novembre - Zai.Net

annuncio pubblicitario
NOVEMBRE 2010
ALLEVI
A tu per tu
con il genio
ORIENTAMENTI,
fai un salto a Genova
per scegliere la strada giusta
ISSN 2035-701X
“Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 8 Anno 2010”- € 1,20
PRIMA DELLA PRIMA
Un tè all’Opera con
Carmela Remigio
RUBRICHE
BACKSTAGE
IERI ACCADRA’
ANTISPOT
DI SCATTO
SNAKES AND LADDERS
FORUM
12
E VAI COL…
NAPOLETANGO!
Lo spettacolo di
Giancarlo Sepe al
Teatro Eliseo di Roma
TRAVOLTI DALL’ONDA
Studenti a confronto
SE 60 ORE VI
SEMBRAN POCHE
Inchiesta
14
32
PARI O DISPARI?
Il test
35
36
IL BATTITO
DELLE ROTAIE
Movimenteen
38
UN ENIGMA
PER… BESSON
Recensione
40
DAL LABORATORIO
COSTUME E SOCIETA’
DAL LABORATORIO MUSICA
24
COLOMBO… CHI SEI
VERAMENTE?
Intervista impossibile
UN TIMIDO SI BEMOLLE
Intervista esclusiva
a Giovanni Allevi
27
IDAY 2010
A tu per tu coi Simple Plan
30
NO BOW DOWN
Da La Spezia con furore
DAL LABORATORIO
GIOVANI CRITICI
34
VOCE AL NUOVO TEATRO
Benvenuti allo
Stabile di Genova!
Speciale
UNA BUSSOLA
PER IL FUTURO
18
Università, formazione, lavoro: dal 17 al 20
novembre Genova torna a essere la capitale
dell’orientamento. Per combattere l’abbandono,
migliorare l’offerta formativa e promuovere la
cultura scientifica
46
WALK ON THE SEA
Reportage dal 50°
Salone Nautico
49
EURONEWS
Dai nostri corrispondenti
51
novembre
n°8
Direttore responsabile Renato Truce
Vice direttore Lidia Gattini
Coordinamento di redazione
Eleonora Fortunato
Redazione di Torino e Segreteria di
Redazione
Sonia Fiore
corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To)
tel. 011.7072647 / 283 - fax 011.7707005
e-mail: [email protected]
Redazione di Genova
Maria Elena Buslacchi
tel. 010.8936284 - 010.8937769
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Redazione di Roma
Simona Neri
via Nazionale, 5 - 00184 Roma
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Hanno collaborato
Dal laboratorio di Attualità: Greta Pieropan,
Elena Prati, Paolo Fornari, Anreea Melinescu,
Cristian Predoi, Velina Barova, Matteo
Marchetti.
Dal laboratorio Musica: Chiara Colasanti,
Elena Dardano, Chiara Piotto.
Dal laboratorio Giovani Critici: Alice
Golisano, Jacopo Zoffoli, Cristina Altomare,
Alice Conte, Martina Tevere.
Dal laboratorio Costume e Società:
Benedetta Magri, Andrea Boutros
Dal laboratorio di Fotografia: Gaia Ravazzi,
Edoardo Caroselli, Lorenzo Arpea.
Impaginazione Giorgia Nobile,
Gianni La Rocca
Illustrazioni Alessandro Pozzi
Fotografie e fotoservizi
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Sito web: www.zai.net
Francesco Tota
Editore
Mandragola Editrice
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via Nota, 7 - 10122 Torino
Stampa
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Anno IX / n. 8 - novembre 2010
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n°486 del 05/08/2002
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(9 numeri)
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Assessorato all'Istruzione, Formazione, Ricerca, Innovazione tecnologica e informatica,
Politiche sociali, Terzo settore, Cooperazione internazionale della Regione Liguria.
Cortei, autogestioni, occupazioni: quest’anno ci ha pensato la
riforma dell’università a scaldare le giornate autunnali delle
migliaia di studenti che ne contestano, con decisione,
l’inadeguatezza. Nel nostro forum abbiamo raccolto punti di
vista diversi sulle proteste, con un’importante cosa in comune,
però: il desiderio che la scuola pubblica non capitoli, che il
sapere non diventi un mercimonio, che nell’istruzione e nella
ricerca si investa in maniera adeguata per ridare al Paese una
speranza di coesione sociale, di produttività e di stabilità
politica. E continuano a essere tanti, per fortuna, i momenti in
cui le istituzioni vanno incontro al bisogno di chiarezza dei più
giovani per indicare loro quali sono le varie strade che si
aprono dopo il diploma. Torna, infatti, alla Fiera di Genova la
nuova edizione di Orienta-menti, il salone che ci guida nel
nostro futuro con tante iniziative rivolte agli studenti, alle
famiglie, ai giovani in cerca di occupazione, agli insegnanti,
agli educatori. Da non perdere i Radio Days e la Notte dei
Talenti!
A proposito di talenti, il laboratorio dei nostri reporter musicali
vi regala a pag. 24 l’emozionante intervista a Giovanni Allevi,
il compositore e musicista contemporaneo più amato dai
ragazzi non solo italiani, cui è dedicata anche la copertina.
Subito dopo è il turno dei Simple Plan, intervistati dalla nostra
Chiara Colasanti in occasione dell’Iday 2010. E da La Spezia
con furore, per l’ormai consueto appuntamento con le band
emergenti, arrivano i No Bow Down.
Avete bisogno di una piccola pausa? Nel laboratorio dei
giovani critici è il momento di un tè all’Opera col soprano
Carmela Remigio, incontrata a Roma in occasione del
successo raccolto nel “Roberto Devereux” di Donizzetti.
Ancora la magia del teatro con le proposte dello Stabile di
Genova e con “Napoletango”, visto per noi dalla nostra
Cristina Altomare al Teatro Eliseo di Roma.
Dopo le news provenienti dai giovani reporter di varie
nazionalità europee coinvolti in Radio Jeans e un simpatico
rendez-vous con Cristoforo Colombo, in fondo al giornale vi
aspetta un cambiamento radicale di prospettiva! Capovolgete
la rivista, e ne avrete un’altra totalmente nuova e tutta da
scoprire…
Zai.net ha ricevuto il patrocinio di:
Centro Unesco di Torino
sponsor:
I CANTIERI
DELL’ETERE
La rivista è stampata su carta riciclata E 2000,
Cartiere Cariolaro
Questa testata fruisce dei contributi statali
diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250.
In collaborazione con:
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
BA
CK
ST
AG
E
Hanno contribuito a questo numero:
Chiara Piotto
Luca Savio
17 anni, ci scrive dal liceo
scientifico “Pacinotti” di La Spezia.
Fotografa incallita presa da mille
interessi e attività, sta ancora
cercando bene di individuare quale
possa essere la scelta universitaria
che le permetta di coltivarne la
maggior parte.
Lingua inglese, russa, lettura,
giornalismo, comunicazione... Tutto
per arrivare all'immagine ideale di
un futuro che la veda in giro per il
mondo con la macchina fotografica
dei sogni appesa al collo.
Per adesso comunque è ai suoi
primi lavoretti e... chi vivrà, vedrà!
18 anni, frequenta il liceo
scientifico “Majorana” di
Moncalieri. Gli piace scrivere e
leggere, soprattutto a tarda notte,
e le altre sue passioni sono la
fotografia e il cinema. Inoltre,
ascolta molta musica e adora la
giocoleria, in particolare il
«diablo». Si dice molto preso
anche dalla politica (e la sua
kefiah non lascia dubbi sul suo
orientamento). Si lancia sovente
in letture impegnative e in
decisioni che, nella maggioranza
dei casi, prende in maniera
molto istintiva.
Silvia Panna
18 anni, studentessa al liceo
linguistico “G. Deledda” di
Genova, non ha ancora le idee
chiare sul suo futuro, ma
vorrebbe continuare a lavorare
nell'ambito linguistico. Le
piacciono lo sport, in particolare
danza e tuffi, la moda e il teatro,
che ama praticare con le sue
amiche in un mix di teatro-danza
grazie ad un corso attivato dalla
scuola! Ha scoperto Zai.net grazie
alla sua migliore amica, che l'ha
coinvolta nel workshop estivo di
Radio Jeans in cui si sono
divertite un sacco!
Alice Golisano
Elena Dardano
17 anni, allieva del liceo classico
“P. Galluppi” di Catanzaro. La sua
passione più grande è la lettura,
che la coinvolge in ogni tipo di
genere, dai classici ai polizieschi,
ma trova spazio anche per il
pianoforte e per la pittura. Timida
ma allo stesso tempo
determinata e addirittura
testarda, cerca di realizzare ogni
progetto che ha in testa: per
questo, dopo essere stata per
molti anni lettrice accanita della
nostra rivista, adesso ne è
diventata assidua collaboratrice e
questo mese ci propone
nientepopodimenoche…
l’intervista a Giovanni Allevi.
Andrea Boutros
17 anni, frequenta il quarto anno
del liceo scientifico “Cassini”, e già
da un anno fa parte della
redazione di Zai.net. Entrato anche
nella ciurma di Radio Jeans, da
qualche mese coltiva la passione
per l’ideazione di nuovi programmi
e la creazione di progetti
radiofonici. Non si staccherebbe
mai dalle sue radici egiziane, che
sono alla base della sua duplice
cultura e dei suoi primi esperimenti
di scrittura artistica, come potrete
ammirare voi stessi nelle prossime
pagine.
16 anni, studentessa al liceo
classico “G. Mazzini” di Genova.
Ha appena iniziato a
collaborare con Zai.net, ma
spera di continuare a lungo e
acquisire esperienza nel mondo
del giornalismo. Le piace
scrivere racconti, anche se ha
iniziato inventando filastrocche,
sulla falsa riga di Gianni Rodari,
per la sorella minore. Adora le
lingue, il cinema (dagli albori
fino ad oggi), frequenta corsi di
recitazione da sette anni ed è
in una compagnia teatrale da
ormai tre.
IER
IA
CC
AD
RÀ
A cura di Andrea Boutros, 17 anni, Genova
Notizie serie e curiose selezionate dai calendari del passato
NOVEMBRE
1512 Il soffitto della Cappella
Sistina, dipinto da Michelangelo,
viene mostrato al pubblico per la
prima volta.
1800 John Adams è il primo
presidente degli Stati Uniti ad
abitare la Casa Bianca.
16
NOVEMBRE
2001 Esce nelle sale il
primo film di Harry Potter, “Harry
Potter e la Pietra Filosofale”; diverrà
il secondo film nella classifica
d'incassi di tutti i tempi.
1993 Entra in vigore il Trattato di
Maastricht, che stabilisce
formalmente l'Unione Europea.
24
NOVEMBRE
1859 Il naturalista britannico
Charles Darwin pubblica L'origine
delle specie, opera in cui sostiene
che gli
organismi si
sono evoluti
gradualmente
attraverso la
selezione
naturale.
1991 Il cantante leader dei Queen,
Freddie Mercury, muore nella sua
casa londinese.
4
NOVEMBRE
1922
In Egitto l'archeologo
britannico Howard Carter e i suoi
compagni trovano l'ingresso della
tomba di Tutankhamen, nella Valle
dei Re.
21
NOVEMBRE
1877 Thomas Edison annuncia
l'invenzione del fonografo, un
apparecchio che può registrare
suoni.
2008 Stati Uniti d'America, elezioni
presidenziali: vince il candidato
democratico Barack Obama contro
quello repubblicano John McCain,
diventando il primo presidente USA
afroamericano.
30
23
NOVEMBRE
1889 Il primo juke box entra in
funzione nel Palais Royale Saloon
di San Francisco.
11 NOVEMBRE
1992 La Chiesa d'Inghilterra vota
per permettere alle donne di
diventare sacerdoti.
NOVEMBRE
1974 In Etiopia Tom Gray e Donald
Johanson scoprono i resti fossili
di Lucy, un Australopithecus
afarensis straordinariamente ben
conservato.
NOVEMBRE
1
T
O
P
TIS
N
A
A cura di Greta Pieropan, 18 anni, Pozzolengo (Bs)
SPOT TIM E WIND
Siamo ormai abituati a coppie di personaggi famosi che con gag divertenti (o anche no), pubblicizzano nuove promozioni; sulle pagine di
Zai.net ci siamo occupati spesso degli spot degli operatori telefonici, e
questa volta non farò eccezione, se non per preferire l’uno all’altro…
Cominciamo dallo spot più bistrattato della televisione: quello delle promozioni Tim. Abituati ormai a “strane coppie” che vivono le situazioni
più strane, non dovremmo più dar loro peso; e, invece, questi spot continuano a sorprenderci… per la loro assurdità.
Già era abbastanza penoso tentare di capire il senso di
una ragazza giovane e ormai onnipresente in tv che ammiccante si tuffa in piscina con il povero cellulare, protagonista (in teoria) dello spot, relegato a una comparsata; ora dobbiamo sorbirci la coppia De-Sica/Belen mentre fa esercizi per ricaricarsi con un guru discutibile, che
forse dovrebbe provocare ilarità nello spettatore, ma suscita solo perplessità. Non solo, sempre poco vestita lei
e furbetto lui, disturbano la lezione col continuo squillare del telefonino, e alla fine la trasformano in un party,
perché si sono “ricaricati” grazie a Tim. Signori pubblicitari, un po’ di fantasia! Un giochetto di parole banale e
tre personaggi costruiti sui peggiori luoghi comuni non
fanno uno spot!
Più elegante invece la Wind che, accantonati (per poco…)
testimonial vari, ha pensato bene di proporre un sottofondo musicale tranquillo e passato più volte in radio
(senza per questo essere un tormentone come Lady Gaga), su cui una voce fuori campo (molto anonima in realtà) fa mille ringraziamenti ai vari clienti della compagnia
telefonica.
Ci propina, è vero, alcune situazioni comuni o banali, come il cliente che si oppone all’acquisto di un cellulare e
ora ne ha due, ma lo fa col sorriso sulle labbra, proponendo gente comune, e con un filo continuo di gratitudine, che fa sorridere lo spettatore, cerca di farlo riconoscere in uno dei personaggi, e magari lo invita a guardare
con più attenzione gli spot a venire. Sperando comunque che non siano le brutte copie di un programma di Canale 5 in cui troviamo tre personaggetti di Panariello… Un bel tocco di classe, comunque, un “grazie” allo spettatore fa sempre piacere.
COSA ASPETTARCI QUEST’ANNO
Prendete un qualsiasi giornale che abbia in copertina “i
programmi della nuova stagione”, riconoscete tutti i volti di vari attori e presentatori? Scommetto di sì, e scommetto anche che vi è sfuggito qualche sbuffo, o un qualche sonoro: “Ancora?”. Ebbene, signori telespettatori, la
televisione anche quest’anno sceglie il risultato sicuro,
gli ascolti al posto della qualità. Non mancano certo ottimi programmi, ma lo schema di base è sempre lo stesso: l’ennesimo seguito di una fiction amata, film in “prima” visione, i soliti quiz che guardiamo distrattamente
all’ora di cena, programmi sul cibo e sulla legge, talk
show e reality show canterini o dedicati alla reclusione di
un po’ di gente, e a improponibili orari programmi di approfondimento buoni o meno buoni.
La solita minestrina insomma. Speriamo ci abbiano aggiunto un po’ di sapore; “Antispot” sarà sempre pronto
a criticarli o a elogiarli. Staremo a vedere…
DI
SC
AT
TO
DALLA PADELLA
ALLA BRACE
di Elena Prati, 18 anni, Milano
Ero comodamente seduta sul divanetto di un bar del porto di Naxos, quando mi sono girata e
ho visto questo polpo appeso a un filo. Non era il primo che vedevo, è un elemento caratteristico del paesaggio greco, anche se questo era un po’ particolare. L’ho osservato qualche
secondo, ho seguito i suoi tentacoli e mi sono accorta che la loro fine coincideva con il chiosco che li cucinava alla griglia. Ironia un po’ macabra, ma il polpo era squisito!
Mandate i vostri scatti più belli a: redazione.roma@ zai.net
D
ANS
ES ER
K
A D
SN LAD
SEI UNO SCORPIONE O UN
SAGITTARIO COME ME? ALLORA
ECCOTI DIVERSI MODI PER
FESTEGGIARE IL TUO
COMPLEANNO!
CALCOLA IL TUO PUNTEGGIO: SE
SALI LE SCALE AUMENTA DI 5 PUNTI
MA SE INCONTRI UN SERPENTE
SCENDI DI NUOVO A ZERO!
HAPPY HOUR! - Quei localini pieni di tavolini e
un lungo buffet con sopra qualunque cosa,
direi che li avete presenti… sono perfetti per
festeggiare un compleanno! Alcuni ti riservano
pure il locale!
CINEMA PER TUTTI! - Problema: chi sceglie il
film? Inviate una bella mail su facebook e
vedrete che il sondaggio vi renderà soddisfatti, poi una volta saputo il numero di partecipanti magari arruolate qualcuno che
prenda i biglietti in massa e… non dimenticatevi che la Tessera dello Studente, quella
roba arancione, dà la possibilità di sconto
tutti i lunedì pomeriggio!
A SCUOLA - Non avete voglia di organizzare
e così per non sbattervi portate una torta a
scuola? Idea bocciata! L’unico modo per
festeggiare in orario scolastico è riuscire ad
ottenere un’ora buca… e il metodo potrebbe
proprio trovarsi all’interno della torta. Usate
la fantasia!
IN DISCOTECA - Molto divertente, lo ammetto, ma mai pensato ai costi di una serata
simile? Finché sganciano mamma e papà va
bene, altrimenti forse è meglio scegliere un
pub con musica e una mini sala da ballo,
magari dovrete affittare il locale, però almeno non si tratterà di una serata comune e
sarà solo per voi!
A cura di Benedetta Magri, 17 anni, Rapallo (Ge)
5
4
3
2
1
-1
-2
-3
-4
-5
IN UN PARCO DIVERTIMENTI - Gardaland e
Mirabilandia presentano fantastiche offerte: per
una vera festa scegliete il Blue Tornado di
Gardaland, se invece siete una dolce coppietta
meglio Mirabilandia, il giorno del compleanno il
festeggiato paga la metà!
CAMPEGGIO! - Muniti di sacco a pelo e tenda
potrete trascorrere una serata stupenda, se
non in campagna almeno nel giardino di casa
o in terrazzo e se ci fosse la luna piena…
FATEVI PORTARE A FARE SHOPPING! - Siete
stufi di dover cambiare i regali perché le taglie
sono troppo strette… siete stufi di desiderare
tantissimo quel paio di jeans e non potervelo
permettere… c’è una soluzione: radunate gli
amici e andate a fare shopping: voi provate e
loro vi comprano il regalo, vi piacerà e sarà
della taglia giusta!
IN FAMIGLIA - Ricordate le serate passate in
casa con una marea di parenti che vi tirano
le guance? Ormai possiamo smetterla, piuttosto optate per qualcosa di innovativo, tipo
un pic-nic coi parenti o una partita a calcio
tutti insieme. Tanto quello che conta dei
parenti è quasi sempre il regalo!
PIZZATA STESSO POSTO, STESSA ORA,
STESSA GENTE - Mai pensato a cambiare locale? La pizzata va bene, però chi paga? Meglio
fare i signori e offrire oppure si fa alla romana? La seconda ipotesi ultimamente è la più
gettonata, dunque per distinguervi dalla
massa potreste scegliere un locale meno tradizionale, self service di sushi: ideale per chi si
vuole abbuffare.
NULLA - Stiamo scherzando? Si potrà decidere di non festeggiare solo quando si saranno
superati i 50... Se proprio non avete voglia di
organizzare sappiate che mettete nelle rogne
i vostri amici o fidanzati, perché la festa a
sorpresa è d’obbligo!
M
U
R
FO
A cura di Paolo Fornari, 18 anni, Palestrina (Rm)
TRAVOLTI DALL’ONDA
CONTRO I TAGLI PREVISTI DAL GOVERNO, MARE GROSSO NELLA
SCUOLA E NELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA. QUALI SONO LE IDEE DEGLI
STUDENTI PER MIGLIORARE L’ACCESSO ALLA CONOSCENZA E LA
SOCIETÀ? SARÀ UN NUOVO AUTUNNO CALDO?
Organizzati e consapevoli
L’attuale movimento di protesta
studentesca presenta qualche
differenza rispetto a quello di due
anni fa: innanzitutto, i destinatari
della riforma stavolta sono
universitari, dal momento che è in
discussione il futuro delle università
italiane e del ruolo dei ricercatori
(si tratta comunque di una
differenza poco rilevante, dal
momento che gli attuali liceali
saranno presto universitari anche
loro).
Per quanto riguarda la
consapevolezza, è diventata ormai
una moda tra i cosiddetti “adulti”
affermare che l’unico motivo per il
quale questo movimento si mostra
più consapevole è dettato da una
maggiore maturità e intelligenza da
parte di studenti più grandi, e non
da ragazzini che non vedono l’ora
di saltare un giorno in più di
scuola. In poche parole, una
coscienza motivata da una
differenza anagrafica.
Forse in alcuni casi singoli è così,
ma da un punto di vista più
globale, assolutamente no. E non è
così perché ciò che queste persone
non sanno è che gli universitari che
oggi si vedono ridotte risorse,
possibilità e speranze, sono gli
stessi che fino a quattro anni fa
hanno manifestato contro l’ex
ministro Letizia Moratti, gli stessi
che hanno detto “no” alle novità
introdotte dal successivo ministro
Beppe Fioroni, e gli stessi ancora
che appena due anni fa hanno
occupato varie scuole per tentare di
salvaguardare, dall’attuale ministro
Gelmini, una scuola che stava
andando sempre più in crisi.
