POLITECNICO DI MILANO Scuola di Ingegneria Edile/Architettura Corso di Laurea Magistrale in Gestione del Costruito PROPOSTA DI BUSINESS PLAN PER IL PROGETTO DI CASCINA MERLATA: ELEMENTI PER LA SOSTENIBILITA` FINANZIARIA DELL'HOUSING SOCIALE NEL VILLAGGIO EXPO 2015 Relatore: Prof. Angela Silvia PAVESI Correlatore: Arch. Alessandro FRIGERIO Tesi di Laurea di: Manuel Detogni, Matricola 753899 Tania Marinoni, Matricola 782982 Anno Accademico 2012/2013 1 INDICE Indice delle figure 5 Indice delle tabelle 14 Indice degli allegati 6 Abstract 7 Introduzione 18 CAPITOLO I: Il social housing 20 CAPITOLO II: Stato di fatto dell’area e dell’edificio di Cascina Merlata 29 2.1 Localizzazione 30 2.2 Cenni storici 32 2.3 Descrizione dell’edificio e dell’area circostante 35 2.4 Uso del suolo 38 2.5 Sistema idrico superficiale 40 2.6 Geologia 41 2.7 Analisi del rumore 43 2.8 Analisi dell’atmosfera 46 2.9 Trasporti pubblici 47 2 CAPITOLO III: Il progetto 49 CAPITOLO IV: VAS (Valutazione Ambientale Strategica) 52 4.1 la Procedura di VAS 53 4.2 VAS per ADP di Cascina Merlata: fasi di analisi e valutazioni 55 4.3 Accordo di programma 57 4.4 Analisi SWOT 59 CAPITOLO V: Il masterplan 64 5.1 Introduzione al masterplan 65 5.2 Il Parco 67 5.3 Il plesso scolastico 70 5.4 La cascina 71 5.5 Aree adibite ad uso pubblico 74 5.6 Piazza centrale 75 5.7 Via Daimler 76 5.8 Il Boulevard 77 5.9 Il residenziale 80 CAPITOLO VI: Il Villaggio Expo 86 6.1 Introduzione al Villaggio Expo 87 6.2 Strategie di investimento 88 6.3 Fondo immobiliare 90 6.4 Fondo abitare Sociale 1 93 6.5 Gli edifici del Villaggio 94 3 6.6 Edifici 9 e 10 progettati da Teknoarch 6.7 Edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea 103 109 6.8 Edifici 3 e 4 progettati da Cino Zucchi Architetti 114 6.9 Edifici 1,2,7 progettati da Mario Cucinella Architects 121 6.10 Edificio 5 progettato dall’Architetto Matteo Cesare Parini 127 6.11 Edifici A e B progettati da C+S associati 129 6.12 Gli spazi aperti 131 6.13 I portici e le nuove funzioni ai piani terra 135 CAPITOLO VII: Il business plan 138 Conclusione 144 Bibliografia 146 4 INDICE DELLE FIGURE Figura 1: localizzazione dell’area di Cascina Merlata all’interno di Milano (estratto da E. CO .POLIS ,www.ecopolis.coop) 30 Figura 2: le principali arterie viabilistiche che attraversano l’area limitrofa di Cascina Merlata. L’area in oggetto è quella dell’ADP 31 Figura 3: Giovanni Battista Clarici, Carta de’dintorni di Milano(…), 1600 (estratta Comune di Milano. Proposta definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di cascina Merlata – Milano) 32 Figura 4: Giovanni Brenna, Dintorni di Milano, 1833-42. 1600 (estratta da Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata - Milano) 33 Figura 5: Istituto geografico militare, 1914 (estratto da Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata - Milano) 34 Figura6: intorno alla cascina (fotografia eseguita dagli autori della tesi) 35 Figura 7: Stato attuale della cascina (estratto da Le vecchie cascine di Milano, www.geolocation.ws) 36 Figura 8: l’area di Cascina Merlata e dintorni (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03 - R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio) 37 Figura 9: l’area di cascina Merlata. (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03 - R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio 5 37 Figura 10: grafico che mostra la destinazione attuale del suolo (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 38 Figura 11: sistema idrico superficiale (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 40 Figura 12: mappa della classificazione acustica del comune di Milano e limiti di zona. (estratta da ADP Cascina Merlata-Milano. Documento di Scoping-Ottobre 2009) 44 Figura 13: Localizzazione dei rilievi fonometrici (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 45 Figura 14: linee trasporto pubblico locale in transito nell’area di intervento (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 47 Figura 15: perimetro dell’AdP “Cascina Merlata (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 57 Figura16: masterplan (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) Figura 17: il parco (estratta dal sito di Euromilano, www.euromilano.net) 66 67 Figura 18: il Parco e gli spazi pubblici (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 68 Figura 19: Raggio Verde 7 (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 6 69 Figura 20: stato attuale della cascina (estratta da Le vecchie cascine di Milano, www.geolocation.ws) 71 Figura 21: la cascina (estratta da Le vecchie cascine di Milano, www.geolocation.ws) 72 Figura 22: particolare della muratura della cascina (estratta da Le vecchie cascine di Milano, www.panoramio.com) 72 Figura 23: la cascina ristrutturata (estratta da E.CO.POLIS, www.ecopolis.coop) 73 Figura 24: il Viale, la Piazza centrale e via Daimler (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche) 74 Figura 25: profilo dello street wall sulla piazza centrale (estratto da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche) 75 Figura 26: profilo dello street wall su via Daimler (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche) 76 Figura 27: il Boulevard (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche) 77 Figura 28: vista prospettica di uno dei lati del Viale (estratto da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche) 78 Figura 29: profilo del Boulevard (estratto da Cascina Merlata Milano. Lineeguida architettoniche) 79 Figura 30: i lotti (estratto da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche) 81 Figura 31: edilizia libera, convenzionata e agevolata (estratta da Cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011) 7 82 Figura 32: vista del giardino all’interno dell’isolato (estratto da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche) 83 Figura 33: esempio di edifici a torre (estratta da Cascina Merlata Milano. Lineeguida architettoniche) 84 Figura 34: nuovo catasto terreni. Aree del Villaggio Expo (estratta da Cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011) 87 Figura 35: distribuzione degli edifici appartenenti al Villaggio Expo (estratta da Cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011) 94 Figura 36: vista dall’alto del Villaggio Expo (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012 96 Figura 37: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 97 Figura 38: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 98 Figura 39: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 99 Figura 40: disposizione degli edifici appartenenti al Villaggio Expo indicati con la loro numerazione (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 8 100 Figura 41: vista del Villaggio Expo provenendo dal Boulevard. Si possono distinguere sulla destra gli edifici A e B progettati da C+S associati, infondo l’edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea e sulla sinistra gli edifici 9 e 10 progettati da Teknoarch (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 101 Figura42:viabilità di quartiere (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 102 Figura 43: piante delle torri 9 e 10 in configurazione Expo (estratta da TEKNOARCH S.r.l. Cascina Merlata/lotto R9 edifici 9 e 10/Progetto degli alloggi fase Expo 17/07/2012) 105 Figura 44: piante delle torri 9 e 10 in configurazione commerciale (estratta da TEKNOARCH S.r.l. Cascina Merlata/lotto R9 edifici 9 e 10/Progetto degli alloggi fase Expo 17/07/2012) 106 Figura 45: profilo delle torri 10 e 11 progettate da Teknoarch (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012 107 Figura 46: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 9 108 Figura 47 : alloggi in configurazione commerciale (estratta da STEFANO TROPEA ARCHITETTO. Cascina Merlata lotto R9-edificio 11 (stato di progetto al 16/07/2012) 110 Figura 48 : alloggi in configurazione Expo (estratta da STEFANO TROPEA ARCHITETTO. Cascina Merlata lotto R9-edificio 11 (stato di progetto al 16/07/2012) 111 Figura 49: prospetto dell’edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea. (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012 112 Figura 50: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 113 Figura 51: piante delle torri 3 e 4 in configurazione Expo (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012) 117 Figura 52: piante delle torri 3 e 4 in configurazione commerciale (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012) 118 Figura 53: prospetto delle torri 3 e 4 (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 10 119 Figura 54: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 120 Figura 55: pianta dell’alloggio tipo della torre 1 (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascian Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015) 121 Figura 56: pianta dell’alloggio tipo della torre 2 (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015) 122 Figura 57: pianta dell’alloggio tipo della torre 7 (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015) 123 Figura 58: prospetto delle torri (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012 125 Figura 59: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 126 Figura 60: prospetto della torre (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 11 127 Figura 61: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 128 Figura 62: prospetto degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 129 Figura 63: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 130 Figura 64: disposizione delle torri del Villaggio Expo in cui si nota la distribuzione degli spazi aperti e la morfologia della pianta di ciascun edificio (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 131 Figura 65: disposizione degli spazi aperti in cui si può notare la pavimentazione (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 133 Figura 66 : il Villaggio Expo (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 134 Figura 67: i portici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 12 136 Figura 68: spazio aperto (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012) 13 136 INDICE DELLE TABELLE Tabella 1: uso del suolo, stato attuale (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010 39 Tabella 2: tipi di terreno (estratta da Ingegneria Sismica, da www.ingegneriasismica.net) 42 Tabella 3: tematiche individuate attraverso l’analisi SWOT (estratto da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010) 60 Tabella 4: dati relativi alle torri (estratta da cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011) 95 Tabella 5: dati quantitativi per la configurazione commerciale ed Expo della torre 3 (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012) 114 Tabella 6: dati quantitativi per la configurazione commerciale ed Expo della torre 3 (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012) 115 Tabella 7: dati quantitativi degli edifici 1,2,7 per la configurazione commerciale (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015) 124 Tabella 8: dati quantitativi degli edifici 1,2,7 per la configurazione Expo (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015) 124 14 Tabella 9: dati quantitativi degli edifici (fonte: Teknoarch) PURA: Architetto Matteo Cesare Parini B22: Architetto Stefano Tropea MCA: Mario Cucinella Architects CZA: Cino Zucchi Architetti 140 Tabella 10: determinazione dei costi (elaborata dagli autori della tesi) Tabella 11: WACC (elaborata dagli autori della tesi) 15 141 142 INDICE DEGLI ALLEGATI ALLEGATO 1: DCF 149 16 ABSTRACT Cascina Merlata è un’area di circa 530 ettari, situata a nord-ovest di Milano, sull’asse che porta all’aeroporto della Malpensa. Quest’area sarà presto oggetto di un importante intervento di recupero: i vincitori del concorso di idee per la redazione di un concept urbanistico dell’area, indetto nel 2008 da Cascina Merlata S.p.A., Antonio Citterio & Partners, Caputo Partnership e MCA, hanno presentato il masterplan che comprende: la realizzazione di un centro commerciale-ricettivo, di un parco che percorre longitudinalmente tutta l’area, di un plesso scolastico, di un centro ricreativo per anziani, di due asili nido e di edifici destinati a edilizia residenziale libera e agevolata. A nord-ovest dell’area sorgerà il Villaggio Expo e i suoi undici edifici, di cui si sono occupati studi di progettazione diversi. Tali edifici ospiteranno durante il periodo dell’Esposizione Universale gli operatori Expo e, a manifestazione conclusa, saranno riconvertiti e locati a canoni calmierati, venendo così adibiti a social housing. Tre elementi di fondamentale importanza, quali l’erogazione di un importante contributo economico ad opera della Regione, l’esonero del contributo dei costi di costruzione e il costo contenuto di costruzione, senza i quali l’operazione non sarebbe possibile, ne garantiranno la sostenibilità finanziaria la cui valutazione è oggetto della presente Tesi. 17 INTRODUZIONE “Una casa non deve mai essere su una collina o su qualsiasi altra cosa. Deve essere della collina, appartenerle, in modo tale che collina e casa possano vivere insieme, ciascuna delle due più felice per merito dell'altra.” (Frank Lloyd Wright, Autobiografia, 1932) Con il presente elaborato ci si prefigge di studiare la fattibilità finanziaria del progetto di housing sociale relativo al Villaggio Expo, all’interno dell’area di Cascina Merlata. Il primo capitolo tratta il tema del social housing, analizzando le condizioni che hanno spinto verso questa politica abitativa, le principali caratteristiche e la forma di gestione del progetto di housing sociale. Il secondo capitolo è incentrato sullo studio dello stato di fatto dell’area di Cascina Merlata e dell’edificio da cui trae il nome il sito: si riportano alcuni cenni storici riguardanti l’area e si analizzano brevemente le condizioni di conservazione dell’edificio rurale; si prosegue poi con l’analisi dell’area dal punto di vista idrogeologico, atmosferico, dell’utilizzo del suolo e dei servizi. Il terzo capitolo presenta il progetto di riqualificazione che interesserà tutta l’area, individuando le possibili trasformazioni e l’impatto socio-economico che questo porterà anche sul territorio circostante. Il quarto capitolo è inerente alla procedura di VAS a cui il progetto è stato sottoposto. Si riportano i punti principali del percorso metodologico della procedura, gli obiettivi dell’Accordo di Programma e l’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats) dell’Accordo di Programma con l’individuazione dei punti di forza, dei punti di debolezza, delle opportunità e delle minacce di cui il progetto può essere portatore. 18 Il quinto capitolo presenta il Masterplan, con una breve analisi di tutti gli elementi fondamentali del nuovo progetto: il parco, il plesso scolastico, la riqualificazione dell’edificio della cascina, gli spazi pubblici, le vie principali e la piazza centrale. Il sesto capitolo concerne il Villaggio Expo: si riportano l’analisi dell’investimento, una breve descrizione architettonica degli edifici che lo compongono e le principali caratteristiche dell’intero villaggio. Il settimo e ultimo capitolo tratta lo studio della fattibilità finanziaria relativo al progetto del Villaggio Expo, analizzando le caratteristiche principali che permettono la sostenibilità finanziaria e i flussi di cassa del periodo di costruzione degli edifici, di quello riguardante l’Esposizione Universale e dell’ultimo relativo al social housing. 