La Diocesi di Patti I Luoghi della Fede e dell’Arte Foto e Testi: don Basilio Scalisi Le 18 Diocesi della Sicilia Il territorio della Diocesi di Patti Dati statistici sulla Diocesi di Patti Fondazione: anno 1094 (101 Vescovi ad oggi) Superficie: Kmq 1.647 Popolazione residente: 165.000 Parrocchie: 84 Comuni: 42 Sacerdoti diocesani: 112 Religiose: 145 Seminaristi: 14 Chiese: 427 Musei di Arte Sacra nella Diocesi di Patti 1. Patti 2. Gioiosa Marea 3. Sant’Angelo di Brolo 4. Naso 5. San Marco d’Alunzio 6. Alcara Li Fusi 7. Capizzi (prossima apertura) È una terra, dove si può andare in breve tempo dal mare alle vette più alte, ove sono ubicati i comuni di Floresta, Cesarò, Capizzi, Mistretta, San Teodoro. La zona geografica offre paesaggi incantevoli, boschi immensi ed incontaminati, vallate profondamente incise da oltre venti fiumare, un vasto patrimonio artistico con opere d’arte della civiltà greco-romana, arabonormanna, con castelli disseminati dovunque e conventi e chiese bizantini, romanici, ma anche in stile rinascimentale, barocco e settecentesco. Greci e romani, bizantini ed arabi, normanni e svevi, spagnoli e angioini hanno per primi plasmato le pietre di questi borghi, dove in seguito il rinascimento e il barocco lasceranno tracce indelebili. Basiliani, eremiti, cappuccini, frati minori, domenicani, salesiani, oblati, religiosi e religiose, si sono alternati lungo il corso dei secoli. Pittori, scultori, architetti e artigiani locali, con la loro opera hanno aiutato gli altri uomini ad avvicinarsi al divino. Alcuni sono noti: Gagini, Gagini Novelli, Sozzi, Li Volsi, Tancredi, Tomasi, Mercurio, Marullo, Lo Bianco, Catalano, Fra’ Umile da Petralia, Antonello… Altri sono Anonimi. Tutti però accomunati per aver interpretato i sentimenti e le emozioni dell'anima popolare. Vi è così tutta una rete capillare di edifici sacri, affreschi e quadri, intagli e sculture, argenti e parati: opere indicative di una attività costante e di un grande impegno per la bellezza. Tindari Ucria Cesarò Galati Mamertino Alcara Li Fusi Itinerari Turistici - Culturali Primo itinerario Secondo itinerario •Oliveri (Marinello) Gioiosa Marea - Piraino •Tindari - Patti S. Angelo di Brolo •Montagnareale Raccuja - Sinagra •Librizzi Ficarra •San Piero Patti Brolo Primo itinerario •Oliveri (Marinello) •Tindari - Patti •Montagnareale •Librizzi •San Piero Patti I laghetti di Marinello Oliveri: nuova Chiesa della Natività di N. S. G. C. Il colle di Tindari Tindari:: proiettato a picco sul mare, in posizione incantevole. Qui passato e futuro si saldano. Civiltà greca, latina e cristiana s’incontrano. Luogo di antichità, di storia e arte, di fascino e religiosità: le ciclopiche mura di cinta, il Teatro, la Basilica, i mosaici, l’antico Tempio sono testimonianze dell’antico splendore. Nel Santuario, è il fascino della “Nigra sed formosa”: antica icona medievale, i cui segni bizantini, latini e arabi, incantano. Da oltre un millennio è meta ininterrotta per centinaia di migliaia di pellegrini e turisti provenienti da ogni angolo del mondo. Qui hanno sostato in preghiera innumerevoli generazioni, gente umile e personaggi che hanno segnato la storia e la cultura. Tra questi: il cardinale Roncalli, futuro Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, il Nobel della letteratura, Salvatore Quasimodo… Interno del Santuario L’icona medievale Vista esterna del Santuario L’antico Santuario Da Tindari il nostro viaggio, prosegue per Patti Patti,, nobilissima e magnanima città di re e vescovi, saccheggiata, distrutta e risorta a più riprese, che custodisce notevoli vestigie del suo passato. Il percorso culturale lungo le strette stradine del centro storico ci fa ammirare: la normanna Basilica Cattedrale dedicata a San Bartolomeo col superbo campanile e le cappelle settecentesche, in marmi policromi, di Santa Febronia e del Sacramento, la Chiesa di S. Antonio Abate di epoca tardotardo-medievale, la trecentesca Chiesa di S. Ippolito, la Chiesa di San Michele che conserva un pregevole ciborio marmoreo del 1538 opera di Antonio Gagini, la Chiesa di S. Nicolò di Bari del 1600, il Museo diocesano di Arte Sacra. Interno della Cattedrale Sono interessanti le opere d’arte custodite nella Cattedrale, tra cui: la tavola di Antonello de Saliba, l’elegante statua marmorea “Madonna col Bambino” di Antonio Vanelli (1505), alcune tele di Olivio Sozzi. Preziosi arredi sacri (calici, ostensori, pissidi) e pregiati paramenti liturgici si conservano nelle sale del Museo Diocesano. Patti: vista esterna