un piccolo borgo rurale che contava appena 12 famiglie. La villa, restaurata dal
maestro su progetto dell’ingegnere Giuseppe Puccinelli, è costruita su pianta regolare e presenta
uno spiccato carattere toscano definito da un paramento in mattoni “a vista” e caratterizzato da
stilemi neoromanici nelle bifore con decorazione policroma che connotano il primo piano del
prospetto principale. Giacomo Puccini seguì non solo i lavori, ma studiò e scelse molti particolari di
decoro come la piccola scalinata in marmo all’esterno dell’ingresso principale mentre per l’arredo
degli ampi salottini interni commissionò mobili chiari e laccati in stile liberty alla ditta Berardi e
Tedeschi, rinomati mobilieri fiorentini. Come nelle altre successive residenze di proprietà del
grande maestro, non poteva mancare la forte presenza della natura con l’ampio giardino ed il
parco, un luogo di pace e riposo per Puccini, ideale per le sue battute di caccia, uno dei suoi
passatempi preferiti. In realtà il compositore trascorse qui a Chiatri solo brevi periodi, convinto
dalla moglie e dal figlio a lasciare la villa a causa di presunte storie di apparizioni di fantasmi.
Come arrivare: percorrete la statale 12 da Viareggio in direzione di Lucca, una volta superata
Massarosa arriverete a Bozzano. Prendete la strada alla vostra sinistra e procedete per circa 5
km fino al crocevia. Girate immediatamente alla vostra destra e dopo pochi metri giungerete al
parcheggio della chiesa di Chiatri dove potrete lasciare l’auto e visitare la chiesa e l’antico
cimitero ad essa adiacente. Per raggiungere la villa che un tempo fu di Puccini, ben riconoscibile
dal paramento in mattoni rossi, camminate guardando la costa e scendendo giù dalla collina.
Oggi di proprietà privata, l’abitazione purtroppo non è visitabile, ma il panorama che si gode da
qui è davvero stupendo.
Dopo questa bella passeggiata, lasciamo Chiatri e torniamo verso Bozzano. Continuiamo in
direzione di Massaciuccoli dove faremo una sosta per visitare l’area archeologica delle terme
romane alle pendici del Monte Aquilata. Massaciuccoli è un paese di pochi abitanti sotto il
Comune di Massarosa: dall’aria pigra, come assorto in un certo abbandono, questo piccolo centro,
immerso in una natura rigogliosa, è conosciuto soprattutto per i suoi importanti reperti di epoca
romana (a monte della Via Pietra a Padule una buona parte del territorio è ancora in corso di
scavo: ciò dimostra quanto sia ricco il potenziale archeologico di questa zona). Dalla piazza
principale parte un bel sentiero tra gli ulivi che conduce in cima alla lieve altura dove si erge la
chiesa di San Lorenzo. Proprio qui, su una terrazza ricavata sulle estreme pendici di questa
morbida collina, sono ancora ben visibili i resti di un’antica villa d’otium dotata di impianti termali
risalenti al I-II secolo D.C. Da lassù, nelle giornate limpide, la vista sul lago di Massaciuccoli e sulle
verdi colline circostanti, tutte ricoperte di olivi, è magnifica.
In epoca preromana l’area versiliese era paludosa, lagunare e ricca di laghi costieri fino a Massa. In
questa zona in particolare, caratterizzata da un contesto ambientale in cui le acque si legavano
strettamente a quelle del mare aperto, si attivarono precocemente intensi traffici marittimi:
attorno all’VIII secolo A.C. si sviluppò l’insediamento di San Rocchino (attivo fino alla metà del III
secolo A.C.), un importante punto di approdo e di intensi scambi commerciali per le merci
provenienti dall’Etruria meridionale e persino dall’area greco-orientale. Tra il III ed il II secolo A.C.
gli Etruschi insediati sul territorio di Massaciuccoli caddero sotto la dominazione dei Romani che, a
poco a poco, riuscirono a conquistare tutta la Versilia, debellando le indomite popolazioni di Liguri
Apuani che abitavano in altura, sui versanti delle Alpi Apuane. Nel II secolo A.C. i Romani
fondarono la colonia di Luni sulla riva sinistra del fiume Magra, iniziando così la romanizzazione del
litorale e del territorio circostante. Furono intrapresi importanti lavori di bonifica e costruite
strade come l’Aemilia Scauri per permettere il collegamento tra le colonie di Luni, Lucca e Pisa.
