Numero 3 | Luglio-Settembre 2015 - ARCHITETTI
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SPECIALE LATERIZI
a cura di ANDIL e della Redazione
EDITORIALE
Il mattone che non ti aspetti
Casa della Memoria, Milano
a cura della Redazione
[email protected]
In questo speciale sul laterizio è nostra intenzione presentare un’architettura diversa da
quella che viene generalmente
associata al “mattone”, inteso
nell’accezione più ampia del termine. Quando si pensa al laterizio generalmente lo si apprezza per le proprietà antisismiche,
massive (risparmio energetico e
comfort), acustiche o sostenibili,
ma si tende a trascurare l’intrinseca valenza espressiva e formale, anche se il colore del “cotto” dei mattoni a vista e delle co-
perture caratterizza da sempre
le città italiane ed estere.
A ben guardare, sono invece
numerose le sperimentazioni,
sia per il design interno che per
l’architettura, che si sono succedute nel tempo. Oggi, accanto ai formati tradizionali, sono
disponibili prodotti più performanti, più lavorabili, più leggeri, con dimensioni estreme che
spingono all’impiego in ambiti “non convenzionali”, suggerendo ai progettisti la ricerca di nuove applicazioni, nuo-
ve commistioni con i materiali, sia dal punto di vista prestazionale che formale.
Gli edifici presentati nelle pagine che seguono vogliono, da un
lato, rappresentare un tributo a
Milano nell’anno di Expo 2015,
dall’altro, mostrare alcune soluzioni architettoniche di interni in
cui il laterizio si mette “a nudo”
e viene esposto come elemento
estetico fondante degli ambienti da vivere.
L’impiego del mattone e del laterizio nelle sue variabili dimen-
sionali, cromatiche e di posa, assume valore progettuale capace
essenzialmente di unire in uno
stretto legame esterno e interno, quasi che l’opera architettonica sottenda natura di monolito in cui la superficie dell’esterno – il mattone faccia a vista
nelle sue molteplici variabilità
espressive e cromatiche – prosegua nell’interno a caratterizzarne spazi e percorsi. Il carattere “pubblico” della pelle della
costruzione è chiamata nell’interno a sottolineare una conti-
nuità che stempera l’oggettiva dimensione privata di ogni
spazio contenuto, per proiettarne dimensione e figura verso il
paesaggio dell’intorno; sia che
si tratti di uno spazio urbano, di
una campagna, di un prato o di
un giardino privato. A volte il rivestimento in mattone diventa
un guscio nascosto, pensato come un possibile fronte di edificio
raccolto in spazi esigui, ma appare evidente il tentativo di proiettare gli spazi interni verso ciò
che li circonda, nell’ambiente
dell’intorno che li accoglie. Interni come esterni dunque.
Non a caso, il fatto che si tratti di
architetture italiane, conferma il
“cotto” come prodotto “made in
Italy”, in grado di assicurare le
giuste risposte alle diverse e rinnovate esigenze estetiche della
progettazione, mantenendo inalterati nel lungo periodo, valori e
funzioni, con impatti ambientali e costi di manutenzione ridotti al minimo.
INVOLUCRO ESTERNO
INSYSME
Un progetto europeo (rivoluzionario) sulle tamponature antisismiche
La Commissione Europea ha finanziato una ricerca a beneficio
delle associazioni di PMI finalizzata all’innovazione delle pareti in laterizio, impiegate per involucri esterni, facciate di rivestimento e partizioni interne di
edifici a telaio in c.a.
INSYSME è l’acronimo di un progetto di ricerca a favore delle associazioni di piccole e medie imprese (SME-AGs) con un budget
vicino ai 2,7 milioni di euro, cofinanziato dalla Commissione Europea per circa 1,8 milioni di euro. Il progetto raggruppa 16 partner rappresentanti di università,
associazioni industriali e piccole
e medie imprese provenienti da
7 Paesi europei, coordinati dal
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dell’Università degli Studi di Padova.
Tra i partner coinvolti nel progetto vi sono l’Università di Minho
e il CTCV (Centro Tecnologico do
Ceramica e do Vidro) in Portogallo, l’Università di Pavia in Italia, l’Università di Kassel in Germania, la Middle East Technical
University in Turchia, la National
Technical University of Athens in
Grecia. Le Associazioni di piccole e medie imprese partecipanti sono ANDIL in Italia, ZIEGEL in
Germania, APICER in Portogallo,
TUKDER in Turchia e la TBE (Tiles & Brick Europe) Federazione
europea degli industriali dei laterizi. Le aziende partner operano
in diversi settori: la Ruredil Spa
produttrice italiana di miscele
chimiche e malte; la SDA-Engineering GmbH tedesca attiva nel
campo dell’ingegneria strutturale e dello sviluppo software; la
Xalkis SA produttore greco di laterizi; la SCI HI Struct Srl società di ingegneria con sede a Timisoara, Romania.
Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare sistemi innovativi per
una vasta gamma di tamponature in muratura di laterizio; in
considerazione delle loro molteplici prestazioni tecnologiche globali, si intende ottimizzare, in particolare, quelle relative al comportamento in caso di evento sismico. Inoltre, il
progetto mira a definire solide regole progettuali al fine di
aggiornare e migliorare le attuali norme nazionali ed europee in materia e rendere, così, la progettazione di strutture in c.a. tamponate più semplice e affidabile. Per conseguire queste finalità, la ricerca si articola in due fasi principali con una durata complessiva di 3 anni. Nella prima fase,
iniziata nell’ottobre del 2013
e attualmente in corso, sono
stati ideati e si stanno caratterizzando i nuovi sistemi costruttivi di tamponamento, valutandone la fattibilità tecnica
ed economica attraverso prove sperimentali e studi numerici. Nella fase successiva, sulla base dei risultati ottenuti,
saranno elaborati i metodi di
progettazione per questo tipo
di sistemi. Le soluzioni proposte saranno convalidate attraverso dimostrazioni pratiche di
progettazione e di costruzione.
Le procedure per la valutazione della qualità esecutiva (at-
traverso test in sito), software
per il design e linee guida per
gli utenti finali garantiranno la
piena fruibilità delle conoscenze e delle tecnologie sviluppa-
te. Il programma tecnico è stato organizzato secondo lo schema riportato, configurando in tal
senso sette specifici pacchetti
di lavoro interattivi (WP).
Introduzione al progetto INSYEME tratta dall’articolo “Progetto
europeo sulle tamponature antisismiche” pubblicato su Costruire in Laterizio, n. 163.
Diagramma di Pert del progetto INSYSME
SAIE 2015
Costruire consapevole
Le soluzioni al Parco del Laterizio e della Ceramica
Il Parco del Laterizio e della Ceramica, allestito nel Pad.
25 di SAIE (Bologna 14-17 ottobre), è dedicato al Costruire
consapevole, inteso come scoperta delle soluzioni per la casa del futuro: ecologica, duratura, salubre, sicura, che fa risparmiare energia e contribuisce a non consumare risorse
del pianeta.