della nuova Concattedrale Decorazioni interne della nuova Concattedrale (part.) Montagnareale ed il vicino borgo di Sorrentini,, a pochi chilometri da Sorrentini Patti, offrono paesaggi di rara bellezza, con ampie vedute sulla costa tirrenica e sulle Isole Eolie. Nella Chiesa Madre di Montagnareale spicca tra tutte la statua marmorea della Madonna delle Grazie, opera di scuola gaginiana, datata 1679. Inoltrandoci nell’entroterra pattese, seguendo la provinciale per San Piero Patti, appollaiato su una collina è il medioevale borgo di Librizzi, in spendida posizione panoramica sul golfo di Patti e sulla valle del Timeto. In alto è il centro storico con la Chiesa Madre. In basso è la piazza con la suggestiva chiesetta che custodisce la Madonna della Catena, di leggiadra fattura rinascimentale e riferibile ad Antonino Gagini. La cittadina di San Piero Patti ci presenta: la settecentesca Chiesa Madre di San Pancrazio, la Chiesa di Santa Maria, il Convento dei Carmelitani. Nella Chiesa Madre è custodito un Crocifisso ligneo del secondo Quattrocento. Nella stessa Chiesa sono ben conservati il Gruppo dell’Annunciazione, dalle forme classiche e dai panneggi baroccheggianti, e la Madonna dell’Itria. Presso la Chiesa del Convento sono una Madonna del Carmelo, dall’ampio mantello riccamente decorato, ed una “Madonna della Provvidenza”, opere in marmo del secolo XVI e riferibili ai Gagini. La Chiesa Madre di San Piero Patti Nella Chiesa di Santa Maria, del 1581, impreziosita nella facciata da un’ampia scalinata e da uno splendido portale barocco, eseguito da maestranze locali, è stupendo il soffitto ligneo, mentre di Antonello Gagini è la statua in marmo di Santa Maria di Gesù che si caratterizza per la dolcezza del viso della Madonna e per l’ampio panneggio. Secondo itinerario Gioiosa Marea Piraino S. Angelo di Brolo Raccuja Sinagra Ficarra - Brolo Situata sulla costa tirrenica, tra Capo d’Orlando ed il Golfo di Patti, è Gioiosa Marea, cittadina originariamente posta sul promontorio di Capo Calavà a circa 800 metri s.l.m., ove sono i resti dell’antica città medievale e di insediamenti databili al V secolo avanti Cristo. Le attrattive naturali sono assolutamente uniche e varie, specie se ci si inoltra per le stradine delle numerose contrade, che popolano la montagna di Gioiosa. Nel centro urbano si erge la Chiesa Madre, dedicata a San Nicolò di Bari, costruita con materiali e tecniche propri dell’antica Gioiosa La Chiesa Madre custodisce all’interno pregevoli tele di Olivio Sozzi, sculture dei Gagini, oltre a preziose opere lignee riccamente intarsiate. È interessante la visita al Museo parrocchiale di Arte Sacra. Altro pregevole monumento architettonico è la Chiesa di S. Maria. Qui è ben conservata, in una cappella con marmi mischi del secolo XVI, la statua della Madonna delle Grazie,, vibrante di forte Grazie tensione religiosa. Madonna delle Grazie Madonna della Neve La Madonna della Neve, Neve, ubicata nella stessa Chiesa, è la statua più antica di Gioiosa. È quattrocentesca e presenta un panneggio molto accentuato ed una espressione del volto tipica delle donne siciliane. Lasciata Gioiosa, raggiungiamo la parte più antica della cittadina di PIRAINO, in posizione panoramica sull’alto di un colle, con l’antica torre feudale. Cripta dell’Ecce Homo Affresco sec. XII Campanile della Chiesa Madre Dalla fiumara di Brolo, salendo su verso la collina e costeggiando aranceti e conche di uliveti, arriviamo a Sant’Angelo di Brolo, antico centro normanno nel cui territorio vi sono ancora oltre trenta chiese. Chiesa del del SS. Salvatore Nella stessa Chiesa è ubicato il Museo parrocchiale di Arte Sacra La Chiesa Madre Santa Maria, a tre navate, in stile rinascimentale, è stata rimaneggiata nel 1534. Nella Chiesa Madre sono da notare: una statua gaginiana della Madonna, interessante per il variegato modellato dei panneggi; il grande altare maggiore barocco in marmo con intarsi e fregi, statue in legno sec. XVII, tele di bottega messinese del XVI secolo, antichi paliotti ricamati in fili di seta, argento ed oro, sarcofagi delle famiglie AngottaAmato e Natoli. Nella parte bassa del paese, dopo aver percorso vecchie vie e vicoli suggestivi, è la seicentesca Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, con i portali scolpiti in pietra arenaria. La torre campanaria è del 1650. Il Museo parrocchiale di Arte Sacra di S. Angelo di Brolo espone rari manufatti artistici, provenienti da antichi luoghi di culto, che forniscono una preziosa documentazione della