Il Comune di Piombino Dese

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edizioni
PIOMBINO
DESE
Anno III - n. 1 Marzo 2012
QUADRIMESTRALE D’INFORMAZIONE DEL COMUNE DI PIOMBINO DESE
La Banda Musicale
di Piombino Dese
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COSTRUZIONI GENERALI - RESTAURI
Un orgoglio che va riconosciuto
PIERLUIGI
CAGNIN
Sindaco
Il ventennale della Banda musicale
Via Marco Polo, 36 - 35017 Piombino Dese (PD)
Tel./Fax 049 9350478 - cell 348 3132128
[email protected]
Cari Concittadini,
in questo primo numero di “é Piombino Dese” edizione 2012 troverete un interessante inserto sulla Banda Musicale di Piombino Dese che festeggia quest’anno il ventesimo compleanno dalla rifondazione.
È giusto chiedersi cosa rappresenti la Banda Musicale per la nostra comunità: senza dubbio un valore ed un orgoglio. Dobbiamo essere fieri, come piombinesi, di avere una Banda che sa allietarci regalandoci, ogni anno, concerti di
altissima qualità e di elevata complessità di esecuzione. Inoltre, l’intervento della Banda rende sempre più belle e solenni le celebrazioni civiche che costellano il calendario delle manifestazioni ufficiali del Comune. Ciò è talmente vero
che molte associazioni fanno a gara per avere la Banda alla loro festa annuale
e, nonostante il sacrificio richiesto, i nostri musicisti si rendono sempre disponibili.
È una realtà associativa che gli altri Comuni ci invidiano e che noi tutti abbiamo
il dovere di supportare affinché continui ad operare con l’entusiasmo, la voglia
e l’impegno con cui l’abbiamo conosciuta ed ammirata in questi anni. Viva La
Banda!
In vista del rinnovo del Consiglio direttivo del Movimento Anziani, desidero esprimere un pubblico ringraziamento al Presidente uscente Basso Antonio e a tutti i componenti del direttivo per l’impegno profuso e la dedizione espressa nel
guidare l’attività dell’associazione che raggruppa e rappresenta gli anziani della nostra Comunità.
Un augurio di buon lavoro lo rivolgo al neo eletto Consiglio e direttivo della Pro
Loco e al Presidente Innocente Peron.
Nella programmazione delle attività per il nuovo anno voglio segnalare a marzo
ed aprile la mostra del collezionismo e la mostra del Libro che si terranno negli
spazi consueti degli ex magazzini Bonato in via Cesare Battisti.
Tra qualche mese si terranno le elezioni amministrative per eleggere il nuovo Sindaco e Consiglio Comunale. Mi sento di rivolgere un appello accorato per
la partecipazione al voto. Nonostante l’insofferenza palpabile e assolutamente
giustificata per la Politica, che spesso porta la maggioranza dei cittadini a non
votare, credo che chiunque abbia a cuore il Bene della propria comunità debba
fare la propria parte contribuendo attivamente per disegnare il futuro del nostro
Comune.
Il Sindaco
Avv. Pierluigi Cagnin
INFORMIAMO
I CONSUMATORI CITTADINI
Con Delibera n. 37 del 12 febbraio, è stata deliberata la prossima
apertura di uno sportello per la
difesa dei Consumatori, presso il
Comune di Piombino Dese. L’ufficio per la consulenza sarà aperto
ogni lunedì dalle ore 10.00 alle ore
12.00.
Nel Comune di Piombino Dese si
firma per la proposta di legge di
iniziativa popolare per equiparare
gli stipendi dei politici alla media
europea. Dopo Grantorto, si può firmare anche nei Comuni di Piazzola,
Cittadella, Gazzo, San Pietro in Gu,
Galliera, Tombolo, Piombino Dese,
Villafranca, Limena, Fontaniva, San
Martino di Lupari e Villanova di
Camposampiero.
Servono 50.000 firme per la proposta di legge sul movimento «Nun
me regghe più». «Non si tratta di
antipolitica o per fare della campagna elettorale ma per una firma
di responsabilità e di sostegno alla
buona politica.
La lista per la sottoscrizione è disponibile presso l’ufficio della Segreteria del Sindaco.
Per informazioni:
tel. 049.9369412.
COPERTURE CIVILI ED INDUSTRIALI
BONIFICA AMIANTO - CARPENTERIA
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PIOMBINO
DESE
edizioni
Sommario
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Un orgoglio che va riconosciuto
Il ventennale della Banda musicale
La Banda Musicale di Piombino Dese
compie vent’anni, ma le origini sono molto più antiche
Quello del Don
Dalla Campagna di Russia alla Banda musicale
Nuovo automezzo
ai Servizi Sociali
Soggiorni estivi
C’è tempo fino alla fine di aprile per iscriversi
In ricordo
delle vittime dei genocidi
Rock Mistery
I misteri del rock svelati con racconti, musica e passione
Coperture Wi-fi zone,
La Banda Musicale di Piombino Dese
compie vent’anni, ma le origini sono molto più antiche
È EDIZIONI
Edizione di Piombino Dese - Marzo 2012
Registr. Trib. di Treviso nº 137 del 09/03/2010
DIRETTORE RESPONSABILE:
Martina Berno
EDITORE:
Grafì Comunicazione s.n.c. - Grafì Edizioni
Via Castellana, 109 - 31023 - Resana (TV)
T +39 0423 480154 - F +39 0423 715390
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REDAZIONE:
Ufficio assessori
del Comune di Piombino Dese
Responsabile di redazione
Dott. Endrius Salvalaggio
COLLABORATORI DI REDAZIONE:
Uffici Comunali
territorio di Piombino Dese
Bilancio previsionale 2012
Una politica di rigore sulla spesa per contrastare i minori trasferimenti
Grande successo
del Gruppo di Acquisto Solare Piombinese
Progetto rotatorie
Soluzioni verso la sicurezza
REALIZZAZIONE:
Grafica, raccolta pubblicitaria, stampa a cura
di Grafì Comunicazione - Grafì Edizioni.
PERIODICITÀ
Quadrimestrale distribuzione gratuita
L’ACAT ed i Club Alcologici Territoriali
STAMPA:
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Associazione Anziani Anteas
TIRATURA:
4.500 copie
di Piombino Dese a sostegno delle famiglie in difficoltà
Elezione nuovo direttivo
Servizi al Cittadino
Orari e numeri telefonici del Comune
FINITO DI STAMPARE:
Marzo 2012
Orari di ricevimento SINDACO e ASSESSORI COMUNALI
Sindaco Avv. Pierluigi Cagnin
[email protected]
Programmazione Economica, Bilancio,
Tributi, Sport e Tempo Libero
Assessore Formentin Gianni
Viabilità, Commercio, Trasporti, Arredo Urbano,
Verde pubblico, Manutenzioni,
S.I.T. (Servizio Informativo Territoriale)
[email protected]
Agricoltura, Ecologia, Ambiente,
Assetto idrogeologico, Protezione Civile,
Valorizzazione Parco del Sile
Assessore Vanzetto Silvano
Artigianato, Industria, Servizi Sociali,
Sicurezza
Assessore Bressan Paolo
Cultura, Politiche Giovanili,
Associazioni culturali, Pubblica Istruzione
[email protected]
[email protected]
martedì 16.00 - 18.00
sabato 9.00 - 12.00
INIZIA NEL 1872 LA
STORIA DELLA BANDA MUSICALE, RINATA NEL 1992 NEL
SEGNO DELLA PASSIONE PER
LA MUSICA
Per festeggiare questo intenso periodo di attività musicale, abbiamo preparato qualche pagina per farci conoscere di più e meglio. Il complesso
bandistico raccoglie una quarantina
di elementi diversi per età e per attitudine musicale, ma accomunati dal
desiderio di “fare musica”. Il repertorio proposto cerca di accontentare un
po’ il gusto di tutti, spaziando da brani operistici, classici, pop-rock, swing
e squisitamente popolari. Il nostro
gruppo presenta un carattere prettamente amatoriale, anche se siamo
orgogliosi dei nostri allievi che hanno
poi intrapreso studi di conservatorio e
conseguito lauree musicali. Di seguito
troverete qualche cenno storico sulla vecchia banda e alcune pagine che
illustreranno, in ordine di intonazione,
tutti gli strumenti suonati in banda.
Queste brevi descrizioni non hanno
alcuna velleità di carattere scientifico, anzi. Si auspica di riuscire a destare interesse, curiosità e, soprattutto,
di rendere “di tutti” un bene sociale e
culturale come è la banda cittadina.
Buona lettura.
Il Comitato di Gestione
LA VECCHIA BANDA
La prima testimonianza dell’esistenza di un gruppo musicale a Piombino Dese risale al 2 novembre 1872,
quando il consiglio comunale accorda, per alzata di mano, un contributo di £ 150 alla locale società filarmonica. Con quel denaro si intende far
fronte all’acquisto di nuovi strumenti
musicali per i giovani del paese i quali “desiderano iniziarsi nell’arte musicale”, come recita la delibera presente in archivio comunale.
Trascorrono circa sessant’anni prima
che se ne trovi ancora traccia. Si tratta della delibera del 3 marzo 1931 con
cui il podestà Luigi Schirato, la massima autorità amministrativa durante il Ventennio fascista, concede “un
sussidio che valga ad integrare i mezzi finanziari di cui esso [il corpo bandistico, N.d.R.] dispone onde poter
fronteggiare gli impegni già assunti e quelli contraenti per il funzionamento di detta banda”. Con il sussidio
del marzo 1931 si possono acquistare
20 strumenti che dovranno costituire
l’orchestra, visto che 35 giovani hanno
frequentato 50 lezioni teoriche e sono
ora desiderosi di iniziare con la pratica. Nel maggio del 1932 viene elargito
un contributo di £ 500 visto che “detta banda difetta di mezzi per poter fra
l’altro pagare il maestro che impartisce lezioni ai 30 giovani che le frequentano”. Non si sa chi sia il maestro
in quegli anni, l’unico nome che compare nei documenti ufficiali è quello di
Anselmo Cerello, l’allora presidente.
Tra il 1935 e il 1936 entrano a far parte del gruppo due testimoni di eccezione, che durante un pomeriggio di
chiacchiere ci regalano un po’ di ricordi. Si tratta del Prof. Domenico Chec-
chin e di Silvio “Angelo” Scquizzato,
entrambi classe 1920. Le esperienze personali si intrecciano con le note
d’archivio e il quadro ne risulta enormemente arricchito. Nel dicembre del
1937, il gruppo al quale viene liquidato un pagamento di £ 500 per i servizi
prestati in occasione di feste e solennità nazionali, è la fanfara del Fascio
Giovanile.
