PROGETTO SULL’ALIMENTAZIONE L’indagine sulle abitudini alimentari della classe I A ha preso le mosse da un lavoro operativo. La professoressa di storia e geografia ci ha divisi in gruppi, ad ognuno dei quali ha assegnato la realizzazione di un cartellone con le tabelle e gli istogrammi relativi ai cibi più graditi e a quelli meno. Abbiamo diviso il lavoro in due fasi: durante la prima, abbiamo raccolto le informazioni necessarie e le abbiamo tabulate; nella seconda fase, abbiamo fatto valutare il nostro elaborato alla professoressa, che ci ha dato l’ok per attaccare tutto sul cartellone. Questo lavoro l’abbiamo svolto per lo più in aula computer, proprio perché ci servivano programmi per creare gli istogrammi e le tabelle. Due componenti di ogni gruppo si sono occupati della realizzazione del cartellone, mentre gli altri continuavano a fare ricerche e ad elaborare il materiale necessario. Tutto questo lavoro operativo è servito per la realizzazione dell’unità interdisciplinare programmata nel secondo quadrimestre con le discipline dell’asse scientifico/matematico. Con questo lavoro, inoltre, abbiamo imparato che l’alimentazione di ogni popolo è fortemente influenzata dal luogo in cui vive, e quindi dal clima. Abbiamo perciò realizzato dei climografici con le temperature della città di Fondi, di tutti i mesi partendo dall’anno 1973 al 2014. In occasione di questo lavoro la professoressa ci ha iscritti ad un concorso bandito dall’Expo Milano 2015 , per il quale abbiamo dovuto compiere delle missioni proprio sul tema dell’alimentazione e della biodiversità. Altre attività didattiche svolte su questo tema sono state l’uscita alla Fattoria didattica di Casacotta e la programmazione del viaggio d’istruzione all’Expò che effettueremo a settembre. CLIMOGRAMMI di Fondi Noi alunni ci siamo soffermati sul clima fondano dal 1973 al 2014.Come è avvenuto per il nostro pianeta, anche il clima di Fondi si è modificato nel corso degli anni. Se pensiamo all’estate 2014, certamente ricordiamo che le caratteristiche climatiche della primavera si sono prolungate nel mese di Giugno e di Luglio: anziché un’estate normale e calda abbiamo avuto molte piogge abbondanti. I lavori di gruppo svolti in classe hanno messo in evidenza le variazioni delle temperature medie a Fondi scoprendo così che il clima influenza la coltivazione, quindi l’allevamento, e le nostre abitudini alimentari. Facendo questo lavoro abbiamo osservato che il nostro clima sta cambiando, ogni anno che passa esso si avvicina sempre di più ad un clima tropicale caratterizzato solo da due stagioni, e non a un clima tipicamente mediterraneo. Ora iniziamo a confrontare le temperature negli anni come sono cambiate... Nel gennaio del 1973 la temperatura si aggira ai 5°, mentre fra l’anno 1983 e l’anno 1993 si ha un picco e la temperatura scende a -1°, nel 2015 scende ancora di un grado per arrivare a -2° 6 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 73-83 83-93 93-03 mar-13 13-15 Nel mese di febbraio dal 1973 al 1983 la temperatura è di 4°, dal 1983 al 1993 la temperatura scende a 3°, dal 1993 al 2003 si ritorna a 4°, nel 2013 si arriva a 0° , e in fine dal 2013 al 1015 si ritorna a 4° 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 73-83 83-93 93-03 mar-13 13-15 Nel mese di marzo le temperature sono prevalentemente alte: la più bassa di 7° si è verificata nel 1973, mentre nel 1992 si arriva a 15° e nel 2013 la temperatura scende a 11° 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 73-83 83-93 93-03 mar-13 13-15 Aprile ha una temperatura simile a marzo, cioè prevalentemente alta. Nel 1976 la temperatura più bassa è di 9° mentre nel 1993 la temperatura arriva a 18°, nel 2013 la temperatura è di 16° 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 Maggio ha temperature variabili: si passa da 23° 1975, poi nel 1983 si hanno 17° ripetuti anche nel 1991 e nel 1992 e poi i 20° nel 2004 25 20 15 10 5 0 A giugno sono prevalenti temperature molto alte che vanno dai 20° ai 27°. I 27° vengono raggiunti nel 2003 mentre i 20° , che è anche la temperatura più bassa mai raggiunta , sono verificati nel 1992 30 25 20 15 10 5 0 Come nel mese di giugno, luglio presenta temperature molto alte, che vanno dai 20° ai 30°. Nel 1973 si hanno 23°, nel 1983 salgono a 26°, poi nel 1993 si abbassano a 25°, in fine nel 2003 le temperature raggiungono i 29°, nel 2013 scende a 25° e nel 2015 scende ancora a 24°. Agosto offre temperature piuttosto alte; la temperatura più bassa si ha nel 1973 con 23°, mentre la più alta si ha nel 2003 con 30° 40 30 20 10 0 1973 1983 1993 2003 2013 2014 Nel 1987 e nel 2010, settembre ha temperature elevate che raggiungono i 24°, nel 1995 la temperatura è di 17° che è la più bassa mai avuta. Ottobre dal 1975 al 1977 si raggiunge la temperatura più bassa ovvero di 9° e dal 1981 al 1983 la temperatura massima è di 9.5°. 