Dai DSA ai BES: metodologie didattiche inclusive - "Olivetti"

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Dai DSA ai BES:
metodologie didattiche inclusive
ITS “Olivetti” Lecce, 26 Novembre 2015
Adele Maria Veste
Un po' di storia
L’espressione “alunni con bisogni educativi speciali ” (Special
Needs nella letteratura anglosassone) compare per la prima
volta nel Rapporto Warnock in Inghilterra, nel 1978 per
abolire il termine “handicap” e per sottolineare la necessità di
un rinnovamento in ambito pedagogico.
Con la Dichiarazione di Salamanca, i “Bisogni
Educativi Speciali” sono assunti come definizione,
a livello internazionale, di un ambito educativo che
ricomprende disabilità, difficoltà e svantaggio. In
Italia tale concetto viene introdotto quando è già
maturo in altri Paesi.
Unicuique suum
In italiano è tradotto come “dare a ciascuno il suo”, ossia “che
a ciascuno sia dato quanto gli è dovuto”.
“Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far le parti uguali fra
disuguali” Don Lorenzo Milani
L’Unicuique suum lo possiamo intendere anche nel senso
che “ciascuno deve fare ciò che è nelle sue competenze”: ai
clinici la diagnosi, agli insegnanti gli interventi educativi.
●
●
Poiché stiamo parlando di bambine e bambini, di esseri
umani, di ciò che vi è di più bello, delicato e complesso al
mondo è richiesto uno sguardo psicopedagogico: che
sappia intelligere ossia leggere dentro (intus legere) le
cose e le persone, per trarne poi orientamenti ad agire.
Ci vuole un insegnante, con la competenza e la capacità di
percepire l’essere umano in tutta la sua complessità e di
saper scegliere una strategia, di applicare un metodo.
R. Ciambrone “Verso una cultura sociale dei BES”
Non è sufficiente preoccuparsi di definire chi
sono gli studenti in situazione di BES;
importante è cambiare il modo di insegnare e
di valutare, affinché ogni studente in
relazione alla sua condizione e alla sua
manifesta difficoltà, possa apprendere.
La nozione di BES
Non è univocamente
definita.
Tutte
le
definizioni
descrivono
situazioni in cui la
proposta
educativa
scolastica
quotidiana,
“standard” non consente
allo
studente
un
apprendimento e uno
sviluppo efficace, a causa
delle difficoltà di varia
natura.
Gli studenti si devono adattare
alle attività didattiche messe a
punto sulle caratteristiche dello
“studente tipo”
Se uno studente non risponde
adeguatamente
e
produttivamente, è necessario
che anche la scuola attui degli
adattamenti
alla
propria
proposta, per favorire il successo
formativo dello studente.
Da una posizione statica:
constatare le difficoltà
Ad una posizione dinamica:
rispondere alle necessità della
persona in formazione.
●
●
●
●
Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di
intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e
organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“.
Indicazioni
operative
concernenti
la
direttiva
ministeriale 27 dicembre 2012 recante "Strumenti di
intervento per alunni con bisogni educativi speciali e
organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica" (C.M. n. 8 del 6 marzo 2013)
Piano annuale per l'inclusività (Nota 27 giugno 2013)
Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi
speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione
scolastica - Chiarimenti - (Nota prot. n. 2563 del 22
Adele Maria Veste
novembre 2013)
Si delinea e si precisa la strategia inclusiva
della scuola italiana, si evidenzia il ruolo
dell'azione didattico-educativa e il dovere di tutti
I docenti di realizzare la personalizzazione
attraverso l'utilizzo di misure dispensative e
strumenti compensativi
Adele Maria Veste
Art. 1
1. Per affermare il ruolo centrale della
scuola nella societa'
della conoscenza e innalzare i livelli di
istruzione
e
le
competenze
delle
studentesse e degli studenti, rispettandone i
tempi e gli stili di apprendimento, per
contrastare le diseguaglianze socio-culturali
e territoriali, per prevenire e recuperare
l'abbandono e la dispersione scolastica, in
coerenza con il profilo educativo, culturale e
professionale dei diversi gradi di istruzione,
per realizzare una scuola aperta, quale
laboratorio
permanente
di
ricerca,
sperimentazione e innovazione didattica
Adele Maria Veste
In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di
“speciale attenzione”
SVANTAGGIO
SOCIO-ECONOMICO
LINGUISTICO
CULTURALE
DISABILITA'
DISTURBI
EVOLUTIVI
SPECIFICI
Adele Maria Veste
“I disturbi evolutivi specifici”
Competenze intellettive nella norma
Le difficoltà degli studenti risiedono nell'incontro tra le loro
caratteristiche e l'ambiente, sia extrascolastico che
scolastico: il contesto sociale, i docenti, le modalità didattiche,
le risorse disponibili.
