N°04. 23febbraio2009 pag.quattro ’ Focus PUBBLICITÀ ONLINE NEL 2009 CRESCITA DIMEZZATA Il mercato dei video online negli Stati Uniti - Paese che fa da cartina di tornasole ed è certo quello più all’avanguardia al momento - ha raggiunto lo scorso anno, secondo dati resi noti dalla società di analisi eMarketer, un giro d’affari di 587 milioni di dollari. Per il 2009 la società prevede però una crescita dimezzata: +44,9% contro l’81% dell’anno scorso. www.corrierecomunicazioni.it FENOMENI. YouTube impazza anche in Italia ma non è (ancora) remunerativo I video e la dura caccia ai profitti La sopresa Hulu.com: non ha un gran numero di utenti ma è sostenuto dai grandi sponsor ALESSANDROLONGO I grandi portali che ospitano video si stanno sforzando a inventare modi per fare soldi, a partire dai Paesi anglosassoni. Ma l’Italia è l’ultima a vedere le novità, mesi dopo essere state rodate nei mercati più evoluti. Ecco quindi che la mossa più notevole, nelle ultime settimane, per il mercato italiano è l’ampliamento dell’offerta YouTube. Che del resto è in Italia il principale portale di video (9 milioni di utenti). Ora ha otto formati pubblicitari e ad averli provati sono aziende come Medusa, Sony, Agos, Lovable. In home page ci sono spot, banner o annunci. Annunci in sovra impressione appaiono anche all’interno di video. Oppure YouTube offre intere pagine pubblicitarie dedicate a un brand. L’altra faccia dell’ampiezza di quest’offerta (all’estero ancora più ricca) è che “ancora non abbiamo trovato il modo migliore per remunerare i video di YouTube”, per dirla con le parole di Sergej Brin, uno dei fondatori di Google. Ma è vero per tutto il mercato della pubblicità dei video online. A conferma, a fine gennaio un gruppo di media company, tra cui ’ Ipotesi Mix di pubblicità ed e-commerce per differenziare le strategie Microsoft, Yahoo!, Cbs e Hulu.com hanno unito le forze nel progetto The Pool, allo scopo di capire insieme quale sia il modo migliore per fare pubblicità sui video online. In Italia come altrove, infatti, questo è un mercato molto meno maturo di quello dei motori di ricerca: ha raggiunto 587 milioni di dollari nel 2008, secondo eMarketer, e la previsione è una crescita dimezzata nel 2009 (+44,9%, contro l’81% del 2008). Sono i valori del mercato Usa, che fa da cartina tornasole ed è certo quello più all’avanguardia. “È noto che YouTube ancora non fa profitti”, dice Adam Daum, analista di Gartner. “Al contrario di Hulu.com, portale di video e film delle major: ha molti meno utenti, ma è in attivo, perché è preferito dai grandi sponsor. Trovano Hulu.com un ambiente più protetto e tradizionale dove mettere la pubblicità”, aggiunge. I grandi sponsor sono fondamentali, perché sono in teoria quelli più interessati a mettere pubblicità nei video, viste le affinità di formato con il mondo della televisione. A conferma dei ritardi del mercato italiano: Hulu non è ancora disponibile da noi. Ecco quindi che una delle strategie TELECOM ITALIA LO SPOT IN UN «FLASH» Novità. Scommette sul buzz marketing lʼitaliana PromoDigital La forza del passaparola (online) S commette sul passaparola, quello dirompente che attraversa le maglie del Web la “buzz” agency italiana PromoDigital. Operativa sul mercato da appena un anno la giovane agenzia che ad oggi occupa una decina di creativi della Web-generation è già riuscita a portare a casa risultati da record: il fatturato 2008 si è chiuso a quota 800mila euro e per il 2009 il team auspica - crisi permettendo - il raggiungimento del tetto del milione. Il cuore del business è rappresentato da una piattaforma - di cui peraltro è stata appena rilasciata una versione aggiornata - che consente di pianificare e gestire campagne di passaparola online tramite blog, forum e social network, Facebook in testa. La cosa va così: le aziende che si rivolgono a PromoDigital chiedono il test dei loro prodotti da parte dei blogger i quali poi liberamente pubblicano sulla blogosfera opinioni e commenti sui prodotti testati. “La forza del blog sta nell’elevato numero di utenti raggiungibili. Chi riceve il prodotto da testare di fatto diventa un ‘testimonial’, nel bene e nel male, di quel prodotto. E la novità è proprio questa: giudizi e commenti sono liberi, tutto è costruito sulla spontaneità che di fatto genera fiducia”, spiega Umberto Lisiero, brand activator dell’agenzia, ossia una sorta di “ac- di YouTube è rendere il portale uno spazio più gradito ai grandi sponsor: così per esempio, di recente, ha eliminato dall’homepage i video con contenuti considerati inappropriati (violenti o che alludono alla sessualità). Da tempo, inoltre, YouTube si sta sforzando di aumentare il numero di video di