Stiamo parlando di studenti non
solo consapevoli, organizzati e
coscienti della situazione. Stiamo
parlando di studenti esasperati da
un sistema che ormai non funziona
più, da una classe dirigente corrotta
(nonché sempre la stessa da anni),
da una società che si lascia
imbambolare da tutto ciò che legge
sul suo giornaletto o ascolta dal
suo tg preferito e punta il dito
contro internet, quando non ha
ancora capito che ormai è l’unica
risorsa che ci rimane per
confrontare più punti di vista e
scoprire così le “vere” verità.
E se parleranno di nuovo autunno
caldo, ben venga: con la differenza
che stavolta si protesta per un
fenomeno tipicamente italiano, per
una serie di tagli ai settori su cui
si fonda il futuro del Paese, come
appunto l’università e la ricerca, in
una situazione mondiale di crisi
dove però altre popolazioni non
hanno adottato gli stessi mezzi,
anzi!
Chiara Cacciotti, 18 anni
Rimettiamoci i cappotti
L'inizio dell'anno accademico in
molti atenei d'Italia è sospeso.
Da Nord a Sud colorati cortei
invadono le piazze, forte e
concitata è soprattutto la
presenza degli studenti
universitari che uniti ai ricercatori
reclamano, contro il ddl Gelmini,
un generalizzato diritto allo
studio. Ma cosa accade davvero
all'interno delle facoltà romane in
questi mesi? Sono pressoché
deserte, gli unici a vagare alla
ricerca di un'aula dove fare
lezione sono professori dissidenti
e qualche volentorosa matricola.
In quello che è stato apostrofato
come autunno caldo, le aule
dovrebbero pullulare di studenti
adrenalinici che con decreto legge
alla mano discutono in maniera
costruttiva su come far sentire la
propria voce nella stanza dei
bottoni utilizzando come zona
franca le aule, i corridoi, i giardini
della città universitaria, invece la
Minerva è sola.
Tutti si riversano urlanti nelle
piazze per attirare su di sé
l'attenzione dei media,
comprensibile, visto che ci viene
insegnato che vince chi alza più la
voce, ma come ha detto
13
qualcuno,“le rivoluzioni si fanno
in seno ai popoli”, e se si vuole
fare una vera campagna di difesa
dell'università pubblica è giusto
iniziare da dentro l'università
stessa, cercando di creare un
sentire comune, senza fare
politica, ma facendo informazione.
Prendiamo la Sapienza, perché
non far parlare alle assemblee
invece dei soliti capi dei collettivi
con i paraocchi, i veri protagonisti
delle mobilitazioni: i ricercatori,
affinché rendano partecipi tutti gli
studenti, anche quelli meno
informati, della preziosità del loro
lavoro e della vera entità dei loro
sacrifici? Chissà che magari non
riescano a far arrivare qualcosa
all'orecchio dei leader
dell'opposizione, che in vista di
ipotetiche elezioni invece di farsi
propositivi stanno assumendo
sempre più le caratteristiche di
tanto mordaci quanto
inconcludenti opinionisti di talk
show.
Informare e proporre, queste
devono essere le parole d'ordine
della nostra “rivoluzione”. In
alternativa al blocco dei corsi che
inevitabilmente andrà ad inficiare
la didattica ripercuotendosi su noi
studenti, proponiamo, come due
anni fa, delle idee alternative di
fare lezione, incentiviamo il
dibattito e lo scambio di opinioni
con i docenti, così da non essere
più additati come fannulloni e
parolai. Diffidiamo di coloro,
politici, professori o manifestanti
che basano la loro lotta solo su
principi economici, perché
l'università deve essere ricca, sì,
ma di contenuti. E se questo si
verificherà, allora rimettete pure i
cappotti nell'armadio, si prevede
un inverno caldo!
Giulia Molari, 18 anni
Se uccidono i nostri sogni
Cosa rispondereste se vi
chiedessero cosa volete fare da
grande? La domanda ha molte
risposte, la maggior parte delle
quali è dominata da sogni.
Dicono che l’uomo deve essere
punito per omicidio, e allora
uccidere il futuro non è un
omicidio? Con il taglio finanziario
alla cultura si possono annullare i
sogni e i progetti di migliaia di
giovani. La società moderna ci
vuole far credere che con i soldi
si può fare di tutto; sfido
chiunque a comprare la
conoscenza, l’amore per il sapere,
perché è solo con l’uso della
ragione e dell’intelligenza che ci
si può evolvere, crescere insieme,
ognuno con la sua diversità. La
conoscenza non va trattata come
un albero da potare, bensì come
una pianta da far crescere e da
sostenere lungo il suo percorso.
Ebbene, è giunta l’ora di aprire
gli occhi e scontrarsi con la
realtà; i sogni, malgrado ci
piaccia viverli, finiscono nel
momento in cui iniziano quelli
dell’altro. Nel corso della storia,
come a tutti noi è noto, le
proteste e i contrasti tra la classe
dei “populares” (popolo) e quella
degli “optimates” (oggi
riconducibile al governo) non
sono mai cessati di esistere.
Nel Consiglio dei Ministri del 1°
agosto 2008 è stato approvato
un disegno di legge presentato
dal Ministro Gelmini e contenente
provvedimenti urgenti
su Scuola, Università e Ricerca,
provvedimenti che, come noto,
prevedono tagli per 8 miliardi di
euro in tre anni, una vera e
propria scure su circa 150.000
lavoratori:
Docenti ed Personale Ata, un
nuovo dimensionamento della
rete scolastica per chiudere tante
piccole scuole site in comuni
disagiati, un forte incremento
degli alunni per classe, il ritorno
al maestro unico nella scuola
primaria (con la sola aggiunta di
quello di religione cattolica però!),
una significativa diminuzione del
tempo scuola, lo smantellamento
dei servizi di supporto
amministrativi, tecnici ed ausiliari
con conseguente esternalizzazione
di molte funzioni.
In risposta a questo, molti
studenti, insegnanti e precari si
sono riuniti per le strade delle
città più importanti d’Italia per
protestare.
Il governo, vergognosamente, si è
limitato a porre davanti a questa
schiera infinita di ragazzi
“svegliati dal loro sogno” file di
Carabinieri e Forze Armate. Se ci
pensate, è inconcepibile l’idea di
opporre alla voglia di conoscere la
brutalità umana rappresentata da
violenza e impassibilità. Ciò che
noi studenti vogliamo è far capire
che non bisogna sottovalutare la
conoscenza, bensì, bisogna amarla
e essere consapevoli che chi
conosce è già un passo avanti.
Un’occasione, insomma, per
diventare migliori tutti insieme.
Giordano Marinelli, 17 anni
Pari opportunità
14
SE 60 ORE VI
SEMBRAN POCHE
COME SI COMPORTA L’ITALIA DI FRONTE AL “GENDER GAP”? DANDO
RISPOSTE PARZIALI, SE NON ADDIRITTURA INADEGUATE. COME QUELLA
DELL’INNALZAMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE PER LE DONNE
di Elena Prati, 18 anni
Milano
uando a sei anni ci siamo seduti per la prima volta
nei banchi di scuola, avvolti in candidi grembiuli
teneramente stirati dalle nostre mamme, erano già
finiti i tempi delle classi femminili e quelle maschili.
Eravamo (e siamo) libere di sederci accanto a un bambino
senza essere giudicate o additate. Le pari opportunità avevano raggiunto anche la scuola, notoriamente uno degli
ambiti statali più arretrato. In realtà, la scuola sembra l’unica ad averla mantenuta questa parità. Salvo casi eccezionali, alla maestra o al professore non importa di che sesso sia
la persona che sta interrogando o di cui sta correggendo un
compito, a loro interessa valutare il lavoro. Per questo motivo, quando usciamo dal mondo dell’istruzione, che, fortunatamente, ci “coccola” fino ai venticinque anni circa, diamo
per scontato le famigerate pari opportunità.
La nostra carriera inizia dalla fine, inizia dalla tomba della
nostra condizione. Ci ritroviamo a inseguire l’uguaglianza,
cercando di dimostrare di valere il doppio di quanto non sia
realmente necessario, cedendo a compromessi, compiendo
scelte e rinunce difficili, che nemmeno dovrebbero esserci
chieste. E questa ripida salita non accenna a diminuire.
Per adeguarsi – si dice – a quello che succede in Europa,
anche in Italia dal 2012 le donne dovranno andare in pensione a 65 anni di età, come gli uomini. Per adesso a essere interessate dal provvedimento sono solo le impiegate del
pubblico impiego, cui è toccato finora un trattamento “di
favore” (poter smettere di lavorare e prendere la pensione
a 61 anni) che secondo l’Unione Europea è in realtà penalizzante per gli uomini. Se parità deve essere, la discriminazione non può essere fatta certo al contrario. Questo si dice
in Europa e questo ha pensato l’attuale governo. Le proteste e le critiche, anche molto dure, non si sono fatte attendere, tanto da dare vita a un documento apparso sul quo-
Q
tidiano «Il Manifesto» a firma di giornaliste, politiche, parlamentari, ma soprattutto donne, in cui si attira l’attenzione
sulla condizione femminile in Italia: «Ora le dipendenti pubbliche, poi questo Governo vorrà continuare sicuramente
con tutte le altre. È un’inaccettabile ingiustizia verso le molte
giovani che non hanno un lavoro sicuro e verso coloro che
fanno lavori usuranti». Impossibile non fermarci a riflettere
sul significato di una lotta che, nel 2010, dovrebbe risultare
anacronistica e invece è ancor più che attuale; per questo
Zai.net ha intervistato per voi Elettra Deiana, ex deputata di
Rifondazione Comunista, tra le promotrici di questa iniziativa che ha già riscosso un grande successo. Un’occasione per
ripercorrere insieme alcune delle tappe fondamentali di una
lotta che dura da più di mezzo secolo.
Qual è stato l'evento scatenante che vi ha fatto riunire per
dare vita e promuovere questo progetto? Una storia di vita
vissuta o i dati che citate?
«E’ nostra intenzione ridiscutere tutto ciò che abbiamo raggiunto, ma aggiungere ciò che ancora manca. Se dobbiamo
trovare una causa scatenante, la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un progetto già meditato, è stata la decisione presa dal governo in merito all’età di pensionamento per
le donne. La riproposizione di un punto di vista che parla di
parità, senza mettere in conto la differenza strutturale tra il
percorso di vita e lavorativo di una donna e di un uomo.
L’anticipazione dell’età pensionabile per le donne fu negli
anni passati una specie di ricompensa molto paternalistica,
molto maschile, al lavoro di stato sociale suppletivo che le
donne svolgevano a casa. Così abbiamo fatto i conti con
tutti i dati europei, che dicono che le donne italiane lavorano molte più ore; considerando, ovviamente, lavoro tutto
quello che è destinato alla cura della casa e simili. Insomma,
continua questo ruolo di supplenza nello stato sociale delle
donne, questa “terza gamba” come si diceva negli anni
Settanta. Anche ora che l’idea che le donne abbiano diritto
a lavorare è maturata, non significa che le donne abbiano
15
possibilità occupazionali uguali agli uomini e soprattutto
non significa che gran parte di quello che è il lavoro di cura
sia considerato elemento portante della società. Cosa che,
in realtà, è, perché se va in tilt la famiglia come struttura,
va in tilt la società nel suo insieme più complesso. Così
abbiamo ideato questo slogan “Se 60 ore vi sembran
poche” e pensiamo di fare una campagna (l’abbiamo messa
anche su Facebook) per promuovere una raccolta di dichiarazioni dei lavori. Abbiamo preparato un modulo su cui vorremmo che molte donne raccontassero in termini numerici
le loro ore di lavoro. È, sì, una cosa provocatoria, ma intendiamo anche trovare un modo formale e istituzionale per
allegarlo alla dichiarazione dei redditi. Ed è, inoltre, un
mezzo di autonarrazione delle donne».
Cosa farete con i dati delle donne che compilano la vostra
dichiarazione?
«Intendiamo presentare i moduli al governo, ai responsabili delle questioni economico-sociali. E anche ai giornali, con
conferenze stampa, un po’ di tutto. Vogliamo sottoporli a
tutti i rami del Parlamento, ai competenti di camera e
Senato. Insomma, un’azione politica sia nelle pratiche tradizionali, sia incontrando i sindacati, che poi si occuperanno
di informare».
Fa riflettere il dato-chiave dell’articolo: le donne italiane
lavorano 60 ore la settimana, includendo i lavori fuori casa
e i lavori prestati gratuitamente. È un dato angosciante se
paragonato a quelli del resto dell’Europa e le conclusioni
che se ne possono trarre innumerevoli. Qual è la sua opinione personale al riguardo?
UMILIAZIONE MONDIALE
Islanda, Norvegia, Finlandia, Svezia, Nuova
Zelanda. Questi, secondo l’annuale rapporto sul “gender gap” del World Economic
Forum (associazione fra i più potenti banchieri e ministri dell’Economia del mondo), i
Paesi che più di tutti al mondo sono in grado
di garantire la parità tra tutti i cittadini. Nei
primi dieci posti, poi, ci sono vere sorprese
come il Lesotho (che continua a scalare
posizioni, ormai stabilmente nella top ten) o
le Filippine.
Non tutti i Paesi del Vecchio Continente
fanno una gran figura: il rimpasto voluto nel
governo dal presidente Sarkozy è costato
alla Francia un tracollo di ben ventotto posizioni, fino al 46° posto; molti altri membri Ue
si trovano ben lontani dalle prime posizioni.
Tra questi, ovviamente, l’Italia.
Tra i partner europei, peggio di noi fanno
solo Ungheria, Malta e Cipro. Il Bel Paese è
infatti al 74° posto, in discesa di due posizioni dallo scorso anno.
Come ti costruisco un pessimo risultato: la
partecipazione alla forza lavoro, pure in
ascesa dal 2006, si inchioda a poco più
della metà delle donne; per parità nei salari
siamo centoventunesimi (su 134!), con un
calo netto negli ultimi tre anni. E il Lesotho,
invece, il bel Lesotho, per parità nei salari è
primo. Primo!
Per consultare l’intero rapporto:
www.weforum.org
Matteo Marchetti
«In Italia, intanto, i servizi sociali non ci sono mai stati
e non sono mai stati concepiti in funzione di questa
duplice personalità dell’uomo e della donna, tra lavoro
e famiglia. Per dire, in Francia il tema sociale è molto
legato alla famiglia, che è aiutata veramente: le donne
possono scaricare molte incombenze grazie a una forte
presenza della scuola pubblica, ad esempio. Per non
parlare degli stati del Nord, che hanno concepito lo
stato sociale per le donne. In Italia, invece, lo stato
sociale è stato soprattutto concepito in funzione del
lavoratore adulto maschio. Uno stato che nasce senza
propensione né vocazione femminile; poi ci sono stati
anche i tagli, per cui ora appare sempre più improbabile trovare posto negli asili. Quindi, la condizione femminile è aggravata da una situazione di crisi che taglia
molti aiuti e le donne si ritrovano ad affrontare molto
più lavoro, che tra l’altro è misconosciuto. Intendiamoci,
noi mettiamo in discussione l’obbligo di andare in pensione a una certa età, se poi una vuole lavorare fino a
ottant’anni, lo faccia. Quello che ci ha mosso è questo
misogino
disconoscimento,
come se le donne fossero state
gratificate andando in pensione
prima o presto (elemento culturale assolutamente negativo) e
ora sono chiamate a lavorare di
più, come se prima non avessero fatto niente. Parlando anche
in termini economici, se non ci
fossero queste donne a fare
Elettra Deiana
questo lavoro, chi lo farebbe?».
Pari opportunità
16
Abbiamo chiesto ai nostri lettori il loro
punto di vista, magari a partire dai racconti delle loro madri
Mia mamma fa la casalinga. Lei non avrà mai una
pensione. Credo che le leggi debbano generalizzare e trovare una risposta a un problema generale, non specifico, però ogni caso dovrebbe essere
considerato a parte. Come dicevo mia mamma è
casalinga, ma la sua scelta è stata dettata dal
fatto che a 22 anni ebbe un figlio handicappato,
che richiedeva assistenza 24ore su 24.
Un’infermiera sarebbe stata impossibile da pagare,
per cui mia madre, che faceva la maestra, si allontanò dal mondo del lavoro. Alla morte di mio fratello, 12 anni dopo, le fu molto difficile iniziare un’altra vita lavorativa, anche perché ero nata io da
pochi mesi. Questo dimostra che anche lei ha sempre lavorato 60 ore alla settimana o anche di più.
Se dopo la morte di suo figlio avesse potuto iniziare
nuovamente a lavorare, probabilmente non
avrebbe retto fino a 65 anni, perché certe esperienze lasciano il segno e chissà quante altre donne
hanno avuto e hanno tuttora questi problemi. È
importante riconoscere che ormai sono poche le
ragazze che dai 16 anni ai 24 anni lavorano davvero, dunque considerare 25 anni come inizio di
attività lavorativa non è neppure troppo sbagliato,
per questo aggiungendo i tradizionali 40 anni si arriva a 65. Molte iniziano a lavorare ancora dopo,
perché proseguono gli studi con dottorati. In definitiva, non trovo la legge sbagliata, ma sarebbe
necessaria più attenzione nei confronti di ogni pratica, valutando ciò che è realmente lavoro usurante e quali sono e sono state le condizioni in cui la
donna ha potuto vivere».
Benedetta Magri, 17 anni
IN LIBRERIA
«Quando mia figlia andò all’asilo, venne
chiesto alle mamme di cucinare una torta e
di cucire un costume da angelo. – Non so
cucire: magari posso darvi una mano a scrivere la storia, no? – No. Il primo lavoretto di
mia figlia fu un guantone da forno, per me».
Ancora dalla parte delle bambine è un libro
scritto dalla giornalista del Venerdì e di
Repubblica Loredana Lipperini. Il titolo si
richiama a uno dei libri più famosi del femminismo italiano, Dalla parte delle bambine, un libro che denuncia, prima ancora
delle disparità sul posto di lavoro o a scuola, la prigione mentale costruita da secoli e
secoli di educazione “servile” inflitta alle
ragazze di ogni tempo. I maschi fin da piccoli guidano eserciti di soldatini, decidono
le sorti di agguerrite partite di pallone,
vanno all’avventura in giro per i parchi. Alle
bambine si regalano
forni giocattolo e bambolotti da accudire
come neonati. Che
non gli venisse in
mente di poter fare
altro. O di poter lavorare come un uomo.
Matteo Marchetti
ANCORA DALLA
PARTE DELLE BAMBINE
Loredana Lipperini
Feltrinelli, 284 pp., 15 euro
«Io mi trovo, come dire, diviso in due: da una parte in teoria l'adeguamento dell'età pensionabile delle
donne a quella degli uomini sarebbe giusto, visto che le donne hanno sempre combattuto per la parità di diritti e non sono più il cosìdetto "sesso debole", anzi... Dall'altra parte, però, dobbiamo considerare
l'effettivo ruolo della donna all'interno della società italiana. La donna non è solo lavoratrice, ma anche
figura portante della famiglia, e di conseguenza spesso gli impegni domestici e familiari si riversano sulla
moglie/madre e non sul padre/marito. Oltretutto, in una società innegabilmente maschilista e un po’ tradizionalista come la nostra, le donne hanno comunque più difficoltà degli uomini a trovare un’occupazione, e quindi se si alza l'età pensionabile, molte giovani faranno ancora più fatica ad entrare nel
mondo lavorativo. Ne è un esempio il mondo della scuola, in cui moltissimo personale è costituito da
donne e in cui insegnanti di 40 anni sono ancora precarie perché non si riesce ad entrare in ruolo. La
situazione è spinosa e la soluzione migliore sarebbe un radicale cambio di mentalità da parte del popolo italiano e dei politici italiani, cosa che vedo alquanto complicata. In questi casi si potrebbe dire: "Ai
posteri l'ardua...impresa!"».
Paolo F., 18 anni
«Io credo che la convinzione di garantire la parità tra uomo e donna aumentando l'età del pensionamento sia frutto di una grande ipocrisia. In una società come la nostra, che si fonda sul lavoro e sulla famiglia, si deve ammettere che chi si preoccupa di entrambi sono soprattutto le donne
che, dopo una giornata di lavoro fuori casa, rientrano e devono occuparsi dei figli, della cena,
delle pulizie e di tutto ciò che a quanto pare per i politici non è fonte di fatica. Il cosiddetto
"secondo lavoro" di cui si fanno carico tutte le donne non è assolutamente riconosciuto, infatti le
casalinghe non hanno diritto alla pensione. Quindi, se si considera "lavoro" solo quello svolto in
uffici, negozi e impieghi pubblici è ovvio che la pensione a sessantacinque anni garantisca la
parità lavorativa tra uomo e donna ma, se ci si mette una mano sulla coscienza e se si guarda
alla realtà vera, come si può avere il coraggio di considerare le donne privilegiate solo per ricevere la pensione quattro anni prima?».
Eleonora Starnino, 16 anni
Test
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PARI o DISPARI?
RETROGRADI O PROGRESSISTI? PER INTRODURRE UN’IDEA DI PARITÀ
ASSOLUTA TRA MASCHIETTI E FEMMINUCCE, QUESTO MESE LE DOMANDE
SARANNO RIVOLTE, ALTERNATIVAMENTE, AGLI UNI E ALLE ALTRE. PRONTI A
SCOPRIRE I RISVOLTI PIÙ INQUIETANTI DELLA VOSTRA PERSONALITÀ?