19 PRIMO CAPITOLO Il social housing 20 In questi anni si sta assistendo ad una crescita della domanda di abitazioni, provocata non tanto da una carenza di edifici destinati a residenza, quanto piuttosto dalla scarsità di alloggi in affitto, in modo particolare di quelli allocati a canoni calmierati “...quando non esistono alternative al libero mercato...aumentano i canoni, mediamente cresciuti del 49%nell’ultimo decennio,andando, per molte famiglie, ad incidere per oltre 1/3 del loro reddito” (1) Agli alloggi a canone calmierato si rivolgerebbe quella fascia di popolazione (definita in gergo fascia grigia) non in grado di soddisfare sul mercato le proprie esigenze abitative, ma con redditi superiori a quelli che danno il diritto alle assegnazioni dell’edilizia residenziale Pubblica. Accanto alla fascia grigia sta emergendo una nuova domanda, rappresentata da gruppi sociali appartenenti alla categoria delle fasce deboli; questa domanda è determinata da fenomeni quali il cambiamento del nucleo familiare tradizionale, i flussi migratori e la precarietà e la mobilità del mondo del lavoro. Si tratta di profili molto diversi tra loro, per età, per provenienza, per cultura, per professione che “richiedono risposte molto più mirate, distribuite in intervalli misti e integrati nei differenti tessuti insediativi, caratterizzati da modelli abitativi con tagli di alloggio altrettanto mirati” (2). I volti della nuova domanda, infatti, non sono più famiglie numerose, ma anziani autosufficienti, single, coppie che hanno un’occupazione precaria e quindi non garantito lo stipendio a fine mese, i cosiddetti city users, cioè studenti e lavoratori fuori sede, che per motivi di lavoro o di studio devono risiedere per un periodo di tempo in una città diversa da quella di origine. Alla creazione della nuova domanda hanno partecipato quindi due fattori, operanti in tempi diversi, che poi si sono sovrapposti: da una parte le trasformazioni demografiche, i cambiamenti del nucleo familiare e dall’altra i processi di impoverimento e di fragilità sociale causati dalla recente creisi economica. A questa domanda crescente e sempre più complessa il mercato non ha saputo offrire soluzioni adeguate, né in termini economici, né di adeguatezza del modello abitativo. “ La riduzione della taglia media delle famiglie, i cambiamento delle configurazioni familiari, l’aumento dei nuclei “non tradizionali” (single, nuclei monogenitoriali, ecc.), le trasformazioni della struttura della popolazione (il peso crescente della quota di popolazione anziana, le nuove 21 componenti rappresentate dagli immigrati stranieri ecc.) hanno comportato non soltanto una differenziazione della domanda, ma anche un aumento di domande abitative “atipiche”. (3) Se si parte dall’assunto che l’alloggio debba rispondere ai bisogni espressi dalla domanda, chi progetta e realizza abitazioni si deve quindi porre questo quesito: “quali sono i bisogni?” Pare quindi doveroso rispondere che “L’abitazione deve soddisfare i diversi bisogni dell’uomo che mutano nel tempo rispetto alle situazioni sociali, economiche e culturali”. (4) Oggi le necessità sono tante e diverse tra loro e l’offerta fino ad ora ha risposto solo a quei bisogni che la modernità ha definito come fisiologici, traducendo le risposte nel modello abitativo ricorrente e rigidamente strutturato. Le abitazioni sono state fino ad ora previste per famiglie tradizionali, perché fino a poco fa questo era l’unico nucleo di base che esprimeva domanda abitativa. Il tratto comune che caratterizza queste utenze tutte diverse è quello della temporaneità dell’abitare, dell’alloggio provvisorio, anche se alcune categorie sperimentano una temporaneità più breve di quella che vivono altre categorie: è temporaneo l’alloggio dello studente fuori sede, perché la sua permanenza al di fuori della città dalla quale proviene è dettata dal tempo del ciclo di studi che ha intrapreso; è provvisorio l’abitare del lavoratore fuori sede, perché la sua professione lo porterà dopo un certo tempo a ritornare a lavorare nella propria città, oppure a giungere altrove; anche le coppie con problemi economici vivono un momento dettato dalla transitorietà, perché un domani magari i primi avranno figli e quindi necessità di fornire anche a loro spazi adeguati ai loro bisogni. Anche il dimorare degli anziani è pur sempre temporaneo. L’abitazione non può quindi essere sempre uguale a se stessa, ma deve adattarsi, in termini di superfici, di articolazione degli spazi, di distribuzione interna, per risultare così sempre adatta a soddisfare le esigenze dei suoi abitanti. “Le nuove forme dell’abitare dovranno essere definite in modo da poter sentire la temporaneità come una delle modalità moderne dell’abitare. Nella concezione sociale la temporaneità dovrà progressivamente diventare una normalità e l’abitare temporaneo un abitare normale, non più limitato ad alcune fasce sociali, come era stato in modo 22 corporativo in passato, ma esteso alle situazioni di necessità transitorie dell’intero corpo sociale e in grado di fare della dignità dell’abitare, e quindi della dignità dell’uomo, il suo obbiettivo più elevato”. (5) Il Comitato di Coordinamento Europeo per l’Abitare Sociale, il CECODHAS, ha definito il social housing come “un insieme di alloggi e servizi, di azioni e strumenti per un’utenza che non riesce a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato, per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata; un insieme che favorisca la formazione di un contesto abitativo e sociale dignitoso, al fine di rafforzare la propria condizione abitativa e sociale”. Il social housing è una forma di edilizia residenziale sociale per chi non è in grado di acquistare un alloggio o sostenere l’affitto, ma non ha i requisiti richiesti per accedere alle graduatorie per l’assegnazione dell’edilizia residenziale pubblica; inoltre il social housing sta assumendo sempre più la connotazione di una forma di politica abitativa che ha come scopo quello di garantire a tutta la popolazione un alloggio che sia adeguato in termini di qualità, dimensioni e costi. “La qualità di un edificio è la misura della sua capacità di incontrare e di rispondere ad un sistema di bisogni. Alla base della determinazione delle caratteristiche di un bene edilizio svolgono un ruolo fondamentale le esigenze dell’utenza”. (6) Il social housing in particolare vuole soddisfare i bisogni abitativi per quanto riguarda l’accesso e la permanenza in alloggi adeguati e a prezzi accessibili. “Per social housing si intende un insieme di alloggi e di servizi, di azioni e di strumenti, finalizzati a rispondere al disagio ma anche a favorire relazioni umane ricche e significative, rivolti a tutti coloro che, per ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata, non riescono a soddisfare sul mercato il proprio bisogno”. (7) Ma il social housing non significa soltanto offerta di alloggi: esso è anche offerta di servizi a supporto della residenza ed è proprio questa caratteristica a renderlo diverso dal concetto di edilizia residenziale pubblica, che è invece chiuso sull’offerta dell’abitazione. (8) L’housing sociale prevede l’inserimento di alloggi all’interno di un contesto servito, evitando in tal modo la formazione di quartieri ghetto. “Attraverso il social housing si possono realizzare alloggi sostenibili a prezzi accessibili, senza produrre ghetti o alimentare una 23 mentalità di tipo assistenzialista, ma creando contesti urbani e quartieri accoglienti per tutti, alimentati dal senso di comunità”. (9) In Europa è un fenomeno già diffuso, in modo particolare in Olanda e Gran Bretagna; in Italia invece fatica a svilupparsi, poiché le famiglie italiane tendono ad acquistare la casa. L’80% dello stock immobiliare è di proprietà, solo il 20% viene dato in locazione. Tuttavia negli ultimi anni le difficili condizioni economiche hanno spinto molti soggetti che vivono in situazione di disagio, quali single, giovani con un lavoro precario, anziani ed anche molte famiglie a non essere sufficientemente abbienti per potersi rivolgere al libero mercato, senza tuttavia essere talmente disagiate da potersi rivolgere all’Edilizia Residenziale Pubblica. Ed è pensando a tale nuova forma di utenza “intermedia” che si è ricorsi alla locuzione inglese “social housing”, e non alla apparente corrispondente forma italiana di “edilizia sociale”, proprio per tenere distinti questi due tipi di interventi. Con il termine “edilizia sociale” si indicavano, principalmente, quelle politiche nate in Italia agli inizi del Novecento e sviluppatesi soprattutto nel secondo dopoguerra attraverso l’azione degli IACP. (10) In anni più recenti, la nuova forma di domanda di cui si è parlato, ha generato una nuova tipologia di iniziativa pubblica che, proprio per l’intenzione di tenersi distinta dalle tradizionali politiche della casa, si è definita con il termine “social housing” Per questo il governo ha varato il Piano Nazionale di Edilizia Abitativa, approvato con DPCM 16 Luglio 2009 che “consente al Ministero di proseguire nell'attività istituzionale di riduzione del disagio e di incrementare l'offerta abitativa a canoni sostenibili mediante programmi costruttivi orientati alla sostenibilità ambientale ed energetica promuovendo, al contempo, la partecipazione di soggetti pubblici e privati”. Il Piano prevede fondi immobiliari costituiti con la partecipazione di soggetti pubblici e privati in un Sistema Integrato di fondi immobiliari (SIF) che deve garantire i livelli minimi essenziali di fabbisogno abitativo su tutto il territorio nazionale. Questi fondi, che non sono a fondo perduto, ma durano 24 trent’anni e hanno un rendimento che è pari al tasso di inflazione, quindi tra il 2% e il 3%, devono permettere lo sviluppo di una rete di fondi o di altri strumenti finanziari che contribuiscano a incrementare la dotazione di alloggi sociali. Il Piano prevede appunto la “ costituzione di un sistema integrato nazionale e locale di fondi immobiliari per l'acquisizione e la realizzazione di immobili per l'edilizia residenziale ovvero promozione di strumenti finanziari immobiliari innovativi, con la partecipazione di soggetti pubblici e/o privati, per la valorizzazione e l'incremento dell'offerta abitativa in locazione”. (11) Inoltre il Piano prevede di incrementare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica con risorse dello Stato, delle regioni, delle province autonome, degli enti locali, anche quelle che derivano dall’alienazione. Il social housing interessa abitazioni in affitto permanente e deve consentire un canone di affitto mensile che si aggira intorno ai 500 euro. L’affitto calmierato significa quindi un canone non superiore al 25-30% dello stipendio. L’utenza, attraverso il pagamento del canone d’affitto, permette al proprietario il rientro delle spese di gestione e un rendimento finanziario. Tutto ciò deve avvenire garantendo un livello di abitabilità dignitoso e sostenibile per potere d’acquisto delle famiglie. Questa nuova politica abitativa richiede che si rispettino tre principi fondamentali: la progettazione di edifici di qualità, la sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, la sostenibilità dei prezzi. Questo avviene anche condividendo spazi comuni, come il locale lavanderia, giardini, sale per lo studio, che vengono pensati per contenere i costi, ma anche utilizzando materiali riciclabili, soluzioni tecnologiche che permettano alte prestazioni energetiche. “Il social housing è quindi un importante strumento perché attraverso la sua attuazione e diffusione si ottengono benefici per l’intera collettività: dalla promozione alla coesione sociale sul territorio alla partecipazione tra il pubblico e il privato sul tema dell’abitare equo”. (12) Quindi il social housing è un progetto volto a promuovere e incentivare l’edilizia attraverso strumenti pubblici e privati. Una volta attuato, il progetto viene gestito dal Gestore Sociale: questo, che è un soggetto dalla forma giuridica no profit o limited profit, si occupa della gestione degli immobili e delle relazioni delle persone che vivono in questi immobili. La sua attività sarà finalizzata ad evitare degrado ed obsolescenza degli immobili, ma 25 anche all’integrazione e coinvolgimento dei fruitori degli spazi. “ Il gestore seleziona gli inquilini e coinvolge i residenti in azioni volte a sviluppare il senso di comunità e appartenenza. Questa figura è fondamentale affinché possa essere effettivamente garantito il rispetto del bene comune da parte dei residenti e scongiurato il rischio di una precoce obsolescenza fisica e funzionale degli edifici”. (13) È questa una nuova forma di gestione immobiliare, che alla dimensione del facility e property management, unisce anche quella che si potrebbe definire come sociale. Il gestore sociale può essere un’associazione, una fondazione, o anche un soggetto pubblico. “Una importante stagione dell’housing europeo ha evidenziato, nel primo decennio degli anni 2000, contributi di interessante innovazione nella progettazione e nella realizzazione di interventi di nuova edificazione che hanno coniugato i temi della crescita urbana e le politiche per la residenza con gli obiettivi della sostenibilità. L’attuazione di questi programmi nasce anche come una prima risposta alle grandi sfide dei prossimi decenni. I nuovi assetti urbani dovranno l’incremento della misurarsi con popolazione la crescita urbanizzata, delle con i città e con nuovi scenari energetici e climatici, con la mobilità e lo sviluppo sostenibile. Queste sfide richiedono appropriate azioni per la riqualificazione dell’esistente e la nuova edificazione in risposta alla nuova do- manda abitativa, nella quale rientrano le tematiche dell’abitazione sociale. Secondo vari autori questi obiettivi potranno attuarsi con una città compatta che prevede un limitato consumo di suolo e prevalentemente processi di rigenerazione urbana. I nuovi quartieri e le eco-city realizzati nei 26 paesi scandinavi e nel Regno Unito, oltre che in Germania, Francia e Olanda e in altre nazioni europee, rappresentano un deciso superamento della fase sperimentale secondo cui l’housing ecologico rappresentava un approccio innovativo ma circoscritto a progetti pilota di piccole dimensioni” .(14) É questo il caso di Cascina Merlata, che prevede, all’interno dell’area, la realizzazione di edifici adibiti non solo a più funzioni, ma anche a scopi diversi nel tempo: utilizzati nell’immediato come alloggio “provvisorio” degli esperti expo, verranno in seguito, con interventi minimamente invasivi e poco costosi, riconvertiti in abitazioni per il social housing. Un impegno ed una sfida che vedranno premiati i propri sforzi, anche grazie al doppio utilizzo, e alle, pur semplici, caratteristiche costruttive, che permetteranno di trasformare strutture ricettive provvisorie in villaggio destinato all’housing sociale. Esso, inserito in un contesto ricco di servizi per la collettività, sarà quindi in grado di rispondere alle nuove domande emergenti. Senza dimenticare che la realizzazione di questo progetto avverrà sfruttando una porzione di territorio attualmente abbandonata, senza ulteriore consumo di suolo. NOTE AL CAPITOLO 1) A. DELERA, 1.L’abitare contemporaneo. Il problema della casa e la nuova domanda in Ri-pensare l’abitare. Politiche, progetti e tecnologie verso l’housing sociale a cura di Anna Delera, pag 3. 2) R.PUGLIESE, Casa sociale, città territorio in L’abitazione sociale, a cura di C. BERGO–R.PUGLIESE, pag 13,14. 3) A. TOSI, Povertà abitativa: come ripensare l’edilizia sociale? in L’abitazione sociale, a cura di C. BERGO–R.PUGLIESE , pag 52. 