NOVEMBRE 2010 ALLEVI A tu per tu con il genio ORIENTAMENTI, fai un salto a Genova per scegliere la strada giusta ISSN 2035-701X “Poste Italiane. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Torino n° 8 Anno 2010”- € 1,20 PRIMA DELLA PRIMA Un tè all’Opera con Carmela Remigio RUBRICHE BACKSTAGE IERI ACCADRA’ ANTISPOT DI SCATTO SNAKES AND LADDERS FORUM 12 E VAI COL… NAPOLETANGO! Lo spettacolo di Giancarlo Sepe al Teatro Eliseo di Roma TRAVOLTI DALL’ONDA Studenti a confronto SE 60 ORE VI SEMBRAN POCHE Inchiesta 14 32 PARI O DISPARI? Il test 35 36 IL BATTITO DELLE ROTAIE Movimenteen 38 UN ENIGMA PER… BESSON Recensione 40 DAL LABORATORIO COSTUME E SOCIETA’ DAL LABORATORIO MUSICA 24 COLOMBO… CHI SEI VERAMENTE? Intervista impossibile UN TIMIDO SI BEMOLLE Intervista esclusiva a Giovanni Allevi 27 IDAY 2010 A tu per tu coi Simple Plan 30 NO BOW DOWN Da La Spezia con furore DAL LABORATORIO GIOVANI CRITICI 34 VOCE AL NUOVO TEATRO Benvenuti allo Stabile di Genova! Speciale UNA BUSSOLA PER IL FUTURO 18 Università, formazione, lavoro: dal 17 al 20 novembre Genova torna a essere la capitale dell’orientamento. Per combattere l’abbandono, migliorare l’offerta formativa e promuovere la cultura scientifica 46 WALK ON THE SEA Reportage dal 50° Salone Nautico 49 EURONEWS Dai nostri corrispondenti 51 novembre n°8 Direttore responsabile Renato Truce Vice direttore Lidia Gattini Coordinamento di redazione Eleonora Fortunato Redazione di Torino e Segreteria di Redazione Sonia Fiore corso Allamano, 131 - 10095 Grugliasco (To) tel. 011.7072647 / 283 - fax 011.7707005 e-mail: [email protected] Redazione di Genova Maria Elena Buslacchi tel. 010.8936284 - 010.8937769 e-mail: [email protected] Redazione di Roma Simona Neri via Nazionale, 5 - 00184 Roma tel. 06.47881106 - fax 06.47823175 e-mail: [email protected] Hanno collaborato Dal laboratorio di Attualità: Greta Pieropan, Elena Prati, Paolo Fornari, Anreea Melinescu, Cristian Predoi, Velina Barova, Matteo Marchetti. Dal laboratorio Musica: Chiara Colasanti, Elena Dardano, Chiara Piotto. Dal laboratorio Giovani Critici: Alice Golisano, Jacopo Zoffoli, Cristina Altomare, Alice Conte, Martina Tevere. Dal laboratorio Costume e Società: Benedetta Magri, Andrea Boutros Dal laboratorio di Fotografia: Gaia Ravazzi, Edoardo Caroselli, Lorenzo Arpea. Impaginazione Giorgia Nobile, Gianni La Rocca Illustrazioni Alessandro Pozzi Fotografie e fotoservizi Circolo di Sophia, Massimiliano T., Fotolia, Sito web: www.zai.net Francesco Tota Editore Mandragola Editrice società cooperativa di giornalisti via Nota, 7 - 10122 Torino Stampa Artigrafiche Boccia S.p.A. via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno Zai.net Lab Anno IX / n. 8 - novembre 2010 Autorizzazione del Tribunale di Roma n°486 del 05/08/2002 Abbonamento sostenitore: 25 euro Abbonamento studenti: 10 euro (9 numeri) Servizio Abbonamenti MANDRAGOLA Editrice società cooperativa di giornalisti versamento su c/c postale n° 73480790 via Nazionale, 5 - 00184 Roma tel 06.47881106 - fax 06.47823175 Main sponsor Realizzato con il contributo di: Assessorato all'Istruzione, Formazione, Ricerca, Innovazione tecnologica e informatica, Politiche sociali, Terzo settore, Cooperazione internazionale della Regione Liguria. Cortei, autogestioni, occupazioni: quest’anno ci ha pensato la riforma dell’università a scaldare le giornate autunnali delle migliaia di studenti che ne contestano, con decisione, l’inadeguatezza. Nel nostro forum abbiamo raccolto punti di vista diversi sulle proteste, con un’importante cosa in comune, però: il desiderio che la scuola pubblica non capitoli, che il sapere non diventi un mercimonio, che nell’istruzione e nella ricerca si investa in maniera adeguata per ridare al Paese una speranza di coesione sociale, di produttività e di stabilità politica. E continuano a essere tanti, per fortuna, i momenti in cui le istituzioni vanno incontro al bisogno di chiarezza dei più giovani per indicare loro quali sono le varie strade che si aprono dopo il diploma. Torna, infatti, alla Fiera di Genova la nuova edizione di Orienta-menti, il salone che ci guida nel nostro futuro con tante iniziative rivolte agli studenti, alle famiglie, ai giovani in cerca di occupazione, agli insegnanti, agli educatori. Da non perdere i Radio Days e la Notte dei Talenti! A proposito di talenti, il laboratorio dei nostri reporter musicali vi regala a pag. 24 l’emozionante intervista a Giovanni Allevi, il compositore e musicista contemporaneo più amato dai ragazzi non solo italiani, cui è dedicata anche la copertina. Subito dopo è il turno dei Simple Plan, intervistati dalla nostra Chiara Colasanti in occasione dell’Iday 2010. E da La Spezia con furore, per l’ormai consueto appuntamento con le band emergenti, arrivano i No Bow Down. Avete bisogno di una piccola pausa? Nel laboratorio dei giovani critici è il momento di un tè all’Opera col soprano Carmela Remigio, incontrata a Roma in occasione del successo raccolto nel “Roberto Devereux” di Donizzetti. Ancora la magia del teatro con le proposte dello Stabile di Genova e con “Napoletango”, visto per noi dalla nostra Cristina Altomare al Teatro Eliseo di Roma. Dopo le news provenienti dai giovani reporter di varie nazionalità europee coinvolti in Radio Jeans e un simpatico rendez-vous con Cristoforo Colombo, in fondo al giornale vi aspetta un cambiamento radicale di prospettiva! Capovolgete la rivista, e ne avrete un’altra totalmente nuova e tutta da scoprire… Zai.net ha ricevuto il patrocinio di: Centro Unesco di Torino sponsor: I CANTIERI DELL’ETERE La rivista è stampata su carta riciclata E 2000, Cartiere Cariolaro Questa testata fruisce dei contributi statali diretti della legge 7 agosto 1990, n. 250. In collaborazione con: Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana BA CK ST AG E Hanno contribuito a questo numero: Chiara Piotto Luca Savio 17 anni, ci scrive dal liceo scientifico “Pacinotti” di La Spezia. Fotografa incallita presa da mille interessi e attività, sta ancora cercando bene di individuare quale possa essere la scelta universitaria che le permetta di coltivarne la maggior parte. Lingua inglese, russa, lettura, giornalismo, comunicazione... Tutto per arrivare all'immagine ideale di un futuro che la veda in giro per il mondo con la macchina fotografica dei sogni appesa al collo. Per adesso comunque è ai suoi primi lavoretti e... chi vivrà, vedrà! 18 anni, frequenta il liceo scientifico “Majorana” di Moncalieri. Gli piace scrivere e leggere, soprattutto a tarda notte, e le altre sue passioni sono la fotografia e il cinema. Inoltre, ascolta molta musica e adora la giocoleria, in particolare il «diablo». Si dice molto preso anche dalla politica (e la sua kefiah non lascia dubbi sul suo orientamento). Si lancia sovente in letture impegnative e in decisioni che, nella maggioranza dei casi, prende in maniera molto istintiva. Silvia Panna 18 anni, studentessa al liceo linguistico “G. Deledda” di Genova, non ha ancora le idee chiare sul suo futuro, ma vorrebbe continuare a lavorare nell'ambito linguistico. Le piacciono lo sport, in particolare danza e tuffi, la moda e il teatro, che ama praticare con le sue amiche in un mix di teatro-danza grazie ad un corso attivato dalla scuola! Ha scoperto Zai.net grazie alla sua migliore amica, che l'ha coinvolta nel workshop estivo di Radio Jeans in cui si sono divertite un sacco! Alice Golisano Elena Dardano 17 anni, allieva del liceo classico “P. Galluppi” di Catanzaro. La sua passione più grande è la lettura, che la coinvolge in ogni tipo di genere, dai classici ai polizieschi, ma trova spazio anche per il pianoforte e per la pittura. Timida ma allo stesso tempo determinata e addirittura testarda, cerca di realizzare ogni progetto che ha in testa: per questo, dopo essere stata per molti anni lettrice accanita della nostra rivista, adesso ne è diventata assidua collaboratrice e questo mese ci propone nientepopodimenoche… l’intervista a Giovanni Allevi. Andrea Boutros 17 anni, frequenta il quarto anno del liceo scientifico “Cassini”, e già da un anno fa parte della redazione di Zai.net. Entrato anche nella ciurma di Radio Jeans, da qualche mese coltiva la passione per l’ideazione di nuovi programmi e la creazione di progetti radiofonici. Non si staccherebbe mai dalle sue radici egiziane, che sono alla base della sua duplice cultura e dei suoi primi esperimenti di scrittura artistica, come potrete ammirare voi stessi nelle prossime pagine. 16 anni, studentessa al liceo classico “G. Mazzini” di Genova. Ha appena iniziato a collaborare con Zai.net, ma spera di continuare a lungo e acquisire esperienza nel mondo del giornalismo. Le piace scrivere racconti, anche se ha iniziato inventando filastrocche, sulla falsa riga di Gianni Rodari, per la sorella minore. Adora le lingue, il cinema (dagli albori fino ad oggi), frequenta corsi di recitazione da sette anni ed è in una compagnia teatrale da ormai tre. IER IA CC AD RÀ A cura di Andrea Boutros, 17 anni, Genova Notizie serie e curiose selezionate dai calendari del passato NOVEMBRE 1512 Il soffitto della Cappella Sistina, dipinto da Michelangelo, viene mostrato al pubblico per la prima volta. 1800 John Adams è il primo presidente degli Stati Uniti ad abitare la Casa Bianca. 16 NOVEMBRE 2001 Esce nelle sale il primo film di Harry Potter, “Harry Potter e la Pietra Filosofale”; diverrà il secondo film nella classifica d'incassi di tutti i tempi. 1993 Entra in vigore il Trattato di Maastricht, che stabilisce formalmente l'Unione Europea. 24 NOVEMBRE 1859 Il naturalista britannico Charles Darwin pubblica L'origine delle specie, opera in cui sostiene che gli organismi si sono evoluti gradualmente attraverso la selezione naturale. 1991 Il cantante leader dei Queen, Freddie Mercury, muore nella sua casa londinese. 4 NOVEMBRE 1922 In Egitto l'archeologo britannico Howard Carter e i suoi compagni trovano l'ingresso della tomba di Tutankhamen, nella Valle dei Re. 21 NOVEMBRE 1877 Thomas Edison annuncia l'invenzione del fonografo, un apparecchio che può registrare suoni. 2008 Stati Uniti d'America, elezioni presidenziali: vince il candidato democratico Barack Obama contro quello repubblicano John McCain, diventando il primo presidente USA afroamericano. 30 23 NOVEMBRE 1889 Il primo juke box entra in funzione nel Palais Royale Saloon di San Francisco. 11 NOVEMBRE 1992 La Chiesa d'Inghilterra vota per permettere alle donne di diventare sacerdoti. NOVEMBRE 1974 In Etiopia Tom Gray e Donald Johanson scoprono i resti fossili di Lucy, un Australopithecus afarensis straordinariamente ben conservato. NOVEMBRE 1 T O P TIS N A A cura di Greta Pieropan, 18 anni, Pozzolengo (Bs) SPOT TIM E WIND Siamo ormai abituati a coppie di personaggi famosi che con gag divertenti (o anche no), pubblicizzano nuove promozioni; sulle pagine di Zai.net ci siamo occupati spesso degli spot degli operatori telefonici, e questa volta non farò eccezione, se non per preferire l’uno all’altro… Cominciamo dallo spot più bistrattato della televisione: quello delle promozioni Tim. Abituati ormai a “strane coppie” che vivono le situazioni più strane, non dovremmo più dar loro peso; e, invece, questi spot continuano a sorprenderci… per la loro assurdità. Già era abbastanza penoso tentare di capire il senso di una ragazza giovane e ormai onnipresente in tv che ammiccante si tuffa in piscina con il povero cellulare, protagonista (in teoria) dello spot, relegato a una comparsata; ora dobbiamo sorbirci la coppia De-Sica/Belen mentre fa esercizi per ricaricarsi con un guru discutibile, che forse dovrebbe provocare ilarità nello spettatore, ma suscita solo perplessità. Non solo, sempre poco vestita lei e furbetto lui, disturbano la lezione col continuo squillare del telefonino, e alla fine la trasformano in un party, perché si sono “ricaricati” grazie a Tim. Signori pubblicitari, un po’ di fantasia! Un giochetto di parole banale e tre personaggi costruiti sui peggiori luoghi comuni non fanno uno spot! Più elegante invece la Wind che, accantonati (per poco…) testimonial vari, ha pensato bene di proporre un sottofondo musicale tranquillo e passato più volte in radio (senza per questo essere un tormentone come Lady Gaga), su cui una voce fuori campo (molto anonima in realtà) fa mille ringraziamenti ai vari clienti della compagnia telefonica. Ci propina, è vero, alcune situazioni comuni o banali, come il cliente che si oppone all’acquisto di un cellulare e ora ne ha due, ma lo fa col sorriso sulle labbra, proponendo gente comune, e con un filo continuo di gratitudine, che fa sorridere lo spettatore, cerca di farlo riconoscere in uno dei personaggi, e magari lo invita a guardare con più attenzione gli spot a venire. Sperando comunque che non siano le brutte copie di un programma di Canale 5 in cui troviamo tre personaggetti di Panariello… Un bel tocco di classe, comunque, un “grazie” allo spettatore fa sempre piacere. COSA ASPETTARCI QUEST’ANNO Prendete un qualsiasi giornale che abbia in copertina “i programmi della nuova stagione”, riconoscete tutti i volti di vari attori e presentatori? Scommetto di sì, e scommetto anche che vi è sfuggito qualche sbuffo, o un qualche sonoro: “Ancora?”. Ebbene, signori telespettatori, la televisione anche quest’anno sceglie il risultato sicuro, gli ascolti al posto della qualità. Non mancano certo ottimi programmi, ma lo schema di base è sempre lo stesso: l’ennesimo seguito di una fiction amata, film in “prima” visione, i soliti quiz che guardiamo distrattamente all’ora di cena, programmi sul cibo e sulla legge, talk show e reality show canterini o dedicati alla reclusione di un po’ di gente, e a improponibili orari programmi di approfondimento buoni o meno buoni. La solita minestrina insomma. Speriamo ci abbiano aggiunto un po’ di sapore; “Antispot” sarà sempre pronto a criticarli o a elogiarli. Staremo a vedere… DI SC AT TO DALLA PADELLA ALLA BRACE di Elena Prati, 18 anni, Milano Ero comodamente seduta sul divanetto di un bar del porto di Naxos, quando mi sono girata e ho visto questo polpo appeso a un filo. Non era il primo che vedevo, è un elemento caratteristico del paesaggio greco, anche se questo era un po’ particolare. L’ho osservato qualche secondo, ho seguito i suoi tentacoli e mi sono accorta che la loro fine coincideva con il chiosco che li cucinava alla griglia. Ironia un po’ macabra, ma il polpo era squisito! Mandate i vostri scatti più belli a: redazione.roma@ zai.net D ANS ES ER K A D SN LAD SEI UNO SCORPIONE O UN SAGITTARIO COME ME? ALLORA ECCOTI DIVERSI MODI PER FESTEGGIARE IL TUO COMPLEANNO! CALCOLA IL TUO PUNTEGGIO: SE SALI LE SCALE AUMENTA DI 5 PUNTI MA SE INCONTRI UN SERPENTE SCENDI DI NUOVO A ZERO! HAPPY HOUR! - Quei localini pieni di tavolini e un lungo buffet con sopra qualunque cosa, direi che li avete presenti… sono perfetti per festeggiare un compleanno! Alcuni ti riservano pure il locale! CINEMA PER TUTTI! - Problema: chi sceglie il film? Inviate una bella mail su facebook e vedrete che il sondaggio vi renderà soddisfatti, poi una volta saputo il numero di partecipanti magari arruolate qualcuno che prenda i biglietti in massa e… non dimenticatevi che la Tessera dello Studente, quella roba arancione, dà la possibilità di sconto tutti i lunedì pomeriggio! A SCUOLA - Non avete voglia di organizzare e così per non sbattervi portate una torta a scuola? Idea bocciata! L’unico modo per festeggiare in orario scolastico è riuscire ad ottenere un’ora buca… e il metodo potrebbe proprio trovarsi all’interno della torta. Usate la fantasia! IN DISCOTECA - Molto divertente, lo ammetto, ma mai pensato ai costi di una serata simile? Finché sganciano mamma e papà va bene, altrimenti forse è meglio scegliere un pub con musica e una mini sala da ballo, magari dovrete affittare il locale, però almeno non si tratterà di una serata comune e sarà solo per voi! A cura di Benedetta Magri, 17 anni, Rapallo (Ge) 5 4 3 2 1 -1 -2 -3 -4 -5 IN UN PARCO DIVERTIMENTI - Gardaland e Mirabilandia presentano fantastiche offerte: per una vera festa scegliete il Blue Tornado di Gardaland, se invece siete una dolce coppietta meglio Mirabilandia, il giorno del compleanno il festeggiato paga la metà! CAMPEGGIO! - Muniti di sacco a pelo e tenda potrete trascorrere una serata stupenda, se non in campagna almeno nel giardino di casa o in terrazzo e se ci fosse la luna piena… FATEVI PORTARE A FARE SHOPPING! - Siete stufi di dover cambiare i regali perché le taglie sono troppo strette… siete stufi di desiderare tantissimo quel paio di jeans e non potervelo permettere… c’è una soluzione: radunate gli amici e andate a fare shopping: voi provate e loro vi comprano il regalo, vi piacerà e sarà della taglia giusta! IN FAMIGLIA - Ricordate le serate passate in casa con una marea di parenti che vi tirano le guance? Ormai possiamo smetterla, piuttosto optate per qualcosa di innovativo, tipo un pic-nic coi parenti o una partita a calcio tutti insieme. Tanto quello che conta dei parenti è quasi sempre il regalo! PIZZATA STESSO POSTO, STESSA ORA, STESSA GENTE - Mai pensato a cambiare locale? La pizzata va bene, però chi paga? Meglio fare i signori e offrire oppure si fa alla romana? La seconda ipotesi ultimamente è la più gettonata, dunque per distinguervi dalla massa potreste scegliere un locale meno tradizionale, self service di sushi: ideale per chi si vuole abbuffare. NULLA - Stiamo scherzando? Si potrà decidere di non festeggiare solo quando si saranno superati i 50... Se proprio non avete voglia di organizzare sappiate che mettete nelle rogne i vostri amici o fidanzati, perché la festa a sorpresa è d’obbligo! M U R FO A cura di Paolo Fornari, 18 anni, Palestrina (Rm) TRAVOLTI DALL’ONDA CONTRO I TAGLI PREVISTI DAL GOVERNO, MARE GROSSO NELLA SCUOLA E NELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA. QUALI SONO LE IDEE DEGLI STUDENTI PER MIGLIORARE L’ACCESSO ALLA CONOSCENZA E LA SOCIETÀ? SARÀ UN NUOVO AUTUNNO CALDO? Organizzati e consapevoli L’attuale movimento di protesta studentesca presenta qualche differenza rispetto a quello di due anni fa: innanzitutto, i destinatari della riforma stavolta sono universitari, dal momento che è in discussione il futuro delle università italiane e del ruolo dei ricercatori (si tratta comunque di una differenza poco rilevante, dal momento che gli attuali liceali saranno presto universitari anche loro). Per quanto riguarda la consapevolezza, è diventata ormai una moda tra i cosiddetti “adulti” affermare che l’unico motivo per il quale questo movimento si mostra più consapevole è dettato da una maggiore maturità e intelligenza da parte di studenti più grandi, e non da ragazzini che non vedono l’ora di saltare un giorno in più di scuola. In poche parole, una coscienza motivata da una differenza anagrafica. Forse in alcuni casi singoli è così, ma da un punto di vista più globale, assolutamente no. E non è così perché ciò che queste persone non sanno è che gli universitari che oggi si vedono ridotte risorse, possibilità e speranze, sono gli stessi che fino a quattro anni fa hanno manifestato contro l’ex ministro Letizia Moratti, gli stessi che hanno detto “no” alle novità introdotte dal successivo ministro Beppe Fioroni, e gli stessi ancora che appena due anni fa hanno occupato varie scuole per tentare di salvaguardare, dall’attuale ministro Gelmini, una scuola che stava andando sempre più in crisi. Stiamo parlando di studenti non solo consapevoli, organizzati e coscienti della situazione. Stiamo parlando di studenti esasperati da un sistema che ormai non funziona più, da una classe dirigente corrotta (nonché sempre la stessa da anni), da