UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Corso Commercio Elettronico, Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali. Supply Chain Management Giovanni Caruso ([email protected]) Bergamo, 2007 - 2008 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Agenda SCM: Definizione I sistemi produttivi (cenni); La logistica; La programmazione della produzione; La gestione delle scorte nel sistema logistico; Supply Chain Management; eProcurement; eCollaboration; eMarketplace; Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 2 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 3 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: definizione Supply Chain Management è un’insieme di soluzioni integrate di gestione della supply chain che riguardano i processi, le persone, l’organizzazione e la tecnologia. Tali soluzioni aiutano l’azienda a prendere decisioni, e conseguentemente ad agire, in linea con la propria strategia aziendale Il rapido sviluppo della tecnologia (Internet su banda larga, principalmente) ha fornito alle aziende nuovi e più efficaci strumenti per affrontare questo tipo di sfide Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 4 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: livelli decisionali Le decisioni prese nell’ambito del Supply Chain Management (possibili aree di collaborazione) possono essere classificate secondo tre livelli, in relazione all’orizzonte temporale e all’ambito: 1. Strategico: di lungo termine, volte a progettare e definire una Supply Chain coerente con la strategia aziendale; 2. Tattico/Direzionale: di medio termine, volte a massimizzare e l’efficacia/efficienza della Supply Chain esistente; 3. Operativo: di breve termine, focalizzate sul day by day; Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 5 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: esempi di decisioni chiave Anni Strategico Tattico Ore Operativo Com’è organizzata la Supply Chain? Network modeling, sourcing, ….. Come si può ottimizzare il flusso dei prodotti all’interno della Supply Chain? Demand, supply e material planning, …. Come si può eseguire un ordine cliente? Scheduling delle capacità, programmazione dei trasporti, …. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 6 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Sistemi Produttivi [cenni] Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 7 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO I sistemi produttivi Concetti generali Ogni azienda possiede, dal punto di vista produttivo, delle caratteristiche peculiari che la contraddistinguono. E’ comunque possibile effettuare una macro classificazione dei sistemi di produzione secondo specifici driver. La classificazione dei sistemi di produzione viene normalmente fatta secondo 3 profili: Modalità di manifestazione della domanda Modalità di predisposizione dell’offerta Caratteristiche intrinseche del prodotto DOMANDA OFFERTA PRODOTTO Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 8 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO I sistemi produttivi Concetti generali Relativamente alla modalità di manifestazione della domanda esistono 3 casi tipici: PRODUZIONE SU COMMESSE SINGOLE L’azienda riceve una serie di ordini diversi per singoli prodotti per i quali è necessario elaborare il progetto (totale o parziale), disegnare il ciclo di lavorazione, approvvigionare i materiali… [Engineer to order] PRODUZIONE SU COMMESSE RIPETITIVE L’azienda realizza una gamma di prodotti dalle caratteristiche definite per un gruppo di clienti abbastanza stabile, oppure produce su catalogo ma solo a seguito dell’acquisizione dell’ordine. Per i prodotti sono comunque definiti in anticipo progetto, cicli, attrezzature e materiali. [Make to order] PRODUZIONE PER IL MAGAZZINO (SU PREVISIONE) L’azienda realizza, indipendentemente dal momento dimanifestazione dell’ordine, volumi abbastanza elevati di prodotti che affluiscono attraverso una rete di distribuzione ad un gran numero di clienti anonimi [Make to stock] Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 9 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO I sistemi produttivi Concetti generali Relativamente alla modalità di predisposizione dell’offerta esistono 3 casi tipici: PRODUZIONE UNITARIE (Lot for Lot production) La variabilità dei cicli produttivi è talmente elevata che l’attività produttiva è organizzata in funzione dell’ottenimento delle quantità richieste dai singoli ordini PRODUZIONE INTERMITTENTI (Lot production) I cicli sono meno variabili nel tempo ed il loro impiego ha luogo con criteri di alternanza: i prodotti sono realizzati in lotti di entità superiore ai fabbisogni immediati, in modo da formare scorte che verranno utilizzate quando i centri di lavoro saranno impegnati in altre produzioni PRODUZIONE CONTINUA (continous production) I cicli restano costanti anche per periodi notevolmente estesi, dando luogo ad un flusso ininterrotto di prodotti dalle caratteristiche omogenee nel tempo Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 10 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO I sistemi produttivi Concetti generali Relativamente alla dimensione prodotto esistono 2 casi tipici: PRODUZIONE PER PROCESSO I componenti originari non sono più distinguibili o hanno cambiato natura; esempi tipici sono la produzione di acciaio, carta, cemento… Queste produzioni sono caratterizzate da un ciclo tecnologico ben definito e vincolante e per questo motivo sono dette “a ciclo tecnologico obbligato” PRODUZIONE PER PARTI Il prodotto ottenuto è costituito da un certo numero di componenti discreti. La produzione per parti (o manifatturiera) viene distinta in: • Fabbricazione (insieme di lavorazioni che modificano la forma, le dimensioni o lo stato superficiale di singole parti) • Montaggio (complesso delle operazioni di giustapposizione di parti singole per formare un assieme) Queste produzioni sono caratterizzate da molteplici cicli alternativi per cui sono anche definite “a ciclo tecnologico non obbligato” Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 11 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO I sistemi produttivi Concetti generali Il modello di pianificazione ed i livelli di gestione dello stock sono strettamente legati alla tipologia di sistema produttivo. Alcuni esempi tipici: Settori Domanda Offerta Prodotto Caratteristiche pianificazione Principali livelli di stock Farmaceutico Previsione Lotti Processo • Previsione della domanda sulla base di piani di vendita • Produzione per multipli di lotti fissi (tracciabilità dei lotti) • Acquisto delle materie prime critiche sulla base dei fabbisogni • Prodotti finiti all’interno del network distributivo per garantire altissimi livelli di servizio • Materiali di consumo e di imballi OEM Automotive Ripetitiva Lotti esatti Parti • Produzione sulla base di programmi di consegna • Lotti di produzione pari al fabbisogno • Riduzione/annullamento del WIP • Acquisto di parti o componenti sulla base del piano dei fabbisogni o trainate dai consumi (JIT) • Materie prime e componenti Fashion Previsione Lotti Parti • Previsione della domanda • Previsioni di consumo di alcune parti o componenti comuni • Valutazione fabbisogni capacità produttiva in relazione alla variabilità della domanda • Disponibilità immediata dei prodotti o data di disponibilità in relazione ai piani di produzione • Prodotti finiti nel network distributivo • Parti o componenti comuni a