4) ANGELA SILVIA PAVESI, European social housing systems, pag 12. 27 5) R. PUGLESE, La residenza temporanea: nuovi modelli abitativi in L’abitazione sociale, Un anno di colloqui. A cura di C. BERGOR.PUGLIESE, pag 82 6) ANGELA SILVIA PAVESI, European social housing systems, pag 13. 7) A. DELERA, L’housing sociale e le fondazioni bancarie. Alcune domande a Sergio Urbani, direttore della Fondazione Housing Sociale, a cura di Anna Delera, Ri-pensare l’abitare. Politiche, progetti e tecnologie verso l’housing sociale, pag 69. 8) ANGELA SILVIA PAVESI, Il social housing, una nuova frontiera dell’abitare, in STRUMENTI E TECNICHE DI PROGETTAZIONE SUL COSTRUITO, lezione del 20/03/2012. 9) ANGELA SILVIA PAVESI, European social housing systems, pag 12. 10) CONSORZIO CASTORE E POLLUCE A.r.l., Il social housing. http://www.consorziocastorepolluce.it/social_housing.html. 11) D.P.C.M. 16 Luglio 2009, Piano nazionale di edilizia abitativa Articolo1 a). 12) MORENA CAREDDA Social housing, nuove prospettive abitative. 13) MARIA LUISA DEL GATTO, GIORDANA FERRI, ANGELA SILVIA PAVESI. Il gestore sociale quale garante della sostenibilità negli interventi di housing sociale. 14) LOASSO M., D’AMBROSIO V. (2012), Eco-quartieri e Social Housing nelle esperienze nord europee, TECHNE Journal of Technology for Architecture and Environment, Firenze University Press, N. 4. 28 SECONDO CAPITOLO Stato di fatto dell’area e dell’edificio di Cascina Merlata 29 2.1 Localizzazione Cascina Merlata è un’area di circa 530.000 mq, localizzata a Nord-Ovest di Milano, sull’asse che conduce all’aeroporto di Malpensa; confina - a Nord con l’Autostrada Milano-Torino, - a Sud con Via Gallarate, - ad Est con il Cimitero Ebraico ed il Cimitero Maggiore - ad Ovest con i più orientali insediamenti industriali di Pero. Figura 1: localizzazione dell’area di Cascina Merlata all’interno di Milano (estratto da E. CO .POLIS ,www.ecopolis.coop). È delimitata dalle vie Gallarate, via Daimler, l’Autostrada A4 Milano-Torino, via Triboniano, via Barzaghi, il Piazzale Cimitero Maggiore, Via Rizzo, Via Jona. L’estensione complessiva è pari a circa mq 921.000. Sono rappresentate in figura le aree interessate dall’AdP “Cascina Merlata” e dal relativo PII attuativo. Le principali arterie viabilistiche in prossimità dell’area sono: • l’Autostrada To-Mi-Ve, • l’Autostrada dei Laghi, • la Tangenziale Ovest; 30 • la Statale del Sempione. L’area sarà anche collegata alla strada interquartiere Nord e alla bretella che unisce il quartiere Gallaratese con l’Autostrada Mi-To e lo svincolo per la Fiera. Figura 2: le principali arterie viabilistiche che attraversano l’area limitrofa di Cascina Merlata. L’area in oggetto è quella dell’ADP. 31 2.2 Cenni storici Cascina Merlata ha una storia molto antica, infatti già la carta di Giovan Battista Claricio, nel 1659 la individuava nei pressi del Bosco della Merlata, ubicato nella parte Nord-Ovest di Milano ed esteso fin quasi a raggiungere Novara, Varese e Como. Il bosco era famoso per essere rifugio, oltre che di animali quali lupi, cinghiali e ottima selvaggina, anche di numerosi briganti, le cui figure, ammantate di leggenda, rimasero a lungo nell’immaginario popolare. Nella prima metà dell’800 il bosco inizia a ridursi soprattutto nella parte meridionale. Le superfici boschive si assottigliano via via che cominciano ad estendersi le zone coltivate. Le colture prevalenti sono quelle a marcita e a risaia, consentite dai molti fontanili e dalla rete di cascine presenti, nonché a seminativi e vite. Figura 3: Giovanni Battista Clarici, Carta de’dintorni di Milano(…), 1600 (estratta da Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata- Milano). 32 Il vecchio fabbricato che insisteva sul sito della Merlata cambia il suo nome in Fornasaccia. (1) Nella seconda metà dell’800 il bosco della Merlata viene attraversato dal tracciato della ferrovia per Torino ed è quasi scomparso. Cascina Merlata appare per la prima volta così come la si può vedere oggi, con la stessa forma e con il nome attuale. Si insediano numerose fornaci per laterizi, tra le quali: Fornace dell’Acqua, Fornace Keller e un’altra situata più a nord. Questo è favorito dalle caratteristiche del terreno, che in superficie risulta argilloso, come del resto nelle vicine Groane. Nel comune di Musocco, che resta autonomo fino al 1923, tra il 1886 e il 1895 viene realizzato il nuovo Cimitero di Milano, progettato dagli Architetti Enrico Brotti e Luigi Marzocchi. Il Cimitero occupa inizialmente una superficie di 40 ettari, successivamente ne interesserà circa 70. Figura 4: Giovanni Brenna, Dintorni di Milano, 1833-42. 1600 (estratta da Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata- Milano). 33 Negli anni ’20 del ‘900 vengono realizzati il Sanatorio di Vialba a Roserio (attuale Ospedale Sacco) e l’autostrada dei Laghi e, dopo pochi anni, la MilanoTorino. Dopo la seconda guerra mondiale si inizia la costruzione dei quartieri di Vialba e Quarto Oggiaro, quindi, tra gli anni ’50 e i primi anni ’70, il Gallaratese. Il Cimitero Maggiore viene completato con la realizzazione verso nord-ovest del Cimitero Israelitico. Ancora negli anni 70 ed 80 del secolo scorso nella cascina si svolgeva una regolare attività agricola e vi era praticato l’allevamento del bestiame; in seguito, però, essa dovette essere abbandonata. Figura 5: Istituto geografico militare, 1914 1600 (estratta da Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata- Milano). 34 2.3 Descrizione dell’edificio e dell’area circostante La cascina ha forma di U, con il lato privo di costruzioni chiuso da una muratura. Il corpo centrale, porticato, dotato di ampi ballatoi, ospitava gli alloggi dei contadini, mentre i due corpi laterali erano destinati a fienili e stalle. (2) L’area è caratterizzata da elementi che si potrebbero definire come residuali del paesaggio rurale e Cascina Merlata costituisce l’unico esempio di edilizia rurale, affacciata tra grandi aree incolte. L’area circostante è in gran parte inedificata e soggetta a fenomeni di degrado e marginalità: oggi la situazione è di totale abbandono, in modo particolare a nord, dove si trova un’area di cava cessata e un bacino idrico naturale tra il cimitero e la ferrovia. Una strada storica, la “strada del Sempione” segna il confine a sud dell’area. A nord oltre i confini si distingue un’area di rilevanza paesistica e nei pressi di via Barzaghi c’è un impianto per il riciclo dei rifiuti urbani e speciali assimilabili. Lungo il confine ovest e sud si trovano siti da bonificare. A est c’è un impianto ENEL. L’area è attraversata da quattro linee elettriche a 130 e 132 kV. (3) Attualmente l’area vede una forte presenza di terreni seminativi ed incolti che interessano circa il 45% della superficie. Figura6: intorno alla cascina (fotografia eseguita dagli autori della tesi). 35 Figura 7: Stato attuale della cascina (estratto da Le vecchie cascine di Milano, www.geolocation.ws). L’area è pianeggiante, ad eccezione di un leggero dislivello ascendente di circa tre metri, situato tra la via Gallarate ed il terrapieno al di sotto della scarpata dell’autostrada Milano-Torino . L’Autostrada infatti è realizzata su di un rilevato posto ad una quota di circa sette metri al di sopra della quota media del terreno ed è sostanzialmente costituita da terreno libero ed incolto all’interno del quale si trovano alcuni edifici (la cascina Merlata e i ruderi dell’ex “Fornace dell’Acqua). 36 Figura 8: l’area di Cascina Merlata e dintorni (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio). Figura 9: l’area di cascina Merlata. (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio). 37 2.4 Uso del suolo Il grafico di Figura 10 mostra la ripartizione della superficie in relazione alla destinazione del suolo attuale; la tabella 1 ne dà una stima quantitativa in percentuale. Da questo si nota che la maggior parte del suolo è occupato da spazi seminativi e incolti: queste aree diffuse su tutto il territorio si estendono infatti per circa la metà dell’area. La fascia boschiva, che un tempo copriva gran parte del territorio, è presente oggi in minima parte. La presenza dell’attività umana è segnalata da vigneti e orti. Sul territorio numerosi canali, rogge e fontanili testimoniano la ricchezza di acqua che attraversa la superficie. Figura 10: grafico che mostra la destinazione attuale del suolo (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). 38 Tabella 1: uso del suolo, stato attuale (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). 39 2.5 Sistema idrico superficiale L’area del P.I.I e il territorio ad esso limitrofo sono stati attraversati da una rete piuttosto fitta di fontanili, canali, rogge, deviati e modificati nel loro percorso in base alle esigenze locali dello sviluppo agricolo. Si distingue il Fontanile Compagnia, che dal confine occidentale dell’area attraversa longitudinalmente l’intero territorio, fino a immettersi nel Fontanile Tosolo: questo attraversa lo spigolo nord-est dell’area interessata dal P.I.I. La zona sud- occidentale è invece attraversata dal Fontanile Porro. Si distingue poi il Torrente Fugone Merlata, che nasce a Baranzate dall’unione del Torrente Nirone e del Torrente Guisa e, assieme con il Canale Secondario Villoresi, passa, all’interno di tubi, sotto l’autostrada e sotto la linea ferroviaria, entra nell’area dell’ADP, attraversa il Cimitero Maggiore e, scorrendo lungo il suo perimetro e si getta, infine, in via Gallarate. (4) Figura 11: sistema idrico superficiale (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). 40 2.6 Geologia Sono stati condotti sondaggi geognostici a carotaggio continuo, che hanno riportato la presenza per i primi 40 m di sottosuolo di sabbie e ghiaie, da debolmente ciottolose a ciottolose, da debolmente limose a limose. I materiali più fini, limosi e sabbiosi, si trovano prevalentemente nei primi 6 o 7 m, intorno ai 15 m, tra i 20 e i 25 m e oltre i 35 m. Lo scavo dei pozzetti esplorativi ha permesso di individuare nell’area del P.I.I: 0.3÷1.1 m terreno di riporto, costituito da sabbia, ghiaia con ciottoli, frammenti di laterizi, calcestruzzo e frammenti di plastica, al confine nord dell’area, vicino alla A4 0.4÷0.8 m terreno di riporto costituito da ghiaia con sabbia fine ciottolosa, frammenti di laterizi, di piastrelle, di vetro e di plastica. Anche un sottile strato di asfalto 0.2÷0.4 m terreno agrario costituita da sabbia fine limosa, o limo sabbioso Per quanto riguarda le caratteristiche stratigrafiche dei primi 2,5 m di sottosuolo al di sotto dei terreni di riporto e del terreno agrario, sono state individuate ( riscontrate) due tipologie di terreno: terreno grossolano ghiaioso, argilloso e terreni di granulometria variabile, dal limo sabbioso, alla sabbia fine limosa. (5) La categoria di suolo è di tipo C. (Tabella 2) 41 TIPO DI TERRENO PROFILO STRATIGRAFICO PARAMETRI Velocità media di propagazione Standard Coesione non delle onde di Penetration drenata taglio entro 30 Test (kPa) m di profondità (m/s) A B C D E S1 S2 Formazioni litoidi o suoli VS30> 800 omogenei molto rigidi Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di 360< VS30<800 diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza NSPT>50 cu> 250 180<VS30<360 15< NSPT<50 70<cu< 250 Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure VS30< 180 coesivi da poco a mediamente consistenti Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di VS30 simili a quelli dei simili a quelli tipi C o D e spessore compreso dei tipi C o D tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale più rigido con VS30 > 800m/s Depositi costituiti da, o che includono, uno strato spesso almeno 10 m di argille/limi di VS30< 100 bassa consistenza, con elevato indice di plasticità (PI > 40) e contenuto di acqua Depositi di terreni soggetti a liquefazione, di argille sensitive, o qualsiasi altra categoria di terreno non classificabile nei tipi precedenti NSPT< 15 cu< 70 10<cu< 20 Tabella 2:tipi di terreno (estratta da Ingegneria Sismica, www.ingegneriasismica.net) 42 2.7 Analisi del rumore Per quanto riguarda l’analisi del rumore, è stato eseguito uno studio con rilievi fonometrici in situ ed utilizzando un modello di simulazione acustica. Oggetto dell’analisi sono state l’area interessata dall’A.D.P., il cui confine è segnato sulla cartina in rosso e l’area interessata dal P.I.I. attuativo, il cui perimetro è in verde. Sono stati eseguiti rilievi fonometrici in 13 punti di misura: essi sono individuati dalla lettera S e da numerazione progressiva. La scelta dei punti di misura è avvenuta considerando le sorgenti principali cioè le infrastrutture stradali (autostrada a4 e via Gallarate) e poi verificare dell’attendibilità dei risultati ottenuti con il modello di simulazione acustica (calibrazione) (6) Dalle rilevazioni emerge che nelle aree indicate in figura dai numeri 3 e 5, cioè a sud di via Gallarate e in viale Triboniano, la situazione è critica, perché si verifica il superamento del limite diurno di classe IV a causa del traffico. Il Piano di Zonizzazione Acustica del Comune di Milano approvato il 19 Dicembre 2008 e adottata il 20 Luglio 2009 dice che la zona dell’intervento è collocata in Classe IV. (7) 43 Figura 12: mappa della classificazione acustica del comune di Milano e limiti di zona (estratta da ADP Cascina Merlata-Milano. Documento di Scoping-Ottobre 2009). 44 Figura 13: Localizzazione dei rilievi fonometrici (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). 45 2.8 Analisi dell’atmosfera Per l’analisi delle emissioni sono stati impiegati i dati dell’inventario emissioni della Regione Lombardia per l’anno 2005 relativamente a sei comuni limitrofi all’area:Arese, Novate Milanese, Bollate, Pero, Milano, Rho, nonché i dati dell’inventario emissioni comunali redatto dall’Agenzia Mobilità e Ambiente del Comune di Milano 2007 I valori riferiti alle concentrazioni di CO, SO2 e benzene rientrano nel rispetto dei limiti di legge. Per quanto riguarda le emissioni di NO2 si ha una situazione di non rispetto generale del limite di concentrazione annua. Per Ozono e PM10 non sono rispettati i valori-obiettivo ed i limiti. 46 2.9 Trasporti pubblici Figura 14: linee trasporto pubblico locale in transito nell’area di intervento (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). 