una società che si lascia imbambolare da tutto ciò che legge sul suo giornaletto o ascolta dal suo tg preferito e punta il dito contro internet, quando non ha ancora capito che ormai è l’unica risorsa che ci rimane per confrontare più punti di vista e scoprire così le “vere” verità. E se parleranno di nuovo autunno caldo, ben venga: con la differenza che stavolta si protesta per un fenomeno tipicamente italiano, per una serie di tagli ai settori su cui si fonda il futuro del Paese, come appunto l’università e la ricerca, in una situazione mondiale di crisi dove però altre popolazioni non hanno adottato gli stessi mezzi, anzi! Chiara Cacciotti, 18 anni Rimettiamoci i cappotti L'inizio dell'anno accademico in molti atenei d'Italia è sospeso. Da Nord a Sud colorati cortei invadono le piazze, forte e concitata è soprattutto la presenza degli studenti universitari che uniti ai ricercatori reclamano, contro il ddl Gelmini, un generalizzato diritto allo studio. Ma cosa accade davvero all'interno delle facoltà romane in questi mesi? Sono pressoché deserte, gli unici a vagare alla ricerca di un'aula dove fare lezione sono professori dissidenti e qualche volentorosa matricola. In quello che è stato apostrofato come autunno caldo, le aule dovrebbero pullulare di studenti adrenalinici che con decreto legge alla mano discutono in maniera costruttiva su come far sentire la propria voce nella stanza dei bottoni utilizzando come zona franca le aule, i corridoi, i giardini della città universitaria, invece la Minerva è sola. Tutti si riversano urlanti nelle piazze per attirare su di sé l'attenzione dei media, comprensibile, visto che ci viene insegnato che vince chi alza più la voce, ma come ha detto 13 qualcuno,“le rivoluzioni si fanno in seno ai popoli”, e se si vuole fare una vera campagna di difesa dell'università pubblica è giusto iniziare da dentro l'università stessa, cercando di creare un sentire comune, senza fare politica, ma facendo informazione. Prendiamo la Sapienza, perché non far parlare alle assemblee invece dei soliti capi dei collettivi con i paraocchi, i veri protagonisti delle mobilitazioni: i ricercatori, affinché rendano partecipi tutti gli studenti, anche quelli meno informati, della preziosità del loro lavoro e della vera entità dei loro sacrifici? Chissà che magari non riescano a far arrivare qualcosa all'orecchio dei leader dell'opposizione, che in vista di ipotetiche elezioni invece di farsi propositivi stanno assumendo sempre più le caratteristiche di tanto mordaci quanto inconcludenti opinionisti di talk show. Informare e proporre, queste devono essere le parole d'ordine della nostra “rivoluzione”. In alternativa al blocco dei corsi che inevitabilmente andrà ad inficiare la didattica ripercuotendosi su noi studenti, proponiamo, come due anni fa, delle idee alternative di fare lezione, incentiviamo il dibattito e lo scambio di opinioni con i docenti, così da non essere più additati come fannulloni e parolai. Diffidiamo di coloro, politici, professori o manifestanti che basano la loro lotta solo su principi economici, perché l'università deve essere ricca, sì, ma di contenuti. E se questo si verificherà, allora rimettete pure i cappotti nell'armadio, si prevede un inverno caldo! Giulia Molari, 18 anni Se uccidono i nostri sogni Cosa rispondereste se vi chiedessero cosa volete fare da grande? La domanda ha molte risposte, la maggior parte delle quali è dominata da sogni. Dicono che l’uomo deve essere punito per omicidio, e allora uccidere il futuro non è un omicidio? Con il taglio finanziario alla cultura si possono annullare i sogni e i progetti di migliaia di giovani. La società moderna ci vuole far credere che con i soldi si può fare di tutto; sfido chiunque a comprare la conoscenza, l’amore per il sapere, perché è solo con l’uso della ragione e dell’intelligenza che ci si può evolvere, crescere insieme, ognuno con la sua diversità. La conoscenza non va trattata come un albero da potare, bensì come una pianta da far crescere e da sostenere lungo il suo percorso. Ebbene, è giunta l’ora di aprire gli occhi e scontrarsi con la realtà; i sogni, malgrado ci piaccia viverli, finiscono nel momento in cui iniziano quelli dell’altro. Nel corso della storia, come a tutti noi è noto, le proteste e i contrasti tra la classe dei “populares” (popolo) e quella degli “optimates” (oggi riconducibile al governo) non sono mai cessati di esistere. Nel Consiglio dei Ministri del 1° agosto 2008 è stato approvato un disegno di legge presentato dal Ministro Gelmini e contenente provvedimenti urgenti su Scuola, Università e Ricerca, provvedimenti che, come noto, prevedono tagli per 8 miliardi di euro in tre anni, una vera e propria scure su circa 150.000 lavoratori: Docenti ed Personale Ata, un nuovo dimensionamento della rete scolastica per chiudere tante piccole scuole site in comuni disagiati, un forte incremento degli alunni per classe, il ritorno al maestro unico nella scuola primaria (con la sola aggiunta di quello di religione cattolica però!), una significativa diminuzione del tempo scuola, lo smantellamento dei servizi di supporto amministrativi, tecnici ed ausiliari con conseguente esternalizzazione di molte funzioni. In risposta a questo, molti studenti, insegnanti e precari si sono riuniti per le strade delle città più importanti d’Italia per protestare. Il governo, vergognosamente, si è limitato a porre davanti a questa schiera infinita di ragazzi “svegliati dal loro sogno” file di Carabinieri e Forze Armate. Se ci pensate, è inconcepibile l’idea di opporre alla voglia di conoscere la brutalità umana rappresentata da violenza e impassibilità. Ciò che noi studenti vogliamo è far capire che non bisogna sottovalutare la conoscenza, bensì, bisogna amarla e essere consapevoli che chi conosce è già un passo avanti. Un’occasione, insomma, per diventare migliori tutti insieme. Giordano Marinelli, 17 anni Pari opportunità 14 SE 60 ORE VI SEMBRAN POCHE COME SI COMPORTA L’ITALIA DI FRONTE AL “GENDER GAP”? DANDO RISPOSTE PARZIALI, SE NON ADDIRITTURA INADEGUATE. COME QUELLA DELL’INNALZAMENTO DELL’ETA’ PENSIONABILE PER LE DONNE di Elena Prati, 18 anni Milano uando a sei anni ci siamo seduti per la prima volta nei banchi di scuola, avvolti in candidi grembiuli teneramente stirati dalle nostre mamme, erano già finiti i tempi delle classi femminili e quelle maschili. Eravamo (e siamo) libere di sederci accanto a un bambino senza essere giudicate o additate. Le pari opportunità avevano raggiunto anche la scuola, notoriamente uno degli ambiti statali più arretrato. In realtà, la scuola sembra l’unica ad averla mantenuta questa parità. Salvo casi eccezionali, alla maestra o al professore non importa di che sesso sia la persona che sta interrogando o di cui sta correggendo un compito, a loro interessa valutare il lavoro. Per questo motivo, quando usciamo dal mondo dell’istruzione, che, fortunatamente, ci “coccola” fino ai venticinque anni circa, diamo per scontato le famigerate pari opportunità. La nostra carriera inizia dalla fine, inizia dalla tomba della nostra condizione. Ci ritroviamo a inseguire l’uguaglianza, cercando di dimostrare di valere il doppio di quanto non sia realmente necessario, cedendo a compromessi, compiendo scelte e rinunce difficili, che nemmeno dovrebbero esserci chieste. E questa ripida salita non accenna a diminuire. Per adeguarsi – si dice – a quello che succede in Europa, anche in Italia dal 2012 le donne dovranno andare in pensione a 65 anni di età, come gli uomini. Per adesso a essere interessate dal provvedimento sono solo le impiegate del pubblico impiego, cui è toccato finora un trattamento “di favore” (poter smettere di lavorare e prendere la pensione a 61 anni) che secondo l’Unione Europea è in realtà penalizzante per gli uomini. Se parità deve essere, la discriminazione non può essere fatta certo al contrario. Questo si dice in Europa e questo ha pensato l’attuale governo. Le proteste e le critiche, anche molto dure, non si sono fatte attendere, tanto da dare vita a un documento apparso sul quo- Q tidiano «Il Manifesto» a firma di giornaliste, politiche, parlamentari, ma soprattutto donne, in cui si attira l’attenzione sulla condizione femminile in Italia: «Ora le dipendenti pubbliche, poi questo Governo vorrà continuare sicuramente con tutte le altre. È un’inaccettabile ingiustizia verso le molte giovani che non hanno un lavoro sicuro e verso coloro che fanno lavori usuranti». Impossibile non fermarci a riflettere sul significato di una lotta che, nel 2010, dovrebbe risultare anacronistica e invece è ancor più che attuale; per questo Zai.net ha intervistato per voi Elettra Deiana, ex deputata di Rifondazione Comunista, tra le promotrici di questa iniziativa che ha già riscosso un grande successo. Un’occasione per ripercorrere insieme alcune delle tappe fondamentali di una lotta che dura da più di mezzo secolo. Qual è stato l'evento scatenante che vi ha fatto riunire per dare vita e promuovere questo progetto? Una storia di vita vissuta o i dati che citate? «E’ nostra intenzione ridiscutere tutto ciò che abbiamo raggiunto, ma aggiungere ciò che ancora manca. Se dobbiamo trovare una causa scatenante, la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un progetto già meditato, è stata la decisione presa dal governo in merito all’età di pensionamento per le donne. La riproposizione di un punto di vista che parla di parità, senza mettere in conto la differenza strutturale tra il percorso di vita e lavorativo di una donna e di un uomo. L’anticipazione dell’età pensionabile per le donne fu negli anni passati una specie di ricompensa molto paternalistica, molto maschile, al lavoro di stato sociale suppletivo che le donne svolgevano a casa. Così abbiamo fatto i conti con tutti i dati europei, che dicono che le donne italiane lavorano molte più ore; considerando, ovviamente, lavoro tutto quello che è destinato alla cura della casa e simili. Insomma, continua questo ruolo di supplenza nello stato sociale delle donne, questa “terza gamba” come si diceva negli anni Settanta. Anche ora che l’idea che le donne abbiano diritto a lavorare è maturata, non significa che le donne abbiano 15 possibilità occupazionali uguali agli uomini e soprattutto non significa che gran parte di quello che è il lavoro di cura sia considerato elemento portante della società. Cosa che, in realtà, è, perché se va in tilt la famiglia come struttura, va in tilt la società nel suo insieme più complesso. Così abbiamo ideato questo slogan “Se 60 ore vi sembran poche” e pensiamo di fare una campagna (l’abbiamo messa anche su Facebook) per promuovere una raccolta di dichiarazioni dei lavori. Abbiamo preparato un modulo su cui vorremmo che molte donne raccontassero in termini numerici le loro ore di lavoro. È, sì, una cosa provocatoria, ma intendiamo anche trovare un modo formale e istituzionale per allegarlo alla dichiarazione dei redditi. Ed è, inoltre, un mezzo di autonarrazione delle donne». Cosa farete con i dati delle donne che compilano la vostra dichiarazione? «Intendiamo presentare i moduli al governo, ai responsabili delle questioni economico-sociali. E anche ai giornali, con conferenze stampa, un po’ di tutto. Vogliamo sottoporli a tutti i rami del Parlamento, ai competenti di camera e Senato. Insomma, un’azione politica sia nelle pratiche tradizionali, sia incontrando i sindacati, che poi si occuperanno di informare». Fa riflettere il dato-chiave dell’articolo: le donne italiane lavorano 60 ore la settimana, includendo i lavori fuori casa e i lavori prestati gratuitamente. È un dato angosciante se paragonato a quelli del resto dell’Europa e le conclusioni che se ne possono trarre innumerevoli. Qual è la sua opinione personale al riguardo? UMILIAZIONE MONDIALE Islanda, Norvegia, Finlandia, Svezia, Nuova Zelanda. Questi, secondo l’annuale rapporto sul “gender gap” del World Economic Forum (associazione fra i più potenti banchieri e ministri dell’Economia del mondo), i Paesi che più di tutti al mondo sono in grado di garantire la parità tra tutti i cittadini. Nei primi dieci posti, poi, ci sono vere sorprese come il Lesotho (che continua a scalare posizioni, ormai stabilmente nella top ten) o le Filippine. Non tutti i Paesi del Vecchio Continente fanno una gran figura: il rimpasto voluto nel governo dal presidente Sarkozy è costato alla Francia un tracollo di ben ventotto posizioni, fino al 46° posto; molti altri membri Ue si trovano ben lontani dalle prime posizioni. Tra questi, ovviamente, l’Italia. Tra i partner europei, peggio di noi fanno solo Ungheria, Malta e Cipro. Il Bel Paese è infatti al 74° posto, in discesa di due posizioni dallo scorso anno. Come ti costruisco un pessimo risultato: la partecipazione alla forza lavoro, pure in ascesa dal 2006, si inchioda a poco più della metà delle donne; per parità nei salari siamo centoventunesimi (su 134!), con un calo netto negli ultimi tre anni. E il Lesotho, invece, il bel Lesotho, per parità nei salari è primo. Primo! Per consultare l’intero rapporto: www.weforum.org Matteo Marchetti «In Italia, intanto, i servizi sociali non ci sono mai stati e non sono mai stati concepiti in funzione di questa duplice personalità dell’uomo e della donna, tra lavoro e famiglia. Per dire, in Francia il tema sociale è molto legato alla famiglia, che è aiutata veramente: le donne possono scaricare molte incombenze grazie a una forte presenza della scuola pubblica, ad esempio. Per non parlare degli stati del Nord, che hanno concepito lo stato sociale per le donne. In Italia, invece, lo stato sociale è stato soprattutto concepito in funzione del lavoratore adulto maschio. Uno stato che nasce senza propensione né vocazione femminile; poi ci sono stati anche i tagli, per cui ora appare sempre più improbabile trovare posto negli asili. Quindi, la condizione femminile è aggravata da una situazione di crisi che taglia molti aiuti e le donne si ritrovano ad affrontare molto più lavoro, che tra l’altro è misconosciuto. Intendiamoci, noi mettiamo in discussione l’obbligo di andare in pensione a una certa età, se poi una vuole lavorare fino a ottant’anni, lo faccia. Quello che ci ha mosso è questo misogino disconoscimento, come se le donne fossero state gratificate andando in pensione prima o presto (elemento culturale assolutamente negativo) e ora sono chiamate a lavorare di più, come se prima non avessero fatto niente. Parlando anche in termini economici, se non ci fossero queste donne a fare Elettra Deiana questo lavoro, chi lo farebbe?». Pari opportunità 16 Abbiamo chiesto ai nostri lettori il loro punto di vista, magari a partire dai racconti delle loro madri Mia mamma fa la casalinga. Lei non avrà mai una pensione. Credo che le leggi debbano generalizzare e trovare una risposta a un problema generale, non specifico, però ogni caso dovrebbe essere considerato a parte. Come dicevo mia mamma è casalinga, ma la sua scelta è stata dettata dal fatto che a 22 anni ebbe un figlio handicappato, che richiedeva assistenza 24ore su 24. Un’infermiera sarebbe stata impossibile da pagare, per cui mia madre, che faceva la maestra, si allontanò dal mondo del lavoro. Alla morte di mio fratello, 12 anni dopo, le fu molto difficile iniziare un’altra vita lavorativa, anche perché ero nata io da pochi mesi. Questo dimostra che anche lei ha sempre lavorato 60 ore alla settimana o anche di più. Se dopo la morte di suo figlio avesse potuto iniziare nuovamente a lavorare, probabilmente non avrebbe retto fino a 65 anni, perché certe esperienze lasciano il segno e chissà quante altre donne hanno avuto e hanno tuttora questi problemi. È importante riconoscere che ormai sono poche le ragazze che dai 16 anni ai 24 anni lavorano davvero, dunque considerare 25 anni come inizio di attività lavorativa non è neppure troppo sbagliato, per questo aggiungendo i tradizionali 40 anni si arriva a 65. Molte iniziano a lavorare ancora dopo, perché proseguono gli studi con dottorati. In definitiva, non trovo la legge sbagliata, ma sarebbe necessaria più attenzione nei confronti di ogni pratica, valutando ciò che è realmente lavoro usurante e quali sono e sono state le condizioni in cui la donna ha potuto vivere». Benedetta Magri, 17 anni IN LIBRERIA «Quando mia figlia andò all’asilo, venne chiesto alle mamme di cucinare una torta e di cucire un costume da angelo. – Non so cucire: magari posso darvi una mano a scrivere la storia, no? – No. Il primo lavoretto di mia figlia fu un guantone da forno, per me». Ancora dalla parte delle bambine è un libro scritto dalla giornalista del Venerdì e di Repubblica Loredana Lipperini. Il titolo si richiama a uno dei libri più famosi del femminismo italiano, Dalla parte delle bambine, un libro che denuncia, prima ancora delle disparità sul posto di lavoro o a scuola, la prigione mentale costruita da secoli e secoli di educazione “servile” inflitta alle ragazze di ogni tempo. I maschi fin da piccoli guidano eserciti di soldatini, decidono le sorti di agguerrite partite di pallone, vanno all’avventura in giro per i parchi. Alle bambine si regalano forni giocattolo e bambolotti da accudire come neonati. Che non gli venisse in mente di poter fare altro. O di poter lavorare come un uomo. Matteo Marchetti ANCORA DALLA PARTE DELLE BAMBINE Loredana Lipperini Feltrinelli, 284 pp., 15 euro «Io mi trovo, come dire, diviso in due: da una parte in teoria l'adeguamento dell'età pensionabile delle donne a quella degli uomini sarebbe giusto, visto che le donne hanno sempre combattuto per la parità di diritti e non sono più il cosìdetto "sesso debole", anzi... Dall'altra parte, però, dobbiamo considerare l'effettivo ruolo della donna all'interno della società italiana. La donna non è solo lavoratrice, ma anche figura portante della famiglia, e di conseguenza spesso gli impegni domestici e familiari si riversano sulla moglie/madre e non sul padre/marito. Oltretutto, in una società innegabilmente maschilista e un po’ tradizionalista come la nostra, le donne hanno comunque più difficoltà degli uomini a trovare un’occupazione, e quindi se si alza l'età pensionabile, molte giovani faranno ancora più fatica ad entrare nel mondo lavorativo. Ne è un esempio il mondo della scuola, in cui moltissimo personale è costituito da donne e in cui insegnanti di 40 anni sono ancora precarie perché non si riesce ad entrare in ruolo. La situazione è spinosa e la soluzione migliore sarebbe un radicale cambio di mentalità da parte del popolo italiano e dei politici italiani, cosa che vedo alquanto complicata. In questi casi si potrebbe dire: "Ai posteri l'ardua...impresa!"». Paolo F., 18 anni «Io credo che la convinzione di garantire la parità tra uomo e donna aumentando l'età del pensionamento sia frutto di una grande ipocrisia. In una società come la nostra, che si fonda sul lavoro e sulla famiglia, si deve ammettere che chi si preoccupa di entrambi sono soprattutto le donne che, dopo una giornata di lavoro fuori casa, rientrano e devono occuparsi dei figli, della cena, delle pulizie e di tutto ciò che a quanto pare per i politici non è fonte di fatica. Il cosiddetto "secondo lavoro" di cui si fanno carico tutte le donne non è assolutamente riconosciuto, infatti le casalinghe non hanno diritto alla pensione. Quindi, se si considera "lavoro" solo quello svolto in uffici, negozi e impieghi pubblici è ovvio che la pensione a sessantacinque anni garantisca la parità lavorativa tra uomo e donna ma, se ci si mette una mano sulla coscienza e se si guarda alla realtà vera, come si può avere il coraggio di considerare le donne privilegiate solo per ricevere la pensione quattro anni prima?». Eleonora Starnino, 16 anni Test 17 PARI o DISPARI? RETROGRADI O PROGRESSISTI? PER INTRODURRE UN’IDEA DI PARITÀ ASSOLUTA TRA MASCHIETTI E FEMMINUCCE, QUESTO MESE LE DOMANDE SARANNO RIVOLTE, ALTERNATIVAMENTE, AGLI UNI E ALLE ALTRE. PRONTI A SCOPRIRE I RISVOLTI PIÙ INQUIETANTI DELLA VOSTRA PERSONALITÀ? A B C A B C A B C [Maschietti] La Mamma è sempre la Mamma! Mi cucina a qualunque ora, mi lava e mi stira i vestiti, mi va a comprare le mutande, mi rimbocca le coperte, mi canta la ninna nanna...... ne trovassi un'altra come lei la sposerei! E sì, la mamma è sempre la Mamma, ma poverina... va a lavoro, bada alla casa, bada a tutta la famiglia... ogni tanto direi che anche lei merita quei dieci minuti di pausa spaparanzata sul divano come facciamo abitualmente io e il mio vecchio! Mia mamma mi ha insegnato fin da piccolo che il suo essere donna non la rende la serva di casa, e così, per non andare a scuola vestito di un lurido sacco di iuta o essere costretto a digiunare per giorni... beh, ho imparato a cavarmela da solo. A [Femminucce] I maschi sono tutti uguali! Magari fosse così – citando la “Fattoria degli Animali” di George Orwell “Sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri!”