Adele Maria Veste
DSA
Disturbi specifici dell’apprendimento
Dislessia
Disortografia
Disgrafia
Discalculia
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Deficit del linguaggio
“DSL: sono dei disturbi nell’acquisizione del linguaggio in
bambini con intelligenza e udito normali, senza apparenti
problemi neurologici (5% dei bambini in età scolare)
I Disturbi Specifici del linguaggio sono spesso associati a
difficoltà di coordinazione motoria, di funzionamento cognitivo, e
a disturbi dell’attenzione.
ritardo nella comparsa e nel successivo sviluppo
sviluppi differenziati nell’uso di una stessa flessione per due
funzioni grammaticali diverse;
frequenza anormale di errori
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Deficit del linguaggio
●
●
In Italia, alcuni importanti studi (Rescorla, 1998; Gagliano
e coll., 2007; Stella, Franceschi, Savelli, 2008) hanno
rilevando percentuali significative di correlazione (15-20%)
tra difficoltà di lettura e disabilità del linguaggio.
I DSL possono manifestarsi come disturbi della codifica
fonologica (potta per porta, podo per dopo, areio per
aereo, ecc.) e/o semantico-lessicale (mano per dito, sedia
per tavolo…) e/o morfo-sintattica (dammi regalo, i bambini
giocare, vado della nonna).
Adele Maria Veste
Disturbo non verbale
Cadute specifiche in compiti di natura non verbale
(intelligenza verbale superiore a quella spaziale)
●
●
Difficoltà scolastiche nelle discipline che sottendono abilità
visuo-spaziali e grafo-motorie
Problemi di coordinazione motoria (goffagine, scarsa
agilità)
●
Tendenza a bloccarsi innanzi a compiti complessi
●
Compromessa abilità di pianificazione
●
Compromessa abilità di pragmatica sociale
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Disturbo dello spettro autistico lieve
Questa definizione (spettro autistico) significa che il disturbo
colpisce ciascuna persona in modo differente variando da
una lieve a una grave sintomatologia. I disturbi dello spettro
autistico originano comunque da una compromissione dello
sviluppo che coinvolge le abilità di comunicazione e di
socializzazione, e sono in generale associati a
comportamenti inusuali (ad esempio comportamenti ripetitivi
o stereotipati) e a un’alterata capacità immaginativa.
A volte non rientra nelle casistiche previste dalla legge 104
Adele Maria Veste
●
●
●
L’autismo è stato per anni erroneamente considerato un
disturbo dovuto a inadeguate relazioni nell’ambiente familiare
dipendenti dal comportamento dei genitori (origine
psicodinamica).
Attualmente la posizione scientifica condivisa a livello
internazionale
considera
l’autismo
una
sindrome
comportamentale associata a un disturbo dello sviluppo del
cervello (porta con sè alterazioni della struttura e delle funzioni
nervose) e della mente (include alterazioni dello sviluppo psicocognitivo ed emozionale) con esordio nei primi tre anni di vita.
La sindrome si configura come una disabilità permanente che
compare in età infantile ma accompagna il soggetto per tutta la
durata della vita.
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Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività
(1% dei casi)
(Regione Lombardia 0,33%)
E' un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Include difficoltà di
attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del
livello di attività. Comorbilità con: disturbo oppositivo
provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi
specifici dell'apprendimento; disturbi d'ansia; disturbi
dell'umore, etc.
Adele Maria Veste
Sintomi
●
●
●
●
●
l'essere facilmente distratti, perdere i dettagli, dimenticare le
cose, passare da un'attività all'altra
l'avere difficoltà a concentrarsi su una cosa
l'essere annoiato con un compito, dopo pochi minuti, a meno
che si stia facendo qualcosa di divertente
l'avere difficoltà a focalizzare l'attenzione sull'organizzazione e
completamento di un compito o nell'imparare qualcosa di nuovo
l'avere difficoltà a completare o svolgere compiti a casa, spesso
perdendo le cose necessarie per completare le attività
Adele Maria Veste
●
●
●
non sembra ascoltare quando gli si parla
sognare ad occhi aperti, facilmente andare in confusione e muoversi
lentamente
l'avere difficoltà di elaborazione delle informazioni con la stessa rapidità e
precisione degli altri
●
difficoltà a seguire le istruzioni.
