SBIANCAMENTO DENTALE
Per sbiancamento dentale si intende quell’insieme di procedure e prodotti correlati la cui
combinazione genere una reazione fisico chimica in grado di produrre una schiarimento del colore di
partenza dei vostri denti. La necessità di avere un sorriso brillante non si allontana dall’avere una forma
adeguata dei denti, dall’avere gengive sane in quanto ricordiamo che il bello è un insieme di parametri in
armonia tra loro.
La necessità puramente estetica di recuperare un sorriso accattivante è alla base di una efficiente
comunicazione che oltre ad una immagine gradevole e sicura di sé, trasmette salute, giovinezza, ma nel
contempo inconsciamente parla di una bocca gradevole che desidera incontrare. Oggi più che mai sempre un
maggiore numero di persone si rivolge al proprio dentista per essere sottoposto a sedute di sbiancamento
dentale; il pressing dei mass-media parla non verbalmente di salute dentale, la quale è strettamente correlata
al colore bianco. Insomma avere un sorriso bianco, significa essere dotati di un ottimo biglietto da visita.
Ricordiamo che un sorriso più bianco si ottiene prima di tutto con una adeguata cura preventiva, non solo
vanno evitati gli alimenti e le sostanze dannose per lo smalto, ma occorre effettuare regolari sedute di igiene
dal dentista per rimuovere placca, tartaro e controllare che l’integrità dentale sia preservata.
Ogni persona ha un proprio colore dentale che lo accompagna e lo identifica per tutta l’esistenza; una
caratterizzazione costituzionale che ci è stata donata all’atto della nascita. Ciò non significa che una serie di
fattori alimentari ed abitudini viziate, quali bruxismo e serramento, con l’avanzare dell’età non siano in
grado di modificare il metabolismo dentale con successiva ripercussione sulla struttura e sul suo relativo
colore; come non significa che tale colore non si possa, con le dovute maniere, modificare. Non si può
parlare di colore standard dei denti; il colore non è né unico né uniforme in quanto varia entro certi limiti
difficilmente definibili che vanno dal bianco-grigio e il giallo-marrone dipendenti dall’etnia e dalla
alimentazione. Ecco che se decidete di sbiancare i vostri denti illuminando il sorriso prima di tutto sarebbe
necessaria un’accurata visita dal dentista al fine di chiarire e personalizzare la cura capace, a dispetto di un
“fai da te”, di tenere conto di altri variabili come ad esempio vecchie otturazioni, ipersensibilità, abitudini
viziate, l’uso di caffè, tè, fumo, etc. Il colore dei denti può variare in seguito ad una serie di fattori. Si parla
di “fattori intrinseci” come pigmentazioni all’interno del dente; di “fattori estrinseci” come pigmentazioni
all’esterno del dente, rappresentanti nell’insieme delle vere e proprie discromie a loro volta diffuse su tutti i
denti, oppure isolate, causate dal deposito nella struttura dentale di pigmenti nel corso dello sviluppo e nel
corso della mineralizzazione dei germi dentari. Se si vuole eliminare queste pigmentazioni, che possono
riguardare sia denti vitali che non vitali, ovvero devitalizzati, si richiedono delle tecniche di profilassi più
complesse ed il contemporaneo utilizzo di prodotti contenenti perossidi a differente concentrazione.
Se volgiamo brevemente l’attenzione all’anatomia del dente vediamo che esso è costituito da tre
spessori, smalto, uno strato vetroso bianco e traslucido, dentina dalla struttura porosa e dal colore
giallognolo, e più internamente da una cavità contenente il fascio vascolo-nervoso. Lo sbiancamento agisce a
livello dei due strati più superficiali, in quelle aree che si sono pigmentate o macchiate oltre ad una naturale
costituzione o metabolismo, anche in seguito anche a traumi oppure farmaci. Per quanto riguarda i farmaci,
fortunatamente i principali responsabili del terribile colore grigio a barre, le tetracicline, non si usano più; per
quanto riguarda i traumi dentali sono in genere responsabili di emorragie della polpa con successiva
invasione di sangue all’interno dei tubuli dentinali, e veloce e immediata pigmentazione. L’invecchiamento
naturale per deposizione di dentine secondarie e terziarie o di strutture cristalline nella polpa, per
assottigliamento dello smalto dovuto a spazzolamento incongruo ed abrasioni di vario genere, colpisce
proprio quella popolazione in età di invecchiamento che non desidera farlo. Macchie da cibo e pigmentazioni
da fumo, se non si cono incuneate in fessure, crepe dello smalto profonde o colletti scoperti, sono facilmente
rimovibili con l’uso di specifiche paste da profilassi che si usano durante la procedura di igiene orale
professionale. Questo è il motivo per il quale mi troverete insistente nel sollecitarvi a non mancare i richiami
di igiene del vostro odontoiatra che contemporaneamente al colore controlla tutto lo stato di salute della
vostra bocca.