. In linea di massima è vero, ma ci sono delle rarissime eccezioni... solo che sono nascoste molto bene! Assolutamente falso... alcuni hanno una barca di soldi di famiglia, mica li vogliamo equiparare ai tanti poveracci che perseguitano noi femminucce! A B [Maschietti] La pensione a 65 anni anche per le donne vol. 1 Ma perché, pure le casalinghe vanno in pensione? La mia mamma mi ha messo al mondo e ha il dovere di accudirmi fino ALLA MIA età pensionabile! Non vedo perché no: la parità la vogliamo solo quando torna comoda e non comporta oneri? Troppo facile... Sì, ci sono le differenze di percorso di vita e tutto, ma allora le donne single senza figli che devono badare solo a loro stesse dove la mettiamo? Se vogliamo la parità non si può fare discriminazione al contrario, suvvia... [Femminucce] La pensione a 65 anni anche per le donne vol. 2 B C C A B C I miei genitori mi hanno cresciuto con sani principi all'antica, perciò, terminate le scuole superiori, sposerò un promettente quanto abbiente sottoposto del mio papino! Certo, quindi vogliamo buttare nel water le conquiste di tante attiviste che hanno lottato per i loro diritti e per far sì che noi altre ne godessimo immeritatamente i frutti in panciolle? Nossignore! Mmh, in effetti la cosa andrebbe vista molto nel dettaglio, poiché ci sono anche donne che non trascorrono la vita secondo lo stereotipo di moglie/madre/casalinga... Una bella cosa sarebbe andare tutti, uomini e donne, in pensione a, che ne so, 25 anni? [Maschietti] Donna al volante... ...Pericolo costante? Statisticamente le donne fanno meno incidenti dei guidatori maschi e questo è un dato di fatto. Solo non mi spiego la congenita incapacità di fare un parcheggio corretto con non meno di una quarantina di manovre... Son sciocchezze, ma certo le mamme di oggi che vanno a prendere i figli delle elementari col SUV (e che magari abitano al massimo a un paio d'isolati dalla scuola) sono veramente irritanti! [Femminucce] L'uomo bamboccione di natura! È per questo che esistono le donne: per fare loro da balia quando decidono (mentendo a se stessi) di lasciare il seno materno! E vabbè, la parità è sacrosanta, ma uomini e donne sono comunque diversi per natura... diciamo che i maschi sono un pochino “ritardati”, ma non è mica colpa loro, poverini... ...È proprio così, ma noi donne facciamo spesso credere loro il contrario perché ce la mettono anche tutta, a volte... Siamo diversi, ma le opportunità e i doveri devono travalicare i discorsi di genere! LEGGI IL TUO PROFILO A PAG. 44 Orientamenti 18 UNA BUSSOLA PER IL FUTURO 19 CONTRASTARE L’ABBANDONO SCOLASTICO, MIGLIORARE L’OFFERTA FORMATIVA, PROMUOVERE LA CULTURA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA: ANCHE QUEST’ANNO, DAL 17 AL 20 NOVEMBRE, IL PADIGLIONE B DELLA FIERA DI GENOVA OSPITA L’EDIZIONE 2010 DI ORIENTAMENTI di Stefania Benetti, 17 anni Genova orna l'appuntamento annuale con Orientamenti, il salone che ci guida nel nostro futuro con tante iniziative rivolte agli studenti, alle famiglie, ai giovani in cerca di occupazione, agli insegnanti, agli educatori. L'anno scorso i visitatori sono stati 42.000, provenienti da tutta la Liguria e dalle aree limitrofe. Quest'anno non ci si aspetta di meno e, per organizzare al meglio l'accoglienza, Orientamenti si è fatto in... sei, proponendo servizi specifici e diversificati secondo la domanda. T Il Salone della Conoscenza L'offerta formativa al completo per i ragazzi delle scuole secondarie di 1° e di 2° grado. All’interno degli stand espositivi, infatti, saranno presenti i docenti e gli studenti degli istituti secondari di secondo grado e delle Facoltà dell’Università di Genova, dei Poli Universitari di Imperia, Savona e La Spezia, dell’Accademia Ligustica, dell’Istituto Gemmologico Ligure, delle Facoltà di Agraria e Veterinaria dell’Università di Parma e della Facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia. Seminari e laboratori ci aiuteranno nella scelta del percorso formativo più adatto. Il Salone del Lavoro, delle arti, dei mestieri e delle professioni Per chi ha concluso il proprio percorso di studi, Orientamenti propone un primo contatto con i Centri per l’Impiego e mette a disposizione i "laboratori di autoimprenditorialità" per chi vuole valutare la possibilità di mettersi in proprio. Al Career Day, previsto nei giorni 17 e 18, diplomati e laureati potranno incontrare importanti aziende liguri e italiane, consegnare il proprio curriculum, ricevere proposte di lavoro. Qui, novità di quest’anno ricchissima di spunti, saranno promosse le filiere del lavoro che resiste alla crisi in Liguria: le Nuove Tecnologie e ICT, il Turismo, l’Economia Portuale-marittima, i Servizi alla Persona, la Green Economy e l’Artigianato. Qui i ragazzi con le famiglie avranno modo di incontrare i professionisti e i giovani in formazione di ogni settore e partecipare a laboratori, dimostrazioni per conoscere meglio mestieri, professioni e i relativi percorsi formativi. Il Salone delle Famiglie I genitori avranno a disposizione i laboratori di aiuto alla scelta, i seminari per orientarsi e un grande incontro istituzioni-genitori sulla partecipazione delle famiglie all’emergenza educativa. Il Salone degli Operatori Convegni e seminari rivolti ad insegnanti, educatori e operatori di orientamento avranno il loro culmine nel Forum Internazionale sull’Orientamento, che si terrà il 18-19 novembre. Il Salone dei Diritti, delle Opportunità e degli Stili di vita Enti, Associazioni pubbliche e private di promozione e tutela sociale e di volontariato stimoleranno a partecipare attivamente alla rimozione degli ostacoli per una piena promozione della persona, attraverso lo sviluppo e la tutela dei diritti. In questa edizione sarà anche presente un’area dedicata all’Anno Europeo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale a cura del CELIVO e delle Associazioni no-profit. Un impegno che compie 14 anni Ormai da quattordici anni la Regione Liguria si impegna, con Orientamenti, ad operare per l'informazione sulle opportunità di studio e di lavoro per i giovani. I suoi obiettivi primari sono, tra gli altri, ridurre l’abbandono e la dispersione scolastica, migliorare l’offerta formativa, promuovere gli indirizzi scientifici e tecnologici, lottare contro il bullismo e ogni forma di dipendenza, stimolare la creatività e il talento giovanile, promuovere le filiere del lavoro che in Liguria resistono alla crisi. Ce ne parla meglio Sergio “Pippo” Rossetti, assessore al Bilancio, al Patrimonio e all'Istruzione, alla Formazione e all'Università per la Regione Liguria: «Sicuramente l'evoluzione dal 1996 ad oggi di Orientamenti ha consentito di perfezionare la collaborazione con le province e con agenzie e soggetti educativi: sono cento gli eventi formativi realizzati nel 2009, ventisette le aziende regionali, undici le facoltà, tre i poli universitari presenti... Orientamenti è un salone che permette di farsi un'idea più generale dell'offerta formativa sul territorio. La Liguria per quanto riguarda l'orientamento è coordinatore nazionale di tutte le Regioni italiane, e in virtù di questo organizza insieme a due ministeri e alla Conferenza delle Regioni anche il Convegno internazionale sull'orientamento. Nella nostra cultura l'orientamento è sempre stato lasciato un po' alle relazioni personali: si trova lavoro attraverso le conoscenze, non solo le raccomandazioni, ma anche proprio le conoscenze che si intrecciano nel proprio percorso di crescita. L'attività di orientamento invece richiede anche una competenza specifica che consente di comprendere sul piano individuale in che cosa ci si potrà esprimere al meglio. Credo che il salone Orientamenti sia un punto di riferimento ormai nazionale e che sia utile per i ragazzi così come lo è per i professori e i genitori partecipare e capire quel che può interessare di più ciascuno». Quando giunge il momento di abbandonare il mondo “protetto” della scuola superiore ci si trova di colpo catapultati in una selva di opzioni. Studio o lavoro? E perché non entrambi? Quali le opportunità, quali le prospettive? Prima ancora di scegliere è importante informarsi sulle possibilità: come fa oggi un ragazzo a prendere una decisione consapevole? «Ci sono sicuramente molti strumenti ed iniziative – spiega l'assessore - generalmente tutte le scuole nella loro autonomia organizzano attività e azioni. L'orientamento è un accompagnamento, non può essere una conferenza, ed è utile che vengano chiamati degli esperti che non solo descrivano il mercato, ma svolgano anche un lavoro individuale: ognuno deve essere messo in grado di poter scegliere autonomamente la strada che lo porterà a realizzare i propri sogni». Certo le modalità con cui si accompagnano i ragazzi nelle loro scelte sono molto cambiate negli anni: rispetto al passato gli studenti godono di un sostegno maggiore, anche se dare consigli, soprattutto nel difficile frangente dell'attuale crisi economica, non è semplice. «Sicuramente c'è un'attenzione rispetto a venti, venticinque anni fa, quando mi affacciavo io al mondo dell'università. Esiste la possibilità di informarsi, ed ogni agenzia, compresa l'università, Orientamenti 20 organizza momenti di incontro. L'orientamento si è diversificato ed articolato: i giovani sono nel momento della scelta più importante, ma ormai si parla di orientamento per tutte le fasce d'età. Bisogna arrivare alla consapevolezza che ognuno in definitiva è padrone di sé stesso. Non sempre questo viene detto ai giovani, e non sempre viene data loro questa possibilità. Io credo invece che attraverso internet, attraverso l'informazione, la richiesta di aiuto ai centri che fanno le valutazioni del profilo professionale e quindi delle competenze e delle inclinazioni, si possa arrivare ad una consapevolezza più piena. Il lavoro e il mercato del lavoro oggi rappresentano un mondo sconosciuto e sotto questo profilo la Regione Liguria e le istituzioni devono operare ancora di più perché fin dalla scuola ci sia una conoscenza di che cos'è il mercato, un cantiere, un'industria, che cos'è una professione intellettuale piuttosto che manuale... La formazione professionale è inserita nei processi del mercato del lavoro, il difficile è costruire un rapporto con la scuola e anche con l'università. Abbiamo ancora strade molto lunghe da percorrere per arrivare ad un risultato ottimale. Mi sembra però che i ragazzi che oggi escono da scuola abbiano possibilità di orientamento significative». E in più... Moltissime le iniziative collaterali ai sei Saloni di Orientamenti: i visitatori potranno prenotarsi per una visita del porto in battello, utilizzare i simulatori dell’Accademia del Mare, scoprire i segreti di una motonave e il funzionamento di un impianto fotovoltaico. Tra le altre attività, l’Associazione Panificatori della Provincia di Genova propone Pan per focaccia: la scuola del fare, una dimostrazione pratica di come si passi dagli ingredienti al prodotto, per poi gustarlo tutti insieme; gli Istituti Alberghieri Liguri si sfidano in Bevi la vita: gare nazionali di bio-cocktail e bio-drink; i Sert delle ASL liguri rendono un gioco i controlli del tasso alcolico nel sangue con Brinda in sicurezza: prova l’etilometro; la Regione Liguria partecipa con i laboratori di educazione informatica, stradale e ambientale, coadiuvata dalle Forze dell’ordine, dal Corpo Forestale e dall’Esercito Italiano (con le Accademie e i laboratori condotti dalla Polizia e dai R.I.S. dei Carabinieri, la palestra di arrampicata dell’Esercito) e dalla Croce Rossa (la tenda per le emergenze). LA NOTTE DEI TALENTI Quest'anno il salone Orientamenti non si ferma nemmeno la notte: alle attività diurne si affianca la Notte dei talenti. Un evento voluto fortemente da regione Liguria, Arssu e Agenzia Liguria lavoro per dare spazio e premiare in un unico spettacolo i tanti talenti liguri in ambito musicale, culturale ed artistico. Tre ore di show all'insegna, quindi, della musica e dell'intrattenimento. Tra i nomi già confermati ci sono gli ironici Onirici, i Blue Beat e il Complesso di Edipo. La macchina organizzativa è già partita e lavora a pieno regime per offrire a tutti gli spettatori uno spettacolo di grande qualità: la selezione tra i talenti liguri è davvero difficile! L'appuntamento è quindi per venerdì 19 novembre al padiglione C della fiera di Genova dalle 20.45 in poi – ma per chi non potesse essere fisicamente presente, l'evento sarà trasmesso in diretta su Radio Jeans, media partner ufficiale dell'evento, in FM, satellite e streaming. L’Assessore Sergio Rossetti Orientamenti 21 RADIO IN PROGRESS MENTRE PROSEGUONO LE INSTALLAZIONI DEI RADIOKIT NELLE SCUOLE, IMPERDIBILE APPUNTAMENTO CON I RADIO DAYS A ORIENTAMENTI: TRE GIORNI SULLE ONDE DELL’ETERE! uarantasei i kit installati nelle scuole e nei centri di aggregazione giovanile della Liguria: il progetto Radio Jeans comincia a camminare sulle sue gambe! Le redazioni scolastiche hanno cominciato a costituirsi, con la diversificazione dei ruoli tra i partecipanti e la strutturazione delle idee (moltissime!) in veri e propri programmi. Seguendo un corso on-line per acquisire dimestichezza con gli strumenti e con il linguaggio radiofonico, i giovani reporter stanno diventando gli animatori di vere e proprie redazioni capaci di tenere in piedi una radio “d'istituto”. Gli incontri settimanali nella sede genovese e le riunioni nelle scuole permettono ai ragazzi di imparare come muoversi nel mondo della radio e come veicolare la loro creatività con un mezzo che, pur avendo spento da tempo le cento candeline, non è mai stato così moderno ed accessibile. I giovani reporter possono realizzare contributi e notizie e caricarli autonomamente su una piattaforma on-line, accessibile dal sito di Radio Jeans, autenticandosi con le proprie credenziali. I contenuti da loro prodotti andranno a confluire nella programmazione di Radio Jeans, sia sotto forma di servizi inseriti in format comuni, sia sotto forma di trasmissioni complete. Ad ogni contenuto pubblicato è attribuito un punteggio, che contribuisce a far salire l'istituto che l'ha prodotto nella graduatoria dei più attivi. Q I RADIO DAYS I tutor di Radio Jeans guideranno le redazioni scolastiche in un percorso formativo intensivo che permetterà ai giovani reporter di sviluppare tutte le idee e le proposte che già hanno partorito in queste prime settimane di lavoro. Orientamenti, con i suoi convegni e i suoi incontri sul tema dell'educazione, è un'occasione più che ghiotta per gli aspiranti giornalisti che troveranno pane per i loro... servizi e saranno aiutati nella realizzazione delle loro produzioni da voci più esperte. In questo contesto poi le redazioni scolastiche potranno conoscersi e mettersi davvero in rete, scambiandosi idee e consigli che saranno utili nel momento in cui i programmi confluiranno nel palinsesto comune di Radio Jeans. Editoria 22 CHE TAGLIO! NELLA STAMPA ITALIANA SI AVVICINA IL GIORNO DEL GIUDIZIO, QUANDO LO STATO CHIUDERÀ PER SEMPRE I RUBINETTI. PUNENDO FINALMENTE I FURBI, MA ANCHE CHI, MAGARI TRA MILLE DIFFICOLTÀ, CERCA DI FARE QUELLO CHE I GRANDI GIORNALI NON FANNO di Matteo Marchetti Roma ome ogni autunno che si rispetti, anche quest’anno il Paese segue con il fiato sospeso il dibattito sulla Finanziaria, che comincia adesso. Alcuni però, lo seguono con il fiato più sospeso degli altri. Che la cultura non sia considerata “utile” in Italia lo sapevamo. Che non ci si volessero investire nuove risorse, ce lo aspettavamo. Ma non ci rassegneremo mai ai tagli continui cui il settore cultura è sottoposto da anni. Quest’anno, poi, si è decisa una norma senza precedenti: i finanziamenti che vanno a giornali di partito, di cooperative o di associazioni senza scopo di lucro verranno diminuiti di circa i due terzi. Così, di punto in bianco. Rubinetto chiuso. Kaputt. Qualche testata che rischia? L’Unità. La Padania. Il manifesto. Liberazione. Il Salvagente. Molti settimanali anche di area cattolica, e così via. Poi certo, tra i giornali colpiti ce n’è anche qualcuno su cui si potrebbe discutere, tipo il celeberrimo Il Campanile, quotidiano dell’Udeur di Mastella omaggiato con milioni di prebende senza che per questo ci si fosse mai preoccupati di farlo arrivare in edicola, o ancora come Il Nuovo Avanti!, nome glorioso per il quotidiano di un partito che neanche esiste più - come il suo giornale, in fondo. Ma anche, nel nostro piccolo, come noi, come il vostro Zai.net, la cui sopravvivenza è messa seriamente a rischio da questa sciagurata operazione. Certo, già vi vedo: “Ah, ecco, questo scrive solo perché riguarda loro”. Forse la pensate come Beppe Grillo, che in maniera molto simpatica ha detto ai giornalisti del C Salvagente, anche loro a rischio, che non è per i tagli che il loro giornale è a rischio, ma perché non vende; secondo il nostro barbuto tribuno (lo stesso che nei primi anni 2000 diceva che oggi avremmo letto i quotidiani sui “flat reader”, tavolette pieghevoli di plastica di cui non è rimasta traccia) i giornali sono vecchi, la carta è vecchia, e lui è un figo perché con un tocco sullo schermo si scarica decine di libri. Il punto è che, nonostante quello che pensa Beppe Grillo, non è (solo) dalle vendite che si può giudicare un giornale. Lo conferma anche lui quando tutti i giorni si scaglia contro Repubblica e Corriere della Sera, quando gli dice che sono asserviti al loro editore. Quelli sono i giornali più venduti, eppure non gli vanno bene. Beh, si rassegni, perché di questo passo fra un po’ in edicola arriveranno solo loro. Già, perché quando si parla di “cooperative” di giornalisti significa che non c’è un padrone. Che le notizie sono libere. Che nessuno, tranne i giornalisti stessi (e nel nostro caso, quindi, voi), decide quali sono i fatti che meritano di essere raccontati, e che questa decisione viene presa soltanto in base a criteri trasparenti. Sui giornali di partito, poi, inutile sottolineare come in Parlamento ci sia già un politico in grado di pagarsi non uno ma cento giornali. E come costui sia lo stesso che decide questo taglio. Ovviamente nessuno tra i giornalisti difende quei “furbetti del giornalino” che si sono arricchiti sfruttando le pieghe della normativa e succhiando più contributi pubblici possibile. E anzi, tutti i cittadini devono essere felici che si sia posto un freno a questo scandalo. Ma come al solito, come sempre in Italia quando si annunciano riforme, cambiare la legge significa abolirla. E tanti saluti a tutti, ai ladri e agli onesti. 