MEMORIAOBLIO
5-31 maggio 2013, Casa Saraceni, via Farini 15, Bologna
La Cooperativa Sociale Nazareno di Carpi con la curatela di Luca Farulli organizza a Bologna dal 5 al 31
maggio 2013 presso gli spazi di Casa Saraceni della Fondazione Carisbo la mostra d’arte
“MEMORIAOBLIO”.
Si tratta della quinta esposizione organizzata dalla Cooperativa Nazareno, naturale prosecuzione delle
mostre realizzate in precedenza a Carpi, dedicate al dialogo tra arte irregolare ed arte cosiddetta “ufficiale”,
curate dalla storica dell’arte Bianca Tosatti: “Ritrarre l’Invisibile” (2007), “Stupefatti di Spazio” (2008), “Per
turbamenti del potere” (2009), “Figure della Protezione” (2010).
L’esposizione di quest’anno elegge come proprio tema quello della memoria e del suo rapporto con l’oblio,
facendo emergere il carattere dinamico e profondamente umano del loro rapporto, come sottolineano sia il
Presidente della Cooperativa Nazareno Zini, sia il curatore Farulli.
La visione critica proposta da Farulli ci porta in particolare a riflettere su due elementi: da un lato viene
investigata l’imprescindibilità del dialogo tra memoria e oblio e, dall’altro, viene sottolineata l’importanza
della dimensione plastica e processuale della memoria che si declina sia attraverso la capacità strettamente
umana di deliberare, sia attraverso l’agire.
Opere: (in alto) Gianluca Pirrotta, 2013, Davanti alla finestra.
Se da una parte vengono richiamati i contributi forniti al tema da Platone e Nietzsche per sottolineare
l’interdipendenza tra memoria e oblio inteso come oscurità, dall’altro, viene messa in evidenza la posizione
espressa da Aristotele che, distinguendo tra il “semplice ricordare” e il “cercare nei ricordi”, pone l’accento
sulla capacità tipicamente umana di deliberare, esprimendo un giudizio ed una scelta a partire dalla propria
esperienza soggettiva. Farulli intende mettere in luce la relazione tra memoria, capacità deliberativa umana
e felicità: “La dimensione plastica del cercare nei ricordi, la sua felicità implicita, è così connessa a quella
sua vicinanza al montaggio del tempo che comporta oblio, quale dimensione per l’emergere di qualcosa
che non è cancellato”.
E’ proprio in questo continuo dialogo tra memoria e oblio che si inseriscono le opere attraverso le quali
ogni artista propone il proprio tentativo di imbrigliare e dare ordine al caos.
Ogni artista cerca di raccontarsi in maniera singolare attraverso la figura umana, le tessiture, gli oggetti e
l’evocazione immaginifico- visionaria.
Se da un lato alcune opere come i volti segnati di Alfarano ci propongono una
narrazione, altri ci presentano, come nel caso di Cibaldi, la memoria come
una veste, una pelle, una muta e nel caso di Antoni Ciotti gioielli/scultura
come paesaggi della memoria. Zagajewski sceglie i propri “altari” di
terracotta per materializzare apticamente l’indicibile, Pastis ricorre al video
per rappresentare “gli archivi della memoria”. Se da una parte le tessiture
grafiche di Pirrotta sono proposte come una serie di fotogrammi, dall’altra è
possibile intravedere nelle opere di Obwaller una “Babele di gesti” tracciati
con la biro. Baechler lavora utilizzando le silhouettes tardo settecentesche e
ombre che sono riconducibili al “grado zero”
del ritratto, Giovagnoli narra le vite di persone famose attraverso le
licenze poetiche che si concede nelle sue biografie “artistiche” e Borgalli
evoca visionariamente l’infanzia. Ai pieni delle trame della memoria e dei
grafemi di Parant, fanno da contraltare i lavori di Brown e Anzeri che
rappresentano monadi, occhi interiori dai quali si generano energetiche
raggiere. Callegaro Perozzo ci richiama al potere taumaturgico del ricordo,
i calchi pompeiani di Lanza colpiscono per la capacità che possiede
l’impronta di trattenere la ”memoria del
corpo”. I ritratti “scolpiti” di Paltrinieri
riconducono alla pittura intesa come “storica
pratica memoriale”, mentre le schegge di
dialogo familiare dei “diari a fumetti” di
Persico e gli scenari convulsi animati da una
sorta di moto centripeto di Giordani
propongono una verità poetica che sintetizza
storia e immaginario. La superfici di Kapeller e i libri di Candini evocano
l’oblio, le dead zones, i contenuti parzialmente inaccessibili. I dipinti di Caruso
riportano alla luce gesti, abiti, lavori di un passato recente. Infine Coser
propone frammenti visivi in una singolare crasi tra cinematografia e pittura.