A
B
C
A
B
C
A
B
C
[Maschietti] La Mamma è sempre la Mamma!
Mi cucina a qualunque ora, mi lava e mi stira i vestiti, mi va a comprare le mutande, mi rimbocca le
coperte, mi canta la ninna nanna...... ne trovassi
un'altra come lei la sposerei!
E sì, la mamma è sempre la Mamma, ma poverina...
va a lavoro, bada alla casa, bada a tutta la famiglia...
ogni tanto direi che anche lei merita quei dieci minuti di pausa spaparanzata sul divano come facciamo
abitualmente io e il mio vecchio!
Mia mamma mi ha insegnato fin da piccolo che il
suo essere donna non la rende la serva di casa, e
così, per non andare a scuola vestito di un lurido
sacco di iuta o essere costretto a digiunare per giorni... beh, ho imparato a cavarmela da solo.
A
[Femminucce] I maschi sono tutti uguali!
Magari fosse così – citando la “Fattoria degli
Animali” di George Orwell “Sono tutti uguali, ma
alcuni sono più uguali degli altri!”.
In linea di massima è vero, ma ci sono delle rarissime eccezioni... solo che sono nascoste molto bene!
Assolutamente falso... alcuni hanno una barca di
soldi di famiglia, mica li vogliamo equiparare ai tanti
poveracci che perseguitano noi femminucce!
A
B
[Maschietti] La pensione a 65 anni anche per le
donne vol. 1
Ma perché, pure le casalinghe vanno in pensione? La
mia mamma mi ha messo al mondo e ha il dovere
di accudirmi fino ALLA MIA età pensionabile!
Non vedo perché no: la parità la vogliamo solo
quando torna comoda e non comporta oneri?
Troppo facile...
Sì, ci sono le differenze di percorso di vita e tutto,
ma allora le donne single senza figli che devono
badare solo a loro stesse dove la mettiamo? Se
vogliamo la parità non si può fare discriminazione al
contrario, suvvia...
[Femminucce] La pensione a 65 anni anche per le
donne vol. 2
B
C
C
A
B
C
I miei genitori mi hanno cresciuto con sani principi
all'antica, perciò, terminate le scuole superiori, sposerò un promettente quanto abbiente sottoposto
del mio papino!
Certo, quindi vogliamo buttare nel water le conquiste di tante attiviste che hanno lottato per i loro
diritti e per far sì che noi altre ne godessimo immeritatamente i frutti in panciolle? Nossignore!
Mmh, in effetti la cosa andrebbe vista molto nel dettaglio, poiché ci sono anche donne che non trascorrono la vita secondo lo stereotipo di
moglie/madre/casalinga... Una bella cosa sarebbe
andare tutti, uomini e donne, in pensione a, che ne
so, 25 anni?
[Maschietti] Donna al volante...
...Pericolo costante?
Statisticamente le donne fanno meno incidenti dei
guidatori maschi e questo è un dato di fatto. Solo
non mi spiego la congenita incapacità di fare un
parcheggio corretto con non meno di una quarantina di manovre...
Son sciocchezze, ma certo le mamme di oggi che
vanno a prendere i figli delle elementari col SUV (e
che magari abitano al massimo a un paio d'isolati
dalla scuola) sono veramente irritanti!
[Femminucce] L'uomo bamboccione di natura!
È per questo che esistono le donne: per fare loro da
balia quando decidono (mentendo a se stessi) di
lasciare il seno materno!
E vabbè, la parità è sacrosanta, ma uomini e donne
sono comunque diversi per natura... diciamo che i
maschi sono un pochino “ritardati”, ma non è mica
colpa loro, poverini...
...È proprio così, ma noi donne facciamo spesso credere loro il contrario perché ce la mettono anche
tutta, a volte... Siamo diversi, ma le opportunità e i
doveri devono travalicare i discorsi di genere!
LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 44
Orientamenti
18
UNA BUSSOLA
PER IL FUTURO
19
CONTRASTARE L’ABBANDONO
SCOLASTICO, MIGLIORARE
L’OFFERTA FORMATIVA,
PROMUOVERE LA CULTURA
SCIENTIFICA E TECNOLOGICA:
ANCHE QUEST’ANNO, DAL 17 AL 20
NOVEMBRE, IL PADIGLIONE B DELLA
FIERA DI GENOVA OSPITA
L’EDIZIONE 2010 DI ORIENTAMENTI
di Stefania Benetti, 17 anni
Genova
orna l'appuntamento annuale con Orientamenti, il
salone che ci guida nel nostro futuro con tante iniziative rivolte agli studenti, alle famiglie, ai giovani
in cerca di occupazione, agli insegnanti, agli educatori.
L'anno scorso i visitatori sono stati 42.000, provenienti da
tutta la Liguria e dalle aree limitrofe. Quest'anno non ci si
aspetta di meno e, per organizzare al meglio l'accoglienza, Orientamenti si è fatto in... sei, proponendo servizi
specifici e diversificati secondo la domanda.
T
Il Salone della Conoscenza
L'offerta formativa al completo per i ragazzi delle scuole
secondarie di 1° e di 2° grado. All’interno degli stand
espositivi, infatti, saranno presenti i docenti e gli studenti degli istituti secondari di secondo grado e delle Facoltà
dell’Università di Genova, dei Poli Universitari di Imperia,
Savona e La Spezia, dell’Accademia Ligustica, dell’Istituto
Gemmologico Ligure, delle Facoltà di Agraria e Veterinaria
dell’Università di Parma e della Facoltà di Musicologia
dell’Università di Pavia. Seminari e laboratori ci aiuteranno nella scelta del percorso formativo più adatto.
Il Salone del Lavoro, delle arti, dei mestieri e delle professioni
Per chi ha concluso il proprio percorso di studi,
Orientamenti propone un primo contatto con i Centri per
l’Impiego e mette a disposizione i "laboratori di autoimprenditorialità" per chi vuole valutare la possibilità di
mettersi in proprio. Al Career Day, previsto nei giorni 17 e
18, diplomati e laureati potranno incontrare importanti
aziende liguri e italiane, consegnare il proprio curriculum, ricevere proposte di lavoro. Qui, novità di quest’anno ricchissima di spunti, saranno promosse le filiere del lavoro che resiste alla crisi in Liguria: le Nuove
Tecnologie e ICT, il Turismo, l’Economia Portuale-marittima, i Servizi alla Persona, la Green Economy e
l’Artigianato. Qui i ragazzi con le famiglie avranno modo
di incontrare i professionisti e i giovani in formazione di
ogni settore e partecipare a laboratori, dimostrazioni
per conoscere meglio mestieri, professioni e i relativi
percorsi formativi.
Il Salone delle Famiglie
I genitori avranno a disposizione i laboratori di aiuto alla
scelta, i seminari per orientarsi e un grande incontro istituzioni-genitori sulla partecipazione delle famiglie all’emergenza educativa.
Il Salone degli Operatori
Convegni e seminari rivolti ad insegnanti, educatori e
operatori di orientamento avranno il loro culmine nel
Forum Internazionale sull’Orientamento, che si terrà il
18-19 novembre.
Il Salone dei Diritti, delle Opportunità e degli Stili di vita
Enti, Associazioni pubbliche e private di promozione e
tutela sociale e di volontariato stimoleranno a partecipare attivamente alla rimozione degli ostacoli per una piena
promozione della persona, attraverso lo sviluppo e la
tutela dei diritti. In questa edizione sarà anche presente
un’area dedicata all’Anno Europeo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale a cura del CELIVO e delle
Associazioni no-profit.
Un impegno che compie 14 anni
Ormai da quattordici anni la Regione Liguria si impegna,
con Orientamenti, ad operare per l'informazione sulle
opportunità di studio e di lavoro per i giovani. I suoi
obiettivi primari sono, tra gli altri, ridurre l’abbandono e
la dispersione scolastica, migliorare l’offerta formativa,
promuovere gli indirizzi scientifici e tecnologici, lottare
contro il bullismo e ogni forma di dipendenza, stimolare
la creatività e il talento giovanile, promuovere le filiere del
lavoro che in Liguria resistono alla crisi.
Ce ne parla meglio Sergio “Pippo” Rossetti, assessore al
Bilancio, al Patrimonio e all'Istruzione, alla Formazione e
all'Università per la Regione Liguria: «Sicuramente l'evoluzione dal 1996 ad oggi di Orientamenti ha consentito di
perfezionare la collaborazione con le province e con agenzie e soggetti educativi: sono cento gli eventi formativi
realizzati nel 2009, ventisette le aziende regionali, undici
le facoltà, tre i poli universitari presenti... Orientamenti è
un salone che permette di farsi un'idea più generale dell'offerta formativa sul territorio. La Liguria per quanto
riguarda l'orientamento è coordinatore nazionale di tutte
le Regioni italiane, e in virtù di questo organizza insieme
a due ministeri e alla Conferenza delle Regioni anche il
Convegno internazionale sull'orientamento. Nella nostra
cultura l'orientamento è sempre stato lasciato un po' alle
relazioni personali: si trova lavoro attraverso le conoscenze, non solo le raccomandazioni, ma anche proprio le
conoscenze che si intrecciano nel proprio percorso di crescita. L'attività di orientamento invece richiede anche una
competenza specifica che consente di comprendere sul
piano individuale in che cosa ci si potrà esprimere al
meglio. Credo che il salone Orientamenti sia un punto di
riferimento ormai nazionale e che sia utile per i ragazzi
così come lo è per i professori e i genitori partecipare e
capire quel che può interessare di più ciascuno». Quando
giunge il momento di abbandonare il mondo “protetto”
della scuola superiore ci si trova di colpo catapultati in
una selva di opzioni. Studio o lavoro? E perché non
entrambi? Quali le opportunità, quali le prospettive? Prima
ancora di scegliere è importante informarsi sulle possibilità: come fa oggi un ragazzo a prendere una decisione
consapevole? «Ci sono sicuramente molti strumenti ed iniziative – spiega l'assessore - generalmente tutte le scuole nella loro autonomia organizzano attività e azioni.
L'orientamento è un accompagnamento, non può essere
una conferenza, ed è utile che vengano chiamati degli
esperti che non solo descrivano il mercato, ma svolgano
anche un lavoro individuale: ognuno deve essere messo
in grado di poter scegliere autonomamente la strada che
lo porterà a realizzare i propri sogni». Certo le modalità
con cui si accompagnano i ragazzi nelle loro scelte sono
molto cambiate negli anni: rispetto al passato gli studenti godono di un sostegno maggiore, anche se dare consigli, soprattutto nel difficile frangente dell'attuale crisi
economica, non è semplice. «Sicuramente c'è un'attenzione rispetto a venti, venticinque anni fa, quando mi
affacciavo io al mondo dell'università. Esiste la possibilità di informarsi, ed ogni agenzia, compresa l'università,
Orientamenti
20
organizza momenti di incontro. L'orientamento si è diversificato ed articolato: i giovani sono nel momento della
scelta più importante, ma ormai si parla di orientamento
per tutte le fasce d'età. Bisogna arrivare alla consapevolezza che ognuno in definitiva è padrone di sé stesso. Non
sempre questo viene detto ai giovani, e non sempre viene
data loro questa possibilità. Io credo invece che attraverso internet, attraverso l'informazione, la richiesta di
aiuto ai centri che fanno le valutazioni del profilo professionale e quindi delle competenze e delle inclinazioni, si possa arrivare ad una consapevolezza più piena.
Il lavoro e il mercato del lavoro oggi rappresentano un
mondo sconosciuto e sotto questo profilo la Regione
Liguria e le istituzioni devono operare ancora di più perché fin dalla scuola ci sia una conoscenza di che cos'è il
mercato, un cantiere, un'industria, che cos'è una professione intellettuale piuttosto che manuale... La formazione
professionale è inserita nei processi del mercato del lavoro, il difficile è costruire un rapporto con la scuola e anche
con l'università. Abbiamo ancora strade molto lunghe da
percorrere per arrivare ad un risultato ottimale. Mi sembra
però che i ragazzi che oggi escono da scuola abbiano possibilità di orientamento significative».
E in più...
Moltissime le iniziative collaterali ai sei Saloni di
Orientamenti: i visitatori potranno prenotarsi per una visita del porto in battello, utilizzare i simulatori
dell’Accademia del Mare, scoprire i segreti di una motonave e il funzionamento di un impianto fotovoltaico. Tra
le altre attività, l’Associazione Panificatori della Provincia
di Genova propone Pan per focaccia: la scuola del fare,
una dimostrazione pratica di come si passi dagli ingredienti al prodotto, per poi gustarlo tutti insieme; gli
Istituti Alberghieri Liguri si sfidano in Bevi la vita: gare
nazionali di bio-cocktail e bio-drink; i Sert delle ASL liguri rendono un gioco i controlli del tasso alcolico nel sangue con Brinda in sicurezza: prova l’etilometro; la Regione
Liguria partecipa con i laboratori di educazione informatica, stradale e ambientale, coadiuvata dalle Forze dell’ordine, dal Corpo Forestale e dall’Esercito Italiano (con le
Accademie e i laboratori condotti dalla Polizia e dai R.I.S.
dei Carabinieri, la palestra di arrampicata dell’Esercito) e
dalla Croce Rossa (la tenda per le emergenze).
LA NOTTE DEI TALENTI
Quest'anno il salone Orientamenti non si
ferma nemmeno la notte: alle attività diurne si affianca la Notte dei talenti. Un evento voluto fortemente da regione Liguria,
Arssu e Agenzia Liguria lavoro per dare
spazio e premiare in un unico spettacolo i
tanti talenti liguri in ambito musicale, culturale ed artistico. Tre ore di show all'insegna, quindi, della musica e dell'intrattenimento. Tra i nomi già confermati ci sono gli
ironici Onirici, i Blue Beat e il Complesso di
Edipo. La macchina organizzativa è già
partita e lavora a pieno regime per offrire
a tutti gli spettatori uno spettacolo di grande qualità: la selezione tra i talenti liguri è
davvero difficile! L'appuntamento è quindi
per venerdì 19 novembre al padiglione C
della fiera di Genova dalle 20.45 in poi –
ma per chi non potesse essere fisicamente
presente, l'evento sarà trasmesso in diretta
su Radio Jeans, media partner ufficiale
dell'evento, in FM, satellite e streaming.
L’Assessore Sergio Rossetti
Orientamenti
21
RADIO IN PROGRESS
MENTRE PROSEGUONO LE INSTALLAZIONI DEI RADIOKIT NELLE SCUOLE,
IMPERDIBILE APPUNTAMENTO CON I RADIO DAYS A ORIENTAMENTI: TRE
GIORNI SULLE ONDE DELL’ETERE!
uarantasei i kit installati nelle scuole e nei centri
di aggregazione giovanile della Liguria: il progetto Radio Jeans comincia a camminare sulle sue
gambe! Le redazioni scolastiche hanno cominciato a costituirsi, con la diversificazione dei ruoli tra i partecipanti e
la strutturazione delle idee (moltissime!) in veri e propri
programmi. Seguendo un corso on-line per acquisire
dimestichezza con gli strumenti e con il linguaggio radiofonico, i giovani reporter stanno diventando gli animatori
di vere e proprie redazioni capaci di tenere in piedi una
radio “d'istituto”. Gli incontri settimanali nella sede
genovese e le riunioni nelle scuole permettono ai ragazzi di imparare come muoversi nel mondo della radio e
come veicolare la loro creatività con un mezzo che, pur
avendo spento da tempo le cento candeline, non è mai
stato così moderno ed accessibile.
I giovani reporter possono realizzare contributi e notizie e
caricarli autonomamente su una piattaforma on-line,
accessibile dal sito di Radio Jeans, autenticandosi con le
proprie credenziali. I contenuti da loro prodotti andranno
a confluire nella programmazione di Radio Jeans, sia sotto
forma di servizi inseriti in format comuni, sia sotto forma
di trasmissioni complete. Ad ogni contenuto pubblicato è
attribuito un punteggio, che contribuisce a far salire l'istituto che l'ha prodotto nella graduatoria dei più attivi.
Q
I RADIO DAYS
I tutor di Radio Jeans guideranno le
redazioni scolastiche in un percorso formativo intensivo che permetterà ai giovani reporter di sviluppare tutte le idee
e le proposte che già hanno partorito in
queste prime settimane di lavoro.
Orientamenti, con i suoi convegni e i
suoi incontri sul tema dell'educazione, è
un'occasione più che ghiotta per gli
aspiranti giornalisti che troveranno
pane per i loro... servizi e saranno aiutati nella realizzazione delle loro produzioni da voci più esperte. In questo contesto poi le redazioni scolastiche potranno
conoscersi e mettersi davvero in rete,
scambiandosi idee e consigli che saranno utili nel momento in cui i programmi
confluiranno nel palinsesto comune di
Radio Jeans.
Editoria
22
CHE TAGLIO!
NELLA STAMPA ITALIANA SI AVVICINA IL GIORNO DEL GIUDIZIO, QUANDO LO
STATO CHIUDERÀ PER SEMPRE I RUBINETTI. PUNENDO FINALMENTE I FURBI, MA
ANCHE CHI, MAGARI TRA MILLE DIFFICOLTÀ, CERCA DI FARE QUELLO CHE I
GRANDI GIORNALI NON FANNO
di Matteo Marchetti
Roma
ome ogni autunno che si rispetti, anche quest’anno il Paese segue con il fiato sospeso il
dibattito sulla Finanziaria, che comincia adesso.
Alcuni però, lo seguono con il fiato più sospeso degli altri.
Che la cultura non sia considerata “utile” in Italia lo sapevamo. Che non ci si volessero investire nuove risorse, ce
lo aspettavamo. Ma non ci rassegneremo mai ai tagli continui cui il settore cultura è sottoposto da anni.
Quest’anno, poi, si è decisa una norma senza precedenti:
i finanziamenti che vanno a giornali di partito, di cooperative o di associazioni senza scopo di lucro verranno
diminuiti di circa i due terzi. Così, di punto in bianco.
Rubinetto chiuso. Kaputt.
Qualche testata che rischia? L’Unità. La Padania. Il manifesto. Liberazione. Il Salvagente. Molti settimanali anche
di area cattolica, e così via. Poi certo, tra i giornali colpiti ce n’è anche qualcuno su cui si potrebbe discutere, tipo
il celeberrimo Il Campanile, quotidiano dell’Udeur di
Mastella omaggiato con milioni di prebende senza che per
questo ci si fosse mai preoccupati di farlo arrivare in edicola, o ancora come Il Nuovo Avanti!, nome glorioso per il
quotidiano di un partito che neanche esiste più - come il
suo giornale, in fondo. Ma anche, nel nostro piccolo, come
noi, come il vostro Zai.net, la cui sopravvivenza è messa
seriamente a rischio da questa sciagurata operazione.
Certo, già vi vedo: “Ah, ecco, questo scrive solo perché
riguarda loro”. Forse la pensate come Beppe Grillo, che in
maniera molto simpatica ha detto ai giornalisti del
C
Salvagente, anche loro a rischio, che non è per i tagli che
il loro giornale è a rischio, ma perché non vende; secondo
il nostro barbuto tribuno (lo stesso che nei primi anni 2000
diceva che oggi avremmo letto i quotidiani sui “flat reader”,
tavolette pieghevoli di plastica di cui non è rimasta traccia)
i giornali sono vecchi, la carta è vecchia, e lui è un figo perché con un tocco sullo schermo si scarica decine di libri.
Il punto è che, nonostante quello che pensa Beppe Grillo,
non è (solo) dalle vendite che si può giudicare un giornale. Lo conferma anche lui quando tutti i giorni si scaglia contro Repubblica e Corriere della Sera, quando gli
dice che sono asserviti al loro editore. Quelli sono i giornali più venduti, eppure non gli vanno bene. Beh, si rassegni, perché di questo passo fra un po’ in edicola arriveranno solo loro. Già, perché quando si parla di “cooperative” di giornalisti significa che non c’è un padrone. Che
le notizie sono libere. Che nessuno, tranne i giornalisti
stessi (e nel nostro caso, quindi, voi), decide quali sono i
fatti che meritano di essere raccontati, e che questa decisione viene presa soltanto in base a criteri trasparenti. Sui
giornali di partito, poi, inutile sottolineare come in
Parlamento ci sia già un politico in grado di pagarsi non
uno ma cento giornali. E come costui sia lo stesso che
decide questo taglio.
Ovviamente nessuno tra i giornalisti difende quei “furbetti del giornalino” che si sono arricchiti sfruttando le pieghe della normativa e succhiando più contributi pubblici
possibile. E anzi, tutti i cittadini devono essere felici che
si sia posto un freno a questo scandalo. Ma come al solito, come sempre in Italia quando si annunciano riforme,
cambiare la legge significa abolirla. E tanti saluti a tutti,
ai ladri e agli onesti.
24
GIOVANNI ALLEVI:
Il nuovo disco, “Alien”, e
l’intervista
LABORATORIO
MUSICA
27
SIMPLE PLAN:
Incontro all’Iday 2010
Musica
24
UN TIMIDO
SI BEMOLLE
DOPO IL SUCCESSO IN CINA E IN GIAPPONE E IN OCCASIONE DELL’USCITA
DEL NUOVO DISCO, “ALIEN”, GIOVANNI ALLEVI CI HA SPIEGATO PERCHÉ
VEDE ANCORA IL MONDO CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO
forte, è sempre con lui, ed eccolo in una nuova tournèe
di solo piano in cui amalgama il grande repertorio della
Liceo classico “Galluppi” - Catanzaro
storia della musica con le sue composizioni più amate
dal pubblico. Prima del concerto, che si è tenuto
1 anni, una laurea con lode in Filosofia, due diploall’Auditorium Parco della Musica di Roma, e in tenuta
mi conseguiti con il massimo dei voti in pianofordi jeans, T-shirt e Converse, Allevi mi riceve con il suo
te e composizione. Aggiungete una musica origiinconfondibile sorriso incorniciato dalla folta capigliatunale e carismatica e il gioco è fatto:
ra e l’abituale gentilezza.