24 GIOVANNI ALLEVI: Il nuovo disco, “Alien”, e l’intervista LABORATORIO MUSICA 27 SIMPLE PLAN: Incontro all’Iday 2010 Musica 24 UN TIMIDO SI BEMOLLE DOPO IL SUCCESSO IN CINA E IN GIAPPONE E IN OCCASIONE DELL’USCITA DEL NUOVO DISCO, “ALIEN”, GIOVANNI ALLEVI CI HA SPIEGATO PERCHÉ VEDE ANCORA IL MONDO CON GLI OCCHI DI UN BAMBINO forte, è sempre con lui, ed eccolo in una nuova tournèe di solo piano in cui amalgama il grande repertorio della Liceo classico “Galluppi” - Catanzaro storia della musica con le sue composizioni più amate dal pubblico. Prima del concerto, che si è tenuto 1 anni, una laurea con lode in Filosofia, due diploall’Auditorium Parco della Musica di Roma, e in tenuta mi conseguiti con il massimo dei voti in pianofordi jeans, T-shirt e Converse, Allevi mi riceve con il suo te e composizione. Aggiungete una musica origiinconfondibile sorriso incorniciato dalla folta capigliatunale e carismatica e il gioco è fatto: ra e l’abituale gentilezza. Giovanni Allevi in pochissimo tempo È difficile definirti, sia dal punto di ha conquistato il panorama musicavista musicale - non fai né jazz e né Perché la musica le e soprattutto l'immaginario colclassica - sia dal punto di vista percomunque viene a lettivo delle nuove generazioni, che sonale, introverso ma allo stesso affollano sempre i suoi concerti e trovarmi, bussa alla mia tempo esuberante; tu come ti con le quali ha un rapporto priviletesta indipendentemente descriveresti? giato. Tante le tournèe internaziona«Non è difficile. Anche perché ho da dove mi trovo, dal li; tra gli ultimi successi il debutto elaborato, attraverso le mie ricerche alla Carnegie Hall di New York e il estetiche, una definizione ben preluogo geografico concerto del primo settembre 2009 cisa di quella che è la musica clasall'Arena di Verona, dove si è esibisica contemporanea; cioè una musito con la "All Stars Orchestra" comca, un linguaggio che utilizza forme posta da 90 elementi scelti tra i virtuosi più importanti rigorosamente classiche e che organizza attraverso del mondo. Ma il suo grande e unico amore, il pianoquelle forme contenuti che però sono presi in prestito di Elena Dardano, 17 anni 4 25 dalla contemporaneità. Se, sillogismo, la musica classica contemporanea è così, non ho nessuna difficoltà a ritenermi un compositore di musica classica contemporanea. Fermo restando che le definizioni contano fino ad un certo punto, perché si tratta di un appellativo che mi viene appiccicato dall'esterno e che non va a cogliere la sostanza delle cose». La musica è per te un linguaggio universale che, anche in questo tour, ti ha portato in giro per il mondo. Cosa ti regalano questi tuoi viaggi dal punto di vista musicale? «Può sembrare strano, ma non mi regalano pressoché nulla. Perché la musica comunque viene a trovarmi, bussa alla mia testa indipendentemente da dove mi trovo, dal luogo geografico. Posso anche essere a casa a lavare i piatti o a mettere in ordine. Quindi, la musica è per me indipendente e scollegata da ciò che sto facendo». Dal primo concerto fino ad arrivare agli ultimi, qual è stato il più importante? «Sicuramente il mio primo concerto a Napoli, dove ho avuto un pubblico di cinque persone, perché quella notte ho capito che la musica era la mia vita. E io non sono più riuscito a pensare ad essa in termini di numeri: da quella notte so che ogni individuo è unico, irripetibile e a suo modo infinito». Oggi sei una star: che emozione ti dà la gente che ti ferma per strada, ti riconosce, ti elogia? «Beh sì, devo fare i conti con questo fatto! Però, quando le persone mi fermano per strada, io sento profondamente che c'è un rapporto paritario. Cioè, non mi fermano delle persone banalmente perché mi hanno visto in televisione oppure perché vogliono chiedermi un autografo e basta, ma si crea sempre, anche in una frazione di secondo, un piccolo contatto umano, un piccolo scambio di idee, La nostra Elena con l’artista durante il loro colloquio qualcosa che mi arricchisce. E quindi mi sembra che le star siano loro, per la loro gentilezza, per la bontà, per l'attenzione con cui seguono ciò che faccio». Oltre agli elogi ci sono anche le critiche, tipo quella che ritiene che in fin dei conti la tua sia robetta di poco conto, facile da studiare ed elaborare, o ancora quella che ti considera un personaggio costruito. Come rispondi a tutto ciò? «No, non c'è necessità di rispondere. Ci ho messo un anno e mezzo per capirlo, è la musica che bussa alla mia testa, arriva già perfettamente strutturata, e io non ho nessuna possibilità di scelta, e quindi nessuna critica può cambiarla. Non può spostare di un semitono ogni nota messa lì. Poi ho capito che la mia musica fa paura perché il nuovo ha sempre difficoltà ad essere recepito. Andando indietro, mi sono accorto che la stessa sorte è toccata anche a Puccini, a Berner, a Mozart, quando per esempio eseguì per la prima volta la sinfonia 40, che è un capolavoro. Alla fine ciò che conta è che io trovi ancora la forza di scrivere musica, di affrontare un palcoscenico, che esistano persone straordinarie che amano la mia musica e la nobilitano delle proprie emozioni». Grazie a te molti giovani – tra cui la sottoscritta – si sono avvicinati alla musica classica o al pianoforte. Sai Musica 26 spiegare il perché di questo effetto? «Ne sono profondamente lusingato! Resta un mistero il motivo per cui le nuove generazioni abbiano rivolto una così grande attenzione nei confronti della mia musica. Mi riempie di felicità, mi sento quasi onorato, ma sento anche molto la responsabilità di un gesto del genere. Questo succede forse perché non mi sono mai messo in cattedra nei confronti dei giovani, e questa – lo sappiamo bene – è un'epoca in cui tutti quanti dicono loro quello che devono fare, dimenticando che non hanno alcun bisogno che altri impongano delle direttive. Poi un altro motivo è che probabilmente la mia musica è uno specchio di questa società contemporanea, cioè parla proprio il linguaggio dell'adesso e non di ciò che è stato concepito due secoli fa». Un brano che suscita in me sempre forti emozioni è Back to Life: cosa hai voluto esprimere? «Il Ritorno alla vita, perché io sono una persona molto ansiosa. Ho sofferto e soffro tuttora di ansia e panico. Mi rendo conto di essere immerso in un mondo ipercompetitivo, in un mondo ancora scolastico, nel senso che è una società che ci chiede sempre, ci interroga sempre e ci dà un voto. Tutti giudicano tutti, danno sempre un voto a qualcuno. Sembra di non aver mai lasciato, in fondo, i banchi di scuola. E tutta questa corsa alla perfezione ad un certo punto mi ha fatto mancare l'aria. Poi però ho capito che la mia musica aveva tanta forza soprattutto perché alla sua base, nel suo cuore, nel suo nucleo, c'è la mia fragilità. Quindi ho capito che la mia forza è la fragilità, una fragilità che non va nascosta, ma un elemento prezioso da conservare. Quando ho scoperto questo, ho cominciato di nuovo a respirare, ho avuto la sensazione di tornare a vivere. In quel momento il brano Back to life è arrivato nella mia mente e si è sposato con questo momento importante della mia vita». C'è una composizione preferita? «L'orologio degli Dei. Mi regala grandi soddisfazioni e Per l’autunno Allevi ha regalato ai suoi fan Alien, il nuovo disco di inediti di piano solo, registrato presso il prestigioso Auditorio dell’RSI RADIO SVIZZERA ITALIANA a Lugano, luogo “sacro” della musica classica dove hanno suonato negli anni grandissimi artisti, da Igor Strawinsky a Martha Argerich. «La creazione musicale mi porta in luoghi talmente lontani dalla quotidianità, astratti e al tempo stesso emotivi, che ogni volta mi ritrovo a guardare il mondo con occhi nuovi, tanto da sentirmi un alieno circondato da alieni. Alien - racconta Allevi - è un disco sperimentale, dove la ricerca musicale è tesa verso la dilatazione delle forme e il raggiungimento di una purezza maniacale del suono, volti ad esaltare le sonorità e i ritmi della contemporaneità». mi impaurisce, perché per me è molto difficile da eseguire. Ma quando, quelle poche volte, arrivo alla perfezione, allora sento che succede qualcosa nel pubblico che va a toccare proprio le corde profonde; io rimango immobile, in silenzio, e intorno a me il delirio: bellissimo». Come vivi il rapporto tra musica e filosofia? «La filosofia mi aiuta tantissimo, soprattutto la logica di Hegel; quando l'ho studiata all'università mi è sembrato un ragionamento arido, difficile, adesso invece ho capito la grandezza di quel pensiero. Ossia c'è uno spirito del tempo, una realtà che ci circonda nella sua totalità: tutto ciò che viene pensato, che viene fatto, tutto è lo spirito del tempo. Esso si evolve, si muove ed è sempre nuovo, torna sui suoi passi, ma è sempre nuovo. Se l'arte è una manifestazione dello spirito del tempo, vuol dire che ci sarà sempre una nuova arte, ci saranno sempre un nuovo Mozart, un nuovo Beethoven, un nuovo Einstein. Quindi non bisogna aver paura di creare un’arte che sia una manifestazione dell'adesso, dell'oggi, dello spirito del tempo». Ultima domanda: se fossi una nota quale vorresti essere e perché? «Il Si bemolle! Non so perché, è che mi sta simpatico il Si bemolle: lui sta lì, un po' triste, un po' in disparte... Mi fa tenerezza il Si bemolle!». Resta così impressa nella mia mente l'immagine di un Giovanni Allevi sorridente e disponibile, professionale e determinato. Dopo averlo salutato, mi affretto a prendere posto in cavea per gustarmi il concerto. Che emozione ascoltare dal vivo le sue composizioni più famose! Il concerto finisce così, con un timido Allevi sul palco e con le sue magiche note che vibrano nel cielo stellato di Roma. Dalla notte del mio primo concerto a Napoli so che ogni individuo è unico, irripetibile e a suo modo infinito Musica 27 IDAY 2010: LET’S MAKE THIS LAST FOREVER AND EVER di Chiara Colasanti, 19 anni Perugia LA MAGIA DEL BACKSTAGE, L’INTERVISTA COI SIMPLE PLAN, L’EMOZIONE DELLA MUSICA E DEL PUBBLICO IN DELIRIO: CRONACA DI UNA GIORNATA AI LIMITI DELL’INCREDIBILE bbene sì, anche io mi trovavo all'Arena Parco Nord di Bologna per assistere all'evento dell'anno: All Time Low, Simple Plan, Sum41 e Blink182 tutti sullo stesso palco, nello stesso giorno e... lì per noi! Ma procediamo con calma. Era un’assolatissima giornata di settembre, la brezza soffiava leggera... ok, troppa calma. Velocizziamo, che è meglio. E Dopo mesi e mesi di attesa finalmente mi ritrovo davanti l'arena e solo a vedere la gente che si affollava all'entrata e continuava ad arrivare con ogni mezzo immaginabile, il battito cardiaco aumentava senza alcun ritegno. L'emozione era palpabile, ma non solo per l'evento in sé per sé: di lì a poco avrei fatto un'intervista con i Simple Plan, il primo gruppo straniero che mi ha infiammato il cuore da adolescente (i Backstreet Boys sono “relegati” al limbo dell'infanzia!), il gruppo che seguo da quando ho 14 anni e che riesce, con la sua musica, a farmi arrivare fino in Canada e tornare nel tempo di una canzone. Ma la professionalità prima di tutto… Quindi, con il battito stra-accelerato riesco ad entrare nel backstage con la mia amica Valentina. Improvvisamente non ho sentito quasi più nulla: ho visto gli autobus delle band, ho visto i tecnici che stavano mangiando, ho visto... il cantante degli All Time Low! Alex chiacchierava tranquillamente con lo staff sotto gli occhi inquisitori di noi quattro (con noi c'erano due ragazze dello street team ufficiale dei Simple Plan che hanno intervistato David, Pierre e Jeff ) che non sapevamo se fosse possibile chiedere una foto o meno. Quando però abbiamo visto Tom De Longe (dei Blink182 per i “profani”) non siamo riuscite a trattenerci e siamo scoppiate in una serie di esclamazioni (sempre a bassa voce!) varie. Per non parlare di quando ci siamo trovate davanti Mark Hoppus (sempre Blink182) e Jack degli All Time Low. Insomma, sembrava di essere in un'altra dimensione e ci stavamo quasi per abituare quando... E adesso, tocca a noi Ok, bene. Entriamo nella zona dei camerini con andatura tremolante ma non troppo per non dare nell'occhio e... eccoli. Stringiamo le mani a David, a Seb e a Chuck. Cerco Pierre (il cantante, il mio amico del cuore ideale sin da quando ho 14 anni) con lo sguardo, ma non trovandolo e temendo di fare una brutta figura lascio per- Musica 28 dere la ricerca ed entriamo in una stanza per l'intervista insieme a Seb, il chitarrista, e Chuck, il batterista. Dire che sono stati fantastici è poco: era la mia prima intervista live in inglese, sono il mio gruppo preferito, c'era una serie di circostanze contingenti che mi stavano facendo tremare, eppure... ho riso tantissimo, non ho avuto problemi a capire cosa dicessero e, soprattutto, sono riuscita a farmi capire! Iniziando dalla battuta iniziale con la quale Chuck ha rotto il ghiaccio - affermando che Zai.net è il suo giornale italiano preferito - e Seb che ha sguainato il suo palmare perché voleva “followarlo” (in gergo!) su Twitter... l'intervista si è svolta tra una risata, una battuta e Valentina che emozionata faceva le foto in giro per la stanza. Cosa ci potete dire del nuovo album? CHUCK: «Direi che è stato decisamente divertente, adesso siamo quasi a metà strada. Dovrebbe uscire all'inizio del nuovo anno e speriamo di poter iniziare il tour il prima possibile anche in Europa, e in Italia, certamente! So che magari è ovvio che io dica questo, ma penso sia il migliore album che abbiamo mai fatto». SEB: «Assolutamente! Ogni album è il migliore che abbiamo mai fatto!». Come vi sentite a suonare di nuovo qui in Italia dopo due anni, su questo palco, con queste band? CHUCK: «Fantastico, è fantastico!». SEB: «Assolutamente: l'Italia è sempre stata una delle nostre nazioni preferite! Le ragazze sono “hot”, i ragazzi cantano sempre fortissimo. Il cibo è fantastico: amiamo mangiare qui! E siamo davvero superfelici di rivedere i nostri fans!». CHUCK: «Penso che questo festival sia qualcosa di incredibile per noi: All Time Low, Sum41, Blink182 sono band fantastiche, ci sentiamo a nostro agio sia sul palco sia con loro nel backstage». Una curiosità: qual è la canzone che amate suonare più d’ogni altra? SEB: «Oh, io mi sento molto su di giri quando suoniamo la nuova canzone, You suck at love, che sarà nel nuovo album. Oltretutto rappresenta molto bene il lavoro che stiamo facendo adesso... Quindi, sì, direi la nuova canzone!». CHUCK: «Una canzone che amo davvero suonare è Jump, per la reazione della folla (andate a sentirvela se non l'avete mai ascoltata, datemi retta, ndr)!». Quali sono i vostri progetti futuri, anche riguardanti il nuovo album? SEB: «Già poter dire di star registrando il quarto album è qualcosa di incredibile. Sai, siamo particolarmente felici di essere ancora in giro: i fans sono ancora molto felici di noi, ci seguono in tantissimi ed è la cosa migliore che potesse mai succederci! L'unica cosa che vogliamo fare è andare OVUNQUE... sia dove siamo già andati, sia in nuovi posti. Penso che questo ci prenderà i prossimi due anni!». CHUCK: «Certo, oltretutto vorremmo sicuramente fare un nuovo dvd, ci stiamo lavorando. Sebastian sta registrando parecchie cose al momento, Pierre poi sta quasi sempre filmando qualcosa! Vogliamo essere sicuri di accontentare le richieste dei fans (il fatto che chiamano i loro supporters “kids” è uno degli altri motivi per cui amo l'inglese/americano, ndr), fare un grande tour con belle band. Sicuramente porteremo in Europa con noi 29 I Simple Plan al completo: in ordine David Desrosiers, Sébastien Lefebvre, Jean-François (Jeff) Stinco, Charles-André (Chuck) Comeau, Pierre Bouvier qualcuno di incredibile». Come vi sentite ad essere conosciuti in tutto il mondo e a sapere che siete degli esempi per le band emergenti? SEB: «Penso sia fantastico!». CHUCK: «Penso che sia davvero speciale sapere che l'album a cui stai lavorando è atteso da tanta gente e che quella stessa gente non ha mai smesso di seguirti, di supportarti e di darti il suo appoggio. Siamo davvero molto fortunati: al giorno d'oggi ci sono tantissime band e avere un pubblico che ci segue e che ci vuole bene... beh, è la sensazione più bella che si possa immaginare». Cosa consigliate alle band che magari adesso suonano nei garage e si lasciano ispirare dalla vostra musica? SEB: «Lavorare duro!». CHUCK: «Assolutamente: suonare tanto, fare tante prove e soprattutto essere amici: le persone nella band devono piacerti. Se non ti piacciono non riuscirai mai a viverci a contatto ogni giorno! Fate tantissime date, con chiunque, con tutte le altre band che conoscete: questo vi aiuterà molto! Ma la cosa più importante: non mollate, non abbandonate mai il sogno! Se mollate non succederà nulla: tenete duro!». Dopo aver firmato il “guest book” (il mio diario è stato ribattezzato) e aver fatto le foto di rito ci siamo congedate molto a malincuore tra abbracci e promesse di rivederci alle prossime date (non sanno con chi hanno a che fare). Una volta uscite fuori dalla zona backstage ed esserci addentrate nella folla che ballava e cantava con i Leeches (gruppo sconosciuto ai più, non si sa perché fossero loro gli unici italiani sul palco. La maggioranza di noi ci avreb- be visto molto meglio i Vanilla Sky ma... vabbè!) abbiamo sfogato l'adrenalina accumulata e poi ci siamo buttate nella mischia per cercare di piazzarci in una postazione decente. Dopo che il telone degli All Time Low si è abbassato viene “issato” quello dei Simple Plan. Ok, calmiamoci. La prima volta che li vedo live dopo anni di attesa e due concerti saltati... ce la posso fare. Un'esibizione meravigliosa, anche questa condita di battutine spinte e siparietti comici che non scorderò facilmente (“Bolonia, siete belissimo!” cit. Pierre Bouvier) e soprattutto Take my hand, la mia canzone preferita, durante la quale giuro che non mi ricordo cosa ho fatto! Dopodiché arrivano i SUM41: e qui l'atmosfera si riscalda davvero. Finalmente, con il calar delle tenebre e l'atmosfera adatta (e soprattutto il buio necessario per far vedere i giochi di luce sul palco) compaiono loro. I Blink182. Ditemi che non sto sognando. Non sono una fan accanita, ma l'emozione è stata qualcosa di indescrivibile anche per me. Vedere le persone che si commuovevano su Stay together for the kids, il pogo impazzito, i brividi su I miss you, i salti senza freni su First date e All the small things, la tremarella emozionale su Always... indescrivibile. Non riesco a trovare le parole. Penso che una giornata del genere sarà difficile da ripetere, ma sono contenta di averla vissuta, insieme a tutte le persone che ho incontrato (e finalmente conosciuto!), perché così potrò raccontare ai miei nipoti che... la nonna c'era. Allora sì che potrò dire anche io “Non potete capire: ai miei tempi io... li ho visti tutti insieme!”