●
dimenarsi e contorcersi da seduti
●
parlare senza sosta toccare o giocare con qualsiasi cosa sia a portata di
mano
●
avere difficoltà a star seduti durante la cena, la scuola ecc..
●
essere costantemente in movimento
●
avere difficoltà a svolgere compiti o attività tranquille.
●
essere molto impaziente
Adele Maria Veste
●
●
proferire commenti inappropriati, mostrando le proprie
emozioni senza inibizioni, e agire senza tener conto delle
conseguenze
La maggior parte delle persone mostra alcuni di questi
comportamenti, ma non nella misura in cui tali
comportamenti interferiscono significativamente con il
lavoro di una persona, le relazioni, o lo studio.
Adele Maria Veste
Funzionamento cognitivo limite
Alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti
generalmente con le espressioni di funzionamento cognitivo
(intellettivo) limite (o borderline) (2,5% casi)
Talvolta il ritardo è legato a fattori neurobiologici (in
comorbilità con altri disturbi)
Adele Maria Veste
Area dello svantaggio socioeconomico,
linguistico e culturale
●
●
Citando la Direttiva: “ogni alunno, con continuità o per
determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi
Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per
motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che
le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”.
Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla
base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione
degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate
considerazioni psicopedagogiche e didattiche.
Le misure avranno carattere transitorio e attinenti aspetti
didattici, privilegiando dunque le percorsi personalizzati, più
che strumenti compensativi e misure dispensative.
(C.M. n°8 del 6 Marzo 2013)
Adele Maria Veste
Sentenza n. 9261 del 1° settembre 2014
●
●
Il Tar Lazio ha annullato la non ammissione di un alunno dal terzo
anno al quarto della scuola primaria. Il motivo è da rintracciarsi nella
mancata considerazione, nella valutazione finale, del disagio della
situazione familiare.
La scuola era a conoscenza della situazione familiare del bambino
(figlio di una cittadina peruviana e di padre italiano, con notevoli
difficoltà economiche), ma non aveva messo in relazione le evidenti
difficoltà espressive del minore con la sua complessiva situazione
familiare.
Adele Maria Veste
BES da condizioni fisiche difficili
●
Ospedalizzazioni
●
Malattie acute croniche (diabete, allergie)
●
Lesioni
●
Fragilità
●
Anomalie cromosomiche
Adele Maria Veste
Procedura di individuazione di BES
“E' compito doveroso dei Consigli di classe o dei team dei
docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia
opportuna
e
necessaria
l'adozione
di
una
personalizzazione della didattica ed eventualmente di
misure compensative o dispensative, nella prospettiva di
una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.
(C.M. n°8 del 6 Marzo 2013)
Adele Maria Veste
Procedura di individuazione
delle situazioni di BES
●
Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il
Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno le
decisioni assunte sulla base di considerazioni
pedagogiche e didattiche
Adele Maria Veste
Chiarimenti (Nota del 22 novembre 2013)
●
In
presenza
di
richieste
di
genitori
accompagnate da diagnosi il Consiglio di classe
è autonomo nel decidere se personalizzare la
diattica, ma la decisione deve essere
verbalizzata ed è valevole per l'anno in corso.
Adele Maria Veste
Chiarimenti (Nota del 22 novembre 2013)
Distinzione fra
●
Ordinarie difficoltà di apprendimento
●
Gravi difficoltà
●
Disturbi di apprendimento
Strategie di intervento per i BES
Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato
attraverso
la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, articolato,
che serva come strumento di lavoro in itinere per gli
insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie
le strategie di intervento programmate.
Adele Maria Veste
Piano Didattico Personalizzato
●
●
“Strumento
privilegiato
è
il
percorso
individualizzato e personalizzato, redatto in un
PDP che ha lo scopo di definire, monitorare e
documentare le strategie di intervento più
idonee e i criteri di valutazione degli
apprendimenti”.
È firmato dal Dirigente scolastico (o da un
docente da questi specificamente delegato), dai
docenti e dalla famiglia.
Adele Maria Veste
●
●
●
Non è accettabile che un intervento educativo debba dipendere
da un atto formale di natura burocratica.