Giovanni Allevi in pochissimo tempo
È difficile definirti, sia dal punto di
ha conquistato il panorama musicavista musicale - non fai né jazz e né
Perché
la
musica
le e soprattutto l'immaginario colclassica - sia dal punto di vista percomunque viene a
lettivo delle nuove generazioni, che
sonale, introverso ma allo stesso
affollano sempre i suoi concerti e trovarmi, bussa alla mia tempo esuberante; tu come ti
con le quali ha un rapporto priviletesta indipendentemente descriveresti?
giato. Tante le tournèe internaziona«Non è difficile. Anche perché ho
da dove mi trovo, dal
li; tra gli ultimi successi il debutto
elaborato, attraverso le mie ricerche
alla Carnegie Hall di New York e il
estetiche, una definizione ben preluogo geografico
concerto del primo settembre 2009
cisa di quella che è la musica clasall'Arena di Verona, dove si è esibisica contemporanea; cioè una musito con la "All Stars Orchestra" comca, un linguaggio che utilizza forme
posta da 90 elementi scelti tra i virtuosi più importanti
rigorosamente classiche e che organizza attraverso
del mondo. Ma il suo grande e unico amore, il pianoquelle forme contenuti che però sono presi in prestito
di Elena Dardano, 17 anni
4
25
dalla contemporaneità. Se, sillogismo, la musica classica contemporanea è così, non ho nessuna
difficoltà a ritenermi un compositore di musica classica contemporanea. Fermo restando che le definizioni contano fino ad un certo
punto, perché si tratta di un
appellativo che mi viene appiccicato dall'esterno e che non va a
cogliere la sostanza delle cose».
La musica è per te un linguaggio
universale che, anche in questo
tour, ti ha portato in giro per il
mondo. Cosa ti regalano questi
tuoi viaggi dal punto di vista
musicale?
«Può sembrare strano, ma non mi regalano pressoché
nulla. Perché la musica comunque viene a trovarmi,
bussa alla mia testa indipendentemente da dove mi
trovo, dal luogo geografico. Posso anche essere a casa
a lavare i piatti o a mettere in ordine. Quindi, la musica è per me indipendente e scollegata da ciò che sto
facendo».
Dal primo concerto fino ad arrivare agli ultimi, qual è
stato il più importante?
«Sicuramente il mio primo concerto a Napoli, dove ho
avuto un pubblico di cinque persone, perché quella
notte ho capito che la musica era la mia vita. E io non
sono più riuscito a pensare ad essa in termini di numeri: da quella notte so che ogni individuo è unico, irripetibile e a suo modo infinito».
Oggi sei una star: che emozione ti dà la gente che ti
ferma per strada, ti riconosce, ti elogia?
«Beh sì, devo fare i conti con questo fatto! Però, quando le
persone mi fermano per strada, io sento profondamente che
c'è un rapporto paritario. Cioè, non mi fermano delle persone banalmente perché mi hanno visto in televisione
oppure perché vogliono chiedermi un autografo e basta,
ma si crea sempre, anche in una frazione di secondo, un
piccolo contatto umano, un piccolo scambio di idee,
La nostra Elena con l’artista durante il loro colloquio
qualcosa che mi arricchisce. E quindi mi sembra che le
star siano loro, per la loro gentilezza, per la bontà, per
l'attenzione con cui seguono ciò che faccio».
Oltre agli elogi ci sono anche le critiche, tipo quella che
ritiene che in fin dei conti la tua sia robetta di poco
conto, facile da studiare ed elaborare, o ancora quella
che ti considera un personaggio costruito. Come rispondi a tutto ciò?
«No, non c'è necessità di rispondere. Ci ho messo un
anno e mezzo per capirlo, è la musica che bussa alla
mia testa, arriva già perfettamente strutturata, e io non
ho nessuna possibilità di scelta, e quindi nessuna critica
può cambiarla. Non può spostare di un semitono ogni
nota messa lì. Poi ho capito che la mia musica fa paura
perché il nuovo ha sempre difficoltà ad essere recepito.
Andando indietro, mi sono accorto che la stessa sorte è
toccata anche a Puccini, a Berner, a Mozart, quando per
esempio eseguì per la prima volta la sinfonia 40, che è un
capolavoro. Alla fine ciò che conta è che io trovi ancora la
forza di scrivere musica, di affrontare un palcoscenico, che
esistano persone straordinarie che amano la mia musica
e la nobilitano delle proprie emozioni».
Grazie a te molti giovani – tra cui la sottoscritta – si
sono avvicinati alla musica classica o al pianoforte. Sai
Musica
26
spiegare il perché di questo effetto?
«Ne sono profondamente lusingato! Resta un mistero il
motivo per cui le nuove generazioni abbiano rivolto una
così grande attenzione nei confronti della mia musica.
Mi riempie di felicità, mi sento quasi onorato, ma sento
anche molto la responsabilità di un gesto del genere.
Questo succede forse perché non mi sono mai messo in
cattedra nei confronti dei giovani, e questa – lo sappiamo bene – è un'epoca in cui tutti quanti dicono loro
quello che devono fare, dimenticando che non hanno
alcun bisogno che altri impongano delle direttive. Poi
un altro motivo è che probabilmente la mia musica è
uno specchio di questa società contemporanea, cioè
parla proprio il linguaggio dell'adesso e non di ciò che
è stato concepito due secoli fa».
Un brano che suscita in me sempre forti emozioni è
Back to Life: cosa hai voluto esprimere?
«Il Ritorno alla vita, perché io sono una persona molto
ansiosa. Ho sofferto e soffro tuttora di ansia e panico.
Mi rendo conto di essere immerso in un mondo ipercompetitivo, in un mondo ancora scolastico, nel senso
che è una società che ci chiede sempre, ci interroga
sempre e ci dà un voto. Tutti giudicano tutti, danno
sempre un voto a qualcuno. Sembra di non aver mai
lasciato, in fondo, i banchi di scuola. E tutta questa
corsa alla perfezione ad un certo punto mi ha fatto
mancare l'aria. Poi però ho capito che la mia musica
aveva tanta forza soprattutto perché alla sua base, nel
suo cuore, nel suo nucleo, c'è la mia fragilità. Quindi ho
capito che la mia forza è la fragilità, una fragilità che
non va nascosta, ma un elemento prezioso da conservare. Quando ho scoperto questo, ho cominciato di
nuovo a respirare, ho avuto la sensazione di tornare a
vivere. In quel momento il brano Back to life è arrivato
nella mia mente e si è sposato con questo momento
importante della mia vita».
C'è una composizione preferita?
«L'orologio degli Dei. Mi regala grandi soddisfazioni e
Per l’autunno Allevi ha regalato ai
suoi fan Alien, il nuovo disco di inediti di piano solo, registrato presso
il prestigioso Auditorio dell’RSI RADIO SVIZZERA ITALIANA a
Lugano, luogo “sacro” della musica classica dove hanno suonato
negli anni grandissimi artisti, da
Igor Strawinsky a Martha Argerich.
«La creazione musicale mi porta in
luoghi talmente lontani dalla quotidianità, astratti e al tempo stesso
emotivi, che ogni volta mi ritrovo a
guardare il mondo con occhi
nuovi, tanto da sentirmi un alieno
circondato da alieni.
Alien - racconta Allevi - è un disco
sperimentale, dove la ricerca
musicale è tesa verso la dilatazione delle forme e il raggiungimento
di una purezza maniacale del
suono, volti ad esaltare le sonorità
e i ritmi della contemporaneità».
mi impaurisce, perché per me è molto difficile da eseguire. Ma quando, quelle poche volte, arrivo alla perfezione,
allora sento che succede qualcosa nel pubblico che va a
toccare proprio le corde profonde; io rimango immobile,
in silenzio, e intorno a me il delirio: bellissimo».
Come vivi il rapporto tra musica e filosofia?
«La filosofia mi aiuta tantissimo, soprattutto la logica di
Hegel; quando l'ho studiata all'università mi è sembrato un ragionamento arido, difficile, adesso invece ho
capito la grandezza di quel pensiero. Ossia c'è uno spirito del tempo, una realtà che ci circonda nella sua totalità: tutto ciò che viene pensato, che viene fatto, tutto
è lo spirito del tempo. Esso si evolve, si muove ed è
sempre nuovo, torna sui suoi passi, ma è sempre
nuovo. Se l'arte è una manifestazione dello spirito del
tempo, vuol dire che ci sarà sempre una nuova arte, ci
saranno sempre un nuovo Mozart, un nuovo Beethoven,
un nuovo Einstein. Quindi non bisogna aver paura di
creare un’arte che sia una manifestazione dell'adesso,
dell'oggi, dello spirito del tempo».
Ultima domanda: se fossi una nota quale vorresti essere e perché?
«Il Si bemolle! Non so perché, è che mi sta simpatico il
Si bemolle: lui sta lì, un po' triste, un po' in disparte...
Mi fa tenerezza il Si bemolle!».
Resta così impressa nella mia mente l'immagine di un
Giovanni Allevi sorridente e disponibile, professionale e
determinato. Dopo averlo salutato, mi affretto a prendere posto in cavea per gustarmi il concerto. Che emozione ascoltare dal vivo le sue composizioni più famose! Il concerto finisce così, con un timido Allevi sul
palco e con le sue magiche note che vibrano nel cielo
stellato di Roma.
Dalla notte del mio primo
concerto a Napoli so che ogni
individuo è unico, irripetibile e a
suo modo infinito
Musica
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IDAY 2010:
LET’S MAKE
THIS LAST
FOREVER
AND EVER
di Chiara Colasanti, 19 anni
Perugia
LA MAGIA DEL BACKSTAGE,
L’INTERVISTA COI SIMPLE PLAN,
L’EMOZIONE DELLA MUSICA E DEL
PUBBLICO IN DELIRIO: CRONACA DI
UNA GIORNATA AI LIMITI
DELL’INCREDIBILE
bbene sì, anche io mi trovavo all'Arena Parco
Nord di Bologna per assistere all'evento dell'anno: All Time Low, Simple Plan, Sum41 e Blink182
tutti sullo stesso palco, nello stesso giorno e... lì per
noi! Ma procediamo con calma. Era un’assolatissima
giornata di settembre, la brezza soffiava leggera... ok,
troppa calma. Velocizziamo, che è meglio.
E
Dopo mesi e mesi di attesa finalmente mi ritrovo davanti
l'arena e solo a vedere la gente che si affollava all'entrata e continuava ad arrivare con ogni mezzo immaginabile,
il battito cardiaco aumentava senza alcun ritegno.
L'emozione era palpabile, ma non solo per l'evento in sé
per sé: di lì a poco avrei fatto un'intervista con i Simple
Plan, il primo gruppo straniero che mi ha infiammato il
cuore da adolescente (i Backstreet Boys sono “relegati” al
limbo dell'infanzia!), il gruppo che seguo da quando ho
14 anni e che riesce, con la sua musica, a farmi arrivare
fino in Canada e tornare nel tempo di una canzone. Ma la
professionalità prima di tutto…
Quindi, con il battito stra-accelerato riesco ad entrare
nel backstage con la mia amica Valentina.
Improvvisamente non ho sentito quasi più nulla: ho
visto gli autobus delle band, ho visto i tecnici che stavano mangiando, ho visto... il cantante degli All Time
Low! Alex chiacchierava tranquillamente con lo staff
sotto gli occhi inquisitori di noi quattro (con noi c'erano
due ragazze dello street team ufficiale dei Simple Plan che
hanno intervistato David, Pierre e Jeff ) che non sapevamo
se fosse possibile chiedere una foto o meno. Quando
però abbiamo visto Tom De Longe (dei Blink182 per i
“profani”) non siamo riuscite a trattenerci e siamo scoppiate in una serie di esclamazioni (sempre a bassa voce!)
varie. Per non parlare di quando ci siamo trovate davanti
Mark Hoppus (sempre Blink182) e Jack degli All Time Low.
Insomma, sembrava di essere in un'altra dimensione e ci
stavamo quasi per abituare quando...
E adesso, tocca a noi
Ok, bene. Entriamo nella zona dei camerini con andatura tremolante ma non troppo per non dare nell'occhio
e... eccoli. Stringiamo le mani a David, a Seb e a Chuck.
Cerco Pierre (il cantante, il mio amico del cuore ideale
sin da quando ho 14 anni) con lo sguardo, ma non trovandolo e temendo di fare una brutta figura lascio per-
Musica
28
dere la ricerca ed entriamo in una stanza per l'intervista insieme a Seb, il chitarrista, e Chuck, il batterista.
Dire che sono stati fantastici è poco: era la mia prima
intervista live in inglese, sono il mio gruppo preferito,
c'era una serie di circostanze contingenti che mi stavano facendo tremare, eppure... ho riso tantissimo, non
ho avuto problemi a capire cosa dicessero e, soprattutto, sono riuscita a farmi capire!
Iniziando dalla battuta iniziale con la quale Chuck ha rotto
il ghiaccio - affermando che Zai.net è il suo giornale italiano preferito - e Seb che ha sguainato il suo palmare
perché voleva “followarlo” (in gergo!) su Twitter... l'intervista si è svolta tra una risata, una battuta e Valentina che
emozionata faceva le foto in giro per la stanza.
Cosa ci potete dire del nuovo album?
CHUCK: «Direi che è stato decisamente divertente, adesso siamo quasi a metà strada. Dovrebbe uscire all'inizio
del nuovo anno e speriamo di poter iniziare il tour il
prima possibile anche in Europa, e in Italia, certamente!
So che magari è ovvio che io dica questo, ma penso sia
il migliore album che abbiamo mai fatto».
SEB: «Assolutamente! Ogni album è il migliore che
abbiamo mai fatto!».
Come vi sentite a suonare di nuovo qui in Italia dopo
due anni, su questo palco, con queste band?
CHUCK: «Fantastico, è fantastico!».
SEB: «Assolutamente: l'Italia è sempre stata una delle
nostre nazioni preferite! Le ragazze sono “hot”, i ragazzi cantano sempre fortissimo. Il cibo è fantastico: amiamo mangiare qui! E siamo davvero superfelici di rivedere i nostri fans!».
CHUCK: «Penso che questo festival sia qualcosa di
incredibile per noi: All Time Low, Sum41, Blink182 sono
band fantastiche, ci sentiamo a nostro agio sia sul
palco sia con loro nel backstage».
Una curiosità: qual è la canzone che amate suonare più
d’ogni altra?
SEB: «Oh, io mi sento molto su di giri quando suoniamo la
nuova canzone, You suck at love, che sarà nel nuovo album.
Oltretutto rappresenta molto bene il lavoro che stiamo
facendo adesso... Quindi, sì, direi la nuova canzone!».
CHUCK: «Una canzone che amo davvero suonare è
Jump, per la reazione della folla (andate a sentirvela se
non l'avete mai ascoltata, datemi retta, ndr)!».
Quali sono i vostri progetti futuri, anche riguardanti il
nuovo album?
SEB: «Già poter dire di star registrando il quarto album
è qualcosa di incredibile. Sai, siamo particolarmente
felici di essere ancora in giro: i fans sono ancora molto
felici di noi, ci seguono in tantissimi ed è la cosa migliore che potesse mai succederci! L'unica cosa che vogliamo fare è andare OVUNQUE... sia dove siamo già andati, sia in nuovi posti. Penso che questo ci prenderà i
prossimi due anni!».
CHUCK: «Certo, oltretutto vorremmo sicuramente fare un
nuovo dvd, ci stiamo lavorando. Sebastian sta registrando parecchie cose al momento, Pierre poi sta quasi
sempre filmando qualcosa! Vogliamo essere sicuri di
accontentare le richieste dei fans (il fatto che chiamano
i loro supporters “kids” è uno degli altri motivi per cui
amo l'inglese/americano, ndr), fare un grande tour con
belle band. Sicuramente porteremo in Europa con noi
29
I Simple Plan al completo: in ordine David Desrosiers,
Sébastien Lefebvre, Jean-François (Jeff) Stinco,
Charles-André (Chuck) Comeau, Pierre Bouvier
qualcuno di incredibile».
Come vi sentite ad essere conosciuti in tutto il mondo e a
sapere che siete degli esempi per le band emergenti?
SEB: «Penso sia fantastico!».
CHUCK: «Penso che sia davvero speciale sapere che l'album
a cui stai lavorando è atteso da tanta gente e che quella
stessa gente non ha mai smesso di seguirti, di supportarti
e di darti il suo appoggio. Siamo davvero molto fortunati: al
giorno d'oggi ci sono tantissime band e avere un pubblico
che ci segue e che ci vuole bene... beh, è la sensazione più
bella che si possa immaginare».
Cosa consigliate alle band che magari adesso suonano
nei garage e si lasciano ispirare dalla vostra musica?
SEB: «Lavorare duro!».
CHUCK: «Assolutamente: suonare tanto, fare tante
prove e soprattutto essere amici: le persone nella band
devono piacerti. Se non ti piacciono non riuscirai mai a
viverci a contatto ogni giorno! Fate tantissime date, con
chiunque, con tutte le altre band che conoscete: questo
vi aiuterà molto! Ma la cosa più importante: non mollate, non abbandonate mai il sogno! Se mollate non succederà nulla: tenete duro!».
Dopo aver firmato il “guest book” (il mio diario è stato
ribattezzato) e aver fatto le foto di rito ci siamo congedate molto a malincuore tra abbracci e promesse di rivederci alle prossime date (non sanno con chi hanno a che
fare).
Una volta uscite fuori dalla zona backstage ed esserci
addentrate nella folla che ballava e cantava con i Leeches
(gruppo sconosciuto ai più, non si sa perché fossero loro
gli unici italiani sul palco. La maggioranza di noi ci avreb-
be visto molto meglio i Vanilla Sky ma... vabbè!) abbiamo
sfogato l'adrenalina accumulata e poi ci siamo buttate
nella mischia per cercare di piazzarci in una postazione
decente.
Dopo che il telone degli All Time Low si è abbassato
viene “issato” quello dei Simple Plan. Ok, calmiamoci.
La prima volta che li vedo live dopo anni di attesa e
due concerti saltati... ce la posso fare. Un'esibizione
meravigliosa, anche questa condita di battutine spinte
e siparietti comici che non scorderò facilmente
(“Bolonia, siete belissimo!” cit. Pierre Bouvier) e soprattutto Take my hand, la mia canzone preferita, durante
la quale giuro che non mi ricordo cosa ho fatto!
Dopodiché arrivano i SUM41: e qui l'atmosfera si riscalda
davvero. Finalmente, con il calar delle tenebre e l'atmosfera adatta (e soprattutto il buio necessario per far vedere i giochi di luce sul palco) compaiono loro. I Blink182.
Ditemi che non sto sognando. Non sono una fan accanita, ma l'emozione è stata qualcosa di indescrivibile anche
per me. Vedere le persone che si commuovevano su Stay
together for the kids, il pogo impazzito, i brividi su I miss
you, i salti senza freni su First date e All the small things,
la tremarella emozionale su Always... indescrivibile. Non
riesco a trovare le parole.
Penso che una giornata del genere sarà difficile da ripetere, ma sono contenta di averla vissuta, insieme a tutte
le persone che ho incontrato (e finalmente conosciuto!),
perché così potrò raccontare ai miei nipoti che... la nonna
c'era. Allora sì che potrò dire anche io “Non potete capire: ai miei tempi io... li ho visti tutti insieme!”.
Talent scout
30
NO BOW DOWN
INCONTRO CON UNA BAND EMERGENTE SPEZZINA CHE PROPONE UN
GENERE MUSICALE ANCORA POCO CONOSCIUTO: IL POST-GRUNGE. NOTE
SUI LORO INIZI, SUI PROGRESSI E SUGLI SVILUPPI FUTURI
di Chiara Piotto, 17 anni
Liceo scientifico “A. Pacinotti”, La Spezia
e sei stufo della solita musica commerciale e sei alla
ricerca di qualcosa di nuovo per le tue orecchie, le
band emergenti potrebbero regalarti molte soddisfazioni. Sono svariati, infatti, i gruppi musicali “fatti in
casa” che non si limitano a suonare nei vecchi garage, ma
organizzano anche serate nei locali cittadini. Come i No
Bow Down. Insieme dal 2008, Riccardo, Michele, Michael,
Edoardo ed Eugenio, in arte Ricky, Mike, Maik, Shaq e
Eddy, sono uniti da una unica grande passione per la
stessa musica che stanno cercando di far conoscere nelle
loro canzoni. E ci riescono. Con i loro primi pezzi, in un
vero lavoro di gruppo, e con il nome enigmatico e al
tempo stesso chiaro di “Senza inchino”, i ragazzi mostrano di avere stile da vendere, e non hanno difficoltà a farsi
riconoscere da subito nella cerchia musicale spezzina.
Ispiratisi ai gruppi dall’eterna fama dei primi anni Novanta
come i Nirvana, i Red Hot Chili Peppers e i Verbena, i No
Bow Down si distinguono subito per la loro musicalità, che
varia di intensità ma rimane sempre carica di adrenalina.