ANDIL e le sue aziende associate
hanno scelto ancora una volta la
manifestazione bolognese come
principale vetrina per presentare
a progettisti e tecnici i prodotti
più innovativi e performanti destinati a una edilizia prestante e
di elevata qualità.
All’iniziativa parteciperà, come
di consueto, Confindustria Ceramica, presente con il marchio
e i prodotti delle aziende Ceramics of Italy.
Si segnalano 2 eventi previsti nell’Arena: il primo la mattina del 15 ottobre sui “Decreti
NZEB, comfort estivo e salubrità”, il secondo la mattina del 16
ottobre sulla “Formazione edile e sostenibilità, le opportunità dei progetti europei” all’interno del quale viene presentato il sistema Insysme brevettato da ANDIL.
In particolare, l’intervento di giovedì mira ad analizzare i nuovi
decreti attuativi della L. 90/2013
che completano il recepimento della Direttiva “EPBD2” sul
risparmio energetico (in vigore dal 1° ottobre 2015), come
meglio specificato nella scheda di presentazione: “L’Europa,
per la progettazione di edifici a
consumo netto nullo, considera
soprattutto la necessità di difendersi dal freddo, sottovalutando il fattore estivo, che in Italia
ha per lo meno uguale rilevanza, creando problemi di salute a
causa dell’eccessivo isolamento degli edifici. È possibile realizzare un edificio NZEB, capace di
coniugare risparmio e salubrità,
mediante i sistemi costruttivi tipici del mediterraneo, maggiormente efficienti rispetto ai modelli nordici”.
Seguirà un “forum” di autorevoli esperti, tra cui i relatori della
mattina, che saranno a disposizione del pubblico per domande relative ai “must” per “progettare consapevole” puntando all’alta efficienza energetica
che insieme a salubrità, comfort
acustico, comfort termo-igrometrico e rispetto dell’ambiente, costituiscono i requisiti fondamentali per garantire una
edilizia di qualità.
L’evento di venerdì, invece, affronta il percorso verso la sostenibilità, l’efficienza energetica e la sicurezza che è chiamata a fare l’Unione Europea
nei prossimi anni. I Paesi membri, infatti, devono operare al
fine di diffondere competenze
adeguate per costruire in maniera coerente con questo impegno e al Saie 2015 verranno
presentati programmi e progetti che in tutta Europa puntano all’obiettivo strategico della sostenibilità e della sicurezza in edilizia. Si parlerà quin-
di anche di Insysme: la ricerca
europea (www.insysme.eu) finalizzata allo sviluppo di tamponature antisismiche avanzate. In Italia sono stati ideati
due sistemi innovativi da due
team di ricercatori afferenti, rispettivamente, all’Università di
Padova ed a quella di Pavia. È
in fase di ultimazione la validazione sperimentale, che si
chiuderà con la prova su tavola vibrante dell’Eucentre di Pavia di un edificio a due livelli in
scala reale. Tra le azioni dimostrative pratiche di progettazione e costruzione verrà presentato, proprio in questa edizione del Saie, il prototipo di uno
dei due sistemi – oltre che con
mock-up esposti sia all’interno
del Parco del Laterizio e della
Ceramica, sia nell’area Smart
House Living al Centro Servizi – anche come manufatto da
realizzare durante la gara finale di Ediltrophy, la competizione di arte muraria organizzata
da Formedil.
Tra le attrattive che da sempre
contraddistinguono il Parco del
Laterizio e della Ceramica, i visitatori potranno approfondire in dettaglio le caratteristiche
dei mock-up delle soluzioni per
coperture, facciate, murature,
solai e divisori in laterizio, oltre
che dei pavimenti in ceramica o
in cotto, che i produttori curano
e allestiscono all’interno dell’area espositiva di circa 2.000 mq,
consentendo di toccare con mano soluzioni performanti e innovative in scala reale.
ARCHITETTI - Numero 3 | Luglio-Settembre 2015
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SPECIALE LATERIZI
a cura di ANDIL e della Redazione
Il laterizio celato
Soluzioni tecnologiche nel Bosco Verticale
di Adolfo F. L. Baratta
Università degli Studi Roma Tre
Vista aerea del cantiere (Foto di Stefano Gusmeroli)
Per l’adozione di soluzioni architettoniche, strutturali e impiantistiche innovative, il Bosco Verticale costituisce uno degli elementi più interessanti del nuovo profilo milanese. E il laterizio
dimostra ancora una volta la sua
versatilità. Nell’immaginario collettivo il laterizio è legato al suo impiego a
vista mentre, in realtà, si tratta di un materiale da costruzione che ha una diffusione prevalente in applicazioni nelle quali
risulta occultato da finiture realizzate con materiali diversi. Ne
sono un esempio i solai, in cui i
blocchi in laterizio con soluzioni
differenti sono presenti da secoli seppure occultati da intonaci
o controsoffitti e, soprattutto, le
murature strutturali e le pareti di
tamponamento spesso rivestite
con intonaco ma che accolgono
anche altri tipi di finiture e completamenti.
Per soluzioni monostrato, pluristrato o a cassetta, i blocchi in
laterizio rappresentano la soluzione più diffusa per la realizzazione di pareti di tamponamento
perché sono in grado di rispondere a esigenze prestazionali e
costruttive piuttosto che estetiche e presentano una naturale
attitudine ad integrarsi con materiali e tecnologie anche molto
differenti tra loro: tali soluzio-
ni esprimono compiutamente le
caratteristiche di versatilità e di
flessibilità di impiego degli elementi in laterizio, il cui utilizzo
costituisce un riferimento particolarmente efficace nelle prassi costruttive consolidate.
Quanto detto vale anche per soluzioni formali e strutturali particolarmente complesse o addirittura ardite ovvero tali da far
immaginare l’impiego di materiali considerati più “moderni”.
In questo senso sono numerosi e importanti anche gli esempi che ci ha tramandato il movimento moderno, esempi in cui il
linguaggio del nuovo si consuma
nell’originalità dell’idea piuttosto
che nell’adozione di una tecnologia innovativa. Tutte soluzioni
volte a dissimulare una struttura tradizionale con una soluzione in cui l’aspetto non lascia intendere quali siano i materiali
presenti “sottopelle”.
Anche oggi molti degli edifici
più innovativi, molte delle strutture più complesse, presentano
in realtà delle soluzioni tradizionali e, magari, delle ampie superfici di laterizio rivestito, come
dimostra il pluripremiato Bosco
Verticale a Milano: il complesso
costituisce un mirabile esempio
di uso “celato” del laterizio mettendone in evidenza la flessibilità di impiego in relazione alla
Le torri del “Bosco verticale” (Foto di Stefano Gusmeroli)
costruzione di strutture articolate quali quelle di un grattacielo.