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Novembre ha le temperature che vanno dagli 11° del 1991 ai 19° del 2005. Dicembre la temperatura più bassa è di 0° nel 1973 e 1979 e la più alta si ha nel 2005 ed è di 10° ARANCIO L’arancio (Citrus sinensis, Linneo - Osbeck), è un albero da frutto appartenente al genere Citrus (famiglia Rutaceae), il suo frutto è l’arancia. Originario della Cina e del sud-est asiatico, non era conosciuto dai Greci e ai Romani era nota la varietà amara, detta melangola .Alcuni testi antico-romane parlano già nel I secolo;veniva coltivata in Sicilia col nome di melarancia. La pianta potrebbe aver raggiunto l’ Europa attraverso la via della seta. Il termine arancio proviene dal persiano ciaranù (frutto dell’ elefante), da cui nagrunga in sanscrito e quindi naranzi e aranti in italiano. La diffusione della pianta, in Italia, risale alla metà del 400. I crociati avevano importato in Europa l’arancia agra ; fu Vasco de Gama , al rientro da uno dei suoi viaggi in Oriente, a portare un albero di arancedolci, dal quale sembra, derivano gli aranci europei. Forse, a testimonianza di questa origine, una qualità di arancia veniva chiamata Portogallo. L’arancio che può arrivare fino a dodici metri, ha foglie allungate e carnose e fiori candidi. I germogli sono sempre verdi. I frutti sono rotondi e sia la buccia che la polpa sono di colore arancione. La buccia è caratterizzata da una leggera ruvidezza. Il periodo di riposo dell’arancio è di soli tre mesi, per cui succede che l’albero fiorisca e fruttiferi contemporaneamente. i primi frutti si possono raccogliere in novembre (novelina) e gli ultimi a maggio-giugno (valencia-late). Un albero adulto produce circa cinquecento frutti all’anno. L’arancio è l’agrume più diffuso al mondo e se ne coltivano centinaia di varietà. Alcuni frutti sono a polpa bionda ( ovale, biondo, comune, novellina, washington, navel ) altri a polpa rossa per via dei pigmenti antocianici in essi contenuti ( moro, tarocco, sanguinella). In Italia più di venti varietà vengono coltivate come frutta da tavola e altrettante come spremute. Le arance dolci, a polpa bionda, vengono utilizzate anche per la produzione di succhi ( durante la lavorazione la buccia, preventivamente separata dal resto del frutto, viene sfruttata per estrarre l’olio essenziale in essa contenuto) e, in misura minore, per la produzione di canditi e frutta essiccata. Nonostante la riconversione varietale che ha interessato l’agrumicoltura a Fondi negli anni ottanta, oggi esistono ancora terreni di questa varierà, ma se ne stimano solo 5-6 ettari, distribuiti in una miriade di piccoli appezzamenti specializzati. Purtroppo la produzione rischia di scomparire a causa della difficoltà di commercializzazione. LE LAMPADE D’ORO Goethe nei suoi Diari di viaggio, così descriveva Fondi : “Conosci tu la terra dove fioriscono i limoni? dove tra le scure foglie splende l’arancia d’oro e un dolce vento spira dal cielo azzurro e il mirto silenzioso con l’alloro sta?” Un congruo numero di testimonianze delle presenza di questo frutti nel territorio fondano si registra nel XVIII secolo, periodo in cui il prodotto assume un’importanza commerciale tale che Fondi diviene sinonimo di arancio. Gli aranceti di Fondi ne hanno caratterizzato a tal punto il territorio che i famosi viaggiatori del Gran Tour non poterono fare a meno di decantarli. Nella Statistica del regno di Napoi del 1811 si individua l’area di produzione proprio nella Piana di Fondi e si riporta come questa sia l’unica pianta che si propaga per via dei semi. L’arancio e il limone cominciarono ad avere un peso determinante nell’ economia del Mandamento di Fondi dal 1900 quando cioè si stabilì una forte corrente di