Accademia, piccoli mattatori crescono Successo al Quirino per il saggio-spettacolo degli allievi al terzo anno della Silvio D’Amico. Ha già un mattatore l’ “A solo”, il saggio-spettacolo che l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, in collaborazione con l’Eti, presenta per l’ultimo appuntamento questo pomeriggio alle 17 al Quirino ad ingresso libero, con il coordinamento registico di Lorenzo Salvati, con l’essenziale impianto scenico di Bruno Buonincontri ed i costumi di Bartolomeo Giusti, interpretato dagli allievi che hanno frequentato il terzo anno. Il nome del mattatore è Danilo Vitale che con il “Comizio”, da lui stesso scritto per questo assolo, si è preso due nutriti applausi a scena aperta in soli cinque minuti. E’ il monologo di un pazzo che arriva in proscenio con una tunica sbrindellata ed occhi persi, che unisce parabole e detti popolari. Ma ottimo anche il resto, da Gaia Insegna che apre la rappresentazione con “Aspettando Godot” di Beckett, ad Antonio Cuccovillo che in pigiama e cappello mostra “L’indeciso” di Albanese o Leonara Surian che canta “Memory”. Ogni allievo, infatti, mostra il pezzo che ha preparato come la temperamentosa Paola Nichelini che porta Berkoff, od Andrea Di Vincenzo che rivede il “Caligola” di Camus. Arriva all’eccellenza di Gaia Saitta che, rivedendo la “Psicosi” di Sarah Kane, afferma di essere “arrabbiata perché capisco, non perché non capisco”, mentre Ivan Olivieri riporta Artaud, Claudio Garrubba “ Il condominio” di Gioele Dix e Benedetto Sicca l’ambiguità di “Orgia” di Pisolini. Molto bravo Michele Lastella con “ Il bicchiere della staffa” di Pinter e straordinaria la mimica di Lino Guanciale che reinterpreta Modugno. Cecilia Logorio propone la sua versione di “Alice”. La sbarazzina Susy Laude si lancia in “Febbre” di Sarah Kane, Cristiano Pasca ne “La polizia” di Mrozek. Chiara Cavalieri si esibisce in “Cabaret”, Elisabetta Becattini porta Bennett e Raffaella Rea si appassiona nel Thomas Bernhard di “Alla Metà”, ma dove lo spettacolo raggiunge il suo massimo è con la “Loretta Strong” di Copi rivista e reinterpretata dalla bravissima Assunta Nugnes. Sostenuti applausi per tutti al finale, per un saggio che ha già rivelato diversi protagonisti di quella compagnia dei giovani che il presidente dell’Eti, Mico Galdieri, afferma di voler costruire con i migliori allievi delle nostre scuole di Teatro: “Ho notato che molti giovani attori, anche se diplomati all’Accademia Silvio D’Amico ed altre scuole di recitazione importanti, appena diplomati o laureati vengono riassorbiti dalla massa. Vorrei invece che l’Eti partecipasse alla nascita di una Compagnia dell’Accademia e delle scuole, una compagnia di giovani che lavorasse insieme per tre o quattro anni per lanciare i migliori”.