molti prodotti o a lunghi tempi di approvvigionamento Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 12 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO La gestione della logistica [cenni] Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 13 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Introduzione alla Logistica La logistica è, secondo la definizione data dall‘ Associazione Italiana di Logistica (AILOG) e Supply Chain Management, "l'insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell'azienda i flussi di materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post-vendita". Etimologia Il termine "logistica" deriva dal greco "logos" che significa "parola" o "ordine" , per i greci infatti i due concetti erano strettamente collegati ed espressi con lo stesso grafema ovvero "segno grafico". Da logos deriva anche "logica" cioè lo studio delle argomentazioni ed il modo in cui risultano corrette, tale termine come si vede, si rifà allo stesso concetto di "ordine". Altra interpretazione etimologica viene dal francese "loger" che significa "locare", "allocare". D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 14 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Introduzione alla Logistica La Logistica in campo militare DEFINIZIONI DI LOGISTICA IN CAMPO MILITARE “The procurement, maintenance and transportation of military material, facilities and personnel” Webster’s Seventh New Collegiate Dictionary, 1963 “The science of planning and carrying out the movement and maintenance of forces” In its most comprehensive sense, those aspects of military operations which deal with: – − − − design and development, acquisition, storage, movement, distribution, maintenance, evacuation and disposal of materials movement, evacuation and hospitalisation of personnel acquisition or construction, maintenance, operations and disposition of facilities acquisition or furnishing of services North Atlantic Treaty Organization Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 15 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Introduzione alla Logistica La logistica industriale DEFINIZIONI DI LOGISTICA INDUSTRIALE “La logistica è l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi dei materiali e delle informazioni dalle origini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post vendita” AILOG (Associazione Italiana di Logistica e Supply Chian Management) “Logistics is that part of the Supply Chain process that plans, implements and controls the efficient, effective flow and storage of goods, services and related information from the point of origin to the point of consumption in order to meet customers’ requirements” CLM (Council of Logistics Management) Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 16 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Introduzione alla Logistica Cultura logistica? COSA SI INTENDE PER LOGISTICA: La logistica è: 29% INTEGRAZIONE DELLE ATTIVITA’ DI IMPRESA CON IL CONTESTO ESTERNO GESTIONE INTEGRATA DI MERCI, ORDINI E SCORTE 13% TRASPORTO DELLE MERCI PIU’ ALCUNI SERVIZI ACCESSORI TRASPORTO DELLE MERCI 49% 9% Fonte: Censis BNC Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 17 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Definizione La logistica opera in modo che materiali, materie prime, parti, prodotti finiti e servizi siano al posto giusto, al momento giusto e a un costo ragionevole. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 18 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Obiettivi Assicurare la disponibilità … … del prodotto giusto … nella quantità giusta … nella condizione giusta Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 … al costo giusto … al cliente giusto … al momento giusto … nel luogo giusto Pagina 19 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Il sistema logistico Il sistema logistico è l’insieme delle infrastrutture, delle attrezzature, delle persone, dei processi e delle procedure operative che permette il flusso di beni e informazioni, dall’acquisizione delle materie prime fino alla distribuzione dei prodotti finiti ai consumatori. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 20 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Principali componenti del sistema logistico Il sistema degli approvvigionamenti Punti di approvvigionament o materie prime Il sistema operativo Immagazzinamento materie prime Il sistema di distribuzione Fabbricazione Movimentazione/ trasporto Immagazzinamento prodotti finiti Movimentazione/ trasporto Mercati Movimentazione/ trasporto IMMAGAZZINA MENTO STABILIMENTO N.1 MAGAZZINO A IMMAGAZZINA MENTO STABILIMENTO N.2 MAGAZZINO B IMMAGAZZINA MENTO STABILIMENTO N.3 MAGAZZINO C Rifornimento fisico Gestione dei materiali Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Distribuzione fisica Logistica di Marketing Pagina 21 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Alcune attività “logistiche” Attività più comunemente intese come “logistiche” gestione dei flussi logistici e delle scorte sistemi di stoccaggio e di picking movimentazione interna gestione dei flussi logistici e informativi Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 trasporti imballaggio e unità di carico Pagina 22 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica I Trasporti Supplier Global Carrier Manufacturer Logistics PRODUTTORI PRODUTTORI el ri n di o t a t es s o t o c r pro a s p o tr ! Prezzo ! Livello di servizio ! Prezzo ! Livello di servizio Distribution Center Retail Outlet Customer CONSUMATORI CONSUMATORI ! Prezzo ! Livello di servizio SPEDIZIONIERI SPEDIZIONIERI ! Tariffe ! Livello di servizio VETTORI VETTORI Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 ! Normativa ! Infrastrutture ! Normativa ! Infrastrutture STATO STATO Pagina 23 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Evoluzione della funzione logistica nell’azienda I e i zin ti z a or g p a m ras t II III e va t e r ti tr s i d ibu sc te r o IV V e i t is ne u q zio c a du o pr e t a r st a i g fuori dai confini aziendali Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 24 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Valenza competitiva della logistica FATTURATO MARGINE OPERATIVO COSTI migliore servizio al cliente minori costi operativi (trasporto, stoccaggio,…) VALORE PER GLI AZIONISTI CAPITALE INVESTITO CAPITALE CIRCOLANTE CAPITALE FISSO Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 minori scorte (PF, WIP, MP) meno risorse e infrastrutture (magazzini, automezzi, etc.) Pagina 25 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Le nuove tendenze della logistica Le tendenze del prossimo futuro (e già parzialmente in atto) muovono verso: GLOBALIZZAZIONE DEI MERCATI TERZIARIZZAZIONE (outsourcing) INNOVAZIONI IN ICT (sistemi ERP, SCM, applicazioni EDI, intranet, internet, ecommerce) TUTELA DELL’AMBIENTE Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 26 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Le nuove tendenze della logistica: globalizzazione L’Azienda Globale… … acquista ovunque materiali, componenti, prodotti e servizi … produce ovunque … vende ovunque prodotti e relativi servizi Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 27 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Le nuove tendenze della logistica: outsourcing Il processo di terziarizzazione generalmente avviene in modo graduale (dapprima le attività meno strategiche sino alle più critiche) Controllo