Le nuove disposizioni sui bisogni educativi speciali cercano di
rompere il legame tra certificazione e intervento educativo e
didattico.
Per questo si evidenzia, ad esempio, “la necessità di superare e
risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni
(in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un
piano didattico individualizzato e personalizzato nonché tutte le
misure che le esigenze educative riscontrate richiedono”,
sempre fondandosi su “considerazioni psicopedagogiche e
didattiche”.
Passi che la famiglia può compiere
a tutela del percorso scolastico del
proprio figlio
Adele Maria Veste
●
●
●
Far protocollare sempre la diagnosi o spedire con raccomandata
R/R
Far protocollare o spedire la richiesta di compilazione del PEP o
PDP
Protocollare la richiesta di accesso alla documentazione
scolastica ai sensi della legge sulla trasparenza Legge
241/90
“Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso
ai documenti amministrativi.”
Adele Maria Veste
Con questa procedura si ha diritto ad avere le
fotocopie dei compiti in classe
Si possono avere inoltre, anche le fotocopie dei verbali
di classe e interclasse
Adele Maria Veste
Sentenza del Tar Toscana n. 529
del 18 marzo 2014:
●
Secondo i giudici “anche a voler ammettere che si sia raggiunta
la prova in ordine alla effettiva applicazione degli ausili
deliberati dal Consiglio di classe (e, a questo fine, le
dichiarazioni scritte rilasciate dai singoli docenti hanno al più
valore indiziario), il giudizio conclusivo di non ammissione non
reca traccia del loro impiego, così come non reca traccia di
considerazione della condizione patologica dell’alunno,
sebbene lo stesso Consiglio di classe se ne fosse
espressamente fatto carico. Ed è proprio nella violazione
dell’autovincolo assunto dal Consiglio di classe che risiede
l’illegittimità del provvedimento: infatti, una volta riconosciuta la
condizione dello studente come alunno con bisogni educativi
speciali, ancorché in presenza di una certificazione sanitaria
non rispondente ai requisiti indicati dalla legge, il Consiglio di
classe avrebbe dovuto coerentemente orientare le proprie
Adele Maria Veste
valutazioni”.
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI)
I compiti del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) si
estendono alle problematiche relative a tutti i BES.
I suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche
e di coordinamento presenti nella scuola
●
funzioni strumentali,
●
insegnanti per il sostegno,
●
AEC,
●
assistenti alla comunicazione,
●
●
docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione
specifica o con compiti di coordinamento delle classi,
genitori ed esperti istituzionali
o esterni
Adele Maria Veste
Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI)
svolge le seguenti funzioni:
●
●
●
●
rilevazione dei BES presenti nella scuola;
raccolta e documentazione degli interventi didatticoeducativi
focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi
sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;
rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di
inclusività della scuola;
Adele Maria Veste
Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI)
●
elaborazione di una proposta di Piano Annuale per
l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere
al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di
Giugno).
Adele Maria Veste
Didattica inclusiva
E' sempre più urgente adottare una didattica che sia
‘denominatore comune’ per tutti gli alunni e che non lasci
indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica
speciale.
Adele Maria Veste
Esiste una didattica per alunni con DSA?
Esistono buone modalità didattiche, che consentono a
tutti gli allievi il raggiungimento della massima
competenza possibile in relazione alle specifiche
possibilità di ciascuno.
Esistono poi cattive modalità didattiche, che
consentono apprendimenti formali soltanto ad una parte
(più o meno grande) degli allievi. Gli attuali risultati italiani
nelle valutazioni internazionali parlano di troppa cattiva
didattica nelle nostre scuole.
I primi a farne le spese sono i ragazzi in difficoltà. Tutti
gli altri seguono a ruota.
Adele Maria Veste
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Adele Maria Veste
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Fonte Tuttoscuola MIUR “Dispersione”
Adele Maria Veste
A livello di scuola primaria,
non si osservano
differenze di rilievo fra le
cinque macro-aree
Lo scarto è, nella seconda
classe, a un massimo di
7 punti in Italiano e di 6
punti in Matematica,
NordOvest- Sud
Nella seconda classe della
scuola secondaria di
secondo grado, le
differenze rispetto alle due
aree del Nord salgono, in
Italiano, a 18 punti per il
Sud e a 20 punti per il Sud
e Isole, e in Matematica a
21 e 26 punti.
