Lettura e scrittura della lingua italiana in bambini bilingui e di

Lettura e scrittura della lingua italiana in bambini bilingui e di madrelingua italiana Rossana Somalvico [email protected] Abstract Le abilità di lettura (velocità, correttezza, comprensione), scrittura (correttezza ortografica ) e lessico sono confrontate in bambini bilingui e madrelingua italiani di scuola primaria. I risultati indicano che avere competenze in più lingue non porta a una peggiore performance in lettura e scrittura in italiano. In tutte le prove i bambini bilingui ottengono in media gli stessi o migliori punteggi (con differenze statisticamente non significative) rispetto ai coetanei monolingui. Il lessico è più ampio nei monolingui ma con differenze non significative rispetto ai bilingui. Master Universitario di II livello in Neuropsicologia
dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento
III edizione
Direttore: Prof. Giacomo Stella
LETTURA E SCRITTURA DELLA LINGUA
ITALIANA IN BAMBINI BILINGUI E DI
MADRELINGUA ITALIANA
Tesi a cura di: Rossana Somalvico
Relatore: Prof. Enrico Savelli
Anno Accademico 2013 – 2014
Bilinguismo
Definizione che varia in base al punto di vista di volta in volta
adottato (Marini, 2012):
- Modo in cui si forma: plurilinguismo compatto, coordinato e
subordinato.
- Periodo di acquisizione: plurilinguismo simultaneo o tardivo.
- Livello di competenza raggiunto nelle diverse lingue: plurilinguismo
bilanciato o dominante
Oggi si considera bilingue chi utilizza due lingue nella vita di tutti i
giorni (Grosjean e Li, 2013), indipendentemente dal suo livello di
competenza, diversamente da quanto accadeva tempo addietro in
cui si considerava bilingue la persona che aveva completa e
bilanciata competenza nell’uso delle diverse lingue (Patrocinio,
Tresoldi, Schindler, 2014).
Bilinguismo: ricerche
- L’esposizione a più lingue non porta a problemi di confusione tra le due lingue, ad
effetti negativi sullo sviluppo cognitivo ed a una competenza linguistica parziale
nelle lingue conosciute (Crescentini, Marini e Fabbro, 2014).
- Lo sviluppo fonologico e morfosintattico dei bilingui sembra essere uguale a
quello dei monolingui (Bialystok, 2009).
- Le competenze che raggiungono nelle varie lingue, i bambini esposti ad esse fin
dalla nascita o in età precoce sono uguali a quelle di chi conosce una sola lingua
(Fabbro 2004).
- Le differenze iniziali di vocabolario non influenzano negativamente
l’apprendimento di lettura e scrittura dei bilingui in una determinata lingua
(Bialystok et al. 2009 e 2010).
- De Rosa (2012) sostiene invece che anche i bambini che appaiono competenti
nella lingua italiana (seconda lingua) possono trovare difficoltà nel momento in cui
le richieste sono più complesse. Cita Lundberg (2002): la comprensione del testo
scritto è deficitaria nei bambini bilingui, laddove il testo presenta lessico specificoe
frasi più complesse dal punto di vista morfosintattico.
Diagnosi di DSA in bambini bilingui
Eterogeneità e personalizzazione nell’essere bilingue comporta difficili
decisioni da parte dei clinici che valutano: devono chiedersi se è la
condizione di bilinguismo oppure un deficit neuropsicologico ad incidere
sulle difficoltà di apprendimento (De Rosa, 2012; Scortichini, 2012).
Le linee guida per la diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento
indicano di usare particolare cautela nelle situazioni di bilinguismo. È
indicata inoltre, l’importanza di effettuare un’accurata anamnesi
raccogliendo anche indicazioni circa lo sviluppo linguistico del bambino
nella sua madrelingua, l’età di esposizione all’italiano come seconda
lingua, la frequenza d’uso delle lingue, il numero di anni di esposizione
all’italiano, il numero di anni di frequenza scolastica in lingua italiana, la
lingua usata in famiglia, fattori di tipo emotivo, motivazionale,
socioculturale e socioeconomico (Consensus Conference, 2007; PARCC,
2011). .