Proprio lungo questa strada costiera sorsero in epoca romana luoghi preposti alla sosta ed al
ristoro dei viaggiatori come attesta la Tabula Peutingeriana, un’antica carta stradale romana con i
principali itinerari terrestri e le vie militari dell’impero dove vengono citate due località: “Ad
tabernas frigidas”, in prossimità del fiume Frigido a Massa e “ad fossas papirianas”, probabilmente
a Massaciuccoli.
Massaciuccoli conserva ancora importanti testimonianze della presenza romana. Le rovine che
oggi possiamo ammirare nell’area archeologica a cielo aperto antistante la Pieve di San Lorenzo
risalgono alle strutture termali di una villa di rappresentanza del I-II secolo D.C., di proprietà della
potente famiglia dei Venulei originaria di Pisa ed appartenente alla grande aristocrazia senatoria
romana. Osservando i ruderi dell’impianto termale con gli ambienti destinati anche al banchetto
ed al riposo degli ospiti e dei proprietari, notiamo l’ampio utilizzo di laterizio, prodotto già a livello
industriale, nella costruzione delle pareti con i mattoni di forma triangolare disposti con la punta
rivolta verso l’interno. Le terme si compongono di una serie di vasche: quelle che contenevano
acqua fredda e tiepida, chiamate rispettivamente “frigidarium” e “tepidarium” e le vasche per
l’acqua calda, “calidarium”, riscaldate per mezzo di pilastrini sottostanti da dove saliva il calore
originato da forni alimentati a legna dagli schiavi. Il complesso era dotato persino di una “sudatio”,
ovvero una sauna dove il vapore era prodotto gettando acqua sulla lastra di marmo del pavimento
sotto la quale era posta una lastra di piombo riscaldata tramite il solito procedimento. La struttura
doveva essere molto più grande rispetto a quella di cui abbiamo testimonianza:gran parte del
terreno infatti è oggi ricoperto da coltivazioni di ulivi.
Ai piedi della collina sorgeva probabilmente una mansio (stazione di sosta) provvista di impianto
termale che, nel periodo dei Venulei, serviva ad accogliere ospiti e viaggiatori. Sopra questa
struttura è stato costruito un padiglione trasparente e leggero, con ampie vetrate, lungo la Via
Pietra a Padule: lo splendido mosaico a tessere bianche e nere ritrovato in situ e da poco
restaurato faceva da pavimento ad una vasca per il frigidarium. Il Padiglione espositivo, intitolato a
Guglielmo Lera, è visitabile dal martedì alla domenica, con il seguente orario: 10/12:30 – 16/19.
Dalla Via Pietra a Padule raggiungiamo la riva del lago di Massaciuccoli dove visteremo l’Oasi Lipu
In convenzione con l’Ente Parco Regionale MSRM, la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli)
gestisce, sin dal 1985, la Riserva Naturale del Chiarone, un’area di 60 ha di palude, situata a
ridosso delle colline di Massarosa, a cui si accede dal paese di Massaciuccoli, antico centro abitato
di origine romana che dà il suo nome al lago. L’Oasi è visitabile a piedi percorrendo un sistema di
camminamenti a palafitta che attraversano la palude e consentono di osservare gli ambienti più
caratteristici del lago: le vaste estensioni di cannuccia di palude in associazione con il falasco e la
tifa, i “chiari”, specchi d’acqua poco profondi ideali per trampolieri e limicoli per trovare
nutrimento; gli “aggallati”, pezzi di palude galleggianti sia uniti alla terraferma che presenti sotto
forma di vere e proprie isole composte da torba che poggia sui rizomi intrecciati delle canne, dove
si sono insediate vegetazioni relitte di climi diversi da quello attuale, di notevole rilevanza
scientifica.