Adele Maria Veste
Il concetto di equità educativa è innanzitutto legato all’idea di eguaglianza delle
opportunità: un sistema scolastico può esser
giudicato “giusto” nella misura in cui esso riesce nell’impresa di
render l’accesso ai più alti livelli d’istruzione e alle professioni più
appetibili indipendente dall’origine familiare e sociale degli allievi.
Si ha quindi assenza o carenza di equità ogniqualvolta gli esiti del
sistema d’istruzione sono sistematicamente diversi per gruppi diversi
di soggetti.
Adele Maria Veste
LA SCUOLA CHE SI INTERROGA
La presenza nelle nostre scuole di ragazzi con
BES ha la valenza fondamentale di obbligarci a
riconsiderare la nostra azione educativa e
didattica
Adele Maria Veste
Ci invita ad individuare in ciascun allievo:
lo stile cognitivo specifico
le modalità di apprendimento
i punti di forza (cognitivi, culturali e di carattere)
la zona di sviluppo prossimale (cioè cosa riesce
a fare e con quale tipo di aiuto) (Lev S. Vygotskij)
Adele Maria Veste
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Rendimento a montagne russe
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Punti di forza nei ragazzi con DSA
●
●
Intelligenza nella norma
Visione d'insieme (immagine nel suo
compesso)
●
Percezione globale
●
Apprendono dall'esperienza
●
Ragionano in modo dinamico (collegamenti
inusuali)
●
Ricordano I fatti
●
Pensano e memorizzano
per immagini
Adele Maria Veste
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Misure dispensative
“Le misure dispensative sono interventi che
consentono allo studente di non svolgere
alcune prestazioni che, a causa del disturbo,
risultano particolarmente difficoltose e che non
migliorano l’apprendimento.”
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Strumenti compensativi
Tali strumenti sollevano lo studente da una
prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza
facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo.
L’utilizzo di tali strumenti non è immediato.
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Tavola degli elementi
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Adele Maria Veste
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3x7
MCD(21,35) = 7
Eliana Francot
5x7
RIDURRE UNA FRAZIONE
12
18
2
2
3
=
Eliana Francot
=
2
3
3
2
3
2
=
3
Usare un registratore
Le indicazioni di compiti da svolgere
(consegne) e le specifiche lezioni possono
essere registrate.
Riascoltare puo' facilitare la comprensione di
compiti o concetti.
Lo studente può leggere mentalmente le parole
stampate sul testo mentre le ascolta sul nastro.
Adele Maria Veste
Consegna uno schema della lezione
Uno schema può aiutare alcuni studenti
aseguire la lezione con successo e a prendere
appunti appropriati.
●
Aiuta gli studenti a vedere l’organizzazione del
materiale e a fare domande pertinenti e al
giusto momento.
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Semplificare le consegne scritte
Molte indicazioni (consegne)
parecchie unità di informazioni.
contengono
L’insegnante può sottolineare o evidenziare le
parti significative delle indicazioni del compito o
riscriverle per favorire la comprensione da parte
dell’alunno
Adele Maria Veste
Semplificare le consegne scritte
Scrivi delle frasi comparative
Usa una parola per ogni colonna
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Bloccare gli stimoli estranei
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●
Per incolonnare I numeri usare I fogli a righe
ruotandoli
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Dare agli studenti un organizzatore grafico
Uno schema, una tabella o una mappa da
completare può essere dato allo studente che
lo riempirà durante la lezione. Questo aiuta lo
studente a focalizzare la propria attenzione
sulle informazioni chiave e a vedere la
relazione tra concetti e informazioni collegate.
Adele Maria Veste
Mappe concettuali
●
●
●
●
●
strumento grafico per rappresentare informazione e
conoscenza,
teorizzato da Joseph Novak negli anni settanta
rappresentano in un grafico le conoscenze intorno a un
argomento
Seguono un principio cognitivo di tipo costruttivista, per
cui ciascuno è autore del proprio percorso
conoscitivo all'interno di un contesto,
mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento
significativo, in grado cioè di modificare le strutture
cognitive del soggetto e contrapposto all'apprendimento
meccanico
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Le mappe mentali
Una mappa mentale è una forma di
rappresentazione
grafica
del
pensiero
teorizzata dal cognitivista inglese Tony Buzan, a
partire da alcune riflessioni sulle tecniche per
prendere appunti.
Adele Maria Veste
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Cambia la modalità di risposta.