“Fanfara”, tengono a precisare il Professore e Angelo, poiché “era composta allora di soli ottoni”. E, sicuramente, una fanfara sui generis,
visto che è ribattezzata “La Disperata” dai suoi giovani componenti. Il Prof. Checchin tiene a dare una
descrizione fedele dello spirito che
animava quei ragazzi: “Si consideravano degli emancipati, capaci di fare
musica per conto proprio. Rappresentavano una sorta di élite per quel
tempo. Andavano a ballare, amavano trasgredire e volevano distinguersi dagli altri sempliciotti di campagna,
da cui, naturalmente, erano tutt’altro che benvisti”. Chi si occupa della
gestione del gruppo in quegli anni è il
“Sior” Ezio Gaspari, commesso farmacista, appassionato d’opera lirica
e gran suonatore di clarinetto, mentre alla direzione troviamo il Maestro
Romeo Fracalanza. Già in quegli anni
la fanfara va trasformandosi in qualcosa di più serio: alle marce e ai canti popolari si affiancano i primi pezzi
d’opera, e tutto diventa più impegnativo. Per imparare a suonare ci si trova
a casa del Maestro Romeo Fracalanza, “diplomato in organo al Conserva-
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Vicesindaco e Assessore Livieri Ilario
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di questo periodico a “costo zero” per il comune di Piombino Dese.
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La Banda musicale
La vecchia banda “Disperata” (da in alto a
sx): Bruno Perugini, Romeo Fracalanza, Ilario Fracalanza, Renzo Trevisanello, “Sior”
Ezio Gaspari, Ughetto Montin, Orlando Brazzalotto, Antonio Venturin, Attilio Zanini, Giovanni Scquizzato, Attilio Carnio, Mario Mainente, Domenico Checchin, Nico Gazzola,
Primo Morosin, Antonio Tonell, Ferruccio
Tieppo, Silvio Mason, Giulio Bertuola, Guido
Bortolozzo
torio Benedetto Marcello di Venezia”,
ricorda Angelo, che, dopo soli quattro
mesi di lezione, entra a far parte del
gruppo. Siamo alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale e i ragazzi della
“Disperata” vengono arruolati. Prima
di partire per il fronte però, i giovani
bandisti riconsegnano spartiti e strumenti, che vengono depositati nel granaio della Canonica. Finita la guerra,
durante la ritirata, i nazionalsocialisti
fanno razzia dovunque e si appropriano anche degli ottoni nascosti nel granaio adiacente alla Chiesa. “Sior” Ezio
Gaspari, di ritorno dal fronte, nono-
stante tutto non demorde e si rimette
a capo del rinato corpo bandistico, che
però è allo sbando, senza mezzi e senza strumenti. In quei frangenti è Monsignor Antonio Dal Colle a sostenere la banda, anche economicamente:
Monsignor Dal Colle è stato un grande amante della musica e ci ha aiutato molto”, ammettono Angelo e il Professore. C’è un altro episodio legato
alla banda che vale la pena ricordare:
subito dopo la guerra, decaduta l’autorità fascista, a Piombino Dese serve
una guida, una personalità capace di
accompagnare questo paese di campagna verso un futuro pieno di sogni
da realizzare. Tutti i cittadini mossi da
senso civico si riuniscono in comune e si interrogano sul da farsi. Serve un sindaco, e in fretta. Il problema
è “chi”. I ragazzi della Disperata prendono iniziativa e additano Domenico
Checchin: “Lui, che ha studiato!” Così,
il Professore, all’epoca non ancora
laureato, viene acclamato a furor di
popolo primo sindaco del dopoguerra. A rigor del vero, Checchin tenterà
di dimettersi nel 1947 per poter completare gli studi, ma, come da delibera comunale, il consiglio respinge le
sue dimissioni e decide di sostituirlo
fino a che non avrà conseguito la laurea alla Cattolica di Milano. La testimonianza del Professore a riguardo
è a dir poco significativa: “il Municipio
era sacro, allora, come la Chiesa. C’era un grande rispetto per le istituzioni e chi le rappresentava. Me la sono
cavata bene perché ho fatto venire le
fabbriche. Con le industrie il paese
cambiò volto”.
Il Maestro Romeo Fracalanza abbandona l’Italia subito dopo la guerra per
emigrare in Brasile. È sua la mano
che ha trascritto pezzi d’opera per la
banda e ha composto per la corale
della Chiesa un’intera Messa e numerosi altri brani. Pur tra mille difficoltà,
il comune elargisce ancora qualche
contributo straordinario per la banda a fine anni ’40, ma gran parte degli
oneri se li accollano Gaspari e il Prof.
Checchin - in veste di privato cittadino
- sottoscrivendo un’onerosa cambiale
di £ 300.000.
Tanti sono i denari da destinare ai
nuovi strumenti e alle nuove partiture.
A partire dagli anni ’50 si aggiungono
nuove voci al nostro racconto: Albino
Bortolozzo, che inizia a suonare subito dopo la guerra e Gianfranco Olivi, allievo dai primi anni ’50. Al direttore Romeo Fracalanza, emigrante,
subentra il fratello Albino, che abbandona l’Italia per il Canada poco oltre
il 1950, lasciando il posto al Maestro
Giovanni Arpa.
Alla ripresa dell’attività, subito dopo
la fine del conflitto mondiale, si contano numerosi allievi che frequentano le lezioni di teoria e solfeggio per
tre volte alla settimana, dapprima in
Villa Fantin, sui banchi di scuola, e
poi in una stanza adiacente alla cella mortuaria vicino al campanile. In
quegli anni si sfila sia in paese sia nei
comuni limitrofi per le ricorrenze civili
e religiose. Albino Bortolozzo ricorda
che uno degli appuntamenti fissi era
la Festa dell’Agricoltura a Salvarosa
che si teneva il Primo Maggio. All’epoca nessuno possiede l’automobile e allora, per le trasferte, caricano
due panchine dei ragazzi del catechismo sul camion, normalmente adibito al trasporto del bestiame, di “Nafta” Bavato.
Le gite sociali di quegli anni hanno Verona come meta, dove ci si ferma fino a sera per ascoltare un’o-
Il maestro impugna la bacchetta, tutti
trattengono il fiato e si inizia con “Fratelli d’Italia”. Da allora sono trascorsi
20 anni e, guardando dietro le spalle,
ci si accorge di avere una piccola storia da raccontare.
Dalla sua fondazione la banda ha
annessa una scuola di musica con
una classe per ogni strumento presente nel complesso. Ci si avvale di
insegnanti diplomati al conservatorio
e quindi in grado di offrire un percorso
formativo dalle basi solide. La scuola
è aperta a tutti, allievi giovani e meno
giovani.
Saggio finale degli allievi per l’anno 2010/2011
pera all’Arena. Albino ricorda con
precisione il primo concerto della
banda dopo la guerra: in repertorio
c’erano “Nabucco” di Giuseppe Verdi
(1813-1901) e “Cavalleria Leggera” di
Franz von Suppè (1819-1895).
La banda sopravvive fino alla fine
degli anni ’50, sotto la guida di Giovanni Arpa, cui Gianfranco Olivi fornisce le bacchette di legno che il Maestro, nell’impeto della direzione,
puntualmente spezza. Il gruppo, prostrato dalla cronica carenza di fondi e
dall’emorragia di giovani che a frotte
lasciano le campagne venete per cercare fortuna altrove, termina la propria attività nel 1962. Gianfranco Olivi racconta con rammarico dell’ultima
“suonata” sopra il campanile e della
successiva diaspora degli strumentisti verso le bande di Loreggia e Trebaseleghe.
LA NUOVA BANDA
La vecchia banda di Piombino Dese
cessa dunque ogni attività nel 1962,
ma non muore il sogno di potere, un
giorno, vederla rinascere.
La persona che lavora con maggior
impegno e determinazione a questo
progetto è il compianto Angelo Ziero,
indomito cacciatore di talenti che bussa instancabilmente alla porta di exbandisti o di giovani strumentisti in
erba.
Ziero trova decisivo sostegno nell’Ingegner Valerio Carnio, grande appassionato di musica classica e figlio di
uno dei membri della Disperata. I due
riescono a raccogliere un manipolo di
strumentisti a cui però bisogna dare
un maestro. Cercano un volto nuovo,
e lo trovano nel Maestro Fabio Forner,
appena rientrato dal servizio militare.
Forse è il destino, ma la sede della
banda è in Piazzetta Colonnello Ezio
Gaspari, colui che si adoperò con smisurato impegno per la vecchia fanfara. Risale al 29 gennaio 1992 la prima
prova: si scartano gli strumenti nuovi
di zecca, si oliano le pompe, escono le
prime note e tutti sono percorsi da un
brivido di emozione. Sono una ventina i
primi strumentisti che si ritrovano per
inaugurare questo nuovo corso nella
mansarda del Centro Diurno Anziani.
I LEGNI
La banda è un gruppo di strumenti a
fiato e a percussione, talvolta coadiuvati da basso e chitarra elettrici.
Gli strumenti a fiato si suddividono in
ottoni e legni. Originariamente i legni
erano, ovviamente, costruiti completamente in legno. Legni duri e molto resistenti che, come nel caso del
fl auto, sono stati sostituiti da leghe
metalliche che creano meno problemi strutturali e di qualità del suono.
Fanno parte di qesta famiglia l’oboe, il
fl auto, il clarinetto e il sassofono.
L’Oboe
Il primo strumento che si incontra in
banda, in ordine di intonazione, è l’oboe. L’oboe è fatto di ebano o, più
raramente, di palissandro, tipologie
di legno che garantiscono maggiore stabilità al variare dell’umidità. I
tasti e la meccanica sono in metallo,
di solito alpacca, argentata o nichelata. Dal francese hautbois, che letteralmente significa “alto legno”, l’oboe
è uno strumento ad “ancia doppia”.