Il Bosco Verticale. Il riassetto
dell’area Porta Nuova è il progetto di riqualificazione urbana
ed architettonica più importante
d’Europa e ha cambiato completamente l’immagine e l’assetto
di un’area collocata nel cuore
di Milano e in passato destinata
all’industria leggera e all’artigianato. Distribuito su una superficie complessiva di 340.000 m²,
l’intervento, che porta le firme di
più di venti architetti di fama internazionale quali Cesar Pelli e
Nicholas Grimshaw, ha richiesto un investimento complessivo di oltre due miliardi di euro e
ospita edifici commerciali, residenziali, culturali e ricreativi. In
questo contesto emerge il Bosco
Verticale sviluppato da Hines Italia e sostenuto da importanti investitori istituzionali quali Unipol
Sai, fondi pensione statunitensi
e canadesi, banche tedesche e
il fondo del sovrano del Qatar.
Il complesso residenziale, progettato da Stefano Boeri, Gianandrea
Barraca e Giovanni La Varra con il
contributo certo non secondario
di Arup per le strutture, è costituito da due torri alte rispettivamente 112 e 80 m (27 e 19 piani) raccordate da un basamento
a L di due piani fuori terra e uno
sviluppo interrato di tre livelli. Il
profilo è caratterizzato dagli imponenti e irregolari balconi che,
con una soletta strutturale di 28
cm e parapetti pieni di 130 cm,
sporgono di 3,35 m su tutti e
quattro i lati delle torri.
Il complesso, affacciato su via
de Castillia e via Confalonieri,
oltre che per la qualità scultorea, colpisce per l’impiego originale della vegetazione che propone un nuovo modo di abitare in grado di risponde all’esigenza contemporanea di vivere
nella natura senza rinunciare a
comfort, centralità e sicurezza.
Inoltre, i 113 appartamenti sono
caratterizzati da ampie superfici
e finiture di elevata qualità, oltre
che dalla possibilità di usufruire
di spazi condivisi come il grande spazio polifunzionale collocato all’ingresso.
Il progetto ha adottato soluzioni
avanzate, quali la vegetazione in
facciata e il sistema di isolamento alla base, e soluzioni di consolidata affidabilità, quali i tamponamenti in laterizio.
Lo schermo vegetale. Nelle due
torri del Bosco Verticale, ogni appartamento del complesso è dotato di almeno una terrazza, simile a un piccolo giardino, che
offre ai residenti una straordinaria qualità di soggiorno e un contatto diretto con la natura seppure ad alta quota: un corrispettivo
di 20.000 m2 di bosco e sottobosco che densificano in altezza il
verde del capoluogo lombardo.
L’irrigazione delle piante avviene per larga parte attraverso il
filtraggio, la depurazione e il riutilizzo delle acque grigie prodotte dall’edificio. La stabilità degli
alberi è stata valutata attraverso
analisi che hanno tenuto conto
delle specie adottate e delle loro geometrie.
I vantaggi di uno schermo vegetale sono numerosi: contribuisce
alla mitigazione del microclima e
a filtrare le polveri sottili in am-
Complesso residenziale Bosco Verticale
Località: Milano
Committente: Hines Italia SGR per conto del Fondo Porta Nuova Isola
Progetto architettonico: Stefano Boeri Architetti Gianandrea Barraca & Giovanni La Varra
Progetto strutturale: Arup
Progetto impiantistico: Hilson Moran Italia
Progetto paesaggistico: Laura Gatti e Emanuela Borio
Progetto esecutivo e coordinamento: Tekne
Project management: J&A Consultants
Direzione dei lavori: MI.PR.AV.
Impresa di costruzione: ZH General Construction Company [Fase 1]; Colombo Costruzioni [Fase 2]
Superficie: 40.000 mq
biente urbano, assorbe anidride
carbonica e produce ossigeno e
umidità, contribuisce alla ricolonizzazione vegetale e animale
spontanea, protegge i residenti
dall’irraggiamento e dalla polluzione acustica. Secondo lo stesso progettista, il Bosco Verticale è una nuova idea di grattacielo, che arricchisce di biodiversità vegetale e faunistica la città
che lo accoglie, in cui alberi e
umani convivono”.
L’isolamento per mitigare le
vibrazioni della metropolitana. Il complesso è stato pensato con un sistema di isolamento alla base in grado di smorzare le eventuali azioni sismiche e,
soprattutto, di mitigare le vibrazioni causate dalla metropolitana. Infatti, a dispetto delle buone
caratteristiche del suolo e della
limitata influenza della falda acquifera, le maggiori difficoltà sono dovute alla presenza del tunnel della Metro M2, che passa
sotto la porzione nord del sito,
e del nuovo tunnel della Metro
M5, che passa sotto la costruzione sul lato est. Il risultato finale
garantisce la mancanza di trasmissione di vibrazioni alle torri.
La soluzione di tamponamento. Le pareti di tamponamento sono stratificate, con paramento in laterizio alleggerito in
pasta (25,0 cm) intonacato (1,5
cm), isolante termico in polistirene estruso (10,0 cm), intercapedine d’aria e schermo avanzato in lastre di gres porcellanato (55x120x1,4 cm) montato su
una sottostruttura costituita da
montanti in alluminio. Le pareti
di separazione poste tra le unità residenziali e il vano scale sono invece a cassetta, con paramento in laterizio alleggerito in
pasta (8,0 cm) rivestito con lastre di cartongesso (1,5 cm), intonaco di rinzaffo (1,0 cm), isolante termico minerale (80% di
vetro riciclato, 6,0 cm), para-
Dettaglio delle profonde terrazze
Engineering degli alberi
mento in laterizio alleggerito in
pasta (12,0 cm) intonacato (EI
120, 3,0 cm).
La sottostruttura del rivestimento esterno, con diversa sezione
in funzione delle differenti situazioni di montaggio, è anco-
rata alle pareti di laterizio tramite delle staffe a T di ancoraggio,
mentre le lastre sono ancorate
mediante l’applicazione di quattro ganci che trovano riscontro,
da un lato, sulla scanalatura del
profilo di alluminio e, dall’altro,
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L’interferenza dei due tunnel della metropolitana con la struttura del Bosco verticale
schio-femmina e giunto orizzontale sottile posati con malta-colla. Con tale soluzione il laterizio
offre un adeguato supporto a ancoraggi e fissaggi perché è sufficientemente robusto per resistere all’azione fuori piano innescata dal rivestimento esterno e
per non danneggiarsi a causa di
eventuali meccanismi di piano
e/o fuori piano. Le prove di trazione assiale eseguite in opera
sui sistemi di ancoraggio con
barre filettate in acciaio e bussola a rete in plastica hanno evidenziato che il carico applicato
di circa 7kN rappresenta un valore medio limite ultimo a rottura. Da un punto di vista energetico, per non compromettere le
prestazioni dell’isolante termico, sono stati impiegati elementi in acciaio inossidabile austenitico (18% cromo, 8% nichel)
che, così come gli elementi in
acciaio zincato, in polipropilene o in lega, hanno una minore conducibilità termica, presentano una leggera pendenza
verso l’esterno e sono muniti di
rondella “rompigoccia” per evitare che l’acqua entri in contatto con lo strato interno.