Questo risultato non è certo nato dal nulla: tra una pausa e
l’altra in attesa di un nuovo concerto nei locali spezzini,
pochi e spesso poco aperti alle novità, i ragazzi infatti non
sono stati certo con le mani in mano, ma hanno colto quante più occasioni possibili per promuoversi nel difficile
mondo della musica; partendo dalle prime serate organiz-
S
zate in sale meno conosciute, hanno partecipato anche a
contest più importanti al Jux Tap di Sarzana e in Canniccia,
in Versilia, fino ad aggiudicarsi questa estate uno dei posti
in finale tra più di cento band da tutta Italia all’Emergenza
Live Band Festival di Pisa.
I temi trattati nelle canzoni sono molteplici e variano da
quello sentimentale, come nel loro cavallo di battaglia My
Obsession, o in Long my way, a quello più liberatorio,
capace di dare sfogo alla propria carica emotiva, come in
Bound e in Insomnia, a quello politico, come in Clench
one’s feast in fury a, per finire, quello sociale, come in
Monotonia, il loro ultimo singolo ancora inedito.
Da notare e da elogiare la scelta di comporre in prima persona i pezzi, anziché limitarsi a essere una cover band
come molte altre. La loro capacità di composizione dona,
infatti, un tocco in più ai brani. Il che non è poco consi-
Caccia ai No Bow Down sulla rete
Chi fosse interessato alla possibilità di ascoltare qualcosa di veramente nuovo, può trovare tutti i brani dei No Bow Down e ascoltarli
sul
loro
profilo
Myspace
(www.myspace.com/nobowdown), dove
sono anche disponibili alcuni dati personali
dei giovani musicisti. Le date dei concerti
sono pubblicate sulla loro pagina
31
Da sinistra, Eddy, Mike, Shaq, Ricky e Maik, che
mimano i loro "strumenti d'azione".
In basso, un particolare dei visi di Mike Eddy e Ricky
derando quanti concorsi per band emergenti richiedano
espressamente canzoni inedite ai partecipanti.
Ma come sono, visti più da vicino, i componenti della
band? A prima vista, diversi; uno più sportivo, l’altro più
impostato, sembrano non potersi amalgamare perfettamente, ma dategli i loro strumenti in mano, una batteria, un
microfono, un basso e due chitarre, e subito dimostreranno
di essere legati dalle note delle loro canzoni in modo indissolubile.
Parlano di una musica comune che li mette d’accordo, di un
ritmo che viene da sé, che quasi si compone da sé. Non si
lamentano certo di tutte le ore passate a provare, per raggiungere lo stato finale di ogni singolo pezzo; non c’è fatica per chi nella musica trova la propria passione.
E proprio per questa passione, e nonostante non abbiano
alcun contratto con case discografiche, i No Bow Down
hanno anche già registrato, il 5 e il 6 dicembre del 2009, il
loro primo cd, dal titolo Necessity ‘N Pain, composto da 6
delle 12 canzoni finora scritte, oltre a quelle ancora in fase
di assemblamento. La band sta inoltre già pensando a un
nuovo cd, che rispecchi di più loro stessi e i continui e la
loro crescita musicale.
My Obsession è capace di
tirar fuori la parte sentimentale e
malinconica di me. È così che
funziona nella musica, la tua
musica, niente è lasciato al caso,
ma tutto ha un significato. E il
bello è che il significato viene fuori
da sé, senza bisogno di cercarlo»
(Michele, il cantante)
36
PALCOSCENICO:
E vai col... Napoletango!
LABORATORIO
GIOVANI
CRITICI
38
MOVIMENTEEN:
I lavori dei finalisti
Palcoscenico
34
CINQUE
SPETTACOLI
PER DAR
VOCE AL
NUOVO
TEATRO
RIAPRE LA STAGIONE DEL TEATRO
STABILE DI GENOVA, E CON ESSA SI
INAUGURA UNA NOVITÀ: LA
RASSEGNA DI TEATRO
CONTEMPORANEO AL DUSE, CHE
CONFERMA L'INTERESSE PER LA
DRAMMATURGIA DEL NOSTRO TEMPO
di Alice Golisano, 16 anni
Liceo classico “Mazzini” - Genova
ià da qualche anno i testi degli autori contemporanei vengono proposti al pubblico genovese sotto forma di mises en espace; qualcuno
poi entra a pieno titolo in cartellone, ma molti altri
meriterebbero la stessa sorte. Così nasce l’idea di far
salire sul palcoscenico del Duse cinque spettacoli che
mostrino al pubblico anche questo aspetto del lavoro di
produzione dello Stabile.
Ecco qualche anticipazione.
G
dal 9 al 16 novembre
CONTROTEMPO
di Christian Simeon
La storia è ambientata a New York, martedì 11 settembre 2001. Jeanne è una musicista francese che quella
mattina dovrebbe avere un'audizione con un celebre
direttore d'orchestra, ma il suo fidanzato, Greg, che
lavora al World Trade Center, l'ha inavvertitamente chiusa in casa; la ragazza cerca tutte le soluzioni possibili
per uscire di casa, tentando anche di convincere Greg a
tornare a casa per aprire la porta. Forse Jeanne avverte
la tragedia che colpirà la sua città?
dal 18 al 25 novembre
IL RAGAZZO DELL'ULTIMO BANCO
di Juan Mayorga
Le correnti narrative dello spettacolo sono due: quella
tra Claudio, liceale molto portato per la scrittura, e
Germàn, suo professore di lingua e letteratura, e quella
tra l'autore, ovvero Claudio, e il suo personaggio, che
altri non è che la trasposizione su carta del suo compagno di classe Rafael. Dalle pagine scritte dal ragazzo
emerge una realtà che sgomenta il suo professore e la
moglie, quella realtà piccolo borghese della Spagna
durante la nuova crescita economica.
dal 27 novembre al 4 dicembre
UN POSTO LUMINOSO CHIAMATO GIORNO
di Tony Kushner
L'opera è ambientata a Berlino nei primi anni Trenta; la
Repubblica di Weimar si sta progressivamente sgretolando
e Hitler sta acquistando potere sempre più velocemente. La tragedia imminente è vissuta da un gruppo di giovani artisti prima divisi dall'ideologia, poi costretti alla
fuga a causa dell'affermazione del nazismo.
dal 7 al 14 dicembre due monologhi:
INGANNATI E LA GUERRA DI KLAMM
Il primo è tratto da "Uomini sotto il sole", libro scritto dal
giornalista e militante palestinese Ghassan Kanafani, ucciso a Beirut da un ordigno esplosivo nel 1972. L'opera
narra le vicende di tre emigranti clandestini che viaggiano
in un'autocisterna che dovrebbe condurli in Kuwait.
Il secondo, scritto da Kai Hensel, vede in scena un professore che cerca di convincere una classe, che gli ha
dichiarato guerra di mutismo, di non essere la causa del
suicidio di un ragazzo, provocato da un voto negativo
che aveva portato il giovane alla bocciatura. Il professor Klamm cerca di difendersi in ogni modo, mal celando la sua crisi esistenziale in uno spettacolo dai toni via
via sempre più drammatici.
dal 16 al 23 dicembre
IL BUIO DI GIORNO
Opera del drammaturgo svedese Henning Mankell, narra di
un padre e sua figlia, immigrati clandestini, costretti a vivere nascosti in un appartamento nella periferia di una città
europea, in attesa di falsi documenti e di una nuova vita.
Il padre vive nel terrore e nella consapevolezza del disfacimento della propria identità culturale.
Gli abbonati che scelgono di vedere – con un tagliando
dell’abbonamento – almeno uno di questi spettacoli possono assistere agli altri o con altri tagliandi dell’abbonamento o pagando ogni volta il prezzo speciale di Euro 7
a spettacolo (se adulti) e di euro 4 se giovani fino ai 26
anni. Per ottenere questo sconto è sufficiente presentare
alle casse del teatro l’abbonamento usato per assistere al
primo dei cinque spettacoli speciali.
Un tè all’Opera
35
PRIMA
DELLA
PRIMA
REDUCE DAL SUCCESSO
RACCOLTO A ROMA NEI
PANNI DI ELISABETTA I NEL
“ROBERTO DEVEREUX” DI
DONIZETTI, CARMELA
REMIGIO, ARTISTA DI
SOPRAFFINA ELEGANZA
VOCALE E AFFASCINANTE
PRESENZA SCENICA, CI
RACCONTA I SEGRETI E I
RETROSCENA DELLA VITA
DEI CANTANTI LIRICI
di Jacopo Zoffoli
urante un convegno al Palazzo dei Congressi di
Roma, sgattaiolo di soppiatto fuori dalle sale dove
si discute di giovani e di scuole, mi chiudo in macchina e chiamo al telefono la signora Remigio che gentilmente ha accettato di concedermi l'onore di una chiacchierata, perché è così che amo definire le mie interviste.
Come è nata la sua passione e quando ha capito che il
semplice hobby si stava trasformando in lavoro?
«Oserei dire che il mio avvicinamento a questo mondo è
stato del tutto casuale. Mio fratello studiava musica e così
ho cominciato a prendere lezioni di violino per gioco. Un
giorno, avevo quindici anni, il mio maestro mi consigliò di
prendere lezioni di canto perché mi avrebbe aiutato nel
fraseggio dello strumento e perché sarebbe stato divertente. Due anni dopo ho vinto il concorso Pavarotti
International Voice Competition a Philadelphia e lo stesso
anno ho debuttato nel ruolo di Alice nell'opera Alice nel
Paese delle Meraviglie di Testoni al Teatro Massimo di
Palermo. Confesso che non ero mai stata in un Teatro
dell'Opera e, quindi, proprio come il mio personaggio, mi
sentivo io per prima nel paese delle meraviglie, un mondo
misterioso e diverso da quello che c'era fuori. Quando si
lavora dentro ad un teatro lirico ci si sente come in un
mondo parallelo, la sensazione è meravigliosa».
Quali sono le difficoltà e i rischi nello studio del canto? É
importante il rapporto con il maestro? Come si fa a riconoscere un buon maestro da uno cattivo?
«È un discorso molto complesso e personale. Bisogna
tenere in considerazione due fattori fondamentali: il primo
è che la tecnica del canto per chi vuole fare questa professione è essenziale, il secondo è che noi cantanti abbiamo uno strumento interno, invisibile, ognuno ce l'ha differente dagli altri. Quindi un maestro di canto che si
rispetti deve anche assumere il compito di guida psicologica, cercando di capire la maniera migliore di adattare la
D
tecnica al corpo. Per quanto riguarda la seconda parte
della domanda, un cattivo maestro lo riconosci quando
senti che la voce si affatica durante le lezioni; nel momento in cui capisci che un certo maestro non sta facendo un
buon lavoro, non bisogna aver paura di lasciarlo. Del
resto ne vale della nostra carriera».
Con le difficoltà che si incontrano oggi nel campo del teatro e dell'opera, può succedere che un artista pur di cantare e guadagnare (non si vive solo di musica, del resto)
possa prendere ingaggi che non siano alla sua portata.
Quali sono i rischi?
«È in questo frangente che entra in campo la figura dell'agente. Gli agenti devono saper consigliare i loro artisti,
non essendo solamente uffici di collocamento per cantanti. Devono saperti dire quando aspettare, quando iniziare
a prepararti per un determinato ruolo e quando è il
momento per lanciarsi in una nuova avventura. La voce è
uno strumento molto particolare, cresce con noi, perciò
dobbiamo assecondarne l'evoluzione cercando di non forzarlo mai, altrimenti riceverà un’usura precoce e, quindi,
tutti gli anni di studio e i sacrifici diventeranno vani».
Quali sono i sacrifici di cui parla?
«Beh, la voce è molto sensibile al nostro stato d'animo,
quindi bisogna cercare di non stressarsi, di non affaticarsi, dobbiamo sempre stare attenti al clima. L'aria condizionata è un vero killer. In ultima battuta, dobbiamo lottare contro lo stereotipo dei cantanti lirici grassi e brutti:
ormai il modo di fare opera è cambiato, la gente non può
vedere una ventenne morente di tisi sulla scena che pesa
cento chili, non sarebbe più credibile, non lo è mai stato.
Quindi dobbiamo anche stare attenti a non mangiare troppo per non ingrassare!».
Attacco e torno silenziosamente nelle sale del Palazzo dei
Congressi felice del bellissimo incontro e trepidante all’idea di trasmettere le mie emozioni ai miei giovani lettori.
Recensione
36
E VAI COL…
NAPOLE
IL NUOVO SPETTACOLO DI GIANCARLO SEPE METTE IN SCENA AL TEATRO
ELISEO DI ROMA UNA PERFETTA COMBINAZIONE DI PASSIONE ED
EFFERVESCENZA, TRADIZIONE E TRASPORTO
di Cristina Altomare, 15 anni
Liceo classico “Dante Alighieri” - Roma
re 21.15. Si spengono le luci nel teatro, ma il
palco è vuoto. Gli attori non ci sono: sono sulle
balconate, bisbigliandosi indistintamente qualcosa. Questo l’insolito esordio di Napoletango, rappresentazione in cui gli attori non recitano sul palco, il pubblico
non è più solo spettatore, le immagini diventano parole.
Gli Incarnato sono una famiglia chiassosa e disorganizzata, con una forte passione per il tango, che decide di mettere in scena uno spettacolo di ballo. Si assiste, quindi, al
tentativo dell’organizzatrice di conferire sobrietà alla compagnia e di rendere meno sgraziati i movimenti dei componenti, imponendo ritmi serrati e poco sonno.
Una trama vera e propria è difficile da individuare e i dialoghi sono a tratti confusi - mancando un vero e proprio
filo conduttore -, ma questo non lede la forza evocativa
delle scene; vincente la brillantezza delle azioni e la sfacciataggine di alcune trovate sceniche, che evidenziano il
carattere schietto e naturale della scena.
Gli occhi restano incollati ai personaggi - sul palco, in platea, sui palchetti - per un’ora e mezza di coups de théâtre senza interruzione: inaspettati cambi di scena, attori
che imbracciano le sedie e si trasferiscono nella sala, il
raffinatissimo esempio di tecnica di due ballerini professionisti accostata a sketch bizzarri e irriverenti.
Emblematica la partecipazione del pubblico, che si fa trasci-
O
nare dalla spontaneità del contesto e ne asseconda lo spirito coinvolgente: metà del teatro - e la metà più distinta e
seriosa, soprattutto - a fine spettacolo ballava, mentre l’altra metà osservava, ammirata, la capacità degli attori di convincere cortesemente donne allampanate e signori impacciati ad esibirsi in un garbato tango tra le poltrone. In fondo,
cosa più è paradossale dopo aver assistito alle eccentriche
prove di ballo di una caotica famiglia napoletana? Nessuno
più si preoccupa di non aver mai ballato latino-americano
dopo aver visto i tentativi fintamente maldestri degli attori
di coordinare braccia e gambe. Nessuno più finge di non
aver voglia di lasciarsi guidare in un tango, dopo la smania
di danzare simulata dagli attori. Palesa l’emozione degli
spettatori l’interminabile e meritatissimo applauso finale,
che premia la bravura degli attori-ballerini.
Tanto di cappello al regista Giancarlo Sepe, che non si
smentisce (sua la regia di Shakespeare Low, all’Eliseo di
Roma della scorsa stagione), ma supera se stesso nelle
estrose scelte registiche, grazie alle quali lo spettacolo
raggiunge alti livelli di rappresentazione.
Grazie all'idea originale, il lavoro di preparazione di mesi,
le accurate selezioni e il laboratorio teatrale della durata
di quattro settimane da cui sono stati scelti quindici professionisti tra attori, ballerini, musicisti e acrobati, Sepe è
riuscito a fondere la passione del tango argentino con la
musicalità di una Napoli permeata di tradizioni.
Lo spettacolo, che ha debuttato in prima internazionale
il 18 giugno al prestigioso Teatro San Carlo di Napoli e
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PROSSIMI APPUNTAMENTI
AL TEATRO ELISEO…
16 | 28 Novembre 2010
Elisabetta Pozzi
Alvia Reale
Eva Robin's
Tutto su mia madre
testo teatrale di Samuel Adamson
con Paola Di Meglio, Alberto Fasoli
basato sul film di Pedro Almodovar
regia Leo Muscato
30 novembre 2010 | 9 gennaio 2011
Leo Gullotta
Le allegre comari
di Windsor
di William Shakespeare
con Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer
regia Fabio Grossi
…E AL PICCOLO ELISEO
16 | 28 novembre 2010
Prenditi cura di me
scritto e diretto da Giampiero Rappa
TANGO!
Napoletango
ideato e diretto da Giancarlo Sepe
con Stefano Capitani, Gino Curcione, Susy
Del Giudice, Sergio Di Paola, Cristina
Donadio, Giovanna Famulari, Antonio
Gargiulo, Elena Gigliotti, Cristina Messere,
Francesco Moraca, Pablo Moyano, Matteo
Nicoletta, David Paryla, Giorgio Pinto,
Giuseppe Pisacane, Caterina Pontrandolfo,
Dora Romano, Marcela Szurkalo, Nella
Tirante, Luca Trezza
regia Giancarlo Sepe
musiche originali Luis Bacalov
Teatro Eliseo / Napoli Teatro Festival Italia
Lo spettacolo rimarrà in scena al Teatro
Eliseo di Roma fino al 14 novembre; in tournée sarà a Parma, Bari, Torino, Palermo,
Napoli.
ha aperto la stagione dell’Eliseo di Roma il 14 ottobre,
esporterà questa curiosa interpretazione del tango in
chiave napoletana in tutta Europa. E non c’è da stupirsi: un piccolo capolavoro.
Sepe è riuscito a fondere la
passione del tango argentino con
la musicalità di una Napoli
permeata di tradizioni
30 novembre | 12 dicembre 2010
La bottega del caffè
di Carlo Goldoni
regia Antonio Zavatteri
14 | 23 dicembre 2010
Sogno di una notte d'estate
di William Shakespeare
regia Carlo Cecchi
www.teatroeliseo.it
Movimenteen
38
IL BATTITO
DELLE ROTAIE
NORD, SUD, OVEST, EST: DAL PREMIO CREATIVO
“MOVIMENTEEN” ORGANIZZATO COL CTS SONO
ARRIVATI TANTI LAVORI. ECCO A VOI IL
RACCONTO E LE FOTO DEI FINALISTI
Plymouth Hoe, un punto di riferimento... sempre
di Edoardo Caroselli, 15 anni
di Andrea Boutros, 17 anni
Liceo scientifico “Cassini”, Genova
ove siamo? - Ripeteva Matteo con un grosso sbadiglio ancora stampato sul viso. - A Civitavecchia,
penso - Risposi io con aria indifferente dopo aver
dato una breve occhiata all’orologio.
Già, proprio così: dovevamo essere all’altezza di
Civitavecchia e la meta si stava avvicinando sempre di più.
Aba poggiava la testa sul finestrino con occhi sognanti,
e chi poteva permettersi di non sognare in un momento come quello? Con gli egiziani ci si divertiva sempre
un sacco, si scherzava, si stava insieme, ma soprattutto ci si innamorava.
Per me era un ritorno difficile a Roma, ma anche un
ritorno desiderato e combattuto; non che abbia avuto
da combattere contro qualcuno che si fosse opposto
alla mia partenza, ma ho dovuto convincere me stesso
che la vita continua, e credetemi può rivelarsi un’impresa molto più ardua di quanto ci si possa immaginare.
Ma ora non potevo più tirarmi indietro: l’avrei rivista,
avrei rivisto Marina e non potevo oppormi a quello che
sarebbe successo dentro di me, al dolore per le ferite
che nessuno era ancora riuscito a guarire, all’adrenalina
che mi assale quando la vedo, così come assalirebbe
chiunque si trovi di fronte a un angelo, alla sofferenza
per quello che mi è capitato, ma purtroppo anche al disprezzo che inevitabilmente avevo nei suoi confronti… la
odiavo? No, impossibile. Non si può odiare chi si ha
amato così tanto. A pensare queste cose ero così provato
che non riuscivo più a distinguere il ritmo cadenzato delle
rotaie da quelli che erano i battiti del mio cuore.
- Guarda: Civitavecchia, avevi ragione! - Esclamò soddisfatto Matteo, io risposi semplicemente accennando un sorriso,
la meta si avvicinava, e ogni kilometro che passava stavo
sempre peggio: avevo paura, ecco la verità; ma non dovevo manifestarla agli altri. Per riprendermi avevo deciso di
ascoltare un po’ di musica: musica egiziana tanto per essere in tema, e infatti mi sentii subito in clima!
Ah l’Egitto! Più di noi non lo criticava nessuno, ma la
D
verità era anche che più di noi non lo amava nessuno,
cosa che ovviamente nessuno avrebbe mai ammesso.
Quando prendiamo in giro gli egiziani è il massimo: come
quella volta in cui parlammo delle nonne che trasformano
temporaneamente il bagno di casa in una macelleria per
sgozzarvi gli animali, per poi uscirne col coltello e il
39
vestito insanguinato a mo’ di “scena del crimine”! Per non
dire della loro classica puntualità: “arriviamo alle cinque
in punto, aspettateci!”. E arrivano come minimo alle dieci!
Dei pranzi “serali” e delle cene “sotto l’aurora”, dei parenti che ti aspettano sempre in cinquanta all’aeroporto:
dopo quattro lunghe e faticose ore di volo solo loro
sarebbero capaci di portarti una teglia di pasta al forno
con contorno di polpette! Ma alla fine eravamo tutti egiziani, uno dopo l’altro, insomma: ce l’avevamo nel sangue, non potevamo farci niente. Come io non potevo fare
a meno di non trascorrere del tempo con gli egiziani,
potevo solo prendere atto del fatto che il Nilo mi scorre
nelle vene e non potevo far altro che esserne fiero… e ora
per colpa del Nilo mi sarei ritrovato dopo oltre un anno
faccia a faccia con Marina: no, non voglio più pensarci!