Mentre clarinetto e sassofono hanno
una sola ancia che si monta sul boc-
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ARREDAMENTI SU MISURA
RESTAURI
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La Banda musicale
Oboe
chino con una fascetta di pelle o di
metallo, l’oboe presenta due piccole ance legate tra di loro dopo essere state sgorbiate (intagliate) dallo
strumentista, a seconda della durezza del legno dell’ancia stessa o delle
necessità di chi suona. L’oboe come lo
si conosce oggi, si sviluppa in Francia
a partire dalla seconda metà del XVII
secolo, cioè da quando il compositore Jean-Baptiste Lully (1632-1687) inizia ad impiegarlo regolarmente nelle
sue opere. Lully in realtà è di origine
toscana, ma francesizza il suo nome
quando entra alla corte di Luigi XIV
(1638-1715), passato alla storia come
il Re Sole. È l’orchestra di questo
monarca assoluto ad avere per prima in organico gli oboi. In Italia l’oboe
fa la sua comparsa nel 1698, nell’orchestra di San Marco in Venezia, allora uno dei più importanti centri musicali della penisola. La città lagunare è
in quegli anni culla di numerosi talenti coltivati anche tra le classi meno
abbienti grazie alle scuole di musica
attive nei quattro ospedali della città.
Queste strutture pubbliche, l’Ospedale della Pietà, dei Derelitti, dei Mendicanti e degli Incurabili, offrono un’educazione musicale a ragazze povere
ed orfani. Lo stesso Antonio Vivaldi
(1678-1741) è attivo come insegnante
di violino all’Ospedale della Pietà dal
1703 al 1740.
Sempre a partire da inizio Settecento,
l’oboe acquista un ruolo di primaria
importanza nella musica colta suonata, allontanandosi così in maniera
decisiva dal mondo musicale amatoriale e popolare.
Lo sviluppo dell’oboe è frutto di esemplari sinergie tra abilissimi costruttori e insigni virtuosi, soprattutto nel
XVIII secolo, un momento di irripetibile rigoglio per tutti gli strumenti a fiato. Tomaso Albinoni (1671-1750), Antonio Vivaldi e Johann Sebastian Bach
(1685-1750) contribuiscono allo sviluppo dell’oboe in modo determinante grazie alla loro scrittura musicale rivoluzionaria. Ciò nonostante sul
panorama musicale italiano predominano gli archi spinti dalla pregevole
liuteria settecentesca. Gli strumenti a
fiato trovano così i loro centri di produzione al di là delle Alpi, tra Francia,
Inghilterra e Germania.
Spetta all’Ottocento, il secolo per
antonomasia dell’opera, consacrare definitivamente l’oboe alla ribalta dei teatri anche in Italia. Gioachino
Rossini (1792-1868), emblema di questa stagione musicale, scrive 39 opere tra il 1809 e il 1829: in tutte l’oboe
ha una parte preponderante e di notevole difficoltà tecnica ed espressiva,
senza considerare che i suoi interventi sono molto più esposti di quelli degli
altri legni.
La posizione conquistata dall’oboe nel
corso del XIX secolo in ambito orchestrale non viene più messa in discussione nei tempi a venire. L’oboe che
conosciamo e che vediamo in banda
è lo strumento che subisce l’ultima
importante variazione strutturale nel
1906 ad opera del costruttore francese Lorée.
Il Flauto traverso
Anche il fl auto traverso è, come si
è visto, considerato un legno, visto
che fino a tutto il XIX secolo erano pochissimi gli strumenti di questo
tipo in metallo. Per garantirne migliori prestazioni musicali, oggigiorno si
costruiscono quasi esclusivamente fl auti traversi in metallo, di solito
in alpacca argentata. Professionisti
e virtuosi si avvalgono anche di strumenti in argento o oro.
Le origini del fl auto si perdono nella
notte dei tempi, da quando cioè, circa
10 000 anni fa, l’uomo del Paleolitico
nota che soffiando dentro ad un tubo
di materiale secco ottiene dei suoni. Il fl auto traverso arriva in Europa
dall’Asia, più precisamente dalla Cina,
grazie agli scambi culturali mediati
dall’Impero Romano d’Oriente. È però
solo l’iconografia musicale medievale
che attesta per prima la presenza del
fl auto traverso in Europa. Varie fonti
testimoniano l’utilizzo di questo strumento già nel X secolo, anche se, fino
a tutto il XIII secolo gli viene preferito addirittura un antesignano del fl auto dolce.
Dopo questa fase di impopolarità, il
fl auto traverso riemerge da protagonista in Europa all’inizio del XIV secolo, quando si diffonde nella musica
popolare e di corte. Ciò che però ne
determina la diffusione in tutto il continente europeo è il suo utilizzo come
strumento di segnalazione da parte dell’esercito svizzero a partire dal
1350. L’apice della popolarità viene
Flauto traverso
raggiunto in Germania e, soprattutto,
in Francia. Oltralpe è grazie agli Hotteterre che il fl auto traverso ha una
diffusione capillare. Uno dei membri
di questa prestigiosa famiglia di musicisti e fabbricanti di strumenti a fiato,
tale Jacques Hotteterre (1684-1762),
è anche un abile esecutore del fl auto
traverso, che perfeziona.
È quindi nel periodo barocco che il
fl auto traverso, perfezionato da abili costruttori, entra a pieno titolo nelle orchestre di corte come strumento
di fila e solista, finché nella seconda
metà del Settecento si afferma come
strumento stabile grazie alle notevoli risorse tecniche, al timbro omogeneo, allo smalto del registro acuto e
all’agile articolazione. Il fl auto traverso rimane uno strumento tipicamente settecentesco sfruttato come voce
solistica, in particolare dai musicisti
francesi, oltre che da Vivaldi e Bach.
Durante il periodo romantico torna a
ricoprire un ruolo di basso profilo, in
un momento in cui il fl auto traverso
si appresta a subire delle modifiche
strutturali che lo trasformano nello strumento che suoniamo noi contemporanei. Nel 1847 il costruttore
tedesco Theobald Böhm (1794-1881)
brevetta il modello di fl auto traverso di forma cilindrica, a dodici o più
chiavi, quello stesso strumento che
riconquista la scena grazie a musicisti come Claude Débussy (1862-1918),
Maurice Ravel (1875-1935) da una parte, ed esponenti della musica moderna come Pierre Boulez (1925), Luciano
Berio (1925-2003) e Bruno Maderna
(1920-1973) dall’altra.
Il Clarinetto
Nella partitura d’orchestra il clarinetto è il terzo dei legni dopo oboe e
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fl auto traverso. Presenta un’estensione più ampia degli altri due e una
maggiore aggressività dinamica,
che va da un pianissimo a un fortissimo. I clarinetti si costruiscono in
legno di bosso, in ebanite, anche se i
migliori sono quelli in ebano perché
sono più performanti. Gli storici della
musica dibattono da sempre sulle origini del clarinetto. Taluni sostengono
che si tratti di uno strumento “inventato” a fine Settecento, mentre altri
lo fanno risalire all’epoca romana,
quando nelle gare musicali, nei teatri, e nell’arena si suona la “tibia”.
Quest’ultima cade in disgrazia dopo la
fine dell’Impero Romano d’Occidente,
quando la musica strumentale viene
messa al bando dalla chiesa di allora
e più specialmente la tibia, per la sua
associazione con ogni forma di licenza
e depravazione morale. L’antesignano
del clarinetto sopravvive, da questo
momento in poi, grazie ai musicanti
ambulanti che lo portano nell’Europa
Occidentale dove viene preservato
dalla completa estinzione.
Nelle miniature del XIII secolo è
spesso rappresentato lo chalumeau,
antico strumento francese munito di
ancia, simile alla zampogna. Questo
potrebbe essere l’anello di congiunzione tra la tibia romana e il clarinetto.
Rimaniamo però nel campo della congettura, visto che lo chalumeau nella
sua forma originale manca da qualsiasi museo o collezione privata. Il
primo a trasformare lo chalumeau
è il tedesco Johann Christian Denner (1665-1707), il quale presenta nel
1690 a Norimberga lo chalumeau trasformato, chiamandolo, appunto, clarinetto. Lo strumento di Denner viene
introdotto in orchestra da alcuni compositori con buoni risultati, sinchè
Clarinetto
nel 1791 il professore di conservatorio Jean-Xavier Lefèvre (1763-1829)
apporta dei cambiamenti strutturali
che determinano dei miglioramenti
notevoli. Nel XVIII secolo il clarinetto
trova largo uso nelle bande militari. Solo nel 1824, Ivan Müller (17861854) rivoluziona lo strumento, esaltandone tutte le qualità di suono e di
espressione. Müller, musicista virtuoso e abile costruttore, presenta
nel 1809 uno strumento dal disegno
nuovo ed innovativo poi perfezionato
fino al 1812, quando viene esaminato
dalla commissione del Conservatorio di Parigi, un’autorevole istituzione
che all’epoca decreta con i suoi pareri
la sorte di uno strumento. Nonostante
la valutazione negativa che Müller
riceve, il caparbio costruttore non si
abbatte e si dedica con ancor maggiore ostinazione alla diffusione del
suo clarinetto e al riconoscimento
delle sue indiscusse doti musicali.
Anche i fratelli Stadler, costruttori
leggendari e clarinettisti dell’orchestra della corte di Vienna per i quali
Mozart compone nel 1789 uno dei concerti per clarinetto più famosi, apportano delle modifiche importanti. Il
cosiddetto “sistema Müller” viene
ulteriormente perfezionato nel corso
di tutto il XIX secolo. Hyacinthe Klosé
(1808-1880) è l’ultimo grande innovatore nella storia del clarinetto. Klosé
si ispira alle migliorie apportate da
Böhm al fl auto traverso. Jean-Louis
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La Banda musicale
Buffet (1813-1865), famoso costruttore, lo asseconda e realizza uno strumento grazie al quale viene insignito
di una medaglia all’esposizione mondiale di Parigi del 1839. Gradatamente
il clarinetto sostituisce l’oboe in tutte
le bande militari francesi. Si racconta
che una delle bande di Napoleone
Bonaparte (1769-1821) abbia avuto non
meno di venti clarinetti. Joseph Haydn
(1732-1809) e Wolfgang Amadeus
Mozart (1756-1791) sono tra i primi
compositori a dare la dovuta importanza al clarinetto, mentre è Ludwig
van Beethoven (1770-1827) ad introdurre il clarinetto definitivamente in
orchestra, quando lo utilizza nella sua
Prima Sinfonia (1800). Sebbene il clarinetto faccia il suo ingresso in orchestra più tardi degli altri strumenti a
fiato, esso acquisisce una posizione
di rilievo per le risorse che offre ai
compositori che gli affidano un ruolo
determinante nei passi di agilità, negli
arpeggi, nelle armonie, ma soprattutto nelle melodie ove può essere
molto espressivo, emettendo e smorzando con facilità il suono più di qualunque altro strumento a fiato.