qualità Gestione ordini clienti Confezionamento Allestimento ordini Affitto magazzino Carico/scarico merce Trasporto secondario Trasporto primario Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 28 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Le nuove tendenze della logistica: outsourcing La terziarizzazione delle attività logistiche comporta: benefici rischi riduzione dei costi operativi perdita di know-how specialistico variabilizzazione dei costi certezza dei costi perdita di controllo sul servizio al cliente e sul vantaggio competitivo riduzione investimenti in strutture fisse ed attrezzature automatismi delle tariffe e quindi dei costi ristrettezza delle clausole contrattuali immagine dell’azienda legata a quella del provider flessibilità di spazi e manodopera flessibilità al cambiamento miglioramento del livello di servizio “all eggs in one basket” performance logistiche costanti e misurate servizi non personalizzati maggiore attenzione al core business non accettata dai dipendenti Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 29 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Le nuove tendenze della logistica: ICT systems In una situazione di alta complessità dei flussi logistici, una delle chiavi di successo è la disponibilità di strumenti informatici a supporto al sistema informativo aziendale: “il flusso delle informazioni è il motore del sistema logistico” la qualità e la rapidità del flusso delle informazioni caratterizza le attività degli operatori della catena logistica la velocità e la precisione dei messaggi influenza il tempo a disposizione per le operazioni logistiche, normalmente limitato e con pochi margini di flessibilità la copertura a livello mondiale deve essere garantita attraverso una rete di comunicazioni efficiente e affidabile la tempestività nella segnalazione di anomalie/allarmi che consentano di attivare immediati interventi sui flussi Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 30 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Che cosa è la logistica Le nuove tendenze della logistica: aumento della complessità AUMENTANO LE COMPLESSITA’ aumentano le esigenze dei consumatori in termini di servizio (clienti più sofisticati, requisiti di consegna e tempi di evasione dell’ordine più stretti) personalizzazione dei prodotti/servizi richiesti dal mercato (aumenta l’ampiezza della gamma) riduzione del ciclo di vita dei prodotti (maggiori rischi di obsolescenza, esigenze di flessibilità) aumento delle distanze dai fornitori/clienti & border crossing (globalizzazione dei mercati) bassi volumi dispersi su molti mercati/canali distributivi (frammentazione delle consegne, previsioni più difficili) Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 31 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Programmazione della produzione Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 32 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO SCM e Sistemi Informativi Perché il sistema informativo sia utile all’azienda deve esistere una simbiosi “durevole nel tempo” tra gli obiettivi di business dell’azienda e il supporto fornito dal sistema informativo. In particolare è necessario coordinare bene: l’interazione tra sistema ERP e sistemi di previsione/pianificazione extra sistema (tipicamente per il forecast, lo scheduling fine, il D.R.P.) l’interazione tra il proprio sistema ERP e i sistemi informativi di tutti gli attori della Supply Chain (quali APS, CRM, E-Commerce) I Sistemi Informativi permettono di ampliare il concetto di azienda. L’integrazione non è più soltanto all’interno delle varie funzioni che compongono l’azienda tradizionale. I sistemi informativi di nuova generazione permettono, infatti, di integrare le funzioni esistenti tra realtà distinte, più siti produttivi, più fornitori alternativi considerandoli come parte di un unico organismo AZIENDA ESTESA Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 33 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO SCM e Sistemi Informativi I sistemi informativi gestionali possono essere classificati nelle seguenti tipologie: ERP (Enterprise Resource Planning) integra le varie funzioni presenti all’interno di una realtà definita, tipicamente un singolo sito produttivo, oppure una singola azienda SCM (Supply Chain Management) integra le funzioni esistenti tra realtà distinte, più siti produttivi, più fornitori alternativi in tutta l’”azienda estesa”; alcune sue parti sono: APS (Advanced Planning and Scheduling) SCP (S.C. Planning) SCE (S.C. Execution) CRM (Customer Relationship Management) Gestisce in maniera integrata le relazioni con il cliente E-Commerce Sistemi integrati per la gestione di processi pensati per Internet D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 34 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO SCM e Sistemi Informativi Schedulazione MPS D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 35 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Schedulazione della produzione Schedulazione MPS D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 36 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Schedulazione della produzione Schedulazione MPS D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 37 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Schedulazione della produzione Schedulazione MPS D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 38 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Schedulazione della produzione Schedulazione MPS D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 39 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Schedulazione della produzione Schedulazione MPS D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 40 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO La gestione delle scorte nel sistema logistico Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 41 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte I flussi aziendali di merci e capitali attraversano diverse fasi. La figura seguente esemplifica tali flussi. A Capitale Circolante ATTIVITA’ FINANZIARIA • Acquisti • Stipendi • Consumi B WIP Tasse Dividendi Premi Interessi Borsa Investimenti B A Dismissioni D Capitale fisso C PRODUZIONE Incasso CREDITI SULLE VENDITE Vendita Profitto A-B: Acquisto materiali, servizi, salari. Stock MP B-C: trasformazione materie prime in prodotto finito; stock WIP C-D: vendita del prodotto; l’effettivo incasso ed il capitale circolante dipendono non solo dall’azienda D-A: la liquidità esistente viene utilizzata per varie attività C D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 42 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte OBIETTVI La riduzione dello stock, a parità di livello di servizio, riduce i costi logistici di magazzino e migliora gli indici aziendali di redditività (ROI e ROE) Riduzione delle scorte Riduzione circolante investito in scorte Riduzione oneri finanziari Riduzione costi logistici magazzino Aumento redditività delle vendite Aumento tasso rotazione magazzino Aumento tasso rotazione capitale Riduzione costo mezzi di terzi Aumento del ROE Aumento del ROI D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 43 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte In genere, all’interno di una struttura produttiva o lungo la Supply Chain, le scorte sono giustificate nei seguenti casi: Il luogo di utilizzo è DISTANTE dal luogo di produzione Si desidera creare FLESSIBILITÀ e DISACCOPPIARE