Conclusioni. Le torri del Bosco
Verticale si caratterizzano per
l’adozione di soluzioni tecnologiche ecosostenibili: sfruttamento di fonti rinnovabili, utiliz-
zo di pannelli fotovoltaici, isolamento termico e acustico, scelta
di materiali edili ecocompatibili
e non inquinanti, raccolta delle
acque piovane per l’irrigazione
delle aree pubbliche. Il risultato
è stato tale da ottenere la certificazione Gold LEED (Leadership
in Energy and Environmental De-
sign), il più alto grado di certificazione energetica.
Il successo del Bosco Verticale è in parte attribuibile anche
al corretto utilizzo del laterizio e
alle sue prestazioni che, seppure “celati”, sono tali da garantire la qualità anche senza apparire, senza alzare la voce.
Artwork by CARTAEMATITA
nelle fresate scavate nelle coste
delle lastre di ceramica. Per evitare che la dilatazione dei montanti in alluminio trasferisse delle sollecitazioni alle lastre, è stato realizzato un giunto a pettine
negli elementi in alluminio ogni
3,6 o 4,8 m (3-4 lastre). Infine,
per regolarizzare il contatto tra
i due elementi e garantire un’omogenea distribuzione dei carichi di vento, è stata aggiunta una striscia di adesivo strutturale tra il retro della lastra e il
fronte del profilo.
Il paramento in laterizio è realizzato con blocchi alleggeriti in
pasta (25,0x19x48 cm) rettificati, di peso specifico 800 kg/m3,
giunto verticale a incastro ma-
Simulazioni per la verifica strutturale delle due torri
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Stratigrafia delle diverse soluzioni di pareti di tamponamento e
separazione
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SPECIALE LATERIZI
a cura di ANDIL e della Redazione
RIQUALIFICAZIONE
L’Ampliamento del Magna Pars Suites Hotel a Milano
Un nuovo corpo di fabbrica progettato da Paola Benelli e Roberto Murgia
di Carmen Murua
PhD, architetto, libero professionista
Il Magna Pars Suites Hotel si trova in zona Navigli, a ridosso di
via Tortona, in un’ex area industriale situata a sud-ovest di Milano. Nuove realtà produttive del
mondo della moda e del design
hanno cambiato la fisionomia
del luogo e fabbriche prestigiose hanno lasciato posto a showroom, laboratori d’arte e fondazioni culturali, dando vita a uno
dei quartieri attualmente più di
tendenza della città.
L’albergo, un’alleanza tra alta
tecnologia e sostenibilità ambientale, fu inaugurato nel 2013
con ventotto suite, in un’area
originariamente occupata da
un’antica fabbrica di profumi.
Due anni dopo, l’hotel s’ingrandisce con un ampliamento definito dagli architetti Paola Benelli e Roberto Murgia.
Inizialmente, i proprietari del
Magna Pars avevano voluto onorare la storia locale realizzando
un “hotel-à-parfums”, ovvero un
sofisticato edificio ricco di riferimenti e rimandi ai profumi lì prodotti prima del decentramento
dell’attività industriale. Essenze
Ampliamento Magna Pars Suites Hotel
Località: Milano
Committente: CIPREA srl
Progetto architettonico: Paola Benelli, Roberto Murgia
Collaboratori: Miriam Cesco, Silvia Ristori, Valentina Ravara,
Chiara Sogos, Danilo Vicente D’Amico
Progetto strutturale: Terzini Ingegneria
Progetto impianto meccanico: Studio Emme
Progetto impianto elettrico: Pierangelo Gasparini
Progetto illuminotecnico: Rossi Bianchi, Lighting Designer
Progetto acustico: Silvia Fanzutti
Cronologia: 2015
Fotografie: Giovanna Silva
Sopra e sotto a sinistra i due “grigliati” esterni di mattoni con il giardino centrale
di fiori, boschi e frutti, con colori e dipinti degli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Brera,
distinguono ciascuna delle suites, testimoniandone l’aromatica e fragrante origine.
L’ampliamento, costruito a seguito della demolizione di un edificio
alto un piano, è situato nell’ango-
lo tra via Forcella e via Bugatti. Il
nuovo corpo di fabbrica ha una
struttura di carpenteria metallica che forma uno spazio porticato al piano terra, su cui è previsto
un piccolo laboratorio di profumi,
mentre nei tre piani superiori sono disposte le undici junior suites
più una stanza riunioni.
Infine, sia nel piano interrato che
in copertura sono allocati i vani tecnici e di servizio dell’hotel. Il progetto di Murgia e Benel-
La scala accanto alla muratura interna
li s’ispira alla tipica “casa a ringhiera” milanese, proseguendo
con la lunga facciata vetrata di
via Forcella e mantenendo così
la trasparenza di tutto il fronte
stradale. Il nuovo blocco scala
si trova nel punto di unione con
la parte dell’albergo già esistente, mentre un ascensore di servizio, collocato alla fine dell’asse longitudinale del “ballatoio”
di via Forcella, chiude l’angolo
tra questa e via Bugatti.
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Sezione trasversale
Piano generale
Infine, il piccolo giardino interno, su cui si affacciano le
suites, si trasforma in un piacevole luogo di connessione e
continuità con altri spazi verdi
dell’albergo. Rilevanti elementi di novità rispetto all’esistente sono i due muri paralleli che
delimitano il nuovo intervento. Uno di essi segna l’inizio
dell’ampliamento, l’altro definisce la facciata su via Bugatti. Si tratta di una reinterpretazione in chiave moderna delle
pareti in laterizio della costruzione originaria.
Non chiudono totalmente gli
spazi o i campi visivi, ma si
propongono come diaframmi
di separazione parziale e mantengono la prospettiva aperta tra l’albergo e la strada, oltre che tra i diversi ambienti
dell’edificio.
Sono stati realizzati con mattoni
in cotto con doppio foro e smaltatura, montati con delle clips
Dettaglio della facciata su via Bugatti
metalliche entro griglie in lamiera d’acciaio verniciato, che richiamano la testura della malta
di allettamento tra i mattoni, inserite a loro volta nella struttura
metallica dell’edificio.
La peculiarità della loro superficie è affidata al sottile e raffinato gioco di pieni e vuoti,
disegnato dai progettisti con
un’elegante grafia, dove il colore delicato e fuori serie dei
mattoni contrasta con il bianco freddo dell’acciaio, creando
una trama a tratti trasparente,
che allarga lo stretto spazio
della strada verso i vari ambienti dell’albergo. Li caratterizza sia l’eleganza delle tecnologie “a secco” che la leggerezza tessile. Sembrano tessuti disegnati con la bellezza e
la forza evocativa dei mattoni
fatti a mano, con un richiamo
all’originario uso architettonico dei tessili per delimitare e
definire gli spazi e le proprietà.
EFFICIENZA ENERGETICA
I laterizi: risparmio energetico, sostenibilità e salubrità
Presentata la guida per gli operatori e i tecnici di cantiere
Con la pubblicazione del volume “I laterizi: risparmio energetico, sostenibilità e salubrità.