Domanda di ricerca
Bambini bilingui che parlano la seconda lingua con almeno un
genitore quotidianamente, hanno vissuto fin dalla nascita in un
contesto sociale in cui si parla italiano, hanno avuto una
completa scolarizzazione in lingua italiana, avranno competenze
diverse dai coetanei madrelingua italiana nelle prove di lettoscrittura?
Metodologia
- Presente studio rientra nella categoria dei “quasi esperimenti”: due
gruppi indipendenti,ma precostituiti di soggetti (madrelingua italiani e
bilingui).
- “Lingua madre” è la caratteristica distintiva dei due gruppi, ma i
soggetti non sono stati assegnati in modo randomizzato ai due
gruppi
Il campione
Distribuzione del campione in base alla classe frequentata e alla lingua madre.
Bilingui: bambini che comprendono due lingue; parlano la seconda lingua con
entrambi i genitori o con almeno un genitore quotidianamente.
Tutti i bambini hanno vissuto fin dalla nascita in un contesto sociale in cui si
parla italiano e tutti hanno avuto una scolarizzazione in lingua italiana.
Il campione
Distribuzione del campione in base a lingua madre, classe
frequentata e test somministrati.
Tempo di lettura classe 5
14
160
140
134,30 128,78
10,39
8,61
12
120
92,33
10
84,33
100
8
80
6
60
madrel ita
40
bulingue
20
0
tempo lettura brano (Msec)
tempo lettura parole (Msec)
4
2
0
tempo lettura pseudo parole Mr
Il pattern di velocità nelle prove di lettura è uguale per ogni materiale
proposto: brano, parole, pseudo parole. le differenze che si osservano
fra i due gruppi sono lievi, statisticamente non significative.
Numero di errori nella lettura - classe 5
10
10
9
9
8
8
7
7
6
6
5
3,89
4
3
2,5
4
madrel ita
bilingui
2,67
9,67
9,33
5
4
3
2
2
1
1
0
M errori lettura
brano
M errori lettura
parole
0
Mr errori lettura pseudoparole
I bambini di madrelingua italiana commettono all’incirca lo stesso
numero di errori dei bilingui nella lettura. Le differenze fra i due gruppi
non sono statisticamente significative.
Numero di errori nella scrittura - classe 5
10,45
10
10
9,9
9
9,8
8
9,7
7
9,6
9,5
6
9,38
5
9,4
4
9,3
3
9,2
2
9,1
1
9
0
Mr numero errori scrittura
parole
4,83
3
madrel ita
bilin
M numero errori pseudo
parole
I bambini di madrelingua italiana commettono mediamente qualche
errore in più rispetto ai coetanei bilingui. Le differenze fra i due gruppi
non sono, tuttavia, statisticamente significative.
Denominazione e comprensione del testo classe 5
27,72
60
50
23,50
30
44,75
42
25
40
20
30
madrel ita
bilingui
20
15
10
10
5
0
0
M denominazioni BNT
Mr numero risposte corrette
nella comprensione
La media di denominazioni corrette al BNT è leggermente più alta per i
bambini madrelingua italiani rispetto ai bilingui. Mediamente i bambini
di madrelingua italiana rispondono correttamente ad un numero
maggiore di domande di comprensione dopo la lettura di un testo,
rispetto ai coetanei bilingui.
Le differenze fra i due gruppi non sono statisticamente significative.
Scrittura di parole e comprensione del testo - classe 4
25
20
15
Madrel ita
10
bilingui
5
0
Mr errori
scrittura parole
Mr risposte
corrette
compresione
- differenze non significative
- tendenze diverse rispetto al campione di quinta elementare
- non è stato possibile somministrare il Boston Naming Test: non è possibile
evidenziare se la migliore performance nella comprensione del testo
rispecchia una migliore performance anche nella denominazione.
Analisi dati classe 3 – tre bambini bilingui rispetto alla
media del campione
Discussione
- I limiti del presente studio (campione esiguo, selezionato senza
adeguato campionamento) portano a risultati non generalizzabili e a
semplici ipotesi di lavoro da indagare ulteriormente.
- Differenze tra gruppo di bilingui e madrelingua italiano non sono
mai statisticamente significative.
- Nelle classi terza e quinta i risultati mostrano la stessa tendenza.