. Talent scout 30 NO BOW DOWN INCONTRO CON UNA BAND EMERGENTE SPEZZINA CHE PROPONE UN GENERE MUSICALE ANCORA POCO CONOSCIUTO: IL POST-GRUNGE. NOTE SUI LORO INIZI, SUI PROGRESSI E SUGLI SVILUPPI FUTURI di Chiara Piotto, 17 anni Liceo scientifico “A. Pacinotti”, La Spezia e sei stufo della solita musica commerciale e sei alla ricerca di qualcosa di nuovo per le tue orecchie, le band emergenti potrebbero regalarti molte soddisfazioni. Sono svariati, infatti, i gruppi musicali “fatti in casa” che non si limitano a suonare nei vecchi garage, ma organizzano anche serate nei locali cittadini. Come i No Bow Down. Insieme dal 2008, Riccardo, Michele, Michael, Edoardo ed Eugenio, in arte Ricky, Mike, Maik, Shaq e Eddy, sono uniti da una unica grande passione per la stessa musica che stanno cercando di far conoscere nelle loro canzoni. E ci riescono. Con i loro primi pezzi, in un vero lavoro di gruppo, e con il nome enigmatico e al tempo stesso chiaro di “Senza inchino”, i ragazzi mostrano di avere stile da vendere, e non hanno difficoltà a farsi riconoscere da subito nella cerchia musicale spezzina. Ispiratisi ai gruppi dall’eterna fama dei primi anni Novanta come i Nirvana, i Red Hot Chili Peppers e i Verbena, i No Bow Down si distinguono subito per la loro musicalità, che varia di intensità ma rimane sempre carica di adrenalina. Questo risultato non è certo nato dal nulla: tra una pausa e l’altra in attesa di un nuovo concerto nei locali spezzini, pochi e spesso poco aperti alle novità, i ragazzi infatti non sono stati certo con le mani in mano, ma hanno colto quante più occasioni possibili per promuoversi nel difficile mondo della musica; partendo dalle prime serate organiz- S zate in sale meno conosciute, hanno partecipato anche a contest più importanti al Jux Tap di Sarzana e in Canniccia, in Versilia, fino ad aggiudicarsi questa estate uno dei posti in finale tra più di cento band da tutta Italia all’Emergenza Live Band Festival di Pisa. I temi trattati nelle canzoni sono molteplici e variano da quello sentimentale, come nel loro cavallo di battaglia My Obsession, o in Long my way, a quello più liberatorio, capace di dare sfogo alla propria carica emotiva, come in Bound e in Insomnia, a quello politico, come in Clench one’s feast in fury a, per finire, quello sociale, come in Monotonia, il loro ultimo singolo ancora inedito. Da notare e da elogiare la scelta di comporre in prima persona i pezzi, anziché limitarsi a essere una cover band come molte altre. La loro capacità di composizione dona, infatti, un tocco in più ai brani. Il che non è poco consi- Caccia ai No Bow Down sulla rete Chi fosse interessato alla possibilità di ascoltare qualcosa di veramente nuovo, può trovare tutti i brani dei No Bow Down e ascoltarli sul loro profilo Myspace (www.myspace.com/nobowdown), dove sono anche disponibili alcuni dati personali dei giovani musicisti. Le date dei concerti sono pubblicate sulla loro pagina 31 Da sinistra, Eddy, Mike, Shaq, Ricky e Maik, che mimano i loro "strumenti d'azione". In basso, un particolare dei visi di Mike Eddy e Ricky derando quanti concorsi per band emergenti richiedano espressamente canzoni inedite ai partecipanti. Ma come sono, visti più da vicino, i componenti della band? A prima vista, diversi; uno più sportivo, l’altro più impostato, sembrano non potersi amalgamare perfettamente, ma dategli i loro strumenti in mano, una batteria, un microfono, un basso e due chitarre, e subito dimostreranno di essere legati dalle note delle loro canzoni in modo indissolubile. Parlano di una musica comune che li mette d’accordo, di un ritmo che viene da sé, che quasi si compone da sé. Non si lamentano certo di tutte le ore passate a provare, per raggiungere lo stato finale di ogni singolo pezzo; non c’è fatica per chi nella musica trova la propria passione. E proprio per questa passione, e nonostante non abbiano alcun contratto con case discografiche, i No Bow Down hanno anche già registrato, il 5 e il 6 dicembre del 2009, il loro primo cd, dal titolo Necessity ‘N Pain, composto da 6 delle 12 canzoni finora scritte, oltre a quelle ancora in fase di assemblamento. La band sta inoltre già pensando a un nuovo cd, che rispecchi di più loro stessi e i continui e la loro crescita musicale. My Obsession è capace di tirar fuori la parte sentimentale e malinconica di me. È così che funziona nella musica, la tua musica, niente è lasciato al caso, ma tutto ha un significato. E il bello è che il significato viene fuori da sé, senza bisogno di cercarlo» (Michele, il cantante) 36 PALCOSCENICO: E vai col... Napoletango! LABORATORIO GIOVANI CRITICI 38 MOVIMENTEEN: I lavori dei finalisti Palcoscenico 34 CINQUE SPETTACOLI PER DAR VOCE AL NUOVO TEATRO RIAPRE LA STAGIONE DEL TEATRO STABILE DI GENOVA, E CON ESSA SI INAUGURA UNA NOVITÀ: LA RASSEGNA DI TEATRO CONTEMPORANEO AL DUSE, CHE CONFERMA L'INTERESSE PER LA DRAMMATURGIA DEL NOSTRO TEMPO di Alice Golisano, 16 anni Liceo classico “Mazzini” - Genova ià da qualche anno i testi degli autori contemporanei vengono proposti al pubblico genovese sotto forma di mises en espace; qualcuno poi entra a pieno titolo in cartellone, ma molti altri meriterebbero la stessa sorte. Così nasce l’idea di far salire sul palcoscenico del Duse cinque spettacoli che mostrino al pubblico anche questo aspetto del lavoro di produzione dello Stabile. Ecco qualche anticipazione. G dal 9 al 16 novembre CONTROTEMPO di Christian Simeon La storia è ambientata a New York, martedì 11 settembre 2001. Jeanne è una musicista francese che quella mattina dovrebbe avere un'audizione con un celebre direttore d'orchestra, ma il suo fidanzato, Greg, che lavora al World Trade Center, l'ha inavvertitamente chiusa in casa; la ragazza cerca tutte le soluzioni possibili per uscire di casa, tentando anche di convincere Greg a tornare a casa per aprire la porta. Forse Jeanne avverte la tragedia che colpirà la sua città? dal 18 al 25 novembre IL RAGAZZO DELL'ULTIMO BANCO di Juan Mayorga Le correnti narrative dello spettacolo sono due: quella tra Claudio, liceale molto portato per la scrittura, e Germàn, suo professore di lingua e letteratura, e quella tra l'autore, ovvero Claudio, e il suo personaggio, che altri non è che la trasposizione su carta del suo compagno di classe Rafael. Dalle pagine scritte dal ragazzo emerge una realtà che sgomenta il suo professore e la moglie, quella realtà piccolo borghese della Spagna durante la nuova crescita economica. dal 27 novembre al 4 dicembre UN POSTO LUMINOSO CHIAMATO GIORNO di Tony Kushner L'opera è ambientata a Berlino nei primi anni Trenta; la Repubblica di Weimar si sta progressivamente sgretolando e Hitler sta acquistando potere sempre più velocemente. La tragedia imminente è vissuta da un gruppo di giovani artisti prima divisi dall'ideologia, poi costretti alla fuga a causa dell'affermazione del nazismo. dal 7 al 14 dicembre due monologhi: INGANNATI E LA GUERRA DI KLAMM Il primo è tratto da "Uomini sotto il sole", libro scritto dal giornalista e militante palestinese Ghassan Kanafani, ucciso a Beirut da un ordigno esplosivo nel 1972. L'opera narra le vicende di tre emigranti clandestini che viaggiano in un'autocisterna che dovrebbe condurli in Kuwait. Il secondo, scritto da Kai Hensel, vede in scena un professore che cerca di convincere una classe, che gli ha dichiarato guerra di mutismo, di non essere la causa del suicidio di un ragazzo, provocato da un voto negativo che aveva portato il giovane alla bocciatura. Il professor Klamm cerca di difendersi in ogni modo, mal celando la sua crisi esistenziale in uno spettacolo dai toni via via sempre più drammatici. dal 16 al 23 dicembre IL BUIO DI GIORNO Opera del drammaturgo svedese Henning Mankell, narra di un padre e sua figlia, immigrati clandestini, costretti a vivere nascosti in un appartamento nella periferia di una città europea, in attesa di falsi documenti e di una nuova vita. Il padre vive nel terrore e nella consapevolezza del disfacimento della propria identità culturale. Gli abbonati che scelgono di vedere – con un tagliando dell’abbonamento – almeno uno di questi spettacoli possono assistere agli altri o con altri tagliandi dell’abbonamento o pagando ogni volta il prezzo speciale di Euro 7 a spettacolo (se adulti) e di euro 4 se giovani fino ai 26 anni. Per ottenere questo sconto è sufficiente presentare alle casse del teatro l’abbonamento usato per assistere al primo dei cinque spettacoli speciali. Un tè all’Opera 35 PRIMA DELLA PRIMA REDUCE DAL SUCCESSO RACCOLTO A ROMA NEI PANNI DI ELISABETTA I NEL “ROBERTO DEVEREUX” DI DONIZETTI, CARMELA REMIGIO, ARTISTA DI SOPRAFFINA ELEGANZA VOCALE E AFFASCINANTE PRESENZA SCENICA, CI RACCONTA I SEGRETI E I RETROSCENA DELLA VITA DEI CANTANTI LIRICI di Jacopo Zoffoli urante un convegno al Palazzo dei Congressi di Roma, sgattaiolo di soppiatto fuori dalle sale dove si discute di giovani e di scuole, mi chiudo in macchina e chiamo al telefono la signora Remigio che gentilmente ha accettato di concedermi l'onore di una chiacchierata, perché è così che amo definire le mie interviste. Come è nata la sua passione e quando ha capito che il semplice hobby si stava trasformando in lavoro? «Oserei dire che il mio avvicinamento a questo mondo è stato del tutto casuale. Mio fratello studiava musica e così ho cominciato a prendere lezioni di violino per gioco. Un giorno, avevo quindici anni, il mio maestro mi consigliò di prendere lezioni di canto perché mi avrebbe aiutato nel fraseggio dello strumento e perché sarebbe stato divertente. Due anni dopo ho vinto il concorso Pavarotti International Voice Competition a Philadelphia e lo stesso anno ho debuttato nel ruolo di Alice nell'opera Alice nel Paese delle Meraviglie di Testoni al Teatro Massimo di Palermo. Confesso che non ero mai stata in un Teatro dell'Opera e, quindi, proprio come il mio personaggio, mi sentivo io per prima nel paese delle meraviglie, un mondo misterioso e diverso da quello che c'era fuori. Quando si lavora dentro ad un teatro lirico ci si sente come in un mondo parallelo, la sensazione è meravigliosa». Quali sono le difficoltà e i rischi nello studio del canto? É importante il rapporto con il maestro? Come si fa a riconoscere un buon maestro da uno cattivo? «È un discorso molto complesso e personale. Bisogna tenere in considerazione due fattori fondamentali: il primo è che la tecnica del canto per chi vuole fare questa professione è essenziale, il secondo è che noi cantanti abbiamo uno strumento interno, invisibile, ognuno ce l'ha differente dagli altri. Quindi un maestro di canto che si rispetti deve anche assumere il compito di guida psicologica, cercando di capire la maniera migliore di adattare la D tecnica al corpo. Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, un cattivo maestro lo riconosci quando senti che la voce si affatica durante le lezioni; nel momento in cui capisci che un certo maestro non sta facendo un buon lavoro, non bisogna aver paura di lasciarlo. Del resto ne vale della nostra carriera». Con le difficoltà che si incontrano oggi nel campo del teatro e dell'opera, può succedere che un artista pur di cantare e guadagnare (non si vive solo di musica, del resto) possa prendere ingaggi che non siano alla sua portata. Quali sono i rischi? «È in questo frangente che entra in campo la figura dell'agente. Gli agenti devono saper consigliare i loro artisti, non essendo solamente uffici di collocamento per cantanti. Devono saperti dire quando aspettare, quando iniziare a prepararti per un determinato ruolo e quando è il momento per lanciarsi in una nuova avventura. La voce è uno strumento molto particolare, cresce con noi, perciò dobbiamo assecondarne l'evoluzione cercando di non forzarlo mai, altrimenti riceverà un’usura precoce e, quindi, tutti gli anni di studio e i sacrifici diventeranno vani». Quali sono i sacrifici di cui parla? «Beh, la voce è molto sensibile al nostro stato d'animo, quindi bisogna cercare di non stressarsi, di non affaticarsi, dobbiamo sempre stare attenti al clima. L'aria condizionata è un vero killer. In ultima battuta, dobbiamo lottare contro lo stereotipo dei cantanti lirici grassi e brutti: ormai il modo di fare opera è cambiato, la gente non può vedere una ventenne morente di tisi sulla scena che pesa cento chili, non sarebbe più credibile, non lo è mai stato. Quindi dobbiamo anche stare attenti a non mangiare troppo per non ingrassare!». Attacco e torno silenziosamente nelle sale del Palazzo dei Congressi felice del bellissimo incontro e trepidante all’idea di trasmettere le mie emozioni ai miei giovani lettori. Recensione 36 E VAI COL… NAPOLE IL NUOVO SPETTACOLO DI GIANCARLO SEPE METTE IN SCENA AL TEATRO ELISEO DI ROMA UNA PERFETTA COMBINAZIONE DI PASSIONE ED EFFERVESCENZA, TRADIZIONE E TRASPORTO di Cristina Altomare, 15 anni Liceo classico “Dante Alighieri” - Roma re 21.15. Si spengono le luci nel teatro, ma il palco è vuoto. Gli attori non ci sono: sono sulle balconate, bisbigliandosi indistintamente qualcosa. Questo l’insolito esordio di Napoletango, rappresentazione in cui gli attori non recitano sul palco, il pubblico non è più solo spettatore, le immagini diventano parole. Gli Incarnato sono una famiglia chiassosa e disorganizzata, con una forte passione per il tango, che decide di mettere in scena uno spettacolo di ballo. Si assiste, quindi, al tentativo dell’organizzatrice di conferire sobrietà alla compagnia e di rendere meno sgraziati i movimenti dei componenti, imponendo ritmi serrati e poco sonno. Una trama vera e propria è difficile da individuare e i dialoghi sono a tratti confusi - mancando un vero e proprio filo conduttore -, ma questo non lede la forza evocativa delle scene; vincente la brillantezza delle azioni e la sfacciataggine di alcune trovate sceniche, che evidenziano il carattere schietto e naturale della scena. Gli occhi restano incollati ai personaggi - sul palco, in platea, sui palchetti - per un’ora e mezza di coups de théâtre senza interruzione: inaspettati cambi di scena, attori che imbracciano le sedie e si trasferiscono nella sala, il raffinatissimo esempio di tecnica di due ballerini professionisti accostata a sketch bizzarri e irriverenti. Emblematica la partecipazione del pubblico, che si fa trasci- O nare dalla spontaneità del contesto e ne asseconda lo spirito coinvolgente: metà del teatro - e la metà più distinta e seriosa, soprattutto - a fine spettacolo ballava, mentre l’altra metà osservava, ammirata, la capacità degli attori di convincere cortesemente donne allampanate e signori impacciati ad esibirsi in un garbato tango tra le poltrone. In fondo, cosa più è paradossale dopo aver assistito alle eccentriche prove di ballo di una caotica famiglia napoletana? Nessuno più si preoccupa di non aver mai ballato latino-americano dopo aver visto i tentativi fintamente maldestri degli attori di coordinare braccia e gambe. Nessuno più finge di non aver voglia di lasciarsi guidare in un tango, dopo la smania di danzare simulata dagli attori. Palesa l’emozione degli spettatori l’interminabile e meritatissimo applauso finale, che premia la bravura degli attori-ballerini. Tanto di cappello al regista Giancarlo Sepe, che non si smentisce (sua la regia di Shakespeare Low, all’Eliseo di Roma della scorsa stagione), ma supera se stesso nelle estrose scelte registiche, grazie alle quali lo spettacolo raggiunge alti livelli di rappresentazione. Grazie all'idea originale, il lavoro di preparazione di mesi, le accurate selezioni e il laboratorio teatrale della durata di quattro settimane da cui sono stati scelti quindici professionisti tra attori, ballerini, musicisti e acrobati, Sepe è riuscito a fondere la passione del tango argentino con la musicalità di una Napoli permeata di tradizioni. Lo spettacolo, che ha debuttato in prima internazionale il 18 giugno al prestigioso Teatro San Carlo di Napoli e 37 PROSSIMI APPUNTAMENTI AL TEATRO ELISEO… 16 | 28 Novembre 2010 Elisabetta Pozzi Alvia Reale Eva Robin's Tutto su mia madre testo teatrale di Samuel Adamson con Paola Di Meglio, Alberto Fasoli basato sul film di Pedro Almodovar regia Leo Muscato 30 novembre 2010 | 9 gennaio 2011 Leo Gullotta Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare con Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer regia Fabio Grossi …E AL PICCOLO ELISEO 16 | 28 novembre 2010 Prenditi cura di me scritto e diretto da Giampiero Rappa TANGO! Napoletango ideato e diretto da Giancarlo Sepe con Stefano Capitani, Gino Curcione, Susy Del Giudice, Sergio Di Paola, Cristina Donadio, Giovanna Famulari, Antonio Gargiulo, Elena Gigliotti, Cristina Messere, Francesco Moraca, Pablo Moyano, Matteo Nicoletta, David Paryla, Giorgio Pinto, Giuseppe Pisacane, Caterina Pontrandolfo, Dora Romano, Marcela Szurkalo, Nella Tirante, Luca Trezza regia Giancarlo Sepe musiche originali Luis Bacalov Teatro Eliseo / Napoli Teatro Festival Italia Lo spettacolo rimarrà in scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 14 novembre; in tournée sarà a Parma, Bari, Torino, Palermo, Napoli. ha aperto la stagione dell’Eliseo di Roma il 14 ottobre, esporterà questa curiosa interpretazione del tango in chiave napoletana in tutta Europa. E non c’è da stupirsi: un piccolo capolavoro. Sepe è riuscito a fondere la passione del tango argentino con la musicalità di una Napoli permeata di tradizioni 30 novembre | 12 dicembre 2010 La bottega del caffè di Carlo Goldoni regia Antonio Zavatteri 14 | 23 dicembre 2010 Sogno di una notte d'estate di William Shakespeare regia Carlo Cecchi www.teatroeliseo.it Movimenteen 38 IL BATTITO DELLE ROTAIE NORD, SUD, OVEST, EST: DAL PREMIO CREATIVO “MOVIMENTEEN” ORGANIZZATO COL CTS SONO ARRIVATI TANTI LAVORI. ECCO A VOI IL RACCONTO E LE FOTO DEI FINALISTI Plymouth Hoe, un punto di riferimento... sempre di Edoardo Caroselli, 15 anni di Andrea Boutros, 17 anni Liceo scientifico “Cassini”, Genova ove siamo? - Ripeteva Matteo con un grosso sbadiglio ancora stampato sul viso. - A Civitavecchia, penso - Risposi io con aria indifferente dopo aver dato una breve occhiata all’orologio. Già, proprio così: dovevamo essere all’altezza di Civitavecchia e la meta si stava avvicinando sempre di più. Aba poggiava la testa sul finestrino con occhi sognanti, e chi poteva permettersi di non sognare in un momento come quello? Con gli egiziani ci si divertiva sempre un sacco, si scherzava, si stava insieme, ma soprattutto ci si innamorava. Per me era un ritorno difficile a Roma, ma anche un ritorno desiderato e combattuto; non che abbia avuto da combattere contro qualcuno che si fosse opposto alla mia partenza, ma ho dovuto convincere me stesso che la vita continua, e credetemi può rivelarsi un’impresa molto più ardua di quanto ci si possa immaginare. Ma ora non potevo più tirarmi indietro: l’avrei rivista, avrei rivisto Marina e non potevo oppormi a quello che sarebbe successo dentro di me, al dolore per le ferite che nessuno era ancora riuscito a guarire, all’adrenalina che mi assale quando la vedo, così come assalirebbe chiunque si trovi di fronte a un angelo, alla sofferenza per quello che mi è capitato, ma purtroppo anche al disprezzo che inevitabilmente avevo nei suoi confronti… la odiavo? No, impossibile. Non si può odiare chi si ha amato così tanto. A pensare queste cose ero così provato che non riuscivo più a distinguere il ritmo cadenzato delle rotaie da quelli che erano i battiti del mio cuore. - Guarda: Civitavecchia, avevi ragione! - Esclamò soddisfatto Matteo, io risposi semplicemente accennando un sorriso, la meta si avvicinava, e ogni kilometro che passava stavo sempre peggio: avevo paura, ecco la verità; ma non dovevo manifestarla agli altri. Per riprendermi avevo deciso di ascoltare un po’ di musica: musica egiziana tanto per essere in tema, e infatti mi sentii subito in clima! Ah l’Egitto! Più di noi non lo criticava nessuno, ma la D verità era anche che più di noi non lo amava nessuno, cosa che ovviamente nessuno avrebbe mai ammesso. Quando prendiamo in giro gli egiziani è il massimo: come quella volta in cui parlammo delle nonne che trasformano temporaneamente il bagno di casa in una macelleria per sgozzarvi gli animali, per poi uscirne col coltello e il 39 vestito insanguinato a mo’ di “scena del crimine”! Per non dire della loro classica puntualità: “arriviamo alle cinque in punto, aspettateci!”