- Aba, secondo te ci aspettano alla stazione? - Chiesi fingendo interesse tanto per togliermi certe paure.
- Mah, non saprei, forse… - rispose lui, quasi come per
dire: “ne so quanto te!”.
- Manca poco ragazzi! Siete pronti? - Chiesi con tono d’incitamento per incoraggiare il gruppo e per dare la carica
in vista delle avventure che ci aspettavano – facciamoci
rispettare: fate vedere chi sono i genovesi! - Aggiunsi.
Loro sorrisero senza dare troppi segni di vitalità e di entusiasmo, ma era la stanchezza del viaggio perché nei loro
occhi si poteva leggere benissimo lo specchio dei miei
incoraggiamenti: Roma era sempre una sfida, e noi eravamo pronti ad affrontarla come gladiatori. Ora potevo
vedere chiaramente il Cupolone: c’eravamo. Dopodiché
trascorsero almeno dieci minuti che parvero infiniti, eravamo coi bagagli davanti all’uscita; avevo i capogiri per le
ore trascorse seduto, mi tremavano le gambe, tremavo
tutto ma non avevo freddo: cuore a mille.
Scendemmo dal treno gloriosi come Cesare era sceso
trionfante a Roma.
Ci guardavamo intorno con l’aria di chi fosse appena
approdato sulla Luna, meravigliati, quasi sperduti, come
se non conoscessimo quella stazione palmo a palmo!
E in un istante mi ero dimenticato di tutti i pensieri e i
discorsi fatti in treno; loro erano là ad aspettarci, ero
come rinato.
Mi meravigliai e mi stupii immensamente di me stesso e fui
quasi felice di non essere come minimo scoppiato in lacrime vedendo che Marina non era là con loro.
Senza titolo 3
di Gaia Ravazzi, 16 anni
Luce da Ovest
di Lorenzo Arpea, 18 anni
Pubblichiamo in queste pagine i lavori finalisti di Movimenteen, sezione junior del
Premio Creativo Movimenti organizzato da
Cts e Vallardi Editore in collaborazione con
la nostra rivista.
Complimenti da tutta la redazione di Zai.net
ad Andrea Boutros, finalista della sezione
“Racconti”, autore de “Il battito delle
rotaie” pubblicato in queste pagine, e agli
autori delle tre foto finaliste: Gaia Ravazzi,
Lorenzo Arpea ed Edoardo Caroselli. E naturalmente alla vincitrice assoluta di
Movimenteen, Diana Tartaglia, studentessa
del Liceo Scientifico “Cannizzaro” di Roma,
premiata nel corso del Festival della
Letteratura di Viaggio a Roma con una fotocamera reflex digitale Nikon D3000, per il
racconto “In Villeggiatura”, che presto sarà
pubblicato nell’antologia “Partire” edita da
Vallardi.
Cinema
40
UN ENIGMA
PER…BESSON
“UNA LARA CROFT DELLA BELLE
ÉPOQUE IN CORSETTO E CAPPELLO
PIUMATO”: IL NUOVO FILM DI LUC
BESSON SORPRENDE MA NON
CONVINCE DEL TUTTO
di Martina Tevere, 16 anni
Liceo scientifico “Tullio Levi Civita” - Roma
l regista di Giovanna d’arco, Nikita e della trilogia
Arthur e il popolo dei Minimei torna sul grande schermo per cimentarsi con un fumetto che conobbe all’età di 17 anni grazie a un regalo del padre. Les aventures
extraordinaires d’Adèle Blanc-sec di Jacques Tardi, icona
del mondo dei comics d’oltralpe, sarebbero dovute diventare un film già nel 2000 nelle intenzioni di Besson, ma
soltanto nel 2006 Tardi gliene diede il consenso.
Il fantasy d’avventura che ci propone oggi in sala è
ambientato a Parigi nel 1911 e narra le vicende di Adèle
Blanc-sec, intrepida avventuriera e giornalista investigativa sulle tracce di uno strano pterodattilo che infesta le
strade della città terrorizzando gli abitanti. Durante la
notte del 4 novembre un misterioso uovo nel museo di
Jardin des Plantes si schiude riportando in vita il rettile
volante di 136 milioni di anni, comandato a distanza dallo
strano scienziato Espérandieu. Ad occuparsi del caso è l’incompetente commissario Caponi con l’esperto di safari
Justin de Saint-Hubert. Miss Adèle, intanto, è al Cairo per
cercare tra varie tombe la mummia del dottore di Ramsete
II. Il film si conclude con un finale tanto inaspettato quando incredibile, lasciando lo spettatore a bocca aperta…
Poiché il fumetto è materia di ben nove volumi e il film
riassume solamente i primi due, Luc Besson cercherà di
raccontare le avventure della giovane avventuriera mescolando suspense e mistero, bilanciando azione e ironia in
altri due sequel avvincenti.
Questa pellicola, che ricorda Tomb Raider, La Mummia e
Jurassic Park, è una miscela esplosiva di avventura, fantasy grottesco e azione che mescola la Parigi della prima
metà del Novecento ai mondi fantastici di George Lucas e
Steven Spielberg. La protagonista, molto simile a Indiana
Jones, ha un carattere deciso, cinico ma anche molto ironico, come ci dimostra la battuta che forse nel film le
riesce meglio: «Ora che abbiamo fatto l’incredibile passiamo all’impossibile». Oltre ad affrontare i temi dell’occulto, la bella protagonista sottolineerà anche quelli della
corruzione e dell’incompetenza degli ufficiali come il commissario Caponi all’interno di un mondo fortemente
maschilista. Miss Adéle è interpretata da Louise Bourgoin,
nuova icona femminile del cinema francese, bella e talentuosa, mentre Gilles Lellouche veste i panni l’ispettore
Caponi e Mathieu Amalric è il perfido Dieuleveult. Il film,
surreale e fantasioso, anche se in alcune scene poco credibile, ha come punto di forza quell’humour francese che
lascia un sorriso sulle labbra dello spettatore; purtroppo,
però, i dialoghi ci sono parsi veramente di scarsa qualità
e ci sentiamo di sconsigliare vivamente il film a chi non
ama il genere d’avventura.
I
GIORNALISTI
CON UN
BASTA UN COLPO DI MOUSE PER ENTRARE
NELLA REDAZIONE DI ZAI.NET E FAR PARTE DEL
GRUPPO DI REPORTER PIU' GIOVANI D'ITALIA.
LORO L'HANNO FATTO...
Cos’è Zai.net?
Un network che prende vita nella rivista mensile distrubuita in oltre 1700
scuole superiori in tutta Italia, nel sito, nella radio e nelle tante iniziative
che coinvolgono gli istituti.
Dove si trova il mensile?
Zai.net non si compra in edicola, ma arriva direttamente a scuola, in
classe. Per ricevere la tua copia a casa, puoi abbonarti
individualmente andando sul sito www.zai.net e seguendo le
istruzioni alla voce “Abbonamenti”.
Come si entra a far parte della redazione?
Basta scrivere un’email alla redazione ([email protected]), oppure
cercare il gruppo Zai.net su Facebook: noi vi teniamo al corrente sul
percorso degli articoli e vi forniamo le dritte per svolgerli al meglio. Le
distanze non contano, contano solo l’entusiasmo e la voglia di scrivere.
Come si finanzia Zai.net?
Finora ha spesso contato sul contributo economico di Enti pubblici e
privati che ne condividevano l’approccio innovativo e le finalità
formative. Ma la parte più cospicua dei costi è da sempre sostenuta
dalla nostra cooperativa di giornalisti, Mandragola Editrice.
Info: [email protected] - tel. 06 47881106
MARIA LUISA, 17 ANNI
Ogni volta che Zai.net arriva a
scuola è sempre una lotta per
leggerlo durante le ore di lezione
senza farsi beccare dai professori.
Anche a me piacerebbe scrivere
articoli e penso che presto lo farò.
Grazie stupenda rivista! Presto tra i
giovani reporter ci sarò anche io!
GIULIANO, 15 ANNI
Sono un appassionato di band
emergenti e trovo che gli articoli
che pubblicate su Zai.net siano
veramente ben fatti. E’ bello che in
Italia ci sia un giornale dove noi
ragazzi possiamo esprimere il
nostro punto di vista su ogni
argomento.
SAMIRA, 18 ANNI
Leggo Zai.net già da un paio
d’anni e ho deciso di provare a
scrivere un pezzo dopo aver visto
che è così facile entrare in
redazione e su consiglio della mia
professoressa di italiano. Credo di
poter imparare molto da voi,
redazione di Zai.net!
Recensioni
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LIBRI
Le particelle elementari
di Michel Houellebecq, Bompiani, 320 pp., 10 euro
TEATRO
Questa sera si recita a soggetto
di Luigi Pirandello, regia di Alberto Giusta,
Compagnia Gank
"Questa sera si recita a soggetto" chiude il ciclo formato da "Sei personaggi in
cerca d'autore" e "Ciascuno a modo
suo", che Pirandello cita con auto-ironia.
La commistione di realtà e finzione, che
rende sempre efficace lo schema del teatro nel teatro, in Pirandello è uno scontro acuto tra vita e forma. Chi è davvero
vivo sul palco, l'attore o il personaggio?
Se l'Autore, una volta scritta l'ultima parola dell'opera, ha
terminato il suo lavoro, ecco intervenire il Regista. "In teatro l’opera dello scrittore non c’è più. C’è solo la creazione scenica che ne avrò fatta io, e che è soltanto mia. Gli
attori, i miei attori presenteranno le parti secondo l’interpretazione che io ne avrò fatta. L’unico ed il solo responsabile, il Direttore di scena!” proclama Hikfuss, prima di
mettere in scena il suo adattamento della novella pirandellina "Leonora, addio!". Ma i suoi attori non sono d'accordo: come possono recitare a soggetto se non sono liberi di dare vita propria, spontanea, ai personaggi?
Esilaranti le situazioni, profondi i temi affrontati. Spicca la
gelosia retrospettiva e insanabile di Rico Verri, il quale,
dalla mente ormai svuotata di pensieri della moglie Mommina, vorrebbe estirpare i ricordi e perfino i sogni.
Il Teatro Stabile di Genova apre la stagione con la versione dell'opera pirandelliana messa in scena dai giovani attori della compagnia Gank, che l'anno scorso ha brillantemente arrangiato "La bottega del caffé" di Goldoni. Oltre
ad Alberto Giusta, stavolta regista di nome (Hikfuss) e di
fatto (firma la messa in scena dell'opera), ritroviamo Massimo Brizi (Sampognetta), Alessia Giuliani (Mommina) e
Mariella Speranza (Ignazia).
Un motivo per vederlo: Se volete scoprire una commedia
più moderna di quel che immaginate!
Un motivo per non vederlo: Se Pirandello proprio non
lo potete soffrire!
Laura Santi Amantini, 17 anni, Genova
È la storia parallela di due uomini apparentemente agli antipodi: Michel
Djerzinski, scienziato estremamente
razionale e disinteressato della società che lo circonda, eccezion fatta per
la biologia molecolare; Bruno Clement,
insegnante di lettere, ossessionato dal
sesso. Sono accomunati dal fatto di
avere la stessa madre che li ha entrambi abbandonati. Si
ritrovano così fin da giovani ad avere un rapporto al limite del necessario, fatto di incontri sporadici e poca
apertura, soprattutto da parte dell’ombroso Michel. Il romanzo si incentra però sulle loro esperienze di vita che
riflettono l’incapacità di Michel di stringere veri rapporti
umani con le persone, neanche con Annabelle, con cui ha
una sorta di relazione amorosa, e la ricerca spasmodica
di Bruno del piacere carnale in tutte le sue manifestazioni, che lo rendono un disadattato costretto a continue sedute psichiatriche.
Un motivo per leggerlo: Un romanzo forte, spietato, in
cui Houellebecq mostra un’umanità degenerata ai limiti
del collasso.
Un motivo per non leggerlo: Le incursioni scientifiche
di Michel possono annoiare.
Paolo Fornari, 19 anni, Roma
LIBRI
Il tempo che vorrei
Di Fabio Volo, Mondatori, 294 pp., 18 euro
La vita non aspetta proprio nessuno, e
non si può davvero fare nulla, solo vivere al meglio. Fabio Volo ne Il tempo
che vorrei racconta la storia di Lorenzo.
La donna che ama se n'è andata, lasciandolo affogare nel dolore. Un rapporto padre-figlio mai costruito. Un uomo che sta riflettendo sul tempo perduto. E si dimena, cerca di far spazio nella sua anima, prova
a mandare giù tutti i sensi di rimorso, di colpa. Sono lì, il
senso di abbandono, la triste verità di non aver amato abbastanza e di non essere stato amato dal padre. Quei massi che solo con il tempo e la fiducia si riescono a mandar
via. Tutti almeno una volta abbiamo sofferto per amore.
Lorenzo si rende conto di amare veramente Lei solo dopo
che se n'è andata. Ci si accorge dell'importanza delle cose, solo dopo che si perdono. Una frase fatta, ma piena di
verità. Lorenzo ci dimostra come ormai sia inutile crogiolarsi nel pentimento, il danno è fatto. Due amori da ricostruire, da riconquistare, quindi.
Un motivo per leggerlo: Un libro che scava nell'anima di
un uomo. Non stupitevi se vi accorgete che la vita di Lorenzo, alla fine, non è poi così diversa dalla nostra.
Un motivo per non leggerlo: Se non siete alla ricerca di
letture introspettive.
Alice Conte, 18 anni, Torino
Z a i . n e t è p e r i l d i r i t t o d i c r i t i c a … v o t a , c o n s i g l i a , s t ro n c a f i l m ,
43
LIBRI
MUSICA
Il castello dei destini incrociati
Nuvole notturne
Di Italo Calvino, Oscar Mondadori, pp. 100., 8,50 euro
Dei Nihil Est, Seahorse Recordings
Un viandante si imbatte in un castello
durante uno dei suoi viaggi. Ad aspettarlo, nella foresteria, ci sono molte altre persone che, come lui, hanno mete
imprecisate e una vita da raccontare.
All’improvviso, durante la cena, tutti
perdono l’uso della parola, come se
fossero vittime di un bizzarro incantesimo. Tuttavia, desiderosi di far conoscere la propria storia
agli altri viaggiatori, gli avventori trovano un modo per comunicare: i tarocchi. Così ogni figura di queste misteriose
carte diventa un personaggio della vita di ognuno, venendo infine a scoprire che, per assurdo, i percorsi di tutti i
viandanti si incrociano. Il libro è suddiviso in due parti;
“Il castello dei destini incrociati” e “La taverna dei destini incrociati”, in cui lo spunto narrativo – geniale – del
racconto attraverso le carte è il medesimo: ciò che cambia è l’ambientazione dell’inizio e l’introduzione di una
diversa tipologia di tarocchi, risalenti al XVIII secolo, come punto di riferimento. Questo libro del maestro Calvino si può definire “piccolo” solo in riferimento al numero ridotto di pagine: l’idea di raccontare una storia mediante le figure stampate sui tarocchi rivela un’enorme
capacità di immaginazione ed illustra come, spesso, non
ci sia bisogno di perdersi in mille parole.
Un motivo per leggerlo: Se avete voglia di gustare un’antologia di racconti dal sapore nuovo, inusuale, irripetibile.
Un motivo per non leggerlo: Se vi piacciono le letture
scorrevoli che non indugiano nelle descrizioni.
Nuvole Notturne, il primo album dei
Nihil Est, è uscito il 21 ottobre ed è un
lavoro decisamente da non lasciarsi
scappare. Con il loro armamentario sonico - che vi stupirà - i sei elementi riescono a conquistare chiunque li
ascolti con calma e mente aperta: alt
rock, ballate d’ambiente, elettronica e
una spolveratina di tocco cantautoriale italiano che non
guasta mai. Ecco la ricetta vincente per questo gruppo
che ha cominciato a formarsi nel 2005 e ha trovato un
equilibrio nel 2009. La Seahorse Recordings ci ha decisamente visto lungo quando ha deciso di investire nel
progetto: lasciatevi sorprendere da questa band che ricorda le vecchie, care argomentazioni gorgiane con cui
qualcuno di voi starà sicuramente combattendo per l’interrogazione di filosofia.
La traccia imperdibile? Dieci minuti al telefono, dieci minuti in cui la musica è la sola protagonista in una storia,
oltre il surreale, che fa riflettere e lascia una traccia sul
cuore
che
non
vi
sarà
facile
cancellare
(www.myspace.com/nihilestmusic).
Un motivo per ascoltarlo: Se volete essere proprio conquistati, lasciatevi andare al ritmo di Nuvole notturne
(a mio parere la migliore)… vedrete che non ve ne pentirete, anzi!
Un motivo per non ascoltarlo: La voce potrebbe lasciare un po’ spiazzati per la sua particolare tonalità,
ma non fermatevi alla prima impressione.
Di Chiara Castellani, 17 anni, Roma
Di Chiara Colasanti, 19 anni, Perugia
DA NON PERDERE
La trilogia di Valis
Di Philip K. Dick, Fanucci, 700 pp., 12,90 euro
Precorrendo i temi cari al moderno cyberpunk, Philip K. Dick proietta se stesso nel mondo che immagina, il suo pensiero di
visionario, insieme alle ossessioni e alle angosce dell’uomo moderno. Chi o cosa è Valis? È un’imperscrutabile entità intelligente che vive nello spazio? O forse un meccanismo, una formula o un essere vivente vero e proprio, che entra in contatto
con alcune persone per dirigerne i pensieri e i passi sul sentiero della conoscenza? Nella ricerca di verità supreme, Valis pone al lettore una serie di interrogativi propri della geniale indagine di Dick: cosa
siano la realtà e il divino, se una e l’altro esistano davvero e non siano semplici invenzioni della nostra mente. In “Divina invasione”, un dio alieno tenta di stabilire un contatto con i terrestri come mai è
accaduto prima: invia sulla Terra il proprio figlio, che affida a una coppia. Ma con il piccolo giunge
così una presenza sovrannaturale, capace di impregnare di sé l’universo: l’ennesima, efficacissima variazione dickiana sul tema della realtà-divinità nella quale gli uomini si dibattono, un romanzo dalla
carica metafisico-religiosa fortissima. Il terzo romanzo narra della vita dissoluta del vescovo Archer, attraverso l’impietoso giudizio della controparte femminile, che scetticamente partecipa alla sua ricerca
della verità metafisica, decidendo alla fine di abbandonarlo al suo destino.
l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u i s i t i w w w. z a i . n e t e w w w. s t r o n c a . n e t
Risultati test
44
E TU, SEI PARI O DISPARI? (pag. 17)
Punteggio:
per ogni risposta A:
1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti
Fino a 6 punti:
Da 7 a 12 punti:
Da 13 a 18 punti:
Medievale
Zen
Scocciato/a
Due sono le cose: o avete una
mamma all'italiana iperprotettiva
che vi ha rimbambito fin da piccoli,
oppure c'avete proprio qualcosa
che non va a livello profondo. Ma
dico io, come si fa al giorno d'oggi
ad essere ancora così sessisti? Nel
caso foste maschietti, beh voi siete
i primi che le donne se li rigirano
come gli pare e piace... Se invece
foste delle femminucce, allora la
questione si fa potenzialmente intricata: o siete delle totali oche decerebrate, oppure siete talmente
furbe da conseguire sempre il maggior profitto con il minimo sforzo.
Il solito profilo di mezzo che mette
in difficoltà l'autore dei test... Ragazzi/e, ma uno che si può inventare di spiritoso quando voi non vi
sbilanciate mai e mantenete sempre il vostro equilibrio da monaci
Zen? Ovviamente siete quelli che
senza mai cadere in banali moralismi o convenzioni preconfezionate
riescono a percorrere quel “giusto
mezzo” che li rende piacevoli e ottimamente inseriti dalla società.
Tuttavia, un consiglio dagli astri:
ogni tanto ditela qualche innocua
bugia, aggiungerete un po' di pepe
alla vostra vita!
Suvvia, siamo in pieno ventunesimo secolo e qui ancora stiamo a
fare ’sti discorsi? Ci credo che uno
poi si scoccia... e ognuno di noi,
maschietto o femminuccia, si scoccia per i suoi motivi. Apriamo gli
occhi, uomini e donne sono DIVERSI, ma non per questo devono
aspettarsi un trattamento discriminatorio... E neanche favoritismi di
sorta, ovviamente, perché la “discriminazione al contrario” è pur
sempre una forma di discriminazione, e quindi altrettanto odiosa! Solo una cosa... avete barato per farvi fighi con gli altri, vero?
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Zainetbook è l'iniziativa editoriale di Zai.net riservata ai
giovani scrittori tra i 14 e i 19
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marzo 2011.
Il premio Zainetbook 2010 è andato al romanzo "Io, gli hippy e gli
skarafaggi" di Serena Mosso pubblicato su Zai.net giugno 2010.
46
INTERVISTA IMPOSSIBILE:
Colombo, chi era costui?
LABORATORIO
COSTUME &
SOCIETÀ
49
SALONE NAUTICO:
Reportage... on the sea
Intervista impossibile
46
COLOMBO…
CHI SEI
VERAMENTE?