47 NOTE AL CAPITOLO (1) Comune di Milano. Proposta Definitiva di Programma Integrato di intervento ai sensi della Legge Regionale 12/2005. Riqualificazione dell’area di Cascina Merlata- Milano. (2) Le vecchie cascine di Milano-Cascina Merlata-MZ8122, da http://www.panoramio.com/photo/33566290 (3) CHIAMAMILANO, ATU Cascina Merlata, da http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=32&pos=18 (4) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 5.4.6. Il sistema delle acque, pag 141. (5) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 5.4.5. Suolo e sottosuolo, pag 130. (6) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 5.4.2. Definizione clima acustico attuale, pag 110. (7) ADP Cascina Merlata-Milano. Documento di Scoping-Ottobre 2009 48 TERZO CAPITOLO Il progetto 49 Il territorio in questione sarà oggetto, in un prossimo futuro, di un importantissimo intervento di riqualificazione: ciò inserirà l’area nel grande nodo infrastrutturale che porterà ad una crescita delle superfici impermeabili dal 20% al 30%. L’intervento è volto alla riqualificazione di un esteso ambito territoriale, il cui stato attuale è connotato da condizioni di elevata marginalità, con presenza di attività improprie e precarie. Sarà creato un nuovo insediamento, che esprimerà caratteri urbani e ambientali di alto profilo qualitativo, con presenza di funzioni residenziali, terziarie, commerciali, ricettive e di servizio, dotato delle necessarie attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale e di estese aree a verde pubblico. Verrà realizzato il Villaggio Expo 2015, un nuovo ampio parco pubblico, in modo da contribuire a sviluppare il sistema dei parchi milanesi sulla radiale nord-ovest e a riqualificare le aree di intorno al cimitero maggiore. Saranno eseguite opere infrastrutturali, funzionali all’accessibilità dalla città di Milano al nuovo polo esterno della fiera e alle aree dell’Expo; saranno inoltre insediate significative quote di edilizia residenziale convenzionata. Questa sarà principalmente destinata all’affitto, con l’intento di contribuire a incrementare l’offerta di alloggi a canone calmierato nella città, in relazione alle pregresse ed insorgenti esigenze. Di questi alloggi, circa mille saranno destinati a social housing, in parte in vendita e in parte in affitto, con possibilità di riscatto. Il progetto accosta e coordina il sistema “lento” delle residenze e dei servizi alle persone, con quello “veloce” del commercio, del terziario e delle ricettività, accompagnati rispettivamente da sistemi lenti per la mobilità veicolare e ciclopedonale e da sistemi veloci per la circolazione dei mezzi, delle merci e delle persone, come autostrade, raccordi, strade sovra locali. L’assetto tipomorfologico propone, da una parte, una densificazione edilizia che raccoglie un ricco mix funzionale, comprendente il commercio, il terziario, l’hotel, i servizi connessi. Dall’altra tale assetto tipomorfologico articola le volumetrie edilizie, destinate alla residenza ed alle funzioni compatibili e di servizio ad esse collegate, attraverso sistemi aggregativi, modulati da “insulae”, disposte attorno a piazze e a corti- giardino. (1) 50 Si assisterà quindi ad una vera e propria trasformazione territoriale, che vedrà il passaggio da una matrice agricola ad una decisamente urbana, formata da aree edificate ed infrastrutture. Inevitabilmente l’intervento porterà ad alcune criticità a carico del paesaggio, che innanzitutto cambierà identità, con la perdita di risorse naturali e biodiversità. Si avrà un tangibile aumento del carico infrastrutturale e quindi dei relativi disturbi; il territorio verrà interessato da un consumo di suolo piuttosto rilevante e da un importante incremento del carico antropico complessivo, a causa dell’insediamento in tempi brevi di un numero consistente di residenti e all’incremento di carico sulle reti tecnologiche. Tuttavia sono molteplici e di enorme importanza gli elementi di forza che seguiranno all’intervento. Si vedrà infatti un cospicuo contributo delle aree verdi nell’erogazione di servizi ambientali; l’impatto infrastrutturale sarà ridotto nella fascia ovest del quartiere e quindi gli edifici saranno meno esposti al rumore e ad emissioni inquinanti; gli spazi aperti saranno più controllabili e quindi meno esposti a processi di degrado. Il consumo di suolo pro capite sarà contenuto: infatti, nonostante la grande capacità edificatoria del comparto, verrà conservata una superficie verde di grandi dimensioni e il più possibile continua. Gli edifici saranno sottoposti a certificazione energetica e saranno realizzati ad alta efficienza: si è optato per il teleriscaldamento, sfruttando il termovalorizzatore di Figino; per il raffrescamento si utilizzerà l’acqua di falda, che servirà in parte anche per l’irrigazione del parco. Il comparto commerciale è stato individuato in maniera ottimale, grazie alla localizzazione di queste funzioni nell’area più accessibile dall’esterno del quartiere, in modo da limitare la percorrenza delle infrastrutture di quartiere. Infine la struttura dell’insediamento dà la possibilità di graduare gli interventi per fasi successive, mantenendo una forma urbana più ridotta, ma pur sempre funzionale. NOTE AL CAPITOLO (1) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010 51 QUARTO CAPITOLO VAS (Valutazione Ambientale Strategica) 52 4.1 La Procedura di VAS La VAS è un processo che integra nei piani e nei programmi considerazioni di natura ambientale. Lo scopo principale è quello di garantire un livello elevato di protezione ambientale, valutando gli effetti ambientali dei piani e programmi prima che siano approvati (ex ante), durante il loro periodo di validità (in itinere) e alla fine (ex post). Viene effettuata anche per promuovere lo sviluppo sostenibile, per migliorare l’informazione e per promuovere la partecipazione pubblica nei processi di pianificazione e programmazione. Viene eseguita per diversi ambiti, tra i quali: acque, ambito delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli. Sono sottoposti a VAS in sede statale i piani e programmi la cui approvazione compete ad organi dello Stato. Sono sottoposti a VAS, secondo le disposizioni delle leggi regionali, i piani e i programmi la cui approvazione compete alle Regioni e Province autonome o agli enti locali. Il processo si articola in cinque fasi fondamentali: 1- Screening per verificare che un piano o un programma rientri nell’ambito giuridico per il quale occorre procedere con la VAS. 2- Scoping che definisce l’ambito delle indagini con cui effettuare la valutazione. 3- Valutazione dei probabili effetti ambientali significativi. 4- Monitoraggio degli effetti ambientali del piano o del programma. 5- Informazione e consultazione del pubblico. Strumento importantissimo è il rapporto ambientale, un documento che individua, descrive e controlla gli effetti significativi del piano sull’ambiente e le alternative ragionevoli. Tratta le misure previste per impedire, ridurre o compensare gli effetti negativi che il piano o programma potrebbe causare a livello ambientale e quelle finalizzate al monitoraggio del piano o programma. La procedura è stata introdotta nel 2001 a livello europeo con la Direttiva Europea 2001/42/CE, è stata poi recepita a livello nazionale con il D.Lgs 15.11.2004, n. 308 “Delega al Governo in materia ambientale” e D.Lgs 152 del 2006. A livello regionale è stata recepita con Legge Regionale della Lombardia 11 marzo 2005 n. 12 “Legge per il governo del territorio” che ha introdotto la 53 Valutazione Ambientale Strategica obbligatoria per tutti i piani e programmi e le loro varianti. (1) 54 4.2 VAS per ADP di Cascina Merlata: fasi di analisi e valutazioni Il processo di analisi e valutazione dell’ADP “Cascina Merlata” è stato articolato nelle seguenti fasi: 1- Acquisizione e analisi degli obiettivi dell’ADP. 2- Costruzione del quadro programmatico per la verifica della coerenza con i piani e i programmi in essere. 3- Realizzazione di un’indagine SWOT preliminare di ricognizione (già presente nel Documento di scoping). 4- Definizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale in base ai risultati dell’analisi SWOT. 5- Individuazione dell’ambito di influenza e scomposizione in sottoambiti omogenei per caratteristiche ambientali e destinazione d’uso prevalente. 6- Costruzione del quadro conoscitivo ambientale di riferimento attraverso la raccolta dei dati ambientali disponibili presso l’amministrazione comunale e gli enti di riferimento. 7- Esame delle opportunità e delle criticità derivabili dal quadro conoscitivo. 8- Selezione dei macroindicatori e degli indicatori di settore ed evidenza delle interdipendenze, in base a criteri di significatività rispetto all’oggetto e alle tematiche da descrivere, e di applicabilità rispetto ai dati disponibili. 9- Calcolo ed elaborazione dei dati e degli indicatori relativi all’ambito di influenza e a quello locale. 10- Predisposizione degli scenari di riferimento e di progetto per la valutazione della sostenibilità, attraverso l’analisi delle componenti ecologiche e territoriali utili alla definizione del sistema ambientale dell’area interessata. 11- Valutazione degli scenari. 12- Individuazione degli impatti, positivi e negativi, e delle possibili mitigazioni e/o compensazioni. 13- Verifica di coerenza esterna dell’ADP. 55 14- Proposta di strumenti di gestione del piano e monitoraggio: modelli, criteri, indicatori per verificare il processo di attuazione dell’AdD e il raggiungimento degli obiettivi. 15- Predisposizione del Rapporto Ambientale descrittivo delle valutazioni effettuate, delle azioni proposte e della relazione di sintesi. (2) 56 4.3 Accordo di programma L’ambito territoriale di interesse dell’ADP, complessivamente denominato “Cascina Merlata”, è localizzato nella zona nord-ovest della città di Milano ed è posto tra via Gallarate, via Daimler, l’Autostrada A4 Milano-Torino, via Triboniano, via Barzaghi, il Piazzale Cimitero Maggiore, Via Rizzo, Via Jona. L’estensione complessiva è pari a circa mq 921.000. Le aree interessate dall’AdP sono rappresentate in figura 15. Figura 15: perimetro dell’AdP “Cascina Merlata” (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). Gli obiettivi dell’accordo di programma sono: • riqualificare un esteso ambito territoriale il cui stato attuale è connotato da condizioni dì elevata marginalità con presenza di attività improprie e precarie; 57 • creare un nuovo insediamento che esprima caratteri urbani e ambientali di alto profilo qualitativo, con presenza di funzioni residenziali, terziarie, commerciali, ricettive e di servizio, dotato delle necessarie attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale e di estese aree a verde pubblico; • realizzare il “villaggio EXPO 2015”, localizzato su parte delle aree interessate dalla presente proposta, come da “dossier di candidatura della città di Milano all’esposizione universale 2015”; • realizzare opere infrastrutturali funzionali all’accessibilità dalla città di Milano al nuovo polo esterno della fiera e alle aree ove sarà realizzata l’esposizione universale 2015; • realizzare un nuovo ampio parco urbano pubblico, contribuendo in tal modo a sviluppare il sistema dei parchi milanesi sulla radiale nord-ovest e a riqualificare le aree di intorno del cimitero maggiore; •insediare significative quote di edilizia residenziale convenzionata, principalmente destinata all’affitto, con l’obiettivo di contribuire a incrementare l’offerta di alloggi a canone e prezzo calmierato nella città, in relazione alle pregresse e insorgenti esigenze. (3) 58 4.4 Analisi SWOT L’ Analisi SWOT dell’ADP è uno strumento di guida a supporto del progetto stesso e delle valutazioni. E’ stata condotta un’analisi SWOT, strumento per la pianificazione strategica usato per valutare i punti di forza - Strengths, di debolezza - Weaknesses, le opportunità - Opportunities e le minacce - Threats di un determinato progetto. I punti di forza sono fattori positivi che si rilevano. I punti di debolezza sono invece aspetti sfavorevoli o parzialmente svantaggiosi per il progetto, per i quali è preferibile rivedere alcune linee strategiche d’intervento, per evitare possibili incoerenze tra gli obiettivi attesi e quelli reali. Le possibili opportunità vengono dedotte in parte dai punti di debolezza: è infatti importante saper leggere nelle debolezze le opportunità, per poi indirizzare gli interventi. Ci sono poi alcuni aspetti critici che possono sorgere e questi sono le cosiddette minacce: le perplessità inerenti il progetto, come ad esempio i rapporti che esso sarà in grado di trattenere con altre funzioni e progetti urbani. La tabella 3 riporta le tematiche individuate attraverso l’analisi SWOT. Attraverso l’analisi SWOT possono emergere le possibili criticità e le opportunità anche in fase preliminare di un progetto, per questo è uno strumento fondamentale. Essa deve essere considerata come uno strumento di guida a supporto del progetto, indispensabile per consentire di tramutare le criticità individuate in potenziali opportunità per l’area e il contesto nel quale si inserisce il progetto. (4) 59 PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA 1- Inserimento nel quadro degli interventi Expo 1- Presenza di grandi infrastrutture di mobilità (ferrovia, TAV Milano Torino, autostrade) 2- Intervento in attuazione di politiche condivise 2- Sistema infrastrutturale prevalente e confliggente rispetto al sistema insediativo 3- Riqualificazione di un’area ad oggi abbandonata e parzialmente degradata, senza funzione e ruolo urbano 3- Sistema infrastrutturale e sistema insediativo dominanti sul sistema ambientale, in particolare le aree verdi occupano gli spazi residuali e le fonti di inquinamento sono intense diffuse 4- Perimetro dell’AdP che abbraccia anche aree contigue già edificate 4- L’idrografia cancellata cosi come la trama che ha costruito il paesaggio nei secoli 5- Poca attenzione al tema dell’acqua, 5- Presenza di spazi aperti destinati nonostante sia stata la zona di a verde sia pubblico che privato accordo ricca di canali e fontanili. 6- Mix di tipologie edilizie 6- La frammentazione complessiva inibisce l’efficacia potenziale delle compensazioni ambientali 7- Approccio integrato all’utilizzo delle risorse naturali 7- La distribuzione degli spazi aperti (piazze) pare di difficile organizzazione nei confronti di una integrazione reciproca, ma indirizzata più alla creazione di nuclei chiusi 8- La diversificazione dell’offerta abitativa non è sufficiente alla creazione del mix sociale che può 8- Compensazioni ambientali legate creare una comunità in grado di alle nuove infrastrutture popolare armoniosamente un quartiere urbano, in quanto il tipo di mobilità prevista seleziona il target sociale 9- Carenza di funzioni attrattrici in grado di tenere in vita il quartiere nel 9- Recupero e rifunzionalizzazione tempo e nelle diverse fasce orarie, in dell’edificio della Cascina Merlata grado di far vivere anche le aree circostanti 10- Unica proprietà delle aree 60 11- Alta accessibilità dell’area che ne faciliterà l’integrazione con la città 12- Il progetto accosta e coordina il sistema “lento” delle residenze e dei servizi alle persone con quello “veloce“ del commercio, del terziario e della ricettività OPPORTUNITA' 1- Intervento urbanistico che può generare un processo virtuoso di rigenerazione di tutta l’area MINACCE 1- Il progetto potrebbe non indurre una integrazione con il contesto sociale, urbano, determinando la formazione di una nuova 2enclave” isolata 1 bis- Alcuni ritagli di territorio destinati a verde urbano per la loro posizione marginale, dimensione e forma rischiano di generare 2- Recupero dell’idrografia a partire insicurezza nelle persone, e anche di dai canali e fontanili pre-esistenti diventare aree di degrado nell’area scarsamente frequentate e quindi potenziali fonti di pericolo a meno di una profusione di risorse economiche per la loro gestione 3- Piani terra destinati ad attività, laboratori, servizi e spazi comuni; servizi pubblici che possono diventare luoghi di aggregazione, nonché valore aggiunto per il quartiere 2- Ignorare le potenzialità dell’acqua come risorsa e potenziale elemento strutturante del paesaggio e di rigenerazione ecosistemica può determinare un eccesso di artificializzazione con impatti ambientali importanti e aumento dei costi di gestione 4- Utilizzo di nuove tecnologie legate all’uso di risorse rinnovabili, al riciclo dei materiali al risparmio energetico, alle possibili sinergie nell’uso delle risorse con la possibilità di rispondere alle aspettative di innovazione coerenti con le finalità di Expo 3- Il piano terra rimane sottoutilizzato, con possibilità di degrado, senso di insicurezza, senza mettere a frutto la risorsa che può costituire 5- Possibilità di conversione del villaggio Expo in residenze per studenti considerando anche la vicinanza alla sede del Politecnico Bovisa e dell’Istituto Mario Negri 3 bis- Rischio di realizzazione di un quartiere dormitorio, o vivo solo in relazione ai grandi eventi della fiera (vedi anche p.to 5/6 delle opportunità) 61 6- Possibilità di “mix generazionale” tra studenti e anziani (vedere il programma di integrazione solidale tra anziani e studenti del Politecnico) 4- Aumento degli impatti, dell’impronta ecologica degli abitanti e nel tempo dei costi di gestione e manutenzione 4 bis- Aumento del carico antropico e 7- Vicinanza al Passante ferroviario generazione di nuove pressioni sulle (linee S6 e S9) forse valorizzabile. componenti ambientali 5- Inadeguatezza dell’accessibilità dai mezzi pubblici con notevole aumento del volume di traffico complessivo (vedi anche p.to 6/7 delle opportunità) L’introduzione delle nuove infrastrutture e l’effetto barriera quasi sicuramente provocherà, a meno di interventi strutturali adeguati, la ghettizzazione delle nuove isole urbane. Tabella 3: tematiche individuate attraverso l’analisi SWOT (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). 