Steroidi anabolizzanti: l`abuso non è soltanto fra gli atleti

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Steroidi anabolizzanti: l’abuso non è soltanto fra
gli atleti
Il ricorso al doping non è comune solo a livello agonistico. Un fenomeno sottostimato e
diffuso anche fra i giovani esposti così al rischio di ipertensione e dipendenza psichica
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ANGELA NANNI
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Quando si parla di doping e di abuso di steroidi anabolizzanti si pensa alle
vicissitudini di campioni quali Ben Johnson, Marion Jones o Alex Schwarzer, ma i
dati a disposizione indicano come a ricorrere all’uso di steroidi per via orale o
intramuscolare siano anche giovani e giovanissimi che si procurano tali sostanze
non di rado su internet. Tale pratica rende molto difficile stabilirne la dose
esatta, spesso addirittura superiore a quella riportata in etichetta e specificarne,
a priori, anche i possibili effetti collaterali dose-dipendenti.
STEROIDI ANDROGENI ANABOLIZZANTI (AAS)
A questa classe di sostanze appartengono il testosterone e i suoi numerosi
derivati sintetici: esiste una vera e propria associazione fra utilizzo di sostanze
d’abuso a scopo di doping e quello di cocaina e stimolanti anfetamino-correlati;
gli atleti o più in generale gli sportivi (se così si possono definire) tendono a
consumare cocaina, anfetamine e stimolanti in genere in contesti ricreativi o per
contrastare i sintomi depressivi indotti dal consumo cronico di AAS.
AAS: QUALI EFFETTI COLLATERALI?
L’abuso di AAS determina la comparsa di alterazioni sia reversibili che
irreversibili: procurano un aumento della massa muscolare, diminuzione della
massa grassa e maggiore resistenza alla fatica, ma anche colestasi, epatiti, forme
tumorali oltre a determinare, come evidenziato molto chiaramente da uno
studio danese presentato durante l’ultimo congresso europeo e mondiale di
cardiologia, ipertensione sia diurna che notturna, con un innalzamento
soprattutto della massima durante le ore notturne. L’abuso di AAS determina
anche un forte aumento dell’aggressività, dei sintomi eccitatori maniacali e degli
episodi maniacali.
IPERTENSIONE GIÀ IN ETÀ GIOVANILE: QUALI RISCHI?
«Gli anabolizzanti sono farmaci che stimolano indirettamente l’incremento di
ormoni che aumentano i livelli di pressione arteriosa, inoltre sono spesso
associati ad altri ingredienti (per esempio ammine simpatico-mimetiche) che
hanno un’ azione stimolante che determina un aumento della pressione
arteriosa, della frequenza cardiaca e che possono determinare anche spasmi e
vasocostrizione dei distretti arteriosi delle piccole arterie coronarie e cerebrali»
Spiega il dottor Michele Gulizia Direttore del Reparto di Cardiologia
dell’Ospedale Garibaldi di Catania e Local Press Coordinator di ESC 2016 .
«Il soggetto giovane che abusa di steroidi entra quindi in uno stato di
“ipertensione labile” che diventa un livello di riferimento a cui l’organismo si
abitua. Gli anabolizzanti, inoltre, incentivano la ritenzione di sodio e l’aumento
di liquidi che affaticano l’organo cardiaco. Non è raro che in soggetti anche
molto giovani si possano verificare episodi occasionali di fibrillazione atriale a
cuore sano e in qualche caso anche gravi fibrillazioni ventricolari con esiti fatali.
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A lungo termine il cuore diventa ipertrofico, affaticato e con le caratteristiche di
quello di una persona anziana ipertesa» conclude il dottor Gulizia.
FATTORI CHE PREDISPONGONO ALL’ABUSO
«Esistono diversi fattori che favoriscono l’uso di sostanze dopanti, fra questi la
pratica di sport individuale, anche se i controlli nell’ambito degli sport di
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squadra risultano essere meno frequenti - commenta il dottor Alessandro
Pingitore Ricercatore presso il CNR-IFC, National Research Council Institute of
Clinical Physiology di Pisa- ma anche il fattore ambientale, legato al paese di
origine; fattori psicosociali, come dimostrato in un recente studio italiano i cui
risultati hanno evidenziato come tratti di perfezionismo nel proprio carattere, o
una scarsa fiducia in se stessi, o la scarsa motivazione, oppure i social network e
il contatto con atleti che fanno uso di sostanze dopanti predispongano al
doping. La conoscenza dei “fattori di rischio” e anche la definizione del profilo
psicologico, del contesto sociale ed emotivo dell’atleta e una maggiore
consapevolezza dei potenziali effetti secondari dell’uso di sostanze dopanti,
dovrebbero essere i punti cardine dei nuovi programmi di prevenzione
dell’abuso di anabolizzanti» .
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