Si possono osservare sia relitti glaciali come i popolamenti di Sfangum sp.pl., particolare tipo di
muschio che forma dei soffici tappeti che ospitano l’insettivora Drosera Rotundifolia ed altre
rarissime entità, sia relitti di climi caldo-umidi come la grande felce Osmunda Regalis. Molto ricca
e diversificata è la fauna ornitologica che è possibile ammirare nelle diverse stagioni dagli appositi
osservatori. Il lago rappresenta per molte specie un ottimo sito per la riproduzione, lo
svernamento e la sosta durante il viaggio migratorio e si presenta come un’entusiasmante palestra
di birdwatching con oltre 260 specie avvistate.
Il Museo dell’ecologia della palude
La peculiarità di questo museo sta nella sua impostazione e nella sua missione profondamente
educativa: caratteristica del Museo naturalistico è infatti quella di non presentare animali
imbalsamati, ma modelli fedelissimi realizzati in dimensioni reali (uccelli) o ingrandite (insetti ed
altri invertebrati e vertebrati lacustri). Non ci sono vetrine né didascalie o testi scritti: il visitatore si
muove all’interno del Museo come se si trovasse immerso nell’ambiente naturale con la possibilità
di toccare gi animali, udirne i suoni, ammirarne i colori con un approccio plurisensoriale ed
emotivo che ben si adatta sia ai bambini più piccoli provenienti dalle scuole materne ed
elementari, sia ai ragazzi delle scuole medie ed anche a tutte le persone con particolari disabilità
fisiche, psichiche o sensoriali. In questo museo è possibile avere una visione completa degli
animali che popolano l’Oasi, ricostruiti nel rispetto delle forme viventi, e di osservare da vicino,
grazie a tecniche di ingrandimento, particolari anatomici curiosi o insoliti, altrimenti difficilmente
apprezzabili. La possibilità di toccare i modelli esposti permette anche alle persone cieche o
ipovedenti di conoscere la meravigliosa ricchezza e varietà floro-faunistica del lago. Da questa
conoscenza si genera l’amore ed il rispetto per la natura, fondamentale per preservare questo
delicato ecosistema.
Dopo il percorso naturalistico presso l’Oasi, prendiamo il battello che ci condurrà al Ristorante
Menotti in località Punta Pisana, 10, 56019 Vecchiano (tel. +390(50)869029. Si tratta di un
ristorante-trattoria molto tipico, proprio in mezzo al lago, che ha conservato i suoi arredi originali:
sembra quasi un museo, con tutti gli attrezzi usati un tempo per cacciare e pescare in esposizione.
Si mangiano ranocchie e prodotti locali in un panorama davvero suggestivo.
Dopo il ristoro, riprendiamo il battello per una breve escursione sul Lago di Massaciuccoli (1 ora
circa)
Il lago di Massaciuccoli e le aree palustri circostanti, con oltre 2000 kmq di superficie, formano la
zona umida di origine retrodunale più estesa della Toscana. Il lago oggi ha perso l’antico aspetto di
laguna salmastra ed è considerato un tipico lago-stagno per la profondità media inferiore ai 2 m.
