l`erbavoglio - Corpo Forestale dello Stato

L’ERBAVOGLIO
Luppolo
Humulus Lupulus fam. Cannabaceae
Il luppolo è una specie rampicante, spontanea della pianura e media collina; predilige ambienti freschi e terreni
fertili ed è molto diffusa soprattutto nell’Italia centro-settentrionale. E’ specie caratteristica soprattutto delle
siepi, dove trovano supporto i suoi fusti sottili e cavi,
poco ramosi, volubili, che possono raggiungere alcuni
metri di altezza arrampicandosi su qualsiasi sostegno
trovino. Il nome Humulus sembra derivare dal latino
humeo = essere umido, perché la pianta predilige suoli
umidi, mentre Lupulus potrebbe risalire ad un diminutivo di lupus salicarius, secondo quanto riportato da Plinio,
perché la pianta attorcigliandosi attorno ai giovani salici,
che crescono nei luoghi più umidi, ne ostacolerebbe la
vegetazione.
Le foglie, che nella parte superiore della pianta sono
cuoriformi, sono generalmente opposte ed hanno margini fittamente dentati, sono ruvide al tatto e presentano
un lungo picciolo coperto, come i rami, da numerosi peli.
I fiori maschili e quelli femminili, di colore verde giallastro, crescono su piante distinte: quelli maschili
sbocciano in piena estate, riuniti in una pannocchia all’apice dei rami. Quelli femminili sono situati a due a due
all’ascella di brattee simili a piccole foglie, formando i
caratteristici coni che rendono la pianta del luppolo
inconfondibile. I coni sono ricoperti da una polverina
gialla resinosa che deriva dalle ghiandole resinifere contenenti la luppolina che conferisce alla pianta un aroma
ed un sapore unico. I più ricercati, in quanto utilizzati
dall’industria della birra come aromatizzanti e conservanti già a partire dal Medioevo, sono i fiori femminili,
che vengono raccolti senza il picciolo all’inizio dell’autunno, quando sono giunti a maturazione; vanno
essiccati in un unico strato in luogo ombroso e aerato,
rimuovendoli spesso, e quindi battuti per ricavarne la
luppolina sotto forma di granelli.
52 - Il Forestale n. 69
La coltivazione del luppolo, finalizzata all’industria della
birra, venne introdotta in Italia a partire dal 1847 dall’agronomo Carlo Pasqui.
Il luppolo ha proprietà spasmolitiche, sedative del sistema nervoso centrale e della sfera sessuale,
antinfiammatorie e antibatteriche delle vie urinarie, nonché proprietà digestive, infatti, secondo la tradizione
popolare, viene spesso usato nelle tisane amaro-toniche
per stimolare i processi digestivi e nelle tisane sedative
per conciliare il sonno e per attenuare il nervosismo e l’ipereccitabilità.
Questa pianta infatti possiede notevoli proprietà sedative del sistema nervoso ed è stata per questo fin dai
tempi più antichi impiegata nella preparazione di cuscini a scopo nervino e coadiuvante del sonno.
Per uso alimentare si utilizzano le cime dei giovani germogli apicali che si raccolgono in primavera, verso
aprile; solitamente su ogni pianta si riescono ad effettuare più raccolti. Dai tempi antichi i germogli primaverili
del luppolo, che hanno un sapore un po’ amarognolo,
vengono consumati come fossero asparagi per questo
spesso vengono chiamati anche "asparagi selvatici";
sono ottimi anche in risotto o mescolati a una frittata o
ancora nelle insalate, oppure possono essere fritti o uniti
a minestre.
Anche le foglie più tenere di ogni cespo possono avere
un utilizzo in cucina, aggiunte alle minestre.
Bianca Maria Landi
Risotto con i bruscandoli
Ingredienti per 4 persone :
- 300 gr. circa di bruscandoli (germogli di luppolo)
- 4 tazzine di riso Roma
- 1/2 cipolla bianca
- 1 spicchio di aglio
- 1 litro di brodo vegetale
- parmigiano reggiano
- sale e pepe
Preparare un soffritto con olio, aglio e cipolla finemente tritati e, quando il soffritto è imbiondito, aggiungere
i germogli del luppolo, dopo averli lavati e sminuzzati
con un coltello.
Dopo qualche minuto versare il riso e tostarlo, procedere quindi aggiungendo il brodo un po’ alla volta.
Aggiungere sale e pepe e continuare la cottura per
circa 15 minuti. Servire con aggiunta di parmigiano
reggiano a piacere.