LO STEREOGRAMMA L`ANAMORFOSI IL TROMPE

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LA PERCEZIONE VISIVA
L’ANAMORFOSI
IL TROMPE-L’OEIL
La parola “anamorfosi” (dal greco
“trasformazione”) indica quelle immagini
pittoriche realizzate con un “trucco”
prospettico. Viste frontalmente appaiono
distorte, e diventano leggibili solo da un
punto di vista particolare, generalmente
obliquo, oppure riflesse in specchi perlopiù
cilindrici. Molti artisti hanno usato questo
artificio per nascondere nei loro dipinti
messaggi simbolici.
Il trompe-l’oeil (dal francese
“inganna l’occhio”) è una forma
decorativa già diffusa
nell’antichità che crea uno
spazio illusorio; con questo
inganno visivo si dilatano gli
spazi ottenendo un effetto di
profondità dove vi è solo una
superficie piatta, come un
soffitto o una parete, o ancora
dipingendo elementi
architettonici o decorativi che
non esistono realmente. Con
questa tecnica, realizzata con la
pittura murale o con intarsi
lignei, si possono far apparire
su superfici, anche di limitate
dimensioni, porte, finestre,
balconi, da cui scorgere
giardini, paesaggi sconfinati
e cieli aperti.
Un famoso effetto di anamorfosi è quello del
teschio inserito nel quadro di Hans Holbein il
Giovane (1497-1543), Gli ambasciatori. Il
dipinto rappresenta appunto due ambasciatori in
una sala molto elegante colma di strumenti
musicali e astronomici sul cui pavimento
vediamo una forma allungata obliqua. Se si
guarda lateralmente si riconosce un teschio,
simbolo della caducità della vita umana. L’opera
può essere esaminata con ambedue i metodi: sia
lateralmente sia attraverso uno specchio
cilindrico di misura specifica; in questo caso si
può notare che all’interno del teschio ve ne è
dipinto un altro più piccolo. Questa
deformazione prospettica, già conosciuta nel
Quattrocento, viene normalmente utilizzata
ancora oggi nella segnaletica stradale a terra per
facilitarne la lettura in lontananza e in velocità.
Hans Holbein il Giovane, Gli ambasciatori, olio e tempera su tavola, 2,07 x 2,09 m,
1533. Londra, National Gallery.
Julian Beever è un artista inglese famoso per
la sua arte sui marciapiedi di Gran
Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Stati
Uniti e Australia. Egli dà ai suoi disegni una
anamorfologicità; le sue immagini sono
deformate, ma grazie a ciò si ottiene un effetto
tridimensionale quando le si guarda dalla
giusta angolazione.
LO STEREOGRAMMA
Lo stereogramma è una tecnica di recente invenzione che si basa sulla
conoscenza della visione binoculare, cioè sulla capacità del nostro cervello di
ricomporre le immagini che gli inviano separatamente i nostri occhi,
distinguendo la profondità e la collocazione nello spazio degli elementi osservati.
Con il computer è possibile ottenere lo stesso effetto tridimensionale osservando
l’immagine bidimensionale (cioè piatta) con una precisa tecnica.
Un trompe-l’oeil realizzato lungo una via
pedonale di Briançon, località turistica francese.
Come vedere l’immagine
nascosta dello stereogramma:
Tecnica 1 • Avvicinate l’immagine
al naso (sino a 3-4 cm.) finché gli
occhi non la sfocano;
allontanatela lentamente fino a
quando vi apparirà
tridimensionale, in un primo
tempo confusa, poi sempre più
nitida.
L’opera vista da un punto di osservazione qualsiasi.
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L’opera vista dal corretto angolo visuale.
Tecnica 2 • Tenete il libro con
l’immagine a 50 cm. dai vostri
occhi, prendete una matita e
inseritela tra voi e il disegno;
concentratevi sulla punta della
matita e rilassatevi, dopo poco
tempo la vedrete prendere forma
e rilievo.
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LA COMPOSIZIONE
IL FORMATO
Il formato dell’opera condiziona grandemente il suo valore espressivo. Accanto a
formati piuttosto consueti, come quello rettangolare (orizzontale o verticale), ci sono
altri formati più inconsueti, come quello rotondo o quadrato, o altri ancora più strani.
Talvolta l’artista è libero di scegliere il formato; talvolta, invece, è condizionato da
esigenze pratiche, come spesso avviene per
affreschi, mosaici e vetrate, destinati a occupare uno spazio ben specifico sulla parete.
IL PESO VISIVO
Il peso visivo è il fattore che attira l’attenzione dell’osservatore su un elemento particolare della composizione.
Vediamo alcune regole che lo determinano.
Raffaello,
Madonna col
bambino fra i due
santi, olio su tavola,
1505. Berlino,
Staatliche Museen.
Colori chiari e scuri. I colori chiari hanno un peso visivo maggiore
rispetto a quelli scuri.
Piet Mondrian, Victory BoogieWoogie, 1943-1944.
Contrasto. Pesano di più gli elementi che hanno un maggior
contrasto di colore rispetto allo sfondo.
Pietro Lorenzetti, Madonna
con Bambino e Santi,
Annunciazione e Assunzione,
pittura su tavola,
298 x 309 cm, 1320.
Arezzo, Santa Maria della Pieve.
Dimensione. Il peso visivo si concentra
sull’oggetto di maggiori dimensioni fra
quelli rappresentati.
Collocazione.
Se un
elemento è
collocato al
centro o lungo
una linea
mediana o
diagonale
della
composizione
ha un peso
maggiore di
quelli collocati
altrove.
Colori caldi e
freddi. I colori
caldi determinano
un maggior peso
visivo rispetto a
quelli freddi.
Orientamento. Pesano di più gli
elementi verticali rispetto a quelli
orizzontali.
Vetrata della cattedrale di Chartres, XII-XIII sec.
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