10
Il Sassofono
Come e, forse, ancor di più del clarinetto, il sassofono è uno dei pochi
strumenti ad essere stato inventato.
A metà Ottocento, in un periodo denso
di avvenimenti decisivi per la trasformazione dell’uomo, della società e dei
suoi costumi, Adolphe Sax “inventa” il
sassofono. Antoine Joseph Sax, detto appunto Adolphe, nasce nel 1814 a
Dinant in Belgio. Dal padre, musicista e fabbricante di strumenti a fiato,
Adolphe apprende i primi rudimenti.
Sax però non si accontenta di perfezionare strumenti preesistenti frutto del lavoro di altri, seppur abili, artigiani. Egli cerca qualcosa di diverso,
qualcosa che meglio si attagli alle
questioni teoriche di fisica acustica che lo interessano da sempre. Nel
suo percorso di ingegnoso costruttore, Adolphe Sax sarà costantemente
ostacolato da una concorrenza mossa principalmente da invidia e spirito
di rivalsa, più che da autentico e sano
agonismo.
Nel 1842 Adolphe Sax si stabilisce a
Parigi, dove apre una fabbrica di strumenti a fiato. Il sassofono viene bre-
Sassofono
vettato ufficialmente nel giugno del
1846 e l’anno successivo tutte le bande militari francesi adottano questo
nuovissimo strumento a fiato. Il geniale belga costruisce uno strumento
in ottone, rame e nichel, variamente miscelati, che unisce l’imboccatura ad ancia semplice del clarinetto,
un sistema di chiavi ispirato al clarinetto, all’oboe e al fl auto, ed un canneggio conico in metallo. Questo ibrido, pur appartenendo alla famiglia dei
legni ed avendone la flessibilità tecnica, permette un grande volume di
suono, paragonabile a quello degli
ottoni. Tra il 1848 e il 1853 l’impresa
di Adolphe Sax subisce un grave tracollo finanziario da cui però si saprà
riprendere diventando più fiorente
che mai. L’eclettico Sax, infatti, non si
limita ad essere un geniale artigiano,
ma si dedica all’editoria, alla direzione della fanfara dell’Opera di Parigi,
all’organizzazione di concerti, all’elaborazione e all’invenzione di teorie
acustiche applicabili a sale da concerto e teatri. Sax conquista per i suoi
strumenti il prestigioso mercato delle bande musicali francesi, destando
ancor maggiori invidie negli altri fabbricanti che non esitano a boicottarlo in tutti i modi. Incendi dolosi scoppiati nella sua azienda, intimidazioni
ai dipendenti, aggressioni fisiche ed
azioni legali sempre concluse a suo
favore giungono infine a minare la sua
salute. Se da un lato il destino sembra accanirsi contro Sax, varie testimonianze attestano dall’altro che il
costruttore belga unisce alla geniale
creatività un pessimo temperamento che lo rende inviso a molti dei suoi
conoscenti. Sax muore a Parigi nel
1894, praticamente in miseria, ignorato soprattutto da quel mondo musicale a cui tanto ha giovato.
A dispetto dell’immediato successo
raccolto nel contesto musicale militare, il sassofono deve faticare non poco
per superare le barriere pregiudiziali esistenti nell’ambiente accademico
“colto”, rimanendo legato ad un ruolo
di secondo piano fino agli anni ’20 del
secolo scorso.
Mentre la sua fama nel vecchio continente si offusca, tocca al “nuovo mondo” invertire la rotta. Il sassofono si
trasforma nello strumento per antonomasia del jazz americano, solo che
non tutti sanno che è nato in Francia
da un artigiano belga e che si è inizialmente diffuso grazie alle fanfare militari. È il jazz quindi a sdoganare il sassofono dalla dimensione marziale da
una parte, e stantía e convenzionale dei conservatori dall’altra. Il jazz,
affamato di strumenti agili, potenti e
da un marcato eclettismo espressivo, si appropria del sax senza volto e
senza storia, regalandogli l’immortalità tra le mani di interpreti come John
Coltrane e tutti i suoi maledetti fratelli.
GLI OTTONI
Gli ottoni sono strumenti a fiato con
tubo e bocchino di metallo. Si distinguono, fra gli ottoni, quelli a tubo cilindrico (tromba e tromboni) e quelli a
tubi conico (corni e flicorni).
Il Corno
Il corno è un ottone costituito da un
tubo ritorto lungo quasi quattro metri.
Si tratta di uno strumento efficace sia
nella sezione di accompagnamento
(note lunghe o ribattute), sia in quella melodica, dove dà vita a passaggi di grande effetto e fini virtuosismi.
La sua origine risale ai corni naturali
dell’antichità ricavati da corna o zanne di animali. Fin da tempi remotissimi questi strumenti venivano adoperati dai pastori come strumenti da
richiamo, evolvendosi via via fino al più
recente corno da caccia. Dolce, cupo
e malinconico nel cantabile, adatto a
destare suggestioni pastorali, il corno
si presta anche a richiami eroici.
È storicamente provato che il corno ha
subíto grandi trasformazioni in tempi
molto rapidi. Esso viene considerato
da molti il precursore degli ottoni,
sebbene si tratti, naturalmente, di
un avo leggendario e soprattutto non
costruito in metallo. Si trova traccia
di tutti questi strumenti nel continente africano sottoforma di lunghi
tubi in legno, canna, grandi conchiglie a chiocciola o corna di animali. Gli
antichi egizi furono probabilmente i
primi a costruire strumenti in metallo:
ne sono un esempio le trombe rinvenute nella tomba del faraone
Tutankhamon. Anche per gli antichi
romani il corno e i suoi congeneri
rimangono relegati al più modesto
ufficio di generatori di segnali acustici, utilizzati per scopi militari, cerimoniali e religiosi. Nei secoli successivi non subisce variazioni di rilievo.
Intorno all’anno 1000 si ha notizia di
un gruppo strumentale composto da
corni e trombe che si esibisce alla
corte imperiale bizantina. Per vederli
comparire per la prima volta in orchestra, bisogna però attendere il XVI
secolo, quando cioè le sorti di corno,
tromba e trombone non coincidono
più. Si comincia a scrivere musica per
questi strumenti in maniera distinta a
cavallo della metà del secolo XVI. La
lunghezza dei tubi, diversa nei vari
casi, la loro forma, conica o cilindrica,
il graduale adattamento ad intonazioni coerenti come le sempre più
chiare affermazioni tonali, sono il viatico verso il destino musicale di quella
categoria strumentale che è già possibile distinguere con il nome di “ottoni”.
A Jean-Baptiste Lully è dovuto il merito di avere dato la prima precisa
caratterizzazione all’uso orchestrale del corno, e ciò avviene nell’opera
“La principessa d’Elide”, rappresentata a Parigi nel 1664. Il punto di svolta giunge nel XVIII secolo: un celebre
strumentista dell’epoca, tale Anton
Joseph Hampel (1705-1771) è l’idea-
11
La Banda musicale
tore di un primo rivoluzionario cambiamento strutturale dello strumento
messo “in ottone” nel 1753 da un artigiano di Dresda.
Un altro momento risolutivo nella storia del corno é il 1815, quando viene
introdotto il meccanismo a pistone. I
pistoni conferiscono al corno il dono
fondamentale della politonalità. Più
tardi anche il meccanismo a pistone
viene sostituito da quello a cilindro,
perfezionato ulteriormente dal già
noto Adolphe Sax, l’eclettico inventore del sassofono. Contestualmente
all’evoluzione tecnico-strutturale del
corno, si assiste anche ad uno sviluppo del repertorio musicale composto
da autori quali Haydn, Mozart, Johann
Strauss (1825-1899), Beethoven, Rossini, Robert Schumann (1810-1856) e
Richard Wagner (1813-1883), solo per
citare alcuni tra i più noti al grande
pubblico.
L’ultima tappa evolutiva riguardante il
corno è l’invenzione del corno a doppia tonalità a fine ‘800, uno strumento
che si impone a mano a mano su scala mondiale e che vediamo a tutt’oggi in banda.
tiscono ordini alle milizie con la “buccina”, altro strumento a fiato in bronzo e senza tasti, che si può inscrivere
nell’albero genealogico della tromba.
Sono noti anche i numerosi episodi dell’Antico Testamento che riferiscono di strumenti del tutto simili ed
utilizzati dalle autorità religiose per
annunciare festività o lanciare segnali di guerra. Inoltre, in tutte le civiltà
del Mediterraneo si fa largo uso sin
dall’antichità di trombe dritte, dette anche “Chiarine”, per motivi militari, religiosi o di richiamo. Solo nel
XVI secolo essa assume una forma
curva simile a quella attuale, quando
diventano protagoniste anche a corte. L’importanza acquisita da questo
strumento è testimoniata anche dalla pubblicazione di appositi trattati per l’apprendimento di teoria e tecnica della tromba. Uno dei più antichi
risale al 1638 ed è pubblicato a Francoforte. Da questo si deduce anche
che questo strumento entra a far parte dell’organico orchestrale in maniera sistematica.
Tra il XVII e il XVIII secolo la tromba viene utilizzata da compositori di
una certa fama come Leopold Mozart
(1719-1787), padre di Wolfgang Amadeus e da Johann Michael Haydn (17371806), fratello del più noto Joseph.
Passaggio risolutivo come già per il
corno, é l’introduzione dei pistoni nel
1820, che consentono finalmente di
eseguire sullo strumento, di solito una
lega di ottone, l’intera scala cromatica
La Tromba
Come è già stato menzionato in precedenza, nella tomba di un faraone in Egitto è rinvenuto uno strumento molto simile alla tromba odierna.
Secoli dopo, gli antichi romani impar-
Tromba
Corno
fino al limite fisico di circa tre ottave.
Nel XIX secolo avvengono altri cambiamenti strutturali che ne consolidano la posizione all’interno dell’orchestra.
Nel Novecento la tromba diventa punto d’incontro tra il jazz e la musica
sinfonica. Il jazz nordamericano infatti esplora arditamente tutte le caratteristiche di virtuosismo fantastico
sconosciute fino a qualche anno prima, quando la tromba era in primis lo
strumento che dava voce ad eroismi
epici e militari.
Di riflesso e non in maniera né scontata né epigonale, la musica sinfonica
si impadronisce di questi rinnovamenti rivoluzionari e forieri di ispirazione
sia per i compositori, che d’un tratto
dispongono di enormi ed imprevedibili
risorse espressive e ritmiche, sia per
gli strumentisti che eseguono prodigiose evoluzioni virtuosistiche.