tradizione artistica e della storia locale. Da Sant’Angelo, proseguendo verso l’entroterra ed attraversando altipiani e vallate di noccioleti, si giunge a Raccuja. Vi fiorirono, nel tempo, diversi ordini religiosi: carmelitani, benedettini, basiliani e minori osservanti. L’attuale centro abitato, con le sue piccole e tortuose vie, conserva ancora molto del suo aspetto antico e si snoda tra la Chiesa Madre e, nella parte alta, il castello di epoca normanna. La Chiesa Madre di Raccuja La Chiesa Madre Santa Maria di Gesù è rinascimentale e si offre come vera raccolta di storia dell’arte: dal portale in pietra arenaria, al gruppo marmoreo dell’Annunciazione, alle composte statue di San Sebastiano e di Santa Maria di Gesù attribuite a Rinaldo Bonanno, scultore locale vissuto nella seconda metà del 1500, alle maestose colonne in pietra marmorea abilmente plasmate da maestranze del luogo. Da Raccuja, attraverso la provinciale che costeggia la fiumara, si giunge a Sinagra Sinagra.. Il monumento più significativo di questa cittadina è la settecentesca Chiesa Madre, dedicata a San Michele Arcangelo, ad unica navata. Domina tutta l’aula liturgica il Trittico marmoreo, attribuito a Giacomo Gagini, del 1542. La Madonna della Catena (al centro del Trittico) si caratterizza per l’affettuosa posizione del Bimbo, quasi attaccato al volto della Madre, e per le decorazioni del mantello. Madonna della Catena (part. del Trittico) Trovandoci a Sinagra, non può mancare la visita alla carmelitana Chiesa del Crocifisso, pregevole esempio di architettura tardo-medievale. Dopo Sinagra, altra tappa è Ficarra situata su un colle verdeggiante, tra declivi di ulivi e boschi di uliveti e noccioleti. Qui ci si immerge nell’incanto di un borgo che nelle pietre, negli intagli, nelle Chiese, nei palazzi baronali, nei portali ha conservato quasi intatto il fascino dell’antico. La Chiesa Madre dedicata all’Assunta, costruita nel XVI secolo, si caratterizza all’esterno per la facciata con il portale in pietra arenaria, eseguito da artigiani del luogo, e per l’eleganza compositiva e strutturale. All’interno, è di Antonello Gagini il marmo dell’Annunciazione (realizzata nel 1506), scultura esile per proporzioni, di elegante decoro nel panneggio. È del 1536 il Tabernacolo gaginesco in marmo bianco, mentre è chiaramente firmata da Antonio Gagini la “Madonna con Bambino”. Nella stessa Chiesa Madre, autentico scrigno di memorie di uomini e di opere, è il “Polittico Antonelliano”, sul quale tante pagine sono state scritte da autorevoli critici per identificarne l’autore e svelarne l’enigma, il cui fascino resta sempre immutato e non si cela ai devoti. S. Agata (part. del Polittico) Il Cristo Pantocratore (part. del Polittico) Da Ficarra, il nostro itinerario in una fuga crescente di paesaggi sempre più suggestivi ha come punto di arrivo la cittadina di Brolo. La Chiesa parrocchiale, dedicata all’Annunziata, costruita alla fine del secolo XVIII da Ignazio Abate, è dignitosa nelle forme e nelle linee architettoniche. Dipinto dell’Annunciazione Statua in legno della Vergine Annunziata A conclusione di quanto velocemente abbiamo presentato, si può ben dire che questa affascinante realtà è parte integrante dei luoghi di vita sociale, familiare e individuale della gente. È indubbio che in questo territorio si vive a contatto, in un rapporto di familiarità costante, con i beni culturali (e non solo ecclesiastici) e quindi ci si muove nella storia. Gli itinerari fugacemente sviluppati evocano valori, segni e memorie di fede, di cultura e di arte che hanno contraddistinto secoli di vita ed ora sono patrimonio prezioso della gente dei Nebrodi, sicure testimonianze delle origini e di una identità, che è fierezza di spirito. Non è da trascurare, infine, la dinamica in atto nella intera Diocesi di Patti. Grazie alla generosità dei fedeli, delle commissioni parrocchiali e dei contributi regionali e statali, si interviene con coraggio per il recupero ed il restauro di antiche chiese e monasteri, di opere pittoriche, di statue, di arredi ed argenti, di cori lignei ed organi, di libri e documenti di pregio. Numerosi archivi e biblioteche parrocchiali vengono riordinati, oggetti e testi sono catalogati e resi disponibili per ricerche e consultazioni o per la semplice e gratificante ammirazione. 7 Musei di Arte Sacra sono una realtà! In ogni piccolo paese dei Nebrodi questa realtà è esperienza quotidiana. È anche il fascino di questa terra, che invitiamo tutti a conoscere e visitare! Don Basilio Scalisi