02/11/2015 Le fasi di sviluppo del bosco Quattro stadi di sviluppo si avvicendano diacronicamente sulla stessa superficie in seguito ad un disturbo biotico o abiotico (catastrofe da incendio, uragano, tromba d’aria, attacco di insetti, etc.), o indotto dall’uomo con il taglio Primo stadio: fase di riorganizzazione o stadio ad erbe ed arbusti. Periodo immediatamente successivo al disturbo con insediamento di specie pioniere Dominato da erbe e specie eliofile a rapido accrescimento (a strategia ruderale). Pini, betulle, ontani possono dominare e persistere nei successivi stadi a meno che non si insedino precocemente le specie tolleranti l’ombra che dominano negli stadi finali (a strategia tollerante). Nelle foreste naturali è presente legno morto, in quelle artificiali no a scapito della biodiversità. Nelle piantagioni artificiali questa fase è molto breve perché viene assegnato uno spazio uniforme a ciascuna piantina. Elevata biodiversità Secondo stadio: di aggradazione (rapido sviluppo di LAI e biomassa), o di esclusione dei fusti (autodiradamento). Non compaiono nuovi alberi e quelli preesistenti muoiono a causa dell’intensa competizione nella fase di chiusura delle chiome Le piantine che emergono dallo strato erbaceo competono intensamente fra loro per lo spazio che è occupato finalmente da un ridotto numero di individui. La radiazione trasmessa al suolo è minima, come la biodiversità. Nelle piantagioni copertura monoplana prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale 1 Le fasi di sviluppo del bosco Terzo stadio: o fase di transizione o di reinsediamento dello strato arbustivo e di quello erbaceo o stadio di maturità. In questo stadio la biomassa totale si mantiene stabile o inizia a declinare dal picco raggiunto nella precedente fase La riduzione della densità degli alberi e la creazione di gap di chioma (per rottura di rami, morte di piante) modifica il clima luminoso che favorisce la crescita negli strati inferiori. Si può insediare prerinnovazione con scarse possibilità di sopravvivenza nei soprassuoli coetanei Quarto stadio: o fase stazionaria o di invecchiamento (o vetustà) per morte irregolare di piante nello strato arboreo e insediamento di alberi negli strati inferiori. Presenza di legno morto sia come alberi in piedi che come tronchi e rami sul pavimento della foresta. In questa fase si realizza rinnovazione mediante gap singoli o multipli Morte per compimento del ciclo biologico degli alberi o per effetti cumulati di patogeni, malattie e stress climatici. La morte nello strato arboreo favorisce una rapida crescita degli alberi presenti negli strati inferiori. In termini strutturali progressiva stratificazione con coesistenza di alberi di dimensioni differenti e legno morto in posizioni differenti e in vari stadi di degradazione. Questo legno fornisce habitat, alimenta cicli biogeochimici e stocca C. Presenza di vertebrati e invertebrati con nicchie trofiche e riproduttive legate a fasi di decadenza del bosco e legno morto prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale 2 1 02/11/2015 boschi italiani limitato a pino domestico e abete bianco (taglio raso con rinnovazione artificiale posticipata) prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale 3 Rinnovazione non innescata da processi allogenici. Specie pioniere scompaiono nella fase di vetustà In alcuni casi le pioniere possono persistere nella fase di transizione alla vetustà (per es. pioppo tremulo, ontano napoletano in faggeta). Questo ritarda il passaggio alla vetustà ma non il suo inizio 4 2 02/11/2015 5 Produttività di un ecosistema a base autotrofica a scala di ecosistema PNE = PPL – (Ra+Re) Produzione Netta Ecosistema (PNE). Produzione primaria lorda (PPL, fotosintesi netta ecosistema), meno respirazione degli autotrofi (Ra) e degli eterotrofi (Re) a scala di pianta o di soprassuolo PPN= PPL – Ra Produzione Primaria Netta (PPN). In questo caso manca la respirazione degli eterotrofi. E’ equivalente all’incremento di biomassa della pianta o del soprassuolo più la produzione di detrito (lettiera, ricambio di radici fini, morte completa della pianta) prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale 6 3 02/11/2015 Ipotesi di Odum PPL ecosistema raggiunge un massimo in età giovanile e si livella con l’ulteriore crescita, mentre