Guida per gli operatori e i tecnici di cantiere” si rinnova la
proficua collaborazione tra ANDIL e FORMEDIL, i quali da anni
promuovono in sintonia la qualità della posa e della messa in
opera dei prodotti e dei sistemi
in laterizio. ANDIL e FORMEDIL hanno in comune l’obiettivo di promuovere
la tradizione costruttiva del nostro Paese tra i muratori, gli apprendisti, i progettisti, insomma
tutti gli operatori di cantiere e i
giovani che si indirizzano al settore edile, e diffondere la cultura
professionale del laterizio come
materiale fondante per una edilizia sostenibile, salubre e sicura e che faccia la sua parte nella riduzione delle emissioni climalteranti facendo risparmiare
sia in inverno che d’estate. La
ricerca promossa da ANDIL negli ultimi anni ha puntato a dare evidenza al ruolo che assume
il laterizio, espressione del costruire italiano, nel contenimento dei consumi energetici, senza
trascurare gli aspetti della sicurezza strutturale, della sostenibilità ambientale e del comfort
abitativo. In particolare, il progetto della “casa NZEB in laterizio, antisismica, sostenibile e
confortevole”, sviluppato con il
supporto scientifico dell’ENEA
e delle principali Università italiane, rappresenta la risposta
dell’industria dei laterizi ad un
mercato sempre più attento alla sostenibilità ed all’efficienza
energetica; tale proposta analizza anche l’aspetto dei costi/
benefici delle soluzioni costruttive, nel rispetto dei dettami della direttiva EPBD recast – cosiddetta NZEB – che non trascura
gli effetti “collaterali” dell’iperisolamento, quali le condizioni di discomfort termo igrometrico nel periodo estivo. Per ridurre significativamente e ‘realmente’ i consumi in edilizia è
fondamentale contenere quelli estivi, finora sottostimati. La
spinta all’isolamento eccessivo
nel contesto mediterraneo sul
modello dei Paesi nordeuropei
comporta, infatti, condizioni di
insalubrità e di disagio e un discomfort termico che l’utente,
troppo spesso, contrasta con
l’ausilio di energivori impianti di
climatizzazione dimenticando il
ruolo assolto dall’elevata inerzia
termica delle soluzioni massive
in laterizio, le quali assicurano
bassi consumi estivi ed elevate
condizioni di comfort.
La rete nazionale delle Scuole
Edili aderenti a Formedil ha, dal
canto suo, inserito il laterizio come materiale di base all’interno
dei propri programmi curriculari e opera per promuovere la
qualità professionale degli addetti del settore, con l’obiettivo
di innalzare la qualità professionale e tecnologica delle imprese di costruzioni. Formedil è impegnato a promuovere la formazione delle risorse umane della
filiera delle costruzioni sui temi dell’edilizia sicura e sostenibile a partire dal progetto europeo Build up Skills Italia denominato I-town. Avvalendosi delle opportunità
offerte da Fondimpresa e considerato il successo riscontra-
to dalle precedenti iniziative, si
è deciso di comune accordo di
pubblicare un insieme di contributi sui temi sopra esposti,
tratti dalle ricerche ANDIL che
sono state raccolte in un volume unico utilizzabile come Manuale per il corretto impiego del
laterizio e guida alla sua posa
in opera, proponendo uno strumento completo e al tempo stesso snello, versatile e di facile uso
tanto nelle attività di formazione delle Scuole Edili che come
supporto al personale operativo
e tecnico di cantiere.
Schema sintetico dell’approccio life cycle thinking nel settore delle costruzioni
ARCHITETTI - Numero 3 | Luglio-Settembre 2015
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SPECIALE LATERIZI
a cura di ANDIL e della Redazione
RISTRUTTURAZIONE
Casa G a Como
Recupero di una villa del ‘900
Località: Como
Committente: Privato
Progetto architettonico: Lorenzo Guzzini
Progetto strutturale: Amalio Peduzzi
Impresa di costruzione: BBT construction, Como
Cronologia: 2009 (progetto); 2010-13 (realizzazione)
Fotografie: Valeria Bellora
Memorie incise nella pietra portante
di Igor Maglica
PhD, architetto e giornalista
Il progetto di ristrutturazione qui
illustrato è il risultato d’incontro
di due “memorie”: una “personale” dei ricordi e delle esperienze vissute dai proprietari
clienti, e l’altra più “storica”, oggettiva, insita nel fabbricato acquistato e memore del suo passato costruttivo e compositivo.
Esse, come in un gioco, si rincorrono, si osservano, si fronteggiano, per poi, alla fine, confluire nel prodotto finale realizzato,
un’opera ricca di singoli “episodi” assemblati in un insieme fluido e armonico.
Il tutto nasce quando una grossa
parte (metà edificio) di una villa
semiabbandonata d’inizio Novecento, inserita nella maglia urbana regolare della città di Como, viene acquistata da una famiglia proveniente dalle Marche
con l’intento di ristrutturala per
poi andarvi ad abitare. Il fatto è
che per i committenti, che da
sempre hanno vissuto tra i borghi medievali marchigiani costruiti prevalentemente in laterizio, “la costruzione è mattone”,
nel senso di “materia, volume e
tettonica”.
Invece, la villa neoclassica di Como presentava, una volta scrostato l’intonaco posato in superficie, una sua struttura autonoma perimetrale realizzata interamente in pietra portante. Che è
sì, sinonimo di solidità e di matericità, che fa parte del dna storico della casa, ma non è il matto-
ne così ricorrente nei ricordi dei
nuovi proprietari.
Il giovane progettista di Dizzasco (Como) sceglie di provare
la strada che terrà insieme le
due “anime” della casa, quella
litica e quella laterizia, decidendo di conservare la struttura perimetrale in pietra e di realizzare le pareti divisorie in mattoni
portanti pieni.
L’incontro tra i due materiali naturali lasciati a vista avviene nei
nuovi ambienti interni della villa ed è coadiuvato dalla scelta
progettuale di esporre “a nudo”
le pietre delle pareti perimetrali interne.
I due colori “bianchi” così prodotti, quello delle pietre a spacco facenti parte dei muri perimetrali e il colore chiaro prescelto
per i mattoni dei nuovi muri divisori rivestono le pareti interne
della villa riempendole di matericità e cromia in contrapposizione alla fisicità lignea dei pavimenti, delle porte e dei mobili realizzati in legno massello di
rovere scuro.
La dicotomia interna così creata, il chiaro contrapposto allo
scuro, la porosità un po’ ruvida dei mattoni e delle pietre in
rapporto a quella liscia del legno massello, viene stemperata e uniformata dalla leggera
presenza di luce naturale filtrante dalle numerose finestre
esterne, dai nuovi lucernari, dai
mattoni in cristallo – inseriti “a
Disimpegno
random” nei muri divisori interni – e dalla decisione di creare
in una zona del soggiorno una
parte a doppia altezza.