Vi propongo ora, a proposito dei cibi di fare un piccolo sforzo mentale per abbattere falsi miti ed
usanze popolari. E’ vero che tutto i cibi macchiano, ma molti di essi lo fanno maggiormente di altri. Durante
la masticazione alcuni di questi alimenti, soprattutto i vegetali, rilasciano composti cromogeni nella saliva
che si legano fortemente alle proteine e, rapidamente, si attaccano al film proteico adeso al dente causandone
una colorazione diretta della sua superficie. Soprattutto si incolpano i prodotti ad alto contenuto fenolico,
come verdure e piante il cui colore dipende dalla sua concentrazione; in pratica frutta, verdura, tè, cacao,
caffè, coca cola, liquirizia, vino rosso, pomodoro,sono deleteri per il nostro apparato dentale. Alcune di essi
hanno più fenoli di altri, ma quello che cambia, in modo personale e soggettivo sono vari fattori quali lo stato
di igiene di partenza dell’individuo, dal tipo una bocca con più placca e tartaro rispetto ad un’altra, dalla
presenza di traumatismo dentale continuo come bruxismo e serramento, dalla presenza di colletti scoperti
facilmente colorabili, ma soprattutto dal tempo di permanenza di questi elementi nella bocca. Pensate al
caffè, un sorso e via!!! Pensate al tè come viene lungamente gustato e quanto maggiormente bagna i vostri
denti, macchiandoli. Come vede le variabili sono tante ed ognuna non va sottovalutata. La prima regola da
ricordare, purtroppo, è sempre la necessità di ascoltarsi per aiutare il medico a collaborare.
Ma vediamo ora quali sono le procedure, i vantaggi e gli svantaggi di ognuna di esse. Lo
sbiancamento avviene attraverso l’azione di “perossidi” che posizionati sullo smalto penetrano i profondità
fino a raggiungono la zona di unione tra lo smalto e dentina provocando, grazie alle loro capacità ossidanti,
una decolorazione tale da far apparire il tutto più bianco. Tali perossidi si distinguono in Perossido di
carbamide che si trasforma in perossido d’idrogeno, e Perossido d’idrogeno noto anche come acqua
ossigenata, è il più semplice dei perossidi ed è quello che si può utilizzare a più alta concentrazione. Ma
attenzione! Indipendentemente dalla tecnica utilizzata ricordiamo che i denti giovani sbiancano più
rapidamente di quelli vecchi causa maggiore ampiezza dei tubuli dentinali e lo sbiancamento risulta più
efficace nei denti in cui la discromia si è instaurata da poco tempo. La stessa procedura applicata nello stesso
modo a persone differenti determina risultati diversi e di durata diversa; diverso è il caso di partenza, il
metabolismo del paziente, la reattività del dente e dei diversi denti nella stessa arcata dentale. In generale, il
risultato ottenuto ed i tempi per ottenerlo è soggettivo e può variare per ogni paziente.
Il modo più veloce per sbiancare i vostri denti è quello di usare delle strisce che si acquistano in farmacia, da
applicare sui denti due volte al giorno per 15 giorni. In virtù di quello che vi ho spiegato, come pensate che
tali strisce possano sbiancare se prima non avete fatto l’igiene dentale e le posizionate su denti sporchi? Ad
effetto ottenuto il rischio è quello di un bel puzzle!!!! Andiamo avanti vi propongo di fare l’igiene
professionale e poi correre in farmacia per comprare le strisce sbiancanti. Ottimo!! Ma ricordate che il
processo di sbiancamento dura 15 giorni e la placca si riforma a partire dalle 48 ore successive all’igiene
professionale. Tra l’altro questo è il motivo per il quale qualcuno di voi lamenta una facile produzione di
tartaro. Il motivo risiede nella polacca non rimossa che si accumula naturalmente a tutti e fina da subito. Non
solo ma la percentuale di perossido per legge è che questi prodotti non hanno nessuna capacità sbiancante sui
denti devitali, in quanto il loro problema viene dall’interno.
Passiamo ora allo sbiancamento professionale, quello proposto dal vostro dentista. Anche qui si prospettano
due possibilità: quella da farsi a casa, che io personalmente reputo di mantenimento, ed allora vi riporto alle
strisce da farmacia più economiche, e quella fatta in medo di un ora dal personale specializzato.
Il metodo dello Studio Montironi prevede contestualmente all’igiene orale, questo per avere la superficie dei
denti al massimo della loro pulizia, l’applicazione, previa mascherina in silicone che vi aiuta a tenere aperta
la bocca, di un gel foto indurente su tutto il contorno gengivale ed al massimo su alcune aree dentali più
sensibili. Si seguito in base alle necessità del paziente si sceglie dal mercato il prodotto con la concentrazione
di perossido di idrogeno adeguata e lo si posiziona direttamente su denti precedentemente puliti da placca,
tartaro, fumo e macchie da cibo. Il processo di sbiancamento effettivo dura circa 30-35 minuti, duranti i quali
si eseguono anche dei cicli dalla durata di qualche minuto di lampade laser a diodi o lampade al led per farvi
diventare i denti più bianchi. Se non sarete soddisfatti, se la colorazione di partenza è difficile da ridurre, è
possibile eseguire uno sbiancamento successivo dopo circa 20 giorni. Gli effetti collaterali sono
assolutamente trascurabili le eventuali irritazioni delle gengive e l’ipersensibilità dentale è trascurabile.
Ricordate che fortunatamente la saliva contiene tutti i Sali minerali atti alla remineralizzazione dei vostri
denti, dovete solo tenerli puliti!