. E arrivano come minimo alle dieci! Dei pranzi “serali” e delle cene “sotto l’aurora”, dei parenti che ti aspettano sempre in cinquanta all’aeroporto: dopo quattro lunghe e faticose ore di volo solo loro sarebbero capaci di portarti una teglia di pasta al forno con contorno di polpette! Ma alla fine eravamo tutti egiziani, uno dopo l’altro, insomma: ce l’avevamo nel sangue, non potevamo farci niente. Come io non potevo fare a meno di non trascorrere del tempo con gli egiziani, potevo solo prendere atto del fatto che il Nilo mi scorre nelle vene e non potevo far altro che esserne fiero… e ora per colpa del Nilo mi sarei ritrovato dopo oltre un anno faccia a faccia con Marina: no, non voglio più pensarci! - Aba, secondo te ci aspettano alla stazione? - Chiesi fingendo interesse tanto per togliermi certe paure. - Mah, non saprei, forse… - rispose lui, quasi come per dire: “ne so quanto te!”. - Manca poco ragazzi! Siete pronti? - Chiesi con tono d’incitamento per incoraggiare il gruppo e per dare la carica in vista delle avventure che ci aspettavano – facciamoci rispettare: fate vedere chi sono i genovesi! - Aggiunsi. Loro sorrisero senza dare troppi segni di vitalità e di entusiasmo, ma era la stanchezza del viaggio perché nei loro occhi si poteva leggere benissimo lo specchio dei miei incoraggiamenti: Roma era sempre una sfida, e noi eravamo pronti ad affrontarla come gladiatori. Ora potevo vedere chiaramente il Cupolone: c’eravamo. Dopodiché trascorsero almeno dieci minuti che parvero infiniti, eravamo coi bagagli davanti all’uscita; avevo i capogiri per le ore trascorse seduto, mi tremavano le gambe, tremavo tutto ma non avevo freddo: cuore a mille. Scendemmo dal treno gloriosi come Cesare era sceso trionfante a Roma. Ci guardavamo intorno con l’aria di chi fosse appena approdato sulla Luna, meravigliati, quasi sperduti, come se non conoscessimo quella stazione palmo a palmo! E in un istante mi ero dimenticato di tutti i pensieri e i discorsi fatti in treno; loro erano là ad aspettarci, ero come rinato. Mi meravigliai e mi stupii immensamente di me stesso e fui quasi felice di non essere come minimo scoppiato in lacrime vedendo che Marina non era là con loro. Senza titolo 3 di Gaia Ravazzi, 16 anni Luce da Ovest di Lorenzo Arpea, 18 anni Pubblichiamo in queste pagine i lavori finalisti di Movimenteen, sezione junior del Premio Creativo Movimenti organizzato da Cts e Vallardi Editore in collaborazione con la nostra rivista. Complimenti da tutta la redazione di Zai.net ad Andrea Boutros, finalista della sezione “Racconti”, autore de “Il battito delle rotaie” pubblicato in queste pagine, e agli autori delle tre foto finaliste: Gaia Ravazzi, Lorenzo Arpea ed Edoardo Caroselli. E naturalmente alla vincitrice assoluta di Movimenteen, Diana Tartaglia, studentessa del Liceo Scientifico “Cannizzaro” di Roma, premiata nel corso del Festival della Letteratura di Viaggio a Roma con una fotocamera reflex digitale Nikon D3000, per il racconto “In Villeggiatura”, che presto sarà pubblicato nell’antologia “Partire” edita da Vallardi. Cinema 40 UN ENIGMA PER…BESSON “UNA LARA CROFT DELLA BELLE ÉPOQUE IN CORSETTO E CAPPELLO PIUMATO”: IL NUOVO FILM DI LUC BESSON SORPRENDE MA NON CONVINCE DEL TUTTO di Martina Tevere, 16 anni Liceo scientifico “Tullio Levi Civita” - Roma l regista di Giovanna d’arco, Nikita e della trilogia Arthur e il popolo dei Minimei torna sul grande schermo per cimentarsi con un fumetto che conobbe all’età di 17 anni grazie a un regalo del padre. Les aventures extraordinaires d’Adèle Blanc-sec di Jacques Tardi, icona del mondo dei comics d’oltralpe, sarebbero dovute diventare un film già nel 2000 nelle intenzioni di Besson, ma soltanto nel 2006 Tardi gliene diede il consenso. Il fantasy d’avventura che ci propone oggi in sala è ambientato a Parigi nel 1911 e narra le vicende di Adèle Blanc-sec, intrepida avventuriera e giornalista investigativa sulle tracce di uno strano pterodattilo che infesta le strade della città terrorizzando gli abitanti. Durante la notte del 4 novembre un misterioso uovo nel museo di Jardin des Plantes si schiude riportando in vita il rettile volante di 136 milioni di anni, comandato a distanza dallo strano scienziato Espérandieu. Ad occuparsi del caso è l’incompetente commissario Caponi con l’esperto di safari Justin de Saint-Hubert. Miss Adèle, intanto, è al Cairo per cercare tra varie tombe la mummia del dottore di Ramsete II. Il film si conclude con un finale tanto inaspettato quando incredibile, lasciando lo spettatore a bocca aperta… Poiché il fumetto è materia di ben nove volumi e il film riassume solamente i primi due, Luc Besson cercherà di raccontare le avventure della giovane avventuriera mescolando suspense e mistero, bilanciando azione e ironia in altri due sequel avvincenti. Questa pellicola, che ricorda Tomb Raider, La Mummia e Jurassic Park, è una miscela esplosiva di avventura, fantasy grottesco e azione che mescola la Parigi della prima metà del Novecento ai mondi fantastici di George Lucas e Steven Spielberg. La protagonista, molto simile a Indiana Jones, ha un carattere deciso, cinico ma anche molto ironico, come ci dimostra la battuta che forse nel film le riesce meglio: «Ora che abbiamo fatto l’incredibile passiamo all’impossibile». Oltre ad affrontare i temi dell’occulto, la bella protagonista sottolineerà anche quelli della corruzione e dell’incompetenza degli ufficiali come il commissario Caponi all’interno di un mondo fortemente maschilista. Miss Adéle è interpretata da Louise Bourgoin, nuova icona femminile del cinema francese, bella e talentuosa, mentre Gilles Lellouche veste i panni l’ispettore Caponi e Mathieu Amalric è il perfido Dieuleveult. Il film, surreale e fantasioso, anche se in alcune scene poco credibile, ha come punto di forza quell’humour francese che lascia un sorriso sulle labbra dello spettatore; purtroppo, però, i dialoghi ci sono parsi veramente di scarsa qualità e ci sentiamo di sconsigliare vivamente il film a chi non ama il genere d’avventura. I GIORNALISTI CON UN BASTA UN COLPO DI MOUSE PER ENTRARE NELLA REDAZIONE DI ZAI.NET E FAR PARTE DEL GRUPPO DI REPORTER PIU' GIOVANI D'ITALIA. LORO L'HANNO FATTO... Cos’è Zai.net? Un network che prende vita nella rivista mensile distrubuita in oltre 1700 scuole superiori in tutta Italia, nel sito, nella radio e nelle tante iniziative che coinvolgono gli istituti. Dove si trova il mensile? Zai.net non si compra in edicola, ma arriva direttamente a scuola, in classe. Per ricevere la tua copia a casa, puoi abbonarti individualmente andando sul sito www.zai.net e seguendo le istruzioni alla voce “Abbonamenti”. Come si entra a far parte della redazione? Basta scrivere un’email alla redazione ([email protected]), oppure cercare il gruppo Zai.net su Facebook: noi vi teniamo al corrente sul percorso degli articoli e vi forniamo le dritte per svolgerli al meglio. Le distanze non contano, contano solo l’entusiasmo e la voglia di scrivere. Come si finanzia Zai.net? Finora ha spesso contato sul contributo economico di Enti pubblici e privati che ne condividevano l’approccio innovativo e le finalità formative. Ma la parte più cospicua dei costi è da sempre sostenuta dalla nostra cooperativa di giornalisti, Mandragola Editrice. Info: [email protected] - tel. 06 47881106 MARIA LUISA, 17 ANNI Ogni volta che Zai.net arriva a scuola è sempre una lotta per leggerlo durante le ore di lezione senza farsi beccare dai professori. Anche a me piacerebbe scrivere articoli e penso che presto lo farò. Grazie stupenda rivista! Presto tra i giovani reporter ci sarò anche io! GIULIANO, 15 ANNI Sono un appassionato di band emergenti e trovo che gli articoli che pubblicate su Zai.net siano veramente ben fatti. E’ bello che in Italia ci sia un giornale dove noi ragazzi possiamo esprimere il nostro punto di vista su ogni argomento. SAMIRA, 18 ANNI Leggo Zai.net già da un paio d’anni e ho deciso di provare a scrivere un pezzo dopo aver visto che è così facile entrare in redazione e su consiglio della mia professoressa di italiano. Credo di poter imparare molto da voi, redazione di Zai.net! Recensioni 42 LIBRI Le particelle elementari di Michel Houellebecq, Bompiani, 320 pp., 10 euro TEATRO Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello, regia di Alberto Giusta, Compagnia Gank "Questa sera si recita a soggetto" chiude il ciclo formato da "Sei personaggi in cerca d'autore" e "Ciascuno a modo suo", che Pirandello cita con auto-ironia. La commistione di realtà e finzione, che rende sempre efficace lo schema del teatro nel teatro, in Pirandello è uno scontro acuto tra vita e forma. Chi è davvero vivo sul palco, l'attore o il personaggio? Se l'Autore, una volta scritta l'ultima parola dell'opera, ha terminato il suo lavoro, ecco intervenire il Regista. "In teatro l’opera dello scrittore non c’è più. C’è solo la creazione scenica che ne avrò fatta io, e che è soltanto mia. Gli attori, i miei attori presenteranno le parti secondo l’interpretazione che io ne avrò fatta. L’unico ed il solo responsabile, il Direttore di scena!” proclama Hikfuss, prima di mettere in scena il suo adattamento della novella pirandellina "Leonora, addio!". Ma i suoi attori non sono d'accordo: come possono recitare a soggetto se non sono liberi di dare vita propria, spontanea, ai personaggi? Esilaranti le situazioni, profondi i temi affrontati. Spicca la gelosia retrospettiva e insanabile di Rico Verri, il quale, dalla mente ormai svuotata di pensieri della moglie Mommina, vorrebbe estirpare i ricordi e perfino i sogni. Il Teatro Stabile di Genova apre la stagione con la versione dell'opera pirandelliana messa in scena dai giovani attori della compagnia Gank, che l'anno scorso ha brillantemente arrangiato "La bottega del caffé" di Goldoni. Oltre ad Alberto Giusta, stavolta regista di nome (Hikfuss) e di fatto (firma la messa in scena dell'opera), ritroviamo Massimo Brizi (Sampognetta), Alessia Giuliani (Mommina) e Mariella Speranza (Ignazia). Un motivo per vederlo: Se volete scoprire una commedia più moderna di quel che immaginate! Un motivo per non vederlo: Se Pirandello proprio non lo potete soffrire! Laura Santi Amantini, 17 anni, Genova È la storia parallela di due uomini apparentemente agli antipodi: Michel Djerzinski, scienziato estremamente razionale e disinteressato della società che lo circonda, eccezion fatta per la biologia molecolare; Bruno Clement, insegnante di lettere, ossessionato dal sesso. Sono accomunati dal fatto di avere la stessa madre che li ha entrambi abbandonati. Si ritrovano così fin da giovani ad avere un rapporto al limite del necessario, fatto di incontri sporadici e poca apertura, soprattutto da parte dell’ombroso Michel. Il romanzo si incentra però sulle loro esperienze di vita che riflettono l’incapacità di Michel di stringere veri rapporti umani con le persone, neanche con Annabelle, con cui ha una sorta di relazione amorosa, e la ricerca spasmodica di Bruno del piacere carnale in tutte le sue manifestazioni, che lo rendono un disadattato costretto a continue sedute psichiatriche. Un motivo per leggerlo: Un romanzo forte, spietato, in cui Houellebecq mostra un’umanità degenerata ai limiti del collasso. Un motivo per non leggerlo: Le incursioni scientifiche di Michel possono annoiare. Paolo Fornari, 19 anni, Roma LIBRI Il tempo che vorrei Di Fabio Volo, Mondatori, 294 pp., 18 euro La vita non aspetta proprio nessuno, e non si può davvero fare nulla, solo vivere al meglio. Fabio Volo ne Il tempo che vorrei racconta la storia di Lorenzo. La donna che ama se n'è andata, lasciandolo affogare nel dolore. Un rapporto padre-figlio mai costruito. Un uomo che sta riflettendo sul tempo perduto. E si dimena, cerca di far spazio nella sua anima, prova a mandare giù tutti i sensi di rimorso, di colpa. Sono lì, il senso di abbandono, la triste verità di non aver amato abbastanza e di non essere stato amato dal padre. Quei massi che solo con il tempo e la fiducia si riescono a mandar via. Tutti almeno una volta abbiamo sofferto per amore. Lorenzo si rende conto di amare veramente Lei solo dopo che se n'è andata. Ci si accorge dell'importanza delle cose, solo dopo che si perdono. Una frase fatta, ma piena di verità. Lorenzo ci dimostra come ormai sia inutile crogiolarsi nel pentimento, il danno è fatto. Due amori da ricostruire, da riconquistare, quindi. Un motivo per leggerlo: Un libro che scava nell'anima di un uomo. Non stupitevi se vi accorgete che la vita di Lorenzo, alla fine, non è poi così diversa dalla nostra. Un motivo per non leggerlo: Se non siete alla ricerca di letture introspettive. Alice Conte, 18 anni, Torino Z a i . n e t è p e r i l d i r i t t o d i c r i t i c a … v o t a , c o n s i g l i a , s t ro n c a f i l m , 43 LIBRI MUSICA Il castello dei destini incrociati Nuvole notturne Di Italo Calvino, Oscar Mondadori, pp. 100., 8,50 euro Dei Nihil Est, Seahorse Recordings Un viandante si imbatte in un castello durante uno dei suoi viaggi. Ad aspettarlo, nella foresteria, ci sono molte altre persone che, come lui, hanno mete imprecisate e una vita da raccontare. All’improvviso, durante la cena, tutti perdono l’uso della parola, come se fossero vittime di un bizzarro incantesimo. Tuttavia, desiderosi di far conoscere la propria storia agli altri viaggiatori, gli avventori trovano un modo per comunicare: i tarocchi. Così ogni figura di queste misteriose carte diventa un personaggio della vita di ognuno, venendo infine a scoprire che, per assurdo, i percorsi di tutti i viandanti si incrociano. Il libro è suddiviso in due parti; “Il castello dei destini incrociati” e “La taverna dei destini incrociati”, in cui lo spunto narrativo – geniale – del racconto attraverso le carte è il medesimo: ciò che cambia è l’ambientazione dell’inizio e l’introduzione di una diversa tipologia di tarocchi, risalenti al XVIII secolo, come punto di riferimento. Questo libro del maestro Calvino si può definire “piccolo” solo in riferimento al numero ridotto di pagine: l’idea di raccontare una storia mediante le figure stampate sui tarocchi rivela un’enorme capacità di immaginazione ed illustra come, spesso, non ci sia bisogno di perdersi in mille parole. Un motivo per leggerlo: Se avete voglia di gustare un’antologia di racconti dal sapore nuovo, inusuale, irripetibile. Un motivo per non leggerlo: Se vi piacciono le letture scorrevoli che non indugiano nelle descrizioni. Nuvole Notturne, il primo album dei Nihil Est, è uscito il 21 ottobre ed è un lavoro decisamente da non lasciarsi scappare. Con il loro armamentario sonico - che vi stupirà - i sei elementi riescono a conquistare chiunque li ascolti con calma e mente aperta: alt rock, ballate d’ambiente, elettronica e una spolveratina di tocco cantautoriale italiano che non guasta mai. Ecco la ricetta vincente per questo gruppo che ha cominciato a formarsi nel 2005 e ha trovato un equilibrio nel 2009. La Seahorse Recordings ci ha decisamente visto lungo quando ha deciso di investire nel progetto: lasciatevi sorprendere da questa band che ricorda le vecchie, care argomentazioni gorgiane con cui qualcuno di voi starà sicuramente combattendo per l’interrogazione di filosofia. La traccia imperdibile? Dieci minuti al telefono, dieci minuti in cui la musica è la sola protagonista in una storia, oltre il surreale, che fa riflettere e lascia una traccia sul cuore che non vi sarà facile cancellare (www.myspace.com/nihilestmusic). Un motivo per ascoltarlo: Se volete essere proprio conquistati, lasciatevi andare al ritmo di Nuvole notturne (a mio parere la migliore)… vedrete che non ve ne pentirete, anzi! Un motivo per non ascoltarlo: La voce potrebbe lasciare un po’ spiazzati per la sua particolare tonalità, ma non fermatevi alla prima impressione. Di Chiara Castellani, 17 anni, Roma Di Chiara Colasanti, 19 anni, Perugia DA NON PERDERE La trilogia di Valis Di Philip K. Dick, Fanucci, 700 pp., 12,90 euro Precorrendo i temi cari al moderno cyberpunk, Philip K. Dick proietta se stesso nel mondo che immagina, il suo pensiero di visionario, insieme alle ossessioni e alle angosce dell’uomo moderno. Chi o cosa è Valis? È un’imperscrutabile entità intelligente che vive nello spazio? O forse un meccanismo, una formula o un essere vivente vero e proprio, che entra in contatto con alcune persone per dirigerne i pensieri e i passi sul sentiero della conoscenza? Nella ricerca di verità supreme, Valis pone al lettore una serie di interrogativi propri della geniale indagine di Dick: cosa siano la realtà e il divino, se una e l’altro esistano davvero e non siano semplici invenzioni della nostra mente. In “Divina invasione”, un dio alieno tenta di stabilire un contatto con i terrestri come mai è accaduto prima: invia sulla Terra il proprio figlio, che affida a una coppia. Ma con il piccolo giunge così una presenza sovrannaturale, capace di impregnare di sé l’universo: l’ennesima, efficacissima variazione dickiana sul tema della realtà-divinità nella quale gli uomini si dibattono, un romanzo dalla carica metafisico-religiosa fortissima. Il terzo romanzo narra della vita dissoluta del vescovo Archer, attraverso l’impietoso giudizio della controparte femminile, che scetticamente partecipa alla sua ricerca della verità metafisica, decidendo alla fine di abbandonarlo al suo destino. l i b r i , m u s i c a e a l t r o s u i s i t i w w w. z a i . n e t e w w w. s t r o n c a . n e t Risultati test 44 E TU, SEI PARI O DISPARI? (pag. 17) Punteggio: per ogni risposta A: 1 punto - per ogni risposta B: 2 punti - per ogni risposta C: 3 punti Fino a 6 punti: Da 7 a 12 punti: Da 13 a 18 punti: Medievale Zen Scocciato/a Due sono le cose: o avete una mamma all'italiana iperprotettiva che vi ha rimbambito fin da piccoli, oppure c'avete proprio qualcosa che non va a livello profondo. Ma dico io, come si fa al giorno d'oggi ad essere ancora così sessisti? Nel caso foste maschietti, beh voi siete i primi che le donne se li rigirano come gli pare e piace... Se invece foste delle femminucce, allora la questione si fa potenzialmente intricata: o siete delle totali oche decerebrate, oppure siete talmente furbe da conseguire sempre il maggior profitto con il minimo sforzo. Il solito profilo di mezzo che mette in difficoltà l'autore dei test... Ragazzi/e, ma uno che si può inventare di spiritoso quando voi non vi sbilanciate mai e mantenete sempre il vostro equilibrio da monaci Zen? Ovviamente siete quelli che senza mai cadere in banali moralismi o convenzioni preconfezionate riescono a percorrere quel “giusto mezzo” che li rende piacevoli e ottimamente inseriti dalla società. Tuttavia, un consiglio dagli astri: ogni tanto ditela qualche innocua bugia, aggiungerete un po' di pepe alla vostra vita! Suvvia, siamo in pieno ventunesimo secolo e qui ancora stiamo a fare ’sti discorsi? Ci credo che uno poi si scoccia... e ognuno di noi, maschietto o femminuccia, si scoccia per i suoi motivi. Apriamo gli occhi, uomini e donne sono DIVERSI, ma non per questo devono aspettarsi un trattamento discriminatorio... E neanche favoritismi di sorta, ovviamente, perché la “discriminazione al contrario” è pur sempre una forma di discriminazione, e quindi altrettanto odiosa! Solo una cosa... avete barato per farvi fighi con gli altri, vero? HAI UN RACCONTO IN TESTA? FALLO USCIRE PARTECIPA A ZAI.NETBOOK. TI LEGGERANNO IN 1700 SCUOLE D'ITALIA Zainetbook è l'iniziativa editoriale di Zai.net riservata ai giovani scrittori tra i 14 e i 19 anni. La redazione ogni anno seleziona il miglior racconto e lo pubblica sul numero di giugno della rivista. Per partecipare, leggi il regolamento pubblicato sul sito www.zai.net e poi invia il tuo lavoro all'indirizzo email [email protected] entro il 31 marzo 2011. Il premio Zainetbook 2010 è andato al romanzo "Io, gli hippy e gli skarafaggi" di Serena Mosso pubblicato su Zai.net giugno 2010. 