CREDETE DI CONOSCERE TUTTO CIÒ CHE
RIGUARDA LA SCOPERTA DELL’AMERICA,
PERCHÉ IN FONDO È SEMPRE LA STESSA
STORIA TRITA E RITRITA? BENE, ALLORA
METTETEVI ALLA PROVA E CONFRONTATE
LE VOSTRE RISPOSTE CON QUELLE DI
ALTRI GIOVANI LIGURI...
di Benedetta Magri, 17 anni
Liceo classico “Da Vigo”, Rapallo (Ge)
A
B
C
Dove è nato Cristoforo Colombo? (ha risposto correttamente l’80%)
Genova, una casetta vicino al duomo di San Lorenzo
Genova, casa dell’Olivello, vicino a Porta S. Andrea
Savona, nella casa vicino al lanificio del padre
A
B
C
Quanto durò la navigazione per raggiungere le
Americhe? (ha risposto correttamente il 100%)
32 giorni, dall’11 settembre al 12 ottobre
39 giorni, dal 3 agosto all’11 settembre
79 giorni, dal 3 agosto al 12 ottobre
A
B
C
Come si chiamavano le navi con cui salpò? (ha
risposto correttamente il 100%)
Nina, Pinta e Santa Maria
Prima, Seconda e Terza
Santa Maria, Isabella e Ferdinando
A
B
C
Chi finanziò la spedizione di Colombo? (ha risposto
correttamente l’80%)
Enrico VII, re d’ Inghilterra
Giovanni II, re del Portogallo
Isabella di Castiglia, regina di Spagna
A
In che modo Colombo convinse il sovrano a
finanziare il suo viaggio? (ha risposto correttamente il 20%)
presentò il progetto con un tale sentimento che il
sovrano non poté rifiutare
B
C
A
B
C
un gruppo di scienziati supportò Colombo
un prete confessore intercesse tramite il sovrano
Colombo si innamorò mai? (ha risposto correttamente il 40%)
Sì, ma avendo preso i voti per far parte dei templari rimase sempre casto
Si innamorò di Felipe Moniz e di Beatrice Henriquez
Ebbe una storia d’amore segreta con Isabella di
Castiglia
A
B
C
Quanti viaggi affrontò Colombo? (ha risposto correttamente il 40%)
quattro
uno
sette
A
B
C
Quale fu la più grande disgrazia di Colombo? (ha
risposto correttamente l’80%)
morirono i suoi due figli
fu calunniato
fu catturato dagli indiani d’America
A
B
C
Dove morì? (ha risposto correttamente il 60%)
Porto Palos
Valladolid
Haiti
A
B
C
Cosa c’era disegnato sulle vele delle caravelle? (ha
risposto correttamente l’80%)
la bandiera del sovrano che aveva finanziato la
spedizione
la croce dei templari
un teschio con le ossa incrociate
47
Casa di Colombo a Genova
Statua dedicata a Colombo a Parigi
Colombo, si sveli!
Avete risposto al quiz? Per scoprire se avete risposto
esattamente o no e se fate parte anche voi della media
degli studenti da me intervistati, leggete questa intervista che ho avuto il piacere di avere proprio con
Colombo.
Guardando l’orizzonte non può venirmi in mente nulla,
al di fuori dell’immagine di un uomo, seduto al porto di
Genova, che guarda il mare e sogna. Sogna le lontane
Indie, che in realtà, seguendo il profilo che scende del
mare potrebbero essere molto vicine, basterebbe passare da un’altra strada…. Questa la geniale intuizione
che portò ad uno dei più lieti e celebri fallimenti della
storia: Colombo partì, ma come ben sappiamo non arrivò mai in India, però scoprì l’America, fonte di ricchezze inestimabili.
In molte delle città della nostra Liguria c’è una statua
dedicata a lui, perché non fermarmi davanti ad una di
esse? Contemplo il profilo sicuro di quest’uomo coraggioso, rendendomi conto che per me ha un sacco di
segreti. Quante domande mi piacerebbe fargli, quando
a un tratto arriva un piccione, si posa sul suo cappello
e la statua muove il capo per farlo andare via! Non
posso crederci, devo avere qualche problema… Però
sono sempre più convinta che non sia stata solo la mia
immaginazione: intorno non c’è nessuno, mi avvicino
alla statua e “Mi scusi, Signor Colombo…” “Sì, mi dica
giovanotta!”. Stupore, mi ha risposto davvero. Se sono
almeno una cronista mediocre devo approfittarne…
Intervista impossibile
48
Signor Colombo, mi dispiace disturbarla, è da poco trascorso il 12 ottobre, quindi il 518° anniversario del suo
viaggio, e mi sono resa conto che, anche se vivo in
Liguria, ci sono tantissimi aspetti della sua vita che non
conosco. Per esempio, lei dove è nato di preciso?
«Era il lontano 1451, se la memoria non m’inganna la mia
famiglia viveva in una casa dell’Olivello, vicino a Porta S.
Andrea, a Genova. Mio padre era un lanaiolo, Domenico,
e mia madre era Susanna Fontanarossa. Dopo di me sono
nati anche Giovanni, Bartolomeo e Diego. Eravamo tutti
dei lupi di mare! Mio padre, dopo il trasferimento a
Savona, aveva tentato di insegnarci il mestiere dei lanaioli, ma non faceva per nessuno di noi».
Così avete consacrato le vostre vite al mare e lei è stato
quello che ha avuto maggior successo. Mi tolga un’altra curiosità, quanti giorni è durato il suo viaggio?
«Dal 3 agosto al 12 ottobre 1492, partenza da Porto
Palos e arrivo nelle Indie, mhm, mi scusi, ormai quel
posto si chiama San Salvador. Mi sembrava di aver percorso troppa poca strada, ad essere sincero, però ero
tanto orgoglioso! Solo ora in vecchiaia ammetto l’errore e riconosco il merito a quel mozzo da quattro soldi
di Amerigo Vespucci! Comunque, tralasciando il Signor
saputello e conoscitore del mondo, dicevo, ci sono
voluti 79 giorni di navigazione sulle mie adorate caravelle: Nina, Pinta e Santa Maria».
Delle navi così saranno state gigantesche…
«Ma cosa dice? In realtà erano molto piccole, forse troppo. Pesavano rispettivamente 100, 140 e 200 tonnellate. Se lei avesse mai visto un carrak saprebbe che ha il
peso di almeno 600, 700 tonnellate».
Come riuscì a ottenere i finanziamenti per la partenza?
«Mio fratello Bartolomeo si era trasferito a Lisbona, dove
disegnava carte nautiche, sono andato a trovarlo e mi
sono innamorato del suo mestiere, però io ero più determinato a realizzare i miei sogni… Così gli ho proposto il
progetto e lui è partito per andare a mostrarlo ad
EnricoVII, re d’Inghilterra (pensi che era pure partito con
un planisfero appositamente disegnato per l’occasione!).
Però impiegò troppo tempo a tornare così io mi ero già
rivolto ai sovrani di Portogallo e Spagna. Sembrava che
nessuno volesse saperne della mia impresa, quando rimasto ormai senza soldi decisi di spostarmi a Palos, per
andare poi a chiedere alla corte francese; in realtà in quel
porto spagnolo trovai un padre confessore che parlò bene
di me presso la regina perorando la mia causa!».
Dopo la grande impresa affrontò altri viaggi?
«L’anno successivo, nel 1493, partii con 17 navi e feci
una lunga esplorazione nelle isole che avevo scoperto
nel primo viaggio spingendomi anche più a Sud; tornai
solo nel 1496, per poi ripartire nel 1498. Ormai ero davvero famoso e alcuni mi guardavano anche con cattiveria, per quello sono dovuto tornare indietro dalla mia
seconda spedizione. Nel 1500 fui arrestato, mi avevano
calunniato pesantemente, però riuscii a dimostrare che
le accuse erano false e nel 1502 salpai ancora una volta,
per la quarta ed ultima volta. Il 20 maggio 1506 morii a
Valladolid. Erano stati tempi duri gli ultimi, tra calunnie
e la morte della mia protettrice, Isabella di Castiglia».
Si innamorò mai?
«L’amore è un sentimento molto particolare… Ho amato
il mare, ho amato la cartografia e di conseguenza ho
amato la figlia di un cartografo, Felipe Moniz, figlia di
Bartolomeo Perestrello. Poi in seguito ho avuto una storia d’amore con Beatrice Henriquez».
Mi chiedevo, perché sulle vele delle sue navi c’erano le
croci dei Templari?
«Ragazzina mia (sembra un po’ contrariato ora, ndr)
direi che ti ho già dedicato abbastanza tempo, una
risposta a questa domanda cercala sui libri di storia!».
Forse stavo per svelare un mistero troppo importante,
per cui non c’è ancora una vera risposta, non potevo
pretendere così tanto da un semplice sogno… Ho già
avuto troppe risposte reali!
Colombo arriva in America, Published
by the Prang Educational Co., 1893
Salone nautico
49
WALK ON THE SEA
ZAI.NET NON POTEVA MANCARE AL CINQUANTESIMO SALONE NAUTICO
INTERNAZIONALE DELLA FIERA DI GENOVA, TENUTOSI DAL 2 AL 10 OTTOBRE
NEL CAPOLUOGO LIGURE
Dal nostro inviato Andrea Boutros, 17 anni
Liceo scientifico “Cassini”- Genova
onsiderarlo un “mondo a parte” è dir poco; il
mercato nautico, infatti, sembra vivere in un’altra dimensione: non risente della crisi economica, anzi, ogni anno che passa ci fa assistere ad un incremento della qualità, della tecnologia e del lusso. Ed è
proprio del lusso che abbiamo parlato con gli intervistati, ragazzi giovani con la passione per il mare: «La
tecnologia e il comfort sempre maggiore non rischiano
forse di rendere le gite in barca sempre più simili alle
serate davanti alla tv nel salotto di casa?» è la domanda che abbiamo rivolto a quelli che un tempo sarebbero stati veri lupi di mare, e che adesso si apprestano ad
affrontare il mare... in pantofole.
«Il compromesso che si va a cercare tra sicurezza e
avventura è sempre a favore della sicurezza» ha spiegato Federica, giovane studentessa di economia con la
passione del mare da quando era bambina. Per questo,
ad esempio, ai moli sono attraccate barche con due
timoni – cosa che ha lasciato di stucco me ed
Alessandro. Anche se è indubbio che molte soluzioni
non si limitano a voler rendere sicura la barca, ma
vanno ben oltre: «In alcuni modelli – ci mostra Federica
– sembra di stare in veri e propri appartamenti. Due
camere da letto, cucina, bagno, salottino...». Cosa si
può desiderare di più? E per chi compra la barca, tutto
è incluso, persino piatti e bicchieri (che vengono poi
lavati dall'apposita lavastoviglie). «La comodità è quello
che cerca il compratore», hanno spiegato molti standisti,
C
per lo più ragazzi con qualche anno più di noi. E il mercato non può che adeguarsi».
L'avventura così assume altre forme, e fioccano le novità: tra le altre, ecco il “Seabob”, l'ultima frontiera degli
amanti dell’emozione in mare, una sorta di tavola da
surf dotata di motore, capace di raggiungere velocità
elevate sia in superficie, sia nelle profondità marine. «Il
prototipo americano - ci dice il responsabile dello stand
- è stato costruito per un’esplorazione più avventurosa
degli abissi e ideato apposta per i sub alle prime armi
che vogliono cimentarsi nel brivido di un’immersione».
Ce n’era veramente per tutti i gusti, quindi, al Salone
Nautico; anche se i liguri, e i genovesi in particolare,
non si sono dimostrati così partecipi del grande evento
che più d’ogni altro avrebbe dovuto toccarli da vicino:
insomma, decisamente più coinvolto il pubblico straniero. Il mare, però, è una risorsa che non va dimenticata,
ma anzi sempre ripensata, ricorda il presidente della
Regione Liguria Claudio Burlando: «I giovani e la Liguria
puntano sul mare» ha affermato ai nostri microfoni, confermando che la tradizione marittima, oltre ad aver fatto
parte del passato e del presente della Regione, sarà
senz’alcun dubbio protagonista anche del suo futuro.
«Eventi come il Salone Nautico – aggiunge - danno prestigio a tutta la Liguria, oltre che all’intero mondo della
Nautica».
Questo grande evento dimostra ancora una volta le
potenzialità di Genova nel porsi come città aperta al
mondo intero: la sfida sarà quella di mantenere questo
spirito durante tutto l'anno e rilanciare l’intera regione
con la più semplice e ovvia delle sue risorse, il mare,
cercando di spingere i giovani ad apprezzarlo.
Euronews
51
DAI NOSTRI
CORRISPONDENTI
SI INAUGURA QUESTO MESE UNO
SPAZIO DEDICATO ALLE NOTIZIE SU
ATTUALITA’, STUDI, TEMPO LIBERO IN
DIVERSI PAESI EUROPEI
BULGARIA
Unknown Future for Sofia University St.
Kliment Ohridski
The oldest university in Bulgaria has serious
financial problems that may affect the process of studying. Sofia University runs in
fact into debt. It owes Toplofication – Sofia
about 800 000 lv. The problem got more
serious when the planned budget was changed, so the government won’t grant the promised
41, 5 millions but only 33, 2 millions.
Some of the ideas of solving the problem are
changes in the salaries and discharge of 25% of
the staff. There won’t be bought any new books for
the libraries and won’t be made new redecorations. With all planned changes SU expects to save
about 3,8 millions leva: unfortunately it is not
enough. The most discussed solution is closing the
university in January 2011. The chance of closing
SU (for the first time because of financial problems) scared not only the students and was in
the top news of many Bulgarian media. So for now
the future of Sofia University St. Kliment Ohridski
is still unknown.
Velina Barova
BELGIO
Les jeunes et les réseaux
sociaux
On l’appelle le « web 2.0 ».
L’Internet d’aujourd’hui rime avec interaction entre utilisateurs, et son incontournable exemple est les réseaux sociaux.
Vous connaissez sans doute tous
Facebook, MySpace, ou encore Twitter.
Selon une étude publié sur InternetACTU,
49% des internautes de moins de 30 ans
seraient actifs sur un réseau social.
J’aimerais vous parler de Twitter, le moins
fréquenté des 3 réseaux cités, mais pourtant très intéressant! Twitter est un service qui permet aux utilisateurs de « blogger » grâce à des messages courts (140
caractères). On peut également y poster
des photos et des vidéos.
Son utilisation par les jeunes s’accentue,
par opposition à Facebook et MySpace
pour lesquels l’âge moyen augmente.
Utilisé intelligemment, il permet de
recueillir très rapidement de l’information.
Il m’a personnellement offert de nombreuses opportunités, comme ma participation à la fondation de Radio Jeans EU
Network ! Et vous ? Quels réseaux sociaux
utilisez-vous ? Que pensez-vous de
Twitter ? Envoyez vos avis à la rédaction :
[email protected]
Jean-Michel Cattiez
ROMANIA
Orbiting from Romania
A team of Romanian Students from the Polytechnics University is working for the European Space
Agency. The European institution had also chosen students from the entire continent. There are
two Romanian groups working on a scientific project, that are designing and building two space
satellites for the Agency. One of the team is involved in the Eseo project: that means that they
are working on a satellite which will surround the Earth in order to collect information about any
radiations. The other team is working on a machine called Esmo which will go around the Moon.
The project is financed by the European Space Agency.
Cristian Predoi
Let’s dance!
And now three new stars from Romania who are going to rock all Europe!
Inna, one of the Romanians best dance artist who gain a lot of popularity in Europe in the last
months, is in fact touring this fall in Serbia, France, Hungary, Italy and Estonia. Inna debuted in 2008
with the album Hot. Akcent it’s a Romanian pop-dance band, they start in 2002 and their best year
was 2009: the songs Stay With Me and That's My Name have become massive hits on radio stations
in Romania as well as in number of other countries including: Egypt, Pakistan and Bangladesh. Edward
Maya is another musician, he became known world wide with the song Stereo Love, that has been a
very famous hit in clubs all over the world: this fall is touring in Portugal, Luxemburg and obvisously
Italy. In the end music brings us together!
Andreea Melinescu
Pubbliredazionale a cura di Coldiretti Torino
52
RITORNARE ALLA
GIOVANI CONSUMATORI CRESCONO: UN NUOVO PROGETTO A KILOMETRI
ZERO AVVICINA I RAGAZZI ALLA BIODIVERSITÀ
rutta di stagione per un consumo più diretto, consapevole e genuino! Si potrebbe sintetizzare così lo spirito di “Frutteti, biodiversità e giovani consumatori”,
progetto finanziato grazie al programma Alcotra 2007/2013
che nasce dalla necessità di orientare il pubblico giovanile
al consumo di frutta quale alternativa al cibo industriale,
con basso valore nutraceutico e con elevato contenuto di
grassi. L’elevato fascino mediatico che la moderna tradizione applica a sostegno delle vendite di merendine e di alimenti fuori pasto dalle scarsissime qualità può essere sostituito con la giusta rivisitazione del cibo sano e prodotto
localmente solo se quest’ultimo diviene oggetto di un messaggio che lo renda più appetibile, sia nel sapore sia nella
forma in cui esso si presenta. Occorre che i giovani consumatori siano consapevoli e opportunamente motivati a tale
scelta e che il prodotto “nuovo” sia disponibile e reperibile
nei modi e nei luoghi consueti. La malsane abitudini alimentari sono gravi non solo per i danni alla salute che possono determinare, ma anche per il fatto che le nuove generazioni rappresentano le famiglie del futuro, per cui si evidenzia l’effetto negativo a lungo termine.
F
Obiettivi
Con il progetto si è voluta agire un’azione di promozione del
paesaggio a tutela della biodiversità, e contestualmente si
è inteso valorizzare le produzioni di frutta locale, adottando
nuove tecnologie e azioni innovatrici, e promuovendo in
particolare il consumo da parte dei giovani. Con le azioni di progetto si è voluto salvaguardare i frutteti di
antiche varietà che rischiano l’abbandono, con il conseguente impoverimento della biodiversità, individuando
attività di sostegno alle produzioni, diffondendo le
buone pratiche e ricercando nuovi sbocchi commerciali.
Approccio innovativo
L’approccio utilizzato è stato innovativo in quanto ha previsto la definizione di un paniere di prodotti, con il coinvolgimento di “giovani consumatori resilienti” che si è concretizzata in un’attività di co-creazione, con un metodo di
progettazione concertata, articolato nelle seguenti fasi:
co-innovazione, in cui i partecipanti hanno progettato
insieme a produttori e operatori di prima trasformazione
l’alimento e il suo modo di consumo;
co-immaginazione, in cui i racconti degli adolescenti,
incentrati sui loro consumi alimentari e progressivamente
sui prodotti ortofrutticoli locali, sono stati condivisi e
sono diventati materia di educazione tra pari;
co-promozione, che ha visto il coinvolgimento come soggetti attivi e resilienti i giovani consumatori nell’incentivare
la distribuzione dei prodotti da essi stessi testati e distribuiti
53
NATURA
sul mercato, secondo la forma da loro progettata;
co-produzione, in cui si è fatta esperienza delle possibilità di trasformazione del prodotto ortofrutticolo scelto, a
partire dai criteri di consumo e dalla rappresentazione
dell’alimento finale.
Coinvolgimento filiera
Da quanto sopra riportato ne è derivato che il giovane ha
ri-orientato il produttore sui cibi di cui desidera alimentarsi
e ha suggerito agli operatori della trasformazione come
intende effettivamente consumarli, riducendo così, mediante questa alleanza all'origine, lo scarto tra bisogno e aspettativa di tutti gli attori coinvolti nella filiera produttiva e
partecipando alla realizzazione del nuovo prodotto.
Casa della frutta
Centro di documentazione storica ed etnografica relativo al rapporto uomo/albero da
frutta nel pinerolese.
Prodotti di comunicazione
Esposizione denominata “Frutteti e biodiversità”, opera bilingue di divulgazione, brochure e locandine sul consumo critico.
Partner
CIOFS - Centro italiano opere femminili salesiane, Coldiretti Torino; Consorzio Pinfruit,
Scuola Malva - Arnaldi, Cooperativa agricola Il Frutto Permesso, Parc naturel régional du
massif des Bauges, Comune de Bourg Saint
Maurice-Les Arcs.
LA MERENDA CON LE MELE
Sono stati prodotti succhi da spremitura di frutta fresca. Il succo deriva dalla spremitura della
frutta in presse a nastro a cui segue decantazione, filtrazione, pastorizzazione e imbottigliamento. Sono prodotti non annacquati né zuccherati, che mantengono integre le caratteristiche gusto-olfattive e nutraceutiche della
frutta fresca. Ci si è orientati verso il succo di
mela, il succo di pera ed un succo misto “colorato” ottenuto dalla miscela mela/ribes rosso.
Le Mele disidratate: melasnack, melachips,
melaciocc: la frutta disidratata in cella fredda
a 30-35°, mantiene integro il suo sapore primario e la sua componente vitaminica. Sono
state realizzate Melasnack, una tipologia di
mele essiccate costituite da fette tonde
detorsolate ma non sbucciate, “Melachips”,
bastoncini di mela sbucciata essiccata a
bassa temperatura. Un vero prodotto di alta
pasticceria è Melciocc, ottenuto da fette di
mela detorsolate e sbucciate ricoperte di
cioccolato fondente. La merendina di mele:
sono state testate molte ricette e valutati innumerevoli prodotti similari presenti sul mercato.
L’opzione finale che risponde è un “tortino”
tipo muffin con abbondanti mele appena
caramellate all’interno. I prototipi sono stati
sperimentati nelle scuole attraverso la messa a
dimora di distributori automatici.