la respirazione dell’ecosistema continua a crescere per l’incremento di biomassa. Ad età avanzata la produzione primaria lorda dell’ecosistema eguaglia la respirazione e quindi il bilancio è pari a 0 Attuali conoscenze In realtà è stato osservato 1) che la respirazione dell’ecosistema è strettamente legata alla fotosintesi del soprassuolo; 2) il rapporto respirazione eterotrofi e produzione primaria netta (Re/PPN) è costante con l’età (0.6-0.7), vale a dire è età indipendente. Pertanto la respirazione dell’ecosistema è pilotata dall’assimilazione. Ad età avanzata la biomassa totale rimane costante, vale a dire che la crescita bilancia la produzione di lettiera. La PPL è costante nel tempo e dipende solo dalla radiazione disponibile e dall’angolo fogliare. Poiché la respirazione dipende dai carboidrati disponibili e non dalla biomassa (negli alberi soprattutto legno morto), il bilancio del C rimane positivo e costante. La biomassa del soprassuolo continua ad incrementarsi con l’età 7 Autodiradamento (self-thinning) Processo naturale per cui nel corso del tempo il numero di alberi per unità di area si riduce mentre aumenta la loro dimensione media (volume, peso, area basimetrica) In una coorte di piante (gruppo di individui nati nello stesso breve intervallo di tempo) con il trascorrere del tempo le dimensioni degli individui crescono, si instaura competizione sempre più serrata per lo spazio (finito) e per le risorse (limitate) per sovraffollamento e aumenta il rischio di morte Densità influenza il numero dei sopravviventi e il loro tasso di accrescimento nei soprassuoli e nei nuclei coetanei mortalità densità-dipendente 8 4 Autodiradamento (self-thinning) Il fenomeno dell’autodiradamento è legge (law) (o regola, rule) ecologica cui viene attribuito carattere universale perché applicabile al regno delle piante. Alcuni autori preferiscono il termine rule al posto di law perché manca di generalità e di robusta teoria di supporto Lezioni di Ecologia Forestale 02/11/2015 La descrizione formale (matematica) del fenomeno è data da: = peso medio di una pianta, C = una costante, D = densità delle piante In pratica vi è proporzionalità inversa fra peso e densità Le piante sono organismi modulari. Per la regolazione della loro densità vale di più il peso (massa) o dimensione (diametro o area basimetrica) piuttosto che il numero 9 Autodiradamento (self-thinning) legge di potenza (non lineare) possiamo renderla lineare mediante trasformazione logaritmica prof. Antonio Saracino Pendenza = -(3/2) o –(4/3) Intercetta (C) = 3.5-4.3 (specie-specifica)= packing constant biomassa media della pianta su unità di area da questa proiettata sul terreno Lezioni di Ecologia Forestale dove prof. Antonio Saracino legge di potenza -3/2 o legge dell’autodiradamento (Yoda et al. 1963) 10 5 Lezioni di Ecologia Forestale 02/11/2015 “saturazione” alla capacità di carico (a=-1) dell’habitat raggiunta dalla specie ad età differenti nel caso di piante isolate (t12) e in bosco t10) prof. Antonio Saracino stem exclusion stage esaurimento autodiradamento 11 insorgenza autodiramento Caso limite: pianta allo stato isolato Caso frequente: piante in bosco e rimboschimento Autodiradamento (self-thinning) Principali caratteristiche di una retta di diradamento -3/2 Le piante incrementano il loro peso (o volume) con il tempo Mortalità densità-dipendente non interviene fino a quando la popolazione non raggiunge la linea dell’autodiradamento La mortalità inizia prima nelle popolazioni dense rispetto a quelle meno dense A parità di peso medio, gli alberi sono più giovani nelle popolazioni meno dense rispetto a quelle più dense Le popolazioni dense e meno dense raggiungono finalmente uno stadio in cui l’incremento di peso e la mortalità si bilanciano (a = -1) e il peso totale della pianta non subisce un aumento La retta a = -1, viene raggiunta prima dalle popolazioni più dense rispetto a quelle meno dense 12 6 02/11/2015 Autodiradamento (self-thinning) prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale 13 Autodiradamento (self-thinning) Spiegazione geometrica di -3/2 Le popolazioni di alberi sono assimilate a cilindri o prismi (volumi) che supportano foglie fotosintetizzanti (superfici) Tessuti meccanici (che respirano) devono essere accumulati in modo più che proporzionale