ATTIVITÀ a valle da quelle a monte CLASSIFICAZIONE Le scorte possono essere classificate in: SCORTE DI MOVIMENTO SCORTE DI ORGANIZZAZIONE D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 44 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte Il COSTO DELLE SCORTE viene generato dai seguenti fattori: CAPITALE INVESTITO • Interessi passivi per fonti finanziamento • mancato profitto per investimenti alternativi RISCHIO • Obsolescenza • Danneggiamento/furto • Trasferimento PREMI ASSICURATIVI MAGAZZINO • Ammortamento locali e impianti • Spese generali • Personale attivo GESTIONALI LEGATI ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA • Sistema informativo • Personale impiegato nella gestione D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 45 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte Alcuni esempi SCORTE IN LAVORAZIONE (WIP) • Produzione • Conto lavoro • Installazione SCORTE VIAGGIANTI SCORTE DI ATTESA • Controllo qualità • Collaudi D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 46 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte SCORTE DI LAVORAZIONE Causa: TEMPO DI ATTRAVERSAMENTO Tempo TRASFORMAZIONE (tempo ciclo) Tempi ALTRE OPERAZIONI (collaudi, trasporto) ATTESA DA LOTTO (produzione e trasporto grandi lotti) ATTESA DA PROCESSO (ordini urgenti, controllo produzione non efficiente, saturazione impianti, scarti, fermate impreviste, etc) ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 47 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte SCORTE DI MOVIMENTO SCORTE VIAGGIANTI Causa: TRASPORTO MODALITÀ TRASPORTO UTILIZZATA UBICAZIONE FORNITORI-CLIENTI ORGANIZZAZIONE TRASPORTO D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 48 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte SCORTE DI ATTESA Causa: TEMPI MORTI MP e WIP • Tempi di ACCETTAZIONE e CONTROLLO QUALITÀ • Tempi di INOLTRO (magazzino, reparto, …) • Tempi INVIO PER CONTO LAVORAZIONE • Tempi DOCUMENTAZIONE PF D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 49 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte Alcuni esempi DA LOTTO (copertura temporale dei fabbisogni) DI SICUREZZA • Domanda irregolare o poche previsioni • Fornitori non completamente affidabili STAGIONALI DI CICLO (o struttura) • Punti stoccaggio • Lotti rifornimento • Livelli e ubicazioni scorte di sicurezza D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 50 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte SCORTE DA LOTTO Causa: POCA FLESSIBILITÀ DI MIX PRODUZIONE • Tempi di set-up elevati • Set-up di skill • Vincoli di processo ACQUISTI • Elevati costi emissione/gestione ordine • Sconti di quantità • Economie costi trasporto • Quantità minime D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 51 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte SCORTE DI SICUREZZA Causa: POCA AFFIDABILITÀ PREVISIONI DI VENDITA MANCANZA di PROCEDURE DI ELABORAZIONE (o difficoltà di utilizzo) LIMITATA CAPACITÀ DI PREVISIONE • Domanda irregolare • Elevato orizzonte temporale D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 52 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte SCORTE STAGIONALI Causa: POCA FLESSIBILITÀ DI VOLUMI CAPACITÀ PRODUTTIVA INSUFFICIENTE • Persone • Impianti LUNGHI TEMPI ciclo produzione FORNITORI NON FLESSIBILI LIMITATA DISPONIBILITÀ DI MP sul mercato mondiale D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 53 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e gestione delle scorte SCORTE DI CICLO Domanda evasa dal DP1 500 pallet / gg DC DP 2 Domanda evasa dal DP2 500 pallet / gg 1. Rifornimento settimanale 2. Rifornimento giornaliero I 2 depositi periferici sono riforniti dal deposito centrale con un lotto pari alla domanda settimanale I 2 depositi periferici sono riforniti dal deposito centrale con un lotto pari alla domanda giornaliera Q=2.500 pallet Q=500 pallet D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 54 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e lead time FLOW TIME tempo tra la data di arrivo del “materiale critico” e la spedizione al cliente CYCLE TIME tempo tra la data di inizio lavorazione del lotto e la data di rilascio da parte del QC (Controllo Qualità) ACTIVITY TIME tempo totale che include tutte le attività produttive, compreso il set-up D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 55 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e lead time I lead time, insieme ad altri indicatori di tempo, possono essere rappresentati nel modo seguente N.B.: nelle sequenze reali molti elementi sono ripetitivi, come ad esempio le attese Arrivo materiali Attese per coda / stock Set-Up Attesa per lotto Process time Controllo Qualità Spedizione al cliente Process Time Run Time Cycle Time Activity Time Manufacturing Time F L O W T I M E D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 56 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Produzione su commessa 1. Tempo di trattamento dell’ordine ricevuto 2.Tempo di progettazi one Ordini Ordini 1.Tempo di trattamento dell’ordine ricevuto (Varia a secondo del livello predisposto di scorte) 3.Tempo di preparazione e di progettazione 4.Tempo di approvvigiona produzione mento per 5.Tempo per materiali e lavorazione di componenti componenti e 6.Tempo per sottoassiemi la lavorazione Tempo di progettazione e il montaggio 5.Tempo di Tempo di finale programmazione - preparazione distribuzion approvvigionamento e dei dei materiali prodotti Lead Time di produzione Lead Time totale Ordini Produzione a programma Pianificazione e lead time Consegna cliente D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 57 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e lead time Principali vincoli Il Lead Time è influenzato da questi vincoli: Numero di processi Bilanciamento delle capacità produttive dei processi Dimensioni dei lotti Assegnazione stabile delle priorità nell’avanzamento dei lotti Metodi di programmazione e controllo della produzione Processi “collo di bottiglia” D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 58 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e punto di disaccoppiamento POLITICHE In prima approssimazione si può affermare che tutte le operazioni il cui lead time cumulato: è inferiore al lead time concordato con il cliente possono essere gestite dopo il ricevimento dell’ordine (PULL) è superiore al lead time concordato con il cliente devono essere eseguite in anticipo, basandosi su previsioni Inoltre è basilare distinguere se si sta affrontando un caso di domanda dipendente o di domanda indipendente. D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 59 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e punto di disaccoppiamento POLITICHE: distinta base Domanda dipendente e indipendente A B B1 C B2 C1 C2 N.B. : i materiali B, C, B1, B2, C1, C2, D possono costituire fabbisogni indipendenti se direttamente venduti (inclusi nel MPS) D A fabbisogno indipendente:la quantità richiesta non è correlata al consumo di altri ma dipende solo dal mercato (prodotti finiti, ricambi) B C B1 B2 C1 C2 D fabbisogni dipendenti: la quantità richiesta è funzione del fabbisogno indi-pendente ovvero è correlata al consumo a valle del processo produttivo o distributivo (semi-lavorati, componenti, materie prime) D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 60 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e punto di disaccoppiamento POLITICHE: domanda dipendente e