62 NOTE AL CAPITOLO (1) PROFESSORESSA ELENA GERMANA MUSSINELLI, La valutazione ambientale di piani e programmi. Valutazione ambientale strategica-VAS. Contenuti e procedure, in ANALISI, VALUTAZIONE E CONTROLLO DELL’AMBIENTE COSTRUITO, lezione del 04/11/2012, Politecnico di Milano (2) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 4.4. Fasi di analisi e valutazione, pag 57. (3) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 3.3 Gli orientamenti iniziali, gli obiettivi e le azioni dell’AdP, pag 20. (4) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 4.5. Analisi SWOT dell’Adp, pag. 60. 63 QUINTO CAPITOLO Il masterplan 64 5.1 Introduzione al masterplan Nel 2008 Cascina Merlata S.p.A. ha indetto un concorso di idee per la redazione di un concept urbanistico dell’area di Cascina Merlata. Sono stati invitati undici tra i maggiori studi di progettazione italiani: Antonio Citterio & Partners, Caputo Partnership e MCA, sono poi risultati vincitori ex-aequo. (1) Tali studi hanno poi elaborato il masterplan che è stato approvato a marzo 2011. Il progetto prevede di inserire le residenze all’interno di un parco attrezzato di 200 mq, integrato con gli spazi verdi esistenti, collegato con i percorsi pedonali e ciclabili che congiungeranno la periferia al centro di Milano, i cosiddetti “raggi verdi”. Il parco non è un elemento marginale all’interno del progetto, ma svolgerà un ruolo importantissimo, poiché sarà la struttura portante di tutto il sistema di spazi pubblici. Esso fungerà, insieme alle corti-giardino e alle piazze, da elemento connettivo tra i luoghi progettati: residenziale, attrezzature pubbliche e contesto generale. Sono poi previsti servizi come un plesso scolastico, due asili, un centro ricreativo per anziani. A nord dell’area è previsto l’insediamento di un centro commerciale di 45 mila mq, di un albergo di 15 mila mq e di uffici per 10 mila mq. I primi due piani del centro commerciale, posti a livello delle residenze, saranno dedicati ai parcheggi e il piano superiore, posto a livello autostradale, sarà dedicato al centro commerciale vero e proprio, che ospiterà un ipermercato alimentare, una galleria commerciale composta da più strutture di vendita ed uno spazio adibito al tempo libero, con centri dedicati al food, al leisure e al fitness. La figura 16 riporta l’area di Cascina Merlata e gli elementi principali che la caratterizzano. Si possono distinguere: il parco che attraversa l’intera superficie da nord a sud, lo spazio dedicato al centro commerciale, al terziario e al ricettivo, il centro socio ricreativo, il plesso scolastico immerso nel verde, un asilo vicino all’edificio della cascina e un altro vicino al Villaggio Expo. Quest’ultimo sarà costituito da edifici residenziali che inizialmente ospiteranno gli esperti dell’Expo provenienti da paesi stranieri e successivamente saranno destinati ad housing sociale: gli edifici con gli alloggi infatti ospiteranno ai piani terra una serie di servizi che soddisferanno le esigenze dei fruitori e faciliteranno il nascere di relazioni sociali tra i residenti. (1) 65 Figura16: masterplan (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 66 5.2 Il Parco Sulla direttrice Nord-Ovest si sviluppa il grande Parco unitario che ha rilevanza locale, ma anche urbana. Esso comprende le superfici a verde pubblico all’interno del PII, ma anche le aree che circondano il Cimitero Maggiore, le quali sono di proprietà del comune. La grande esplanade centrale, che si apre verso il quartiere Gallaratese, si sviluppa in senso longitudinale verso il centro commerciale. Il Parco si configura come un “sistema spaziale continuo” sviluppandosi tra gli isolati residenziali e il plesso scolastico. Esso costituisce il grande asse verde portante di tutto il nuovo sistema urbano ed è luogo fondamentale per l’instaurarsi di relazioni sia interne che esterne alla zona: verso Sud il parco comunica con il quartiere Gallaratese e verso Est con le aree del Cimitero. In direzione Est-Ovest il Parco raggiunge gli isolati residenziali grazie agli spazi verdi che si inseriscono tra di essi; verso Sud –Est lo spazio verde tra la Cascina Merlata e il plesso scolastico crea una continuità tra il Parco e le aree libere, tra il muro di confine del Cimitero e la via Gallarate. Si prevede che tali aree vengano sistemate a verde e attrezzate per l’uso pubblico. Figura 17: il parco (estratta dal sito di Euromilano, www.euromilano.net). 67 Figura 18: il Parco e gli spazi pubblici (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). 68 Lungo il perimetro del Parco, al piede degli edifici residenziali, vicino agli ingressi, vengono previste zone attrezzate per il gioco, la sosta e l’incontro. L’accessibilità al Parco e alle sue attrezzature è garantita da una rete di percorsi pedonali e ciclabili, che permettono anche le connessioni con le aree circostanti. La rete dei percorsi pedonali è costituita da due dorsali che corrono lungo il parco da Nord a Sud. A Sud i percorsi arrivano alla Cascina Merlata, incrociano gli attraversamenti pedonali lungo via Gallarate, si collegano ai nuovi quartieri di edilizia sociale e, in seguito, al quartiere Gallaratese. A Nord i percorsi giungono agli spazi davanti al centro commerciale e, attraverso una passerella pedonale, alle funzioni terziarie e ricettive. La dorsale pedonale a est è affiancata dal percorso ciclabile a scala urbana, individuato dal Piano del Verde Comunale del Raggio Verde 7: parte dal Parco Sempione, tocca il quartiere gallaratese, la via Gallarate, attraversa il Parco, e, mediante una passerella, passa sopra il polo terziarioricettivo e arriva all’Expo. (2) Figura 19: Raggio Verde (estratta da ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, Rapporto Ambientale. 05 luglio 2010). 69 5.3 Il plesso scolastico All’interno dell’area di Cascina Merlata si prevede la realizzazione di alcuni servizi scolastici così caratterizzati: due asili nido e un plesso scolastico integrato. I due nidi sono situati rispettivamente ad ovest e a sud-est del lotto, mentre la collocazione del plesso scolastico è a sud-est e si affaccia sul Parco. Il plesso scolastico è costituito da: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. I primi, situati ai piedi degli edifici residenziali, risultano facilmente raggiungibili con l’auto, vicini alle piste ciclo pedonali e al parco. Il secondo, che comprende, oltre alle scuole, anche due palestre e spazi aperti attrezzati, viene localizzato a sud dell’area di Cascina Merlata, vicino al sistema delle piste ciclopedonali che, attraversando il Parco, lo collegano agli edifici residenziali e al quartiere Gallaratese. A Nord del plesso si prevedono spazi destinati al parcheggio e alla sosta breve, che facilitino l’accompagnamento degli alunni a scuola. Il plesso è costituito da un corpo di fabbrica di quattro piani fuori terra e da un altro corpo, collegato al principale, che contiene due palestre con relativi spogliatoi e servizi. La più grande delle due palestre è affiancato da un campo da gioco che ospita anche attività extrascolastiche. Al piano terra si trova la scuola dell’infanzia, che potrà ospitare fino a 200 bambini, divisi in 8 classi da 25 alunni ciascuna. Essa è dotata di uno spazio per le attività di ricreazione, di una mensa, della cucina, della lavanderia, del locale infermeria e di un ufficio per gli assistenti. Al primo e al secondo piano è collocata la scuola primaria che potrà ospitare fino a 375 alunni, divisi in 15 classi (3 cicli) di 25 alunni ciascuna: al primo piano si trovano le classi di prima e seconda, al secondo piano le classi di terza, quarta e quinta. Al secondo piano, oltre alle aule, si trovano anche la mensa, l’aula di musica, i servizi igienici, l’infermeria, gli uffici della direzione didattica e la biblioteca per gli alunni. Il terzo piano ospita la scuola secondaria di primo grado per 225 alunni, divisi in 9 classi da 25 alunni ciascuna, uno spazio utilizzabile per le attività artistiche, scientifiche, tecniche e musicali, nonché cucina e mensa, servizi per gli addetti, gli uffici per la direzione didattica, i servizi igienici, l’aula di informatica, la biblioteca studenti e la sala medica. Sul piano di copertura si prevedono spazi per una sala riunioni, che si potrà utilizzare anche come auditorium e per sale studio. (3) 70 5.4 La cascina Figura 20: stato attuale della cascina (estratta da Le vecchie cascine di Milano, www.geolocation.ws). La Cascina Merlata è oggi edificio rurale fatiscente, con murature perimetrali in mattoni pieni, nei quali si riscontrano diverse crepe che corrono longitudinalmente; i solai sono in legno, l’orditura della copertura anch’essa in legno (gravemente ammalorata), la copertura è in laterizio (coppi). Non verrà demolita, ma sarà oggetto di un importante intervento di ristrutturazione, che la porterà ad essere un esempio nel riutilizzo delle cascine milanesi. La nuova cascina potrà ospitare inizialmente attività culturali legate all’Esposizione Universale e successivamente eventi culturali di interesse generale. 71 Figura 21: la cascina (estratta da Le vecchie cascine di Milano, www.geolocation.ws). Figura 22: particolare della muratura della cascina (estratta da Le vecchie cascine di Milano, www.panoramio.com). 72 Figura 23: la cascina ristrutturata (estratta da E.CO.POLIS, www.ecopolis.coop) 73 5.5 Aree adibite ad uso pubblico Nella figura seguente sono indicate in verde le aree che le Linee guida individuano per essere asservite ad uso pubblico. Queste aree verdi, che garantiscono al Parco una certa continuità in direzione Est-Ovest, non saranno recintate, ma risulteranno definite dalle recinzioni delle corti private con cui confinano. La loro superficie e localizzazione è convenzionata e non può subire variazioni. (4) Figura 24: il Viale, la Piazza centrale e via Daimler (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche). 74 5.6 Piazza centrale La piazza, adibita ad uso di spazio pubblico, rappresenta un elemento fondamentale per gli edifici residenziali che vi si affacciano. E’ importante che tali edifici garantiscano la continuità dello spazio urbano nel passaggio dagli spazi pubblici a quelli privati: perciò le Linee guida architettoniche non prevedono recinzioni sul lato della piazza, ma ritengono opportuno definire il profilo della proprietà fondiaria mediante opportuna pavimentazione. Secondo le Linee guida la scena della piazza viene raggiunta se gli edifici che si affacciano su di essa rispetteranno un’altezza minima di intradosso del piano terra pari a 4,5 metri e un’altezza massima di intradosso del piano terra allineata a quella dell’edificio contiguo. Si potranno realizzare balconi a sbalzo solo dal secondo piano. (5) Figura 25: profilo dello street wall sulla piazza centrale (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche). 75 5.7 via Daimler La via Daimler riveste un ruolo importantissimo all’interno dell’area di Cascina Merlata, quello di permettere il raggiungimento dell’area commerciale terziaria. Essa inoltre funge da asta di servizio per l’accesso carraio degli edifici residenziali che sorgono nella zona occidentale. La figura 26 mostra il profilo degli edifici su via Daimler. (6) Figura 26: profilo dello street wall su di via Daimler (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche). 76 5.8 Il Boulevard Il Boulevard si presenta accompagnato da due filari di alberi. Ai lati della carreggiata stradale si aprono due marciapiedi piantumati con due specie diverse di alberi ad alto fusto e un doppio percorso, ciclabile e pedonale. In figura 27 si vede la carreggiata stradale affiancata da entrambi i lati da un filare di alberi, in figura 28 si ha una vista in prospettiva del marciapiede, la pista ciclabile e lo spazio destinato agli alberi con le relative dimensioni. Figura 27: il Boulevard (estratta da Cascina Merlata Milano. Linee-guida architettoniche). 77 Figura 28: vista prospettica di uno dei lati del Viale (estratta da Cascina Merlata Milano Lineeguida architettoniche). Secondo le Linee guida gli edifici che si affacciano sul Boulevard dovranno avere un’altezza minima di intradosso del piano terra di 3,6 metri e un’altezza massima di intradosso del piano terra allineata a quella dell’edificio contiguo. Dovranno garantire l’allineamento della gronda principale al sesto piano e avere arretrati i piani oltre al sesto. I balconi a sbalzo sono consentiti solo dal secondo piano. (7) 78 Figura 29: profilo del Boulevard (estratta da Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche). 79 5.9 Il residenziale Le superfici delle proprietà fondiarie sono definite da un perimetro esterno, il comparto, e da confini interni. Ogni proprietà privata avrà accessi, sia pedonali, sia carrai, distinti dalla viabilità pubblica. I carrai saranno prevalenti sulla via Daimler. Nei comparti, i confini delle fondiarie non saranno definiti da recinzioni, ma si potranno distinguere dal motivo della pavimentazione del piano terra. L’edilizia residenziale si compone di una parte libera, una convenzionata e un’altra agevolata. Il grafico della figura 31 riporta la distribuzione dei tre tipi di edilizia residenziale, indicando in blu la libera, in azzurro la convenzionata e in verde l’agevolata, come si evince dalla legenda. Sul grafico vengono poi contrassegnare in viola le aree destinate alla funzione commerciale, in rosa quelle dedicate al terziario, in giallo l’edificio della Cascina Merlata e il plesso scolastico. Mentre l’edilizia convenzionata si articola lungo la fascia che si affaccia su via Daimler e oltre la Cascina, la libera lungo la fascia confinante a Ovest con il Boulevard e a est con il parco, l’agevolata si concentra principalmente nelle unità R9 e R11, che costituiscono il Villaggio Expo. Gli edifici destinati ad edilizia agevolata saranno adibiti durante il periodo dell’Esposizione Universale agli esperti dell’Expo che provengono da paesi stranieri e successivamente all’avvenimento verranno affittati a canone calmierato: è l’area del Villaggio Expo che sarà quindi adibita in un prossimo futuro a Social Housing. 80 Figura 30: i lotti (estratta da Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche). Gli edifici destinati ad edilizia convenzionata sono quelli che le Linee guida denominano “isolati”, grazie alla loro morfologia. Gli isolati sono tali da creare al loro interno delle vere e proprie corti interne. 