UN NUOVO PERICOLO PER L`APICOLTURA ITALIANA “LA VESPA

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UN NUOVO PERICOLO PER L’APICOLTURA ITALIANA “LA VESPA VELUTINA (Calabrone asiatico)” Il Servizio Fitosanitario Regionale ha informato le Amministrazioni Comunali
sul rinvenimento, avvenuto nelle settimane scorse nella vicina provincia di
Rovigo, di alcuni esemplari di “Vespa velutina”.
Questo insetto è originario dell’Asia sud-orientale (Cina del sud, India del
nord, penisola indocinese, arcipelago indonesiano).
La vespa è comparsa in Europa nel 2004, probabilmente introdotto con merci
di origine cinese. Dopo il primo rilevamento in Aquitania (Francia), si è diffusa
in pochi anni in quasi tutta la Francia, penetrando anche in Belgio, Spagna,
Portogallo e Germania, dimostrando la sua capacità di fare notevoli danni
arrivando a distruggere oltre il 50 % degli alveari presenti.
Dal 2012 la vespa velutina è presente anche in Italia, penetrata in Liguria e
Piemonte dal confine francese.
Come è fatta:
Simile al nostro calabrone (Vespa crabro, a destra), ma di dimensioni
inferiori, la specie asiatica (a sinistra) si distingue da esso anche per essere
più scura, per avere una banda giallo-arancione verso il pungiglione e una
stretta linea gialla più chiara vicino al vitino di vespa. Le estremità delle
zampe sono colorate di giallo.
Vespa velutina
Vespa crabro Come vive:
La vespa velutina vive in popolose comunità composte da una regina,
qualche maschio e un grande numero di femmine sterili (operaie).
La colonia dura solo un anno. Ogni primavera le regine, dopo aver svernato
in qualche riparo, costruiscono un nido in cui depongono e accudiscono le
uova. Quando le prime operaie sono diventate adulte e cominciano a
procacciare cibo per la comunità, la regina si dedica a deporre le uova.
Verso la fine estate/inizio dell’autunno nascono i maschi e le giovani regine
che, una volta fecondate, cercano un riparo invernale per fondare a
primavera una famiglia.
I nidi primari:
Si possono trovare a primavera: sono i primi nidi formati dalle regine e
contengono pochi individui.
Sono attaccati a una superficie – per esempio soffitti o terrazze – tramite un
peduncolo che li sostiene.
Hanno la forma di una piccola sfera forata verso il basso. Di norma sono
costruiti a bassa altezza, il che li rende generalmente ben visibili.
La loro posizione è provvisoria e possono essere rifondati in luoghi più sicuri
per le vespe (nidi secondari):
I nidi secondari:
A inizio estate compaiono i nidi secondari, grandi vespai realizzati all’aperto
in luoghi riparati e inaccessibili, talvolta a notevoli altezze (5-20 metri), per
esempio sulla cima degli alberi, per cui d’estate potrebbe essere difficile
individuarli per via del fogliame.
Di forma sferica molto irregolare (piriforme) possono avere 60-90 cm di
altezza e 40-70 cm di diametro; l’entrata delle vespe è laterale. All’interno
esistono 6-7 strati di celle che ospitano una popolazione media totale di 6mila
individui(con picchi superiori ai 12mila).
Che danni provoca:
L’allarme per l’arrivo di questo calabrone alieno arriva principalmente dal
mondo degli apicoltori poiché gran parte della dieta delle sue larve è a base
di api.
I calabroni pattugliano l’entrata degli alveari e catturano le api bottinatrici
cariche di polline al rientro nell’alveare, le uccidono e lo portano al proprio
nido come alimento per la prole. Inoltre, là dove questo predatore tiene sotto
assedio gli alveari, le api bottinatrici smettono di uscire dall’arnia e la colonia
di conseguenza si indebolisce. Inoltre, essendo l’ape uno dei principali insetti
impollinatori, il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più
in generale, questo calabrone predando le api, rappresenta una minaccia sia
alla biodiversità vegetale, che alla produzione delle colture agricole la cui
impollinazione si basa sull’azione delle api.
Danni secondari, ma non trascurabili, sono quelli ai frutti maturi, prediletti
dagli esemplari adulti di velutina.
I pericoli per l’uomo:
Il tasso di aggressività verso l’uomo è analogo a quello del calabrone
europeo.
In prossimità dei nidi però l’attacco può essere violento: 8-12 punture
possono provocare un avvelenamento che richiede il ricovero in ospedale e
nei casi più gravi casi di shock anafilattico.
La pericolosità è anche dovuta al fatto che Vespa velutina costruisce i propri
nidi spesso in vicinanza di aree urbane o dentro edifici ad uso umano, come
serre, capanni o terrazze.
IMPORTANTE: attenzione ad avvicinarsi ai nidi ed evitare di cercare di
rimuoverli.
Monitoraggio degli adulti
Per tutta la stagione è utile effettuare un monitoraggio con bottiglie trappola
(in commercio o autocostruite).
Basta prendere una comune bottiglia di plastica da 1,5 L e tagliarla in due
parti, come nella figura.
Nella parte inferiore va messa l’esca zuccherina. La migliore esca è risultata
essere il contenuto di una lattina di birra chiara (4.7% di alcool) perché non è
attrattiva per le api.
La parte superiore della bottiglia va inserita nella prima metà, ma capovolta.
Per permettere l’uscita di altri insetti catturati dalla trappola si consiglia di fare
dei fori di mm 5,5 e porre un galleggiante nella birra.
Per proteggere la trappola dalla pioggia si può apporre una tettoia.
Le trappole possono essere sistemate nei diversi ambienti senza limitazioni,
appendendole a rami di alberi e arbusti, oppure a ganci realizzati
appositamente, a una altezza dal suolo di 1,50-1,80 m.
In un apiario, collocare le trappole ai lati delle file di alveari, a 20-50 cm circa
dalla parete dell’arnia e ad altezza non superiore al livello del tettuccio.
L’esca deve essere sostituita circa ogni 2 settimane.
Cosa fare:
Gli apicoltori o i cittdini possono verificare periodicamente il contenuto delle
bottiglie trappola e segnalare qualsiasi insetto sospetto.
Verificare l'eventuale presenza di operaie di in volo stazionario di fronte agli
alveari.
Occorre tempestivamente segnalare la presenza di nidi primari o secondari
sospetti, allegando una fotografia.
E' importante che le segnalazioni siano tempestive, in modo da ostacolare la
diffusione del calabrone.
Le segnalazioni potranno essere inoltrate al Servizio Ambiente comunale,
oppure al numero Whatsapp: 345 642 3030 - oppure contattando il Servizio
Fitosanitario
sede
di
Modena
tel.
059/243107
email:
[email protected]
Per informazioni è possibile visitare i siti web:
www.stopvelutina.it
http://www.fitosanitario.mo.it
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