affinché le superfici fotosintetizzanti siano sempre collocate in posizione ottimale per catturare la luce: a 3 unità logaritmiche di peso medio corrisponde un incremento di solo 2 unità di densità media delle piante Con l’autodiradamento si desaturano nicchie (un cilindro che scompare) prontamente occupate dalle chiome delle piante contigue: l’incremento di tessuto meccanico di sostegno è descritto dalla retta di autodiradamento prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale 14 7 02/11/2015 Autodiradamento (self-thinning) Il peso (W) di ciascuna pianta è proporzionale al suo volume, che è il cubo della sua dimensione lineare: L’area media (s) occupata da ciascuna pianta è proporzionale al quadrato della sua dimensione lineare: Peso pianta proporzionale al suo volume, a sua volta proporzionale a ciascuna delle dimensioni lineari della pianta da cui dipende il volume, il tutto elevato alla terza potenza Soprassuolo assimilabile ad una scatola capace di contenere un determinato numero di blocchi (alberi, assimilabili a volumi geometrici). Quando i blocchi vengono rimossi (autodiradamento) lo spazio liberato viene risaturato dalla crescita dei blocchi contigui che ripristinano il volume totale. Dimensione dei blocchi e numero dei blocchi sono fra loro inversamente correlati prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale 15 Autodiradamento (self-thinning) Al di sopra della retta -3/2 (o-4/3) non ci può essere biomassa: quella massima supportata scorre lungo la retta. Nel bosco coetaneo monospecifico coincide con la fertilità della stazione che determina biomasse per unità di superficie differenti. L’effetto fertilizzazione della CO2 e delle precipitazioni azotate stanno probabilmente incrementando le risorse disponibili, con aumento di biomassa a parità di densità: slittamento verso l’alto retta -3/2 prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale 16 8 02/11/2015 Autodiradamento (self-thinning) Implicazioni nella gestione forestale Linea autodiradamento indica i limiti superiori di densità del soprassuolo in rapporto alla dimensione media delle piante: in termini numerici questa legge è ben espressa nelle tavole alsometriche che riportano parametri quantitativi di soprassuoli coetanei a densità normale (spazio saturato da chiome non compenetrate a capacità di carico). I parametri quantitativi sono descrivibili con legge di potenza in rapporto alla fertilità (altezza dominante = disponibilità locale di risorse). Derivano da: Nelle tavole alsometriche la densità delle piante per ha (N/ha) è funzione di Hd anziché di D Autodiradamento (self-thinning) Implicazioni nella gestione forestale Autodiradamento: fenomeno di competizione naturale per le risorse che nei soprassuoli coetanei favorisce la differenziazione in classi sociali (competizione asimmetrica legata alla dimensione della pianta) Nei soprassuoli densi generati da tagli di rinnovazione e nei cedui densi competizione locale forte. Mortalità insorge precocemente e spesso l’uomo lascia fare alla natura (lo sfollamento è un costo) perché biomassa unitaria piccola Diradamento come intervento colturale praticato dall’uomo previene autodiradamento (fenomeno naturale): anticipo di raccolta di biomassa che ha motivazioni economiche ma che diverrebbe necromassa e quindi farebbe bene all’ecosistema forestale 17 Lezioni di Ecologia Forestale Lezioni di Ecologia Forestale prof. Antonio Saracino prof. Antonio Saracino 18 9 02/11/2015 Autodiradamento (self-thinning) Implicazioni nella gestione forestale La densità dei rimboschimenti può essere modulata con le conoscenze della legge -3/2. Con minore densità, competizione procrastinata nel tempo quindi dimensione media pianta diradata maggiore quando si compie primo diradamento (problema macchiatico negativo, vale a dire costi di raccolta delle piante superiori ai ricavi che si ritraggono dalla vendita dei prodotti legnosi forniti dalle piante raccolte) prof. Antonio Saracino Lezioni di Ecologia Forestale Differenziazione in classi sociali per competizione asimmetrica e autodiradamento 19 20 Faggeta termofila coniferata con abete bianco. Fase di esclusione dei fusti Faggeta termofila eutrofica rada. Autodiradamento in esaurimento Faggeta termofila con forte competizione asimmetrica (spessina-perticaia) 10