81 Figura 31: edilizia libera, convenzionata e agevolata (estratta da Cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011). 82 Figura 32: vista del giardino all’interno dell’isolato (estratta da Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche). Nella figura che segue vengono analizzati gli edifici residenziali del Villaggio Expo e quelli del versante Occidentale, in relazione al numero di piani fuori terra. Dall’analisi emerge che il Villaggio Expo è costituito da edifici a torre, mentre, procedendo lungo il lato ovest dell’area, a parte poche eccezioni, si hanno in gran parte edifici in linea, costituiti al massimo da dieci piani fuori terra. L’isolato si apre sulla via Daimler per lasciare spazio e distanze urbane alle torri, quelle al di fuori del Villaggio Expo. Queste vengono trattate dalle Linee guida, secondo le quali devono essere progettate considerando una scala opportuna di impaginazione delle facciate. Prevedono che il piano tecnico in copertura venga trattato con opportune schermature e che all’interno del sedime dell’edificio sia integrata la sistemazione della corte. (8) 83 Figura 33: esempio di edifici a torre (estratta da Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche). 84 NOTE AL CAPITOLO (1) Dal sito di Euromilano, http://www.euromilano.net/ (2) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 3.4. Gli interventi previsti e i dati dimensionali delle aree di trasformazione dell’AdP, pag. 22 (3) ADP “Cascina Merlata” Procedura di Valutazione Ambientale Strategica, rapporto Ambientale. 05 luglio 2010, 3.4.1. Il PII Cascina Merlata, pag 31. (4) Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche, INQUADRAMENTO E PRESCRIZIONI URBANISTICHE, a.2.1 Definizione delle aree asservite ad uso pubblico. (5) Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche, STREET WALL, d.3 Piazza centrale. (6) Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche, STREET WALL, d.2 Daimler. (7) Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche, STREET WALL, d.1 Viale. (8) Cascina Merlata Milano Linee-guida architettoniche, MASSING, c.1 Isolato. 85 SESTO CAPITOLO Il Villaggio Expo 86 6.1 Introduzione al Villaggio Expo Figura 34: nuovo catasto terreni. Aree del Villaggio Expo (estratta da Cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011). Il Villaggio Expo, destinato in futuro a Social Housing, occupa un’area divisa in due lotti: il lotto A che si estende per 17.880 mq e il lotto B che copre una superficie di 3.220 mq. In una prima fase il Villaggio è stato progettato con edifici a stecca, che successivamente sono stati sostituiti, da edifici a torre. In questa analisi si considera l`attuale tipologia a torre degli edifici. 87 6.2 Strategie di investimento Cascina Merlata prevede uno sviluppo di 376 mila mq, di cui 323 mila circa destinati alla residenza e il resto a servizi e negozi. Per quanto riguarda gli alloggi, una quota sarà di edilizia libera, un’altra di edilizia convenzionata e un’altra ancora di edilizia agevolata. Il programma sfrutta la possibilità di un incremento volumetrico del 35%, condizionato alla realizzazione di alloggi per famiglie appartenenti alla cosiddetta “fascia grigia”.(1) La volumetria aggiuntiva è ripartita tra edilizia in affitto (20%) e in vendita convenzionata (15%). Il social housing proposto da EuroMilano comprende alloggi in vendita a 1.9002.000 Euro/mq e in affitto a 65-75 Euro/mq all'anno (inclusi box e cantine). L'investimento è stimato in 127 milioni, di cui circa 25 milioni di capitale a carico dei soci riuniti nella Spa veicolo, 19-20 milioni di investimenti da parte di fondazioni (a partire da Cariplo) e di Cassa Depositi e Prestiti, 19-20 milioni di raccolta dal mercato (si pensa a banche). La restante parte della somma verrà da un mutuo. L'operazione è stata assemblata in collaborazione con la Fondazione Housing Sociale e Finabita S.p.A. Fondazione Housing Sociale gestisce i contributi a fondo perduto nel sociale per conto di Cariplo. Finabita S.p.A fa assistenza nella gestione delle procedure per l’accesso a finanziamenti agevolati nazionali ed europei. Possibile gestore del Fondo: Polaris SGR S.p.A. (Fondo Immobiliare per il social house). Punto strategico dell’investimento sono gli incentivi: si tratta di un’ agevolazione finalizzata alla riduzione del tasso di interesse applicato dagli Istituti di Credito sui finanziamenti concessi. 88 Il contributo deve essere calcolato come differenza tra gli interessi da pagare sulla base del piano di ammortamento del mutuo (che non potrà essere superiore all’80% del valore dell’investimento e non potrà eccedere la durata di anni 30) e gli interessi relativi al piano di ammortamento di un mutuo di ugual importo e durata, ma con un tasso ridotto di 2 punti percentuali rispetto al tasso previsto contrattualmente. Il contributo sarà erogato per il 50% ad inizio lavori e per il residuo 50% al collaudo. Un altro aspetto fondamentale per quanto riguarda l’investimento è l’esonero dal contributo del costo di costruzione: nei casi di edilizia abitativa convenzionata, relativa anche ad edifici esistenti, il contributo afferente al permesso di costruire è ridotto alla sola quota degli oneri di urbanizzazione, qualora il titolare del permesso si impegni, a mezzo di una convenzione con il comune, ad applicare prezzi di vendita e canoni di locazione determinati ai sensi della convenzione-tipo prevista. Il costo di realizzazione non deve superare 1.390 €/mq. Il canone deve essere inferiore a quello di mercato, coprire gli oneri di realizzazione e gestione dell’immobile e comunque non essere superiore al 5% del prezzo di cessione fissato a livello comunale per gli alloggi in edilizia residenziale convenzionata (Milano 2.400-2.700 Euro/mq). Il veicolo dell’operazione consiste in un Fondo comune di investimento immobiliare di tipo chiuso riservato ad investitori qualificati. L’istituzione del fondo avviene mediante apporto in quote di Cascina Merlata spa (licenze e convenzione) e sottoscrizione di quote da parte di investitori istituzionali . Il rendimento atteso lordo è del 5,5% 89 6.3 Fondo immobiliare Un fondo immobiliare è un fondo comune di investimento, cioè uno strumento finanziario, istituito e gestito da una società di gestione del risparmio, la SGR, che è la persona giuridica operante per conto del fondo. La SGR raccoglie capitali da risparmiatori, o da investitori istituzionali, e li investe in valori immobiliari, che costituiscono il patrimonio del fondo. Di questo fondo ogni risparmiatore possiede una parte, un numero di quote. Il valore delle quote cambia nel tempo e assume un valore che è funzione dell’andamento dei titoli nei quali il fondo investe. I guadagni o le perdite di ciascun investitore sono proporzionali al numero di quote che possiede. Perché un fondo sia immobiliare occorre che almeno i 2/3 del patrimonio raccolto sia investito in immobili. Il patrimonio del Fondo è distinto e separato dal patrimonio della SGR, da quello di ciascun partecipante e da quello dei fondi gestiti dalla SGR. Quindi tale capitale non è aggredibile dai creditori della SGR e la SGR non può utilizzare i beni dei Fondi immobiliari che gestisce. Questa ha autonomia giuridica, agisce in nome proprio e per conto del Fondo Immobiliare da essa gestito. Per quanto riguarda la struttura, un fondo può essere aperto o chiuso. I fondi aperti permettono sempre ai sottoscrittori di entrare e uscire, quelli chiusi invece non concedono questa possibilità: si entra alla costituzione del fondo e si esce alla sua chiusura. Esistono poi i fondi semiaperti, che permettono ai sottoscrittori di entrare e uscire in occasione di finestre. Uscire dal fondo significa chiedere il rimborso delle quote. Questo può avvenire se il fondo è non quotato, se il fondo è quotato, invece, la quota può essere scambiata su un segmento particolare del mercato e la compravendita avviene in Borsa: in questo caso i sottoscrittori non possono chiedere il rimborso della quota. Il fondo immobiliare può essere istituito principalmente in due diversi modi: per cassa, e in tal caso si ha un fondo Ordinario, oppure per Apporto. Nel primo caso il denaro, raccolto presso i sottoscrittori, viene utilizzato per acquisire immobili, diritti reali immobiliari e partecipazioni in società immobiliari. Nel secondo caso si ha, da parte dei soggetti apportanti, un conferimento diretto di immobili, diritti reali immobiliari, partecipazioni in società immobiliari e successivo eventuale 90 collocamento delle quote sul mercato. Si possono avere inoltre i Fondi Misti, che sono in parte Ordinari e in parte ad Apporto Gli investitori possono essere di due tipi, Riservati, o Retail. I primi sono gli investitori qualificati, che il DM 228/99, all’articolo 1, comma 1, lettera h definisce come: - imprese di investimento, banche, agenti di cambio, società di gestione del risparmio, società di investimento a capitale variabile, fondi pensione, imprese di assicurazione, società finanziarie capogruppo di gruppi bancari e soggetti iscritti nell’elenco previsto dall’articolo 106 del D.Lgs. 385/1993; - soggetti esteri autorizzati a svolgere, in forza della normativa in vigore nel proprio Paese di origine, le medesime attività svolte dai soggetti di cui sopra; - fondazioni bancarie; - persone fisiche e giuridiche e altri enti, anche se costituiti o aventi sede all’estero, in possesso di specifica competenza ed esperienza in operazioni in strumenti finanziari. I Fondi Retail sono quelli destinati invece al pubblico indistinto, che non ha esperienza e non è a conoscenza della normativa. Essi vengono perciò controllati da organi di vigilanza e hanno limiti normativi meno stringenti. I Fondi Reatil devono quindi essere quotati, per dare la possibilità al piccolo risparmiatore di uscire e di vendere le sue quote. La partecipazione al fondo immobiliare può avvenire attraverso la sottoscrizione di quote o attraverso l’acquisto del certificato rappresentativo delle quote del fondo. La sottoscrizione di quote può avvenire con versamento di un importo che corrisponde al valore della quota, oppure attraverso il conferimento di beni immobili, diritti reali immobiliari e di partecipazioni in società immobiliari, se il regolamento del fondo ne prevede la possibilità. Per quanto riguarda la distribuzione dei proventi, ci sono fondi che distribuiscono periodicamente utili e sono denominati a distribuzione, oppure fondi che 91 permettono di percepire gli utili alla fine del fondo stesso e questi sono fondi ad accumulazione.La liquidazione di un fondo immobiliare consiste nella vendita di tutti gli immobili e di tutte le partecipazioni . Si crea quindi un valore di liquidazione per le quote e successivamente il denaro ricavato viene distribuito tra i soci in base al numero di quote. I principali guadagni permessi dal prodotto “fondo immobiliari” sono: - la redditività periodica data dall’attività di locazione; - la rivalutazione del valore dei beni immobiliari rispetto al valore di acquisto. Per quanto riguarda i finanziamenti il fondo immobiliare può ricorrere a finanziamenti pari al 60% del valore degli asset immobiliari e al 20% degli altri beni e può ricorrere a qualsiasi tipo di finanziamento, eccetto l’emissione di titoli di debito. Il prodotto “fondo immobiliare” ha una serie di punti di forza, quali: 1- la diversificazione del portafoglio: cioè permette all’investitore di affiancare l’investimento immobiliare a quello azionario o obbligazionario; 2- la soglia minima di accesso all’investimento; 3- la distribuzione di parte del rendimento; 4- l’accesso privilegiato al mercato immobiliare; 5- la trasparenza dell’informazione; 6- una fiscalità agevolata; 7- professionalità della gestione. Al prodotto “fondo immobiliare” si associano anche rischi: - il decremento del valore della quota, a causa di fasi negative del ciclo economico immobiliare; - il rischio di insolvenza dei conduttori; - i limiti alla liquidabilità delle quote. (2) 92 6.4 Fondo Abitare Sociale 1 E’ il primo fondo immobiliare etico dedicato alla realizzazione di iniziative di housing sociale. Promosso da Fondazione Housing Sociale in collaborazione con CAAM RE SGR, attualmente gestito da Polaris, è un fondo chiuso, riservato ad investitori qualificati. Il fondo, dell’ammontare di 85 milioni di euro, opera da vent’anni nella Regione Lombardia. I primi investitori istituzionali sono stati: Cassa depositi e prestiti, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Cassa dei Geometri, Assicurazioni Generali, Intesa San Paolo, Banca popolare di Milano, Telecom e Pirelli RE SGR. Compito del Fondo è la realizzazione di interventi abitativi nell’ambito del cosiddetto “abitare sociale”, definito come insieme di alloggi e servizi, finalizzati a contribuire e a risolvere il problema abitativo di famiglie e persone, con riguardo particolare alle situazioni di svantaggio economico e/o sociale. Tali interventi vengono realizzati attraverso la collaborazione con il settore non profit e con la Pubblica Amministrazione, in particolare con la Fondazione Housing Sociale. Fondazione Housing Sociale è il soggetto istituzionalmente preposto alla promozione dei contenuti sociali delle iniziative. La finalità di offrire un contributo per risolvere il problema abitativo si esplica favorendo l’accesso delle persone svantaggiate a un contesto abitativo e sociale dignitoso, tale da consentire il miglioramento e il rafforzamento della loro condizione. L’attività della Fondazione prevede quindi un insieme di azioni, iniziative e strumenti, realizzati sia direttamente sia facilitando iniziative di terzi volti creare le condizioni per realizzare nuove residenze su terreni, ottenuti a condizioni agevolate, e gestiti da operatori del non profit. Gli alloggi così realizzati verranno dati in locazione, a canone calmierato, a famiglie di nuova costituzione o monoreddito: studenti, anziani, immigrati e altri soggetti a rischio di esclusione. (3) 93 6.5 Gli edifici del Villaggio Il progetto degli edifici appartenenti al Villaggio Expo ha subito alcune modifiche: gli edifici a stecca sono stati sostituiti con torri che vanno da otto a ventitré piani oltre il piano terra. Al progetto di questi edifici hanno lavorato diversi studi di progettazione, che hanno studiato ciascuno per la torre o le torri dei quali si sono occupati, alloggi nella configurazione commerciale e nella configurazione Expo.Il Villaggio Expo conta 11 edifici a torre, caratterizzati da un’altezza variabile, disposti a scacchiera con orientamento Nord-Ovest-Sud-Est. Terminata l’Esposizione Universale, la nuova fase del progetto potrebbe rendere il Villaggio una nuova comunità, oppure, viceversa, potrebbe incorrere nel grave problema che affligge troppo spesso le periferie milanesi: la segregazione sociale. La tabella 4 riporta alcuni dati relativi agli edifici indicati, in figura 35, con i numeri, come ad esempio il numero dei piani, l’area della base, la superficie totale, la SLP Figura 35: distribuzione degli edifici appartenenti al Villaggio Expo (estratta da Cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011). 94 EDIFICIO AREA BASE PIANI OLTRE IL P.T. 1 441 14 6.174 4.569 4.447 2 441 20 8.820 6.527 6.353 3 441 16 7.056 5.221 5.082 4 588 23 13.524 10.008 9.741 5 588 12 7.058 5.221 5.082 - - - 4.705 3.481 3.388 - - - SUPERFICIE TOT SLP SLP ARROTONDATA 6 7 588 8 8 9 441 9 3.969 2.937 2.859 10 441 12 5.292 3.916 3.812 11 588 10 5.880 4.351 4.235 62.475 46.232 45.000 Tabella 4: dati relativi alle torri (estratta da Cascina Merlata S.p.A. Presentazione per la progettazione dei lotti 9-11. 