Martedì 7 giugno alle 21 al cinema President a Piacenza insieme al microbiologo Pessina e al prof. Carrara Referendum, arriva il card. Tonini Il porporato piacentino: “La Germania, che cattolica non è, ha una legge più severa della nostra” Per molti di noi il cardinal Tonini è un po’ come la cometa per i Magi. Il suo cuore, la sua lucidità, preparazione, profondità di pensiero, semplicità nell’esporre le argomentazioni hanno spesso suggerito la pista giusta da seguire nell’intricato groviglio della vita. Sul prossimo referendum, ampiamente dibattuto sui media, è riuscito a dire cose nuove che colpiscono le coscienze. Il card. Tonini interverrà a Piacenza nella serata di martedì 7 giugno alle ore 21 al cinema President in via Manfredi, 30 insieme al dottor Augusto Pessina, microbiologo dell’Università degli Studi di Milano, e al prof. Giancarlo Carrara, a lungo primario ospedaliero a Piacenza e oggi docente alla Facoltà di Medicina a Parma. Tema dell’incontro, promosso dal Comitato “Scienza & Vita”, il referendum sulla legge 40: “La vita non può essere messa ai voti”. L’Europa e il caos — Eminenza, che pensa della campagna referendaria in atto? Sono molto preoccupato. Se da un lato è bene il referendum, che obbliga il cittadino a riflettere, dall’altro è indispensabile informarlo in modo veritiero e fino in fondo. Si deve sfuggire alla legge della manipolazione informatica, basata sul “ripeti, ripeti, ripeti e avrai convinto”. Questa sfida è una delle più delicate in cui l’umanità si sia imbattuta. Il cittadino deve rendersi conto di cosa è veramente in gioco. Non si possono propagare menzogne. Non ci si può limitare agli slogan: “E’ una legge infame”, “E’ una legge contro la donna”. Se mai è esistita una legge contro l’uomo è proprio questa. L’uomo nella generazione conta più poco. La dichiarazione “Il maschio ormai è superfluo”, di un’authority inglese in materia, ha fatto insorgere scandalizzati i giornali inglesi. Ma è vero. Lo sperma basta andarselo a comprare. In Svezia, Paese liberalissimo, in cui dagli anni ’70 si era ampiamente diffuso il ricorso alla fecondazione eterologa, insieme allo sperma si comprava addirittura il kit del fai da te. Ma sia Svezia che Inghilterra, che pure ammetteva il ricorso alla fecondazione eterologa, cioè con ovulo o spermatozoo esterni alla coppia, hanno dovuto fare retromarcia. Da circa 20 anni in Inghilterra nascono con questa tecnica circa 1000 bambini l’anno che non conoscono il padre biologico. Nell’ottobre scorso il ministro della sanità, attraverso la BBC, ha pubblicamente ammesso lo sbaglio fatto. Migliaia di giovani chiedono di sapere chi è il padre. Diritto sacrosanto, e non solo dal punto di vista psicologico, ma anche pratico, ad esempio per la cura di certe malattie. In nome del diritto della donna ad avere un figlio si sono fatti errori colossali. Già dall’84 in Svezia il Parlamento era stato costretto a vietare l’anonimato del donatore di sperma e nell’87 ha promulgato una legge tale e quale quella italiana. Idem la Norvegia. In Austria una legge assicura ad ogni 14enne il diritto di conoscere il padre e la madre biologica. Un sacco di menzogne — A quali informazioni menzognere accennava? Una riguarda appunto la diceria che l’Italia si autoescluderebbe dall’Europa con questa legge, che, per di più, certa stampa vuol far passare come una legge cattolica. Niente di più falso. Inghilterra, Svezia, Norvegia non hanno legislazioni dissimili dalla nostra. Hanno dovuto retrocedere da un’impostazione troppo progressista, imparando a proprie spese dalla realtà sociale, toccando con mano che ferivano un ordine naturale. La Germania, che certamente cattolica non è, dal 1° gennaio 1991 ha una legge più severa della nostra, perché riserva la fecondazione extracorporea solo alle coppie regolarmente sposate. L’uomo distrugge se stesso — Quale importanza riveste mantenere o scardinare questa legge nei confronti delle generazioni future? Notevole. Già incomincia a insinuarsi, in qualche politico militante nei partiti contrari alla legge, il sospetto e la paura, più che legittimi, che si possa dare adito a qualche deviazione contro natura. Ho fra le mani un documento, che mi viene dall’Inghilterra, che annuncia per l’ottobre prossimo in Italia un Congresso su questa materia, prosecuzione di un altro tenutosi l’ottobre scorso a Londra. Nei cui atti leggo cose spaventose. Riguardano la diagnosi preimpianto. Vi si legge: “La nascita di un bambino Down sporca l’ambiente umano, come la produzione sporca l’ambiente fisico”. “Lasciar nascere dei bambini Dawn è un reato contro l’umanità”. “E’ uomo colui che sceglie il meglio”. “Perché un padre non deve avere il diritto di scegliersi un figlio intelligente e intraprendente anziché pigro?”. Dicono che non si tratta di eugenetica. Beh, non è l’eugenteica dell’800 e del ’900 che mirava a eliminare le malattie. Qui è peggio. Lo scopo, anzi il dovere, è il perfezionamento della razza umana. In un’altra relazione: “E’ persona solo quella indicataci da Locke, filosofo inglese del ’600, cioè solo chi è in grado di prendere decisioni, chi sa chi è, chi manifesta capacità di fare per sé le scelte migliori.” “L’embrione che segna l’inizio della vita è assimilabile al cadavere, che ne segna la fine”. E’ quindi da utilizzare per la ricerca, come i cadaveri. Non solo per fare prodotti cosmetici”. Ribadisce una signora: “Si vede che lei che non ha figli, perché se avesse un figlio piccolo con cui poter giocare, mai direbbe che l’embrione è come un cadavere”. Luisa Follini