Per gli studenti che hanno difficoltà nella risposta
motoria fine (come ad esempio nella calligrafia),
la modalità di risposta può essere cambiata
attraverso il sottolineare, lo scegliere tra risposte
multiple, il selezionare e il marcare la risposta
corretta.
Agli studenti può essere permesso di
completare un progetto invece di una
interrogazione orale e viceversa.
Adele Maria Veste
Fornire un glossario per aree di contenuto.
Nella scuola secondaria, il linguaggio specifico
di alcune materie richiede una lettura molto
attenta. Gli studenti spesso traggono beneficio
da un glossario che spieghi il significato dei
termini specifici.
Adele Maria Veste
DISNOMIA
• Schemi riassuntivi con le parole chiave
Abbinamento nome – immagine
Abbinamento nome - simbolo
• Esercizi con domande possibilmente chiuse fornendo liste
di parole
• Esercizi vero-falso
• Preferire esercizi di applicazione piuttosto che definizioni
Le proteine sono macromolecole
biologiche formate da una o più
catene di amminoacidi.
In
analogia
con
altre
macromolecole biologiche come i
polisaccaridi e gli acidi nucleici,
le proteine costituiscono una
parte essenziale degli organismi
viventi.
Amminoacidi
Collagene
Molte fanno parte della categoria
degli enzimi, la cui funzione è
catalizzare
le
reazioni
biochimiche
vitali
per
il
metabolismo degli organismi.
Enzimi
Alcune hanno funzioni strutturali e
meccaniche, come l'actina e la
miosina nei muscoli, il collagene
in ossa e tessuti, e come
componenti
del
citoscheletro
cellulare.
Adele Maria Veste
Polisaccaridi
Scrittura dei punti chiave o delle
parole alla lavagna
Prima di una presentazione l’insegnante può
scrivere un piccolo glossario con i termini nuovi
che gli studenti incontreranno sulla lavagna.
Adele Maria Veste
Combinazione simultanea di
informazioni verbali e visive.
Le informazioni verbali possono essere date
assieme a quelle visive (ad es: opuscoli,
volantini, lavagna luminosa ecc…).
Adele Maria Veste
Uso di presentazioni ed attività
bilanciate.
●
Uno sforzo dovrebbe essere fatto per bilanciare
le presentazioni orali con quelle visive e con le
attività partecipative. Inoltre ci dovrebbe essere
un equilibrio tra le attività in grandi gruppi, in
piccoli gruppi ed individuali.
Adele Maria Veste
Uso delle tecniche di memorizzazione
Nell’ambito delle strategie di apprendimento
possono
essere
usate
tecniche
di
memorizzazione per aiutare gli studenti a
ricordare le informazioni chiave o le varie fasi di
un processo.
●
Alpi Marittime, Alpi Cozie, Alpi Graie, Alpi Pennine, Alpi Lepontine,
Alpi Retiche, Alpi Carniche, Alpi Noriche, Alpi Giulie.
Adele Maria Veste
Enfasi sul ripasso giornaliero.
●
Il ripasso giornaliero degli argomenti già
studiati aiuta gli studenti a collegare le nuove
informazioni con quelle precedenti.
Adele Maria Veste
Crea fogli di lavoro gerarchici.
L’insegnante può costruire fogli di lavoro con
problemi disposti in senso gerarchico dal più
facile al più difficile. Il successo immediato aiuta
lo studente a iniziare il lavoro.
Adele Maria Veste
S. Harter
SFIDA COGNITIVA OTTIMALE
Il compito deve essere difficile quel tanto che basta
per far progredire la conoscenza, e facile al punto di
rendere più probabile il successo che l’insuccesso
Adele Maria Veste
Mostrare esempi del lavoro.
Esempi del lavoro completato possono essere
mostrati agli studenti per aiutarli a costruirsi
delle aspettative e per pianificare il lavoro in
accordo con questi.