7 Novembre 2011). 95 Figura 36: vista dall’alto del Villaggio Expo (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 96 Figura 37: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 97 Figura 38: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 98 Figura 39: profilo degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 99 Gli edifici 1-2-7 sono progettati da Mario Cucinella Architects. Gli edifici 3-4 da Cino Zucchi Architetti. L’edificio 5 dall’Architetto Matteo Cesare Parini. Gli edifici 9-10 da Teknoarch. L’edificio 11 dall’Architetto Stefano Tropea. Gli edifici A-B da C+S associati. Figura 40: disposizione degli edifici appartenenti al Villaggio Expo indicati con la loro numerazione (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 100 Figura 41: vista del Villaggio Expo provenendo dal Boulevard. Si possono distinguere sulla destra gli edifici A e B progettati da C+S associati, infondo l’edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea e sulla sinistra gli edifici 9 e 10 progettati da Teknoarch (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 101 Figura42:viabilità di (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 102 6.6 Edifici 9 e 10 progettati da Teknoarch “Teknoarch ha ricevuto l’incarico di progettare due degli edifici della scacchiera del Villaggio Expo. Il previsto cambio di destinazione d'uso nel tempo e la necessità di operare con costi molto contenuti richiedeva una risposta progettuale flessibile e adattabile, un controllo del ciclo di vita dell’edificio in entrambe le fasi (durante e dopo Expo) e una particolare attenzione agli aspetti qualitativi e alle dotazioni e servizi di comunità. La progettazione delle due torri, trasformate poi in un unico edificio, è diventata occasione per testare la strategia right-cost e il metaprogetto predisposto in occasione di Housing Contest facendolo reagire al contesto e alle richieste specifiche di questo intervento. I volumi previsti dal masterplan occupano la porzione meridionale del Villaggio Expo, sono disposti secondo la griglia ortogonale che accomuna l'intero intervento e parzialmente in adiacenza. Le scelte preliminari di articolazione volumetrica hanno comportato il disassamento dei volumi ad evitare sovrapposizioni dei fronti, in modo che distino tra loro per favorire il passaggio di luce agli spazi aperti retrostanti. Assecondando lo schema logico elaborato per Housing Contest per i 14 piani delle torri non è stato progettato un piano tipo ma un numero limitato di appartamenti tipo: gli alloggi sono distribuiti secondo un sistema aggregativo che consente di variare quantità e superfici abitabili ai diversi livelli e permette di assorbire gli elementi di variazione tipologica e formale. Gli appartamenti sono disposti intorno al nucleo centrale secondo uno schema concentrico, che razionalizza gli spazi suddividendoli in fasce di spazi serventi e spazi serviti. In questo caso, grazie all'uso di tecnologie a secco e alla definizione di opportune soluzioni tecnologiche, strutture e impianti sono perfettamente integrati e armonizzati garantendo l’elevata flessibilità in pianta necessaria alla riconversione dell’edificio. Sono state elaborate le piante di entrambe le condizioni d’uso prevedendo, su richiesta della committenza, modifiche minime: nel periodo dell’evento i soggiorni degli alloggi sono separati dalle cucine per fungere da camere da letto, separazione che verrà meno al momento della conversione in alloggi di housing sociale. La condizione Expo, con gran parte degli alloggi privi di ampi spazi di socialità (living) all’interno degli appartamenti, ha portato alla necessità di dotare l’edificio di spazi di comunità che potessero svolgere il ruolo 103 di soggiorni collettivi, un’eredità significativa anche per la funzionalità dell’edificio nella sua seconda vita. Con questo intento le due torri sono state connesse da un basamento su due livelli che costruisse spazialmente la soglia tra spazi pubblici e privati, ospitando alcuni locali pubblici e comuni e una grande terrazza, che diventa l’elemento caratteristico dell’edificio. La terrazza in quota insieme gli spazi del ballatoio e i percorsi tra i locali comuni costituiscono una riproposizione delle dinamiche urbane all'interno dell'edificio. Le quote del piano primo e secondo vengono raccordate generando uno spazio di aggregazione ad uso degli abitanti, una "living room" per gli ospiti del Villaggio che favorisce il presidio dello spazio aperto circostante. Il linguaggio dei fronti enfatizza il valore di questi spazi. L'edificio si mostra come un'unica massa dalla superficie esterna scura, cui è stata sottratta una parte che, per contrasto, rivela un interno chiaro. La polarizzazione dei prospetti avviene estendendo il carattere dalla terrazza ai fronti che vi affacciano, racchiudendo così uno spazio definito da due elementi puntuali, creando un invaso che valorizza gli spazi di relazione. All’interno del cluster Villaggio Expo, grazie alla strategia right-cost design, l’edificio progettato da Teknoarch è quello che offre la maggior superficie dedicata agli spazi di relazione e di comunità (la terrazza, due living-room condominiali, lavanderia comune, caffetteria, depositi bici, spazi in copertura) dimostrando la sua competitività anche dal punto di vista del costo di costruzione. Il metodo e lo schema elaborati in occasione di Housing Contest si sono rivelati in grado di ottimizzare l’uso delle risorse, rendendo possibile orientarle verso alcuni aspetti tipologici della residenza sociale ritenuti rilevanti, di rispondere alle esigenze di flessibilità richieste e di offrire alloggi e spazi comunitari di qualità”. (4) 104 Figura 43: piante delle torri 9 e 10 in configurazione Expo (estratta da TEKNOARCH S.r.l. Cascina Merlata/lotto R9 edifici 9 e 10/Progetto degli alloggi fase Expo 17/07/2012). 105 Figura 44: piante delle torri 9 e 10 in configurazione commerciale (estratta da TEKNOARCH S.r.l. Cascina Merlata/lotto R9 edifici 9 e 10/Progetto degli alloggi fase Expo 17/07/2012). 106 In figura 45, che mostra il profilo delle due torri, vengono messe in evidenza alcune caratteristiche relative ai materiali e soluzioni tecnologiche. La figura 46 propone le cromature della facciate del complesso. Figura 45: profilo delle torri 10 e 11 progettate da Teknoarch (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 1- Rivestimento in intonaco 2- Parapetti in lamiera forata 3- Rivestimento in intonaco La tonalità neutra di écru, scelta per la facciata, messa in risalto da una sfumatura polverosa di azzurro “atmosfera” degli sfondati,vagamente evocatrice delle brume 107 padane, ben si inserisce nelle tinte predominanti nel paesaggio lombardo, attenuando l’impatto cromatico degli edifici. Figura 46: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 108 6.7 Edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea Il progetto dell’Architetto Stefano Tropea propone l’edificio 11 costituito da dieci piani fuori terra, con una base che occupi 588 mq. La torre si affaccia a est sul Boulavard , oltre il quale sorgono le due torri A e B, progettate da C+S associati., e a sud verso uno spazio verde per la fruizione comune, oltre il quale si apre la piazza centrale. Al piano terra ospita una lavanderia ed è dotata di un parcheggio per le biciclette. Offrirà, una volta realizzata, 56 alloggi divisi in 7 bilocali, 42 trilocali e 7 quadrilocali. I trilocali e i quadrilocali sono tutti adattabili in configurazione Expo, i primi con tre camere da letto e gli altri con quattro. I posti letto risultano essere in configurazione commerciale 168, così distribuiti: 14 in bilocali, 126 in trilocali, 28 in quadrilocali. In configurazione Expo i posti letto saranno 217, tra i quali 14 in bilocali, 168 in trilocali, 35 in quadrilocali. Gli alloggi si sviluppano attorno ad un corpo centrale e hanno una pianta di forma regolare, rettangolare, oppure ad “L”. 109 Figura 47: alloggi in configurazione commerciale (estratta da STEFANO TROPEA ARCHITETTO. Cascina Merlata lotto R9-edificio 11 (stato di progetto al 16/07/2012). 110 Figura 48: alloggi in configurazione Expo (estratta da STEFANO TROPEA ARCHITETTO. Cascina Merlata lotto R9-edificio 11 (stato di progetto al 16/07/2012). La figura 49 mostra il profilo della torre con le indicazioni delle caratteristiche tecnologiche degli elementi di finitura. 111 Figura 49: prospetto dell’edificio 11 progettato dall’Architetto Stefano Tropea (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 1- Schermatura frangisole, pannello prefabbricato in CLS alleggerito 2- Parapetto con montanti e traversi metallici a bacchette verticali 3- Rivestimento in intonaco 112 Figura 50: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). Le schermature frangisole proteggono la facciata, senza occultare completamente i parapetti alla lombarda, che richiamano le vecchie case di ringhiera, una delle più caratteristiche tipologie abitative diffuse sul territorio. 113 6.8 Edifici 3 e 4 progettati da Cino Zucchi Architetti La torre 3 , costituita da 18 piani, presenta in configurazione commerciale 17 bilocali e 54 trilocali. In configurazione Expo gli alloggi saranno tutti trilocali, in numero di 34 e offriranno 159 stanze. La torre 4, costituita da 24 piani, ha in configurazione commerciale 28 bilocali, 67 trilocali e 27 quadrilocali, per un totale di 122 allogi. In configurazione Expo si avranno trilocali e quadrilocali: i primi saranno 38 e gli altri 11. Il numero di stanze sarà di 292. La tabella 5 e la tabella 6 riportano i dati quantitativi delle due torri relativi al numero di bilocali, trilocali, quadrilocali per ogni piano per quanto riguarda la configurazione commerciale; il numero delle tipologie di alloggi e quello delle stanze nella configurazione Expo. TORRE TRE nº trilocali quadrilocali totale piano bilocali trilocali quadrilocali totale versione versione stanze Expo Expo Expo 1 1 2 3 1 6 2 4 4 2 10 3 4 4 2 10 4 4 4 2 10 5 4 4 1 9 6 4 4 1 9 7 4 4 1 9 8 4 4 3 11 9 4 4 3 11 114 10 11 12 13 14 15 16 17 18 4 4 4 4 TOT 17 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 4 3 3 4 4 12 11 11 12 12 4 4 4 4 54 71 34 159 Tabella 5: dati quantitativi per la configurazione commerciale ed Expo della torre 3 (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012). TORRE 4 piano bilocal trilocal quadrilocal i i i 1 3 1 2 2 4 3 2 3 4 2 5 2 totale 1 trilocali quadrilocal nº totale versione i versione stanze Expo Expo Expo 5 1 9 6 2 12 1 6 3 14 3 1 6 3 14 3 1 6 3 14 115 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 TOT 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 28 3 3 3 4 4 4 2 2 2 1 2 2 3 3 3 3 3 3 3 67 1 1 1 2 2 2 3 2 2 1 1 1 1 1 1 1 27 6 6 6 6 6 6 5 5 5 4 5 5 4 4 4 4 4 4 4 122 3 3 1 4 4 4 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 38 1 1 11 15 15 12 14 14 14 12 12 12 13 12 12 10 11 11 10 10 10 10 292 Tabella 6: dati quantitativi per la configurazione commerciale ed Expo della torre 3 (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012). 116 Figura 51: piante delle torri 3 e 4 in configurazione Expo (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012). 117 Figura 52: piante delle torri 3 e 4 in configurazione commerciale (estratta da CINO ZUCCHI ARCHITETTI. Edifici 3 e 4, lotto R9 sub 3, Cascina Merlata Variante EXPO, 17 luglio 2012). La figura 53 mostra il prospetto delle due torri con le tecnologie che caratterizzano il profilo del complesso. 118 Figura 53: prospetto delle torri 3 e 4 (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 1- Rivestimento in intonaco in due colorazioni 2- Elementi a “V” di tamponamento in G.F.R.C. (Glass Fibre Reinforced Concrete) 3- Serramenti in legno 4- Marcapiano in G.F.R.C. I colori che contraddistinguono la facciata del complesso appartengono ai toni caldi del marrone. Al centro un inserto chiaro illumina il tutto e mette in risalto le 119 diverse sfumature in corrispondenza dei volumi. Le costole in aggetto degli elementi di tamponamento muovono l’aspetto architettonico della facciata, conferendole profondità. Figura 54: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 120 6.9 Edifici 1,2,7 progettati da Mario Cucinella Architects L’edificio 1 in configurazione commerciale avrà 16 bilocali, 51 trilocali e 17 quadrilocali; gli alloggi adattabili per l’Expo sono costituiti da 47 trilocali e 17 quadrilocali, per un totale di 273 posti letto. Figura 55: pianta dell’alloggio tipo della torre 1 (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascian Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015). L’edificio 2 è composto da 11 bilocali, 35 trilocali e 11 quadrilocali; gli alloggi adattabili per l’Expo sono 29 trilocali e 11 quadrilocali per un totale di 171 posti letto. 121 Figura 56: pianta dell’alloggio tipo della torre 2 (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascian Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015). L’edificio 7 è costituito da 38 trilocali e gli alloggi adattabili per l’Expo sono 23, per un totale di 92 posti letto. 122 Figura 57: pianta dell`alloggio tipo della torre 7 (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascina Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015). La tabella 7 e la tabella 8 riportano i dati quantitativi relativi al numero degli alloggi in ciascuno dei tre edifici, in configurazione commerciale e in configurazione Expo. 123 BILOCALI quantità posti letto EDIFICIO 1 16 EDIFICIO 2 TRILOCALI QUADRILOCALI TOTALE quantità posti letto quantità posti letto 32 51 153 17 68 84 253 11 22 35 105 11 44 57 171 EDIFICIO 7 0 0 38 114 0 0 38 114 TOTALE 27 54 124 372 28 112 179 538 alloggi posti letto Tabella 7: dati quantitativi degli edifici 1,2,7 per la configurazione commerciale (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascian Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015). BILOCALI TRILOCALI QUADRILOCALI posti posti quantità letto quantità letto quantità posti letto TOTALE alloggi posti letto EDIFICIO 1 0 0 47 188 17 85 64 273 EDIFICIO 2 0 0 29 116 11 55 40 171 EDIFICIO 7 0 0 23 92 0 0 23 92 TOTALE 0 0 99 297 28 112 127 409 Tabella 8: dati quantitativi degli edifici 1,2,7 per la configurazione Expo (estratta da MARIO CUCINELLA ARCHITECTS. Sviluppo Residenziale Cascian Merlata, via Daimler, Milano. CALCOLO ADATTABILITA’ ALLOGGI PER EXPO 2015). La figura 58 presenta il profilo degli edifici in esame con le indicazioni sulle tecnologie relative alla facciata e anche riguardanti i serramenti. 