Come prevenire i rischi (per l’affiliato) nel franchising Come si è visto nell’articolo “I rischi del franchising”, è nella fase precedente la stipula del contratto e nel contratto stesso di franchising che si celano i maggiori rischi per gli affiliati in franchising. Ed è dunque in tale fase che l’(ancora aspirante) affiliato può e deve intervenire per eliminare o (quantomeno) ridurre tali rischi. Sì ma … come tutelarsi? Molti affiliati (o aspiranti tali) ritengono di essere già sufficientemente tutelati dalla legge, cioè dalla L. n. 129/2004 sull’affiliazione commerciale. Ma questo è vero solo in parte. In realtà tale legge, pur avendo l'obiettivo di garantire, in generale, all'aspirante affiliato una informazione il più possibile completa ed esauriente circa l'affiliazione proposta, imponendo una serie di obblighi pre-contrattuali al franchisor, non garantisce al franchisee adeguata tutela nei confronti di comportamenti opportunistici, spregiudicati o addirittura truffaldini da parte dei franchisors, purtroppo statisticamente frequenti nella quotidiana prassi del franchising. E questo essenzialmente per due ragioni. In primo luogo, si tratta di una legge molto “scarna”, in quanto si limita sostanzialmente a regolamentare la fase precedente la conclusione del contratto di franchising, ma non prevede (quasi) nulla sul contenuto del contratto. La regolamentazione del contratto è quindi rimessa (quasi) interamente all’autonomia delle parti. Questo non sarebbe un male in sé, se non fosse che, come si è visto, una di esse – cioè il franchisor – è dotato di un potere contrattuale ed economico nettamente maggiore dell’altra (cioè del franchisee). Ed infatti, nel 99,99% dei casi il contratto di franchising è rappresentato da un modello standard predisposto (solo) dal franchisor, che tutela (tendenzialmente) solo gli interessi di quest’ultimo. Di fronte a tale (generalizzata) situazione, la L. n. 129/2004 può fare ben poco, anzi niente. In secondo luogo, le informazioni che la L. n. 129/2004 debbano essere obbligatoriamente fornite all’aspirante affiliato prima della conclusione del contratto spesso non sono sufficienti a consentire a quest’ultimo di avere un quadro sufficientemente ampio dell’affare che gli viene proposto e quindi per consentirgli una valutazione approfondita e porlo a riparo da eventuali raggiri. Basti pensare che la stessa legge consente al franchisor di sottrarsi ai propri obblighi, evitando di fornire determinate informazioni qualora vi siano “esigenze di riservatezza”; o al fatto che il franchisor è tenuto a fornire informazione solo sul contenzioso che si sia già concluso (il che significa, dati i notori tempi “storici” della giustizia italiana, che molti contenziosi non sono menzionati), e solo negli ultimi 3 anni; o, ancora, che il franchisor non è tenuto a fornire all’aspirante franchisee previsioni circa la redditività della futura attività di quest’ultimo (e quindi i business plan che vengono invariabilmente consegnati, o addirittura “visualizzati” non sono vincolanti), e così via. In definitiva, dunque, la legge non tutela a sufficienza l’aspirante affiliato contro possibili rischi. E allora, delle due l’una. O l’aspirante affiliato è un esperto in materia, perché ha alle spalle una notevole esperienza nel settore, ha sufficienti cognizioni legali, finanziarie, di marketing, etc. (il che spesso non è): oppure, non gli resta che affidarsi alla serietà, alla correttezza e alla buona fede del franchisor: il che può molte volte essere sufficiente, ma talvolta può non esserlo. Ma vi è una terza possibilità, che è in realtà l’unica: farsi aiutare, o meglio, consigliare da uno (o più) esperti. Una consulenza specialistica, effettuata da esperti in materia di franchising, è l’unica valida risorsa a disposizione dell’aspirante affiliato, che può consentirgli di scongiurare i pericoli e/o di minimizzarne le conseguenze negative. A quali consulenti ricorrere? Certamente è utile farsi consigliare da un esperto di marketing, con esperienza nel settore nel quale è operativa la rete in franchising alla quale si ha intenzione di entrare; come pure è utile ricorrere ad un consulente finanziario, che potrà fornire valutazioni e consigli circa il business plan, gli investimenti richiesti, le risorse economiche di cui disporre e le modalità per ottenerle, idem per un consulente fiscale. Ma vi è sicuramente un consulente del quale l’aspirante affiliato non dovrebbe mai fare a meno: il consulente legale. Purtroppo, molto spesso ci si rivolge al legale non soltanto dopo che si già è firmato il contratto di franchising, ma anche dopo che sono insorti i problemi, o addirittura già quando vi è una vera e propria controversia con il franchisor; ad esempio, quando l’affiliato vuole sciogliersi da un contratto divenuto per lui ormai insostenibile, o quando, viceversa, è l’affiliante a chiederne lo scioglimento, avvalendosi ad esempio del diritto di recedere prima della scadenza contrattuale, o adducendo un inadempimento, magari inesistente o comunque non grave, del franchisee. Quando, cioè, è troppo tardi per risolvere adeguatamente i problemi e quando l'unica strada rimasta è quella di un lungo, costoso e spesso inutile contenzioso. E’ invece opportuno – anzi, indispensabile - che l'aspirante affiliato si rivolga ad un legale, specializzato in franchising, prima di sottoscrivere il contratto di franchising, quando ancora si è in tempo per evitare un’operazione che non fornisca idonee garanzie di serietà, o per predisporre un testo contrattuale equilibrato, e non capestro, per l’affiliato. Un consulente legale esperto in franchising è preziosissimo per ogni aspirante affiliato. Ad esempio, può identificare e ottenere le opportune informazioni dal franchisor, non soltanto quelle previste dalla L. n. 129/2004 ma anche (e soprattutto) quelle ulteriori informazioni (non richieste obbligatoriamente dalla L. n. 129/2004) di volta in volta opportune in relazione alla specificità dell'affiliazione commerciale proposta; inoltre - e soprattutto – può effettuare una approfondita analisi del contratto standard proposto dal franchisor, identificare clausole rischiose o vessatorie e condurre trattative con il franchisor per modificare o, eliminare determinate clausole o introdurre opportune cautele, in modo da pervenire ad un testo finale valido, equilibrato e tutelante per il franchisee. Un'adeguata formulazione contrattuale, ottenuta anche attraverso l'eliminazione o la riformulazione di clausole pericolose o svantaggiose per il franchisee e l'introduzione di clausole a questi favorevoli, è, infatti, l'unica vera garanzia che consente all’affiliato di impostare un rapporto commerciale proficuo e vantaggioso e di prevenire lunghi e costosi contenziosi.