Il Trombone
Il trombone può essere a pistoni o a
tiro, due tipologie distinte ma con la
stessa estensione e le stesse caratteristiche timbriche. Già intorno al
1450 in Borgogna, una tromba piuttosto lunga, ribattezzata trompette des
ménéstrels, è munita di un dispositivo “a tiro”, che fa di tale strumento il
capostipite della famiglia del trombone, anche se è solo più tardi che tale
denominazione appare. Similmente
al violino, questo strumento è uno dei
più antichi cromaticamente completi. Trascurato a corte perché ritenuto
inadeguato, il trombone affianca fino
al XVI secolo voci, archi o suoi congeneri in piccoli ensemble.
Non viene inoltre disdegnato in situazioni conviviali o riti religiosi, lontano
però dagli ambiti cortigiani. La nobiltà
Trombone
europea preferisce infatti strumenti a
corda per i momenti di intrattenimento, un atteggiamento imitato anche
dalla nascente borghesia. Anche per
questo, durante il Settecento numerosi strumenti a fiato cadono in disgrazia, tanto che il trombone a tiro, in
alcune parti d’Europa, viene completamente dimenticato. Il primo a farne nuovamente largo uso nelle proprie composizioni è Georg Friedrich
Händel (1685-1759). Ma è con l’orchestra sinfonica classica, utilizzata principalmente da Beethoven per le sue
sinfonie, che il trombone vive un nuovo periodo di splendore.
Il trombone a tiro non ha subito notevoli cambiamenti dalla sua prima
costruzione. In seguito all’invenzione dei pistoni, il fabbricante Jacques
Christoph Labbaye nel 1836 brevetta
il primo trombone a tre pistoni, mentre nel 1852 Sax applica il sistema dei
pistoni indipendenti.
Un tempo legato quasi esclusivamente ad espressioni grandiose, solenni e
drammatiche, se non addirittura violente e feroci, il trombone cade fortuitamente nelle mani dei jazzisti di
colore, ignari della tradizione classica
europea. Lo strumento ne esce come
trasfigurato: gli viene infatti imposta
una maschera di allegria e di mobilità virtuosistica fino ad allora inaudita.
Anche l’orchestra sinfonica moderna saprà nutrirsi degli arditi passaggi messi in atto dal jazz dando nuovo lustro allo strumento. La musica
classica del XX secolo continua a conferire al trombone a tiro e lo mette in
risalto nelle opere di tutti i più significativi compositori dell’epoca. Soprattutto dopo la Seconda Guerra aumenta l’interesse per questo strumento
come solista anche nella musica da
camera: sono autori enigmatici come
Edgar Varèse (1883-1965), Paul Hindemith (1895-1963) e Luciano Berio che
gli mettono a disposizione un repertorio di tutto rispetto. In questo momento il trombone è uno strumento imprescindibile da swing, jazz, salsa e ska, i
maggiori responsabili delle sue prodigiose evoluzioni tecnico-musicali.
Il Flicorno
Il flicorno baritono, il flicorno contralto e il basso tuba (comunemente
considerato come appartenente alla
famiglia dei flicorni) sono strumenti
prevalentemente votati all’accompagnamento, anche se, soprattutto negli
ultimi anni, vengono loro assegnate
parti di carattere melodico. Concepiti quindi come strumenti non solisti,
i flicorni, soprattutto baritono e basso, si esprimono al meglio sul registro delle note più gravi. C’è da precisare, rispetto alla nomenclatura, che
euphonium, bombardino e flicorno
baritono sono la stessa cosa.
Un’altra
doverosa
precisazione
riguarda la denominazione dei vari flicorni. Essa si riferisce all’estensione
della voce umana a cui si rifà ogni singolo strumento. La storia dell’euphonium inizia nel XVIII secolo, epoca in
cui molti strumenti ad arco raggiungono una certa perfezione, mentre la
maggior parte di quelli a fiato è ancora agli albori.
Un antesignano della famiglia degli
euphonium è il “serpentone”, nato nella Francia del XVI secolo e chiamato
così perché la sua forma ricorda un
rettile. Nelle bande militari funge da
strumento da marcia, mentre nella
musica corale e da camera il serpentone è usato come basso di accompa-
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La Banda musicale
gnamento. Nonostante sia considerato uno strumento rozzo, il serpentone
rappresenta l’unico efficace basso
d’armonia per le bande e le orchestre.
Nel 1810 l’inglese Joseph Halliday fabbrica una tromba a sei chiavi dal nome
bugle horn, dando vita probabilmente
al precursore più recente dei flicorni. Questo strumento subisce varie
modifiche, ma la prima serie di bugles
a pistoni dal soprano al contrabbasso sono presentati da Adolphe Sax nel
1843, che li battezza Sax-Horns (lett.:
corni di Sax). Da lì, in italiano, si giunge al nome di flicorni. Tutta la famiglia
dei flicorni subisce una rivalutazione
contemporaneamente agli altri ottoni
fin qui considerati.
Compositori come Gustav Mahler
(1860-1911) o Igor Stravinski (18821971) non esitano a mettere in risalto questi strumenti ritenuti ingombranti e poco agili in alcune delle loro
opere più note. Nel corso degli anni
questi strumenti si evolvono ulteriormente sia per quanto riguarda i materiali, sia per quanto riguarda gli aspetti meccanici.
LE PERCUSSIONI
Le percussioni sono, senz’ombra
di dubbio, gli strumenti più antichi
del mondo, visto che rappresentano il modo più istintivo di fare musica,
quando “fare musica” è un semplice
“far rumore”, possibilmente a ritmo.
Le percussioni, numerosissime, si
dividono in vari gruppi a seconda della loro provenienza: esistono infatti
schiere di percussioni sudamericane,
asiatiche, africane e così via. La banda dispone di varie tipologie da distinguere in due categorie fondamentali: le percussioni a suono determinato
e indeterminato. Timpani, campane e
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lyra sono a suono determinato (producono una frequenza stabile e quindi una nota), mentre batteria, grancassa, triangolo, tamburello basco,
castagnette, tamburo rullante, piatti e legnetti sono considerati a suono
indeterminato. Non è possibile tracciare un profilo storico di tutte le percussioni.
I timpani, per esempio, sembrano
giungere in Europa dall’Asia Minore
durante il periodo delle Crociate tra il
XII e il XIII secolo, per poi essere introdotti in orchestra dal XVII secolo. Altri
tamburi appaiono nel corso del XVIII
secolo, quando si diffonde la moda
della musica militare turca (la musica dei giannizzeri, le guardie del sultano ottomano). Anche dei piatti viene
documentata la presenza in Occidente
dal Medioevo esclusivamente in ambito religioso.
La percussione più conosciuta, che è
in realtà costituita da un insieme di
altre percussioni, è la batteria. L’attuale batteria nasce per ovviare a
problemi di spazio: al principio, lungo le strade di New Orleans in Louisiana, sfilano in corteo enormi bande.
Quelli che costituiscono oggi i singoli elementi della batteria, sono suonati da un singolo percussionista, come
avviene nelle fanfare militari.
In seguito, questo tipo di esibizioni si
sposta dalle strade ai locali, dove gli
spazi ristretti decretano la compressione anche dello strumento.
È curioso come alcune etnie presenti in Nordamerica diano il proprio contributo per la costituzione di questo
strumento così ricco di implicazioni socio-culturali. I cinesi importano i loro tom, tamburi di piccolo diametro, mentre i turchi perfezionano la
produzione dei piatti, avvalendosi del
loro modo di fondere e lavorare rame
e ottone. Infine, l’introduzione della
cassa percossa dal piede lascia libere le mani che possono suonare altro.
La batteria come strumento unitario
compare nelle formazioni jazz degli
anni ’20, assumendo un ruolo fondamentale nella musica popolare.
Sul piano culturale sono determinanti per la nascita della batteria le leggi
che impediscono agli schiavi d’America di suonare i propri tamburi direttamente con le mani.
Da quel momento i neri d’America iniziano ad usare le percussioni di origine europea e orientale, che non si
suonano con le mani, per poter continuare a praticare la loro musica d’origine caratterizzata da una forte componente ritmica.
La prima batteria arriva sul mercato intorno al 1918 per merito della Ludwig Drum Corporation. Le percussioni nella loro totalità trovano una
collocazione stabile in ambito orchestrale dalla fine del XIX secolo.
Il XX secolo vede un incremento costante e continuo della presenza degli strumenti a percussione in
orchestra.
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Dalla Campagna di Russia alla Banda musicale
Se una sera di queste vi capitasse di annoiarvi davanti alla TV,
o se voleste semplicemente fare altro, uscite di casa. Andate appena oltre il portone, in mezzo al giardino o in strada. E
guardate in alto. Ammirate le stelle, se ci sono, e provate ad
orientarvi. Se il cielo è coperto, immaginatevi smarriti, senza guida. E provate a pensarvi, giovani soldati, ogni notte a
percorrere venti chilometri di steppa, con arbusti alti come
le case ad ostacolare il cammino. Avete sì un cavallo, ma
non ci sono strade e spesso dovete tirarvi appresso l’animale impaurito e disorientato. E avete la gravosa responsabilità
di tenere collegate la prima linea con le retrovie. Sapete che
se una delle due parti non vi vede entro un orario prestabilito, deve partire a caccia di un nemico che forse si è infiltrato in un punto qualsiasi in mezzo a quei venti chilometri di
erbacce. Un nemico che forse vi ha ucciso o fatto prigioniero. Ogni notte il percorso è diverso: la prima linea si sposta,
avanza tra le braccia dell’inverno russo che terrà stretti per
sempre decine di migliaia di commilitoni. Ma non c’è tempo
per pensare, si eseguono gli ordini, avanti e indietro. Di giorno, qualche ora di riposo e poi, in marcia. Il sole cala rapido
dietro l’orizzonte. Il nostro giovane soldato ha imparato un
po’ di russo e si fa amico dei civili che gli regalano qualcosa da mangiare. Li tratta con rispetto: da contadino sa leggere i gesti semplici di quegli uomini e quelle donne. Adesso, “Angelo” Silvio Scquizzato conserva della Campagna di
Russia dei lucidissimi ricordi che mai si tingono di autocelebrazione o millanteria. Angelo regala le sue memorie a tutti quelli che sono disposti ad ascoltare. I suoi sono resoconti
asciutti, cronachistici, e proprio per quella realistica crudezza fanno venire i brividi. Anche a noi, figli smemorati dell’era tecnologica che ci riteniamo immuni da tutte le emozioni.