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Verifica e valutazione
Dispensa dalla lingua straniera scritta
Puo' essere data in corso d'anno e in sede d'esme di Stato
●
Se la certificazione di DSA reca esplicita richiesta
●
Se la famiglia richiede la dispensa dalla prova scritta
●
Se c'è l'approvazione da parte del CdC
Le modalità e I contenuti delle prove orali (sostitutivi delle
prove scritte) sono stabiliti dalla Commissione d'esame
sulla base della documentazione presentata dal CdC
Adele Maria Veste
Verifica e valutazione
●
Esonero dalla lingua straniera
E' previsto nei casi di particolare gravità
In questo caso il percorso di apprendimento è differenziato
e dà diritto soltanto all'attestato certificante le competenze
raggiunte. Non al titolo di studio con valore legale
Adele Maria Veste
Difficoltà nello studio della lingua
straniera
●
●
Allegerimento del carico della scrittura almeno
in una prima fase
Compiti di completamento piuttosto che di
scrittura autonoma
●
Lettura da parte dell'insegnante
●
Uso di registratori
●
Uso dei colori
Adele Maria Veste
●
●
●
●
●
●
C6. Completa nel modo corretto le parole
incomplete.
1. Maria è una nuotatrice ecce…………nale.
2. Aveva la co…………enza sporca perché
sapeva di aver mentito.
3. Lavarsi le mani prima di mangiare è una
buona regola i…………enica.
4. Questo cane è del tutto inno…………o:
abbaia ma non morde.
5. Il preside non ha concesso l’assemblea: dice
che è ille…………ittima.
C6
4,3
E71,1
24,6
Centre for Studies on Inclusive Education
“Inclusione è
ciò che avviene quando
ognuno sente di essere apprezzato e la sua
partecipazione è gradita”
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Adele Maria Veste
Metodologie didattiche “attive”
●
Problem solving
●
Metacognizione
●
Apprendimento cooperativo
Adele Maria Veste
Metodologie attive...
Adele Maria Veste
Mi dispiace che dobbiate venire a scuola così presto la mattina,
anche se varie ricerche nel campo delle neuroscienze hanno
appurato che il cervello degli adolescenti non funziona in modo
ottimale prima delle dieci.
Mi dispiace che dobbiate chiedermi il permesso di uscire dalla
classe per andare a fare pipì anche se avete già la patente, un
lavoro part-time e state prendendo decisioni importanti per il
vostro futuro dopo la scuola.
Mi dispiace che ogni giorno siate costretti a stare seduti per sei
ore anche se molti studi hanno dimostrato che stare seduti
troppo a lungo danneggia sia le capacità cognitive sia la salute.
Mi dispiace che siate divisi per età e costretti a procedere
attraverso il sistema scolastico con i vostri coetanei come se
l’età anagrafica avesse qualcosa a che vedere con l’intelletto, la
maturità, le competenze o l’abilità
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Mi dispiace che dobbiate studiare materie che non vi
interessano in un’epoca in cui la somma totale delle
conoscenze umane raddoppia ogni dodici mesi.
Mi dispiace che vi facciano credere che per ottenere il massimo
dei voti dovete competere tra voi, quando i progressi umani
sono sempre stati frutto di una collaborazione che spesso a
scuola viene considerata “imbrogliare”.
Mi dispiace che siate costretti a usare dei libri di testo che
contengono informazioni superate e troviate a scuola tecnologie
obsolete della cui manutenzione nessuno si occupa.
Vorrei che la vostra curiosità non fosse soffocata dal
conformismo scolastico.
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Vorrei avere una bacchetta magica per darvi il tipo di scuola in
cui ci sono spazi per analizzare ed esplorare, sperimentare e
apprendere in modo diverso.
Vorrei avere il potere di riaccendere la passione e il desiderio di
imparare che leggo nei vostri occhi prima che entriate a scuola.
Vorrei potervi aiutare a ricordare che prima di essere studenti
eravate scienziati che sperimentavano, scoprivano, si ponevano
domande e facevano collegamenti.
Siete nati per imparare. Non potete non imparare.
Mi dispiace che vi facciano credere che l’unico apprendimento
che conta sia quello che avviene a scuola. Anzi, poi, solo quello
che avviene in classe. E nemmeno conta tutto quello che si
impara in classe: alla fine conta solo quello che troverete nei
test.
Il Problem solving
Il Problem Solving è una metodologia didattica “attiva”
applicata nell'America degli anni '70 basata sulla
risoluzione di problemi in contesti di vita reale.
Adele Maria Veste
Che cos’è un problema?
“Un problema sorge quando un essere vivente ha
una meta ma non sa come raggiungerla.”
[Duncker, 1935]
Psicologia della Gestalt
Viene posto alla classe un problema da risolvere a
partire da una domanda, stimolando gli allievi a
raccogliere informazioni e a ricercare ipotesi di
verifica.