L’immobile, che appariva come
“un dedalo di corridoi e mini
appartamenti”, è stato pratica-
mente svuotato conservando
solo le tre facciate perimetrali
esterne (e il muro divisorio con
l’altra proprietà immobiliare) con
le rispettive aperture destinate a
porte e finestre.
La nuova disposizione planime-
trica impostata sulla simmetria
ed essenzialità prevede al piano
terra, nella parte destra (rispetto all’entrata principale centrata
sul fronte nord-ovest), la presenza di un vasto corpo scala affiancato da due locali chiusi: la cu-
Livello -1
Livello 0
Livello 1
Livello mansarda
cina e lo studio. Il resto del piano è una grande area-soggiorno passante caratterizzata da
una parte centrale che sviluppa
un’altezza doppia.
Il piano superiore è occupato da
due ampie camere da letto con i
Numero 3 | Luglio-Settembre 2015 - ARCHITETTI
rispettivi bagni attigui, oltre al corpo scala con il pianerottolo da cui
ci si affaccia sul locale soggiorno
sottostante. Fanno parte della villa anche un livello superiore-mansarda illuminato dai grandi lucernari e il piano seminterrato.
Il dettaglio costruttivo delle nuove murature divisorie realizzate
in mattoni pieni prevede appositi
“vuoti” – creati “con l’impiego di
mezzi mattoni tagliati di costa” –
per l’alloggiamento dell’impianto elettrico e dell’impianto idrau-
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lico della casa. Il progetto ha vinto la menzione d’onore nell’ambito del premio “Giovane talento
dell’architettura 2014” promosso dal Consiglio Nazionale degli
Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
Vista del soggiorno con la zona a doppia altezza
Il dettaglio della texture
LATERIZIO ON LINE
Al Cersaie 2015, un nuovo portale web
Laterizio.it, una risorsa indispensabile per tecnici e progettisti
ANDIL è presente anche
quest’anno al CERSAIE (Bologna 28 settembre - 2 ottobre)
allo stand 2 ubicato all’interno
del Centro Servizi.
Rispetto al focus della passata edizione, dedicato ai colori e
alle cromie distintive delle facciate in laterizio, con una vera
e propria mostra presente nello stand, Colors/ars, quest’anno ANDIL lancia il nuovo portale web che presenta le migliori
architetture realizzate in laterizio in tutto il mondo.
Questo nuovo sito messo a disposizione di tecnici e progettisti
diventa un indispensabile strumento per affinare le loro conoscenze in maniera comparativa
e approfondita.
Laterizio.it, un indirizzo chiaro e incisivo, attraverso il quale
gli utenti consultano facilmente
i contenuti sempre aggiornati,
entrando nelle diverse aree dedicate con dei menu intuitivi e
una nuova user interface snella
e gradevole, in una sola parola
“contemporanea”.
È infatti possibile condividere
con un click ogni singolo
elemento, immagine o articolo,
sui propri profili social, salvare
alcuni progetti nei preferiti e,
registrandosi, accedere ad
un’area riservata dalla quale è
permesso il download di progetti
e altro materiale specifico.
Le principali aree di navigazione sono: “Progetti”; “Tecnologia”; “Ricerca”; “Normative” e
“Interviste”.
Progetti: dove si trovano disegni e concept di opere architettoniche degne di nota, con
schede progettuali, descrizioni
e fotografie.
Tecnologia: dove vengono presentate le innovazioni più rilevanti e le relative applicazioni
tecnologiche.
Ricerche: dove si trovano i risultati delle ricerche che rendono
possibile l’innovazione, anticipandone le potenzialità di sviluppo sia nella produzione che
nella posa in opera.
Normative: dove vengono raccolte con puntualità tutte le nuove normative e regolamentazioni che vedono i materiali in laterizio coinvolti, a partire dal settore edile.
Interviste: una serie di colloqui
con progettisti di caratura internazionale.
Particolare attenzione viene data inoltre al prodotto, con un’area che ne descrive le tipologie
e un’altra correlata dedicata ai
produttori, localizzati sul territorio per una più efficace consultazione.
Tutti i contenuti presenti sul sito vengono estrapolati dall’autorevole rivista “Costruire in laterizio”, edita da Tecniche Nuove, il
cui numero 162, “Interiors”, nel
quale vengono presentate alcune soluzioni architettoniche di
interni in cui il laterizio si mette “a nudo” e viene esposto come elemento estetico fondante,
verrà distribuito gratuitamente
durante il CERSAIE.
Sempre durante la manifestazione sarà possibile, presso lo
stand di ANDIL, navigare in anteprima il sito laterizio.it.
La tua casa in cotto,
una scelta consapevole!
Wimbledon Library
Per informazioni
www.laterizio.it
Your fired clay home,
a sensible choice!
www.andil.eu | www.laterizio.it
ARCHITETTI - Numero 3 | Luglio-Settembre 2015
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SPECIALE LATERIZI
a cura di ANDIL e della Redazione
CONVEGNI
Appuntamenti con l’architettura
Al via il tour Progettare nel tempo
a cura di Giacomo Sacchetti
[email protected]
PROGETTARE NEL TEMPO
“Progettare nel tempo” è il
convegno che indaga il rapporto tra temporalità e architettura,
una ricerca del legame concreto
tra mondo del lavoro e professione della progettazione, legame che si nutre di teoria e di pratica. La prima tappa prevista è
a Milano, il 9 ottobre. Riportiamo un’intervista pubblicata anche su Ediltecnico.it al Direttore scientifico del convegno, Fabrizio Arrigoni, Professore Associato di Composizione Architettonica e Urbana presso il DIDA Dipartimento di Architettura
all’Università di Firenze, le cui
parole sono la sintesi perfetta
dell’approccio a queste tematiche così come vengono affrontate in “Progettare nel tempo”.
In tre parole: cultura architettonica, progetto e lavoro.
1) Il convegno “Progettare nel
tempo” è un’indagine che si
muove tra universo della costruzione e temporalità. In sostanza,
si parte dall’idea che ogni architettura felicemente riuscita
sia una silenziosa macchina del
tempo. Cosa s’intende con “silenziosa macchina del tempo”?
L’architettura è congegno
temporale secondo due direzioni. Una prima fa cenno a
quell’insieme di conoscenze ed
espressività, bisogni e desideri
che hanno dato origine alla costruzione e che essa – nel suo
trascorrere – consegna ed affida alle generazioni successive.
L’architettura è, nella generalità
dei casi, destinata all’anacronismo ed alla sopravvivenza tenace e dunque a un meccanismo
di condensazione dei portati disciplinari e culturali – in guisa di
un palinsesto che nel suo lento stratificarsi acquista senso e
densità concettuale – in ciò la
“breve eternità delle opere d’arte”. Vorrei suggerire anche l’enigmaticità inerente a tale processo di emancipazione dai vincoli storici, o di epoca, che hanno prodotto l’opera e che soven-
te viene del tutto non interrogata a favore di una ermeneutica
eccessivamente positiva quando non schiettamente ingenua.