esportazione, particolarmente di limoni, via mare verso la Gran Bretagna. Lo sviluppo delle piante fu più rapido quando si incominciarono ad usare le motopompe per il sollevamento dell’ acqua di cui la Piana di Fondi abbondava. Questa espansione delle colture ebbe un brusco arresto dopo la prima guerra mondiale quando, a causa dei funghi che attaccavano le radici, si diffuse tra le piante il marciume radicale. Si dovettero svellere centinaia di piante ed innestare l’arancio sull’arancio amaro o melangolo, più resistente ad ammalarsi. “Con la nuova pratica dell’ innesto, l’ agrumicoltura ebbe un continuo sviluppo fino alla seconda guerra mondiale, nonostante il forte gelo del 1929”. I nostri migliori clienti erano l’ Austria, la Germania, ma soprattutto l’ Ungheria e la Polonia. Furono quelli gli anni migliori per l’arancio:il nostro frutto, più resistente di quello siciliano a lunghi percorsi, giungeva fino in Polonia in ottime condizioni. Fu costituita una grande cooperativa di produttori che raccoglieva all’incirca il 25% della produzione. L’arancio fondano si era affermato sia in Italia che all’ estero. Era questo il periodo in cui nella zona non si stipulavano polizze di assicurazioni sulla vita: l’ agricoltore impiantava l’agrumento che dopo una decina di anni diventava produttivo, ai figli lasciava, così, una rendita pressoché sicura. Fatalmente, incoraggiati dalla buona commercializzazione del prodotto , gli agrumeti si estesero sempre più verso il mare, allontanandosi dalla zona pedemontana che era la più adatta, perché protetta dalle colline e perché il terreno più sciolto che permetteva un più rapido assorbimento delle acque piovane. I bombardamenti della seconda guerra mondiale distrussero gran parte del frutto della faticosa opera dell’ uomo e della natura. Dopo alcuni anni, con l’ opera di ricostruzione , riprese la coltivazione incoraggiata anche nelle zone che il Consorzio di Bonifica andava nel frattempo rendendo irrigue. L’arancio ,sul mercato, spuntava ancora prezzi discreti, quando dal 1954 iniziò la discesa, che fu vorticosa, soprattutto, dopo il gelo e la neve del 1956. ARANCIO BIONDO L’arancio biondo è scomparso da un paio di anni dal mercato di Fondi perché la presenza del seme non lo rendeva particolarmente gradito. Poiché è una delle arance più buone dell’Agro Pontino, nel 2009 alcune persone hanno deciso di piantarne 200 piante e attualmente viene coltivato dai fondani che lo hanno nuovamente reintrodotto sul mercato. Dal 2010, la sua richiesta continua a salire perché è i consumatori hanno iniziato nuovamente a riscoprire e ad apprezzare i prodotti presenti sul nostro territorio. Noi studenti abbiamo conosciuto la storia dell’Arancio Biondo di Fondi decidendo quindi, di sponsorizzarlo con i nostri slogan. I NOSTRI PRODOTTI ARTISTICI SULL’ARANCIO BIONDO Io sono Giulia Dovere, ho scelto di rappresentare sullo stesso piano sia il Castello Baronale di Fondi sia due arance perché vorrei che tutti identificassero il mio paese attraverso questi due simboli ricchi di storia e di tradizione. Io sono Asia Panariello, studiando la storia del nostro territorio mi sono appassionata ai vari prodotti tipici che esso produce e sono rimasta delusa nel constatare che essi non ci sono quasi più. Ho sentito i racconti dei nonni e degli insegnanti che descrivevano Fondi come una Conca D’Oro interamente ricoperta di Arance ed una notte ho fatto un bellisssimo sogno in cui ho immaginato di far rivivere una tipologia di arancio: quello biondo. E’ nato così questo racconto dal titolo “Il Seme Perduto”. IL SEME PERDUTO In un brutto giorno di pioggia Martina era a casa con la sua compagna di giochi, la gattina Milou, e per trascorrere il tempo decise di andare a frugare nella soffitta della sua piccola casa. Fu un’impresa difficile riuscire a salire la piccola scala che portava in quella buia stanza misteriosa ma, alla fine lei e la piccola Milou ci riuscirono. C’era di tutto…anche se ricoperto da un leggero velo di polvere: vecchi quadri dipinti dalla mamma, le medaglie del padre, la sua prima culla…insomma…un vero e proprio caos. Ad un tratto però la sua attenzione venne rapita da un rumore, quella piccola dispettosa di Milou aveva fatto cadere un piccolo scrigno dorato. Tutto quello che c’era dentro era sparso a terra e subito