indipendente Sistema produttivo (fabbriche/fornitori) MP WIP PF Domanda dipendente: - struttura del prodotto - lead time di produzione Sistema distributivo PF PF PF Domanda dipendente: Domanda - rete distributiva - lead time consegna indipendente Fabbisogno di sottoassiemi, componenti, materie prime Fabbisogno di prodotti finiti (ricambi) D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 61 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e punto di disaccoppiamento Normalmente il Lead Time cumulato (tempo delle operazione produttive) è maggiore del Lead Time cliente (tempo richiesto dal mercato/cliente). Mettendo a confronto i due tempi si evidenzia la presenza di un Punto di Disaccoppiamento all’interno della catena logistico/produttiva. Approvvigionamento Progettazione Assemblaggio materiali Gestione ordini Programmazione LTcumulato Produzione Installazione LTcliente PREVISIONE DELLA DOMANDA PD GESTIONE ORDINE CLIENTE LTcumulato = f(flusso materiali, informazioni, fornitori) LTcliente = f(mercato, concorrenti) D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 62 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e punto di disaccoppiamento La scelta della corretta politica di gestione e controllo delle scorte dipende dalla tipologia di prodotto e dal lead time consentito dal mercato. E’ importante quindi individuare il “punto di disaccoppiamento”. La posizione del Punto di Disaccoppiamento rispetto alle fasi del ciclo logistico/produttivo permette la classificazione delle tipologie di prodotti per politiche di gestione Fasi del ciclo logistico / produttivo Approvvigion. Engineer to order Make to order Assembly to order Make to stock Produzione Assemblaggio Spedizione personalizzato su commessa Lead time consentito dal mercato Previsioni Lead time consentito dal mercato Previsioni Lead time consentito dal mercato Previsioni Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Tipologia prodotti Lead time standard / personalizzato su ordine personalizzato su moduli standard standard/ ricambi Pagina 63 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Pianificazione e punto di disaccoppiamento MIGLIORARE IL PUNTO DI DISACCOPPIAMENTO vuol dire diminuire i tempi di tutti i processi della catena logistico/produttiva al fine di posizionare il PD sempre più a monte Previsioni Gestione ordini Progettazione Lead time consentito dal mercato Approvvigionamento Produzione materiali Programmazione Assemblaggio Installazione Approvvigionamento Gestione Progettazione Assemblaggio Produzione Diminuzione ordini Programmazione materiali Installazione Tempi OBIETTIVI Flessibilità e capacità di reazione Riduzione dei costi di giacenza (finanziari, movimentazioni, premi assicurativi, gestionali) Migliorare servizio al cliente obsolescenza, stoccaggio, D. Aliprandi - MBSCT, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 64 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 65 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management Oggi è raro che un’azienda completi in sé stessa tutto il ciclo produttivo che realizza il suo business. Tipicamente, un’impresa è un anello di una catena che comprende altre entità (subfornitori, distributori, partner commerciali….) e che raggiunge, infine, i clienti. Ottimizzare tutta questa catena non significa quindi solo intervenire nelle attività interne di ogni suo singolo anello, come si cerca di fare con l’ERP, ma agire a un livello più ampio e incentrato soprattutto sulle interazioni tra gli anelli stessi. CONCORRENZA E-procurement Supply-chain E-marketplace Etc. CRM portale Web Etc. FORNITORI/ COLLABORATORI BUY SIDE IN SIDE SELL SIDE CLIENTI/ MERCATO ERP PROFILO Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 66 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: definizione E’ possibile definire la Supply Chain Management (SCM) come una “strategia di business per migliorare il valore di un’impresa attraverso l’ottimizzazione dei flussi, dei processi e dei servizi e delle informazioni correlate alla catena del valore” [Gartner Group]. In pratica, la SCM è l’insieme di attività che permette ad un’organizzazione di portare i beni e i servizi che produce là dove necessitano, nel momento giusto, nella quantità appropriata e a costi accessibili, soddisfacendo le richieste del livello di servizio [R.Blackwell]. Gestire in modo efficace questi processi richiede tra l’altro la supervisione delle relazioni con i fornitori e clienti, il controllo dei magazzini, la previsione della domanda e l’acquisizione di un feedback costante su ciò che accade in ogni fase della catena del valore. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 67 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: punti chiave La definizione di SCM mette in evidenza l’importanza non solo delle attività interne, ma di tutte le attività svolte dalla catena di produzione e distribuzione. L’SCM si pone l’obiettivo di ottimizzare la delivery al cliente, basato sull’efficienza della comunicazione tra i diversi soggetti presenti lungo la catena. I punti chiave dell’SCM sono: la flessibilità, l’affidabilità, il lead-time e i livelli di magazzino. Il giusto prodotto Nella quantità giusta Flessibilità Spedizioni puntuali Al momento giusto Delivery time Lead Time Al minimo costo Livello delle scorte Il SUPPLY CHAIN MANAGEMENT amplia gli obiettivi delle organizzazioni oltre il livello di impresa includendo le relazioni esterne Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 68 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: punti chiave “DAI FORNITORI DEI TUOI FORNITORI AI CLIENTI DEI TUOI CLIENTI” FLUSSO DI PRODOTTI FLUSSO MONETARIO PRODUTTORI FORNITORI CLIENTI DISTRIBUTORI CONSUMATORI FLUSSO INFORMATIVO (Fonte SCOR Model) Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 69 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: evoluzione L’SCM nasce e si sviluppa come evoluzione della gestione della logistica, ovvero come gestione del processo di distribuzione fisica dei prodotti e delle relazioni tra magazzino e funzione di trasferimento prodotti. In un secondo momento, alla gestione della logistica si aggiungono e integrano altre funzioni quali la gestione della produzione, degli approvvigionamenti, degli ordini. Attualmente l’SCM integra un numero di funzioni ancora maggiore, andando a coprire l’intera catena di attività e relazioni che legano l’azienda ai suoi fornitori e clienti finali. La progressiva evoluzione del SCM e la tendenza all’ampliamento delle funzionalità supportate sono guidate da una serie di fattori: Una crescente e sempre più pervasiva focalizzazione sul cliente: è necessario che l’azienda sia in grado di assicurare un adeguato servizio basato sulla qualità, sulla personalizzazione del prodotto e sulla velocità di consegna. Un utilizzo più avanzato della tecnologia: flussi di dati e informazioni interessano tutte le fasi della Supply Chain. Inoltre, il progressivo sviluppo di internet fa si che le fasi di vendita siano più dirette e che al cliente sia erogato un servizio migliore. Misurazione delle performance: in ogni momento nella Supply Chain vengono monitorati tempi e costi, oltre ad altri parametri, e valutati rispetto agli obiettivi finali nell’ottica di un progressivo miglioramento delle performance. La globalizzazione: si creano per l’azienda nuove possibilità di acquisto di materie prime a bassi costi dalle economie emergenti e nello stesso tempo si creano nuove possibilità di vendita. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 70 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: funzionalità Le applicazioni di SCM possono essere suddivise in due segmenti: Supply Chain Planning; Supply Chain Execution. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 71 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: SCP Supply Chain Planning: adotta algoritmi di analisi per prevedere l’andamento della domanda e dei flussi di beni e materiali nella catena del valore, in modo da ottimizzare i processi aziendali e ridurre gli inventari. L’efficacia del SCP è direttamente legata alla qualità delle informazioni che elabora. SCP è la suite che coordina le risorse al fine di ottimizzare la distribuzione di beni/servizi e l’informazione dal fornitore al consumatore, bilanciando domanda e offerta. Una suite SCP è logicamente collocata al di sopra del sistema esecutivo al fine di fornire la pianificazione, l’analisi degli scenari e la domanda in tempo reale. Solitamente comprende il Network Planning, il Capacity Planning, il Demand planning, il Manufacturing Planning, lo Scheduling, il Distribution e Deployment Planning, il Trasportation Planning e lo Scheduling. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 72 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: SCE Supply Chain Execution: utilizza le informazioni generate dal SCP per guidare la produzione, la logistica e i movimenti di materie prime, componenti e prodotti finiti; può essere usato per determinare la capacità produttiva e creare un piano di produzione che soddisfi le esigenze di domanda e sia adattabile ai cambiamenti. Comprende le applicazioni orientate all’esecuzione che abilitano la fornitura dei beni/servizi e dell’informazione al di là dei confini dell’impresa al fine di soddisfare la domanda. In senso lato il SCE comprende i Manufacturing Execution Systems (MES), i Warehouse Management System (WMS) e i Transportation Management Systems (TMS) Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 73 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: funzionalità Livello di Pianificazione Esecutivo Supply Chain Event Management Supply Chain Execution Order Management Supply Chain Planning Warehouse Management Transportation Management Operativo International Trade Logistics Inventory Management Production Scheduling Manufacturing Planning Tattico Distribution Planning Supply Chain Collaboration Supply Planning Demand Planning and Forecasting Strategico Supply Chain Network Design Secondi / Minuti Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Ore / giorni Settimane / mesi Orizzonte temporale Anni Pagina 74 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: funzionalità Funzionalità più avanzate dell’SCM sono: Advanced Planning System (APS): strumenti di pianificazione più diffusi ma a “raggio” limitato: permettono di realizzare un planning settimanale o mensile della produzione, ma non monitorano in tempo reale cosa accade tra una pianificazione e l’altra, quindi non tengono conto di eventi eccezionali. Supply Chain Event Management (SCEM): si basa sull’idea che eventi non previsti (ad esempio un ritardo nella consegna delle materie prime) debbano essere gestiti in automatico non appena si verificano (attivando automaticamente il ricorso ad uno stock di materie prime in giacenza), in modo di avere una catena del valore reattiva. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 75 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: obiettivi I tre principali obiettivi di un sistema di SCM sono: Diminuzione dei costi di inventario legando la produzione alla domanda: le applicazioni utilizzano algoritmi di pianificazione per prevedere la domanda sulla base delle informazioni contenute nei database; Riduzione dei costi totali di produzione velocizzando il flusso di merci all’interno del processo produttivo e migliorando il flusso informativo tra l’azienda, i fornitori, i distributori. L’SCM permette all’azienda di diminuire i tempi morti, le scorte e prevenire i colli di bottiglia nel processo produttivo; Miglioramento della soddisfazione del cliente offrendo velocità di consegna e personalizzazioni di prodotto. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 76 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: benefici diretti I principali benefici legati all’adozione di soluzioni SCM sono chiaramente identificati dalle tre “C”: Cooperazione: attraverso la comunicazione e lo scambio di informazioni relative a livello delle scorte, dati previsionali, trend di vendita, trend della domanda, il livello di cooperazione tra i soggetti presenti lungo la Supply Chain aumenta in modo significativo; Coordinamento: il coordinamento delle operazioni permette di ridurre i tempi tra l’ordine e la consegna, adottando un approccio in just in time; Comunicazione: la comunicazione attraverso protocollo IP consente di monitorare in modo efficace le diverse fasi di gestione dell’ordine. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 77 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO Supply Chain Management: benefici indotti Ulteriori vantaggi derivanti dall’adozione di soluzioni SCM sono: Riduzione del capitale circolante, che può essere ottenuta tramite minori scorte e tramite un ciclo “cash to cash” più veloce; Efficienza degli investimenti, ottenibile effettuando un ridimensionamento dei magazzini e avendo una maggior disponibilità di informazioni a supporto del processo decisionale in area produzione; Miglioramento del servizio al cliente finale; Riduzione dei costi, ottenibile automatizzando le operazioni ripetitive quotidiane, il comparto packaging e le spedizioni; Incremento dei ricavi, raggiunto grazie alla possibilità di personalizzazione del prodotto. Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 78 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 79 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: definizione E- Procurement consiste nel disegno e nell’implementazione dei processi di fornitura e di acquisto utilizzando internet come un fattore competitivo abilitante. E- Procurement è una modalità per migliorare l’efficienza e l’efficacia nel business: Efficienza: riduce i costi di transazione e di comunicazione; crea sinergie tra i business partners; Efficacia: rispondere meglio al mercato e più velocemente; allinea le azioni di supply con i reali bisogni aziendali A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 80 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: criteri per la scelta Normalmente, una soluzione di eProcurement consiste: Gestione e manutenzione di un multi-catalogo; Condivisone dei requisiti di acquisto; Automazione del processo di approvazione (processo di approvazione automatizzato; Automazione delle transazioni di acquisto; Workflow management; Condivisione dello stato degli ordini e delle informazioni relative al budget di acquisti; A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 81 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: obiettivi indiretti Increase supplier management: • Riduzione dell’attività manuale; • Riduzione delle transazioni; I migliori candidati all’eProcurement sono le commodities che hanno alti costi di transazione o alti costi di maverick buying: Increase contract compliance: • Lower cost; Increase customer satisfaction: • Migliorare i tempi di ciclo; • Implementare le misure di performance; High total transaction cost: • Forniture di