L'apprendimento è caratterizzato
dinamico. Gli studenti devono:



da
un
carattere
acquisire informazioni dal docente per poter affrontare
il problema,
essere in grado di costruire in gruppo le conoscenze
disciplinari
essere consapevoli dei processi di riflessione attuabili,
indagando tutte le soluzioni possibili, valutandone
l'efficacia e ponendo alla fine nuovi problemi.
L'insegnante può mostrare egli stesso come risolvere il
problema o chiedere ai ragazzi quali soluzioni attuare,
valutando in base alle caratteristiche del gruppo
classe e alla natura del problema come calibrare i
seguenti aspetti:

modalità di formulazione della domanda;

passaggi da esplicitare;

spazi problematici insoluti;

dati da fornire
per risolvere l'enigma.
Il docente:


valuta le fasi di risoluzione del problema e le tipologie
di ragionamento più efficaci;
colloca le scoperte degli allievi in un sistema ordinato
di conoscenze disciplinari tramutandoli in contenuti
consolidati
Il Problem Solving non riguarda solo le discipline
scientifiche e può essere attuato in ogni ordine di
scuola, purché si pongano problemi adeguati al grado
di comprensione degli allievi, in situazioni reali o
verosimili.
In questo modo è possibile insegnare in modo critico la
Matematica
l'Italiano (per la risoluzione di un giallo o la scrittura di un
testo),
le Scienze (attraverso la conduzione di esperimenti in
laboratorio),
La Storia (ponendo una controversia da analizzare,
ricostruendo i processi che hanno dato vita ad alcune
grandi vittorie o sconfitte),
I vantaggi per un alunno con DSA
La didattica per problemi ha una cruciale
valenza educativa-formativa in quanto
consente a ciascun allievo di: Ricercare dati ed informazioni;
Fare stime e calcoli
Formulare ipotesi;
Proporre soluzioni;
Prendere decisioni.
Comprendere un problema, quindi, significa capirne le
difficoltà, tentare di risolverlo con un’applicazione tenace e
responsabile, con perseveranza e gratificazione intellettiva,
legata alla soluzione del problema stesso. Con tale metodo
si possono sviluppare alcuni aspetti fondamentali della
personalità quali:
1) La responsabilità,
2) L’autonomia,
3) La fiducia in sé,
4) La stima di sé,
5) La cooperazione con gli altri, 6) La solidarietà,
7) Le capacità decisionali.
Ciò che generalmente impariamo a scuola è il risultato
definitivo, la formalizzazione, ignorando le inquietudini,
le idee geniali e i fallimenti che si celano dietro di essi.
Il problema dei 9 punti (Scheerer, 1963):
Unire i nove punti con 4 segmenti retti continui (senza
staccare la matita):
La maggior parte delle persone incontrano difficoltà nel
risolvere il problema dei nove punti perché suppongono che
i punti formino un quadrato che limita lo spazio di lavoro.
I tre interruttori
Fuori da una stanza chiusa, ci sono tre
interruttori, uno soltanto comanda una
lampadina che si trova all'interno della stanza; i
tre interruttori sono tutti in posizione "spento".
Rimanendo fuori dalla stanza e senza la
possibilità di sapere cosa accade all'interno, si
possono azionare gli interruttori a piacimento;
per una volta, e solo una, si può poi entrare
nella stanza e fare le verifiche desiderate.
Soluzione
Si accende un interruttore e lo si lascia acceso per un po' di
tempo; lo si spegne, se ne accende un altro e si entra
subito nella stanza. Se la luce è accesa l'interruttore
collegato è ovviamente l'ultimo azionato; se la luce è
spenta e la lampadina è calda l'interruttore collegato è il
primo azionato, che è rimasto acceso per un po'.
Diversamente l'interruttore giusto è il terzo che non avete
ancora toccato.
Esempio: misura di un'area
A quattordici anni il concetto di area è stato già
soppiantato da una regola mnemonica di calcolo. Gli
studenti effettuano i calcoli delle aree regolari A e B
utilizzando le formule, ma incontrano difficoltà quasi
insormontabili quando affrontano il problema posto
dalle figure C e D.
“Quando gli scienziati della
NASA
investirono
una
fortuna per inventare una
penna a sfera che scrivesse
nello spazio in assenza di
gravità, i loro colleghi russi,
per mancanza di soldi,
pensarono che si potessero
usare più semplicemente le
matite”
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