Ma tempo – e siamo in un altro
sentiero – è anche il succedersi
delle stagioni, del sorgere e del
tramontare del sole, delle piogge e dei venti, dei baluginii notturni e delle albe nebbiose, dello scorrere delle nuvole e dello
sbiancarsi della terra sotto le nevi: l’universo cangiante e molteplice dell’esistenza empirica che
la fabbrica, quieta, subisce e registra sul suo soma. Qualsivoglia
edificio è corpo segnato da lacune e riprese, perdite e sostituzioni, patinature ed ombre fugaci: le tracce e le eterogeneità dovute agli infiniti urti dell’essere-nel-mondo. Scoprire e farsi carico di un’attitudine, di una
inclinazione partecipe del concretissimum fenomenico è forse la prima strategia per chi non
accetta l’iconolatria dominante.
2) Fine concreto è proporre uno
spazio di dialogo tra le discipline del progetto e il mondo
del lavoro. Da questo punto di
vista, in particolare m’interessa la visione del progetto di architettura come riforma dell’esistente. Proprio per il fatto che
questa visione unisce l’attualità di un tema che dà lavoro alle imprese e ai progettisti (quello della riqualificazione dell’esistente) e l’idea progettuale del
rinnovamento dei codici linguistici, mi sembra attuale e affascinante al tempo stesso. Quali
riflessioni si sente di fare a cavallo tra realizzazione concreta
di un progetto di riqualificazione e idea della riqualificazione
come modo di riportare in vita
il passato?
Pensiamo all’Anastasis nella
città vecchia di Gerusalemme
dove il Martyrium è innestato
su un precedente volume basilicale: una scrittura liturgica e
compositiva che attraverso numerosissime sperimentazioni
ha scosso la tipologia dell’edificio di culto cristiano diviso tra
il tema dell’aula longitudinale –
la via, il mettersi in cammino –
e quello della pianta centrale –
l’arresto, lo stare. E questo assecondando e piegandosi agli
impedimenti del vicino contesto, un costrutto di più antiche
muraglie, giaciture, assetti urbani. Per un lungo arco temporale l’architettura è stata pratica in grado di crescere su se
medesima, metamorfizzando e
riconnettendo incessantemente i frantumi che il passato tramandava; un’autocombustione che combinava reciprocamente idee, metodologie, tecniche, materie, riconsegnandole
in nuovi orditi, inedite successioni che facevano del vigente
un’opportunità per l’invenzione.
Una trama tessuta di continuità
e strappi, ripetizioni ed effrazioni, conservazioni e distruzioni,
senza alcuna preoccupazione
storicista, ovvero senza alcuna finalità di salvaguardia e riconoscibilità di un determinato
campo di forme e motivi.
Avvertire la diacronia del fatto architettonico non comporta alcuna ipotesi di resurrezione/restaurazione – o Kontinuum der Geschichte; piuttosto si
tratta di sondare le potenzialità di vita ulteriore latenti in ciò
che è stato, il loro offrirsi quale riserva disponibile per l’adesso o detto con Walter Benjamin
«eine mit Jetztzeit geladene Vergangenheit».
3) Qual è l’idea di “appropriato”
che si delinea nel suo convegno?
Appropriato è il disegno le cui
linee sono fondate sul confronto con le peculiarità circoscritte
dei siti che accoglieranno la costruzione – clima, orografia, vegetazione, esposizione: una concordanza, hic et nunc, già sottolineata dai latini con la nozione
di statio – al pari delle necessità funzionali e d’uso che essa è
chiamata a soddisfare.
Ma appropriato può valere anche per la consapevolezza di
riferirsi ad attese e memorie collettive, secondo una deriva che indebolisce l’insularità del gesto artistico per esporlo con radicale sollecitudine alla sua dimensione sociale e politica. Appare lecito raccogliere
questa costellazione semantica sotto la formula dell’esserein-rapporto, una dicitura che testimonia il transito dall’oggetto
specifico alla relazione specifica; nei casi citati, infatti, è immediato rilevare come essi valutino l’immaginazione trasformatrice non cadere in uno spazio cartesiano vuoto e/o omogeneo ma all’interno di luoghi circostanziati, territori fitti di caratteri originali, vestigia, rammemorazioni.
Desidero tuttavia ricordare
un’accezione meno diffusa che
compare in un breve saggio di
Vittorio Magnago Lampugnani, Modernità e durata, che giudico di vivo interesse. In quel
testo l’appropriatezza diviene
categoria riferibile al progetto quando accostato al mestiere; è del mestiere, infatti, il
prendere forza nel tempo attraverso la salvaguardia delle prove riuscite e l’abbandono delle mosse rivelatesi fallaci. Mestiere non è il cattivo romanticismo dell’”elogio del grembiule”
ma esercizio che si svolge e si
rigenera per parziali slittamenti, graduali perfezionamenti, aggiustamenti continui – qui vale il parallelo con l’adagio natura non facit saltus. Una modalità evolutiva, una strategia della
variazione dettata da precauzione e ponderatezza del tutto assente nelle vulgate dell’azzardo
ostentato che tanta parte occupano nell’inconscio architettonico contemporaneo. L’adeguato in questo ordine del discorso
coincide con l’«innovazione sottile», tanto efficace quanto non
esibita, implicita.
eterocronie e architettura
MILANO 9 OTTOBRE 2015
CURATORE
SCIENTIFICO
ORE 9,30-13,30
CENTRO CONGRESSI STELLINE - CORSO MAGENTA 61, MILANO
Prof. Arch.
Fabrizio Arrigoni,
Università
degli Studi di Firenze
4 CFP PER GLI ARCHITETTI
L’incontro si articolerà attorno a una serie di lectures e dialoghi, proponendo un’occasione di
confronto tra le discipline del progetto e il mondo del lavoro, tra architetti e imprese.
Al centro dell’indagine le plurime articolazioni esistenti tra universo della costruzione, Bauwelt e durabilità.
Con la partecipazione
del Prof. Arch.
Adolfo Natalini
Un teatro fatto di historiae e attese
Prof. Arch. Fabrizio Arrigoni
Un’architettura di resistenza
Prof. Arch. Adolfo Natalini
Campane a sera nella campagna senese
Arch. Pietro Torricini
Con il patrocinio di:
CASI STUDIO
Un edificio semplice, la Casa della Memoria di Milano
Arch. Pier Paolo Tamburelli, Baukuh
CONSULTA
REGIONALE LOMBARDA
DEGLI ORDINI
DEGLI ARCHITETTI
PIANIFICATORI PAESAGGISTI
E CONSERVATORI
Recuperare innovando, Villa storica sulle colline del Prosecco
Studio Zara + Zardet
FORUM
Paesaggio, forme, colori
Arch. Aldo Barbaglia
L’evoluzione del laterizio
Ing. Emanuele Serventi
www.andil.eu
ISCRIVITI SU
FORMAZIONE.MAGGIOLI.IT
4) In un contesto di crisi, i progettisti cercano sempre più cose concrete: lavoro. E il tempo
è sempre poco. Il suo convegno non rischia di avere un approccio troppo teorico e proprio
per questo di allontanare gli architetti?