Silvio “Angelo” Scquizzato, 91 anni lo scorso 2 novembre, è il
protagonista di questa storia. Una storia che il nostro reduce
non ha mai voluto scrivere, una sorta di partita aperta con il
destino che gli ha concesso di portare a casa la vita.
Angelo è un uomo mite, un soldato decorato con la croce di
guerra al valore militare, una forza della natura che suona in
banda, canta nel coro parrocchiale e falcia l’erba del vigneto. Partecipa alle celebrazioni del XXV Aprile e del IV Novembre sempre un po’ defilato, con la croce di guerra stretta in
tasca. Non se la punta mai sul risvolto della giacca. Un po’
SILVANO
VANZETTO
per pudore e un po’ perché lui rimane “quello del Don”, un
uomo che ha combattuto per il valore della patria rinnegando però violenza e prevaricazione. “Mai sarei riuscito a fare
del male ad una donna o ad un bambino, a colpire un civile
inerme. Piuttosto mi sarei fatto ammazzare. Quando potevamo, rispedivamo a casa i soldati ucraini piuttosto di farli prigionieri”.
L’Amministrazione Comunale di Piombino Dese nella persona del sindaco, Avv. Pierluigi Cagnin, ha conferito ad Angelo un attestato di “civica benemerenza” perché testimone
e protagonista non solo degli stravolgimenti e delle atrocità portate dalla Seconda Guerra Mondiale, ma anche della
fine della società contadina fagocitata dalla massiccia industrializzazione del nostro territorio. Al momento della consegna della targa da parte del sindaco, le sue parole sono
state:”Non sono degno”.
In molti siamo rimasti attoniti, con il cuore gonfio di commozione e gratitudine per quest’uomo che sembra di altri
tempi, ma che è ancora qui per insegnarci le cose semplici e
fondamentali della vita.
Nella mattinata del 9 febbraio 2012 in
Sala Consigliare a Piombino Dese è
stata presentata la nuova Ditta partner del comune nella gestione del
nuovo automezzo destinato ai Servizi Sociali.
La Ditta P.D.V. (Piano Disabili Veneti)
risultata tra le più competitive rispetto alle altre ditte concorrenti, fornirà un nuovo automezzo più grande (8 posti+carrozzina modello Trafic
Renault) al posto dell’attuale Doblò, al
fine di non lasciare soli tutti quei cittadini in difficoltà o diversamente abili che per necessità hanno bisogno di
recarsi presso i servizi del territorio
e che senza un aiuto, senza un supporto, si troverebbero impossibilitati
a godere dei diritti fondamentali della vita.
All’incontro sono stati invitati tutti i soggetti potenzialmente interes-
sati all’iniziativa (stampa, associazioni presenti nel territorio, autorità civili
e religiose, ditte sponsor e non della
precedente iniziativa, ecc.).
Il progetto comporterà il coinvolgimento delle imprese commerciali locali che contribuiranno a questa
iniziativa di solidarietà in cambio della concessione di spazi pubblicitari sul
mezzo di trasporto.
Tale operazione ha permesso di
dimezzare i costi rispetto al precedente servizio.
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Quota € 640,00
Quota € 690,00
Quota € 775,00
Supplem. Singola € 155,00
Supplem. Singola € 125,00
Supplem. Singola € 155,00
ISCRIZIONI (Con documento d’identità) DAL 21 MARZO 2012 AL 28 APRILE 2012.
Rivolgersi all’Ufficio Servizi Sociali, in Villa Fantin - Via della Vittoria n° 19.
Il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 - il giovedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00. Tel. 049.9369434.
ATTENZIONE: LA PRENOTAZIONE SARÀ VALIDA SOLO COL VERSAMENTO DELLA CAPARRA DI € 50,00.
• In caso di rinuncia di un soggiornante, i rimborsi saranno effettuati solamente dopo la presentazione di un certificato medico e FINO
A TRE GIORNI prima della partenza. Oltre i tre giorni prima della partenza l’eventuale rimborso sarà valutato dall’Agenzia 3V S.r.l.
• L’interruzione del soggiorno per motivi personali da parte di un soggiornante comporterà la perdita della quota di partecipazione
versata. Qualora i motivi del rientro anticipato siano dovuti ad accertate cause di gravità eccezionale (ricovero ospedaliero,
decesso di un famigliare) il soggiornante avrà diritto al rimborso pari al 50% del costo giornaliero delle giornate di cui non ha
usufruito.
Angelo Scquizzato
OTTICA STECCA
OCCHIALI-CONTATTOLOGIA
di Conte Massimiliano & C. s.a.s.
16
MODA PIU’ di Zhou Jianli - via Roma, 2 - 35017 Piombino Dese (PD)
17
Cultura
PAOLO
BRESSAN
In ricordo
Assessore
alla cultura,
politiche giovanili,
associazioni
culturali e
pubblica istruzione
delle vittime dei genocidi
L’ASSESSORATO ALLA
CULTURA HA PROMOSSO
DUE SERATE PER
RICORDARE LE VITTIME
DELLA SHOAH E
DEL GENOCIDIO ARMENO
In occasione del Giorno della Memoria,
il 27 gennaio, l’Assessorato alla Cultura
del Comune di Piombino Dese ha organizzato due eventi per ricordare le vittime
della Shoah e la crudeltà dell’Olocausto.
La prima serata, in programma per
venerdì 27 gennaio, prevedeva la
proiezione del film “Vento di primavera”,
in Sala Consiliare-Villa Fantin: una storia
toccante che racconta il dramma vissuto
dalle famiglie ebree arrestate a Parigi, e
poi deportate, durante il periodo dell’occupazione tedesca.
La seconda iniziativa è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione culturale locale OISTour (Associazione Viaggi Culturali) che ha proposto, per
domenica 29 gennaio, un viaggio culturale alla riscoperta delle memorie storiche tra Carpi e Fossoli. Nel corso della
giornata era prevista prima la visita guidata al Campo di concentramento di Fossoli al poi al Museo Monumento al Deportato a Carpi.
In occasione, invece, del Giorno del Ricordo, in memoria delle foibe e dell’esodo
giuliano-dalmata, l’Assessorato alla Cultura ha organizzato venerdì 10 febbraio ore 20.45 Sala Consiliare-Villa Fantin,
la proiezione del film “La masseria delle allodole”, tratto dal romanzo omonimo
di Antonia Arslan, che narra le vicende di
una famiglia armena dell’Anatolia all’epoca del genocidio armeno (1915).
I misteri del rock svelati con racconti, musica e passione
The Doors - “Shaman’s Blues”
18
Uno degli obiettivi dell’AMP (Associazione Musicale Piombinese), oltre a
valorizzare la musica piombinese, è
quello di diffondere la cultura insita
nella musica rock in generale.
La musica classica o “culturalmente
elevata” viene già ampiamente studiata a scuola, ma anche la musica popolare e rock ha tanto da raccontare, da
insegnare e da dire; e tra l’altro è la
musica che più viene ascoltata e suonata, soprattutto dai gruppi piombinesi che attualmente sono almeno quaranta. Per valorizzare questi gruppi e
la diffusione culturale del rock, è nato
Rock Mistery: incontri d’ascolto e scoperta, storie, curiosità e musica dal
vivo.
Rock Mistery prende spunto da dei
programmi radiofonici (Music Histo-
Il 3 Febbraio si è parlato del gruppo
degli anni ‘60 per eccellenza, i Beatles. Dal vivo c’erano i Blisters On My
Fingers, una band che proporrà le
famose canzoni dei 4 di Liverpool con
un setup molto particolare.
L’ultima serata di quest’anno è stata il 17 Febbraio dedicata al Club 27,
ovvero tutte quelle rock star morte
a 27 anni in condizioni misteriose. Ci
ha accompagnato dal vivo uno special
guest: i Magic Bus con una bravissima cantante compaesana. La manifestazione si è svolta presso la “Sala
Polivalente” dell’Istituto Comprensivo
Statale di Piombino Dese.
AMP
Vicesindaco e
Assessore alla
programmazione
economica, bilancio,
tributi, sport
e tempo ibero
territorio di Piombino Dese
Coprire il territorio a connessione
internet, è questo l’obiettivo perseguito dall’Amministrazione sin dall’inizio del mandato. Ad implemento,
degli interventi da parte della Regione
Veneto, il Comune di Piombino Dese
sta stipulando un accordo con una
Ditta del settore per la realizzazione
di cavidotti in fibra ottica.
L’accordo consiste nella copertura
nelle zone artigianali e residenzia-
Foto di gruppo in Piazza Grande a Modena
ILARIO
LIVIERI
Coperture Wi-fi zone,
IN ARRIVO IL NUOVO SERVIZIO
INTERNET PER MIGLIORARE
LA CONNESSIONE
DI FAMIGLIE ED AZIENDE
Rock Mistery
ry di Virgin Radio e DeeGiallo di Radio
Deejay) in cui vengono raccontati aneddoti e misteri dal mondo della
musica e vengono fatte ascoltare canzoni inerenti al racconto. Rock Mistery
prova a fare qualcosa di simile ma dal
vivo, su un palco, con uno speaker che
racconta, un gruppo dal vivo che suona e uno schermo che mostra filmati e foto correlati. Il tutto crea un’atmosfera intima che porta il pubblico a
gustare vita e storie curiose di gruppi molto famosi ma, da alcuni punti di
vista, non del tutto conosciuti e godere anche dell’ottima musica dal vivo.
È stata la prima volta che si è tentato un evento del genere e l’esperimento sta avendo sempre più successo,
incuriosendo e appassionando sempre più persone.
La prima serata è stata dedicata al
gruppo simbolo degli anni ‘70, i Doors,
con gli Shaman’s Blues a suonare dal
vivo.
La seconda serata è stata dedicata al
gruppo che ha cambiato la generazione degli anni ‘90: i Nirvana, suonati dagli Huddie Ledbetter’s Band con il
loro particolare clarinetto utilizzato in
chiave del tutto inaspettata.
Bilancio
li nel territorio di Piombino Dese, Torreselle e Levada, sfruttando i cavidotti
dell’illuminazione. Laddove la lampionatura fosse inesistente o in presenza
di lampione con fotovoltaico è previsto
lo scavo tradizionale.
Il progetto sta seguendo un piano di
fattibilità e già dalla tarda primavera potrebbero iniziare i lavori di completamento a quelli che si stanno già
vedendo in questi giorni.