46 INTERVISTA IMPOSSIBILE: Colombo, chi era costui? LABORATORIO COSTUME & SOCIETÀ 49 SALONE NAUTICO: Reportage... on the sea Intervista impossibile 46 COLOMBO… CHI SEI VERAMENTE? CREDETE DI CONOSCERE TUTTO CIÒ CHE RIGUARDA LA SCOPERTA DELL’AMERICA, PERCHÉ IN FONDO È SEMPRE LA STESSA STORIA TRITA E RITRITA? BENE, ALLORA METTETEVI ALLA PROVA E CONFRONTATE LE VOSTRE RISPOSTE CON QUELLE DI ALTRI GIOVANI LIGURI... di Benedetta Magri, 17 anni Liceo classico “Da Vigo”, Rapallo (Ge) A B C Dove è nato Cristoforo Colombo? (ha risposto correttamente l’80%) Genova, una casetta vicino al duomo di San Lorenzo Genova, casa dell’Olivello, vicino a Porta S. Andrea Savona, nella casa vicino al lanificio del padre A B C Quanto durò la navigazione per raggiungere le Americhe? (ha risposto correttamente il 100%) 32 giorni, dall’11 settembre al 12 ottobre 39 giorni, dal 3 agosto all’11 settembre 79 giorni, dal 3 agosto al 12 ottobre A B C Come si chiamavano le navi con cui salpò? (ha risposto correttamente il 100%) Nina, Pinta e Santa Maria Prima, Seconda e Terza Santa Maria, Isabella e Ferdinando A B C Chi finanziò la spedizione di Colombo? (ha risposto correttamente l’80%) Enrico VII, re d’ Inghilterra Giovanni II, re del Portogallo Isabella di Castiglia, regina di Spagna A In che modo Colombo convinse il sovrano a finanziare il suo viaggio? (ha risposto correttamente il 20%) presentò il progetto con un tale sentimento che il sovrano non poté rifiutare B C A B C un gruppo di scienziati supportò Colombo un prete confessore intercesse tramite il sovrano Colombo si innamorò mai? (ha risposto correttamente il 40%) Sì, ma avendo preso i voti per far parte dei templari rimase sempre casto Si innamorò di Felipe Moniz e di Beatrice Henriquez Ebbe una storia d’amore segreta con Isabella di Castiglia A B C Quanti viaggi affrontò Colombo? (ha risposto correttamente il 40%) quattro uno sette A B C Quale fu la più grande disgrazia di Colombo? (ha risposto correttamente l’80%) morirono i suoi due figli fu calunniato fu catturato dagli indiani d’America A B C Dove morì? (ha risposto correttamente il 60%) Porto Palos Valladolid Haiti A B C Cosa c’era disegnato sulle vele delle caravelle? (ha risposto correttamente l’80%) la bandiera del sovrano che aveva finanziato la spedizione la croce dei templari un teschio con le ossa incrociate 47 Casa di Colombo a Genova Statua dedicata a Colombo a Parigi Colombo, si sveli! Avete risposto al quiz? Per scoprire se avete risposto esattamente o no e se fate parte anche voi della media degli studenti da me intervistati, leggete questa intervista che ho avuto il piacere di avere proprio con Colombo. Guardando l’orizzonte non può venirmi in mente nulla, al di fuori dell’immagine di un uomo, seduto al porto di Genova, che guarda il mare e sogna. Sogna le lontane Indie, che in realtà, seguendo il profilo che scende del mare potrebbero essere molto vicine, basterebbe passare da un’altra strada…. Questa la geniale intuizione che portò ad uno dei più lieti e celebri fallimenti della storia: Colombo partì, ma come ben sappiamo non arrivò mai in India, però scoprì l’America, fonte di ricchezze inestimabili. In molte delle città della nostra Liguria c’è una statua dedicata a lui, perché non fermarmi davanti ad una di esse? Contemplo il profilo sicuro di quest’uomo coraggioso, rendendomi conto che per me ha un sacco di segreti. Quante domande mi piacerebbe fargli, quando a un tratto arriva un piccione, si posa sul suo cappello e la statua muove il capo per farlo andare via! Non posso crederci, devo avere qualche problema… Però sono sempre più convinta che non sia stata solo la mia immaginazione: intorno non c’è nessuno, mi avvicino alla statua e “Mi scusi, Signor Colombo…” “Sì, mi dica giovanotta!”. Stupore, mi ha risposto davvero. Se sono almeno una cronista mediocre devo approfittarne… Intervista impossibile 48 Signor Colombo, mi dispiace disturbarla, è da poco trascorso il 12 ottobre, quindi il 518° anniversario del suo viaggio, e mi sono resa conto che, anche se vivo in Liguria, ci sono tantissimi aspetti della sua vita che non conosco. Per esempio, lei dove è nato di preciso? «Era il lontano 1451, se la memoria non m’inganna la mia famiglia viveva in una casa dell’Olivello, vicino a Porta S. Andrea, a Genova. Mio padre era un lanaiolo, Domenico, e mia madre era Susanna Fontanarossa. Dopo di me sono nati anche Giovanni, Bartolomeo e Diego. Eravamo tutti dei lupi di mare! Mio padre, dopo il trasferimento a Savona, aveva tentato di insegnarci il mestiere dei lanaioli, ma non faceva per nessuno di noi». Così avete consacrato le vostre vite al mare e lei è stato quello che ha avuto maggior successo. Mi tolga un’altra curiosità, quanti giorni è durato il suo viaggio? «Dal 3 agosto al 12 ottobre 1492, partenza da Porto Palos e arrivo nelle Indie, mhm, mi scusi, ormai quel posto si chiama San Salvador. Mi sembrava di aver percorso troppa poca strada, ad essere sincero, però ero tanto orgoglioso! Solo ora in vecchiaia ammetto l’errore e riconosco il merito a quel mozzo da quattro soldi di Amerigo Vespucci! Comunque, tralasciando il Signor saputello e conoscitore del mondo, dicevo, ci sono voluti 79 giorni di navigazione sulle mie adorate caravelle: Nina, Pinta e Santa Maria». Delle navi così saranno state gigantesche… «Ma cosa dice? In realtà erano molto piccole, forse troppo. Pesavano rispettivamente 100, 140 e 200 tonnellate. Se lei avesse mai visto un carrak saprebbe che ha il peso di almeno 600, 700 tonnellate». Come riuscì a ottenere i finanziamenti per la partenza? «Mio fratello Bartolomeo si era trasferito a Lisbona, dove disegnava carte nautiche, sono andato a trovarlo e mi sono innamorato del suo mestiere, però io ero più determinato a realizzare i miei sogni… Così gli ho proposto il progetto e lui è partito per andare a mostrarlo ad EnricoVII, re d’Inghilterra (pensi che era pure partito con un planisfero appositamente disegnato per l’occasione!). Però impiegò troppo tempo a tornare così io mi ero già rivolto ai sovrani di Portogallo e Spagna. Sembrava che nessuno volesse saperne della mia impresa, quando rimasto ormai senza soldi decisi di spostarmi a Palos, per andare poi a chiedere alla corte francese; in realtà in quel porto spagnolo trovai un padre confessore che parlò bene di me presso la regina perorando la mia causa!». Dopo la grande impresa affrontò altri viaggi? «L’anno successivo, nel 1493, partii con 17 navi e feci una lunga esplorazione nelle isole che avevo scoperto nel primo viaggio spingendomi anche più a Sud; tornai solo nel 1496, per poi ripartire nel 1498. Ormai ero davvero famoso e alcuni mi guardavano anche con cattiveria, per quello sono dovuto tornare indietro dalla mia seconda spedizione. Nel 1500 fui arrestato, mi avevano calunniato pesantemente, però riuscii a dimostrare che le accuse erano false e nel 1502 salpai ancora una volta, per la quarta ed ultima volta. Il 20 maggio 1506 morii a Valladolid. Erano stati tempi duri gli ultimi, tra calunnie e la morte della mia protettrice, Isabella di Castiglia». Si innamorò mai? «L’amore è un sentimento molto particolare… Ho amato il mare, ho amato la cartografia e di conseguenza ho amato la figlia di un cartografo, Felipe Moniz, figlia di Bartolomeo Perestrello. Poi in seguito ho avuto una storia d’amore con Beatrice Henriquez». Mi chiedevo, perché sulle vele delle sue navi c’erano le croci dei Templari? «Ragazzina mia (sembra un po’ contrariato ora, ndr) direi che ti ho già dedicato abbastanza tempo, una risposta a questa domanda cercala sui libri di storia!». Forse stavo per svelare un mistero troppo importante, per cui non c’è ancora una vera risposta, non potevo pretendere così tanto da un semplice sogno… Ho già avuto troppe risposte reali! Colombo arriva in America, Published by the Prang Educational Co., 1893 Salone nautico 49 WALK ON THE SEA ZAI.NET NON POTEVA MANCARE AL CINQUANTESIMO SALONE NAUTICO INTERNAZIONALE DELLA FIERA DI GENOVA, TENUTOSI DAL 2 AL 10 OTTOBRE NEL CAPOLUOGO LIGURE Dal nostro inviato Andrea Boutros, 17 anni Liceo scientifico “Cassini”- Genova onsiderarlo un “mondo a parte” è dir poco; il mercato nautico, infatti, sembra vivere in un’altra dimensione: non risente della crisi economica, anzi, ogni anno che passa ci fa assistere ad un incremento della qualità, della tecnologia e del lusso. Ed è proprio del lusso che abbiamo parlato con gli intervistati, ragazzi giovani con la passione per il mare: «La tecnologia e il comfort sempre maggiore non rischiano forse di rendere le gite in barca sempre più simili alle serate davanti alla tv nel salotto di casa?» è la domanda che abbiamo rivolto a quelli che un tempo sarebbero stati veri lupi di mare, e che adesso si apprestano ad affrontare il mare... in pantofole. «Il compromesso che si va a cercare tra sicurezza e avventura è sempre a favore della sicurezza» ha spiegato Federica, giovane studentessa di economia con la passione del mare da quando era bambina. Per questo, ad esempio, ai moli sono attraccate barche con due timoni – cosa che ha lasciato di stucco me ed Alessandro. Anche se è indubbio che molte soluzioni non si limitano a voler rendere sicura la barca, ma vanno ben oltre: «In alcuni modelli – ci mostra Federica – sembra di stare in veri e propri appartamenti. Due camere da letto, cucina, bagno, salottino...». Cosa si può desiderare di più? E per chi compra la barca, tutto è incluso, persino piatti e bicchieri (che vengono poi lavati dall'apposita lavastoviglie). «La comodità è quello che cerca il compratore», hanno spiegato molti standisti, C per lo più ragazzi con qualche anno più di noi. E il mercato non può che adeguarsi». L'avventura così assume altre forme, e fioccano le novità: tra le altre, ecco il “Seabob”, l'ultima frontiera degli amanti dell’emozione in mare, una sorta di tavola da surf dotata di motore, capace di raggiungere velocità elevate sia in superficie, sia nelle profondità marine. «Il prototipo americano - ci dice il responsabile dello stand - è stato costruito per un’esplorazione più avventurosa degli abissi e ideato apposta per i sub alle prime armi che vogliono cimentarsi nel brivido di un’immersione». Ce n’era veramente per tutti i gusti, quindi, al Salone Nautico; anche se i liguri, e i genovesi in particolare, non si sono dimostrati così partecipi del grande evento che più d’ogni altro avrebbe dovuto toccarli da vicino: insomma, decisamente più coinvolto il pubblico straniero. Il mare, però, è una risorsa che non va dimenticata, ma anzi sempre ripensata, ricorda il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando: «I giovani e la Liguria puntano sul mare» ha affermato ai nostri microfoni, confermando che la tradizione marittima, oltre ad aver fatto parte del passato e del presente della Regione, sarà senz’alcun dubbio protagonista anche del suo futuro. «Eventi come il Salone Nautico – aggiunge - danno prestigio a tutta la Liguria, oltre che all’intero mondo della Nautica». Questo grande evento dimostra ancora una volta le potenzialità di Genova nel porsi come città aperta al mondo intero: la sfida sarà quella di mantenere questo spirito durante tutto l'anno e rilanciare l’intera regione con la più semplice e ovvia delle sue risorse, il mare, cercando di spingere i giovani ad apprezzarlo. Euronews 51 DAI NOSTRI CORRISPONDENTI SI INAUGURA QUESTO MESE UNO SPAZIO DEDICATO ALLE NOTIZIE SU ATTUALITA’, STUDI, TEMPO LIBERO IN DIVERSI PAESI EUROPEI BULGARIA Unknown Future for Sofia University St. Kliment Ohridski The oldest university in Bulgaria has serious financial problems that may affect the process of studying. Sofia University runs in fact into debt. It owes Toplofication – Sofia about 800 000 lv. The problem got more serious when the planned budget was changed, so the government won’t grant the promised 41, 5 millions but only 33, 2 millions. Some of the ideas of solving the problem are changes in the salaries and discharge of 25% of the staff. There won’t be bought any new books for the libraries and won’t be made new redecorations. With all planned changes SU expects to save about 3,8 millions leva: unfortunately it is not enough. The most discussed solution is closing the university in January 2011. The chance of closing SU (for the first time because of financial problems) scared not only the students and was in the top news of many Bulgarian media. So for now the future of Sofia University St. Kliment Ohridski is still unknown. Velina Barova BELGIO Les jeunes et les réseaux sociaux On l’appelle le « web 2.0 ». L’Internet d’aujourd’hui rime avec interaction entre utilisateurs, et son incontournable exemple est les réseaux sociaux. Vous connaissez sans doute tous Facebook, MySpace, ou encore Twitter. Selon une étude publié sur InternetACTU, 49% des internautes de moins de 30 ans seraient actifs sur un réseau social. J’aimerais vous parler de Twitter, le moins fréquenté des 3 réseaux cités, mais pourtant très intéressant! Twitter est un service qui permet aux utilisateurs de « blogger » grâce à des messages courts (140 caractères). On peut également y poster des photos et des vidéos. Son utilisation par les jeunes s’accentue, par opposition à Facebook et MySpace pour lesquels l’âge moyen augmente. Utilisé intelligemment, il permet de recueillir très rapidement de l’information. Il m’a personnellement offert de nombreuses opportunités, comme ma participation à la fondation de Radio Jeans EU Network ! Et vous ? Quels réseaux sociaux utilisez-vous ? Que pensez-vous de Twitter ? Envoyez vos avis à la rédaction : [email protected] Jean-Michel Cattiez ROMANIA Orbiting from Romania A team of Romanian Students from the Polytechnics University is working for the European Space Agency. The European institution had also chosen students from the entire continent. There are two Romanian groups working on a scientific project, that are designing and building two space satellites for the Agency. One of the team is involved in the Eseo project: that means that they are working on a satellite which will surround the Earth in order to collect information about any radiations. The other team is working on a machine called Esmo which will go around the Moon. The project is financed by the European Space Agency. Cristian Predoi Let’s dance! And now three new stars from Romania who are going to rock all Europe! Inna, one of the Romanians best dance artist who gain a lot of popularity in Europe in the last months, is in fact touring this fall in Serbia, France, Hungary, Italy and Estonia. Inna debuted in 2008 with the album Hot. Akcent it’s a Romanian pop-dance band, they start in 2002 and their best year was 2009: the songs Stay With Me and That's My Name have become massive hits on radio stations in Romania as well as in number of other countries including: Egypt, Pakistan and Bangladesh. Edward Maya is another musician, he became known world wide with the song Stereo Love, that has been a very famous hit in clubs all over the world: this fall is touring in Portugal, Luxemburg and obvisously Italy. In the end music brings us together! Andreea Melinescu Pubbliredazionale a cura di Coldiretti Torino 52 RITORNARE ALLA GIOVANI CONSUMATORI CRESCONO: UN NUOVO PROGETTO A KILOMETRI ZERO AVVICINA I RAGAZZI ALLA BIODIVERSITÀ rutta di stagione per un consumo più diretto, consapevole e genuino! Si potrebbe sintetizzare così lo spirito di “Frutteti, biodiversità e giovani consumatori”, progetto finanziato grazie al programma Alcotra 2007/2013 che nasce dalla necessità di orientare il pubblico giovanile al consumo di frutta quale alternativa al cibo industriale, con basso valore nutraceutico e con elevato contenuto di grassi. L’elevato fascino mediatico che la moderna tradizione applica a sostegno delle vendite di merendine e di alimenti fuori pasto dalle scarsissime qualità può essere sostituito con la giusta rivisitazione del cibo sano e prodotto localmente solo se quest’ultimo diviene oggetto di un messaggio che lo renda più appetibile, sia nel sapore sia nella forma in cui esso si presenta. Occorre che i giovani consumatori siano consapevoli e opportunamente motivati a tale scelta e che il prodotto “nuovo” sia disponibile e reperibile nei modi e nei luoghi consueti. La malsane abitudini alimentari sono gravi non solo per i danni alla salute che possono determinare, ma anche per il fatto che le nuove generazioni rappresentano le famiglie del futuro, per cui si evidenzia l’effetto negativo a lungo termine. F Obiettivi Con il progetto si è voluta agire un’azione di promozione del paesaggio a tutela della biodiversità, e contestualmente si è inteso valorizzare le produzioni di frutta locale, adottando nuove tecnologie e azioni innovatrici, e promuovendo in particolare il consumo da parte dei giovani. Con le azioni di progetto si è voluto salvaguardare i frutteti di antiche varietà che rischiano l’abbandono, con il conseguente impoverimento della biodiversità, individuando attività di sostegno alle produzioni, diffondendo le buone pratiche e ricercando nuovi sbocchi commerciali. Approccio innovativo L’approccio utilizzato è stato innovativo in quanto ha previsto la definizione di un paniere di prodotti, con il coinvolgimento di “giovani consumatori resilienti” che si è concretizzata in un’attività di co-creazione, con un metodo di progettazione concertata, articolato nelle seguenti fasi: co-innovazione, in cui i partecipanti hanno progettato insieme a produttori e operatori di prima trasformazione l’alimento e il suo modo di consumo; co-immaginazione, in cui i racconti degli adolescenti, incentrati sui loro consumi alimentari e progressivamente sui prodotti ortofrutticoli locali, sono stati condivisi e sono diventati materia di educazione tra pari; co-promozione, che ha visto il coinvolgimento come soggetti attivi e resilienti i giovani consumatori nell’incentivare la distribuzione dei prodotti da essi stessi testati e distribuiti 53 NATURA sul mercato, secondo la forma da loro progettata; co-produzione, in cui si è fatta esperienza delle possibilità di trasformazione del prodotto ortofrutticolo scelto, a partire dai criteri di consumo e dalla rappresentazione dell’alimento finale. Coinvolgimento filiera Da quanto sopra riportato ne è derivato che il giovane ha ri-orientato il produttore sui cibi di cui desidera alimentarsi e ha suggerito agli operatori della trasformazione come intende effettivamente consumarli, riducendo così, mediante questa alleanza all'origine, lo scarto tra bisogno e aspettativa di tutti gli attori coinvolti nella filiera produttiva e partecipando alla realizzazione del nuovo prodotto. Casa della frutta Centro di documentazione storica ed etnografica relativo al rapporto uomo/albero da frutta nel pinerolese. Prodotti di comunicazione Esposizione denominata “Frutteti e biodiversità”, opera bilingue di divulgazione, brochure e locandine sul consumo critico. Partner CIOFS - Centro italiano opere femminili salesiane, Coldiretti Torino; Consorzio Pinfruit, Scuola Malva - Arnaldi, Cooperativa agricola Il Frutto Permesso, Parc naturel régional du massif des Bauges, Comune de Bourg Saint Maurice-Les Arcs. LA MERENDA CON LE MELE Sono stati prodotti succhi da spremitura di frutta fresca. Il succo deriva dalla spremitura della frutta in presse a nastro a cui segue decantazione, filtrazione, pastorizzazione e imbottigliamento. Sono prodotti non annacquati né zuccherati, che mantengono integre le caratteristiche gusto-olfattive e nutraceutiche della frutta fresca. Ci si è orientati verso il succo di mela, il succo di pera ed un succo misto “colorato” ottenuto dalla miscela mela/ribes rosso. Le Mele disidratate: melasnack, melachips, melaciocc: la frutta disidratata in cella fredda a 30-35°, mantiene integro il suo sapore primario e la sua componente vitaminica. Sono state realizzate Melasnack, una tipologia di mele essiccate costituite da fette tonde detorsolate ma non sbucciate, “Melachips”, bastoncini di mela sbucciata essiccata a bassa temperatura. Un vero prodotto di alta pasticceria è Melciocc, ottenuto da fette di mela detorsolate e sbucciate ricoperte di cioccolato fondente. La merendina di mele: sono state testate molte ricette e valutati innumerevoli prodotti similari presenti sul mercato. L’opzione finale che risponde è un “tortino” tipo muffin con abbondanti mele appena caramellate all’interno. I prototipi sono stati sperimentati nelle scuole attraverso la messa a dimora di distributori automatici. Performance teatrale Tra i diversi strumenti volti a educare i giovani al consumo della frutta locale, è stata realizzata una performance teatrale denominata “ConsumAttori” che attraverso l’utilizzo del teatro sociale è diventata strumento di sensibilizzazione e orientamento al consumo della frutta nel territorio. L’espressione teatrale opera un profondo lavoro con e tramite la sfera emotiva degli individui; essa utilizza un registro comico e non realistico, adottando una forma leggera che fa ricorso all’umorismo, che distrae e diverte, ironizzando e relativizzando le situazioni. In termini educativi, i fruitori vengono introdotti in un percorso di apprendimento trasformativo in quanto, grazie alle tecniche dell’associazione e del rinforzo da un lato, e al processo di immedesimazione dall’altro, essi comprendono empaticamente e rielaborano i modelli espressivi; il cambiamento viene introdotto mostrando sul palcoscenico le situazioni critiche e suggerendo le alternative comportamentali a disposizione. TI N E M A NT U P AP Dal 4 al 7 A cura di Chiara Piotto, 17 anni, La Spezia NOVEMBRE VERONA Torna anche quest’anno alla Fiera di Verona la prestigiosa Fieracavalli, la più importante vetrina internazionale per gli interessati al mondo equestre. Essendo alla 112esima edizione, l’evento ha assunto un valore storico per chiunque ami questo campo, anche solo per gli appassionati, e richiama oltre 600 espositori e di media 150.000 visitatori ogni anno. La mostra si compone di punti vendita, sale business e gare, ed è divisa in sezioni secondo la razza (Americani, Arabi, Italiani e Spagnoli). Insomma, un sogno che diventa realtà, per tutti quelli che hanno sempre desiderato un cavallo, e magari si sono dovuti accontentare di un criceto. 