PROPOSTA DI RISOLUZIONE TIPOLOGIA A – ANALISI DEL TESTO 1. Comprensione del testo La poesia è incentrata sul concetto di “ricordo”: Quasimodo apre riferendosi alla sua infanzia, ai giochi, che si protraevano fino alla serata, sul sagrato della chiesa. Ricorda le voci, i gesti, i movimenti, come se fossero però ombre, che danzano nella luce lunare e che si stagliano sull’erba. Dalle immagini legate alla sua vita, Quasimodo passa a ricordare il paesaggio che caratterizzava questi momenti: l’acqua che risaliva nei pozzi, il vento che soffiava tra gli aranceti, i cavalli al galoppo sui campi, il mare con il suo fluire e defluire, le nuvole che veloci correvano nel cielo. Il tutto si chiude con la presenza di due figure alate, diverse tra loro, a simboleggiare il contrasto tra ricordo e realtà: l’airone, uccello d’acqua e dall’aspetto regale, che si fa largo tra le canne nell’acqua, pomposo e quasi divino, e la gazza, piccola, nera, quasi “malefica”, che resta appollaiata sugli alberi di arance, a segnare il tempo che è stato. 2. Analisi del testo 2.1 In Quasimodo la tematica del “ricordo” e dei momenti d’infanzia, ormai perduti, è sempre presente e qui, il primo verso dell’opera, serve a sottolineare questa considerazione: il poeta pensa quasi ad un “sogno che diventa realtà” quando si immerge nel flusso della rimembranza, riuscendo a provare, quasi come fossero reali, le sensazioni di cui ha solo una vaga memoria. 2.2 La “Pietà” a cui fa riferimento Quasimodo è intesa nel senso di una “caritatevole generosità” che permette di riportare alla luce le sensazioni di cui sopra: in questo senso è la sera, durante la quale le ombre si allungano, a fare da veicolo a questi sentimenti, riaccendendo, vividi nella mente, i ricordi delle sembianze dei compagni di giochi. 2.3 Queste ombre riaccese sono proprio i ricordi legati alle persone che il poeta conosceva durante l’infanzia, i compagi di giochi che hanno costituito, nella fanciullezza, tutto il mondo dell’autore. 2.4 Come già detto, il tema del ricordo è fondamentale: in questa ottica, la memoria, che a volte rimane sopita (forse perché soverchiata da altre priorità dei pensieri, forse perché incapace di scavare a fondo negli anfratti del cervello) riesce, quando possibile, a farsi “valere”, riportando alla luce, come un moderno “archeologo”, luci, ombre, sensazioni, odori, suoni, immagini e, in sostanza, interi eventi, che, fino a poco prima, aveva dormito, placidi, nei recessi della coscienza. 2.5 Nonostante siano forti, nella mente del poeta, i ricordi della sua giovinezza, ormai essi risultano un qualcosa che non c’è più, delle parvenze di memoria che, anche se presenti nel suo animo, appaiono come ombre che vanno svanendo, “simulacri”, appunto, di un tempo che è stato e che non potrà ritornare, e per questo “arsi”, bruciati come il legno e quindi non più “restaurabili” e “remoti”, per cui lontani e irraggiungibili. 2.6 Quasi tutta la poesia, nel descrivere le “ambientazioni” dei ricordi ha un aspetto “mitico”: la terra natia dello scrittore, sebbene reale e concreta, viene descritta attraverso terminologie che le conferiscono un sembiante quasi “divino”, quasi a creare un’aurea dorata che porta l’aspetto rurale su un piano metafisico e fantastico. Le ombre che vengono “riaccese… nel fuoco della luna”; il vento dal profumo d’arance; le nuvole che si alzano sugli alberi; il mare che spumeggia; l’airone che avanza nell’acqua: sono tutti particolari dipinti alla perfezione e dotati di un tocco “mitico” in un immenso “quadretto” naturale che descrive il luogo, il tempo, la realtà vissuta dal poeta. 2.7 Altra tematica fondamentale in Quasimodo è quella legata alla sua terra: la Sicilia che, in molte altre poesie, oltre a questa, viene descritta quasi come una terra divina, è dipinta attraverso mille piccoli particolari, caratteristici della regione. Aranceti, mare, pianure sterminate erbose e brulle, luci dai colori vividi e sgargianti, cieli che paiono dipinti, animali che popolano il paesaggio quasi a volersi far riconoscere come i veri e soli “dominatori” di queste terre, i quali concedono agli uomini di convivere con loro. Tutto questo è un aspetto “naturalista” nuovo, mai sperimentato, lontano dalla visione “maligna” e distruttiva di una Natura che vuole ferirci ma che, al contrario, si manifesta nella sua grandezza e vuole ricordarci che anche noi, piccoli uomini, ne facciamo parte. 3. CENNI AI POSSIBILI COLLEGAMENTI E ALL’INTERPRETAZIONE. Soffermarsi sull’aspetto del “fanciullo”, in quanto essenza stessa del poeta e della vita “innocente” che si contrappone al mondo che ci circonda, fatto di contraddizioni e di situazioni che ‘alternano tra positive e negative. Si possono citare Pascoli, poeti inglesi romantici (Blake e Coleridge), il libro “It” di Stephen King (dove la contrapposizione tra i sette protagonisti, prima bambini, poi adulti, è anche legata al concetto di memoria), gli anime “shounen”, in cui bambini tredicenni o adolescenti affrontano il loro percorso di crescita. Analizzare il concetto di memoria: il ricordo come caratterizzazione della capacità di interpretare il mondo, di percepire i cambiamenti, di essere in grado di richiamare immagini perdute nella coscienza. Si possono citare Proust e la sua “Ricerca”, in generale buona parte della letteratura poetica del ‘900 in cui il “ricordo” è fondamentale (da Leopardi, nel secolo precedente, fino a Montale e ad autori moderni), anche autori di fantascienza i quali sfruttano il tema della memoria, della modifica dei ricordi, della manipolazione mentale, come tema fondamentale. In ultimo, considerare il concetto di Natura, vista non come una entità maligna, ma piuttosto in qualità di un Mondo all’interno del quale anche noi stessi viviamo e spendiamo il nostro tempo. Inoltre, la Natura assume anche una connotazione mitica e divina, essendo rappresentata attraverso immagini dai colori forti e dalla accentuata luminosità: si possono citare allora D’Annunzio (per l’aspetto mitico), autori come Kipling o Salgari, per le descrizioni degli ambienti naturali, e Wilbur Smith che, come autore contemporaneo, incarna perfettamente nelle sue opere il concetto di Natura legata al mito. Di: Donato Antonio Ciampa