ufficio; • Libri; • Forniture per computer; • Software; Reduce number of invoices; Reduce manual invoices; Reduce number of checks; Decrease processing time. A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 82 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: impatti sui processi A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 83 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: buyer benefits 1.Aumento della compliance contrattuale. eProcurement assicura alle organizzazioni il rispetto degli approvvigionamenti: • Aumenta l’uso dei fornitori preferenziali; • Riduce gli acquisti “fuori contratto”: • Riduce i costi; A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 84 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: buyer benefits 2. Miglioramento dell’importanza della leva degli acquisti; eProcurement fornisce migliori previsioni sul processo di acquisto: • Dettagli riassuntivi degli attuali acquisti per ogni fornitore; • Dettagli riassuntivi degli attuali acquisti per ogni categoria di prodotto • Integrazione con il sistema ERP in modo che: 1. Aumento del potere di acquisto per l’ottenimento di sconti maggiori; 2. Si possono definire alcune categorie di prodotti per contratti preferenziali con alcuni fornitori; Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Pagina 85 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: buyer benefits 3. Ampia scelta dei fornitori L’utilizzo di market web site o l’iscrizione a servizi di eProcurement, possono: • Aumentare la scelta dei fornitori; • Far concentrare l’attenzione su beni e servizi più economici ed appropriati; • Permettono di utilizzare logiche comparative A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 86 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: buyer benefits 4. Riduzione dei costi di processo L’eProcurement riduce i costi amministrativi per ogni transazione che, da cartacea, diviene elettronica: • Riduzione dei tassi di errore; • Riduzione dei tempi di processo; • Riduzione dell’utilizzo del telefono/fax; • Riduzione dell’inventario fisico; Permettendo ad uno staff dedicato di concentrarsi su quelle attività a valore aggiunto come la negoziazione di contratti più vantaggiosi con i fornitori; A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 87 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: buyer benefits 5. Outsourcing del processo di business La fase finale è di esternalizzare l’intera funzione verso un’organizzazione esterna che possa gestire gli acquisti di più aziende. Questo può essere raggiunto attraverso l’outsourcing della tua organizzazione di eProcurement o acquisendo il servizio da un terzo soggetto. Vantaggi: • Prezzi migliori acquisto; • Equa divisione dei vantaggi; • Tempo breve per una eventuale nuova implementazione; A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 88 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: buyer benefits 6. Vantaggi per gli utilizzatori La scelta di prodotti su un catalogo elettronico ha numerosi vantaggi rispetto alla gestione del catalogo cartaceo: 1. Facilità nella ricerca del prodotto; 2. Visibilità del processo di acquisizione; 3. Possibilità di verificare la disponibilità (con diverse soluzione); A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 89 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: buyer benefits 7. Permette alla funzione approvvigionamenti di aggiungere maggior valore tramite: • Più tempo a disposizione da dedicare ad acquisti strategici; • Maggior influenza sui costi globali; • Più tempo a disposizione per il controllo del flusso di acquisto; • Migliore identificazione dei potenziali risparmi. A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 90 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: buyer benefits Driver Benefici Efficienza Riduzione dei lead time; Semplificazione dei processi; Riduzione del tasso di errore; Riduzione dell’uso di carta, fax e telefono; Riduzione delle scorte; Incremento della produttività delle persone; Prezzo Acquisti su contratto; Incremento del potere di acquisto verso i fornitori; Efficacia I buyer sono più focalizzati sulle attività ad alto valore aggiunto; Miglioramento dei servizi e del controllo; Parco fornitori più ampio; Possibilità di ricerca di materiali/prodotti alternativi; A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 91 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: supplier benefits 1. Aumento dei Ricavi: • Un nuovo canale di vendita • Più acquisti a contratto; • Meno acquisti fuori contratto (o spot); 2. Processi più accurati: • Scorte di magazzino inferiori; • Riduzione degli errori; • Minori resi; A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 92 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: supplier benefits 3. Costi ridotti: • Inserimento ordine; • Customer service; • Fatturazione, fatture da ricevere; 4. Efficienza operativa: • Fornisce i contenuti in forma condivisa; • Normalizzazione dei market site condivisi; • Aggiornamento per le comunità di trading; A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 93 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eProcurement: supplier benefits • Incremento dei volumi di vendita e dei ricavi (effetto dei contratti); • Accesso semplice a nuovi clienti (attraverso i siti di web-market); • Riduzione dei costi amministrativi e di realizzazione dei cataloghi; • Miglioramento dei processi; • Riduzione del debito; • Riduzione dei costi e dei rischi negli investimenti IT; • MIS (management information system) per sostenere le relazione con i buyer; • Servizi di benchmarking rispetto alle community; • Feedback su prodotti e servizi per gli sviluppi futuri A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 94 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eCollaboration Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 95 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eCollaboration: quando conviene? Nel caso di alti livelli di importanza reciproca la convenienza delle aziende a stabilire relazioni stabili integrandosi lungo la Supply Chain aumenta (positivo trade off costi-rischi vs. benefici-opportunità). A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 96 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eCollaboration: principali caratteristiche Enfasi sulla collaborazione: • Attori della medesima Supply Chain; • Condivisione dei cataloghi; • Gestione e tracking dell’ordine; • Maggiore attenzione alle attività di inventario; • Forecast e planning comuni; • Sistemi di back-end interfacciati; A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 97 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eCollaboration: Value chain integration A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 98 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eCollaboration: Order sharing levels A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 99 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eCollaboration: Information sharing A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 100 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eCollaboration: Funzionalità [1/2] A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 101 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eCollaboration: Funzionalità [2/2] A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 102 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 103 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Definizione