13 6 NOVEMBRE e 7 NOVEMBRE GENOVA Al palazzo Ducale in pieno centro, due giornate da spendere con il naso tra la polvere, alla ricerca di imperdibili tesori antichi e cianfrusaglie più o meno utili. Evento periodico annuale, la fiera degli antiquari di Genova è qualcosa di unico, e di veramente imperdibile per chiunque abbia il gusto del vintage o semplicemente si diverta a trovarsi per una volta in un’atmosfera un po’ fuori moda e più “all’antica”. In esposizione si trova di tutto, dalle borsette di pelle ai mobili di legno, per soddisfare davvero tutti i gusti. NOVEMBRE ASSAGO (MI) Unica data al MediolanumForum di Assago per il World Wrestling Entertainment, che vedrà scontrarsi sul ring i più importanti wrestler, RAW Superstars, di fama internazionale, quali John Cena, Randy Orton, Sheamus, Kelly Kelly e molti altri. Un evento che si preannuncia esplosivo e carico di adrenalina, non adatto al pubblico suscettibile! Sul sito ufficiale, si possono trovare foto, biografie, recensioni, e tutte le news sulle star e sul loro mondo. www.wwe.com Dal 12 al 27 NOVEMBRE BARI Avete tutto il tempo per organizzarvi e per non mancare almeno a uno dei tanti appuntamenti con la grande musica nostrana previsti nella XXV edizione di Time Zones. Cosa vi aspetta? 7 giornate di spettacoli, concerti (quasi tutti in esclusiva nazionale), produzioni realizzate per il festival, un intenso calendario di attività collaterali, incontri con tutti i musicisti presenti al festival, un allestimento multimediale per la proposta dell'archivio storico di Time Zones, la personale di Lorenzo Mattotti, con molti lavori ancora inediti. E poi ancora reading, monologhi, incontri, presentazioni di novità editoriali e mostre… www.timezones.it 55 15 NOVEMBRE LUCCA Sono aperte e termineranno il 15 Novembre le iscrizioni al Lucca Jazz Donna Festival per il premio come migliore formazione jazz al femminile esordiente. Inviato il proprio materiale e se superate le prime selezioni, le finaliste si esibiranno sul palco del festival live, e la prima arrivata avrà in premio la pubblicazione di ben 200 copie del suo CD. Un’occasione, dal fiocco rosa, per le più talentuose musiciste. www.luccajazzdonna.it 26 NOVEMBRE FIRENZE Riparte, più carico che mai, il Fiorello Show, alla sua quinta edizione fiorentina. Un misto di improvvisazione, gag, ricordi, battute, imitazioni e canzoni “fatte alla maniera di Fiorello”, un trasformarsi ed evolversi degli argomenti anche della più stretta attualità, reso unico dalla imbattibile simpatia del comico, attore, showman, ecc ecc italiano. www.rosariofiorello.it TUTTO IL MESE MILANO Per gli amanti dell’arte, è in programma a Milano, a Palazzo Reale, una mostra sul genio di Salvador Dalì, che vanta più di cinquanta opere originali riunite dai maggiori musei del mondo, con un unico tema: il rapporto tra pittura, paesaggio e sogno. Gli spettatori riusciranno ad entrare in contatto con un aspetto meno conosciuto dell’artista dalle molte facce, con il suo lato più mistico, religioso, spirituale. Articolata in quattro sezioni, la mostra sarà integrata con numerosi video, scritti, documenti dei quali alcuni a opera dello stesso Dalì e, per la prima volta in Italia, ci sarà la proiezione del cortometraggio nato dalla collaborazione fra il pittore e niente meno che Walt Disney, girato nel 1945 ma terminato solo nel 2003. www.mostradali.it 26 NOVEMBRE MERANO Cominciano già, ormai, i mercatini di Natale in tutta Italia che ogni anno fanno illuminare gli occhi agli amanti di decorazioni natalizie e opere di artigianato locale; uno dei principali rimane quello di Merano, in Trentino Alto Adige, che fino a gennaio esporrà le sue collezioni lungo il fiume, in una suggestiva atmosfera di festa. Gustando una buona cioccolata calda, o riscaldandovi con un buon bicchiere di vin brulé, sarete pronti a vivere tutta la magia del Natale. State già brillando, vero? www.nataleamerano.it Oroscopo 56 a cura di Cassandra Ariete Toro 21/03 - 21/04 21/04 - 21/05 Affari di cuore Come al solito siete un po’ troppo focosi. Date una priorità a chi se la merita e non sbagliate punto di vista! Amicizia & famiglia Inspiegabilmente vi ritrovate sempre in mezzo a qualche litigata. Perché non cercate di tirarvi un po’ indietro quando vedete che butta male? Consiglio Provate a sentirvi “Fragile” dei Vanilla Sky. Affari di cuore Che dire? State andando davvero alla grande ragazzi! Finalmente avete ritrovato quel senso di stabilità che vi mancava… bravi! Novembre a gonfie vele per voi! Amicizia & famiglia E da bravi segni di terra siete disponibili ad aiutare tutti e a divertirvi come si deve, sono fiera di voi! Consiglio “L’amore è qui” di Nesli. Gemelli 21/05 - 21/06 Affari di cuore Ahi, ahi, ahi. Non sentite che il vostro cuore dice qualcosa? Capisco che non vogliate dargli retta, ma preparatevi ad una resa dei conti… a breve. Amicizia & famiglia Siete circondati da persone che vi vogliono bene. Fate capire loro quanto siete consapevoli della vostra buona sorte! Consiglio “Piccolo Pagliaccio Italiano” di Emil. Cancro Leone Vergine 22/06 - 22/07 23/07 - 23/08 24/08 - 23/09 Affari di cuore Non è possibile che non vi vada mai bene niente, o no? Se è cotta la volete cruda, se è cruda la volete cotta… andate in cucina e preparatevi tutto da soli. Amicizia & famiglia Siete nervosi e posso capire che non pensiate troppo a chi vi circonda, ma vi rendete conto che non siete degli eremiti? Consiglio “Tutto in un attimo” degli A Chance To Be Romantic. Affari di cuore Che desolazione, ragazzi. Avete mille cose da fare e da dire, eppure un chiodo fisso vi rallenta non poco, ma perché non appenderci un bel quadro su quel chiodo? Amicizia & famiglia Incredibilmente solare la situazione, nonostante le condizioni climatiche. Consiglio I video delle cover dei Boyce Avenue su Youtube. Affari di cuore Indecisione, amica di una vita! Ma non abbattetevi: dopo uno stancante periodo di incertezze adesso qualcosa si delinea all’orizzonte… ce la potete fare! Amicizia & famiglia Non lamentatevi, potrebbe andarvi peggio, e invece gli astri ammiccano e vi fanno godere il momento che, ammettetelo, vi siete sudati. Bravi! Consiglio “Stay the night” di James Blunt. Bilancia Segno del mese Sagittario 24/09 - 22/10 SCORPIONE 23/11 - 21/12 Affari di cuore Avete presente cosa voglia dire “condivisione” e “rapporto interpersonale”? La paura di farsi male non è una buona scusa, sapete? Amicizia & famiglia Dovete cercare di aprirvi un po’ di più, miei cari. Non potete tenervi tutto dentro e poi lamentarvi. Siate il cambiamento che desiderate! Consiglio “Hollywood” di Micheal Bublé. Affari di cuore No, scusatemi, ma io non vi capisco. Perché fossilizzarsi su situazioni giunte ad un binario morto da secoli? Amicizia & famiglia Nonostante molti di voi sentano una distanza incolmabile con coloro che vorrebbero avere più vicini, la situazione non è tremenda come sembra. Consiglio “Whisper War” dei The Cab. 23 OTTOBRE 22 NOVEMBRE Affari di cuore Il vostro arco ha trovato decisamente il bersaglio adatto? Perché state ancora aspettando a tirare il dardo? Amicizia & famiglia Non ce l’hanno tutti con voi, ragazzi, semplicemente dovete capire chi vi invidia qualcosa ed allontanarlo il prima possibile, altrimenti non si va da nessuna parte. Consiglio “Teenage dream” di Katy Perry. Capricorno Acquario Pesci 22/12 - 21/01 21/01 - 19/02 20/02 -20/03 Affari di cuore Vi siete un po’ fossilizzati sull’idea che le vostre corna siano sempre più pesanti, ma le stelle dicono che vi state sbagliando. Amicizia & famiglia Siete leggermente paranoici in questo periodo o mi sbaglio? Perché non uscire di casa con un bel sorriso e non in quel brutto impermeabile? Consiglio “Per fare a meno di te” dei 2 di picche. Affari di cuore Sapete che a volte il silenzio ha il suo valore? Arrendetevi all’idea che la vostra mente va più veloce di voi e non c’è nulla da fare, cercate solo di tenere il passo! Amicizia & famiglia La situazione non è delle più rosee, ma lavorandoci quel tanto che basta potrete ritornare ad essere un po’ più sereni. Consiglio “Airplanes” di B.o.B. feat. Hayley Williams. Affari di cuore La vostra dolce metà è talmente presa che non ve lo spiegate nemmeno voi; per i single novità in vista nel vostro acquario: preparate la camera degli ospiti! Amicizia & famiglia Tentate di contare fino a 15 invece che fino a 10 prima di prendervela con qualcuno o prima di essere convinti al 100% di qualcosa che non conoscete bene. Consiglio “Just the way you are” di Bruno Mars. ackstage MODELLE PER UN GIORNO DIVENTA ANCHE TU UNO DEI 57 NOSTRI VOLTI! Iscriviti al gruppo su Facebook o scrivi all?indirizzo e-mail looksmart@zai LOOKSMART DO IT YOURSELF FARE DA SÈ? È POSSIBILE. SE SOTTO C’È UN BUON TAGLIO SI POSSONO ESEGUIRE OTTIMI RITOCCHI. L’IMPORTANTE È SEGUIRE ALCUNE REGOLE D’ORO Frangetta Quando i capelli sono asciutti, pettinali e tira le punte stringendole fra le dita. Tieni le forbici verticali e spunta di un centimetro circa a partire dalle sopracciglia. Mi raccomando, fai piccoli tagli. i al gn Ba i? rcia cc ri acco i e i Ha pre eno m m se Ciuffo laterale Raccogli i capelli escludendo solo il ciuffo. Usa le dita per determinare l’angolazione che vuoi ottenere (la ciocca più corta dovrebbe arrivare appena sotto l’occhio; la parte più lunga dovrebbe raggiungere lo zigomo). Quindi, scelta l’angolatura, spunta lungo le dita tenendo le forbici in posizione verticale. Occhio a non tagliare mai d’un colpo: è impossibile che la frangia risulti diritta Punte Anche in questo caso usa le forbici mantenendo le ciocche ben strette fra le dita e spunta con piccoli tagli. CORTI Step1 PER UNA SERA Step 3 Raccogliete le ciocche superiori dall’esterno verso l’interno e fissatele in alto con un fermaglio. 1 Ora dividete il resto dei capelli in due ciocche e fermatele con una forcina mantenendo le punte verso l’interno. 2 Step 2 Sciogliete la parte superiore... ed 3 ecco un corto impeccabile! uovo trend: IL TAGLIO CORTO VOGLIA DI CAMBIARE SEGUENDO GLI ULTIMI DICTAT? ATTENZIONE, PERO’. IL TAGLIO CORTO NON E’ PER TUTTE. SI ADDICE A TIPI ATLETICI E AVVENTUROSI E PUO’ RIVELARSI INADATTTO A PERSONALITA’ PACATE E DOLCI. D’ALTRA PARTE E’ DAVVERO COMODO E DI GRAN MODA. ALLORA VALUTIAMO BENE IL NOSTRO TIPO DI CAPELLI E LA FORMA DEL VISO Renée Zellweger Katie Holmes S e i capelli sono lisci e fini, il taglio dovrà avere numerose scalature. Se il viso è rotondo e pieno (come quello di Renée), scalature davanti e dietro e taglio che va verso l’alto, possono allungarlo. Per un viso triangolare come quello di Katy Holmes, è perfetto un caschetto scalato e tendente al corto, in modo da dare armonia. Infine la frangia viene in soccorso di chi deve nascondere una fronte ampia. Selena Gomez Rihanna S e i capelli sono molto ricci, bisogna optare per un taglio non molto corto, altrimenti si rischia di sembrare… un barboncino! Chi ha il viso tondo come Selena Gomez deve evitare le masse piene di riccioli che accentuano questa caratteristica. Stile ideale, invece, per chi ha il volto triangolare come Rihanna: mosso e voluminoso ne spezza la geometria e addolcisce i tratti. SMALTOMANIA: DEEP PURPLE O.P.I. (sui 15 Euro) Vastissima gamma di colori. Costoso ma praticamente eterno. Peccato non si trovi ovunque. Revlon (7,90 Euro) Lungo il tempo di asciugatura, ma durevole. Trovi sempre i must have della stagione. Kiko (1,90 Euro) Costo praticamente nullo. Dura fino ad una settimana ma servono minimo due passate per renderlo vivo. Per i colori accesi è ottimo. Mavala (7,90 Euro) Ottimo rapporto qualità-prezzo. Minore scelta di colori. Perfetto per gli evergreen come rosso e rosa perlato. Sephora (4,90 Euro) Basta una sola passata per un buon risultato, ma ha scarsa tenuta. IT¸eu!ro) NOV 0,50 (2 Colore davvero strepitoso e molto particolare. Non assomiglia a nulla di già visto o provato. Il prezzo è sempre molto alto, ma la durata e l’applicazione sono ottime. Flaminia e Cristina «Giu’ le mani dai biscotti. Più che un pigiama party sembra un’abbuffata...» Preferisci una borsetta da sera? Bella questa in pizzo di Accessorize (46 Euro). 24 e or di DA MO In questa pagina Cristina indossa un pigiama di pile viola e ciabatte di spugna (tutto Undercolors Benetton, saldi inverno 2009). Anche per Flaminia pigiama Undercolors Benetton di cotone grigio e vestaglia rosso fragola. Nella pagina accanto, in alto a sin, Cristina sceglie uno stile ricercato senza spendere una fortuna, ma ottenuto abbinando colori e accessori “bon ton”. L’unico capo nuovo e “firmato” sono i jeans (Ambercrombie & Fitch). Per il resto, si saccheggia l’armadio di mamma e i saldi nelle grandi catene. La giacchetta di lana blu elettrico bordata di nero di H&M è un fantastico saldo estivo (5 Euro!). Basco H&M (1 Euro) ello stesso colore e collana in tinta Upim. Flaminia, a scuola, indossa jeans Oviesse, maglietta Pimkie (saldo estivo, 4 Euro), giubbotto cammello Sandro Ferrone e scarpe in tinta Converse. Invece per l’uscita serale sceglie una gonna nuova di Brandy & Melville e ricicla una bella camicia blu petrolio di Camomilla (collezione inverno 2008). Scarpe Moschino. Al parco, Cristina mette una felpa vintage oversize (per forza, è di papa!) Puma anni Novanta, leggings presi al mercatino sotto casa, scarpe fantasia Converse (Collezione 2008). icomincio da capo Cristina Un film cult del 1993 con Bill Murray, che rivive sempre la stessa giornata finché... Flaminia «Colazione al volo, due ore di storia, una di chimica e ora? Non ci vedo più dalla fame!» 5 Flaminia «Ritardo. Cronico. Di nuovo.» «Stasera aperitivo in un locale nuovo. Non sarò troppo elegante? Nah, saranno in tiro anche le altre.» Cristina «Libri, musica, al parco. Niente di meglio.» Ciao, siamo Gaia e Cristina, frequentiamo il Liceo “Dante” di Roma. Amiche da una vita, ci siamo "inventate" questo nuovo lavoro coinvolgendo altre ragazze della nostra età. Factotum e facmultum ci autodefiniamo: foto, testi, vestiti, location , ecc. sono farina del nostro sacco. Gaia Ravazzi, 16 anni Cristina Altomare, 15 anni Giorgia Nobile Chiara Falcone Gianni La Rocca N on so se capita anche a voi di entrare in un negozio, magari dal parrucchiere, o di sfogliare in edicola, con un misto di curiosità e riluttanza, una rivista di moda e di pensare: di solito non leggo questo tipo di pubblicazioni, eppure sono una ragazza! Perché non mi sento davvero catturata da queste immagini? Semplice, oserei dire, la moda colpisce, affascina, fa sognare, ma cosa accade quando in copertina vedi una ragazza che non ha nulla a che fare con te? Non parlo di bellezza, ovviamente. Intendo quella naturalezza, quello stile ricercato ma non economicamente irraggiungibile che caratterizza noi adolescenti. Cosa succede quando realizzi che la modella che hai davanti mostra segni di evidenti problemi di alimentazione tanto da pesare sì e no come tua sorella di undici anni? Ti senti grassa, forse, inadatta agli stereotipi proposti dalla società di oggi, ma se ti guardi intorno, sai cosa c’è? Siamo tutte ragazze come te, ragazze ‘normali’. Decidi di ignorare la copertina. Non si giudica mai senza conoscere, giusto? Cominci a girare nervosamente le pagine cercando qualcosa da leggere, un consiglio; scorri immagini, ti soffermi su un dettaglio. Cinque minuti e hai finito l’intera rivista. Immediatamente scatta un’altra domanda: perché nei giornali di moda destinati alle ragazze è raro che ci siano articoli interessanti che non si limitino a descrivere il nuovo colore di smalto Chanel? La risposta, a mio avviso, è questa: pubblicità; la moda coincide con la pubblicità. Queste riviste vendono soltanto suggestioni, modelli irraggiungibili, consumi. Ma la vera moda sei tu. Tu che come me non indossi bene tutti i vestiti e non hai un conto in banca illimitato. Tu che vorresti leggere un vero articolo con dei suggerimenti utili. Tu che vorresti sapere come abbinare i capi della scorsa stagione con qualcosa di nuovo, o con un vintage prelevato dall’armadio di tua madre oppure scovato al mercato; magari mescolandoli con un capo griffato… Allora Look Smart è per te. MCN Studio di Roma per l’ospitalità Gaia ovember Rain Nothing last forever even cold November rain (Guns’n Roses, 1992) Non vuoi spendere una fortuna? Una simpatica alternativa è la giacca K-Way lilla Da sinistra, per Lucrezia giubbotto viola scuro Prada, viola anche per le scarpe Superga, maglietta rosso-fragola vintage. Per Cristina, spolverino Zara (collezione primavera-estate 2010). In basso, Flaminia indossa un maglione bordeaux The Limited e Jeans Oviesse. LookSmart SMALTOMANIA: scopri il colore dell’autunno Anche la moda ha cervello NOVEMBER RAIN LA MODA 24H SU 24 CAPELLI CORTI, ultimo trend: ma stanno bene a tutte? I nostri consigli e alcune dritte per un ritocco rapido