(la massima è di 4,40 m.) e la salinità inferiore a 500 mg/l. Il fondo del lago è al di sotto del livello
del mare. La sua forma è più o meno circolare, con un perimetro di oltre 10 km. La superficie del
bacino ha subito una drastica riduzione negli ultimi secoli a causa delle continue bonifiche,
avvenute soprattutto nel XX secolo. Negli ultimi anni le acque del bacino di Massaciuccoli hanno
subito un progressivo inquinamento sia in conseguenza dello sviluppo industriale del litorale
versiliese, sia per il moderno sfruttamento agricolo delle zone circostanti, con conseguente uso
massiccio di diserbanti, antiparassitari e concimi chimici. Ciò ha determinato l’eutrofizzazione e
l’alterazione dell’equilibrio idro-biologico ed una grave minaccia per la sopravvivenza della flora e
della fauna. Ai margini del cratere palustre vero e proprio, nei canali e nel palude, prevale la
vegetazione parzialmente o totalmente sommersa (idrofite) con presenza di Potamogeton sp.pl e
Certophyllum Demersum, pianta alimentare per eccellenza per molti uccelli acquatici – oggi
purtroppo in rarefazione – e l’Hydrocotyle Ranunculoides, relitto terziario. L’acqua dei canali è
tappezzata da piccole piante galleggianti (Lemna Minor e L.Gibba) “erba paperina”, rapidamente in
moltiplicazione per via vegetativa. Purtroppo sempre più rare le ninfee (Nymphaea Alba) ed ormai
sempre più scarse le segnalazioni di Hydrocharis morsus-ranae e della curiosa Utricularia Australis,
dalle foglie provviste di piccoli otricelli. Maggiormente svincolate dall’ambiente liquido, le elofite,
quali le cannucce di palude (Phragmites australis), il falasco (Cladium mariscus) e la lisca (Typha
latifoglia e T. augustifolia) che dominano i popolamenti di ripa e le zone torbose del palude.
Peculiari di Massaciuccoli sono gli “aggallati” o “pollini”, isole di torba galleggianti sostenute dagli
intrecci dei rizomi delle cannucce. Sopra queste torbiere si sviluppano le sfagnete, così chiamate
per l’eccezionale presenza di particolari muschi (Spaghnum sp.pl), tipici dei climi freddi e relitti
dell’ultima glaciazione. Massaciuccoli è oggi l’unica stazione mediterranea a livello del mare dove
sono presenti tali associazioni vegetali. Importante l’avifauna nidificata censita: almeno 70 coppie
di Airone Rosso (Ardea Purpurea) nelle colonie della zona settentrionale del palude, oltre 10
coppie di Falco di palude (Circus aëroginosus) ed almeno 5 del rarissimo e mimetico Tarabuso dal
verso inconfondibile (sito principale in Italia). Gravi squilibri all’ecosistema lacustre sono stati
determinati dall’introduzione involontaria, avvenuta negli anni ’90, del nordamericano gambero
killer (Procambarus clarkii).
L’escursione si svolge in buona parte all’interno dei confini della Riserva Naturale del Chiarone ed
è mirata alla conoscenza degli ambienti caratteristici del lago: i canneti, i chiari e le acque libere.
Dal battello è possibile rendersi conto dell’estensione del canneto (1500 ettari) che caratterizza
gran parte della palude e che rappresenta l’ambiente ideale per la riproduzione di numerose
specie di uccelli acquatici. La massiccia presenza delle bilance, osservabili lungo il percorso, è in
relazione all’abbondanza di pesci che vivono nelle acque del lago e della palude, in cui si
aggiungono specie tipiche dell’ambiente marino e salmastro provenienti dal Canale Burlamacca,
unico emissario. Con il battello ci spingiamo verso nord e raggiungiamo il canale chiamato “Le
Venti”: in questa zona potremmo osservare uno specchio d’acqua profondo diversi metri da cui
sono emerse testimonianze archeologiche preistoriche.
Finita l’escursione in battello, ci fermiamo a Torre del Lago per una visita al Museo Villa di
Giacomo Puccini che domina la Piazza Belvedere.
Nel 1891 Giacomo Puccini prese in affitto una casa-torre sul lago di Massaciuccoli: tre semplici
ambienti al piano superiore con cucina ad uso comune ed una stalla al piano terra. Da allora Torre
del Lago diventò il rifugio prediletto del maestro: l’estrema tranquillità di questi luoghi, la bellezza
della sua natura vergine, la semplicità della sua gente, l’incanto del lago con i suoi struggenti
tramonti erano tutto ciò che serviva a Puccini per concentrarsi pienamente nella sua musica e
trovare l’ispirazione per le sue opere più famose. Qui Puccini condusse una vita fatta di piccole
cose e piaceri puri, dedicandosi alla caccia e trascorrendo momenti spensierati in compagnia di
amici artisti dallo spirito libero e dall’animo sincero. Dopo il successo ottenuto con l’opera Manon
Lescaut (1893), Puccini poté finalmente acquistare la casa-torre in cui risiedeva come affittuario.