Nella faglia tra fabrica et ratiocinatione si apre l’intervallo predisposto all’azione dell’architekton/magister – almeno nella
nostra tradizione sin dai giorni
di Erodoto. Le stesse fatiche vitruviane sono scaturite dalla volontà di porre l’attività dell’artifex quale ars liberalis tra altre.
Insistere sulla figura della soglia
significa cogliere le connessioni,
i montaggi, i rimandi sussistenti
tra teoria e prassi insediandosi
in un paradigma capace di non
separare il momento della riflessione da quello dell’operatività –
a tal proposito Franco Purini ha
di recente introdotto la nozione
di “idea strumento”, un’entità
ibrida, sospesa tra “la sostanza oggettiva di un procedimen-
Segreteria organizzativa Maggioli Formazione
[email protected] - tel. 0541 628840 - fax 0541 628768
to descrivibile e la disponibilità
a un’interpretazione soggettiva
delle operazioni compositive e
dei loro contenuti”.
Certamente nel nostro lavoro
anche gli statuti teorici debbono essere compresi quali materiali, tra i molti disponibili, orientati all’evento costruttivo, ma ristabilirne il ruolo e l’energia equivale a restaurare, più che una stabile precettistica o una normatività invulnerabile, l’opportuna “distanza
critica” rispetto alla condizione
presente. Non posso dire quanto
questa impostazione sia condivisa, tuttavia a lungo le “regole”
sono state intese primariamente
come potenziale, forza poietica e
del tutto immerse nell’atto esecutivo; con un programma meno ambizioso potremmo tornare
alle ragioni della teoria per una
vivida educazione allo sguardo,
premessa di più penetranti ed
indocili osservazioni/ricognizioni – teoria da theoréin: théa, vista oráo, vedere.
EFFICIENZA ENERGETICA
I nuovi decreti sull’efficienza energetica non funzionano
Roma non è Bruxelles: bene la prestazione invernale, pessima quella estiva
È questa in estrema sintesi la posizione di ANDIL, l’associazione di
Confindustria che rappresenta gli
industriali dei laterizi, in merito ai
tre nuovi decreti sull’efficienza
energetica in edilizia: dall’adeguatezza del grado di isolamento
imposto agli involucri edilizi, alla non corretta valutazione dell’inerzia termica per poter controllare il comfort abitativo.
Nel pieno della calura estiva, nel
luglio più caldo degli ultimi tempi, sono stati emanati i tre nuovi decreti sull’efficienza energetica in edilizia, per introdurre (il
primo) “le prescrizioni minime,
le modalità di verifica per edifici di nuova costruzione ed esistenti in funzione dell’ambito di
intervento e i requisiti dell’edificio ad energia quasi zero”, per
integrare e modificare (il secondo decreto) le “Linee Guida Nazionali per la certificazione ener-
getica proponendo un nuovo indicatore per la classificazione e
un nuovo modello di attestato”
ed infine per definire (il terzo) “i
nuovi modelli per la relazione
tecnica in funzione della tipologia di intervento”.
L’Europa ci ‘impone’ la strada per
la progettazione di edifici a consumo netto nullo, strada che è
quanto mai opportuna anche in
Italia, ma Roma non è Bruxelles e
se negli altri Paesi il mantra è come difendersi dal freddo, la stessa ricetta non può funzionare in
Italia. In Italia il tema è più complesso e l’isolamento dal freddo,
meno pungente che in Nord Europa, deve essere affrontato con
una particolare attenzione anche
alla questione estiva.
Complessivamente i nuovi decreti si sono preoccupati della
situazione invernale, rendendo
pressoché valida l’applicazione
di qualsiasi soluzione per quella estiva. Errore commesso persino in Germania e in Inghilterra, realtà che pur essendo estranee al contesto climatico mediterraneo hanno adottato tipologie costruttive orientate al solo
isolamento dal freddo che hanno generato gravissimi problemi in estate, dimostrando quanto sia fallace progettare senza
considerare gli effetti del caldo.
Il fattore estivo viene sottovalutato dalle direttive europee nate in contesti climatici differenti
dal nostro, abbiamo quindi perso
(o solo rimandato?) l’occasione
di fare da apripista in tal senso.
Cosa succede se spingiamo sul
forte isolamento delle nostre case, senza tener conto della necessità di gestire i carichi interni durante l’estate?
“È questo il punto”, afferma il
Presidente ANDIL, Arch. Luigi Di
Carlantonio. “È giusto progettare edifici con involucri più isolati ed equilibrato appare il grado
di isolamento imposto agli involucri edilizi dal primo decreto, ma
occorre che sia data idonea rilevanza all’inerzia termica per poter controllare il comfort abitativo, senza ricorrere ad energivori impianti di climatizzazione. Sarebbe un contro senso, se l’obiettivo è la casa a consumo nullo”.
Non volendo entrare nei tecnicismi dei decreti, riteniamo poco
incisiva la scelta del parametro
per la misurazione della prestazione energetica estiva. Il ricorso alla sola trasmittanza periodica è assolutamente lontano da
ogni logica.
Il problema estivo viene, infatti, ricondotto essenzialmente ai flussi entranti nell’edificio
dall’esterno (irraggiamento solare, trasmissione conduttiva del-
le pareti esterne), mentre viene
ignorata la gestione dei carichi
interni (persone, elettrodomestici, radiazione diffusa in ingresso
dalle superfici vetrate), principale fonte del discomfort abitativo.
“La vera critica mossa dell’industria dei laterizi”, continua Di
Carlantonio, “sta proprio nell’aver ignorato il contributo che
le strutture massive, dotate di
inerzia termica, che caratterizzano il modo di costruire in Italia, apportano in modo passivo
al comfort termo-igrometrico”.
Affidare la qualità estiva degli edifici alla sola trasmittanza
periodica, farà sì che qualsiasi
involucro, dovendo rispettare i
nuovi limiti di trasmittanza stazionaria, andrà automaticamente e talvolta impropriamente più
che bene anche per l’estivo. Potrebbe quindi verificarsi che a
fronte di un’etichetta energeti-
ca di alto valore per l’estivo, il
consumatore si troverà a dover
necessariamente ‘correggere’ a
posteriori i difetti di una cattiva
progettazione: i carichi interni,
infatti, renderanno gli ambienti
iper-isolati “invivibili” d’estate.
Di Carlantonio conclude con
l’auspicio che il normatore possa approfondire la tematica per
una rapida revisione del decreto nella direzione già indicata, peraltro, da alcuni protocolli energetico-ambientali - quale
ad esempio ITACA che ad oggi è
una prassi UNI - e che, nel mentre, prevalga l’elevata competenza dei progettisti per la corretta valutazione del contributo
della massa superficiale, presente tra i requisiti minimi del
primo decreto, o della capacità
termica, parametri che garantiscono anche la prestazione estiva dell’involucro.