Questo accordo dovrebbe assicurare la copertura della rete, nel territorio di Piombino Dese per oltre il 70%,
rendendo Piombino Dese più competitiva sia sui servizi che per le Azien-
de che ci lavorano, garantendo ai Cittadini una connessione veloce e dando
la possibilità di usufruire internet a
tutte quelle famiglie che ancora sono
scoperte.
Per informazioni:
Arch. Bizzotto Gabriele
Tel. 049.9369417
Bilancio previsionale 2012
Una politica di rigore sulla spesa per contrastare i minori trasferimenti
Contenere le spese correnti e chiudere i mutui in anticipo rispetto alla
naturale scadenza per controbilanciare il drastico taglio dei trasferimenti statali al Comune. È questa la
parola d’ordine del Bilancio previsionale 2012 che dovrà fare i conti, oltre
che con un’importante contrazione dei
trasferimenti concessi dallo Stato per
un importo di 450 mila Euro, anche
con l’avvento della nuova IMU (Imposta Municipale Unica), la nuova tassa
sugli immobili introdotta con la riforma del federalismo fiscale in sostituzione dell’Ici, che farà aumentare la
pressione fiscale in capo ad ogni possessore di beni immobili.
Il gettito fiscale non si fermerà tra le
mura del Comune, ma sarà trasferito interamente allo Stato, un sacrificio, dunque, richiesto ai contribuenti
che non ricade però a cascata diretta
sul territorio.
Per fronteggiare la ormai fisiologica
scarsità di risorse che interessa pressoché tutti i Comuni, l’Amministrazione si concentrerà maggiormente in
una ancora più attenta politica di rigore della spesa pubblica.
Anche quest’anno, oltre a lavorare sul fronte della spesa corrente,
prenderà corpo la nuova filosofia di
rientro dei mutui contratti dalle precedenti Amministrazioni, al fine di
Bellato
restituire maggiore flessibilità finanziaria al nostro bilancio.
Una nota positiva riguarda il rispetto, per il secondo anno consecutivo, del patto di stabilità nello scorso
esercizio finanziario (2011) che consentirà al Comune di entrare nella
lista degli Enti virtuosi e di accedere agli aiuti offerti dalla Regione Veneto e dallo Stato con il patto di stabilità orizzontale. Un patto, quest’ultimo,
che permette di usufruire del saldo
positivo di altri Enti per effettuare il
solo pagamento di interventi comunque già finanziati che rischierebbero
slittamenti a causa di vincoli imposti
dal rispetto del Patto di Stabilità.
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S T U D I O
C O N S U L E N Z E
CONSULENZE CONTABILI - AZIENDALI - FISCALI
Dott. Commercialista Bellato Ruggero
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Piazza Risorgimento, 5 III / 6 - 35017 Piombino Dese (PD)
Tel. 049 9366181 - Fax 049 9366177
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Orario Prelievi: dal lunedì al sabato 7.30/10.00
Ritiro Referti:
dal lunedì al venerdì 7.30 - 12.30 e 15.30 - 17.30
sabato 7.30-12.00
Punto prelievi:
Campodarsego, Via Bachelet, 27
Castelfranco Veneto, Piazza Europa Unita, 75
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19
Ecologia
DANIELE
LAZZARI
Grande successo
Assessore
all’agricoltura,
ecologia, assetto
idreologico,
protezione civile,
valorizzazione
del parco del Sile
del Gruppo di Acquisto Solare Piombinese
È tempo di bilanci per il Gruppo di Acquisto Solare Piombinese!
Si è infatti appena conclusa una prima fase dell’iniziativa voluta dall’Assessorato all’Ambiente e coordinata dall’Ufficio Energia del Comune di
Piombino Dese per sensibilizzare la
cittadinanza all’utilizzo di energie rinnovabili. Ricordiamo che l’iniziativa si
proponeva far ottenere a un gruppo di
famiglie piombinesi l’installazione di
impianti fotovoltaici a prezzi assolutamente competitivi e garantiti, realizzati con materiali di primaria qualità ed installati dalle migliori aziende
del settore.
Con il 31 dicembre 2011 scadeva il
termine entro il quale la ditta incaricata avrebbe dovuto assicurare la
fornitura, l’installazione e l’attivazione al GSE di tutti gli impianti aderenti al Gas. Sentiti i cittadini interessati all’acquisto, ci risulta che i
tempi siano stati rispettati e il bilan-
cio del progetto può essere ritenuto
più che positivo. È lo stesso Assessore all’Ambiente, Daniele Lazzari, che
ringrazia il responsabile Arch. Paolo
Basso per come ha gestito l’iniziativa.
“Ad oggi abbiamo avuto 35 famiglie
aderenti, 19 delle quali hanno portato,
o porteranno a breve, all’installazione
e all’attivazione di un proprio impianto
per una potenza complessiva di poco
meno di 90 KWp; è stato così raggiunto e ampiamente superato l’obiettivo
iniziale prefissato dal Comune. È questo un importante segnale che dimostra la sensibilità al rispetto dell’ambiente dei cittadini contribuendo così a
ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e a promuovere lo sviluppo di
un sistema energetico basato sull’autoproduzione di energia pulita”- afferma l’Assessore all’Ambiente -.
Anche il gradimento manifestato dai
cittadini aderenti conferma la soddisfazione per il risultato raggiunto,
tant’è che l’iniziativa, anziché concludersi, sta proseguendo con ulteriori
adesioni anche per il 2013 e con l’aggiunta non solo di cittadini di Piombino
Dese ma anche di residenti nei comuni contigui del Camposampierese.
ISCRIZIONE ALL’ANAGRAFE CANINA:
APPUNTAMENTO PER SABATO 31 MARZO
Dalle 14.30 alle 16.30 occasione per
iscrivere l’animale all’anagrafe e procedere con l’applicazione del microchip
Appuntamento da non perdere per sabato 31
per i proprietari di cani non ancora dotati di
microchip. L’Assessorato all’Ambiente in collaborazione con il Servizio Veterinario dell’Azienda U.L.S.S. 15 e la Lega Nazionale per la
Difesa del Cane ha organizzato un’intera giornata dedicata all’iscrizione all’anagrafe canina
e all’applicazione del microchip, un dispositivo
elettronico che viene inserito sotto cute nell’orecchio dell’animale e che consente l’identificazione, del cane e del suo proprietario, in
qualsiasi momento. Denunciare il cane all’anagrafe canina è un obbligo di legge e un modo
per tutelare i nostri cani. Il microchip infatti
consente di restituire al legittimo proprietario
tutti i cani smarriti, abbandonati o rubati. Per
tutti i cani assicurati per i danni contro terzi, in
caso di incidente l’assicurazione non risponde
se il cane non è regolarmente registrato all’anagrafe canina. Per mettersi in regola è sufficiente recarsi sabato 31 marzo dalle ore 14.30
alle 16.30 presso l’ex consorzio agrario, ove
personale veterinario sarà a disposizione per
effettuare l’iscrizione e applicare il microchip,
il tutto con la modica spesa di euro 17.30 onnicomprensiva di iva.
In caso di maltempo le operazioni di cippatura
avverranno all’interno dell’ex consorzio.
Per informazioni, segreteria del Sindaco
Tel. 049.9369412
Viabilità
Progetto rotatorie
Soluzioni verso la sicurezza
Tel. e Fax
20
➣ Giardinaggio e agricoltura
➣ Animali da cortile
e mangimi
➣ Accessori e mangimi
per animali domestici
049.9365709
Via Ronchi Sinistra, 9 - PIOMBINO DESE (PD)
Assessore
alla Viabilità,
Commercio, Trasporti,
Arredo Urbano,
Verde Pubblico,
Manutenzioni e al S.I.T.
NUOVE ROTATORIE
PER GARANTIRE
MAGGIORE SICUREZZA
L’Amministrazione comunale, nell’ottica di migliorare e rendere sicura la
nostra viabilità, ha previsto la realizzazione di rotatorie lungo la strada provinciale n. 50 che attraversa i centri di
Torreselle e Levada inserendole nel
piano triennale delle opere pubbliche
da realizzare.
ROTATORIA INCROCIO VIA GATTOEO
È stato approvato con delibera di giunta
comunale n.ro 27 del 19.07.2011 il progetto preliminare per la realizzazione
della rotatoria all’incrocio tra via Piave e via Gattoeo.
La nuova rotonda avrà un diametro di
16 metri più 2 metri di corona sormontabile, verrà realizzata creando una leggera deflessione verso sud della strada
provinciale, il tutto per far rallentare e
rendere sicuro l’incrocio specie dopo
l’apertura del nuovo plesso scolastico
e della nuova palestra comunale.
Su via Gattoeo verrà ricavato il nuovo
accesso per la palestra ed una nuova
uscita per il parcheggio delle scuole, la
viabilità ciclo pedonale verrà garantita
mediante la realizzazione di un tratto di
pista ciclo-pedonale su via Gattoeo che
da via Piave arriverà all’ingresso della
scuola e della palestra. Il costo preventivato, compresa l’acquisizione delle
aree, è di circa 800.000,00 Euro; il progetto è in fase di approvazione da parte
NA
CONSEGILIO
IC
M
O
AD
➣ Casalinghi
➣ Legna e Pellet
➣ Bombole
➣ Materiale edile
➣ Ferramenta
GIANNI
FORMENTIN
Via E. Fermi, 12
35017 Piombino Dese (PD)
Tel. e Fax 049.9365065 - Cell. 340.9890897
email: [email protected]
Rotatoria incrocio via Gattoeo
Rotatoria incrocio via Zanganili
della provincia di Padova.
ROTATORIA INCROCIO
VIA ZANGANILI-MONTEGRAPPAPIAVE-FOSSETTA
È in fase di redazione da parte dell’ufficio tecnico comunale il progetto preliminare per la realizzazione della
rotatoria all’incrocio tra le vie Zangani-
li-Fossetta-Montegrappa-Piave.
La nuova rotonda avrà un diametro di
16 metri più 2 metri di corona sormontabile, verrà realizzata in asse all’incrocio ed è previsto l’abbattimento di parte
dei fabbricati esistenti adiacenti il pericoloso incrocio.
Il costo preventivato è di circa
500.000,00 Euro, mentre per l’acquisizione dei fabbricati da abbattere è in corso una trattativa da definire
mediante la concessione di un credito
edilizio.