Martina corse a vedere cosa avesse combinato quella gattina pasticciona. I vecchi documenti, le lettere e le foto si accorse che erano tutte appartenute alla sua cara nonna Maria. Si incuriosì ancora di più quando vide una piccola scatoletta gialla che non esitò ad aprire. Dentro c’erano dieci piccoli semi. Martina non sapeva di certo che tipo di semi fossero, decise di scoprirlo con l’aiuto di Milou. Quando la pioggia era ormai finita e sembrava addirittura che dalle finestre entrasse qualche raggio di sole, le due compagne di giochi si precipitarono in giardino. Cercarono il posto più adatto e piantarono uno di quei piccoli semi. Giorno dopo giorno Martina si prese cura di quei piccoli semi innaffiandoli periodicamente fantasticando su cosa, prima o poi, sarebbe venuto fuori. Dopo tre settimane, comparve la prima piantina ma Martina non era ancora riuscita a capire se si trattasse di un piccolo fiore, di una pianta rara, di un albero da frutto… Non si perse d’animo anche perché la pianta cresceva sempre di più, le foglie diventavano sempre più verdi ed il profumo che emanava appagava ogni attesa. Dopo due lunghi anni, tanta pazienza e tanta cura, proprio nel giorno della sua santa Cresima, mentre Martina festeggiava spensierata con amici e parenti in giardino, si accorse che per la prima volta dai fiori del suo piccolo albero erano spuntate delle piccole arance. Corse felicissima verso i suoi genitori, che fino a quel momento avevano visto tutti gli sforzi che quella dolce bambina aveva fatto per far crescere quel piccolo seme. Lei tutta contenta, rivelò la felice scoperta ai suoi genitori che le risposero:”Dolce tesoro, sapevamo già che da quel piccolo seme sarebbe nato un albero di arance bionde perché tu per la tua cara nonna eri un angelo biondo ed era questo il motivo per cui il giorno della tua nascita, aveva deciso di conservare dieci semi di questa splendida pianta. Sperava che un giorno potessero dar vita nuovamente a questo frutto bellissimo che ora hai in mano. E’ il destino a dirti, cara Martina, che tu dovrai piantare e dar nuovamente vigore all’Arancio Biondo di Fondi.” Questa scoperta inorgoglì Martina che da quel momento in poi, divenne la gelosa custode del seme di questo splendido frutto. Io sono Luciana Lanzuisi e, come slogan pubblicitario sull’Arancio biondo, ho scelto un titolo che richiama il film di de Santis GIORNI D’AMORE; come protagoniste al centro dell’immagine ho posto due ARANCE che racchiudono due simboli della nostra città: il Lago di Fondi ed il Castello Baronale. Pomodoro TORPEDINO Esiste una possibilità di riproporre sul mercato i prodotti perduti? Questi prodotti si possono trovare ancora in commercio? Sì, secondo noi alunni, è possibile riprodurre sul mercato i vecchi prodotti in modo da rivalutarli facendo conoscere sia i prodotti che i piatti di una volta, in quanto meritano di essere conosciuti da tutti ritornando al passato e alle origini. E’ possibile anche proporre sul nostro territorio la coltivazione di prodotti non autoctoni ma che grazie alle particolari caratteristiche del nostro terreno, possonotranquillamente essere coltivati. Questo è il caso del pomodoro Torpedino che noi abbiamo voluto conoscere in modo più approfondito perché il papà di un nostro compagno Emanuele, ne è il principale produttore. Sia Emanuele, sia Gaia, hanno indagato su questo nostro prodotto di eccellenza e quello che segue rappresenta il frutto di questa ricerca. Il pomodoro: il migliore è il TORPEDINO!!! Il Pomodoro fa parte della famiglia delle Solanacee ( Solanum lypersicum ). Esso, tanto tempo fa,cresceva spontaneamente in Europa, ma poi venne esportato in altri stati, diffondendosi anche in ITALIA. All’inizio, però, questo ortaggio era utilizzato come pianta ornamentale proprio perché si pensava che i suoi semi fossero velenosi. Invece oggi è utilizzato sia come alimento sano ( infatti possiede delle proprietà nutritive per il nostro organismo: carotenoidi, potassio, vitamina C e vitamina E; viene soprattutto mangiato proprio perché impedisce all’organismo di riprodurre cellule tumorali, ma anche perché impedisce l’infiammazione dell’appendice ) e sia come cosmetico di bellezza ( infatti esistono numerose maschere facciali che danno un senso di “ freschezza “ ). Attenzione: questo ortaggio, però, può