- I valori nel BNT per i bilingui sono più bassi della media, ma le
prestazioni in lettura e scrittura sono migliori rispetto alla media
(tempo di lettura ed errori in lettura e scrittura inferiori alla media del
campione)
La comprensione del brano è mediamente più bassa rispetto ai
madrelingua italiani.
Discussione
- Il fatto di avere competenze orali in più lingue non porta necessariamente
ad una peggiore performance nella lettura e scrittura della lingua italiana
rispetto ai coetanei monolingui. Cadono maggiormente nelle prove di
comprensione del testo.
- Ipotesi dell’esistenza di diverse “soglie” di competenza lessicale da
raggiungere per ottenere una adeguata performance nelle prove di lettura e
scrittura e nelle prove più complesse come denominazione e comprensione
del testo.
- Carenze lessicali e/o ricadute in comprensione del testo, ed eventualmente
nella lettura attraverso la via lessicale, devono essere prese in esame dal
clinico, che dovrà ipotizzare, di volta in volta, le cause delle difficoltà del
bambino, e rivalutare dopo un trattamento diagnostico.
Una nuova batteria per la diagnosi di discalculia: studio preliminare su un campione di bambini della classe quinta primaria Chiara Vitali chi‐[email protected] Abstract Questo lavoro nasce dalla volontà di aderire ad uno studio preliminare: esso ha l’obiettivo di accertare l’esistenza di una buona validità concorrente tra la "Batteria per la Discalculia Evolutiva" (BDE) di Biancardi e Nicoletti (2003) ed un nuovo strumento, la "Batteria per la Discalculia e Problem Solving” (BDPS), ideato dal Centro di Neuropsicologia del età evolutiva di Pesaro. La prima parte del lavoro mira a fornire un inquadramento teorico: definizioni, excursus di classificazioni diagnostiche, percorso di tutela legislativa degli alunni con DSA, modalità di sviluppo del sistema dei numeri e del calcolo, e i principali modelli neuropsicologici. Tra questi, particolare attenzione è rivolta al modello del triplo codice di Dehaene (1992), poiché preso come riferimento nella costruzione della nuova batteria. Nel secondo capitolo, invece, viene presentata la nuova batteria: vengono descritte analogie, similitudini e differenze con le prove presenti nella BDE. Per verificare la validità concorrente, è stato preso un campione di 25 alunni cui è stata somministrata la nuova batteria; poi, dopo una settimana, ad un sotto campione selezionato casualmente di 13 soggetti, è stata sottoposta anche la BDE. Analizzati i risultati ottenuti da ogni soggetto nelle prove corrispondenti delle due batterie, e comparate tra loro tutte le prove, emerge una sovrapponibilità totale del 76%. Da questo dato è stato possibile ipotizzare una sufficiente validità concorrente della nuova batteria, che consente di proseguire col lavoro di ricerca analizzando un campione più ampio di soggetti. Se dovesse confermarsi la stessa tendenza si potrebbe così giungere alla standardizzazione della nuova batteria. Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Tesi a cura della DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Dopo una se*mana DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Master in Neuropsicologia dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento | Università di Urbino, Reggio Emilia e San Marino Tesi a cura della DoA.ssa Chiara Vitali | Una nuova baAeria per la diagnosi di discalculia L’evoluzione del profilo di lettura nella dislessia: uno studio longitudinale Maria G. Zonno [email protected] Abstract Il presente lavoro ha come obiettivo quello di indagare sia l’evoluzione del profilo del disturbo specifico di lettura sia quella del profilo clinico lungo l’arco della scolarità obbligatoria. Vengono presentati i risultati di uno studio longitudinale condotto su un campione di 71 soggetti dislessici italiani, selezionati secondo i criteri diagnostici previsti ed aventi tutti almeno due valutazioni in anni scolastici differenti. Il campione è stato suddiviso in due gruppi (lievi e medio‐
severi) prendendo come parametro di riferimento il tempo impiegato per la lettura delle parole. I dati ricavati confermano che il divario tra dislessici e lettori tipici permane e che il deficit di decodifica registra un differente sviluppo in relazione ai due parametri di velocità e accuratezza, in favore di quest’ultimo, con delle differenze in base alla severità del disturbo.