L’opera è fondamentale per la sicurezza dell’incrocio e darà continuità alla
viabilità ciclo-pedonale della costruenda pista ciclabile di zia Zanganili ormai
in buona fase di esecuzione.
Entrambe le rotatorie verranno finanziate con fondi propri, con contributo
regionale a fondo perduto pari a circa
400.000,00 Euro, con contributo a fondo perduto della Provincia di Padova
pari, si spera, al 50%, visto l’interessamento del consigliere provinciale Francesco Scquizzato e del “nostro” assessore provinciale alla viabilità Roberto
Marcato.
21
Associazioni
Servizi al Cittadino
L’ACAT ed i Club Alcologici Territoriali
Orari e numeri telefonici del Comune
di Piombino Dese a sostegno delle famiglie in difficoltà
CHI SIAMO
L’ACAT (Associazione Club Alcologici Territoriali) “Camposampiero” è
un’Associazione di volontariato nata
nel 1985 e da allora svolge con continuità un lavoro di sostegno per i soci
aderenti, circa 200, e in favore della
comunità per i rischi connessi all’uso di sostanze alcoliche e psicoattive. È regolarmente iscritta al Registro
Regionale delle Associazioni di Volontariato ed è convenzionata con l’ULSS
15 fin dalla sua nascita. È organizzata
in piccoli gruppi locali denominati CAT
(Club Alcologici Territoriali) presenti
in 12 Comuni del territorio dell’ULSS
15. I Club lavorano con il Metodo
Hudolin considerando l’alcolismo non
una malattia né tantomeno un vizio,
ma un comportamento, che può esse-
re modificato. È attraverso la condivisione dell’esperienza, dei vissuti
e delle emozioni, che le persone e le
famiglie mantengono l’astinenza dalle
bevande alcoliche e maturano un processo di cambiamento. Nell’approccio
di Hudolin tutta la famiglia, e non solo
l’alcolista, sono coinvolti nel percorso di cambiamento e partecipano alle
riunioni del Club con regolarità tutte
le settimane, accettando l’astinenza
dalle bevande alcoliche. Il Club non è
un gruppo chiuso, non è un’isola, ma
una porta aperta nella comunità per
le famiglie in difficoltà e testimonia la
capacità delle persone di promuovere
la propria salute e il proprio benessere fisico, psichico e relazionale. I due
Club di Piombino Dese, il n. 169 ed il
n. 665, nati nel lontano 1986, si ritro-
vano tutti i lunedì dalle ore 19.30 alle
ore 21.00 presso il Centro Diurno di
Piazzetta De Gasperi e sono coordinati da un operatore volontario formato
e supervisionato dal Sert (Servizio per
le tossicodipendenze) dell’USSL 15. In
tutti questi anni molte persone e molte famiglie vi hanno partecipato e trovato nella partecipazione settimanale
al club la soluzione dei loro problemi
legati all’uso di alcol. Si accede normalmente attraverso l’invio del Sert,
o del Medico di Medicina Generale, o
anche spontaneamente, basta essere motivati a cambiare il proprio stile di vita.
Per informazioni:
dott.ssa Bonin c/o il Sert
Tel. 049 9324961
Associazione Anziani Anteas
Elezione nuovo direttivo
Premiazione al presidente Antonio Basso
22
Il Movimento Anziani sez. Anteas ha la sua
sede nel Capoluogo in Piazza E. Gaspari.
È un’Associazione di volontariato che conta oltre 100 soci al Reg. Regionale delle
associazioni di promozione sociale, dedita
in particolare alle persone anziane. Occupa solitamente 2 sale nella casa dell’Anziano messe a disposizione gratuitamente
dall’Amministrazione comunale. La prima
sala al piano terra è usata per l’incontro
degli anziani che desiderano giocare a carte o conversare tra di loro. La seconda sala
al piano superiore è riservata alle persone
che giocano a tombola. La sede apre 4 giorni a settimana; in particolare i pomeriggi di
lunedì, mercoledì, venerdì e domenica. La
Casa dell’Anziano è un centro ricreativo per
amici, si gioca, si parla di problemi familia-
ri, o delle difficoltà economiche che spesso
ci troviamo. La società sta cambiando volto e ha modificato il tenore di vita dell’anziano. Una volta, anche se si viveva in una
casa poco riscaldata, l’anziano era circondato dall’affetto dei familiari e soprattutto
in compagnia dei vivacissimi nipotini. Oggi,
spesso per motivi di lavoro, viene a mancare l’appoggio delle famiglie e i pochi nipotini, sono spesso impegnati con la scuola.
Gli anziani nel nostro Comune ultra novantenni, che vivono tra le mura domestiche
sono 64, altri 30 si trovano in case di riposo; per tanti una visita, un saluto, un servizio equivale ad un sorriso. Le collaboratrici del Centro per Anziani, spesso vanno
a prendere le loro coetanee per portarle in
sede, per trascorrere qualche ora assieme:
noi uomini dovremmo imparare da loro,
partecipando di più alla vita del centro,
dare una mano ai bisognosi come si deduce dallo scopo dell’Associazione “Movimento Anziani”. Prossimamente i soci saranno
chiamati a votare per il rinnovo del consiglio direttivo. Mi auguro che tanti simpatizzanti si facciano soci e portino entusiasmo e nuova linfa al nuovo direttivo che
verrà eletto in sostituzione degli attuali, i
quali si faranno da parte sia per l’età raggiunta, sia per dare spazio ad altri. A coloro che lasceranno, mi sento di ringraziarli
di cuore per l’impegno e la collaborazione
data negli anni all’Associazione.
Il programma di massima proposto dall’attuale direttivo è il seguente: Festa della
Befana dell’Anziano (svolta), lunedì grasso di carnevale (svolto), gita sociale a fine
maggio primi di giugno, soggiorno termale
a Recoaro Terme, festa sociale 4a domenica di settembre.
Un augurio a tutti gli anziani per non sentirsi soli, soprattutto in questo periodo
invernale, di frequentare il centro, dove
potranno giungere nuove amicizie e portare la nostra solidarietà a chi si sente
solo.
Il presidente
Movimento Anziani di Piombino Dese
Antonio Basso
Il primo punto di efficienza di un Comune consiste nella facilità della Comunicazione
PEC: [email protected]
UFFICIO
SERVIZI SOCIALI
Tel. 049.9369434
LUN., MER. e VEN.
GIOVEDÌ
9.00 - 13.00
16.00 - 18.00
UFFICIO PROTOCOLLO
Tel. 049.9369411
Fax 049.9366727
dal LUNEDÌ al VENERDÌ
GIOVEDÌ
SABATO
9.00 - 13.00
16.00 - 18.00
9.00 - 12.00
AREA TRIBUTI
Tel. 049.9369443-44
E RAGIONERIA
Tel. 049.9369440-41-42-45
rag. Marta Trento
dal LUNEDÌ al VENERDÌ
GIOVEDÌ
SABATO (TRIBUTI)
11.00 - 13.00
16.00 - 18.00
9.00 - 12.00
Da gennaio 2012 l’Ufficio Tributi rimarrà aperto al
pubblico il 1° e il 3° sabato di ogni mese
AREA AMMINISTRATIVA
dott. Luca Scarangella
Tel. 049.9369412-13-15
dal LUNEDÌ al VENERDÌ
GIOVEDÌ
SABATO
9.00 - 13.00
16.00 - 18.00
9.00 - 12.00
SERVIZI DEMOGRAFICI
rag. Diego Berton
Tel. 049.9369430-31-33-34-36
dal LUNEDÌ al VENERDÌ
GIOVEDÌ
SABATO
9.00 - 13.00
16.00 - 18.00
9.00 - 12.00
SERVIZI TERRITORIALI
geom. Adriano Sbrissa
Tel. 049.9369450-52-53-54-56
dal LUNEDÌ al VENERDÌ
GIOVEDÌ
11.00 - 13.00
17.00 - 18.00
EDILIZIA PRIVATA
arch. Gabriele Bizzotto
Tel. 049.9369414-51-55
MARTEDÌ e GIOVEDÌ
GIOVEDÌ
9.00 - 13.00
16.00 - 18.00
ARCHIVIO STORICO
dott. Angelo Pelloso
Tel. 049.9369421
BIBLIOTECA
Tel. 049.9369420
dal LUNEDÌ al VENERDÌ
SABATO
9.00 - 13.00
9.00 - 12.00
dal LUNEDÌ al VENERDÌ
SABATO
14.30 - 18.30
9.00 - 12.00
Posta certificata:
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
SERVIZIO POLIZIA MUNICIPALE
Riceve nei giorni:
MAR.-MER.-VEN.-SAB.
GIOVEDÌ
In più al sabato presso Villa Fantin a Piombino Dese dalle 9.00 alle 12.00.
Recapito: Piazza Castello, 35 - 35012 Camposampiero (PD)
Tel. 049.9315600 - Fax 049.9315661 - [email protected]
9.00 - 12.00
15.00 - 18.00
RESPONSABILE DI GOVERNO
IL SINDACO
Tel. 049 9369407 - Cell. 335 1898717
MUNICIPIO
DI PIOMBINO DESE
Piazza A. Palladio, 1 - CAP 35017
Ufficio Protocollo
Tel. 049 9369411 - Fax 049 9366727
[email protected]
www.comune.piombinodese.pd.it
SPORTELLO ETRA
P.zza Principe di Piemonte, 12
35010 - Trebaseleghe (PD)
LUNEDÌ
MERCOLEDÌ
VENERDÌ
15.00 - 18.00
9.00 - 13.00
9.00 - 13.00
800 - 247842
ECOCENTRO COMUNALE
Via dei Cipressi
35017 - Torreselle
di Piombino Dese (PD)
Tel. 049 5746473 - 800 247842
Solo le utenze domestiche
possono conferire rifiuti presso
l’Ecocentro.
orario invernale
LUNEDÌ
GIOVEDÌ
SABATO
14.00 - 18.00
14.00 - 18.00
8.00 - 12.00
orario estivo
LUNEDÌ
15.00 - 19.00
GIOVEDÌ
SABATO
15.00 - 19.00
8.00 - 12.00
Il Sindaco, al fine di coinvolgere a rotazione tutte le attività economiche del Comune di Piombino
Dese per la realizzazione del notiziario comunale, invita i titolari delle stesse a dare la loro disponibilità, rivolgendosi direttamente a Grafì Comunicazione - tel. 0423 480154.
“Dal 1920
spazi
da vivere”
SAS
di LUCATO FORMENTIN FILIPPO & C.
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