Decise di far demolire l’edificio per edificare una nuova villa e si trasferì nella vicina residenza del
conte Grottanelli fino alla conclusione dei lavori (primavera 1900).
La villa, diventata oggi un museo aperto al pubblico, presenta una struttura tradizionale
caratterizzata dal volume cubico, dalla composizione simmetrica e da una chiara partizione delle
funzioni. Un ornamentale bow-window in vetro e ferro conduce all’interno allo studio del maestro.
Il giardino – originariamente lambito dl lago – ha un impianto irregolare delineato da aiuole ornate
di pietre bizzarre, da palmizi e da siepi. La casa fu equipaggiata con le ultime novità tra cui un
moderno impianto di riscaldamento a radiatori ed un telefono (un vero e proprio lusso per
l’epoca!) e Puccini dedicò particolare cura alle rifiniture. Chiese ad alcuni suoi amici artisti, tra cui i
pittori Ferruccio Pagni e Plinio Nomellini, di partecipare alla decorazione delle stanze. Così le pareti
del suo studio furono affrescate con allegorie delle ore da Plinio Nomellini ma, a causa del
progressivo deterioramento dovuto alla forte umidità, nel 1908 Puccini decise di coprirle con
paramento di stoffa. Proprio in questa stanza-omnibus è possibile ammirare suppellettili di stili
diversi tra cui mobili Bugatti e Tiffany, il prezioso paravento donato dal governo giapponese al
maestro, lo splendido caminetto rivestito di piastrelle in ceramica con disegni floreali prodotte
dall’artista fiorentino Galileo Chini (presso le Manifatture Arte della Ceramica di Borgo San
Lorenzo). Tutto questo riflette la personalità di Puccini ed il suo gusto eclettico. In questa villa
Puccini compose gran parte delle sue opere, era solito lavorare di notte nella quiete più assoluta,
mentre di giorno spesso si rilassava in battute di caccia sul lago a bordo del suo barchino. Definì
Torre del Lago “gaudio supremo, paradiso, eden, vas spirituale, reggia..” ed affermò
simpaticamente di soffrire di “torrelaghite acuta” tanto era forte il suo legame con questi luoghi.
Per volontà dei familiari le sue spoglie furono traslate qui nel 1926, all’interno di una cappella
ricavata da un ex-salottino, all’interno della villa.
Poco distante dalla casa-museo di Giacomo Puccini si trova il grande teatro en plein air inaugurato
nel 2008 dove ogni estate, nei mesi di Luglio ed Agosto, si svolge il Festival Pucciniano, importante
manifestazione di richiamo internazionale dedicata alla musica del grande compositore. La prima
stagione operistica si svolse a Torre del Lago nel 1930, a pochi anni dalla morte di Giacomo
Puccini, in onore del celebre maestro che proprio in vita espresse il desiderio di poter ascoltare un
giorno, in questo luogo a lui tanto caro, le sue opere all’aria aperta. Il cartellone 2011 del Festival
prevede due nuovi allestimenti, La Bohème e Madama Butterfly coprodotto con la nipponica NPO,
oltre a Turandot.
Concediamo 45 minuti circa di tempo libero per godersi un gelato o fare acquisti sulla terrazza
Belvedere. Rientro previsto nel tardo pomeriggio con il battello che ci riporterà al porticciolo di
Massaciuccoli dove ci attende il pullman.
Questo itinerario può essere adattato alle specifiche esigenze dei partecipanti, in base anche al
loro numero. La pausa pranzo ad esempio può essere libera, presso uno dei tanti ristoranti o caffè
situati sulla piazza Belvedere di Torre del Lago. Da tener presente che il pranzo al ristorante
Menotti con la prenotazione di un battello per effettuare lo spostamento sul lago, può essere
organizzato solo per gruppi di un certo numero di persone.