qualità sul portale, facendo count” di nuova generazione in grado di gestire le operazioni online e di fare da ‘interfaccia” fra azienda cliente e blogger. Che il sistema funzioni è dimostrato, oltre che dai numeri del fatturato, anche dalla crescita del parco clienti: già una quindicina le società che hanno scelto di affidarsi a PromoDigital. E l’agenzia sta attirando l’interesse anche del mondo accademico: il 13 marzo prossimo il ceo di PromoDigital, Andrea Febbraio, sarò ospite dell’università di Torino, e in particolare della facoltà di Scienze della Comunicazione, per discutere di buzz marketing, “un’attività da svolgersi secondo le linee guida dell’etica”, ci tiene a sottolineare l’agenzia. accordi con le major o con utenti semiprofessionali. Un’altra idea è “fare un mix di pubblicità e di e-commerce, per differenziare la strategia”, dice Debrah Williamson, analista di eMarketer. Per ora si applica ai video musicali. Appare una barra, che l’utente può cliccare e arriva così a un negozio Il fenomeno del buzz marketing online è sintomatico della trasformazione del concetto stesso di marketing. “Con blog, forum, social network, - spiegano dall’agenzia - i mercati sono sempre più ‘conversazionali’. Questo significa che le aziende devono essere pronte e disponibili a mettersi in ascolto e dialogare con i propri utenti/clienti, senza fare affidamento sulle sole pubbliche relazioni di tipo tradizionale e monodirezionale”. Di qui la nascita del cosiddetti Buzz Angel, Buzz Ambassador e Buzz Coordinator, “figure chiave per fare in modo che Internet non sia un territorio estraneo al brand e che un numero sempre crescente di persone sia ‘stuzzicato’ dalle proposte delle aziende”. L’utilizzo del web, inoltre, permette di verificare con estrema precisione i risultati ottenuti grazie a strumenti ad hoc e di apportare eventuali modifiche ai prodotti stessi per soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori. “Riuscire a tastare il polso alle tante discussioni della Rete significa non solo comprendere in che modo il gli utenti percepiscono il prodotto/servizio, ma anche individuare eventuali criticità o punti forti che influenzano il mercato, per gestire al meglio - concludono da PromoDigital - il flusso di informazioni online”. M.F. online dove comprare la canzone. Funziona così il programma click to buy, che YouTube a febbraio ha esteso alla Germania, Olanda e Spagna, dopo averlo avviato negli Usa e nel Regno Unito. MySpace ha lanciato un sistema simile a febbraio. E, tanto per cambiare, anche in questi casi l’Italia dovrà aspettare. Un servizio innovativo che avrà un forte impatto sul mercato della pubblicità online. Con queste parole Telecom Italia ha annunciato al Mobile World Congress di Barcellona il nuovo servizio Flash me. Si tratta di un’applicazione mobile, basata sulla tecnologia dei codici a barre bidimensionali, che fa leva sulla fotocamera del cellulare per leggere una sorta di francobollo virtuale stampato su riviste, giornali e altri supporti pubblicitari. Inquadrando con la fotocamera il codice presente sul francobollo, Flash me consente di leggere le informazioni contenute all’interno dello stesso attivando una connessione istantanea al sito web del prodotto: in questo modo si ottengono informazioni immediate in tempo reale. Disponibile sul sito www.tim.it il servizio è attualmente utilizzabile su 28 modelli di cellulari brandizzati Tim. lanciato recentemente in Messico e negli Stati Uniti è inoltre supportato da operatori mobili e produttori di terminali in Brasile, Spagna, Francia, Danimarca e Filippine. DEBACLE GOOGLE: FLOP PER L’OFF LINE Non conosce rivali l’advertising online a firma di Google: negli Usa il colosso di Mountain View vanta una quota del 30% dell’intero mercato e l’acquisizione di Doubleclick farà di Google il numero uno degli spot online. Lo stesso successo non si riscontra però al di là dei confini della Rete dove l’azienda ha cercato di espandersi. Dopo l’annuncio della chiusura dell’unià Print Ads, specializzata nel vendere inserzioni sui quotidiani, si prepara a chiudere i battenti anche Audio Ads, dedicata agli spot nelle radio. Dal suo blog Google ha fatto sapere che Radio Automation, il software per automatizzare la programmazione radiofonica, sarà messo in vendita. “Anche se abbiamo dedicato molte risorse allo sviluppo di questi prodotti, non abbiamo ottenuto l’impatto sperato”, ha scritto Susan Wojcicki, vicepresidente per la gestione prodotti di Google. L’azienda punterà sugli spot da abbinare ai file audio online, ascoltabili in streaming sul web, mantenendo l’attività pubblicitaria nelle tv. unciare lo stop alla vendita di inserzioni sui giornali.