Opere: (dall’alto) Daniela Alfarano, 2009, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi; Donald Baechler 2007, Citizens and Soldiers 14; Silvia Cibaldi, 20072013, Si tolse le corazze e provò a volare
Farulli sottolinea come il punto nodale dell’esposizione
sia costituito dalla dimensione artistica, dallo specifico
contributo che l’arte porta al superamento della
contrapposizione tra “dinamica dell’immaginazione” e
“statica della memoria”: “E’ una funzione eminente
dell’arte quella di muovere, come una spola, siffatto
telaio, perlustrare gli andirivieni del tempo vissuto,
della memoria collettiva: i resti, ciò che non è andato
mai via e permane, impigliato a latere dello scorrere del
tempo, come un gorgo che viene sbrigliato da un odore,
da una sensazione, da un’immagine viva che ne tocca
un’altra, in noi in quiescenza, in attesa paziente. In questo senso, ciò di cui ne va, qui, è dell’arte, della sua
capacità di articolare il discorso relativo alla condizione umana, alla posizione dell’uomo rispetto al mondo.
Questo discorso è fatto di tempo, ma di tempo scolpito in nessi significativi, in montaggi capaci di
evidenziare nodi, scioglimenti, fili, più o meno interrotti, linee di tendenza che si aprono all’utopia di una
condizione altra, o, invece, insistono su un al di qua dell’utopia, così significativo, così pesante da non
risultare eludibile. L’articolazione dell’esposizione, che unisce in un unico sforzo artisti outsider e insider, si
muove per generi e per aree tematiche. Per generi in quanto la memoria attivata nel disegno dal
coordinamento mano-occhio riporta valenze qualitative specifiche e diverse rispetto a quella che proviene
dal gesto del fotografo o dal gesto del video maker, risultando ancor differente rispetto al percorso della
memoria legato al cieco e profondo tatto, della mano del tessitore o dell’artigiano. Questo, per spiegare i
criteri che ci hanno guidato nella scelta delle opere degli artisti, provenienti dall’Italia e da altri paesi
europei, arricchendo ulteriormente i percorsi differenziati della memoria”.
Opere: (in alto) Andrea Obwaller, 2009-2013 Senza Titolo; (da sinistra) Maurizio Anzeri 2012, Corrado; Andrea Giordani 2011, Il drago e i
sentimenti umani

Artisti in mostra:
 Daniela Alfarano
 Fiamma Antoni Ciotti
 Maurizio Anzeri
 Donald Beachler
 Faustino Borgalli
 James Brown
 Maria Callegaro Perozzo
 Manuela Candini
 Roberto Caruso
 Silvia Cibaldi
 Luca Coser
 Andrea Giordani
 Gilberto Giovagnoli
 Peter Kapeller
 Lanza Marco
 Andrea Obwaller
 Cesare Paltrinieri
 Jean-Luc Parant
 Pastis
 Riccardo Persico
 Gianluca Pirrotta
 Stanislaw Zagajewski
Tra gli artisti in mostra, espongono tre pittori provenienti dall’atelier Manolibera della Cooperativa Nazareno.
Riportiamo parti dei saggi contenuti nel catalogo relativi ai loro lavori:
Cesare Paltrinieri: .“Per questo motivo i ritratti in mostra di Cesare Paltrinieri, che immortalano i diversi membri di
una famiglia, più che stabilire una continuità e scandire i riti sociali di un gruppo ristretto, sembrano parlarci della
pittura come storica pratica memoriale, suggerendo una riflessione su di essa, ponendosi come tentativi di sottrarre
all’oblio specificità e funzioni di un linguaggio tuttora importante nelle arti visive”. –Sara UgoliniGianluca Pirrotta: “Il lavoro di Pirrotta si concretizza però attraverso un processo guidato dalla logica e dal ritmo. I
suoi fogli risultano incasellati come campi di gioco di una “battaglia navale” nella quale affondano immagini di vita
quotidiana, ambienti familiari fotografati da lui stesso, ricordi autobiografici.” –Cristina CalicelliRiccardo Persico: “Optando per la forma agile del “diario a fumetti”, si confronta con la sua storia innestandola sui
personaggi e le trame di un immaginario visivo condiviso dalle ultime generazioni. Schegge di dialoghi familiari e di
pensieri personali si inseriscono infatti tra le battute stereotipate dei supereroi dei cartoons, dei videogiochi, del
cinema e la sua figura, talvolta mascherata, compare accanto a Batman e a Super Mario Bros.” –Sara UgoliniCuratela: Luca Farulli
Comitato Scientifico:
Cristina Calicelli
Sara Ugolini
In occasione dell’inaugurazione della mostra è previsto un incontro di presentazione al quale interverranno il curatore
Luca Farulli e lo psicoanalista Augusto Iossa Fasano.
Orari: lun-mar-mer-giov-dom 10.00-20.00; ven e sab 10.00-21.00; Info e visite guidate: 320 0852660
Comunicazione: Chiara Bellardi tel. 348 1613252 [email protected]
Direzione Organizzativa: Emanuela Ciroldi [email protected]