essere la causa scatenante di allergie e orticaria cutanei. IL TORPEDINO FONDI - Nasce il primo pomodoro a marchio del Lazio: è il TORPEDINO, un gustoso ibrido dalla forma allungata che si presenta come un mini San Marzano. La novità segna un punto di svolta per il mercato di Fondi ( LT ) che, sulla scia dei pochi prodotti a marchio in campo ortofrutticolo, come la mela Melinda o quelle KANZI e le banane Chiquita, questo prodotto lo si vuole valorizzare con un progetto di ricerca nato nel 2011 per questa varietà che si caratterizza per un sapore intenso, con decise note aromatiche come i pomodori di una volta, ma che ha bassa resa nella coltivazione. I primi lotti del TORPEDINO si trovano sul territorio Laziale e nella fascia tirrenica. Lo si gusta sia verde nelle insalate che rosso maturo, con buona riuscita nei sughi per la scarsa presenza di semi. LE NOSTRE ABITUDINI ALIMENTARI L’alimentazione di noi alunni è stata un’altra tematica analizzata durante questa attività didattica. Il quadro emerso da questa indagine alimentare sulle abitudini di noi alunni della I A, è quello che segue: Durante i nostri pasti tendiamo a preferire cose non molto salutari, facendo dei “fuori pasto” con alimenti dolci come cioccolata, gelati, toast, molto raramente con cose salutari. Ad assumere un ruolo fondamentale è il pranzo, che rimane il pasto principale della giornata, può variare però secondo le abitudini o le necessità personali: c’è chi a casa fa un pranzo abbastanza completo, ma con cibi sempre poco salutari o chi si limita a fare uno spuntino a metà mattinata.Di solito, un tipico pranzo è composto da un primo piatto a base di pasta e non mangiamo quasi mai un secondo, a volte qualche verdura o un dolce. La merenda, a metà pomeriggio, è un appuntamento fisso, può essere costituita da un panino, uno yogurt o il classico latte e biscotti. Ci sono anche alcuni a cui piace bere una tazza di Thè. I cibi più graditi dai noi bambini sono: al 1° posto, carne e dolci con uno scarto minimo; poi vi sono, a seguire frutta e verdura a cui vanno però solo la metà delle preferenze; al terzo posto vi è la pasta con una piccola differenza rispetto a frutta e verdura; al quarto posto il pesce e i fritti a pari merito e poi, come ultimo alimento vi è il formaggio. Facendo un’ attenta analisi si scopre che le abitudini alimentari della classe non sono del tutto corrette, infatti vengono mangiati di più cibi come dolci, che sono molto gustosi ma possono provocare gravi malattie alla salute dell’uomo come l’ obesità. Invece i cibi salutari come frutta e verdura sono consumati in scarsissime quantità. Tra carne e pesce, noi preferiamo mangiare la prima che contiene proteine importanti per l’ organismo ma che può provocare, se consumata in modo eccessivo, come sostengono gli oncologi, i tumori. Il pesce invece può essere mangiato in abbondanza. 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 Contorni Primi piatti Secondi piatti La piramide alimentare della I A grass i carboidrat i dolc i Frutta e verdura Carne e pesce Frutta Conclusioni Filastrocca di Gaia: Sega Sega Mastro Ciccio Sega Sega Mastro Ciccio, na pagnotta e na salsiccia mezza a te, mezza a me e mezza a ju figl dgl’u re. Quando era piccola, Gaia non voleva mangiare alcune pietanze come il pesce, allora, la sua nonna e i suoi genitori presi dalla disperazione poiché in generale non mangiava molto, le iniziarono a cantare questa filastrocca mettendola sulle loro ginocchia, dondolandola e cantandogliela in dialetto. Tuttora, Gaia canta ancora questa filastrocca e ricorda gli interi pomeriggi passati a giocare con la nonna durante l’estate e se ne rammenta sempre quando fa i compiti o quando non ha voglia di mangiare dei piatti. Ormai Gaia è cresciuta e ama il pesce, ma senza spine, ed è felice di stare a chiacchierare gli interi pomeriggi con la nonna ricordando quando era piccolina. Bhé, perché abbiamo raccontato questo episodio? Vorremmo far capire a tutti gli adulti che per noi ragazzini di prima media, conoscere il cibo attraverso gli slogan, le canzoni, contribuisce a farcelo amare quindi continuate a raccontarci, come ha fatto la nonna di Gaia, tutte le curiosità intorno ai nostri cibi sani e vedrete che quello dei fast food non sarà più per noi l’unico oggetto del desiderio. CLASSE IA