124 Figura 58: prospetto delle torri (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 1- Persiane pieghevoli a libro rivestite in lamiera grecata in alluminio microforata 2- Parapetto metallico con aste verticali 3- Facciata ventilata rivestita con lamiera grecata in alluminio microforata 125 Figura 59: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 126 6.10 Edificio 5 progettato dall’Architetto Matteo Cesare Parini L’edificio, progettato dall’Architetto Matteo Cesare Parini, si affaccia a est sul Boulavard, oltre il quale si erge l’edificio A con uno dei tre asili nido e relativo spazio attrezzato per il gioco dei bambini. Esso è costituito da 12 piani, oltre quello terra, e ha una base di 588 mq. Al piano terra offre un parcheggio per le biciclette e ospita un centro fitness di 130 mq. Figura 60: prospetto della torre (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 127 1- Rivestimento in intonaco 2- Parapetto in profili di ferro zincato 3- Rivestimento in intonaco 4- Fascia marcapiano in lamiera anodizzata 5- Copertina in alluminio verniciato Figura 61: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 128 6.11 Edifici A e B progettati da C+S associati Gli edifici nominati A e B appartengono all’unità R11 Figura 62: prospetto degli edifici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 1- Rivestimento in piastrelle di mosaico 2- Parapetto in piatti di acciaio 3- Rivestimento in piastrelle di mosaico 4- Serramento in legno 129 Figura 63: particolare della facciata (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 130 6.12 Gli spazi aperti Gli edifici delle unità di intervento R9 e R11 presentano un’altezza degradante da nord-ovest verso sud-est e sono tra loro connessi da tante corti rettangolari comunicanti. Sul confine sud dell’unità di intervento un percorso, il percorso-giardino, unisce la piazza e il giardino di fronte all’aggregato commerciale a nord con via Daimler e con la nuova piazza a sud. Il suolo, sistemato in parte a pavimentazione, in parte a verde, permette di passare in maniera graduale da elementi caratteristici dell’arredo urbano al paesaggio del parco. Figura 64: disposizione delle torri del Villaggio Expo in cui si nota la distribuzione degli spazi aperti e la morfologia della pianta di ciascun edificio (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 131 La morfologia dell’unità di intervento 9 suggerisce la volontà di costituire un elemento di protezione e di sicurezza dagli spazi aperti durante la notte, configurandosi come una sorta di isolato virtuale; ma il disegno del suo perimetro rivela anche il tentativo di fungere da elemento di comunicazione tra le strade esistenti e quelle di progetto, con gli spazi pavimentati e destinati a verde tra gli edifici. Durante il giorno chiunque può accedere allo spazio collettivo del complesso, che garantisce la continuità con il verde circostante. Tre ingressi permettono di accedere al comparto: uno ad ovest, su via Daimler, uno a nord-est sulla via progettata a nuovo e un altro a sud-est, sulla parte centrale del percorso giardino. Tra gli spazi collettivi del complesso si innestano una serie di percorsi tra gli accessi pubblici, che creano una struttura a cluster con al centro una grande piazza interna alberata. Una sequenza di livelli altimetrici, uniti da scale o rampe, permettono di risolvere i dislivelli di quota che si trovano sul sito del progetto. 132 Figura 65: disposizione degli spazi aperti in cui si può notare la pavimentazione (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). Gli edifici sono uniti in una struttura organica grazie all’utilizzo di una pavimentazione dal disegno semplice, ma ricco di variazioni cromatiche, dalla disposizione degli elementi illuminanti, degli alberi, delle panchine: tutto questo consente anche di conferire agli accessi degli edifici un orientamento chiaro. 133 Lo spazio centrale è adatto per eventi legati all’Expo, ma può essere utilizzato anche nei momenti di fruizione quotidiana. La pavimentazione subisce un cambio cromatico e materico vicino agli accessi dei piani terra degli edifici e questo permette di distinguere le zone legate alle diverse funzioni che si svolgono negli edifici. (5) Figura 66 : il Villaggio Expo (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 134 6.13 I portici e le nuove funzioni ai piani terra Le basi degli edifici sono logge aperte verso lo spazio centrale. Esse ospitano non solo locali di servizio o connettivi verticali, ma anche funzioni collettive, come spazi attrezzati per il gioco dei bambini, una biblioteca, un’area break, che animano le relazioni sociali del quartiere. Inoltre i locali che ospitano tali funzioni si configurano come spazi flessibili e quindi adattabili in futuro alle nuove esigenze della comunità. Per quanto riguarda le funzioni ospitate al piano terra, si contano tre aree gioco attrezzate per l’infanzia, alle quali possono accedere direttamente i bambini degli asili limitrofi. Un’area si trova vicino all’edificio A, una seconda accanto all’edificio 4 e un’altra vicino all’edifiico 7: sotto ciascuno di questi edifici sorge un asilo. Altri servizi sono così ubicati: - tre basi ecologiche, una tra gli edifici 5 e 1, una vicino all’edificio B, l’ultima tra il complesso delle torri 3 e 4 e l’edificio 1; - parcheggi per biciclette per qusi tutti gli edifici; - un’area-sosta all’aperto nella corte dell’area break sotto l’edificio 10; - uno sportello informativo del Villaggio Expo; - uno sportello del Comune di Milano; - un centro fitness vicino all’edificio 5; - una lavanderia presso l’edificio 11; - uno spazio di 330 mq dedicati a espositivo accanto all’edificio 2 (6) 135 biblioteca, internet point e centro; Figura 67: i portici (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). Figura 68: spazio aperto (estratta da PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. Ottobre 2012). 136 NOTE AL CAPITOLO (1) Famiglie non in grado di soddisfare sul mercato le proprie esigenze abitative, ma con redditi superiori a quelli che danno il diritto alle assegnazioni dell’Edilizia Residenziale Pubblica. (2) PROFESSORESSA Investimento MARZIA Immobiliare di MORENA, diritto I Fondi italiano, in Comuni di FINANZA IMMOBILIARE, lezione del 04/04/2012, Politecnico di Milano. (3) Fondazione housing sociale, da http://www.fhs.it/index.php (4) Estratto dal Paper elaborato da Professoressa Angela Pavesi, Architetto Alessandro Frigerio, Manuel Detogni, Tania Marinoni, preparato in occasione del 39-th IAHS World Congress on Housing Science che si terrà a Milano dal 17 al 20 Settembre 2013. (5) PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. (6) PII per la riqualificazione dell’area di Cascina Merlata. Unità di intervento privata R09 Sub lotto 03-R11. Relazione di coordinamento per la Commissione del Paesaggio. 137 SETTIMO CAPITOLO Il business plan 138 Il business plan è uno strumento utile nella valutazione della fattibilità e della convenienza economica di un nuovo intervento; è un documento strutturato secondo uno schema in cui si trovano sintetizzati i contenuti e le caratteristiche del progetto imprenditoriale. Si tenga presente che il business plan è tanto più efficace, quanto è più in grado di dimostrarsi duttile e dinamico, pronto a recepire in tempo reale gli eventuali cambiamenti che all’interno che possano avvenire sia all’esterno dell’impresa. Soltanto in tal caso, quindi, e a condizioni di continue verifiche, potrà essere considerato di grandissimo aiuto per l’azienda, in quanto consentirà il monitoraggio dei risultati e permetterà di confrontare, anche graficamente, gli scostamenti rispetto al budget previsto. In questo documento vengono analizzati i flussi di cassa relativi al periodo di costruzione degli alloggi, a quello in cui verranno ospitati gli esperti dell’Expo e al successivo all’Esposizione Universale, cioè gli anni concernenti il social housing. Nella versione Expo lo spazio viene ottimizzato per ricavare il maggior numero possibile di posti letto, quindi un bilocale offrirà due posti letto, un trilocale tre posti letto e un quadrilocale quattro. Questo avviene attraverso l’applicazione di pareti in cartongesso che permettono di compartimentare lo spazio in maniera provvisoria e minimamente invasiva per le strutture. Durante il periodo di Expo i posti letto saranno presi in affitto da Expo S.p.A. per ospitare gli operatori dell’Esposizione. La realizzazione degli alloggi copre un lasso di tempo di due anni, dal 2013 al 2015, anno in cui si svolgerà l’Expo. In questo periodo le spese sono caratterizzate dai costi di costruzione e le entrate dal contributo erogato dalla Regione. 139 Tabella 9: dati quantitativi degli edifici (fonte: Teknoarch): PURA: Architetto Matteo Cesare Parini B22: Architetto Stefano Tropea MCA: Mario Cucinella Architects CZA:Cino Zucchi Architetti. Tale contributo è pari alla differenza tra gli interessi da pagare sulla base del piano di ammortamento del mutuo e gli interessi relativi al piano di ammortamento di un mutuo di uguale importo e durata, ma con un tasso ridotto di 2 punti percentuali rispetto al tasso previsto contrattualmente. Il contributo verrà erogato in due tranche: 50% all’inizio dei lavori, cioè nel 2013, e 50% al collaudo, cioè nel 2015. In questi due anni i flussi di cassa sono quindi negativi e pari alla differenza tra il costo di costruzione e il contributo regionale erogato. Nel 2015 gli incassi sono rappresentati dal canone di locazione derivante dall’affitto degli alloggi e dei posti auto, le spese invece dal’'IMU, l’Assicurazione e dal property management (1). 140 Nel 2016 avviene la riconversione per rendere gli alloggi idonei all’operazione di locazione a canone calmierato. In quest’anno i flussi di cassa sono negativi, poiché gli incassi sono nulli e si hanno solo i costi relativi alla ristrutturazione. Tuttavia tali costi sono di modesta entità, stimati all’8% del costo di costruzione, poiché gli interventi, che consistono sostanzialmente nella rimozione di pareti in cartongesso, non risultano particolarmente invasivi. Nel 2017 inizia il periodo di social housing che potrà avere due durate diverse: secondo una prima ipotesi l’operazione si protrarrà per quindici anni, fino al 2024; in una seconda ipotesi durerà vent’anni, fino al 2029. In questo periodo i flussi di cassa risultano positivi, poiché derivano dall’attività di locazione. Il VAN (2), in entrambi i casi, sia al quindicesimo anno che al ventesimo anno, è positivo, pertanto l’investimento è buono. Questo è garantito da tre fattori fondamentali: - il contributo erogato dalla Regione; - l’esonero dal contributo dei costi di costruzione; - il costo di costruzione che è contenuto e non deve infatti superare i 1390 euro/mq. Tabella 10: determinazione dei costi (elaborata dagli autori della tesi). Nel business plan si considerano due scenari per quanto riguarda la provenienza del capitale: nel primo caso si ipotizza, paradossalmente per l’investimento, di non ricorrere all’utilizzo della leva finanziaria, nel secondo caso, invece si 141 prevede un mutuo al 70% e 30% di equità (mezzi propri). Ricorrere alla leva finanziaria significa contrarre un debito come fonte di finanziamento e, fino ad un certo valore, più è alto il rapporto di indebitamento, maggiore è il rischio dell’attività dell’impresa e maggiore è il valore dell’impresa: infatti l’IRR (3) nel secondo caso ha un valore maggiore che nel primo. Tabella 11: WACC (elaborata dagli autori della tesi). NOTE AL CAPITOLO (1) Property management: gestione manageriale del complesso di strategie e attività di natura tecnico-amministrativo-commerciale finalizzate al conseguimento di un “reddito periodico e/o di un “capital gain” da un edificio o da un patrimonio immobiliare. (2) VAN: metodologia con cui si definisce il valore attuale di una serie attesa di flussi di cassa ( la ricostruzione dei flussi monetari, cioè la differenza tra 142 tutte le entrate e le uscite monetarie) di un progetto nell’arco del periodo di analisi, sommandoli e attualizzandoli sulla base del tasso di rendimento (3) IRR: è un indice di redditività finanziaria di un flusso monetario, rappresenta il tasso composto annuale di ritorno effettivo che questo genera;in pratica rappresenta il rendimento di un investimento 143 CONCLUSIONE “Une maison est une machine-à-habiter” Le Corbusier, Vers une architecture, 1923 Il progetto di Cascina Merlata mette in luce non solo la possibilità di fornire alloggi rispondenti alle nuove tipologie di domanda, tipiche di una società “fluida” ed in costante divenire, ma anche la possibilità di promuovere una vita collettiva e di facilitare rapporti di buon vicinato, attraverso la progettazione di spazi comuni – spazi di relazione - che siano fruibili nei diversi momenti della giornata e dalle diverse tipologie di abitanti, allontanando così il pericolo di realizzare i “quartieri dormitorio”, che spesso hanno caratterizzato l’edilizia residenziale pubblica realizzati nella seconda metà del secolo scorso. Il caso di Cascina Merlata dimostra quindi che è possibile attuare un social housing “virtuoso”, tale da portare diversi e importanti vantaggi. Ma è fondamentalmente osservare che solo attraverso la messa in atto di adeguate politiche abitative e il supporto degli Enti Pubblici si possono realizzare interventi di valore, perché soltanto l’operatore pubblico “....può garantire una maggiore accessibilità alla casa ed una qualità abitativa più alta rispetto ad un proprietario locatore privato, può contribuire ad evitare discriminazioni ed aree polarizzate, può sostenere il tenore di vita familiare”. (1) Il progetto, infatti, non sarebbe sostenibile dal punto di vista finanziario senza il contributo erogato dalla Regione e senza l’esonero dal contributo dei costi di costruzione. Ma l’equilibrio su cui si regge tale progetto deve essere un capolavoro di tempismo e, in un certo senso, di armonia: basterebbero infatti eventuali ritardi amministrativi, per influenzarne negativamente l’esito. Nel caso preso in esame il timing dell’operazione prevede che i lavori di costruzione inizino nel 2013, per terminare due anni dopo, giusto in tempo per l’Esposizione Universale del 2015 a Milano. Anche se nell’area di Cascina Merlata, per il momento, c’è solo la striscia di plastica bianca e rossa che delimita il futuro cantiere... 144 ... Questo fatto suscita non pochi interrogativi circa un possibile esito positivo dell’operazione. NOTE ALLA CONCLUSIONE (1) MASSIMO BALDINI, MARTA FEDERICI, Il Social Housing in Europa, CAPP Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche. Dipartimento di Economia Politica-Università www.capp.unimo.it 145 di Modena e Reggio Emilia- BIBLIOGRAFIA A. DELERA, 1.L’abitare contemporaneo. Il problema della casa e la nuova domanda in Ri-pensare l’abitare. Politiche, progetti e tecnologie verso l’housing sociale a cura di Anna Delera. ANGELA SILVIA PAVESI, European social housing systems AA.VV. Il social housing Analisi e prospettive, il Sole 24 ORE Gruppo 24 ORE. R. PUGLESE, La residenza temporanea: nuovi modelli abitativi in L’abitazione sociale, Un anno di colloqui. A cura di C. BERGOR.PUGLIESE. PROFESSORESSA ANGELA SILVIA PAVESI, Il social housing, una nuova frontiera dell’abitare, in STRUMENTI E TECNICHE DI PROGETTAZIONE SUL COSTRUITO, lezione del 20/03/2012, Politecnico di Milano. PROFESSORESSA MARZIA MORENA, I Fondi Comuni di Investimento Immobiliare di diritto italiano, in FINANZA IMMOBILIARE, lezione del 04/04/2012, Politecnico di Milano. PROFESSORESSA ELENA MUSSINELLI, La valutazione ambientale di piani e programmi. Valutazione ambientale strategica-VAS. Contenuti e procedure, in ANALISI, VALUTAZIONE E CONTROLLO DELL’AMBIENTE COSTRUITO, lezione del 04/11/2011, Politecnico di Milano. DOTTOR MASSIMO DI GREGORIO, Finanziamento immobiliare, in FINANZA IMMOBILIARE, lezione del 27/03/2012, Politecnico di Milano. 146 MARIA LUISA DEL GATTO, GIORDANA FERRI, ANGELA SILVIA PAVESI. Il gestore sociale quale garante della sostenibilità negli interventi di housing sociale. LOASSO, . D’AMBROSIO V. (2012), Eco-quartieri e Social Housing nelle esperienze nord europee, TECHNE Journal of Technology for Architecture and Environment, Firenze University Press, N. 4. MORENA CAREDDA, Social housing, nuove prospettive abitative. Paper elaborato da Professoressa Angela Pavesi, Architetto Alessandro Frigerio, Manuel Detogni, Tania Marinoni, preparato in occasione del 39-th IAHS World Congress on Housing Science che si terrà a Milano dal 17 al 20 Settembre 2013. 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