Un marketplace digitale (virtuale) è in intermediario internet che connette i venditori e gli acquisitori (buyers) E’ un luogo dove i buyers e i venditori si incontrato per scambiarsi valori, dove l’unità di misura standardizzata del valore del mercato è il prezzo. Gli obiettivi principali sono: • Risolvere specifici problemi di frammentazione del mercato • Aggiungere valore sia sul lato buy che sul lato sell • Offrire efficienza nei costi del mercato • Essere ‘’non invasivi’’ con il rispetto dei processi di business dei partecipanti A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 104 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Obiettivi Ci sono due principali obiettivi per il mercato digitale: • Liquidità: la liquidità è presente quando i buyers possono comprare e i sellers possono vendere a volontà. • Massa critica: normalmente, un mercato è liquido quando ci sono molti buyers e molti sellers, che costituiscono una situazione di massa critica Maggiori sono i buyers e i sellers presenti nel mercato, più buyers e sellers sono attirati in esso. • Raggiungere una massa critica, normalmente, è un processo costoso e rischioso. • Il passaggio a massa critica è spesso il periodo di maggior rischio nel ciclo di vita di un mercato. • Una volta che la massa critica è raggiunta, il mercato si sostiene da sé e cresce in modo organico. A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 105 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Componenti A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 106 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Caratteristiche Un mercato è costituito da questi partecipanti: • I buyers (gli acquirenti) • I sellers (i venditori) • Gli intermediari In un mercato digitale, tutti i partecipanti e le loro interazioni sono rappresentate da processi digitali. Quindi, il marketplace dei mercati fisici è sostituito dal marketplace dei mercati digitali. La caratteristica primaria del mercato digitale, così come per tutti i mercati, è la configurazione molti-amolti. A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 107 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Intermediari L’intermediario è il realizzatore del mercato; le sue funzioni principali sono quelle di far scontrareincontrare buyers e sellers e essere l’arbitro della fiducia I buyers e i sellers hanno bisogno di un intermediario di fiducia per ridurre l’incertezza di fare business con una controparte sconosciuta o conosciuta poco, il quale fornisce servizi di supporto (la reputazione diventa una componente fondamentale dell’architettura del mercato digitale) A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 108 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Soluzioni Una soluzione di eMarketplace normalmente consiste in: • Sezione di Trading; • Comunità di trading on line; • Comunità a valore aggiunto; • E-market A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 109 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Caratteristiche funzionali Caratteristiche Descrizione Gestione dei contenuti Si riferisce all’ aggregazione e integrazione dei contenuti in termini di: Metacataloghi Revisione dei prodotti Registri di transazione Informazioni che gli acquirenti forniscono ai venditori Servizi alla comunità In base alla personalità del mercato, i principali servizi sono: Facilità nella ricerca Processo di ‘’matchmaking’’ Processi di transazione L’attività più visibile in un mercato è il processo di scoperta del prezzo o definizione del prezzo. Ce ne sono di due tipi: Prezzo statico Prezzo dinamico A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 110 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Servizi alla comunità C’è una ragione molto importante per cui il servizio alla comunità è così centrale: il mercato digitale si forma attorno ad una comunità di interesse. E’ la comunità che definisce e determina un mercato, e senza un’appropriato sistema di costruzione della comunità e un effetto di coesione della stessa, un mercato digitale non può sopravvivere. • I servizi alla comunità formano la personalità del mercato, ovvero la differenza chiave tra un mercato in competizione che serve lo stesso ambito o una funzione di business. • Essi sono la chiave delle operazioni e del valore del mercato A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 111 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Processi di transazione Tipo Modello Prezzo statico Fisso I prezzi sono fissi È efficiente quando il costo della negoziazione è relativamente più costoso del costo del valore in questione Cataloghi Dinamicamente in salita I prezzi salgono, perché i buyers competono tra loro e i sellers vendono all’offerente migliore Meccanismo di definizione del prezzo tanti vs uno, dove ci sono molti buyers che offrono per i beni di pochi venditori o di uno solo (mercato del venditore) Azione diretta Dinamicamente in discesa I prezzi scendono, perché i sellers competono tra loro e i buyer comprano all’offerta più bassa Meccanismo di definizione del prezzo tanti vs uno, dove ci sono pochi buyers o uno solo che acquistano i beni offerti da molti venditori (mercato del buyer) Azione contraria Dinamicamente fluttuante Il prezzo fluttua, sale e scende, in accordo con la legge domanda-offerta Uno scenario molti-a-molti, molti buyers e molti sellers degli setssi, o simili, valori. Combinazione simultanea di azione diretta e contraria Scambio Prezzo dinamico Descrizione Modello di transazione A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 112 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Processi di transazione – Modelli di transazione Modello di transazione Tempo Prezzo Applicazioni Catalogo (aggregatore) Ordini ricorrenti Prezzi standard e già negoziati Prodotti standard Ampia scelta Prezzo basso Azione diretta Scambi non frequenti Grande variabilità dipendente dagli attori della contrattazione Stock invenduti, macchine usate. Pezzi unici, obsoleti, prodotti deprezzati Scambio in internet (prezzo dinamico) Scambi frequenti in tempo reale Prezzi volatili Commodities Ordini spot Grossi volumi Azione contraria (sistema ad asta) Tempi lunghi di transazione Quotazioni specifiche Prodotti/servizi complessi e personalizzati Lavori a progetto A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 113 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Classificazione Tipo Descrizione Orizzontale Unisce clienti e fornitori da settori differenti (MRO.com; CommerceOne) Verticale Unisce clienti e fornitori dello stesso settore (Covisint) Verticale di nicchia Unisce clienti e fornitori dello stesso settore, concentrandosi su particolari processi o aree geografiche (Plasticsnet) Meta-market Una matrice di marketplace verticale e orizzontale (Verticalnet) Pubblico Aperto a qualsiasi business partner e cliente Privato Aperto solo a business partner riconosciuti A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 114 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Modelli di ricavo A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 115 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Modelli di ricavo A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 116 Strategie di Innovazione dei Processi Aziendali UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO eMarketplace: Fattori di Successo A.Sportoletti - SIPA, UniBg 2007 Supply Chain Management. Giovanni Caruso 2007 - 2008 Pagina 117