Performance teatrale
Tra i diversi strumenti volti a educare i giovani al consumo
della frutta locale, è stata realizzata una performance teatrale denominata “ConsumAttori” che attraverso l’utilizzo
del teatro sociale è diventata strumento di sensibilizzazione
e orientamento al consumo della frutta nel territorio.
L’espressione teatrale opera un profondo lavoro con e tramite la sfera emotiva degli individui; essa utilizza un registro comico e non realistico, adottando una forma leggera
che fa ricorso all’umorismo, che distrae e diverte, ironizzando e relativizzando le situazioni. In termini educativi, i fruitori vengono introdotti in un percorso di apprendimento trasformativo in quanto, grazie alle tecniche dell’associazione
e del rinforzo da un lato, e al processo di immedesimazione dall’altro, essi comprendono empaticamente e rielaborano i modelli espressivi; il cambiamento viene introdotto
mostrando sul palcoscenico le situazioni critiche e suggerendo le alternative comportamentali a disposizione.
TI
N
E
M
A
NT
U
P
AP
Dal
4
al
7
A cura di Chiara Piotto, 17 anni, La Spezia
NOVEMBRE
VERONA Torna anche quest’anno alla Fiera di
Verona la prestigiosa Fieracavalli, la più
importante vetrina internazionale per gli
interessati al mondo equestre. Essendo alla
112esima edizione, l’evento ha assunto un
valore storico per chiunque ami questo campo,
anche solo per gli appassionati, e richiama
oltre 600 espositori e di media 150.000
visitatori ogni anno. La mostra si compone di
punti vendita, sale business e gare, ed è divisa
in sezioni secondo la razza (Americani, Arabi,
Italiani e Spagnoli). Insomma, un sogno che
diventa realtà, per tutti quelli che hanno
sempre desiderato un cavallo, e magari si sono
dovuti accontentare di un criceto.
13
6
NOVEMBRE
e
7
NOVEMBRE
GENOVA Al palazzo Ducale in pieno centro, due
giornate da spendere con il naso tra la polvere,
alla ricerca di imperdibili tesori antichi e
cianfrusaglie più o meno utili. Evento periodico
annuale, la fiera degli antiquari di Genova è
qualcosa di unico, e di veramente imperdibile per
chiunque abbia il gusto del vintage o
semplicemente si diverta a trovarsi per una volta
in un’atmosfera un po’ fuori moda e più
“all’antica”. In esposizione si trova di tutto, dalle
borsette di pelle ai mobili di legno, per
soddisfare davvero tutti i gusti.
NOVEMBRE
ASSAGO (MI) Unica data al MediolanumForum
di Assago per il World Wrestling Entertainment,
che vedrà scontrarsi sul ring i più importanti
wrestler, RAW Superstars, di fama internazionale,
quali John Cena, Randy Orton, Sheamus, Kelly
Kelly e molti altri. Un evento che si preannuncia
esplosivo e carico di adrenalina, non adatto al
pubblico suscettibile! Sul sito ufficiale, si
possono trovare foto, biografie, recensioni, e
tutte le news sulle star e sul loro mondo.
www.wwe.com
Dal
12
al
27
NOVEMBRE
BARI Avete tutto il tempo per organizzarvi e per
non mancare almeno a uno dei tanti appuntamenti
con la grande musica nostrana previsti nella XXV
edizione di Time Zones. Cosa vi aspetta? 7 giornate
di spettacoli, concerti (quasi tutti in esclusiva
nazionale), produzioni realizzate per il festival, un
intenso calendario di attività collaterali, incontri con
tutti i musicisti presenti al festival, un allestimento
multimediale per la proposta dell'archivio storico di
Time Zones, la personale di Lorenzo Mattotti, con
molti lavori ancora inediti. E poi ancora reading,
monologhi, incontri, presentazioni di novità
editoriali e mostre…
www.timezones.it
55
15
NOVEMBRE
LUCCA Sono aperte e termineranno il 15
Novembre le iscrizioni al Lucca Jazz Donna
Festival per il premio come migliore formazione
jazz al femminile esordiente. Inviato il proprio
materiale e se superate le prime selezioni, le
finaliste si esibiranno sul palco del festival live, e
la prima arrivata avrà in premio la pubblicazione
di ben 200 copie del suo CD. Un’occasione, dal
fiocco rosa, per le più talentuose musiciste.
www.luccajazzdonna.it
26
NOVEMBRE
FIRENZE Riparte, più carico che mai, il Fiorello
Show, alla sua quinta edizione fiorentina. Un
misto di improvvisazione, gag, ricordi, battute,
imitazioni e canzoni “fatte alla maniera di
Fiorello”, un trasformarsi ed evolversi degli
argomenti anche della più stretta attualità, reso
unico dalla imbattibile simpatia del comico,
attore, showman, ecc ecc italiano.
www.rosariofiorello.it
TUTTO IL MESE
MILANO Per gli amanti dell’arte, è in
programma a Milano, a Palazzo Reale, una
mostra sul genio di Salvador Dalì, che vanta più
di cinquanta opere originali riunite dai maggiori
musei del mondo, con un unico tema: il rapporto
tra pittura, paesaggio e sogno. Gli spettatori
riusciranno ad entrare in contatto con un aspetto
meno conosciuto dell’artista dalle molte facce,
con il suo lato più mistico, religioso, spirituale.
Articolata in quattro sezioni, la mostra sarà
integrata con numerosi video, scritti, documenti
dei quali alcuni a opera dello stesso Dalì e, per
la prima volta in Italia, ci sarà la proiezione del
cortometraggio nato dalla collaborazione fra il
pittore e niente meno che Walt Disney, girato nel
1945 ma terminato solo nel 2003.
www.mostradali.it
26
NOVEMBRE
MERANO Cominciano già, ormai, i mercatini di
Natale in tutta Italia che ogni anno fanno
illuminare gli occhi agli amanti di decorazioni
natalizie e opere di artigianato locale; uno dei
principali rimane quello di Merano, in Trentino
Alto Adige, che fino a gennaio esporrà le sue
collezioni lungo il fiume, in una suggestiva
atmosfera di festa. Gustando una buona
cioccolata calda, o riscaldandovi con un buon
bicchiere di vin brulé, sarete pronti a vivere tutta
la magia del Natale. State già brillando, vero?
www.nataleamerano.it
Oroscopo
56
a cura di Cassandra
Ariete
Toro
21/03 - 21/04
21/04 - 21/05
Affari di cuore
Come al solito siete un po’ troppo
focosi. Date una priorità a chi se la
merita e non sbagliate punto di
vista!
Amicizia & famiglia
Inspiegabilmente vi ritrovate
sempre in mezzo a qualche
litigata. Perché non cercate di
tirarvi un po’ indietro quando
vedete che butta male?
Consiglio
Provate a sentirvi “Fragile” dei
Vanilla Sky.
Affari di cuore
Che dire? State andando davvero
alla grande ragazzi!
Finalmente avete ritrovato quel
senso di stabilità che vi
mancava… bravi! Novembre a
gonfie vele per voi!
Amicizia & famiglia
E da bravi segni di terra siete
disponibili ad aiutare tutti e a
divertirvi come si deve, sono
fiera di voi!
Consiglio
“L’amore è qui” di Nesli.
Gemelli
21/05 - 21/06
Affari di cuore
Ahi, ahi, ahi. Non sentite che il
vostro cuore dice qualcosa?
Capisco che non vogliate dargli
retta, ma preparatevi ad una resa
dei conti… a breve.
Amicizia & famiglia
Siete circondati da persone che
vi vogliono bene.
Fate capire loro quanto siete
consapevoli della vostra buona
sorte!
Consiglio
“Piccolo Pagliaccio Italiano” di Emil.
Cancro
Leone
Vergine
22/06 - 22/07
23/07 - 23/08
24/08 - 23/09
Affari di cuore
Non è possibile che non vi vada
mai bene niente, o no? Se è cotta
la volete cruda, se è cruda la
volete cotta… andate in cucina e
preparatevi tutto da soli.
Amicizia & famiglia
Siete nervosi e posso capire che
non pensiate troppo a chi vi
circonda, ma vi rendete conto che
non siete degli eremiti?
Consiglio
“Tutto in un attimo” degli A
Chance To Be Romantic.
Affari di cuore
Che desolazione, ragazzi. Avete
mille cose da fare e da dire,
eppure un chiodo fisso vi rallenta
non poco, ma perché non
appenderci un bel quadro su quel
chiodo?
Amicizia & famiglia
Incredibilmente solare la
situazione, nonostante le
condizioni climatiche.
Consiglio
I video delle cover dei Boyce
Avenue su Youtube.
Affari di cuore
Indecisione, amica di una vita! Ma
non abbattetevi: dopo uno
stancante periodo di incertezze
adesso qualcosa si delinea
all’orizzonte… ce la potete fare!
Amicizia & famiglia
Non lamentatevi, potrebbe
andarvi peggio, e invece gli astri
ammiccano e vi fanno godere il
momento che, ammettetelo, vi
siete sudati. Bravi!
Consiglio
“Stay the night” di James Blunt.
Bilancia
Segno del mese
Sagittario
24/09 - 22/10
SCORPIONE
23/11 - 21/12
Affari di cuore
Avete presente cosa voglia dire
“condivisione” e “rapporto
interpersonale”? La paura di farsi
male non è una buona scusa,
sapete?
Amicizia & famiglia
Dovete cercare di aprirvi un po’ di
più, miei cari. Non potete tenervi
tutto dentro e poi lamentarvi. Siate
il cambiamento che desiderate!
Consiglio
“Hollywood” di Micheal Bublé.
Affari di cuore
No, scusatemi, ma io non vi
capisco. Perché fossilizzarsi su
situazioni giunte ad un binario
morto da secoli?
Amicizia & famiglia
Nonostante molti di voi sentano
una distanza incolmabile con coloro
che vorrebbero avere più vicini, la
situazione non è tremenda come
sembra.
Consiglio
“Whisper War” dei The Cab.
23 OTTOBRE 22 NOVEMBRE
Affari di cuore
Il vostro arco ha trovato
decisamente il bersaglio adatto?
Perché state ancora aspettando a
tirare il dardo?
Amicizia & famiglia
Non ce l’hanno tutti con voi,
ragazzi, semplicemente dovete
capire chi vi invidia qualcosa ed
allontanarlo il prima possibile,
altrimenti non si va da nessuna
parte.
Consiglio
“Teenage dream” di Katy Perry.
Capricorno
Acquario
Pesci
22/12 - 21/01
21/01 - 19/02
20/02 -20/03
Affari di cuore
Vi siete un po’ fossilizzati sull’idea
che le vostre corna siano sempre
più pesanti, ma le stelle dicono
che vi state sbagliando.
Amicizia & famiglia
Siete leggermente paranoici in
questo periodo o mi sbaglio?
Perché non uscire di casa con un
bel sorriso e non in quel brutto
impermeabile?
Consiglio
“Per fare a meno di te” dei 2 di
picche.
Affari di cuore
Sapete che a volte il silenzio ha il
suo valore? Arrendetevi all’idea che
la vostra mente va più veloce di
voi e non c’è nulla da fare, cercate
solo di tenere il passo!
Amicizia & famiglia
La situazione non è delle più rosee,
ma lavorandoci quel tanto che
basta potrete ritornare ad essere un
po’ più sereni.
Consiglio
“Airplanes” di B.o.B. feat. Hayley
Williams.
Affari di cuore
La vostra dolce metà è talmente
presa che non ve lo spiegate
nemmeno voi; per i single novità
in vista nel vostro acquario:
preparate la camera degli ospiti!
Amicizia & famiglia
Tentate di contare fino a 15 invece
che fino a 10 prima di prendervela
con qualcuno o prima di essere
convinti al 100% di qualcosa che
non conoscete bene.
Consiglio
“Just the way you are” di Bruno
Mars.
ackstage
MODELLE PER UN GIORNO
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NOSTRI VOLTI! Iscriviti al gruppo
su Facebook o scrivi all?indirizzo e-mail looksmart@zai
LOOKSMART
DO IT
YOURSELF
FARE DA SÈ? È POSSIBILE. SE SOTTO
C’È UN BUON TAGLIO SI POSSONO
ESEGUIRE OTTIMI RITOCCHI.
L’IMPORTANTE È SEGUIRE ALCUNE
REGOLE D’ORO
Frangetta
Quando i capelli sono asciutti, pettinali e
tira le punte stringendole fra le dita.
Tieni le forbici verticali e spunta di un
centimetro circa a partire dalle sopracciglia. Mi raccomando, fai piccoli tagli.
i
al
gn
Ba
i? rcia
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e
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m
m
se
Ciuffo laterale
Raccogli i capelli escludendo solo il ciuffo. Usa le dita per determinare l’angolazione che vuoi ottenere (la ciocca più
corta dovrebbe arrivare appena sotto
l’occhio; la parte più lunga dovrebbe raggiungere lo zigomo). Quindi, scelta l’angolatura, spunta lungo le dita tenendo le
forbici in posizione verticale.
Occhio a non
tagliare mai
d’un colpo: è
impossibile che
la frangia risulti
diritta
Punte
Anche in questo caso usa le forbici mantenendo le ciocche ben strette fra le dita
e spunta con piccoli tagli.
CORTI
Step1
PER UNA SERA
Step 3
Raccogliete le ciocche superiori dall’esterno verso l’interno e fissatele in
alto con un fermaglio.
1
Ora dividete il resto dei capelli in due
ciocche e fermatele con una forcina
mantenendo le punte verso l’interno.
2
Step 2
Sciogliete la parte superiore... ed
3 ecco
un corto impeccabile!
uovo trend: IL TAGLIO CORTO
VOGLIA DI CAMBIARE SEGUENDO GLI ULTIMI DICTAT? ATTENZIONE, PERO’. IL
TAGLIO CORTO NON E’ PER TUTTE. SI ADDICE A TIPI ATLETICI E AVVENTUROSI E
PUO’ RIVELARSI INADATTTO A PERSONALITA’ PACATE E DOLCI. D’ALTRA PARTE E’
DAVVERO COMODO E DI GRAN MODA. ALLORA VALUTIAMO BENE IL NOSTRO
TIPO DI CAPELLI E LA FORMA DEL VISO
Renée Zellweger
Katie Holmes
S
e i capelli sono lisci e fini, il taglio dovrà avere
numerose scalature. Se il viso è rotondo e pieno
(come quello di Renée), scalature davanti e dietro
e taglio che va verso l’alto, possono allungarlo.
Per un viso triangolare come quello di Katy
Holmes, è perfetto un caschetto scalato e tendente al
corto, in modo da dare armonia. Infine la frangia viene
in soccorso di chi deve nascondere una fronte ampia.
Selena Gomez
Rihanna
S
e i capelli sono molto ricci, bisogna optare
per un taglio non molto corto, altrimenti si
rischia di sembrare… un barboncino! Chi ha
il viso tondo come Selena Gomez deve evitare le masse piene di riccioli che accentuano
questa caratteristica. Stile ideale, invece, per chi ha
il volto triangolare come Rihanna: mosso e voluminoso ne spezza la geometria e addolcisce i tratti.
SMALTOMANIA: DEEP PURPLE
O.P.I. (sui 15 Euro)
Vastissima gamma di colori.
Costoso ma praticamente eterno.
Peccato non si trovi ovunque.
Revlon (7,90 Euro)
Lungo il tempo di asciugatura,
ma durevole. Trovi sempre i
must have della stagione.
Kiko (1,90 Euro)
Costo praticamente
nullo. Dura fino ad una
settimana ma servono
minimo due passate per
renderlo vivo. Per i colori
accesi è ottimo.
Mavala (7,90 Euro)
Ottimo rapporto qualità-prezzo.
Minore scelta di colori. Perfetto per gli
evergreen come rosso e rosa perlato.
Sephora (4,90 Euro)
Basta una sola passata per un buon
risultato, ma ha scarsa tenuta.
IT¸eu!ro)
NOV
0,50
(2
Colore davvero strepitoso e
molto particolare. Non
assomiglia a nulla di già visto
o provato. Il prezzo è sempre
molto alto, ma la durata e
l’applicazione sono ottime.
Flaminia e Cristina
«Giu’ le mani dai biscotti. Più che un
pigiama party sembra un’abbuffata...»
Preferisci una borsetta da
sera? Bella questa in pizzo
di Accessorize (46 Euro).
24
e
or
di
DA
MO
In questa pagina
Cristina indossa un pigiama di pile viola e ciabatte di spugna (tutto Undercolors Benetton,
saldi inverno 2009).
Anche per Flaminia pigiama Undercolors Benetton
di cotone grigio e vestaglia rosso fragola.
Nella pagina accanto, in alto a sin,
Cristina sceglie uno stile ricercato senza spendere
una fortuna, ma ottenuto abbinando colori e
accessori “bon ton”. L’unico capo nuovo e “firmato” sono i jeans (Ambercrombie & Fitch). Per il
resto, si saccheggia l’armadio di mamma e i saldi
nelle grandi catene. La giacchetta di lana blu elettrico bordata di nero di H&M è un fantastico saldo
estivo (5 Euro!). Basco H&M (1 Euro) ello stesso
colore e collana in tinta Upim.
Flaminia, a scuola, indossa jeans Oviesse, maglietta Pimkie (saldo estivo, 4 Euro), giubbotto cammello Sandro Ferrone e scarpe in tinta Converse.
Invece per l’uscita serale sceglie una gonna nuova
di Brandy & Melville e ricicla una bella camicia blu
petrolio di Camomilla (collezione inverno 2008).
Scarpe Moschino.
Al parco, Cristina mette una felpa vintage oversize
(per forza, è di papa!) Puma anni Novanta, leggings presi al mercatino sotto casa, scarpe fantasia
Converse (Collezione 2008).
icomincio da capo
Cristina
Un film cult del 1993
con Bill Murray, che rivive
sempre la stessa giornata finché...
Flaminia
«Colazione al volo, due ore di storia, una di
chimica e ora? Non ci vedo più dalla fame!»
5
Flaminia
«Ritardo. Cronico. Di nuovo.»
«Stasera aperitivo in un locale nuovo.
Non sarò troppo elegante? Nah,
saranno in tiro anche le altre.»
Cristina
«Libri, musica, al parco. Niente di meglio.»
Ciao, siamo Gaia e Cristina,
frequentiamo il Liceo
“Dante” di Roma. Amiche
da una vita, ci siamo
"inventate" questo nuovo
lavoro coinvolgendo altre
ragazze della nostra età.
Factotum e facmultum ci
autodefiniamo: foto, testi,
vestiti, location , ecc. sono
farina del nostro sacco.
Gaia Ravazzi, 16 anni
Cristina Altomare, 15 anni
Giorgia Nobile
Chiara Falcone
Gianni La Rocca
N
on so se capita anche a voi di entrare in
un negozio, magari dal parrucchiere, o
di sfogliare in edicola, con un misto di
curiosità e riluttanza, una rivista di moda
e di pensare: di solito non leggo questo
tipo di pubblicazioni, eppure sono una ragazza! Perché non mi sento davvero catturata da
queste immagini? Semplice, oserei dire, la
moda colpisce, affascina, fa sognare, ma cosa
accade quando in copertina vedi una ragazza
che non ha nulla a che fare con te?
Non parlo di bellezza, ovviamente. Intendo
quella naturalezza, quello stile ricercato ma
non economicamente irraggiungibile che caratterizza noi adolescenti.
Cosa succede quando realizzi che la modella
che hai davanti mostra segni di evidenti problemi di alimentazione tanto da pesare sì e no
come tua sorella di undici anni?
Ti senti grassa, forse, inadatta agli stereotipi
proposti dalla società di oggi, ma se ti guardi
intorno, sai cosa c’è? Siamo tutte ragazze
come te, ragazze ‘normali’.
Decidi di ignorare la copertina. Non si giudica
mai senza conoscere, giusto? Cominci a girare
nervosamente le pagine cercando qualcosa da
leggere, un consiglio; scorri immagini, ti soffermi su un dettaglio. Cinque minuti e hai finito
l’intera rivista.
Immediatamente scatta un’altra domanda: perché nei giornali di moda destinati alle ragazze
è raro che ci siano articoli interessanti che non
si limitino a descrivere il nuovo colore di smalto Chanel?
La risposta, a mio avviso, è questa: pubblicità;
la moda coincide con la pubblicità. Queste riviste vendono soltanto suggestioni, modelli irraggiungibili, consumi.
Ma la vera moda sei tu. Tu che come me non
indossi bene tutti i vestiti e non hai un conto in
banca illimitato. Tu che vorresti leggere un vero
articolo con dei suggerimenti utili. Tu che vorresti sapere come abbinare i capi della scorsa
stagione con qualcosa di nuovo, o con un vintage prelevato dall’armadio di tua madre
oppure scovato al mercato; magari mescolandoli con un capo griffato…
Allora Look Smart è per te.
MCN Studio di Roma
per l’ospitalità
Gaia
ovember Rain
Nothing last forever even
cold November rain
(Guns’n Roses,
1992)
Non vuoi
spendere una
fortuna? Una
simpatica
alternativa è
la giacca
K-Way lilla
Da sinistra, per Lucrezia
giubbotto viola scuro Prada, viola anche per le scarpe Superga,
maglietta rosso-fragola vintage.
Per Cristina, spolverino Zara (collezione primavera-estate 2010).
In basso, Flaminia indossa un maglione bordeaux The Limited e
Jeans Oviesse.
LookSmart
SMALTOMANIA: scopri il colore dell’autunno
Anche la moda ha cervello
NOVEMBER
RAIN
LA MODA
24H SU 24
CAPELLI CORTI, ultimo trend: ma
stanno bene a tutte? I nostri consigli e
alcune dritte per un ritocco rapido
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